lunedì 10 ottobre 2011

Federali.mattino_10.10.11. Da parlamentare, al consigliere regionale del PdL Bond con simpatia dico: non faccia la verginella ed il sospreso, ma dica al suo ministro del PdL di aprire la borsa anche per Belluno evitando di fare appelli alla Lega e suoi esponenti, a meno che non stia pensando di passare al nostro movimento". Così il senatore della Lega Nord e sindaco di Feltre, Gianvittore Vaccari replica al consigliere regionale veneto del Pdl, Dario Bond che ha espresso il suo disappunto di fronte alla notizia che il governo starebbe per stanziare ulteriori 74 milioni di euro a favore dell'Alto Adige.----Bozen, oltrepadania. Spagnolli: «Non possiamo affrontare una riduzione del 2% sulle spese correnti, perché questo significherebbe una cura lacrime e sangue sui servizi. Dovremmo penalizzare le scuole o la cultura.

Bozen, oltrepadania. Spagnolli: i tagli ci mettono in ginocchio
Feltre, oltrepadania. Vaccari sfida il Pdl: «I soldi per Belluno ci sono, Fitto apra la borsa»
Troppo credito alla Germania


Bozen, oltrepadania. Spagnolli: i tagli ci mettono in ginocchio
Allarme del sindaco. Intanto Bolzano stoppa la nuova distribuzione dei fondi
BOLZANO. Allarme finanziamenti a Bolzano. Il nuovo sistema di ripartizione tra Comuni dei fondi provinciali è ritenuta così dannosa per Bolzano e Merano, che venerdì la bozza è stata sospesa al Consorzio dei Comuni. In più Durnwalder annuncia meno 2% a tutti i Comuni.  Il sindaco Luigi Spagnolli reagisce con rabbia al risultato dell'incontro di venerdì mattina tra il presidente provinciale Luis Durnwalder e il presidente del Consorzio dei Comuni Arno Kompatscher. La trattativa sul finanziamento provinciale ai Comuni è appena iniziata, ma Durnwalder ha messo sul tavolo il taglio del 2%, come per gli altri settori. Spagnolli: «Non possiamo affrontare una riduzione del 2% sulle spese correnti, perché questo significherebbe una cura lacrime e sangue sui servizi. Dovremmo penalizzare le scuole o la cultura. Al momento queste dichiarazioni sono solo una presa di posizione di Durnwalder, non c'è ancora una decisione definitiva della giunta provinciale. Non so se conviene azzoppare i Comuni, cioè i cittadini: se lo faranno, le proteste saranno tali, che Durnwalder potrebbe trovarsi costretto ad anticipare alle 4 la sua udienza mattutina».  Con un introito annuo di 64 milioni legato alla quota pro capite, la contrazione del 2% significherebbe per il bilancio di Bolzano una perdita di 1,3 milioni. Precisa Spagnolli: «Altro sarebbe invece decidere di caricare la maggior parte dei sacrifici sugli investimenti, dove le ricadute sui cittadini sarebbero meno gravi. Così era stato deciso l'anno scorso per il bilancio 2011». Per Bolzano la minaccia del 2% non è l'unica preoccupazione. La nuova proposta del Consorzio dei Comuni di distribuzione dei finanziamenti provinciali penalizzerebbe i centri più grandi, a partire da Bolzano e Merano. Da anni il Consorzio lavora al nuovo meccanismo, per superare l'attuale quota pro capite calcolata in base alla sola popolazione. I nuovi criteri, tra cui introiti per energia, alunni, pendolari, pernottamenti turistici, erano stati stoppati una prima volta, per l'opposizione di Bolzano, Merano e i piccoli Comuni. I parametri sono stati rivisti, ma l'ultima versione ha scatenato altre reazioni l'altro pomeriggio al Consorzio. Bolzano e Merano perderebbero talmente tanto, che la bozza è stata giudicata «inaccettabile». La trattativa continua. (fr.g.)

Feltre, oltrepadania. Vaccari sfida il Pdl: «I soldi per Belluno ci sono, Fitto apra la borsa»
I 74 milioni che il governo preleverà dal fondo aree svantaggiate per destinarli alla Provincia autonoma di Bolzano fanno litigare Lega e Pdl. Il sindaco di Feltre risponde a Dario Bond: "Serve pressing suFitto"
FELTRE. "Il finanziamento del ministero Affari Regionali alla provincia di Bolzano dimostra che i soldi per gli enti locali ci sono. Da parlamentare, al consigliere regionale del PdL Bond con simpatia dico: non faccia la verginella ed il sospreso, ma dica al suo ministro del PdL di aprire la borsa anche per Belluno evitando di fare appelli alla Lega e suoi esponenti, a meno che non stia pensando di passare al nostro movimento". Così il senatore della Lega Nord e sindaco di Feltre, Gianvittore Vaccari replica al consigliere regionale veneto del Pdl, Dario Bond che ha espresso il suo disappunto di fronte alla notizia che il governo starebbe per stanziare ulteriori 74 milioni di euro a favore dell'Alto Adige.
Una dichiarazione che apre un fronte di contrasto a livello regionale all'interno del centrodestra. Il Carroccio infatti non ci sta a passare per la forza politica che tradisce il territorio bellunese.
Neppure se le accuse arrivano dal "fuoco amico" del Pdl. 9 ottobre 2011

Troppo credito alla Germania
di Emiliano Brancaccio
Tra le interpretazioni della crisi della zona euro ha finora prevalso quello che potremmo definire il punto di vista del creditore. Questo verte sul convincimento che, per salvaguardare il diritto dei creditori al rimborso, i debitori debbano tirare la cinghia e ridurre le spese senza invocare aiuti da parte delle istituzioni europee.
I piani di austerità adottati da tutti i Paesi europei per far fronte al pagamento dei debiti, l'avanzamento finora timido e contraddittorio del fondo salva-Stati e l'incertezza sull'ammontare degli acquisti di titoli che la Bce sarà disposta a effettuare per sostenere i Paesi in difficoltà, derivano esattamente dal prevalere di questa logica. Tuttavia, come stiamo ormai rilevando da diversi mesi, questo orientamento non appare in grado di attenuare la crisi dell'eurozona. Anzi, la sfiducia dei mercati cresce di giorno in giorno, e con essa aumentano i differenziali tra i tassi d'interesse.
Sarebbe ora di riconoscere che il punto di vista del creditore deriva dalla risibile pretesa di applicare le banali regole di un bilancio familiare alla complessità delle relazioni macroeconomiche che intercorrono tra i bilanci degli Stati. In realtà queste relazioni seguono regole ben diverse, tutt'altro che intuitive.
La prima consiste nel fatto che a livello macro il reddito dei creditori dipende in ultima istanza dalla spesa dei debitori, non dai risparmi di questi ultimi. Consideriamo, per esempio, la Germania: per lungo tempo, grazie a una superiore organizzazione dei capitali e a un'intensa politica di deflazione relativa dei salari, questo Paese ha esportato nel resto d'Europa molte più merci di quante ne importasse. In tal modo la Germania ha accumulato ingenti crediti nei confronti di Grecia, Spagna, Portogallo, Italia, della stessa Francia e di vari altri Paesi europei, i quali al contrario importavano più merci di quante ne esportassero.
Questo pesante squilibrio in seno all'Europa costituisce indubbiamente un sintomo della competitività del sistema produttivo tedesco. Ma rappresenta anche una prova del fatto che per anni la crescita della produzione e del reddito dei tedeschi è stata in larga misura stimolata dalla domanda e dal relativo indebitamento dei Paesi periferici. Ecco perché, nel momento in cui questi Paesi vengono chiamati a ridurre le spese, anche la Germania finirà per pagarne le conseguenze in termini di mancata crescita.
Il problema descritto evidenzia anche i limiti dello slogan "Facciamo come in Germania". Il desiderio di emulare un competitore efficiente è perfettamente comprensibile. Ma se tutti davvero puntassero a imitare la tendenza della Germania ad aumentare le esportazioni nette e ad accumulare crediti verso l'estero, non vi sarebbe più una fonte di domanda interna alla zona euro. In tal caso, a meno di illudersi dell'imminenza di una robusta ripresa americana, le imprese europee si troverebbero ben presto senza sbocchi e il Vecchio continente piomberebbe in un'ulteriore, violenta recessione. Né la situazione cambierebbe se ci indebitassimo con la Cina anziché con la Germania. Il problema infatti non verte sull'individuazione di un nuovo creditore, ma consiste al contrario nel trovare una fonte di domanda. Sotto questo aspetto è bene comprendere che i cinesi non aiutano, non essendo disposti a rinunciare ai loro avanzi commerciali verso l'estero.
Le obiezioni elencate consentono anche di sgombrare il campo dall'idea ingenua secondo cui i creditori risiederebbero nel settore privato, mentre i debitori si situerebbero nel settore pubblico. In realtà, dal punto di vista contabile e macroeconomico, l'intreccio è più complesso. Basti pensare che lo squilibrio tra la Germania creditrice e i Paesi periferici debitori si riflette anche in una distribuzione asimmetrica delle sofferenze bancarie e della mortalità delle imprese private, che in molte zone del Sud Europa e della stessa Italia stanno raggiungendo livelli inquietanti. Ciò implica che se nel prossimo futuro in Bce dovesse prevalere il punto di vista del creditore, non solo i bilanci pubblici, ma anche i bilanci delle imprese e delle banche private situate nei Paesi periferici registrerebbero le perdite più ingenti.
Nel diritto romano si definiva favor debitoris quell'insieme di norme atte a stabilire un appropriato equilibrio tra le pretese del creditore e la pietà verso il debitore. L'odierna urgenza di ridefinire quell'equilibrio non è tuttavia questione di pietà, ma di razionalità. Al punto in cui siamo giunti, continuare a imporre la logica del creditore significa creare le premesse di una nuova crisi. Se si vuole evitarla, bisognerebbe ribaltare la logica che governa gli attuali indirizzi politici e attivare finalmente un "motore interno" dello sviluppo economico europeo.
Se la Banca centrale europea, le istituzioni comunitarie e i governi nazionali non si dispongono a questa inversione di marcia, il pericolo di un'ulteriore recessione e di una conseguente implosione della zona euro (e al limite dello stesso mercato comune) si farà concreto, con danni facilmente prevedibili per gli stessi creditori.

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