martedì 1 novembre 2011

Federali.mattino_1.11.11. Come dar torto?----1. Il portavoce di Terre Joniche, Gianni Fabbris, ha detto: Siamo solidali con le popolazioni di Liguria e Toscana, colpite dall’alluvione, per le quali il governo ha già stanziato circa 70 milioni di euro. Ma chiediamo che altrettanza attenzione sia riservata alle popolazioni di Puglia e Basilicata.----2. Napoli - Perché non andate a prendere i camorristi invece di arrestare i vu cumpra'?.----3. Siamo al paradosso - dice Sgarbi - in pratica mi accusano di risanare il centro storico. Nel momento in cui tentiamo di recuperarle, ci fermano. Hanno scoperto l'acqua calda dicendo che vi sono pericoli di crolli. Mi chiedo: se ne accorgono adesso che sono pericolanti? Sono così da 30 anni, mentre io sono arrivato 3 anni fa e ho trovato un cimitero.----4. George Papandreou: «La volontà del popolo greco per noi sarà vincolante» ha detto ai deputati socialisti in Parlamento «vogliono adottare il nuovo accordo o respingerlo? Se il popolo greco non lo vuole non sarà adottato».

Maltempo: 'Terre Joniche', da oggi presidio a oltranza
Carburanti: da domani aumentano le accise per l’alluvione in Liguria e Toscana
Napoli. Allontanano i vu cumprà da via Toledo: carabinieri contestati dai cittadini
Case a un euro, sequestrati gli «immobili di Sgarbi». La Procura: c'è rischio crollo
La sapete l'ultima sulla Grecia? In dieci anni la Lehman dell'Egeo ha sperperato 8 miliardi in pensioni fasulle e a parenti di deceduti
Papandreou: referendum sul nuovo piano di aiuti alla Grecia
San Marino, i lavoratori frontalieri sulle barricate: “Saremo contro tutti”       
Dopo la guerra di Libia, l’emergenza rifugiati
Eni: sciopera parte maestranze in Tunisia




Maltempo: 'Terre Joniche', da oggi presidio a oltranza
Il portavoce di Terre Joniche, Gianni Fabbris, ha detto: «Siamo solidali con le popolazioni di Liguria e Toscana, colpite dall’alluvione, per le quali il governo ha già stanziato circa 70 milioni di euro. Ma chiediamo che altrettanza attenzione sia riservata alle popolazioni di Puglia e Basilicata»
31/10/2011  Con un presidio lungo la statale Jonica, in prossimità delle Tavole Palatine, al confine fra le province di Matera e Taranto, è cominciata la protesta del movimento «Terre joniche», per sollecitare il Governo a firmare il decreto che prevede risorse a sostegno di chi è stato danneggiato dall’alluvione del marzo scorso.
 Gli operatori agricoli ed economici di Puglia e Basilicata, hanno denunciato con un volantino la mancata soluzione dei problemi a otto mesi dall’alluvione con la compromissione delle attività e i mancati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dei fiumi e dei territori: «Siamo solidali – ha detto il portavoce di Terre joniche, Gianni Fabbris – con le popolazioni di Liguria e Toscana, colpite da lutti e danni dell’alluvione, per le quali il governo ha già stanziato circa 70 milioni di euro. Ma chiediamo che altrettanza attenzione sia riservata alle popolazioni di Puglia e Basilicata, che da otto mesi attendono la firma di un decreto e fondi per la ripresa e la tutela dei territori. Non ci muoveremo da qui finchè – ha concluso – non avremo ottenuto atti concreti».
 Le priorità riguardano l’ottenimento di garanzie da Governo e Regioni sulle risorse per la messa in sicurezza e per i risarcimenti a famiglie e aziende pugliesi e lucane, la firma del decreto e la nomina di un commissario per la Basilicata e la convocazione di un incontro con il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.

Carburanti: da domani aumentano le accise per l’alluvione in Liguria e Toscana
Circa 0,9 cent. fino a fine dicembre per fronteggiare l’emergenza. Roma, 31 ott- Benzina e diesel sempre più salati. Una determinazione del 28 ottobre scorso dell'Agenzia delle Dogane fissa infatti in 8,90 euro per mille litri (ossia quasi 9 millesimi) l'aumento deciso per rafforzare il fondo di riserva per le spese impreviste dopo che il Consiglio del Ministri di venerdì scorso ha destinato 65 milioni di euro alle zone della Toscana e della Liguria colpite dall'alluvione. "Considerato che nella medesima seduta del Consiglio dei Ministri - si legge nel provvedimento dell'Agenzia - è stato, altresì, deciso di reintegrare il fondo per un importo pari a 65 milioni di euro mediante un incremento dell'accisa sui carburanti", dal 1° novembre al 31 dicembre le nuove imposte di fabbricazione saranno, riferisce QuotidianoEnergia, pari a 622,10 euro per mille litri per la benzina e a 481,10 euro per mille litri per il diesel. L'effetto dell'aumento dell'accisa sui prezzi alla pompa dovrebbe essere tra 1 e 1,1 centesimi al litro, rileva la Staffetta Quotidiana. Venerdì la Giunta regionale della Toscana ha deliberato l'aumento di 5 centesimi al litro dell'accisa regionale sulla benzina dal 1° gennaio 2012. Sulla base del milleproroghe (decreto-legge 29 dicembre 2010, convertito dalla legge 26 febbraio 2011), ricorda la Staffetta Quotidiana, per far fronte a eventi eccezionali le Regioni devono aumentare fino a 5 centesimi al litro le accise sulla benzina per potere accedere al Fondo nazionale di Protezione civile.
Un Fondo nazionale che a sua volta, sottolinea la Staffetta Qutotidana, deve essere automaticamente reintegrato con un aumento delle aliquote di accisa su benzina e gasolio a livello nazionale. Il gettito dell'aumento dell'addizionale regionale è previsto in 50 milioni di euro, quello dell'aumento a livello nazionale in 65 milioni di euro. Un analogo aumento, ma di maggiore consistenza (40 euro per mille litri), è stato deliberato in giugno per finanziare la missione militare in Libia e l'emergenza immigrazione. A livello regionale, l'ultimo aumento è invece stato deciso dalla Regione Marche. (Adnkronos)

Napoli. Allontanano i vu cumprà da via Toledo: carabinieri contestati dai cittadini
Alcune persone si avvicinano per rimproverare l'accanimento dei militari contro gli ambulanti
NAPOLI - «Perché non andate a prendere i camorristi invece di arrestare i vu cumpra'?». È la frase che si sono sentiti ripetere i carabinieri che ieri sera, in via Toledo, hanno allontanato gli extracomunitari che esponevano merce sul marciapiede. Alcuni cittadini, notata la scena (che in via Toledo, area pedonale, si ripete quotidianamente), si sono avvicinati ai militari per contestare il loro operato.

SEQUESTRO - I fatti: una pattuglia di carabinieri è intervenuta intorno alle 7 di sera sequestrando 46 cinture con i loghi falsi di varie griffe italiane ed estere (D&G, Armani, Louis Vitton, Hogan, Guess, Fendi, Cavalli, Gucci, Prada, Alviero Martini e Moncler), multando gli acquirenti con sanzioni fino a 200 euro.

CALCIO AL CARABINIERE - Nel darsi alla fuga un ragazzo africano avrebbe colpito un carabiniere con un calcio. Dopodiché si avvicinano alcune persone che inveiscono contro il carabiniere reclamando una maggiore tolleranza per i vu cumprà: «Perché non andate a prendere i camorristi invece di arrestare gli ambulanti?».

Case a un euro, sequestrati gli «immobili di Sgarbi». La Procura: c'è rischio crollo
L'amministrazione di Salemi ha acquisito al patrimonio dell'ente gli immobili proprio nell'intento di recuperarli
SALEMI – La procura di Marsala ha emesso, sulle base di una serie di relazioni dei vigili del fuoco di Trapani, un sequestro preventivo d'urgenza di alcuni immobili, in parte di privati cittadini in parte del Comune di Salemi (Trapani), ricadenti nel quartiere arabo del Rabato. Alcuni di questi fanno parte del cosiddetto progetto «case a 1 euro» che l'amministrazione guidata da Vittorio Sgarbi, ha acquisito al patrimonio dell'ente nell'intento di recuperarle rispettandone le caratteristiche architettoniche originarie e affidandone i lavori di recupero a personalità dell'arte, della cultura, delle istituzioni. Al Comune, fino ad oggi, sono giunte circa 10 mila cosiddette manifestazioni di disponibilità da ogni parte del mondo.

SEQUESTRO PER PERICOLO CROLLI - Il sequestro ordinato dal pm Bernardo Petralia è motivato dal pericolo di crolli. «Siamo al paradosso - dice Sgarbi - in pratica mi accusano di risanare il centro storico. Nel momento in cui tentiamo di recuperarle, ci fermano. Hanno scoperto l'acqua calda dicendo che vi sono pericoli di crolli. Mi chiedo: se ne accorgono adesso che sono pericolanti? Sono così da 30 anni, mentre io sono arrivato 3 anni fa e ho trovato un cimitero». Il pm ha invitato i proprietari degli immobili (5 identificati, altri ignoti) e per il Comune il sindaco Vittorio Sgarbi e il capo del settore manutenzioni, l'ingegnere Giuseppe Placenza, a nominare un difensore di fiducia, ravvisando per loro l' ipotesi di reato di omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina e di omesso collocamento o rimozione di segnali o ripari.

La sapete l'ultima sulla Grecia? In dieci anni la Lehman dell'Egeo ha sperperato 8 miliardi in pensioni fasulle e a parenti di deceduti
di Vittorio Da Rold
A riprova che i mali della Grecia non sono solo i conti truccati, ma anche una serie infinita di mancate riforme strutturali, assunzioni clientelari e mancati controlli ecco arrivare l'ultima "perla" di questo decennio perduto composta da lassimo amministrativo ed euforia da spesa pubblica fuori controllo. Un decennio di follia finanziaria inziato quando Atene entrò nel 2001 nell'euro e che ha trasformato la Grecia nella Lehman Brother dell'Egeo.
Almeno otto miliardi di euro, pari all'ultima tranche concessa dalla Troika a ottobre dopo una serie di infinita di trattative con Ue, Bce e Fmi. A tanto ammonta la cifra perduta in 10 anni dalle casse dello Stato greco in pensioni fasulle oppure pagate a persone decedute e riscosse da parenti senza scrupoli o "smemorati". Poco più di un anno fa era emerso il dato che circa 60.000 pensionati ormai deceduti percepivano ancora la pensione, ma finalmente quello spreco enorme è stato quantificato, come ha reso noto Rovertos Spyropoulos, direttore dell'Istituto per la Previdenza sociale ellenica (Ika) parlando alla tv privata Skai, un'ente che ha più buchi nei conti di una forma di groviera svizzero.
«Stiamo lavorando per cercare di ridurre questi sprechi», ha detto Spyropoulos secondo cui, grazie ai recenti accertamenti condotti dall'ente, sono stati risparmiati circa 700 milioni di euro. Nel confermare che negli ultimi 10 anni l'Ika ha sborsato fra i sette e gli otto miliardi di euro in pensioni non dovute, Spyropoulos ha detto che «chiederemo indietro tutto il denaro versato, sino all'ultimo euro». Ma l'operazione di riscossione sarà complessa e dai difficili risultati.
Anche in Grecia è molto diffuso il fenomeno delle pensioni fasulle, soprattutto per quanto riguarda quelle di invalidità e quelle del settore dell'agricoltura. Secondo il ministero del Lavoro, ancora nel 2010 sono state corrisposte 320.000 pensioni di questo genere (pari al 14% di tutte le pensioni pagate nel Paese). Circa le prime, lo scorso agosto il ministero della Sanità ha scoperto che il 2% dei 35.000 abitanti dell'isola di Zacinto (circa 700 persone) - pur vedendoci perfettamente - risultano non vedenti dalla nascita e, in quanto tali, ricevono una regolare pensione di invalidità. Solo il totale delle pensioni truffate al governo dai falsi ciechi di Zacinto ammonta a 6,4 milioni di euro all'anno. L'ennensima riprova di un sistema di sviluppo clietelare e parassitario che trasferisce risorse a chi non le merita e toglie il futuro ai giovani greci, che infatti detengono il record del 30% di disoccupazione e devono emigrare per trovare lavoro.
 31 ottobre 2011

Papandreou: referendum sul nuovo piano di aiuti alla Grecia
Il governo greco sottoporrà ad una consultazione popolare l'accordo raggiunto la scorsa settimana al summit dell'Unione Europea sul debito pubblico e sulle annesse misure di austerity che hanno scatenato la protesta nel Paese. Lo ha annunciato il primo ministro George Papandreou. «La volontà del popolo greco per noi sarà vincolante» ha detto ai deputati socialisti in Parlamento «vogliono adottare il nuovo accordo o respingerlo? Se il popolo greco non lo vuole non sarà adottato».

San Marino, i lavoratori frontalieri sulle barricate: “Saremo contro tutti”       
 Lunedì 31 Ottobre 2011
di Saverio Mercadante
SAN MARINO - “La questione della franchigia è certamente complessa”. Sono le parole prive di illusioni, farcite di un nero realismo, di Maurizio Morigi rappresentante del Coordinamento Frontalieri di San Marino.
“Potrebbe essere prorogata all’interno del cosiddetto decreto sviluppo - prosegue Morigi - o nella legge di stabilità ma a questo punto francamente sembra impossibile. A breve dovremmo avere un incontro con i parlamentari locali della maggioranza e dell’opposizione ai quali chiederemo un impegno vero per inserire il prima possibile la proroga”.
E qui riecheggiano le affermazioni di grande preoccupazione dell’on. Marchioni: “C’è un’estrema preoccupazione perché il governo continua a non affrontare il problema. Si continua a parlare di nuove soluzioni possibili, di nuove alternative, ma poi non si arriva mai al dunque, alla firma di questi trattati. Solo annunci”.
“Sull’incontro tra il Segretario Mussoni e il ministro Sacconi – sottolinea Morigi - esprimiamo stupore e molte perplessità. Si era parlato di un fantomatico incontro all’inizio dell’anno, poi di un accordo sul tavolo di Frattini già in autunno. Ma autunno di quale anno, ci chiediamo? A Mussoni abbiamo ancora sottolineato che i tempi lunghi della politica sono insufficienti, non bastano più. A noi serve una sola cosa: il ripristino della franchigia. Sul versante italiano intanto continuiamo a partecipare al tavolo del comune e della provincia. Verificheremo i risultati di quest’altro incontro, ma è chiaro che siamo pronti, a fronte di una situazione che non trova nessuno sbocco positivo, a prendere iniziative di altro tenore. Se inevitabilmente si inaspriranno i conflitti sociali, i responsabili non saremo noi lavoratori, ma i politici e le istituzioni dovranno ritenersi direttamente responsabili. Per essere chiari: a fine anno ci arriviamo, aspetteremo ancora. Ma se la situazione rimarrà la stessa con inevitabili gravi ripercussioni sul futuro economico dei seimila frontalieri che lavorano a San Marino ci saranno delle inevitabili conseguenze. Il CSIR, la provincia e il comune di Rimini non sono disposti ad organizzare manifestazioni a Roma. Il sindacato meno che meno. Siamo rimasti da soli, noi lavoratori. Quindi, quando saremo incazzati oltre misura passeremo ad iniziative autonome. Aspetteremo ancora sino alla fine dell’anno, non fateci arrivare allo scontro sociale, ma è evidente che se le cose non cambiano potremmo giungere a iniziative conflittuali. Non abbiamo un’organizzazione e soprattutto fondi economici per mettere in piedi una manifestazione a Roma. Però, non c’è dubbio che faremo il massimo affinché questa situazione si risolva. Apprendiamo anche con un certo stupore che la FLI e la CSU si sono improvvisati movimento pro frontalieri in questi ultimi giorni. C’è stato un comunicato stampa congiunto dove si dice che da mesi stavano mobilitando i delegati sindacali per risolvere il problema della franchigia. Lo hanno sognato evidentemente: se si fossero veramente mossi in questo senso il Coordinamento frontalieri non sarebbe nemmeno nato. In ogni caso, facciamo un appello a una necessaria unità. Ripeto: percorreremo tutte le vie possibili e immaginabili per arrivare a un risultato positivo senza avere scontri con nessuno, fino all’ultimo minuto utile. Ma vi garantisco che più ci avvicineremo alla fine dell’anno più saremo lavoratori contro tutti. Andremo dritti per la nostra strada. Sul fronte interno sembra che ci sia la volontà politica per una restituzione almeno del 50% della supertassa. Aspettiamo di vederla scritta nero su bianco. Verrebbe da dire: piuttost che gnint, l’è mei piuttost. Insomma, è una toppa malfatta. Rimane il fatto che a tutt’oggi non c’è ancora nessuna notizia certa”.

Dopo la guerra di Libia, l’emergenza rifugiati
31/10 18:13 CET
La guerra di Libia lascia sul campo l’emergenza rifugiati. L’Europa deve fare la sua parte, dicono le associazioni umanitarie.
Choucha, alla frontiera tunisina, accoglie ancora migliaia di profughi. Tra loro anche molti subsahariani che, male accetti in patria e perseguitati in Libia perché spesso assimilati ai mercenari, non hanno un posto dove andare.
“Abbiamo fatto appello all’Europa”, dice Nazir Fernandes, coordinatore dell’Agenzia Onu per i rifugiati, “che tradizionalmente ci affianca nell’aiutare a trovare soluzioni adeguate per i rifugiati, come il loro reinsediamento. La invitiamo ad aiutarci e a essere solidale con la Tunisia, che sta attraversando una fase delicata eppure ha aperto le sue porte”.
Jerzy BuzeK, presidente del parlamento europeo in visita ufficiale in Tunisia, ha potuto verificare di persona la complessa situazione di questi profughi.
“Mia madre stava lavorando in Libia per la nostra istruzione”, racconta una ragazza del Sudan, “Perché essere istruiti è molto importante per la mia famiglia. Io, mio fratello e le mie sorelle abiamo studiato. Se tutto questo non fosse accaduto, sarei all’Università”.
“La fine di Gheddafi ha permesso a molti libici rifugiati in Tunisia di tornare a casa”, commenta Valérie Gauriat di euronews, “Ma è una doppia punizione per i subsahariani costretti a lasciare il loro paese e anche la terra che li aveva accolti. La loro sorte non è mai stata da invidiare, con o senza Gheddafi”.

Eni: sciopera parte maestranze in Tunisia
Dipendenti chiedono regolarizzazione rapporto di lavoro
31 ottobre, 18:27
(ANSA) - TUNISI, 31 OTT - E' cominciato oggi lo sciopero di tre giorni indetto da 254 dipendenti degli stabilimenti Eni in Tunisia che chiedono la regolarizzazione del rapporto di lavoro con la compagnia. Lo sciopero riguarda personale impiegato nei governatorati di Tataouine, Sfax, Tunisi e Nabeul. La protesta non tocca la produzione di idrocarburi, ma altre attivita', quali la manutenzione.

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