lunedì 23 gennaio 2012

Federali_sera_23.1.12. Sindrome cilena? No, e’ arrivato Micciche’: la Sindrome dello Stuoino con l’accompagnamento dei Pifferai padani. Se prendono in pugno la situazione andra’ molto bene per loro, ed in vacca per il Sud. - Palermo, Liliana Rosano: Perde mille euro in tre anni il cittadino siciliano che da 14.256 € di Pil pro capite nel 2006 scende a 13.631 € nel 2009. Diminuisce il prodotto interno lordo della Sicilia negli anni, nel 2009 rispetto agli anni precedenti fino al 2006.---Il ministero dell'Interno segue "con molta attenzione" le proteste degli autotrasportatori, partite dalla Sicilia ma ora estese ad altre parti d'Italia, "perché nulla esclude che questi malesseri possano sfociare in manifestazioni di tipo diverso".

Palermo. Da 1.000 a 2.000 € pro capite la perdita di Pil in tre anni
L'UNIONE SARDA - Economia: I “forconi”: domani sit-in alla Saras e blocchi sulla 130
Lo sciopero degli autotrasportatori ferma la Campania: presidi in autostrada
I “forconi lucani” in piazza.
Tir, la protesta nel resto d’Italia         
I "forconi" bloccano mezza Italia
In Spagna Carrefour combatte la crisi scontando l'Iva sui prodotti alimentari agli over 65
Kosovo: protesta anti-Serbia,conclusa manifestazione confine



Palermo. Da 1.000 a 2.000 € pro capite la perdita di Pil in tre anni
di Liliana Rosano
“Relazione generale sulla situazione economica del Paese” presentata da Monti a fine dicembre 2011. Riduzione di quasi tre punti in Sicilia, che rende più marcato il distacco dal Nord
PALERMO – Perde mille euro in tre anni il cittadino siciliano che da 14.256 € di Pil pro capite nel 2006 scende a 13.631 € nel 2009. Diminuisce il prodotto interno lordo della Sicilia negli anni, nel 2009 rispetto agli anni precedenti fino al 2006.
 Sono i dati contenuti nella “Relazione generale sulla situazione economica del paese” del 2011, curata dal ministero dell’Economia e delle Finanze sulla base dei dati Istat.
 La Sicilia, nel 2009, registra una diminuzione del Pil del 2,9 rispetto al 2008.
 In quest’ultimo anno invece, il Pil, sempre in diminuzione, segnala un -1,9 rispetto al 2007.
 Più stabile invece e senza il segno meno, il prodotto interno lordo del 2007, che per l’Isola è pari allo 0,4 per cento. C’è da dire però che nel periodo preso in considerazione dal Rapporto (2000-2009) la  Sicilia presenta un tasso medio del Pil pari allo 0,2 % mentre invece nel triennio 2006-2009, il tasso medio del Pil è contrassegnato da un -1,5%.
 La Sicilia, insieme alle altre regioni meridionali, presenta un certo distacco, riguardo al Pil, rispetto alle altre regioni del Nord, che si contraddistinguono per una maggiore produttività e ricchezza.
 In termini di prodotto interno lordo per abitante per regione, i valori per la Sicilia sono pari a 14 milioni e 256 mila euro nel 2006.
 Tale valore, diminuisce già nel 2007 fino ad arrivare a 14.318 milioni di euro.
 Ancora un segno meno per l’anno 2008 e 2009. Nel primo caso, il Prodotto interno lordo è di 14.042 milioni di euro, mentre nel secondo caso si parla di 13.631 milioni di euro.
 Tra le regioni in testa con il Pil più alto, troviamo la Provincia Autonoma di Bolzano, la Lombardia e la Valle d’Aosta. Però, Il cittadino lombardo da 27.836 € nel 2006 scende a 25.251 € di Pil pro capite nel 2009.
 Anche queste regioni, dunque, hanno conosciuto nel triennio in questione, una diminuzione del prodotto interno lordo. Ad esempio, in Lombardia, il Pil  registra nel 2009 una variazione del-7,9 % rispetto all’anno precedente. Minore invece è la diminuzione per la PA di Bolzano che nel 2009 ha un -3,6 rispetto all’anno precedente.
 Nel periodo 2000-2009, il Pil procapite del Mezzogiorno è calato dello 0,2 per cento, a fronte di una contrazione dello 0,7 per cento nel centro-nord. In parte anche perché lo sviluppo della struttura produttiva nei tre grandi settori (agricoltura, industria e servizi), è stato notevolmente differenziato tra Mezzogiorno e Centro-Nord.
 Nel 2009 l’agricoltura ha rappresentato per il Mezzogiorno il 4,2 per cento del valore aggiunto e l’8,8 dell’occupazione, contro valori più contenuti per il centro-nord (rispettivamente 2,1% e 3,9 %). Anche nel settore terziario, le quote del valore aggiunto e dell’occupazione nel Mezzogiorno sono risultate superiori rispetto a quelle del centro nord (71,3 per cento e 67,o% rispettivamente).
 Nell’intera Penisola, il valore del Pil è sintomatico di un periodo di ricchezza seguito da un periodo di diminuzione in termini di produttività. Infatti, se nel 2007 il valore del prodotto interno lordo era stimabile per 21.709 milioni di euro, nel 2008 si scende a 21.259, per finire poi nel 2009 al valore di 20.043.
 Se il Pil è un vero e proprio indicatore della ricchezza e produttività, la fotografia consegnataci dal Rapporto mostra come questi valori siano nel tempo diminuiti a danno di un’economia che sembra arretrare su certi fronti.

L'UNIONE SARDA - Economia: I “forconi”: domani sit-in alla Saras e blocchi sulla 130
23.01.2012
Ripartono anche i pastori Il blocco della Saras forse si limiterà a un sit-in, resta invece l'idea di interrompere il traffico stradale, specie nelle vie verso Cagliari. Ma soprattutto si conferma la volontà di alzare il volume della protesta. A partire da domani. Sono i sentimenti di un movimento che fin qui non si è neppure dato un nome, si è parlato di forconi sardi ma solo per analogia con i fatti siciliani. In realtà, la mobilitazione avviata due giorni fa al molo Ichnusa di Cagliari arriva dai tartassati anti-Equitalia, da piccoli artigiani, da cittadini senza etichette. Mentre, distinta ma parallela, riparte anche la protesta dei pastori.
LE INIZIATIVE Ieri quelli del molo Ichnusa si sono rivisti in viale Trento a Cagliari, nel 76esimo giorno del presidio davanti alla Regione contro l'agenzia di riscossione. Sabato era il giorno delle lamentele, ieri la riunione ha avuto un taglio operativo: per decidere cosa e come. E con chi: non è semplice passare dall'indignazione su Facebook alle presenze sul campo, e per bloccare i cancelli della Saras servono le folle. Perciò si dovrebbe optare per un sit-in davanti alla raffineria di Sarroch, dalle 10 di domani. Un altro gruppo invece si sta preparando a occupare, sempre domani, una delle vie d'accesso a Cagliari: come la statale 130, all'altezza di Bricoman (Elmas). «Saranno iniziative pacifiche, l'importante è dare concretezza alla protesta», dice Ambrogio Trudu, che ha coordinato la riunione di ieri insieme a Luigi Toro, Alberto Marinoni, Sergio Porru e altri: «Siamo in contatto con altre organizzazioni in tutta l'Isola, non manifesteremo solo per un giorno. Sarà un percorso lungo». Una sorta di manifestazione a staffetta, da un territorio all'altro. «Blocchiamo l'intera Sardegna», dice Andrea Impera, del Movimento artigiani e commercianti liberi: «Chiediamo l'aiuto di tutte le categorie, dai licenziati ai vecchi e nuovi disoccupati». «Per il rilancio della Sardegna - spiega Porru - è fondamentale dimezzare il costo dei carburanti. ci spetta perché noi ospitiamo la Saras: insisteremo finché non arriveremo a dirlo direttamente al presidente del Consiglio». MPS Sempre domani (10.30 all'hotel Anfora di Tramatza, sulla 131) si riunisce il Movimento pastori sardi. «Decideremo che forma di lotta adottare, in questa nuova tornata di mobilitazione verso il governo regionale e nazionale», dice il leader Felice Floris. Ci sarà anche l'associazione I Pratici, dell'ex assessore Andrea Prato. (g. m.)

Lo sciopero degli autotrasportatori ferma la Campania: presidi in autostrada
Mezzi pesanti fermi alle barriere di Napoli Est e Napoli Nord. Blocchi nel Casertano e nel Salernitano
NAPOLI - La protesta degli autotrasportatori ferma la Campania. Tir e autocarri fermi sono segnalati lungo le principali arterie stradali e autostradali della regione. Un presidio di una cinquantina di camion dalle ore della mattina è presente al porto di Napoli, varco Pisacane.
Presidi sono segnalati anche a Nola, Palma Campania, sulla strada statale sette bis, ma anche a Napoli Est alla barriera dell'autostrada A-16, a Pomigliano d'Arco, alla barriera autostradale di Napoli Nord. Proteste anche nel Casertano: a Capua, Caianiello; nel Beneventano e a Sarno. Gli autotrasportatori protestano contro il caro dei carburanti e delle assicurazioni.

I “forconi lucani” in piazza.
 In 150 arrivano a Policoro
Mercoledì prossimo raduno in piazza V. Veneto a Matera
23/01/2012  POLICORO – Cavalcano l’onda mediatica del più noto movimento siciliano, che proprio in queste ore sta ammorbidento una protesta capace di paralizzare l’intera regione, ma loro, “i forconi” lucani, sono pronti ad emulare in tutto la radicalità isolana.
 Erano oltre 130, tra cui tantissimi giovani e “facce nuove”, i partecipanti alla prima assemblea costitutiva del movimento “Forconi Lucani”, organizzata ieri mattina in piazza Eraclea a Policoro. Un primo sondaggio di umori, che a detta dei promotori, ha già dato interessanti riscontri. L’evento, che si ripeterà mercoledì pomeriggio alle 17 in piazza Vittorio Veneto a Matera, è stato organizzato dall’associazione “Policoro è tua” dell’attivista Ottavio Frammartino, con il movimento “No Scorie Trisaia” di Felice Santarcangelo e “Altragricoltura” di Gianni Fabbris.
 Tre punte come quelle di un forcone, intorno alle quali si sono subito raggruppati tutti i movimenti e le associazioni culturali più impegnate del Materano. C’erano, infatti, i “Cittadini Attivi” di Bernalda e Metaponto, il movimento “Cinque Stelle” di Policoro e Matera e tanti altri rappresentanti del mondo associativo, ma soprattutto i giovani e giovanissimi, coloro che sembrano essere divenuti l’ossatura della protesta.
 Secondo gli organizzatori, ieri a Policoro c’erano almeno 150 persone, secondo la Questura qualcuno di meno, sta di fatto che la rete è già stata formalmente costituita, con due gruppi su Facebook, “Movimento per i forconi lucani” e “I forconi lucani”, oltre a un sito internet in fase di allestimento. Pare sia proprio questo il canale che i promotori intendono privilegiare per coordinare ed organizzare la mega rete regionale.
 Prova ne è il fatto che gli organi di stampa “tradizionali” non sono venuti a conoscenza dell’evento di ieri se non, appunto, attraverso la rete. «Organizziamo il movimento per solidarizzare con gli autotrasportatori ed agricoltori lucani - spiega Frammartino sul suo blog - con i disoccupati i e i 3.000 giovani che lasciano ogni anno la Basilicata per dire no all'aumento del carburante, al pizzo delle banche e delle esattorie, alle trivelle selvagge del decreto Monti, al sottosviluppo della basilicata regione».
 Idee chiare, che partono dallo spirito combattivo e dalle iniziative dei più noti forconi siciliani, ma solo per adattarsi alla realtà lucana. Frammartino, interpellato dal Quotidiano, ha spiegato di essere sorpreso per il grande ed immediato seguito ottenuto nelle altre associazioni: «Siamo pronti a scendere in campo con iniziative concrete - spiega l’attivista di Policoro è tua - perché in questi anni ci siamo stancati di sentire la solita litania: “Avete ragione, la vostra protesta è sacrosanta ma.”; servono misure concrete e non solo per l’agricoltura, ma anche sulla questione del petrolio, della legalità in questa regione, ma anche per gli autotrasportatori, i precari della scuola, i disoccupati, le vittime della partita Iva. Tanti di loro erano ieri in piazza. E poi - conclude Frammartino senza mezzi termini - questa classe politica lucana non si sopporta più, si deve togliere di mezzo, oppure saremo noi a farlo con i forconi. Prima movimenti ed associazioni erano sparpagliati, oggi siamo tutti insieme con una grande forza, pronti anche ad una lotta di una certa consistenza».
 I promotori, quindi, non lasciano molto all’immaginazione, per cui nelle prossime settimane non si escludono blocchi stradali ed azioni eclatanti.
 «Per il momento riconquistiamo le piazze - ha concluso Frammartino - perché il nostro movimento parta dal basso, poi se necessario saremo pronti a marciare sulle strade e sui monti».
Antonio Corrado

Tir, la protesta nel resto d’Italia         
I blocchi si estendono anche alle altre regioni. Il ministro dell’Interno: “Seguiamo con attenzione, nulla esclude che questi malesseri possano sfociare in manifestazioni di tipo diverso”
ROMA. Il ministero dell'Interno segue "con molta attenzione" le proteste degli autotrasportatori, partite dalla Sicilia ma ora estese ad altre parti d'Italia, "perché nulla esclude che questi malesseri possano sfociare in manifestazioni di tipo diverso". Lo ha affermato il ministro Annamaria Cancellieri, intervistata nel corso della trasmissione di Radio Uno "Prima di Tutto". Domani riferirà al Senato sulle conseguenze del blocco degli autotrasportatori in Sicilia. 
"Era prevedibile che ci sarebbero state delle manifestazioni - ha affermato il ministro nell'intervista riferendosi ai blocchi dei Tir in Sicilia -. Certo questa è stata molto forte, ha provocato molti danni". Ora si teme che possano esserci "aggregazioni di varie forme di dissenso anche di altre categorie" alle quali "potrebbero saldarsi scontentezze varie che poi possono portare a manifestazioni. Noi siamo molto attenti a seguire questi fenomeni e, per quanto riguarda i fatti siciliani, siamo stati veramente presenti con sale di crisi aperte 24 ore su 24 per seguire l'ordine pubblico nazionale e soprattutto per monitorare in ogni suo punto il fenomeno". Cancellieri ha infine messo in guardia contro eventuali strumentalizzazioni nella protesta, che "potrebbero esserci soprattutto quando la protesta è spontanea o non organizzata e può avere anche manifestazioni particolarmente eclatanti".

I "forconi" bloccano mezza Italia
Cancellieri: pugno duro con i fuorilegge
Bloccati diversi ingressi autostradali in tutta Italia, in particolare a Caserta e nel Napoletano. I camionisti abruzzesi si uniscono alla "lotta", manifestazioni anche in Piemonte e Lombardia
Decine di camion e Tir hanno bloccato le uscite autostradali di Caserta Sud, Capua e Santa Maria Capua Vetere, sostenuti dai volontari dei centri sociali del Casertano e nel Napoletano. Gli autotrasportatori si dicono aderenti al Movimento dei "forconi". Altre proteste in Abruzzo e in Piemonte, dove è stata bloccata la tangenziale di Torino.
11.36 - Napoli, stop accesso A3
A Napoli l'incrocio di via Galileo Ferraris, che porta ali accessi dell'autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno, è stato bloccato da un gruppo dei manifestanti provenienti dalla vicina Piazza Garibaldi. La protesta blocca di fatto sia l'ingresso che l'uscita dall'autostrada.

11.24 - Cancellieri: "Non tollereremo blocchi stradali"
"Seguiamo con molta attenzione e fermezza" le proteste in tutta Italia di varie categorie e "siamo aperti al dialogo, ma anche ad usare tutti gli strumenti che la legge ci mette a disposizione". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, spiegando che non saranno tollerati blocchi stradali e proteste che violano la legge.

10.19 - Pescara, 40 Tir sulla A14
Nei pressi del casello Città Sant'Angelo-Pescara Nord dell'autostrada A14 una quarantina di mezzi pesanti, al momento, sono fermi mentre i camionisti cercano di convincere i colleghi in uscita e in entrata sull'autostrada ad unirsi alla manifestazione.

10.11 - Minacce per chi non protesta
Tensione sempre più alta. Alcuni camionisti avrebbero tagliato le ruote dei camion dei colleghi che hanno deciso di non aderire alle proteste.

10.09 - Ancora blocchi nella Sicilia orientale
Presidi a Giarre e Caltagirone in provincia di Catania. Nel Ragusano a Modica, Monterosso, Ragusa (stazione Di Chiara), Sampieri, Pozzallo, Donmnalucata, Comiso e Santa Croce Camerino mercato ortofrutticolo. Tir bloccati a Reggio Calabria e Villa San Giovanni

09.31 - Proteste a Genova
Disagi sulla rete autostradale genovese. La protesta sta provocando forti rallentamenti e code all'uscita del casello di Genova - Bolzaneto e sul raccordo tra l'autostrada A10-Genova-Ventimiglia e la A7 Genova-Milano.

09.20 - Disagi in Calabria
A Catanzaro si registrano code e rallentamenti sulla superstrada Catanzaro-Lamezia Terme in ingresso nel capoluogo. Dalla mezzanotte sono in atto presidi che impediscono il transito a camion e Tir sulla A3 Salerno-Reggio Calabria a Rosarno, Gioia Tauro e Campo Calabro. Stessa situazione nella zona nord del tratto calabrese dell'arteria a Montalto Uffugo, Cosenza Nord e Firmo.

09.13 - Tir nella Bergamasca
Presidi di autotrasportatori sull'autostrada A4 nella Bergamasca. Tir fermi, e qualche picchetto, sono segnalati al casello di Bergamo, e in entrata e uscita a Seriate e a Dalmine. Al momento la circolazione è regolare, tranne per alcuni rallentamenti.

09.05 - Disagi sulla A30 e A3
Sulla A30 Caserta-Salerno alla barriera di Mercato San Severino (Salerno) sono oltre un centinaio i mezzi pesanti fermi sulla carreggiata. Presidi vengono segnalati anche sulla A3 Salerno-Reggio Calabria, alle uscite di Eboli, Sicignano degli Alburni e ad Atena Lucana.

08.55 - Presidi in Lazio e Campania
Alcuni autotrasportatori stanno bloccando le entrate dell'A1 a Cassino, Frosinone, Ferentino e Caianello. I caselli delle diramazioni di Roma Est, Nord e Sud sono presidiati dalla Polizia stradale che sta monitorando mezzi pesanti e taxi.

08.47 - Cancellieri: "Monitoriamo la situazione"
Il ministero dell'Interno segue "con molta attenzione" le proteste degli autotrasportatori, partite dalla Sicilia ma ora estese ad altre parti d'Italia, perché nulla esclude che questi malesseri possano sfociare in manifestazioni di tipo diverso". Lo ha affermato il ministro Annamaria Cancellieri.

08.33 - Blocco anche nel Napoletano
Anche nel Napoletano si registrano blocchi stradali. A Nola, Palma Campania e sulla Statale 7bis, il blocco al traffico è stato fatto con una cinquantina di Tir e un centinaio di persone. Sul posto presente la polizia.

08.15 - I caselli occupati
Sulla A14 Bologna Bari Taranto, si legge sul sito Autostrade per l'Italia, sono chiuse per i veicoli merci le entrate di Poggio Imperiale, San Severo, Foggia e Andria. Ancora sulla A14 chiusa per tutti i veicoli l'uscita di Cesena nord, chiusa l'entrata di Forlì ed incolonnamenti in uscita. Sulla A7 Genova-Milano si possono verificare disagi alla circolazione a Serravalle scrivia e Vignole Borbera, code in uscita a Genova Bolzaneto. Possibili blocchi ed incolonnamenti anche in Lombardia sulla A4 a Capriate, Bergamo e Seriate. Stessa situazione sulla A1 Milano-Napoli nel tratto compreso tra Ceprano e Napoli, sulla A16 Napoli -Canosa tra Napoli e Benevento e su tutta la A30 Caserta-Salerno.

07.40 - A Torino bloccata la tangenziale
Centinaia di tir stanno bloccando la tangenziale di Torino, impedendo la viabilità a ogni mezzo pesante e lasciando solo una corsia per le auto. L'uscita Asti Est è occupata e il traffico ostruito a tutti mezzi. I "forconi" del Piemonte si stanno organizzando per bloccare del tutto anche lo svincolo autoporto. Gli autotrasportatori del 'Movimento forconi Piemonte' si sono riuniti questa notte per organizzare la protesta contro il caro benzina. Lo sciopero contro il caro benzina è stato proclamato da TrasportoUnito e dovrebbe proseguire fino al 27 gennaio.

La sezione piemontese del movimento aveva dato appuntamento - attraverso Facebook - all'imbocco dell'A4 Torino-Milano, alla periferia del capoluogo piemontese. "Una manifestazione pacifica e spontanea - era spiegato - di liberi cittadini senza sigle politiche e sindacali". Nel messaggio pubblicato sul social network veniva ricordato di "lasciare a casa bandiere o qualunque altro simbolo politico".

07.25 - Camionisti abruzzesi si uniscono al movimento
 Il presidio simbolico organizzato da venerdì scorso nei pressi del casello di Città Sant'Angelo-Pescara Nord dell'autostrada A14 dal cosiddetto "Movimento dei forconi - Abruzzo" potrebbe trasformarsi presto in una nuova forma di contestazione. In nottata i manifestanti si sono uniti ad un gruppo di camionisti abruzzesi che hanno annunciato l'intenzione di dare vita ad una nuova forma di protesta.

06.38 - Mercoledì i "Forconi" invadono Roma
 Contattato telefonicamente il leader dei "forconi" siciliani, Martino Morselli, che avrebbe espresso loro soddisfazione per la diffusione della protesta su scala nazionale, e non escludono un incontro con i "forconi" di tutta Italia, che dovrebbe svolgersi mercoledì prossimo a Roma.

In Spagna Carrefour combatte la crisi scontando l'Iva sui prodotti alimentari agli over 65
L'imposta sul valore aggiunto fa il suo ingresso tra gli sconti della grande distribuzione. Accade in Spagna dove la catena di supermercati Carrefour, preso anche atto del calo delle vendite per il terzo anno consecutivo (-1,7% nel 2011), ha lanciato pochi giorni fa la campagna promozionale "+65", decidendo di offrire alle persone con più di 65 anni uno sconto pari all'Iva su gran parte dei prodotti alimentari: carne, pesce, pane, salumi, frutta, verdura, ortaggi, uova, piatti pronti.
Il Plan +65 si applica da subito nei negozi del gruppo a 4mila prodotti la cui imposta (agevolata) è del 4 e 8 per cento. E che provengono all'82% da agricoltura o allevamenti regionali. Un modo per favorire gli acquisti dei prodotti locali, agevolare i fornitori composti all'86% da piccole e medie imprese spagnole, e una fascia di popolazione più sensibile agli effetti della crisi.
L'obiettivo dello sconto, secondo il direttore di Carrefour Sur Francisco José Pousa, non è altro che «aiutare l'economia di questa gente, la più vulnerabile e numerosa». Gli over 65 spagnoli sono 7,9 milioni e rappresentano il 16,9% della popolazione: per l'86% si tratta di pensionati, con un assegno medio mensile di 810 euro, e minimo di 347 euro. «Tutti abbiamo familiari con oltre 65 anni», dice retoricamente Carrefour e calcola che il risparmio annuale si aggiri tra i 225 e i 250 euro a testa: lo sconto è infatti compatibile con altre promozioni in vigore. Per ottenerlo, il cliente deve iscriversi al club, e ottenere la carta con cui fare gli acquisti.
La proposta spagnola sarà importata in Italia? Dove dei 60milioni 626mila abitanti censiti al primo gennaio 2011 ormai oltre uno su cinque (il 20,3%) ha più di 65 anni? Carrefour fa sapere che ogni divisione nazionale compie scelte autonome in merito alle iniziative promozionali, e per il momento nulla di simile sembra in programma. Anche perché i conti italiani non virano in negativo come quelli spagnoli. Nel frattempo il colosso francese ha chiuso il 2011 con vendite (Iva Inclusa) di 91,5 miliardi di euro, in crescita dello 0,5% rispetto all'anno prima (1,1% includendo le vendite di benzina e a cambi correnti): una crescita supportata dai mercati emergenti. Le vendite del quarto trimestre, invece, hanno segnato una flessione dello 0,8% e sono state pari a 24,2 miliardi di euro: leggermente sotto le attese (24,4 miliardi).
Resta il fatto che l'Iva ritorna ancora una volta nei "discorsi" della grande distribuzione. In Italia, quando a settembre scorso è entrato in vigore il ritocco dell'imposta ordinaria al 21%, alcune catene di supermercati avevano sbandierato i prezzi bloccati: da noi niente aumento. Ma quel ritocco non riguardava determinati prodotti alimentari, con aliquota al 10%, che invece – se non arrivano i risparmi della riforma fiscale previsti dalla manovra estiva – dal prossimo ottobre potrebbero veder l'imposta salire al 12% (con l'ordinaria che passa al 23%).
Quella dello stop (o sconto) all'Iva, dicono le associazioni dei consumatori, è un'iniziativa puramente pubblicitaria, un modo per dire: mantengo i prezzi bassi. La Gdo è sotto pressione, tale è l'attenzione dei clienti. Il 2012, come ha spiegato qualche giorno fa il presidente dell'Associazione distribuzione moderna Camillo De Berardinis, «sarà un anno impegnativo con una flessione dei consumi che toccherà tutti i settori compreso l'alimentare».
 23 gennaio 2012

Kosovo: protesta anti-Serbia,conclusa manifestazione confine
Per intervento polizia e basse temperature
23 gennaio, 11:33
(ANSAmed) - PRISTINA, 23 GEN - Il movimento radicale kosovaro 'Autodeterminazione' (Vetevendosje) ha deciso la notte scorsa di porre fine alla protesta messa in atto ieri a due posti di confine con la Serbia, dove suoi militanti hanno cercato di impedire l'ingresso in Kosovo di camion carichi di merci serbe.
"A causa di restrizioni logistiche da parte della polizia e delle basse temperature, è divenuto impossibile per i manifestanti proseguire nell'azione", ha detto il movimento in un comunicato fatto pervenire ai media. Pertanto, "preoccupati per la salute dei manifestanti, i leader del movimento hanno chiesto loro di disperdersi pacificamente".
 Gli attivisti radicali kosovari hanno cercato di bloccare i valichi di frontiera con la Serbia a Merdare e Bela Zemjla, nel nord del Kosovo, ma la polizia è riuscita a evitare il blocco completo, lasciando aperta una corsia stradale, attraverso la quale alcuni camion sono riusciti comunque a entrare in Kosovo.
Fino a notte fonda manifestanti e agenti si sono confrontati in un'atmosfera di alta tensione, che tuttavia non è sfociata in scontri come avvenuto in una analoga manifestazione di protesta il 14 gennaio scorso. Il leader di 'Autodeterminazione', Albin Kurti, sostiene che Belgrado non rispetta un accordo commerciale di libero scambio, generando in tal modo un forte squilibrio fra la grande quantità di merci serbe che arrivano in Kosovo e gli scarsi prodotti kosovari presenti invece sul mercato serbo. Da qui l'iniziativa di bloccare l'ingresso dei camion provenienti dalla Serbia.(ANSAmed).

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