venerdì 16 marzo 2012

Giacomo Vaciago: «Nessun Paese può più definirsi sovrano»

Giovedì 15 Marzo 2012 00:00  Giampaolo Tarantino
Non è uno scandalo che la Spagna abbia ottenuto la revisione degli obiettivi di taglio del deficit. Non bisonga parlare di concessione dell’Unione europea ma di «codecisione con uno Stato». Un «meccanismo che in futuro varrà anche per gli altri», spiega Giacomo Vaciago, professore di politica economica e direttore dell’Istituto di Economia e Finanza alla Cattolica di Milano.


Professore, l’Eurogruppo ha concesso alla Spagna la revisione degli obiettivi di taglio del deficit concordata dal governo Zapatero. Il “Fiscal compact” è ancora credibile?
Facciamo un po’ di chiarezza. Tutto nasce da una gaffe di Rajoy che, la scorsa settimana, in un comunicato ha avvertito che non avrebbe più rispettato gli impegni sul contenimento del deficit presi con l’Europa perché la situazione economica era peggiorata e perché la Spagna è un «Paese sovrano».

E dove starebbe la gaffe?
 Proprio qui. Nel sostenere che la Spagna è un Paese sovrano. Non lo è più perché ha approvato il “Fiscal compact”. Madrid sa benissimo che prima di prendere qualsiasi decisione deve prima parlare con Bruxelles e con gli altri Stati firmatari. Solo dopo aver ottenuto questo consenso si può agire. Infatti il comunicato di Rajoy ha suscitato reazioni negative a Bruxelles ma anche nelle altra capitali europee. D'ora in avanti, nessun Paese potrà decidere in autonomia. Discorso che vale soprattutto per il “Fiscal compact” un trattato che non è ancora entrato in vigore. Il “Fiscal compact” va sostenuto dai governi, altrimenti tutto diventa poco credibile e i mercati sono pronti a bacchettare.
 Immediatamente, lo stesso giorno dell'annuncio di Rajoy, lo spread sui titoli di stato Spagnoli è salito. Oramai siamo sottoposti a una doppia vigilanza. Quella dei mercati, subito pronti a punire ogni singola dichiarazione, è quella dell'Unione europea.

Allora perché alla Spagna è stata concesso questo “sconto”?
 Alla fine l’Eurogruppo ha preso atto che la Spagna sta procedendo lunga la strada giusta e che non vuole stracciare i patti pur andando incontro a un peggioramento dell'economia e se l'economia peggiora lo sforamento del deficit è automaticamente consentito. Per questo le richieste spagnole sono state giudicate accettabili. Resta il fatto che Rajoy ha evocato una sovranità che non céè più. A maggiore ragione per uno stato indebitato. Da quando c'è l'euro abbiamo rinunciato alla sovranità. In più la sovranità del debitore è per definizione minore di quella del creditore. È chiaro anche perché il trattamento concesso a Rajoy e migliore di quello riservato a Zapatero. L’ex premier non era pronto a fare una campagna elettorale impostata sulle indicazioni provenienti da Bruxelles. Cosa che invece Rajoy ha accettato di fare. Ma il vero problema politico è un altro. Nell’Unione europea vale il ragionamento monetarista tedesco secondo cui le colpe sono sempre tutte di chi ha il deficit e quindi l'unica soluzione è imporre sacrifici e tagli ai Paesi indebitati. Ma ogni riequilibrio è un’operazione simmetrica che riguarda anche chi non ha problemi di deficit. Chiaramente nell’Europa di oggi questa simmetria non c’è. Chi non rispetta le regole viene sculacciato mentre chi ha i conti pubblici in ordine può restare tranquillo. Ma questa è una visione miope. Per forza di cosa se un Paese ha un surplus, l’altro ha un deficit. E tutti e due devono fare qualcosa per riequilibrare la situazione. Il problema è che la Germania non accetta imposizioni. La posizione di Berlino è questa: noi i patti li rispettiamo e quindi non dobbiamo fare nulla. Tocca ai Paesi indebitati mettersi in pari. A questo punto è solo un mercato funzionante a poter risolvere la situazione. Quest’anno la Volkswagen ha distribuito aumenti salariali di 7500 euro. La Fiat ha tagliato perché non riesce a vendere auto. I 7500 euro che ogni operaio tedesco ha in più sono stati utilizzati anche per acquistare un dieci percento di prodotti italiani. Certo non può bastare e la Merkel avrebbe potuto fare qualcosa di più per rilanciare la domanda interna. Ma i tedeschi ragionano così. È questo il grande problema irrisolto dell’Europa.

La concessione fatta alla Spagna può rappresentare un precedente pericoloso?
 Non è una concessione ma una codecisione. In futuro varrà sempre, anche per gli altri Stati. Mettiamo che la recessione prosegua. A quel punto molti Paesi, Italia compresa dovrebbero varare nuove manovre? No perché quel bilancio strutturale, con la recessione non si aggrava, resta invariato.

Con un livello di crescita basso e l’elevata disoccupazione i conti pubblici dell’Italia reggeranno?
 Monti ha fatto una manovra molto dura. Le conseguenze più pesanti non sono ancora visibili. Iva e Imu devono ancora arrivare .Il grosso non l'abbiamo ancora pagato. Monti ha finito per fare lui quello che Tremonti diceva di fare ma che non ha mai voluto fare. Questo spiega perché abbiamo avuto bisogno di un governo tecnico. Perché nessuno in campagna elettorale si sarebbe potuto permettere di dire cosa ci sarebbe stato davvero da fare. Per questo ci siamo trovati con un governo che non deve fare la campagna elettorale. Questo governo può dare pugni nello stomaco agli italiani tanto non dovrà preoccuparsi di come non perdere le elezioni. Quello che sta facendo Monti non l'avrebbe fatto nessuno. Né Berlusconi né Bersani né nessun altro. Per questo motivo si è reso necessario questo strano governo.


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