venerdì 2 marzo 2012

News/pm.2.3.12/ Records e fregature – 1) 2011 il rapporto tra debito pubblico e Pil in Italia sale a quota 120,1%. Si tratta del livello piu' alto dal 1996.---2) Grecia, tasso bond 10 anni record: 39,23%---3) I depositi overnight degli istituti di credito presso la Banca centrale europea hanno raggiunto ieri la cifra record di 776,9 miliardi di euro, oltre 300 miliardi in piu' rispetto al giorno precedente.---4) Transparency International: I greci vivono in uno stato di legalita' corrotta che significa che spesso la legge tollera o addirittura favorisce le pratiche di corruzione, sostiene il rapporto. La corruzione è endemica: non e' ristretta ad alcun partito o classe sociale, né al settore pubblico.---5) Vittorio Da Rold: Si attendeva l'inizio della prossima settimana ma la notizia è arrivata ieri: il patto di ristrutturazione del debito raggiunto dalla Grecia con le banche non rappresenta un "credit event" e come tale non fa scattare il pagamento dei credit default swap.---6) Per l'Iif - che ha negoziato la ristrutturazione del debito greco con i creditori privati - un default di Atene contagerebbe Italia, Spagna Portogallo e Irlanda, mentre per le banche si renderebbero necessarie ricapitalizzazioni per 160 miliardi.

In 25mila a Palermo per chiedere sviluppo
Fabbisogno febbraio 2012 in lieve calo su anno
Debito Italia al 120,1% Pil
Crescita in netta frenata per l'Azienda Italia nel 2011
Conti pubblici: peso fisco 2011 al 42,5%
Crisi: bce, record depositi overnight
Grecia, non scattano le polizze anti-default
Grecia: Nel Paese la corruzione e' "endemica", rapporto Transparency International, è minaccia a speranze Paese
Grecia: tasso bond 10 anni record 39,23%
Grecia: IiF, default costa oltre mille mld
Ue: si' leader a candidatura Serbia
Bozen, oltrepadania. La Provincia cancella il sussidio casa



In 25mila a Palermo per chiedere sviluppo
di Stiben Mesa Paniagua
Grande adesione di persone alla manifestazione organizzata dai sindacati e dalle associazioni di categoria. D’Alia, (Udc): “La marcia per il lavoro è già significativa del fallimento di questa politica nell’Isola”
PALERMO – “La Sicilia stanca della crisi e chiede sviluppo”. Lo si può dire chiaro e forte alla luce delle venticinquemila persone che si sono incontrate per le strade di Palermo per protestare pacificamente ma con determinazione contro la “non azione” della politica dinnanzi alla crisi economica che sta attanagliando l’Isola. Un successo di persone, superiore alle attese, che decreta una netta sconfitta della politica. Una debacle delle istituzioni incapaci di prendere le redini della situazione.
 E alla manifestazione di protesta organizzata congiuntamente da imprenditori, artigiani, commercianti, lavoratori e sindacati la politica non era gradita, nei giorni scorsi lo aveva detto chiaramente Ivan Lo Bello, presidente di Confindustria Sicilia.
 Tutti insieme per chiedere alle istituzioni interventi contro la più dura crisi economica dal secondo dopo guerra ad ora; con la disoccupazione che sta toccando tassi record, una moria d’imprese in atto e le famiglie che faticano sempre di più ad arrivare a fine mese.
 E che sia una sconfitta della politica viene ammesso anche da chi politico lo è. Per Giampiero D’Alia, coordinatore regionale dell’Udc, infatti: “La marcia per il lavoro di oggi (ieri, ndr) è già significativa del fallimento di questa politica nell’Isola, tutti compresi da chi amministra a chi lo ha fatto nel passato, e dell’incapacità di adottare misure per la ripresa, la crescita e lo sviluppo della Sicilia. È tempo d’agire, – continua D’Alia – di guardare in faccia seriamente i problemi prima che il pericolo di tensioni sociali si concretizzi realmente”.
 L’allarme lanciato dai partecipanti alla manifestazione sembra essere stato recepito dal palazzo; il Presidente dell’Ars, Francesco Cascio, a questo proposito, ha dichiarato: “Il segnale imponente e chiaro che viene da sindacati e imprese che, mentre altrove si dividono, qui sfilano insieme in ben 25 mila, è un dato che non può essere ignorato dalle istituzioni dell’Isola, perché ciò vuol dire che gli effetti della crisi hanno raggiunto livelli insostenibili. L’Assemblea Regionale Siciliana – ha aggiunto polemicamente – ha fatto fin qui la propria parte ma non possiamo far finta di non vedere che alla nostra sollecitudine non è seguita un’altrettanta prontezza dell’Esecutivo. È innegabile, infatti che una legislatura in cui Governo e Parlamento si sono mossi a due velocità non è certo stata di aiuto e ora serve recuperare il tempo perso e ascoltare le istanze del mondo produttivo, perché la misura è colma”.
 Colpa dell’Esecutivo, dunque, secondo Cascio e d’altro canto, invece, il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo sul corteo ha dichiarato poche parole, dicendosi disponibile al confronto. “Noi – ha detto – siamo pronti a rispondere a tutti i rilievi e ad accogliere tutte le proposte. Lo possiamo fare in occasione dell’incontro che potrà avvenire oggi pomeriggio come la settimana prossima, pronti a render conto di ognuna delle nostre azioni e ognuna delle nostre scelte”.
 Al di là delle prese di posizione da parte delle istituzioni quello che conterà effettivamente saranno i fatti, le azioni. “La politica adesso scelga se tutelare i vecchi interessi o essere compagna di viaggio della Sicilia produttiva”. Così il leader di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello. Poi sui fondi Ue ha aggiunto: “Il governo nazionale ha preso in mano la questione, abbiamo piena fiducia nel ministro Barca, speriamo che entro l’anno prossimo questi fondi vengano spesi bene. Non siamo contro nessuno, abbiamo scritto in dieci punti le cose concrete che pensiamo si possano realizzare in tempi brevissimi”.
 Soddisfazione dalle cooperative. “Oggi è una giornata storica per la Sicilia – ha detto il presidente di Legacoop Sicilia, Elio Sanfilippo –  perché per la prima volta il mondo del lavoro e dell’impresa si uniscono non per un interesse corporativo spicciolo ma per un interesse generale che riguarda tutti i siciliani: il futuro dei giovani e di questa terra”. Così anche il settore agricolo, per bocca del presidente della Cia, Carmelo Gurrieri: “Il mondo delle imprese, del sindacato, della società civile è sceso in piazza per reclamare un’attenzione nuova e più incisiva nei confronti dell’economia siciliana con una manifestazione imponente alla quale anche la Cia agricoltori ha partecipato in modo massiccio, condividendone pienamente le motivazioni di fondo”.
Gli fa eco, Julo Cosentino, coordinatore di Confcommercio Sicilia: “La manifestazione che oggi ha portato in piazza a Palermo, insieme, imprenditori e lavoratori ha dimostrato che la Sicilia produttiva c’è e ha voglia di cambiare”. A questo punto non resta che vivere questi cambiamenti.
Articolo pubblicato il 02 marzo 2012

Fabbisogno febbraio 2012 in lieve calo su anno
Nel mese di febbraio 2012 si è realizzato un fabbisogno del settore statale pari, in via provvisoria, a circa 7,4 miliardi di euro, in leggero calo rispetto allo stesso mese del 2011 in cui si registrò un fabbisogno di 7,9 miliardi.
Nel primo bimestre del 2012 si è realizzato complessivamente un fabbisogno di circa 10,7 miliardi, a fronte di un fabbisogno 2011 di 10,3 miliardi.
Il dato di febbraio risente dell'anticipo di pagamenti a favore di imprese, nonché della concentrazione di finanziamenti netti all'Unione Europea.
Prosegue, infine, la dinamica favorevole del gettito fiscale.
Roma, 1 marzo 2012

Debito Italia al 120,1% Pil
I dati dell'Istat. Il deficit si e' attestato al 3,9%
02 marzo, 11:14
(ANSA) - ROMA, 02 MAR - Nel 2011 il rapporto tra debito pubblico e Pil in Italia sale a quota 120,1%. Si tratta del livello piu' alto dal 1996. Lo comunica l'Istat, aggiungendo che nel 2010 il rapporto era stato pari al 118,7.
 Il rapporto deficit-Pil si è attestato nel 2011 al 3,9% contro il 4,6% del 2010.

Crescita in netta frenata per l'Azienda Italia nel 2011
Lo scorso anno il Pil è aumentato dello 0,4 per cento, in brusca frenata rispetto al +1,8 per cento del 2010. Il debito pubblico vola al 120,1 per cento, ai massimi da 15 anni. Pressione fiscale al 42,5 per cento.
ID doc: 74024 Data: 02.03.2012 (aggiornato il: 02.mar.2012)
Brusca frenata della crescita economica nel 2011. L'anno scorso - secondo l'Istat - il Pil italiano è
aumentato solo dello 0,4% (dati grezzi), in netto rallentamento rispetto al +1,8% del 2010. Il governo prevedeva una crescita per il 2011 dello 0,6%. Rivisto poi al ribasso il dato del 2009, anno segnato da una durissima recessione. In quell'anno il Pil è diminuito del 5,5%, mentre prima la caduta era indicata a -5,1%. Per quanto riguarda invece il debito pubblico, vola al 120,1%, ai massimi da 15 anni e in aumento rispetto al 118,7% del 2010. Il debito-Pil del 2010, a 118,7%, è stato rivisto al rialzo da 118,4% per effetto di una revisione sul Pil. Netto miglioramento, al contrario, per l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil , sceso al
-3,9%, dal -4,6% del 2010. Un dato in linea con la stima del governo per il deficit-Pil 2011, che prevedeva un 3,8%. In valore assoluto - ha spiegato l'istituto di statistica - l'indebitamento netto è diminuito di circa 9,1 milioni, attestandosi a -62,363 miliardi di euro. Sempre nel 2011 la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è stata pari al 42,5%, in riduzione solo di 0,1 punti percentuali rispetto al 2010, mentre le entrate totali, pari al 46,6% del Pil, sono aumentate dell'1,7% rispetto al 2010, anno in cui c'è stato un +1,1%. Le uscite totali invece, pari al 50,5% del Pil (contro il 51,2% del 2010), sono state in aumento dello 0,4%.

Conti pubblici: peso fisco 2011 al 42,5%
In lieve calo su 2010
02 marzo, 11:22
(ANSA) - ROMA, 02 MAR - Cala lievemente la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) risultando pari a 42,5%, in riduzione di 0,1 punti percentuali sul 2010. Lo comunica l'Istat.

Crisi: bce, record depositi overnight
record precedente, di 528 miliardi, risale a meta' gennaio
02 marzo, 10:46
(ANSA) - BERLINO, 02 MAR - I depositi overnight degli istituti di credito presso la Banca centrale europea hanno raggiunto ieri la cifra record di 776,9 miliardi di euro, oltre 300 miliardi in piu' rispetto al giorno precedente. Lo ha comunicato stamani la stessa Bce a Francoforte.
Il record precedente, di 528 miliardi di euro, risale alla meta' di gennaio.

Grecia, non scattano le polizze anti-default
Vittorio Da Rold
 Si attendeva l'inizio della prossima settimana ma la notizia è arrivata ieri: il patto di ristrutturazione del debito raggiunto dalla Grecia con le banche non rappresenta un "credit event" e come tale non fa scattare il pagamento dei credit default swap. Lo ha deciso l'International Swaps and Derivatives Association, (Isda), al termine di una riunione ad hoc del comitato determinazioni. Il comunicato cautamente conclude che la situazione di Atene è in continua evoluzione e che la decisione di ieri non impedirà la richiesta e la valutazione circa la sussistenza di eventuali altri "credit event.
 Che significa dunque questa mossa? Si impongono alcune considerazioni sulle ripercussioni della decisione dell'associazione internazionale: le banche tedesche e americane, le maggiori detentrici in bilancio di Cds, festeggiano per lo scampato pericolo di dover pagare le assicurazioni che ammontavano nel caso greco a 3,25 miliardi di dollari. Una cifra importante ma gestibile.
 La decisione non è una bella notizia per i piccoli risparmiatori perché tendenzialmente rende più agevole l'applicazione delle Clausole di azione collettiva (Cac) decise dal Parlamento greco che obbligano tutti i detentori ad aderire allo swap in quanto, dopo la decisione Isda, viene meno la minaccia di far scattare i Cds.
 Infine la mossa dell'Isda è un duro colpo, se non l'inizio della fine della vita dei Cds, perché pochi investitori, d'ora in avanti, si assicureranno contro l'insolvenza dei debiti sovrani sapendo che l'assicuratore, con molta probabilità, non pagherà in caso di default.
 Il chiarimento era stato provocato dalla richiesta di due investitori, il cui nome è rimasto per ora segreto, che avevano chiesto all'Isda di determinare se la ristrutturazione del debito della Grecia innescasse un "credit event" e facesse scattare quindi i Cds che hanno assicurato 3,25 miliardi dollari del debito della nazione.
 Contemporaneamente anche un comitato segreto di rappresentanti di 15 grandi banche, hedge fund e fondi di investimento, secondo il Wall Street Journal online, si è riunito ieri per stabilire se la ristrutturazione del debito greco facesse scattare i Cds.
 Perché tanto interesse sulla questione? Perché la decisione dell'Isda avrà effetti non solo sui Cds greci, ma potenzialmente sull'intero mercato obbligazionario e sui detentori di 2.900 miliardi di dollari di Cds sul debito sovrano nel mondo, nonostante le continue rassicurazioni che la Grecia è una caso unico.
 Si stima che i piccoli risparmiatori retail (da non confondersi con gli istituzionali privati) abbiano in mano bond greci per 16 miliardi di euro di cui 1 miliardo in Italia. Ma dati ufficiali non vengono forniti data la delicatezza della materia, sebbene un po' di trasparenza non guasterebbe.
 La ristrutturazione del debito pubblico della Grecia prevede un taglio del 53,5% del valore di rimborso dei titoli pubblici ellenici in mano agli investitori privati, la perdita di mercato del 75-80% oltre all'inserimento delle Cac che estende alla ristruttuazione del debito anche agli investitori che non hanno aderito all'iniziativa volontaria.
 Infine va segnalato che il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble ha detto ieri che la decisione finale sul secondo pacchetto di aiuti per il salvataggio della Grecia sarà presa in una teleconferenza dell'Eurogruppo, che si terrà il 9 marzo, quando si sarà in grado di giudicare se Atene ha aderito a tutte le 38 «priorità» e se stia funzionando, con un alto numero di adesioni, lo scambio volontario dei vecchi titoli di Stato greci in mano ai privati con nuovi bond di valore nominale e rendimento inferiore.

Grecia: Nel Paese la corruzione e' "endemica", rapporto Transparency International, è minaccia a speranze Paese
02 marzo, 12:50
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 (ANSAmed) - ATENE, 2 MAR - Nonostante le recenti misure adottate dal governo di Atene, in Grecia la corruzione è ancora molto diffusa e rappresenta una "seria minaccia per le speranze di risanamento finanziario" del Paese. E' questa l'opinione espressa sulla Grecia da Transparency International, l'agenzia "cane da guardia" contro la corruzione, nel suo ultimo rapporto.
Nel documento, curato dalla filiale greca dell'organizzazione, si afferma che solo un piccolo miglioramento e' stato fatto nonostante i piani di riforma del settore pubblico del Paese.
 "I greci vivono in uno stato di 'legalita' corrotta' che significa che spesso la legge tollera o addirittura favorisce le pratiche di corruzione", sostiene il rapporto. "La corruzione è endemica: non e' ristretta ad alcun partito o classe sociale, né al settore pubblico". Il documento afferma inoltre che in Grecia sono in vigore molte leggi per combattere la corruzione, ma non vengono applicate. E porta ad esempio le leggi che consentono di costruire edifici abusivi che successivamente vengono condonati o permettono l'esistenza di "fondi speciali" presso i ministeri ai quali non si applicano regole di trasparenza, "giustificando" in tal modo la corruzione.
 Nella relazione si esorta il governo di Atene a migliorare le norme per la divulgazione dei conti dei partiti politici, ad attuare leggi piu' severe per rendere piu' trasparenti i bilanci delle compagnie private e a unificare in un solo organismo le varie agenzie anti-corruzione gia' esistenti. Il rapporto rileva inoltre che "nel complesso il sistema anti-corruzione greco ha numerosi difetti fondamentali, il più importante dei quali è una crisi di valori caratterizzata da una accettazione su vasta scala e dalla partecipazione alla corruzione anche se essa è condannata".
 Transparency International pone la Grecia all'80.mo posto come "indice di corruzione" in una classifica di 183 nazioni sotto Paesi come Cina, Arabia Saudita, Tunisia e Cuba. Solo la Bulgaria e' al di sotto della Grecia tra i Paesi membri dell'Unione Europea. (ANSAmed).

Grecia: tasso bond 10 anni record 39,23%
Massimo da introduzione dell'euro
02 marzo, 10:04
(ANSA) - ROMA, 2 MAR - Sale la pressione sui titoli di Stato della Grecia con il rendimento del decennale ellenico che balza al nuovo record del 39,23%, un livello mai toccato dall'introduzione dell'euro. Il tasso e' poi calato al 37,37%. (ANSA).

Grecia: IiF, default costa oltre mille mld
Rischio contagio Italia, Spagna, Portogallo,Irlanda
02 marzo, 11:13
(ANSA-AFP) - ATENE, 2 MAR - Un default incontrollato della Grecia puo' costare all'economia internazionale oltre mille miliardi di euro. E' la stima che la federazione internazionale delle banche Iif indica in un rapporto di febbraio citato da Athens News. Per l'Iif - che ha negoziato la ristrutturazione del debito greco con i creditori privati - un default di Atene contagerebbe Italia, Spagna Portogallo e Irlanda, mentre per le banche si renderebbero necessarie ricapitalizzazioni per 160 miliardi. (ANSA).

Ue: si' leader a candidatura Serbia
I 27 hanno raggiunto l'unanimita', dopo assenso Romania
01 marzo, 23:28
(ANSA) - BRUXELLES, 1 MAR - I leader della Ue hanno concesso alla Serbia lo status di paese candidato ad entrare nell'Unione europea. ''Il Consiglio europeo ha concesso lo status di candidato alla Serbia'': si legge nell'ultima versione delle conclusioni del Vertice. I 27 hanno raggiunto l'unanimita', dopo che nel pomeriggio erano cadute anche le ultime obiezioni della Romania, che ha ottenuto a Belgrado garanzie per la tutela della minoranza del valacchi. (ANSA).

Bozen, oltrepadania. La Provincia cancella il sussidio casa
Decurtato l'assegno ai beneficiari e dal 2013 stop alle domande
Francesca Gonzato
  BOLZANO. Sparisce il sussidio casa dell'Ipes. Dal 2013 non verranno più accolte nuove domande, perché la competenza passerà ai distretti sociali. Una svolta con pesanti ingognite: non è stato ancora deciso se cambieranno i criteri per l'accesso e gli importi versati. Intanto chi gode di un sussidio se lo vedrà decurtare.  Sono queste alcune delle novità contenute nel disegno di legge che modifica l'ordinamento dell'edilizia agevolata. Il testo licenziato dalla giunta e firmato dall'assessore Christian Tommasini (Pd) ieri è stato modificato in alcune parti dalla quarta commissione legislativa presieduta da Veronika Stirner Brantsch (con voti trasversali tra Svp e opposizione). In questa versione la legge arriverà alla discussione del consiglio provinciale in aprile.  L'impianto prevede una restrizione del sistema di welfare legato alla casa, ma l'impostazione più severa data dalla giunta provinciale è stata in parte attenuata. Alcuni punti a favore li ha segnati il Consiglio dei Comuni, ieri rappresentato in audizione dal presidente Arno Kompatscher, che ha ottenuto, tra l'altro, la conservazione della concertazione con i Comuni nelle modifiche urbanistiche per rendere edificabili aree verdi o produttive (vedi articolo sotto). Queste le novità più importanti. 
LA SVOLTA SUI SUSSIDI. Il disegno di legge prevede il taglio del tetto massimo del sussidio casa, che dagli attuali 6.000 euro all'anno passerebbe a 5.400 (la giunta puntava a 4.800).  La vera svolta del settore riguarda però ciò che accadrà dal gennaio 2013, quando l'Ipes cesserà di raccogliere le domande. Chi risulterà ancora titolare di sussidio, lo conserverà fino alla scadenza del contratto di affitto e comunque non oltre 4 anni dall'entrata in vigore della legge. I nuovi richiedenti dal 2013 dovranno rivolgersi ai distretti sociali, che già oggi erogano le prestazioni per il pagamento delle spese di locazione e spese accessorie. L'obiettivo della giunta è di unificare tutto il sistema, trasferendone la gestione al settore sociale. «Vogliamo riformare il sistema, controllarlo meglio per evitare sovrapposizioni indebite, là dove accadono. L'erogazione verrà computata in base anche al redditometro», anticipa Tommasini. L'Ipes concede il sussidio a 10.420 famiglie con un importo di 30 milioni. I distretti sociali assistono per l'affitto 4.792 famiglie con 10 milioni (cifre 2009). Solo a Bolzano l'Assb sostiene 2.208 famiglie con 4,5 milioni.  La riorganizzazione è stata attaccata duramente da Riccardo Dello Sbarba (Verdi, ha votato «no») che contesta i punti di domanda non risolti sul «dopo»: «Il sussidio casa dell'Ipes è cosa ben diversa dal sostegno all'affitto concesso oggi dai distretti sociali. Il primo ha maglie più larghe, il secondo viene concesso a persone in serie difficoltà, ma può avere importi più alti e in certi casi può sommarsi al sussidio Ipes. Ci vengono a dire che il sussidio viene cancellato, che tutto verrà gestito dai servizi sociali, ma non esiste ancora un piano su futuri requisiti, importi massimi, eventuali tagli al budget. Non c'è. L'abbiamo chiesto anche a Luca Critelli (direttore ripartizione Famiglia e politiche sociali). Ci chiedono di votare una legge che cancella una componente del welfare, ma non dicono cosa accadrà e chi ci perderà. Una cambiale in bianco». LE SANZIONI. Chi oggi rifiuta una casa Ipes resta escluso dalle graduatorie per 3 anni. La legge porta la penalizzazione a 8 anni (Durnwalder puntava all'esclusione perenne). 

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