domenica 15 aprile 2012

am_15.4.12/ Statistiche. - In Puglia la Plv (produzione lorda vendibile) del settore olivicolo-oleario è pari al 20% della totale Plv del settore agricolo, per un valore di 600 milioni di euro.---C'è grande disagio sociale in questo Paese, ha osservato Fornero, sottolineando che senza crescita in aggregato ci si impoverisce. Inoltre negli ultimi decenni si è registrata una sperequazione nella distribuzione del reddito a danno delle classi medie e povere.---Nel 2011 l'imponibile evaso in Italia è cresciuto del 13,4% con punte record nel nord dove ha raggiunto l' 14,7%. In termini di imposte sottratte all'erario siamo nell'ordine di 180,7 miliardi di euro l'anno.

Coldiretti di Puglia pressing per il varo della legge «Salva olio»
Basilicata. Parte la Settimana della Cultura Ecco tutti gli eventi
Lavoro, Fornero: sì a riforma o il governo va a casa. Gli esodati li creano le aziende
Esodati: Confindustria sgomenta Fornero
Fisco/contribuenti.it: +14,2% l'evasione delle big company.
Bozen, oltrepadania. Schützen, scivolati via nell'indifferenza

Coldiretti di Puglia pressing per il varo della legge «Salva olio»
di MARCO MANGANO
BARI - Pressing della Coldiretti di Puglia per il varo della legge «Salva olio». La nuova norma, in cantiere, punta a tutelare la qualità del prodotto nazionale e a informare in modo trasparente i consumatori. Prevede etichette più leggibili, alchil esteri ridotti (per impedire miscele con olio di qualità dubbia), un maggiore contrasto a frodi e agropirateria e un inasprimento delle pene. Si rifletta su un dato: nella grande distribuzione una bottiglia da litro di presunto olio extra vergine d’oliva viene venduta anche a 2,50 euro. Ma come è possibile se - come afferma la Coldiretti di Puglia - un litro di un buon olio extra vergine, ricavato da sole olive italiane, non può essere offerto al dettaglio a meno di 5-6 euro? La verità è che nella grande distribuzione è straniero l’olio di oliva contenuto in una bottiglia su due, ma i consumatori non hanno la possibilità di verificarlo perché sulle etichette non è ancora obbligatorio indicare l’origine delle olive.
TRAFFICI E TRIANGOLAZIONI - «La nostra regione è crocevia di traffici e triangolazioni - spiega il presidente della Coldiretti di Puglia, Pietro Salcuni, da Bari nel corso della conferenza stampa sulle misure “Salva olio” - come dimostrato dalle ripetute denunce di frodi e sofisticazioni e dai sequestri di prodotto adulterato, effettuati da Nas, Nac e Corpo forestale dello Stato». All’appuntamento con la stampa sono presenti, fra gli altri, il direttore della Coldiretti di Puglia, Antonio De Concilio; il comandante del Nas dei carabinieri di Bari, Antonio Citarella; il comandante del Corpo Forestale dello Stato della Puglia, Giuse ppe Silletti e il tenente del Comando regionale della Guardia di Finanza di Puglia, Nicola Di Nardo.
L’ANNATA 2011-2012 - In Puglia, per il vero olio extravergine di oliva, l’annata è stata eccellente sui fronti quantitativo e qualitativo. È iniziata sotto i migliori auspici, con prezzi di mercato che hanno superato i 50 euro al quintale e in soli 15 giorni «in modo artato e ingiustificato fatti crollare fino a 30 euro al quintale. Sarà un caso - ironizza Salcuni - ma l’andamento drammatico del mercato è coinciso con l’arrivo in Puglia di ingenti quantitativi di olive provenienti proprio da Spagna, Tunisia e Grecia». Salcuni non manca di affrontare (a margine della conferenza stampa) il flagello Imu: «L’alleggerimento ventilato - afferma - non cambia i termini della questione: i fabbricati rurali vanno esentati dall’imposta».
LE CIFRE PUGLIESI DELL’OLIO - In Puglia la Plv (produzione lorda vendibile) del settore olivicolo-oleario è pari al 20% della totale Plv del settore agricolo, per un valore di 600 milioni di euro.
I NUMERI DELL’AGROPIRATERIA - Gli agropirati continuano a dare scacco al settore olivicolo-oleario pugliese. L’arrivo in Italia di olio di oliva straniero ha raggiunto il massimo storico di 584mila tonnellate e ha superato la produzione nazionale, in calo nel 2011 a 483mila tonnellate. In Puglia, nonostante il riconoscimento comunitario per 5 oli Dop e una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio, con un’incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale, è proprio il settore olivicolo- oleario ad essere più colpito dalle sofisticazioni. L’Italia è il primo importatore mondiale di olio (+163% nell’ultimo ventennio).
IL DISEGNO DI LEGGE - «Il testo del disegno di legge, che riguarda norme su qualità e trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini - spiega la senatrice Colomba Mongiello (Pd), componente della nona commissione Agricoltura e produzioni agroalimentari del Senato - ha trovato immediato riscontro in entrambi i rami del Parlamento. Il testo - aggiunge - accoglie le istanze della filiera di produzione e commercializzazione dell'olio di oliva, proponendo una serie di misure a tutto vantaggio di Made in Italy e consumatori» .

Basilicata. Parte la Settimana della Cultura Ecco tutti gli eventi
di CARMELA COSENTINO
La Settimana della cultura promossa dal Ministero per i Beni e le attività culturali è da 14 edizioni un momento di condivisione del patrimonio storico e artistico del territorio e di apertura al pubblico di musei e spazi destinati all’arte e al culto. Anche quest’anno il programma si presenta corposo e ricco di proposte che collegano non solo idealmente la Basilicata. Il trade union di questa Settimana che va dal 14 al 22 aprile è la Soprintendenza per i Beni storici artistici ed etnoantropologici, che propone un progetto culturale che unisce Matera con Melfi, Sant’Arcangelo, Accettura, Castelluccio, Salandra, Irsina e Tricarico.
«Il programma partirà sabato mattina con le Celebrazioni pascoliane a cui parteciperà il presidente del Senato, Renato Schifani – ha spiegato la soprintendente Marta Ragozzino nella conferenza stampa svoltasi a Matera a Palazzo Lanfranchi – e continuerà fino a domenica 22 con momenti tra arte, cultura e musica. L’iniziativa di punta sarà l’apertura del nuovo percorso espositivo del Museo d’arte medievale e moderna della Basilicata, dove saranno esposte opere provenienti dai depositi della Soprintendenza ed alcuni pezzi degli affreschi trafugati dal professor Ruddolf Kubesh che saranno restituiti alla cittadinanza venerdì (oggi, ndr) nel convento di Santa Lucia e Agata. E altri oggetti straordinari che vanno ad arricchire l’esposizione permanente del Museo».
A Melfi, nel Palazzo Donadoni domenica, alle 17.30, sarà inaugurata la mostra “I dipinti della collezione Doria”. Lunedì a Sant’Arcangelo, nel Santuario Santa Maria di Orsoleo, sarà presentato il dipinto “Madonna con Bambino, Sant’Antonio e la Maddalena” del pittore lucano Antonio Stabile, interprete della Controriforma per le sue scelte formali, cromatiche e tematiche. Ad Accettura, martedì, alle 18, nel Palazzo del Municipio si renderà omaggio alla figura di Angelo Labbate e per l’occasione sarà inaugurata l’esposizione permanente delle opere di Luigi Guerricchio sul «Maggio». Mercoledì, a Castelluccio inferiore, nella Chiesa dell’Annunziata, alle 17.30, saranno presentati i dipinti “L’Annunciazione”, “San Michele Arcangelo” e “Arcangelo Raffaele”, e la bussola dipinta, la cantoria e la cassa d’organo recentemente restaurati.
Giovedì a Matera, nella Chiesa di Sant’Agostino, alle 19, concerto di musiche di Giovanni Maria Trabaci (originario di Irsina) eseguite da Francesco Cera che suonerà l’antico organo di Salandra risalente al 1570. Sabato nel Palazzo Lanfranchi si terrà Rupestria concerto di musiche da camera composte da Damiano D’Ambrosio e Nino Rota. Domenica a Tricarico, alle 17, sarà riaperta al culto la Chiesa di Santa Chiara e presentato, tra gli altri, l’importante ciclo di affreschi realizzato da Pietro Antonio Ferro nel 1611.
Riaperte inoltre a Matera le chiese rupestri, il Museo degli Stemmi della Curia, mentre nella chiesa di San Pietro Barisano sarà possibile ammirare il pavimento di maioliche del ‘700 appena restaurato.

Lavoro, Fornero: sì a riforma o il governo va a casa. Gli esodati li creano le aziende
ultimo aggiornamento: 14 aprile, ore 15:54
Reggio Calabria, 14 apr. (Adnkronos) - ''Se non la approvano la riforma viene cancellata e il governo va a casa''. Lo ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero, oggi a Reggio Calabria, ribadendo che l'unico vincolo per il governo è l'approvazione del ddl lavoro in Parlamento: ''Non parlo dei vincoli politici perché noi siamo un governo tecnico - ha affermato - I vincoli sono quelli che dobbiamo portare la riforma in Parlamento e averla approvata''.
''Ci siamo molto interrogati - ha detto ancora Fornero - ci siamo chiesti: stiamo facendo le cose giuste? Per il Paese, intendo, non per i sindacati, per le imprese, grandi o piccole, o per la Cgil piuttosto che la Cisl o la Uil o per le partite Iva, che non erano nemmeno rappresentate al tavolo''.
"Stamattina ho scoperto che forse ho sbagliato tutto - ha proseguito Fornero -. E' una cosa che mi tormenta da qualche giorno. Voi avete incontrato qualcuno che sia contento della riforma? Io non ho incontrato nessuno. Da sinistra ci accusano di essere stati troppo poco incisivi nella lotta alla precarietà, da destra ci accusano di essere stati troppo incisivi nel ridurre la flessibilità in entrata. Le due cose si tengono insieme. Da una parte si chiama precariato, dall'altra flessibilità".
Fornero ha sottolineato: "Noi abbiamo lavorato bene, qualcuno ha cambiato idea rispetto alle posizioni che aveva assunto durante gli incontri. E' anche possibile cambiare idea, è anche possibile cambiare qualcosa della riforma, nessuno dice che la riforma, così come è stata presentata, è intoccabile".
"Sugli esodati - ha continuato il ministro all''indomani della manifestazione unitaria dei sindacati a Roma - abbiamo sentito molte cifre, che peraltro non sono state date ufficialmente dal ministero. Il ministero le ha date ieri a seguito di un lavoro tecnico che è abbastanza preciso. Sappiamo che ci sono persone che, per effetto di accordi che non erano ricompresi nella norma, rischieranno di trovarsi in questa situazione, e io ho promesso che mi impegnerò. Ma di nuovo non è che la norma possa contenere tutti quelli che rischiano di perdere il posto di lavoro in prossimità della pensione".
"Gli esodati li creano le imprese che mandano fuori i dipendenti, sul tema pensionistico pubblico, a carico della collettivitò", ha aggiunto. Su questa tematica, ha ribadito, "bisogna trovare un equilibrio".
Fornero ha anche risposto alla battuta del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che aveva detto che il governo nasconde la testa sotto la sabbia. "Le battute facili le lascio a quelli che ne hanno molte. Io non ne ho, sono piemontese e sono abituata a lavorare anche e a dispetto delle battute facili e magari sprezzanti che vengono fatte", ha replicato il ministro. "Fino a quando saremo al governo - ha proseguito il ministro - il nostro impegno sarà quello di lavorare non per alcuni ma guardando all'interesse generale del Paese. Possibilmente per dargli un po' di futuro".
Più in generale, è stato il ragionamento del ministro, "credo che l'unica risposta sia lavorare seriamente ed è quello che il governo sta cercando di fare. Il governo non ha bacchette magiche". "Lavoriamo - ha aggiunto - sul fronte della stabilizzazione finanziaria perché è quella che stringe la gola alle imprese. Lavoriamo sul fronte delle liberalizzazioni, lavoriamo sul fronte della riforma del mercato del lavoro. Noi ci mettiamo tutto l'impegno, ci mettiamo anche tutta la serietà, non abbiamo bacchette magiche, sappiamo che la situazione è difficile".
"C'è grande disagio sociale in questo Paese", ha osservato Fornero, sottolineando che "senza crescita in aggregato ci si impoverisce". Inoltre negli ultimi decenni si è registrata una sperequazione nella distribuzione del reddito "a danno delle classi medie e povere".
Durante il convegno sull'occupazione giovanile è andata in scena anche una protesta: un gruppo di lavoratori precari della Regione Calabria ha fatto una irruzione silenziosa nella sala Calipari di palazzo Campanella. Lamentano la mancata stabilizzazione. Tenevano in mano alcuni fogli bianchi con le scritte "lavoratori fantasma" e "lavoratori alla fame". La manifestazione eè stata promossa dal sindacato Usb. Il goverrnatore della Calabria Giuseppe Scopelliti ha parlato con il ministro Fornero in privato, esponendole la situazione dei lavoratori precari e poi ha spiegato ai sindacalisti che il ministro entro il 15 maggio convocherà un incontro sul precariato. La precedente trattativa era saltata a causa della crisi di governo. Uscendo dal convegno, i sindacati hanno ringraziato a distanza il ministro Fornero che ha risposto "grazie per la vostra civiltà".
Il programma completo è consultabile sul sito www.puglia.beniculturali.it.

Esodati: Confindustria sgomenta Fornero
Offensive parole ministro su colpa imprese
14 aprile, 20:09
(ANSA) - ROMA, 14 APR - Per Confindustria le dichiarazioni del Ministro Elsa Fornero per cui ''gli esodati li creano le imprese'' destano ''sorpresa e sgomento''. ''Queste parole - commenta viale dell'Astronomia - danno una rappresentazione del mondo delle imprese che non solo non trova riscontro nella realtà, ma e' anche offensiva''.

Fisco/contribuenti.it: +14,2% l'evasione delle big company.
ROMA - Nel 2011 l'imponibile evaso in Italia è cresciuto del 13,4% con punte record nel nord dove ha raggiunto l' 14,7%. In termini di imposte sottratte all'erario siamo nell'ordine di 180,7 miliardi di euro l'anno. La stima è stata effettuata da KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it Magazine dell'Associazione Contribuenti Italiani.
Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: l'economia sommersa, l'economia criminale, l'evasione delle società di capitali, l'evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese.
La prima riguarda l'economia sommersa. L'esercito di lavoratori in nero si gonfia sempre di più è composto da circa 2,9 milioni di persone, molti dei quali cinesi o extracomunitari. In tale categoria sono stati ricompresi anche 850.000 sono lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il terzo ! lavoro. Si stima un'evasione d'imposta pari a 34,3 MLD di euro.
La seconda è l'economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose italiane e straniere (Russia e Cina in testa) che, nel nord Italia è cresciuta nel 2011 del 18,7%. Si stima che il giro di affari non "contabilizzati" produca un'evasione d'imposta pari a 78,2 MLD di euro l'anno.
La terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese. Dall'incrocio dei dati è emerso che il 78% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi o meno di 10 mila euro o non versa le imposte. Molte di queste chiudono nel giro di 5 anni per evitare accertamenti fiscali o utilizzano "teste di legno" tra i soci o amministratori. In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali operative, il 78% non versa le imposte dovute. Si stima un'evasione fiscale attorno ai 22,4 MLD di euro l'anno.
La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre! ha chiuso il bilancio in perdita e non pagando le tasse. Inoltre il 94% delle big company abusano del "transfer pricing" per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 37,8 MLD di euro all'anno. Nel 2011, le 100 maggiori compagnie del paese hanno ridotto del 14,2% le imposte dovute all'erario.
Infine c'è l'evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all'erario circa 8,2 miliardi di euro l'anno.
In testa nel 2011, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente gli evasori fiscali, risulta la Lombardia, con +15,3%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con + 14,9% e la Valle d'Aosta con +13,6%. A seguire la Liguria con +13,5%, il Piemonte con 13,4%, il Trentino con 13,1%, il Lazio con +12,9%, , l'Emilia Romagna con +12,8%,! la Toscana con +12,6%, le Marche con +11,3%, la Puglia con +10,6%, alla Campania +8,0 %, la Sicilia con +7,6% e l'Umbria con +7,1%.
La Lombardia, anche in valore assoluto, ha fatto registrare il maggior aumento dell'evasione fiscale. In percentuale, il dato lombardo aumenta, nel 2011, di circa il 15,9%.
In Italia i principali evasori sono gli industriali (33,2%) seguiti da bancari e assicurativi (30,7%), commercianti (11,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori dipendenti (7,4%).
A livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (31,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (27,1%). dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).
"Per combattere l'evasione fiscale - ha affermato Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - bisogna riformare il fisco italiano istituendo Lo Sportello del Contribuente presso tutti gli organi diretti ed indiretti della pubblica amministrazione, seguendo ciò ! che avviene nei principali paesi europei che hanno ridotto le aliquote fiscali, migliorato la qualità dei servizi pubblici e sopratutto eliminato gli sprechi della pubblica amministrazione. L'evasione fiscale è diventato lo sport più praticato dalle grandi imprese italiane. Fino a quando non migliorerà l'efficienza dell'amministrazione finanziaria e si taglieranno le spese della casta, il governo avrà bisogno di far cassa ad ogni costo, incassando i soldi "pochi, maledetti e subito" attraverso l'accertamento con adesione, un vero e proprio condono permanente. E si premieranno sempre i grandi evasori fiscali, che preferiscono pagare le tasse a forfait e con il massimo sconto".
LA MAPPA DELL'EVASIONE FISCALE IN ITALIA (ANNO 2011)
Le categorie Le modalità Stima annua
dell'imposta evasa
ECONOMIA SOMMERSA Almeno 2.900.000 occupati svolgono un'attività irregolare come lavoratori dipendenti ? 34,3 MLD
ECONOMIA CRIMINALE Controllo del territorio ? 78,! 2 MLD
SOCIETA' CAPITALE Il 78% delle società di capitali dichiara redditi negativi o meno di ? 10 mila ? 22,4 MLD
BIG COMPANY
 Transfer pricing conti off-shore e società estere ? 37,8 MLD
LAVORATORI AUTONOMI E PICCOLE IMPRESE Mancata emissione di scontrini, ricevute e fatture fiscali ? 8,2 MLD
TOTALE ? 180,9 MLD
CONTRIBUENTI.IT - ASSOCIAZIONE CONTRIBUENTI ITALIANI
L'ufficio stampa Infopress 3314630647 – 0642828753

Bozen, oltrepadania. Schützen, scivolati via nell'indifferenza
Sfilano in nemmeno tremila, poche centinaia i bolzanini lungo il corteo marcia, manifestazioni, sfilate, schützen
di Davide Pasquali
BOLZANO. Una manifestazione piuttosto sottotono, praticamente ignorata dai bolzanini - solo poche centinaia di curiosi lungo il percorso - e soprattutto snobbata dai temuti estremisti della destra italiana: nemmeno un facinoroso, neanche davanti al monumento alla Vittoria. I cappelli piumati sudtirolesi, ma pure trentini e veneti, ieri sera hanno marciato per un futuro senza legami con Roma. Si erano annunciati in 3.000 con 80 autobus, ma secondo le stime delle forze dell'ordine non hanno superato i 2.500-2.600, anche se il comandante degli Schützen, Elmar Thaler, ha parlato di 5.000 mila presenti. Però numerosi pullman non erano pieni e tanti erano minibus. Davanti a Palazzo ducale ieri sera si sarebbe dovuta proclamare la dichiarazione di indipendenza dallo Stato italiano, ma il suo massimo rappresentante in terra altoatesina, il commissario del governo Fulvio Testi, venerdì ha gentilmente declinato l'invito ad aprire i cancelli con una lettera inviata a Thaler. E così, i discorsi e i proclami si sono tenuti davanti ai palazzi provinciali, nella novella piazza Magnago. Non molto di nuovo se non, forse, la presenza di un discreto numero di cartelli scritti addirittura in lingua italiana. Gli Schützen si sono ammassati fra le 19 e le 20, occupando il tratto basso di via Fago, fra piazza Gries e l'imbocco di via Principe Eugenio. Presenti anche una cinquantina di cappelli piumati veneti con tanto di bandiera col leone di San Marco, striscioni e volantini: fronte in tedesco e retro in dialetto veneto. «Veneti e  
Tiroler - Dò popoli, dò nasion». Accanto, anche qualche centinaio di cappelli piumati trentini. Gli slogan? Ecco
qualche traduzione: «La colonia abissina libera nel 1941, la colonia libica libera nel 1951, la colonia sudtirolese libera nel 2012?». «Vi serve proprio Mussolini?». «Trentino libero». «Via da Roma». «Vogliamo la doppia cittadinanza». «Noi siamo un popolo unico, da Kufstein a Borghetto». «L'Italia sta per scivolare, vogliamo cascare anche noi?». «Chiediamo una cosa semplice, l'autodeterminazione». «Basta con questa casta». Come detto, lungo il percorso poca gente, nessuna contestazione. I circa 80 fra poliziotti carabinieri e vigili urbani non hanno avuto a che fare con facinorosi o estremisti o disturbatori. Qualche curioso seduto fuori sui tavoli del cafè Streitberger di via Museo, eccezionalmente aperto alle 21. Qualche capannello agli incroci, tipo in piazaz Municipio. Applausi pochetti. Insomma, i cappelli piumati sono scivolati via nella quasi totale indifferenza dei bolzanini. Un dato di fatto inequivocabile, però, occorre notarlo. Niente di nuovo a veder sfilare Eva Klotz o a vedere in prima fila davanti al palco Luis Von Metz, ex presidente dell'Alpenverein Südtirol. A fare specie era il gran numero di giovani, cappelli piumati e anche Marketenderinnen. Una certa impressione, a leggere lo striscione sostenuto da cinque ragazze forse ventenni. «Per noi e per i nostri bimbi».15 aprile 2012

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