domenica 8 aprile 2012

am_8.4.12/ Napoli, Sandro Di Domenico: L’altro Mario, sulla carta uno dei 314 mila senza lavoro calcolati dall’Istat, di fronte alla crisi economica e del mercato del lavoro risponde con la contro-riforma made in Sud. Così, anche se all’estero i ragazzi della sua età pensano già a mettere su famiglia e vivono da soli da qualche anno, lui si accontenta di inseguire la sua passione di acconciatore. E giovane tra i giovani, in una regione, la Campania, con l’età media più bassa del Belpaese, Mario è ben contento di restare a vivere con i suoi.

Maro': ambasciatore con loro a Pasqua
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Napoli. Mario, l’apprendista barbiere che aspetta la Pasqua: per la festa? No, per le mance
Amia: a Palermo è finita l’emergenza
Trst, oltrepadania. Fondi a pioggia, resta “impigliato” Dipiazza

Maro': ambasciatore con loro a Pasqua
Continuiamo a mobilitarci per loro rapido ritorno a casa
07 aprile, 20:52
(ANSA) - NEW DELHI, 7 APR - L'ambasciatore d'Italia in India, Giacomo Sanfelice, e' giunto a Trivandrum, in Kerala, per passare la Pasqua con i due maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone da settimane in una zona speciale del carcere centrale della citta', in custodia giudiziaria in attesa di processo. Sanfelice ha sottolineato che il suo viaggio ''ha un significato preciso. Passero' la Pasqua con loro manifestando la vicinanza della comunita' italiana che continua a mobilitarsi per un rapido ritorno a casa''.
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Napoli. Mario, l’apprendista barbiere che aspetta la Pasqua: per la festa? No, per le mance
La storia del 23enne che sogna di aprire un salone tutto suo. Lavoro, senza ferie, da 60 euro a settimana
NAPOLI – Mario ha 23 anni e la sveglia puntata tutti i giorni alle 8 del mattino. Si alza, beve il caffè preparato dalla madre, poi si veste ed esce per andare al lavoro, in un quartiere popolare di Napoli. Dieci minuti da casa a passo lento, fumando la prima sigaretta della giornata, per raggiungere la bottega dove si moltiplicheranno fino a sera. Da martedì a sabato. Il lunedì infatti è giorno di riposo per i barbieri, mentre la domenica il negozio è chiuso, esattamente come lo trova il più delle volte Mario, l’apprendista, quando ci arriva davanti. Il “masto”, il datore di lavoro, non sempre è puntuale all’apertura, ma puntualmente a fine settimana lo paga. E per questo Mario ringrazia, nonostante i soldi siano pochi. “La paga è di 60 euro. Non è molto - riconosce -, però posso capire dato che vedo che anche il mio titolare ha problemi di tasse, crisi, e non c’è un flusso di gente enorme. Mi sta già insegnando il mestiere, nemmeno io posso chiedergli tanto”.

LA CONTRO-RIFORMA DEL LAVORO - È l’“apprendistato” tipico del Mezzogiorno, al netto dei progetti del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, e della riforma disegnata con il presidente del Consiglio, Mario Monti, dopo aver ascoltato le parti sociali. L’altro Mario, sulla carta uno dei 314 mila senza lavoro calcolati dall’Istat, di fronte alla crisi economica e del mercato del lavoro risponde con la contro-riforma made in Sud. Così, anche se all’estero i ragazzi della sua età pensano già a mettere su famiglia e vivono da soli da qualche anno, lui si accontenta di inseguire la sua passione di acconciatore. E giovane tra i giovani, in una regione, la Campania, con l’età media più bassa del Belpaese, Mario è ben contento di restare a vivere con i suoi. Ha la passione per i vestiti firmati e i tatuaggi. Ne ha undici sparsi su tutto il corpo e si rifugia come la maggior parte dei “disoccupati” nel lavoro in nero, quel mostro senza testa che nel Mezzogiorno secondo l’Eurispes produce 540 miliardi di euro l’anno, creando uno spread tra la ricchezza dichiarata e il livello effettivo di benessere pari, a Napoli, alla metà del benessere censito dallo Stato.

IL PRIMO TAGLIO - Il motivo per cui Mario non si lamenta è anche un altro. Al di là del soldi, nel negozio in cui lavora è convinto di aver trovato nel “masto”, un maestro vero: “Ha saputo farmi mettere in pratica ciò che ho guardato e questa diciamo, che è stata la mia fortuna”. Ben oltre il “guardare e non toccare” della prima bottega dove ha prestato servizio, quando andava ancora a scuola. Ora sa che, tempo qualche anno, se seguirà le indicazioni e gli insegnamenti del barbiere potrà aiutarlo con i primi tagli e sarà più vicino a realizzare il suo sogno di aprire un salone tutto suo. Perciò riesce a mandar giù anche il fatto di non avere giorni di malattia o ferie (“Quando il mio titolare ha le ferie io le abbino alle sue, punto”) e che il negozio resti sempre aperto, anche durante le feste. Anzi, se è per questo Mario è da inizio anno che aspetta: “Durante le feste c’è un flusso maggiore di clienti. Più clienti uguale più mance, infatti non vedo l’ora che arrivi Pasqua”.
Sandro Di Domenico

Amia: a Palermo è finita l’emergenza
L’azienda: "Con la raccolta di oltre 1.480 tonnellate e con gli interventi odierni la situazione è stata riportata alla normalità”. Nel giorno di Pasqua sarà vietato depositare immondizia nei cassonetti
PALERMO. "Con la raccolta di oltre 1.480 tonnellate, e con gli interventi odierni ancora in via di completamento, è stata riportata alla normalità la raccolta dei rifiuti a Palermo". Lo sostiene, con una nota, l'Amia, l'azienda municipalizzata che si occupa della raccolta e della gestione dei rifiuti a Palermo. Nei giorni scorsi si sono registrati gravi disagi, a causa dello sciopero dei netturbini che hanno messo in ginocchio il capoluogo siciliano, letteralmente sommerso dai rifiuti.   
"Amia ha mantenuto l'impegno di ripulire la città entro Pasqua - si legge nella nota -. Tutte le risorse disponibili sono state impiegate in questo sforzo, con il contributo di tutta l'azienda e di Amia Essemme. Tutti i servizi potranno riprendere con regolarità".    
L'azienda ricorda che domani "la vigente ordinanza sindacale non consente di conferire rifiuti". Sia domani che lunedì, Amia garantisce le "attività previste dal contratto di servizio, in particolare nelle aree turistiche del centro e delle borgate marinare (Mondello e Sferracavallo)".    
Lunedì, giorno di Pasquetta, saranno collocati otto cassoni scarrabili nel parco della Favorita, distribuiti sacchetti agli ingressi di piazza Leoni e della Palazzina Cinese. Amia afferma che saranno completate le attività di disinfezione, sanificazione e derattizzazione di tutte le postazioni in città, oggetto di bonifica nei giorni scorsi.

Trst, oltrepadania. Fondi a pioggia, resta “impigliato” Dipiazza
Prosciolta tutta la giunta, tranne l’ex sindaco di Trieste nell’inchiesta sui 190mila euro elargiti a varie
 di Claudio Ernè
  E’ rimasto solo, con la candela in mano, l’ex sindaco Roberto Dipiazza. Per tutti i “suoi” assessori che avevano detto si alla distribuzione a pioggia di 190 mila euro di denaro pubblico destinato a società sportive, sindacati di poliziotti in pensione e stazioni radio commerciali, il pm Federico Frezza ha infatti chiesto l’archiviazione dell’indagine. Sono già usciti di scena per decisione del giudice Enzo Truncellito gli ex assessore Gilberto Paris Lippi, Massimo Greco, Michele Lobianco, Carlo Grilli, Paolo Rovis, Giovanni Battista Ravidà, Marina Gruden Vlah ed Enrico Sbriglia. Secondo il magistrato inquirente non sono incriminabili perché il 20 dicembre 2010 avevano votato quasi automaticamente la delibera 580, presentata in giunta proprio dall’ex sindaco. In sintesi il loro era stato un «si» pronunciato sulla fiducia, per disciplina di giunta.
 Ad uno ad uno, gli ex assessori sono così usciti in punta di piedi dall’indagine. Lo hanno fatto esattamente come i componenti dell’orchestra che nel 1772 eseguì per la prima volta la “Sinfonia degli addii” composta da Franz Joseph Haydn per il principe Estherazy. Ad uno ad uno gli assessori hanno smesso di suonare e hanno spento la candela sul proprio leggio. Solo l’ex sindaco ha continuato a rimanere in scena ed è il solo ex amministratore comunale a essere ancora annotato sul registro della Procura: ipotesi di reato, abuso d’ufficio. La sua situazione resta in precario equilibrio dal momento che è stato proprio lui a proporre in giunta l’approvazione della delibera 580.
 I 190 mila euro sono stati elargiti a società bocciofile, a radio private, a una testata giornalistica che dalla carta stampata è migrata più di dieci anni fa sul web, a un Club delle libertà in rapporti strettissimi con il partito di Silvio Berlusconi. Ma anche a circoli culturali, associazione onlus, a gruppi dopolavoristici e parrocchiali. In totale 88 beneficiari a cui la delibera ha assegnato somme variabili dai 500 agli ottomila euro.
 La Guardia di Finanza ha cercato di verificare quali criteri di ripartizione fossero stati adottati per dividere il denaro. Non hanno trovato uno straccio di motivazione per cui a una società bocciofila erano stati regalati cinquemila euro e a un’altra solo 1500. Tutto era apparso ed è rimasto nel vago, come se i 190 mila euro fossero appartenuti a un benefattore privato che non doveva rispondere ad alcuno delle proprie scelte.
 L’invece quei soldi erano pubblici, ed erano usciti dalle tasche dei contribuenti. Nè un sindaco, nè una giunta poteva deciderne arbitrariamente la destinazione finale. I criteri con cui erano stati pronunciati i «si» o i «no», avrebbero dovuto essere espliciti, chiari e cristallini.
 Durante la perquisizione i militari della Guardia di finanza avevano trovato in Municipio un brogliaccio dove accanto ai nomi della società poi “prescelte” era apposta una stellina. Le altre, quelle rimaste a bocca asciutta, ne erano invece prive. In sintesi una “lista nera” di cui, se verrà rinviato a giudizio l’ex sindaco dovrà rispondere al Tribunale.


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