domenica 8 aprile 2012

I lucani capiscono come stanno le cose – se le capiscono – sempre e comunque dopo, molto dopo e troppo tardi. E cosi’ piangono per far pena. Da tempo immemore sono abituati a farsi scrivere dal parroco le suppliche al politico, al fine di ottenere - gratis et amore dei – “un aiuto” per un posticino di lavoro con la “busta a fine mese”; in cambio offrono la fedelta’ elettorale dell’intera propria famiglia: ognuno pianga la propria coglionaggine ed il padrino perso. E’ tardi, c’e’ l’ennesima Grande Ristrutturazione, non rientrate negli interessi elettorali dei sabaudo padani, percio’ non contate un cazzo, in fondo: come sempre. Carta canta: il petrolio non e’ roba vostra, e neanche il futuro.

Senza lavoro a 50 anni «Padri disoccupati nonostante il petrolio»
POTENZA - Questo è il testo di una lettera di un gruppo disoccupati di Viggiano over 50 inviata, tra gli altri, alla Regione, al presidente Monti e all’Eni.



La disperazione di quanti denunciano di essere considerati «né carne, né pesce» dallo Stato. Sono soprattutto loro l’esempio delle contraddizioni che ruotano attorno alla Basilicata del petrolio. Che più del Texas assomiglia a scenari del Medio oriente.

Siamo tanti padri di famiglia, over cinquanta, che da un giorno all’altro si sono ritrovati senza lavoro, senza un’occupazione, come si vuol dire “in mezzo la strada”, con la disperazione e l’umiliazione di ripartire da capo. Non siamo giovani e non siamo neanche vecchi per lo Stato, da poterci mandare in pensione. Per chi ci governa a livello nazionale, insomma, non siamo «né carne e né pesce». Eppure noi esistiamo e esistono le nostre famiglie. C’è chi, a mala pena, riesce ad arrivare a fine mese con dei piccoli lavoretti a nero, chi con un misero sussidio di disoccupazione. Alcuni di noi hanno investito nel costruirsi una casa e oggi non hanno più il posto di lavoro. Siamo invisibili per le Istituzioni locali che non hanno neanche il tempo di ascoltarci. Passiamo le giornate a peregrinare alla ricerca di un lavoro, ma non riceviamo altro che porte in faccia. Il governo Monti, in questo periodo di crisi, ci ha detto che «bisogna stringere ancora di più la cinghia», ma noi quale «cinghia» dobbiamo stringere se non abbiamo neanche più i pantaloni? Ci ritroviamo, quotidianamente, con la mortificazione di dover dire al proprio figlio che il padre non ha più lo stipendio per aiutarlo agli studi. Siamo cinquantenni che stanno perdendo tutto. Ed è proprio vero che l'esistenza di un disoccupato è una «negazione al diritto di vivere peggiore della morte stessa perché nessuno ti da la possibilità di ricominciare e rimetterti nuovamente in gioco». Oggi se un trentenne non può costruirsi un futuro perché lavoratore precario, figurarsi per un cinquantenne che con moglie e figli giovani spesso da mantenere, una volta perso il lavoro, vede il proprio futuro distrutto. Ogni giorno dobbiamo lottare con disperazione e rabbia per andare avanti. Eppure apparteniamo tutti alla Val d’Agri, all’area definita Texas d’Europa, per il più grande giacimento petrolifero che copre oggi il 6% del fabbisogno nazionale. Apparteniamo a Viggiano, al paese chiamato «capitale del petrolio». Ebbene sì. Tanta ricchezza e allo stesso tempo tanta povertà e disoccupazione. E noi ne siamo un esempio. Oggi con questa lettera, gridiamo a gran forza «aiutateci» a farci uscire da questo stato, prima che qualcuno di noi si trovi a compiere gesti estremi che nella propria vita non avrebbe mai voluto compiere. Il nostro è un grido di dolore e di rabbia e, allo stesso tempo, di allarme a una condizione che ormai non riusciamo più a sostenere. Non chiediamo elemosine o compassione ma il giusto rispetto per i diritti d’una persona.

Aiutateci a trovare un lavoro che ci faccia continuare a vivere dignitosamente e a riprendere una esistenza normale. Abbiamo cercato con le nostre parole di esprimere la situazione di disagio che stiamo vivendo. Grazie a chi avrà la pazienza di leggere queste poche righe, a chi avrà la bontà d’ascoltare questo nostro grido di dolore e a chi potrà darci una mano a risolvere questo problema.
06 Aprile 2012


Nessun commento: