domenica 8 luglio 2012

(1)_VIII.VII.MMXII/ Gli scandalosi numeri della regione oltrepadana “vivo a sbafo nell’est” (residenti 2009: 1.235.808, poco meno di un milione inferiore alla Calabria, 2.011.395).===La crisi economica europea spinge sempre piu' laureati in discipline scientifiche dei Paesi del Sud Europa a prendere la strada della Germania.

Crisi: fuga di ingegneri dall'Italia, 40% pensa alla Germania
Saldi: consumatori,compra 1 famiglia su 3
Vacanze solo per il 40% degli italiani, pesano bollette e Imu
Trst, oltrepadania. In Fvg saltano più di 8 mila dipendenti pubblici

Crisi: fuga di ingegneri dall'Italia, 40% pensa alla Germania
(AGI) - Berlino, 7 lug. - La crisi economica europea spinge sempre piu' laureati in discipline scientifiche dei Paesi del Sud Europa a prendere la strada della Germania. Lo rivela un sondaggio del "Trendence-Institut" di Berlino, condotto fra oltre 340mila ingegneri ed economisti appena laureati in 950 universita' europee e reso noto dalla 'Frankfurter Allgemeine Zeitung'. Dallo studio emerge che il 37% dei neoingegneri italiani sono pronti ad emigrare in Germania, una percentuale di poco inferiore a quella dei loro colleghi spagnoli e portoghesi (40%), mentre in Grecia un ingegnere neolaureato su due intende fare le valigie per emigrare nella patria di Goethe. La Germania e' tra i Paesi preferiti dai laureati in discipline tecnologiche, insieme a Gran Bretagna e Svizzera, a causa dell'elevata immagine delle sue aziende. Tra i magneti piu' potenti che attirano i giovani ingegneri del Sud Europa figurano la Bmw e la Volkswagen. Ad attendere i giovani ingegneri europei ci sono in Germania stipendi iniziali annui lordi superiori a 43mila euro. (AGI) .

Saldi: consumatori,compra 1 famiglia su 3
Adusbef-Federconsumatori, urgente rilancio potere acquisto
07 luglio, 15:16
arda la foto
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 (ANSA) - ROMA, 7 LUG - Dopo l' andamento disastroso registrato lo scorso anno (-9,5% di vendite), quest'anno si prevede un ulteriore contenimento per i saldi, stimabile attorno al -8%. Lo affermano Adusbef e Federconsumatori, sottolineando ''la partenza in sordina" della stagione estiva.
Secondo le associazioni dei consumatori, "sarà appena una famiglia su tre ad acquistare a saldo (pari a circa 8.100 famiglie), per una spesa media di circa 127 euro e un giro di affari pari ad 1 miliardo e 16 milioni di euro.

Vacanze solo per il 40% degli italiani, pesano bollette e Imu
Roma 7 Lug. (Adnkronos) - Solo il 40% degli italiani andrà in vacanza, a pesare sui bilanci delle famiglie i rincari delle utenze domestiche, di trasporto e alloggio e l'Imu. Parola dell'Adoc che su questo ha effettuato una indagine.
Secondo le stime dei consumatori il 65% dei partenti soggiornerà al massimo per una settimana, mentre solo l'1% potrà permettersi quasi un mese di relax. A pesare sui progetti di vacanza sono le spese sostenute per le utenze domestiche, che assorbono l'11% del reddito, il doppio che in Europa, e per l'Imu. Inoltre, per un biglietto aereo di andata e ritorno si spende in media il 2% in più dello scorso anno, un biglietto del treno costa il 3,8% in più. Prendere l'auto comporterà un esborso maggiore di oltre 20 euro per due pieni.
In rialzo dell'1,5% , dice sempre l'Adoc, anche i pacchetti vacanza ''tutto compreso'', mentre l'alloggio in un albergo a mezza pensione per una settimana costa l'1,4% in più. La spesa media di una singola persona, per viaggio e alloggio, si aggira sui 600 euro, solo il 3% ha preventivato un budget superiore a 1000 euro per le proprie vacanze. In crescita ovviamente i viaggi low cost, scelti dal 39% dei vacanzieri e quelli pagati a rate, circa l'11%. Il 55% dei partenti scegliera' l'Italia come destinazione, in particolare le località marittime, per chi andrà all'estero la meta preferita è l'Europa, in particolare le città d'arte; solo il 20% si sposterà oltreocean

Trst, oltrepadania. In Fvg saltano più di 8 mila dipendenti pubblici
La “cura Monti” insidia 2 mila posti solo nella scuola. In Regione a rischio 22 dirigenti su 114. Allarme per Insiel
di Marco Ballico
 TRIESTE. Oltre 2mila posti in meno in sanità, altrettanti nella scuola, 1.500 tra Regione, Province e Comuni. Il taglio del 10% dei dipendenti pubblici in Friuli Venezia Giulia riguarderebbe più di 8mila persone, stando ai dati più recenti a disposizione, quelli del Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato che, nel 2010, contava 83.369 dipendenti pubblici, appunto, sul territorio regionale.
La riduzione del personale
La spending review del governo contiene spesa, posti letto negli ospedali, Province e società partecipate. Ma, ancora più concretamente, riduce le persone. Un taglio secco, si legge nel capitolo “Riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni”, del 20% dei dirigenti e del 10% del personale, ipotizzando i conseguenti esuberi in mobilità per due anni all’80% dello stipendio.
Le cifre del dimagrimento
L’applicazione della norma in una regione “pubblica” come la nostra (un residente su 14 lavora nel settore) incide pesantemente. Non tanto sui dirigenti (per fare un esempio, in Regione si scenderebbe da 114 a 92), quanto sull’area non dirigenziale, un esercito di oltre 80mila persone che dimagrirebbe, secondo l’indicazione governativa, di 8mila unità.
Dalla sanità alle agenzie fiscali
Anche in questo caso qualche esempio: la sanità dovrebbe tagliare del 10% i suoi 20.390 dipendenti, lo stesso la scuola (che conta 20.900 addetti), le forze armate (8.480), i corpi di polizia (8.053), le università (2.885), i ministeri (2.736), le agenzie fiscali (1.612), gli enti pubblici non economici (1.112). Ma in Friuli Venezia Giulia ci sono pure vigili del fuoco (924), ricercatori (375) e magistrati (186).
Il comparto unico
Un altro settore in forte calo sarebbe naturalmente la funzione pubblica, il famoso esercito di 15mila persone del comparto unico. Si tratta in realtà di una stima in costante calo, come ha ricordato l’assessore regionale in uscita, Andrea Garlatti, nel giorno dell’addio. Dal 2007 al 2011 il personale negli enti locali è calato di 719 unità (-5,5%) e a Palazzo i tradizionali 3mila regionali sono diventati, nel novembre 2011, 2.513.
Gli interrogativi e le resistenze
Si terrà conto del dimagrimento già posto in essere dalla giunta Tondo o si dovrà procedere d’ora in avanti a un’ulteriore sforbiciata del 10%? È uno dei tanti interrogativi di un quadro ancora molto impreciso con la maggioranza regionale che intende tenere duro su ogni fronte, convinta com’è di avere già dato in questi anni di bilanci virtuosi pur con risorse in calo causa crisi economica.
Le Province e i Tribunali
Tra le altre simulazioni possibili, la spending review in Fvg comporterebbe la scomparsa delle Province di Gorizia e Pordenone (stando ai due criteri dell’estensione e della popolazione, peraltro ancora da ufficializzare), mentre è già decisa la chiusura dei tribunali di Tolmezzo e Palmanova, con tutta la Bassa friulana “spostata” a Gorizia, così come Pordenone assorbirà il lavoro di Portogruaro.
Le società partecipate
E ancora la Regione è chiamata a dimezzare la spesa per il parco auto: nel 2011 si sono toccati i 2,7 milioni, circa 700mila euro in meno del 2008. E sempre la Regione dovrà fare attenzione al percorso parlamentare del capitolo “società pubbliche”. Se infatti nell’ultima stesura del consiglio dei ministri è saltato l’obbligo di ridurre a tre i membri dei cda (un altro stop al moltiplicare delle poltrone), rimane la previsione del divieto per il pubblico di detenere partecipazioni in controllate che nel 2011 hanno ottenuto un fatturato da prestazione di servizi a favore delle pa superiore al 90%. E così, al momento, andrebbero sciolte entro il 31 dicembre 2013 Insiel, Fvg Strade, Ares e Gestione Immobili Fvg.
L’Autorità portuale
Altro “zac”, infine, a una specifica busta paga, quella del presidente dell’Autorità portuale di Trieste Marina Monassi. Il decreto impone il calo del 5% per gli stipendi dei vertici dei porti italiani. La paga di Monassi scenderebbe dunque di poco meno di 10 mila euro: da 199.716 a 189.730.

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