lunedì 9 luglio 2012

(2)_IX.VII.MMXII/ Sardegna. L’impressione è che il vecchio modello di sviluppo dell’isola, avviato negli anni Sessanta con l’industria di base e con il turismo delle seconde case, sia giunto al tramonto. Monceri spiega: «Il primo tema è come far crescere l’agricoltura, oggi affetta da danismo esasperato, e creare i presupposti per fare massa critica. Le Reti d’impresa sono importanti ma non sono la panacea di tutti i mali: basti pensare che a livello nazionale le reti si basano solo su 1.300 imprese. Serve massa critica tra quelle aziende che puntano all’internazionalizzazione del prodotto». Assistere le imprese all’estero non significa solo fornire loro un conto corrente: «Si tratta di creare i presupposti per le opportunità di business». Il mondo bancario, sostiene il direttore generale della Banca di credito sardo, dal 2009 si è avvicinato sempre di più al mondo delle associazioni.

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Credito, l’anomalia dell’isola
L'allarme Moody's sulle banche italiane
Mutui: crollano erogazioni, -47% nel primo trimestre 2012
Spending review: Giampaolino, inizia un procedimento virtuoso
Hollande, priorita' e' risanamento conti
Crisi: Hollande,la Francia deve ripartire

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Credito, l’anomalia dell’isola
09.07.2012
CAGLIARI Pierluigi Monceri, nuovo direttore generale della Banca di credito sardo, è stanco della litania sulla stretta del credito. La domanda è provocatoria: se i dati contabili si sono mostrati spesso inaffidabili, non è ora di guardare alla storia delle aziende? La risposta è immediata: «Sono in Sardegna da trenta giorni, ho esaminato novanta pratiche. Se non avessimo usato il buon senso sa quante ne avremmo finanziate? Tre su novanta». Il sistema economico dell’isola visto da chi sino a un mese fa era direttore dell’area Liguria e Piemonte di Intesa Sanpaolo, è sicuramente anomalo. A cominciare dal credito «visto che due gruppi da soli, (Bper e Intesa, Ndr), detengono il settanta per cento del mercato», afferma Monceri, «un fatto distorsivo, un punto di debolezza che può e deve diventare almeno nel nostro caso un punto di forza». E poi l’anomalia della qualità del credito con aziende sottocapitalizzare e spesso con scarsa cultura finanziaria. E allora come affrontare una crisi incombente e che dopo l’estate diverrà ancora più difficile? Monceri spiega: «Cerco di affrontare i problemi in modo positivo. Capisco che non è facile ma ci vuole senso di responsabilità». Per il sistema dell’isola si tratta di salvare il salvabile: «Prima dobbiamo salvare l’esistente e allo stesso tempo capire come e dove agire. Per questo abbiamo realizzato quattro momenti di ascolto con associazioni e gruppi di imprenditori». L’impressione è che il vecchio modello di sviluppo dell’isola, avviato negli anni Sessanta con l’industria di base e con il turismo delle seconde case, sia giunto al tramonto. Monceri spiega: «Il primo tema è come far crescere l’agricoltura, oggi affetta da danismo esasperato, e creare i presupposti per fare massa critica. Le Reti d’impresa sono importanti ma non sono la panacea di tutti i mali: basti pensare che a livello nazionale le reti si basano solo su 1.300 imprese. Serve massa critica tra quelle aziende che puntano all’internazionalizzazione del prodotto». Assistere le imprese all’estero non significa solo fornire loro un conto corrente: «Si tratta di creare i presupposti per le opportunità di business». Il mondo bancario, sostiene il direttore generale della Banca di credito sardo, dal 2009 si è avvicinato sempre di più al mondo delle associazioni. Un cambiamento rilevante che segue i nuovi modelli di business. «Considerato che noi in Sardegna investiamo molto di più di quanto non raccogliamo», dice Monceri, «vogliamo puntare anche su settori nuovi, come quello delle tecnologie che nell’isola sono importanti non tanto come volumi ma come distretti». Servirebbe una banca d’affari? «Basta l’uso generoso del buon senso», conclude Monceri.

L'allarme Moody's sulle banche italiane
"Male per regole Bce su bond garantiti"
Secondo l'agenzia di rating potrebbero incontrare difficoltà anche gli istituti di credito solventi per la decisione di Francoforte di limitare l'uso di obbligazioni bancarie come collaterale
MILANO - La decisione, la scorsa settimana, da parte della Bce di limitare l'uso di bond bancari con garanzia pubblica come collaterale per il rifinanziamento alle aste "ha effetti negativi sul profilo di credito" dei detentori di bond bancari emessi da istituti di credito che non dispongono di fonti alternative di collaterale accettato dalla Bce.

Lo scrive Moody's investors service nel bollettino "weekly credit outlook", aggiungendo che "la misura si farà sentire su alcune banche di Paesi periferici" dell'Eurozona "come l'Italia" e potrebbe comportare "difficoltà anche per banche solventi in Paesi sotto stress". Moody's ricorda nel bollettino che in alcuni Paesi, come Grecia e Italia, le banche sono state autorizzate a emettere bond garantiti dai rispettivi governi per accedere ai finanziamenti Bce e, senza questo tipo di titoli, sottolinea Moody's, "molte banche hanno asset limitati che possono essere accettati" dall'Eurotower. "Di conseguenza - continua Moody's - queste banche dovranno affidarsi ad altre fonti di collaterale ammesso dalla Bce se ne hanno, oppure saranno obbligate a ridurre il fabbisogno in funding".

Le stesse banche potrebbero "ottenere aiuto dalle rispettive banche centrali nazionali che potrebbero scegliere di non applicare gli stessi rigidi criteri con il programma Ela", lo sportello nazionale che fornisce liquidità di emergenza alle banche in difficoltà. Anche se la politica della Bce continua a essere accomodante,   scrive Moody's, ricordando il taglio dei
tassi di giovedì scorso, nondimeno il limite apposto ai bond bancari con garanzia statale come collaterale "potrebbe comportare problemi sostanziali anche a banche solventi in paesi sotto stress se gli istituti si trovano in una situazione di scarsità di funding e di collaterale limitato".

Mutui: crollano erogazioni, -47% nel primo trimestre 2012
11:20 09 LUG 2012
(AGI) - Roma, 9 lug. - Crollano le erogazioni di mutui immobiliari per acquisto di abitazioni nel primo trimestre dell'anno. Il calo, rileva l'Osservatorio sul credito al dettaglio di Assofin, Crif e Promteia, e' pari al 47%. Giu' anche le erogazioni di credito al consumo: -2,2% nel 2011 e -11% nei primi tre mesi del 2012. Il livello di rischiosita' del credito rimane stabile. - Nel dettaglio, sono soprattutto gli altri mutui (mutui per ristrutturazione, liquidita', consolidamento del debito, surroga e sostituzione) a subire una flessione netta: dopo il -24,9% del 2011, nei primi tre mesi del 2012 fanno registrare una contrazione delle erogazioni pari a -80% rispetto allo stesso periodo del 2011. Tale risultato e' dovuto principalmente al crollo delle surroghe, operazioni naturalmente poco attraenti e dunque non richieste in fase di tassi in crescita. Il permanere di un atteggiamento di massima cautela nelle politiche di offerta e nei comportamenti delle famiglie e' testimoniato anche dalla bassa quota di mutui con Loan to Value ratio oltre l'80% dell'immobile finanziato, che nel 2011 ha riguardato appena il 5% circa dei flussi totali dopo l'11% raggiunto nel periodo antecedente la crisi e dall'aumento della quota di nuovi mutui con durata superiore a 26 anni (pari al 42% del totale). Inoltre, il clima di incertezza ha spinto le famiglie a scegliere soluzioni e formule che le tutelino contro eventuali futuri innalzamenti dei tassi: stanno infatti aumentando le quote dei mutui a tasso misto e a tasso fisso (entrambe al 27% nei primi tre mesi del 2012). Tuttavia, circa il 50% delle erogazioni complessive nel 2011 e il 46% nel primo trimestre 2012 risulta essere ancora stipulato a tasso variabile, favorito dai tassi di mercato di riferimento che si sono mantenuti su livelli contenuti.

Spending review: Giampaolino, inizia un procedimento virtuoso
ultimo aggiornamento: 09 luglio, ore 12:32
Roma, 9 lug. (Adnkronos) - Sulla spending review ''il nostro giudizio e' che e' uno dei primi provvedimenti in cui si va verso una revisione qualitativa della spesa: e' l'inizio di un procedimento virtuoso che la Corte ha sempre auspicato''. Lo afferma il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino a margine di un convegno sulla corruzione.

Hollande, priorita' e' risanamento conti
Insieme a recupero competitivita' e occupazione
09 luglio, 13:40
(ANSA) - PARIGI, 9 LUG - Il ''risanamento dei conti pubblici'' e' una delle tre grandi priorita' della Francia: lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande, intervenendo alla grande conferenza sociale, insieme ad imprenditori e sindacati, che si e' aperta oggi a Parigi. Il presidente ha quindi sottolineato che gli altri due grandi obiettivi sono il ''recupero della competitivita''' e ''l'occupazione''.

Crisi: Hollande,la Francia deve ripartire
capo Eliseo illustra i suoi progetti di democrazia sociale
09 luglio, 13:49
(ANSA) - PARIGI, 9 LUG - ''E' ormai tempo di rimettere la Francia in moto'': lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande, aprendo a Parigi la 'Grande conferenza sociale' organizzata da imprenditori e sindacati per cercare di dare una risposta alle urgenze della crisi, a partire dal diritto al lavoro e al rischio licenziamenti. Il capo dell'Eliseo illustrera' i suoi progetti di democrazia sociale, mentre i circa 200 partecipanti cercheranno di elaborare un'agenda sociale per il prossimo quinquennio.

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