mercoledì 11 luglio 2012

(3)_XI.VII.MMXII/ Nel belpaese padanino contano piu’ 4 pidocchi surgelati che tutti i terroni caldi messi insieme.===Bozen, oltrepadania, Francesca Gonzato: I giochi si sono fatti pesanti. Siamo arrivati al nucleo del problema: la difesa dell’autonomia stessa. Sono queste le valutazioni che si rincorrono tra Bolzano e Trento. La spending review, ennesimo strappo alle regole statutarie, sta innescando una crisi. Si studia una strategia di difesa e spunta la proposta di chiedere l’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, come massimo tutore dell’ancoramento costituzionale dell’autonomia speciale. Dobbiamo informare tutti e dico che sarebbe opportuno coinvolgere anche l’Austria, spiega il presidente Durnwalder.---Republika Slovenija: Il Dnevnik, considerato vicino al governo di centro-destra, ha preferito mettere in risalto un argomento bilaterale con il titolo: Napolitano e Turk per altri sforzi su finanziamenti minoranze.

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Isola troppo cara, gli italiani disertano
Welfare: la Campania si ribella  e non firma il riparto del fondo
Monti istituisce comitato coordinamento economico
Governo: Grilli ministro dell'Economia, oggi la nomina
Italia-Slovenia: visita Napolitano, ampia eco stampa Lubiana in risalto intervento presidente a Parlamento sloveno
Bozen, oltrepadania. «Autonomia sotto attacco scriveremo a Napolitano»

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Isola troppo cara, gli italiani disertano
11.07.2012
OLBIA La classe media non va più in paradiso. La Sardegna è sempre più un’isola infelice, troppo lontana dall’economia reale fatta di tasse e tassi, mutui e rate. La Sardegna viene abbandonata dagli italiani accerchiati nei loro risparmi dalla manovra del governo Monti e scoraggiati da una crisi che ha svaligiato i conti in banca. L’isola scompare dalla geopolitica del turismo, dalle superpotenze degli ombrelloni del Mediterraneo. Una vacanza in Sardegna costa più che andare alle Seycelles, più che in Grecia o a Ibiza. Troppo cara per tasche svuotate dalla recessione globale, dalla crisi internazionale. Il turismo di lusso, fatto di sceicchi e magnati, brilla più degli hotel stellari della Costa Smeralda. I ricchi non piangono, vanno al mare con jet privati e i mega yacht. Ma la classe media non riesce più a guadagnarsi il suo posto al sole. A pagare una vacanza in Sardegna. Gli Italiani, linfa vitale per gli hotel tra luglio e agosto, non si vedono più. «Sono loro a non andare più in ferie – spiega Gian Mario Pileri, il vicepresidente della Fiavet, la federazione che riunisce tutte le agenzie di viaggio in Italia –. Il dato progressivo sulle presenze in Sardegna che abbiamo elaborato per gli ultimi due anni è drammatico. Rispetto al 2010 ci sono 10 milioni di turisti in meno in due anni. Un numero che da solo basta a spiegare la situazione in cui siamo precipitati. Un gorgo da cui non riusciamo a uscire. Il calo delle presenze anche quest’anno va dal 20 al 30 per cento. Il motivo è semplice. I costi dei trasporti, navali e aerei, sono troppo elevati. Gli sforzi degli hotel per ridurre le tariffe e aumentare i servizi sono vanificati. Basta fare un semplice confronto per capire che la meta Sardegna perde contro tutti. Una settimana in Grecia per una famiglia di quattro persone in un villaggio costa meno di 3mila euro. In Sardegna in una struttura a tre stelle con il prezzo dei biglietti per la nave oscilla tra i 4mila e i 5mila euro. Se si va sul Mar Rosso si pagano poco più di 2mila euro. Difficile pensare che qualcuno in questo momento sia disposto a spendere il doppio». L’analisi di Pileri è spietata e mette in evidenza come siano gli italiani a non venire più in Sardegna. Il buco nel Pil del turismo isolano lo fanno loro. «I clienti stranieri hanno come sempre scelto i mesi di spalla – continua Pileri –. Per paradosso sono anche cresciuti in questo 2012. Ma con quel tipo di presenze gli hotel ci riempiono le stanze a 40 euro a notte. Questo è il costo delle camere in bassa stagione. Quando c’è da fare cassa, quando ci sono i mesi estivi, mancano i turisti disposti a spendere, i nostri connazionali. Che preferiscono fare il pieno all’auto nel fine settimana e partire verso la Puglia. Spendono un decimo e passano quattro giorni in una masseria. Tutto incluso a meno di 500 euro. È forse questa regione la nostra principale concorrente nel paese dell’austerity che ha riscoperto le vacanze in auto». Pileri punta il dito contro il principale handicap della politica turistica isolana. I trasporti. «Difficile per noi adeguarci ai prezzi che offre la concorrenza. Esistono dei costi fissi che non riusciamo ad abbattere. Non abbiamo una strategia sui trasporti. L’effetto flotta sarda è risibile, con traghetti merci che caricano più auto che passeggeri, e con prezzi non troppo lontani da quelli degli altri armatori. La continuità territoriale aerea non è mai partita per i non residenti. Si deve escogitare un meccanismo che incentivi l’arrivo dei turisti, mi pare che fino a oggi si sia cercato di ostacolarli. Più volte la Fiavet ha chiesto un incontro all’assessore ai Trasporti Christian Solinas. La Regione ha preferito prendere altre strade con campagne pubblicitarie sballate e fuori tempo. Sarei curioso di vedere quale effetto avranno su questa stagione». La crisi è tutta in un dato reale, di economia spicciola, quella delle camere piene. Nel weekend un hotel a quattro stelle che si affaccia su una delle spiagge più belle della Gallura aveva solo 6 camere occupate. «È uno dei tanti alberghi che vive la crisi della fuga dei turisti e deve cercare di restare aperto anche con quasi tutte le stanze vuote – racconta Pileri –. La crisi è evidente. E si legge tutta nei numeri di porto e aeroporto. Nel 2011 all’Isola Bianca sono arrivati un milione e 300mila passeggeri in meno. Quest’anno il trend è lo stesso, con un ulteriore calo del 20 per cento in meno a Olbia, meno 30 a Golfo Aranci e meno 25 a Porto Torres. Anche la Geasar, che sugli arrivi dei voli internazionali ha un dato positivo e un costante trend di crescita, a maggio ha un meno 8 per cento per gli arrivi degli italiani. E la nostra rinascita deve partire proprio dalla riconquista dei nostri tartassati connazionali».

Welfare: la Campania si ribella  e non firma il riparto del fondo
L'assessore Russo: «Diventa così ufficiale la non intesa rispetto ad un fondo praticamente azzerato e che suona come un insulto per le fasce più deboli della popolazione»
NAPOLI - «Questa mattina la Campania, insieme a tutte le altre Regioni d'Italia, ha detto un secco e motivato no al riparto del Fondo nazionale politiche sociali proposto dal Governo. Diventa così ufficiale la non intesa rispetto ad un fondo praticamente azzerato e che suona come un insulto per le fasce più deboli della popolazione. Soltanto 43 milioni di euro per tutta la penisola nel 2012, di cui appena un milione per la Campania. Abbiamo chiesto formalmente al presidente Errani di farsi carico tra le emergenze di quella esplosiva del sociale, che dopo l' abdicazione da parte dello Stato rischia di provocare effetti disastrosi nel nostro Paese. Soprattutto al Sud.» Così Ermanno Russo, assessore all'Assistenza sociale della Campania, a margine della seduta della Commissione Politiche sociali della Conferenza delle Regioni riunitasi oggi a Roma. «Il presidente Errani deve trovare necessariamente un canale per aprire il dialogo su questo tema con il Governo, altrimenti le Regioni resteranno completamente fuori dalla partita dei servizi alla persona. Il ministero delle Politiche sociali non può pensare, in un momento di crisi senza precedenti e con i ripetuti tagli al sociale, di mantenere per sè una quota tanto alta di risorse del Fondo nazionale politiche sociali, ben 33 milioni di euro sui complessivi 43 milioni previsti dallo schema di riparto. Alle Regioni andrebbero soltanto 10 milioni di euro, una cifra che ha del ridicolo», ha concluso Russo.

Monti istituisce comitato coordinamento economico
Alle riunioni potra' essere invitato Governatore di Bankitalia
11 luglio, 14:38
ROMA  - Il premier ha deciso di istituire un Comitato per il coordinamento della politica economica e finanziaria, da lui presieduto. Di esso - informa una nota - faranno parte i ministri dell'Economia, per lo Sviluppo Economico e altri ministri competenti. Alle riunioni potra' essere invitato il Governatore della Banca d'Italia.

Governo: Grilli ministro dell'Economia, oggi la nomina
ultimo aggiornamento: 11 luglio, ore 14:30
Roma, 11 lug. (Adnkronos) - Vittorio Grilli sara' nominano in giornata ministro dell'Economia. Secondo quanto rende noto una nota di palazzo Chigi il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha proposto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di nominare Grilli a ministro dell'Economia e si rechera' al palazzo del Quirinale alle ore 16.30 per la cerimonia del giuramento.

Italia-Slovenia: visita Napolitano, ampia eco stampa Lubiana in risalto intervento presidente a Parlamento sloveno
11 luglio, 15:43
(ANSAmed) - LUBIANA, 11 LUG - Tutta la stampa slovena in edicola oggi riferisce sulle prime pagine e in esteso del primo giorno della visita di stato in Slovenia del presidente Giorgio Napolitano, riportando in particolare estratti del suo discorso al parlamento di Lubiana nel quale si e' soffermato ''sul superamento degli argomenti bui del nostro passato comune''.
 Il principale quotidiano di Lubiana, Delo, titola in prima pagina ''Napolitano e Turk (presidente della Slovenia, ndr): Abbiamo bisogno di piu' Europa'', spiegando che i due presidenti si sono trovati d'accordo sulla necessita' di ''avere piu' integrazione fiscale, finanziaria e bancaria a livello europeo''. Il Dnevnik, considerato vicino al governo di centro-destra, ha preferito mettere in risalto un argomento bilaterale con il titolo: ''Napolitano e Turk per altri sforzi su finanziamenti minoranze''. Il giornale Vecer, di Maribor, seconda citta' della Slovenia, dedica il titolo al discorso all''Assemblea nazionale di Lubiana: ''Il presidente italiano accolto con applausi da destra e da sinistra'', mettendo in risalto l'affermazione di Napolitano secondo il quale ''negli ultimi vent'anni i nostri due Paesi hanno superato molti ostacoli e instaurato un dialogo tra culture, giungendo ad accordi che garantiscono la vita delle minoranze''. In un editoriale, anch'esso pubblicato in prima pagina, l'analista di Delo Sasa Vidmajer, ricorda pero' che i rapporti tra i due Paesi hanno avuto alti e bassi, e che ''proprio lo stesso Napolitano incarna una serie di paradossi'' nella comunicazione tra Roma e Lubiana. Prima di ieri ''nessun presidente di uno Stato straniero ha mai avuto l'opportunita' di rivolgersi al parlamento sloveno, e Napolitano ha avuto questo onore per il suo impegno personale nel rafforzamento dei rapporti con la Slovenia'', scrive l'analista. ''Prima di lui, pero', nessun inquilino del Qurinale ha mai usato parole cosi' dure e offensive quando nel 2007, in occasione della Giornata del ricordo delle foibe e dell'esodo, Napolitano parlo' di slavi sanguinari''.
 Nel 1992 ''l'Italia fu il primo Paese al mondo il cui presidente porto' personalmente a Lubiana il documento sul riconoscimento dell'indipendenza, ma presto divento' anche il vicino piu' difficile, e nessun altro Paese ha mostrato cosi' poco rispetto per il nuovo Stato sloveno'', afferma Vidmajer.
''Ma dopo anni di confronti - continua l'editoriale - i temi difficili si sono esauriti, e il gesto simbolico di Napolitano a Trieste due anni fa, quando si e' inchinato davanti alle vittime slovene del fascismo, ha rappresentato una svolta cruciale''.
''Una nuova qualita' nei rapporti e' ora percepibile, anche se ancora rimane molto da fare'', conclude Vidmajer, indicando, tra le altre cose, il rigassificatore di Trieste, il finanziamento della minoranza slovena in Italia e la restituzione di una serie di beni artistici rimasti in Italia dopo la caduta del fascismo.
(ANSAmed).

Bozen, oltrepadania. «Autonomia sotto attacco scriveremo a Napolitano»
Spending review, oggi il vertice delle giunte provinciali. Ecco i punti sul tavolo. Si punta a coinvolgere il Quirinale. Durnwalder: «E chiameremo anche Vienna»
di Francesca Gonzato
BOLZANO. Rapporti Roma-Bolzano-Trento. I giochi si sono fatti pesanti. «Siamo arrivati al nucleo del problema: la difesa dell’autonomia stessa». Sono queste le valutazioni che si rincorrono tra Bolzano e Trento. La spending review, ennesimo strappo alle regole statutarie, sta innescando una crisi. Si studia una strategia di difesa e spunta la proposta di chiedere l’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, come massimo tutore dell’ancoramento costituzionale dell’autonomia speciale. «Dobbiamo informare tutti e dico che sarebbe opportuno coinvolgere anche l’Austria», spiega il presidente Durnwalder. Questa mattina si terrà a Palazzo Widmann un vertice straordinario delle giunte provinciali di Bolzano e Trento, allargato alla giunta regionale. All’ordine del giorno c’è la preparazione di un nuovo documento da presentare al governo, cui verrà chiesto un incontro. Ma a questo punto i presidenti Durnwalder e Dellai, che hanno rafforzato la sinergia tra le due Province, stanno valutando l’ipotesi di inviare una nota al presidente Napolitano, che peraltro conta sugli aggiornamenti costanti del Commissariato del governo. Lo conferma Lorenzo Dellai: «Il presidente Napolitano va scomodato con cautela, ma è giusto informarlo sugli aspetti più istituzionali contenuti nel decreto del governo, che rappresentano un’invasione costante della nostra autonomia. Siamo consapevoli che la nostra autonomia ha il suo ancoraggio in un accordo internazionale». A Trento ritengono che un gioco troppo spinto contro l’autonomia potrebbe indurre la Svp a rivolgersi a Vienna, questa volta veramente. « Non minacceremo più, ma agiremo», ha spiegato il deputato Siegfried Brugger. Lo conferma il senatore Oskar Peterlini: «Il punto è il rispetto delle regole. A Roma forse non si rendono conto che la nostra autonomia è un tema su cui non si può giocare, perché è stato il successo politico di politici della Svp e dei partiti di lingua italiana che hanno pacificato un territorio». Il clima è talmente pesante che nella Parteileitung di lunedì è stato chiesto di serrare i ranghi e superare le divisioni tra assessori e parlamentari della Svp, Durnwalder compreso. Brugger: «Non possiamo più permetterci il lusso di agire scoordinati nei rapporti con il governo». Tutto il resto è materia finanziaria. Durnwalder: «Torneremo a proporre di farci carico degli oneri dei servizi statali svolti sul territorio provinciale, 450 milioni, in cambio di una certezza dei rapporti finanziari tra Roma e Bolzano».

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