martedì 14 agosto 2012

Taras, amore mio


La vita mi ha dato tre gioie, la conoscenza viva di Napoli, Genova e Taranto. Ho rammarico nel profondo per Palermo, Catania, Bari, Cagliari: la vita e’ breve, ce la faro’ alla prossima. Ho conosciuto altre citta’ a fondo: Roma Milano e Trieste, citta’ aperte, nel senso letterale della parola: il padrone di turno se le piglia. Ma Napoli, Genova e Taranto no, son chiuse, col cazzo che te le pigli. Questo l’ho capito nella mia vita di pellegrino del lavoro, al soldo. Ma Taras non e’ solo chiusa, e’ qualcosa che non ho capito, ho intuito che e’ molto di piu’ e di diverso: ma che cazzo e’? Taras chi cazzo sei, perche’ mi porto dietro da troppi decenni il tuo fascino?
Gia’, Taras fa schifo: fumi piccirilli donne uomini, col tumore. Gia’, e’ cosi’, da tanto, da troppo: lo so da decenni. Ma per decenni Taras non ha avuto problemi d’occupazione, per un reddito medio-basso, quello per famiglia da casa popolare del “Quartire San Paolo”: che credevi Taras, che non lo sapessi? Io lo so, in prima persona ed anche perche’ al paese venivano da Te, per fare le vacanze estive: e fino alle due di notte si passeggiava il Corso, a discutere ed ipotizzare cosa se, cosa fosse, cosa sarebbe e via cosi’, in preda alla frenetica fantasia di liceali gonfi di massimi sistemi, nella “capa fradicia di culi e tette delle femmine”.
Taras, amore mio, sei quell’amore che non ho mai avuto, mai conquistato, perche’ tale sei: inconquistabile: sei come il piu’ grande amore della mia vita: Arianna. Cosi’ si chiama il piu’ grande amore della mia vita: come te, impossibile da avere, possedere, trattenere. Taras, tira fuori il filo che nascondi nel tuo profondo, quello che non son riuscito a vedere, ne’ intuire. Taras, dipana il Filo d’Arianna in faccia a tutti sti’ bastardi, mostrati un sola volta, per far vedere chiaramente che non sei assoggettabile a nessun Minotauro, e che bisogna aver paura di Taras. Taras, il Filo d’Arianna che hai nel piu’ profondo del Tuo Grembo e’ quello che non son riusciti a vedere, loro. E nemmeno io.
grecanico

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