giovedì 11 novembre 2010

A Salerno è emergenza


Da redazione
Creata il 11/11/2010 - 10:30
Alessandro De Pascale
MALTEMPO. La Provincia chiede lo stato di calamità. Oltre 3.000 ettari di terreno allagati, diverse frane, strade chiuse e 300 persone evacuate. Danni per decine di milioni di euro, 14 Comuni saranno senz’acqua per giorni.

I danni del maltempo si trasferiscono in Campania. Le abbondanti piogge degli ultimi due giorni stavolta hanno mandato in tilt soprattutto la provincia di Salerno. La Coldiretti parla di oltre 3mila ettari di terreno sott’acqua in tutto il salernitano con intere colture di frutta e verdura, destinate ad essere vendute già tagliate e pulite in sacchetto, andate distrutte. A rischio l’olivicoltura e il bestiame, bufale comprese. Più di 300 le persone evacuate e danni per decine di milioni di euro. Quattro i fiumi esondati (Tanagro, Sele, Sarno e Solofrana), cui si aggiungono le frane, gli smottamenti e la caduta di massi che hanno costretto a chiudere totalmente al traffico cinque strade provinciali, mentre altre 53 sono parzialmente bloccate. In 14 Comuni è stata sospesa per i prossimi giorni anche l’erogazione dell’acqua potabile per danni alle infrastrutture dell’acquedotto Basso Sele.
 Rubinetti vuoti anche nella zona orientale di Salerno, Pontecagnano, Battipaglia, Eboli e Agropoli. Interrotti per frane, allagamenti e alberi caduti diversi tratti di statali: la 268 del Vesuvio, la 166 degli Alburni, la 163 Amalfitana e la 18 Tirrena inferiore. Disagi anche sull’autostrada A3 per l’allagamento del piano viabile e il forte vento. Vigili del fuoco, forze dell’ordine e Croce rossa sono al lavoro per limitare i disagi. Oltre 200 persone, nonostante l’invito delle autorità, non hanno voluto lasciare le proprie abitazioni minacciate dall’acqua temendo episodi di sciacallaggio. Il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli (Pdl), parla di una situazione che «potrebbe ulteriormente peggiorare», tanto da aver chiesto un «intervento immediato da parte del governo» per l’attuale stato di calamità.
«Non c’è solo il Veneto», ha spiegato il governatore, mentre l’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Marcello Feola, sollecita la Regione Campania a scendere in campo quanto prima, dal momento che «le risorse economiche a disposizione non bastano a fronteggiare i numerosi danni causati dalle piogge e dai conseguenti allagamenti registrati in tutta la provincia». Per Legambiente, ben 474 Comuni campani sono a rischio frane o alluvioni. In pratica l’86 per cento del totale. E la provincia di Salerno, tra i 5 capoluoghi della Campania, è la più fragile con addirittura il 99 per cento delle municipalità classificate a rischio. I problemi maggiori si registrano soprattutto nella Piana del Sele e nell’agro nocerino-sarnese. I vigili del fuoco hanno tratto in salvo tre persone trovate aggrappate ad un tronco di albero in località Ponte Barizzo, per lo straripamento del Sele.
 «Diverse aree della Piana, tra cui Ponte Barizzo, spesso chiuso perché allagato, per l’Autorità di bacino rientrano nella zona rossa ma gli interventi non sono stati mai fatti - denuncia il geologo Rocco Tasso -. Inoltre, a causa dello sviluppo urbano non pianificato, in alcune aree mancano le fognature e l’impermeabilizzazione della Piana per uso agricolo fa affluire tutte le acque reflue nel Sele che non regge il carico». Critica anche la situazione del fiume Sarno. «Nell’agro nocerino-sarnese - continua il geologo - ai problemi di carattere geologico, la conformazione calcarea può dare luogo a colate rapide di fango (vedi Sarno e Costiera amalfitana), si somma l’utilizzo selvaggio della montagna con assenza di controlli e mancata cura del territorio. Completa il quadro la rete di raccolta delle acque, inesistente in quasi tutta la provincia di Salerno», conclude Tasso. Il presidente di Legambiente Campania, Michele Buonomo, chiede a gran voce «un monitoraggio costante che servirebbe anche a salvare vite umane».
 Partendo dalla Costiera amalfitana, «più fragile di quanto si possa immaginare e che richiede interventi costanti», spiega Buonomo. Basta ricordare la recente tragedia di Atrani. «Nella piazza principale - denuncia il presidente di Legambiente Campania - stanno già ripristinando il parcheggio, nonostante durante l’esondazione del fiume Dragone dello scorso settembre siano state proprio le auto a contribuire a sbarrare la strada alle acque che tolsero la vita alla 25enne Francesca Mansi».

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