domenica 19 dicembre 2010

Basta con i miliardi ai polacchi

“Basta con gli sprechi”: Merkel, Sarkozy e Cameron vogliono tagliare le spese dell’Ue
Germania, Francia e Gran Bretagna dicono “basta” agli sprechi dell’Unione Europea: secondo Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e David Cameron è arrivata l’ora che le istituzioni comunitarie mettano un freno agli aiuti nei confronti dei Paesi aderenti.

Financial Times
Ue: Gran Bretagna, Francia e Germania vogliono congelare il bilancio
Londra, 17 dic - La Gran Bretagna, la Francia e la Germania sono state impegnate ieri in iniziative riservate finalizzate a ottenere il congelamento del bilancio dell'Unione Europea fino al 2020, una manovra destinata a provocare la rabbia della Polonia e di altri stati membri più poveri.


Germania, Francia e Gran Bretagna dicono “basta” agli sprechi dell’Unione Europea: secondo Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e David Cameron è arrivata l’ora che le istituzioni comunitarie mettano un freno agli aiuti nei confronti dei Paesi aderenti. I tre leader hanno espresso ufficialmente la propria posizione attraverso una lettera, come riportato da Giorgio Offeddu in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera.

La missiva, spiega Offeddu, “chiede il congelamento «in termini reali» fino al 2020 del bilancio dell’Unione Europea, a causa della crisi e in nome dell’austerità”. Inoltre “lo fa in una forma che più ufficiale non si può: il documento è stato reso pubblico ieri dall’Eliseo, dopo che per lunghe ore si era vociferato di un «accordo segreto» intorno a una proposta iniziale del britannico Cameron”. Infine, “questa richiesta viene formalizzata senza che nessuno dei cinque leader abbia consultato formalmente la Commissione europea, organismo che ha competenze ben precise in materia: uno strappo notevole per l’etichetta comunitaria, nella forma e nella sostanza”.

Naturalmente la proposta non è stata accolta positivamente da tutti i Paesi membri dell’Ue, soprattutto quelli per cui gli aiuti europei rappresentano una sorta di “boccata d’ossigeno”, come ad esempio l’Italia. Spiega infatti Offeddu che “l’Italia e altre nazioni non hanno condiviso, e non hanno firmato il testo: fonti diplomatiche italiane hanno parlato di un’iniziativa «inopportuna» , aggiungendo un sì al «rigore finanziario» ma anche un no a «tagli indiscriminati» , e ad operazioni che interferiscano platealmente con i poteri della Commissione.

Altri Paesi ancora, come la Polonia, stanno poi esprimendo giudizi di tenore furibondo”. Una reazione, sottolinea Offeddu, giustificata da motivi concreti: “per Paesi come la Polonia o altri «nuovi soci Ue» , il bilancio europeo — 143 miliardi di euro all’anno, 1,04 per cento del Pil complessivo dell’Unione— è importante anche politicamente, oltre che economicamente”.

Offeddu racconta anche i retroscena della posizione assunta da Germania, Gran Bretagna e Francia, che sarebbe una sorta di “baratto” tra i tre Paesi: “Dietro i documenti ufficiali ci sono però anche le schermaglie di posizione, i negoziati coperti: nei corridoi di Bruxelles si dice che la Gran Bretagna abbia ottenuto un «sì» alla stretta di cinghia sul bilancio Ue (si vorrebbe probabilmente agganciarlo al tasso di inflazione) dopo aver dato il suo «nulla osta» ai fondi agricoli particolarmente cari a Francia e Germania”.
19 dicembre 2010 | 16:54

Il primo ministro britannico, David Cameron, ha esercitato pressioni sugli altri leader affinché firmassero una lettera per chiedere di congelare il bilancio Ue, sperando di arrivare a dieci firmatari. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, lo hanno appoggiato ma hanno voluto mantenere la riservatezza per evitare uno scontro diplomatico in un momento già difficile per l'Unione. Quando, nella notte, la notizia è trapelata, ci sono state reazioni rabbiose da parte di chi vede nella spesa dell'Ue uno strumento di integrazione. Sembra, stando a fonti diplomatiche, che il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, che dovrebbe guidare la discussione sul prossimo bilancio, per il periodo 2014-2020, fosse furioso. Secondo un diplomatico, ci sarebbe stato un tacito accordo tra Gran Bretagna e Germania sul fatto che la Politica agricola comune, sostenuta dalla Francia, sarebbe rimasta intatta. Con il congelamento della spesa in termini reali, i grandi perdenti sarebbero i paesi che contano sui fondi strutturali per rafforzare le loro economie. Cameron è già sotto tiro per il suo consenso a una revisione del nuovo trattato dell'Ue, finalizzata all'introduzione di un sistema permanente di salvataggio, senza ottenere in cambio concessioni da parte di Bruxelles. La nuova campagna lo mette in rotta di collisione con la Polonia, il paese che più beneficia dei fondi Ue (l'anno scorso ha ricevuto 6,5 miliardi di euro in più di quanto ha pagato).
19 dicembre 2010 | 16:54




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