mercoledì 19 gennaio 2011

Napoli, 72 milioni di Euro – Il primo premio

Articolo di Società cultura e religione, pubblicato lunedì 3 gennaio 2011 in Germania.
[Sueddeutsche Zeitung] [Articolo originale "Tabacchi in Italien: 72.000.000 Euro - das große Los" di Andrea Bachstein]
Senza i tabacchini in Italia non funziona nulla. Una di queste piccole rivendite napoletane ora è famosa – grazie a due straordinarie vincite.


„Per le ricevitorie nessuna percentuale sulle vincite! Sia chiaro per tutti!” Così è scritto a mano su un cartello appeso sulla porta aperta di un piccolo negozio di tabacchi e ricevitoria a Napoli diventato temporaneamente famoso in Italia. Il perché, è scritto su un altro cartello “Ultimo dell’anno col botto – vinti 72 milioni di euro – giocati entrambi nella nostra ricevitoria”.

Due fortunati hanno vinto 36 milioni di euro a testa nell’ultima estrazione della Lotteria nazionale. La cosa non è passata inosservata. Nunzia di Lorenzo, che gestisce assieme al marito la ricevitoria, riferisce del grosso viavai che c’è stato, giornalisti, telecamere, curiosi. Gli incassi non sono andati male. Il giorno seguente, anzi, sono arrivate molte più persone, che speravano anche loro di trovare qui la fortuna. Non si sa chi siano i vincitori. Ma per i residenti di Corso Vittorio Emanuele è stato un allegro avvenimento. Nunzia di Lorenzo la sera ha stappato lo spumante, la gente ha fatto un po’ di festa. Un paio di loro sono comparsi in TV, per dichiarare di non conoscere i nuovi multimilionari. L’importante è che siano persone che se lo meritavano.

Due giorni dopo nella cittadina tutto è tornato normale. Si tratta di una delle più di 50.000 Tabaccherie, chiamate in genere semplicemente Tabacchi, senza le quali la vita di tutti i giorni in Italia sarebbe impensabile. Le rivendite, il cui cartello blu e bianco che mostra una grande T indicano la licenza per la vendita dei prodotti soggetti a monopolio, di regola sono molto più che rivendite di sigarette e ricevitorie del Lotto. E’ quasi certo che la vita di tutti i giorni andrebbe in crisi senza di essi. Questo non dipende tanto dalla varietà e dal tipo di prodotti in vendita. Può riguardare in varie situazioni quasi tutto, dai dolciumi ad articoli di cancelleria, giornali, giocattoli, articoli da regalo, souvenir o accessori per il mare. Alcuni tabaccai vendono ancora per tradizione persino il sale. Questo perché decine di anni fa il sale era di competenza del monopolio di stato e si poteva comprare solo da loro, e fino ad oggi sulla maggior parte dei cartelli c’è scritto ancora “Sali e Tabacchi”. Ciò che rende i tabacchi così importanti oggi è il servizio semi-pubblico che offrono. Vendono marche da bollo per documenti amministrativi, modulistica e spesso anche francobolli. Si possono ricaricare i cellulari, acquistare i biglietti per il bus o per il parcheggio, pagare il canone televisivo e le bollette per la luce, telefono, gas e persino le multe. Alcuni tabacchi accettano vaglia o vendono biglietti per le partite di calcio e concerti.

Naturalmente non tutti i negozi offrono tutti i servizi, ma complessivamente forniscono quelli indispensabili. E, diversamente da molti uffici pubblici, funzionano bene. Sono talmente necessari che sono costretti a mettersi d’accordo per le ferie, in modo che in agosto nessun quartiere resti del tutto privo del loro servizio. Sono importanti, soprattutto nei quartieri residenziali delle grandi città, per la loro funzione sociale. Qui si ritrovano i vicini per fare quattro chiacchiere e raccontarsi le novità. I tabaccai sanno quasi tutto quello che c’è di importante nella loro strada. Chi cerca un artigiano o un motorino usato, ha buone probabilità di trovare da loro il consiglio giusto. Spesso danno una mano alle persone anziane a compilare i moduli.

Colorati e affollati.
Anche la tabaccheria di Nunzia di Lorenzo e di suo marito Maurizio Galassi è un punto di ritrovo di questo tipo. Hanno quasi esclusivamente clienti abituali residenti in questo angolo del quartiere benestante di via Chiaia. Si trova in una posizione medio alta, e in qualche modo sono riusciti a restare fuori per un pezzo di strada dai primi mucchi di spazzatura. Il Corso Vittorio Emanuele è il tipico quartiere che riunisce un miscuglio di piccoli negozi, filiali di banca e vari locali. Accanto alla ricevitoria c’è una macelleria dalla vetrina piena di polli arrosto. Il bar Dany un po’ oltre è illuminato all’interno da luci dai toni viola e lì vicino c’è un negozio davanti al quale filetti di baccalà nuotano in sacchetti di plastica. Una signora anziana dice che viene nella tabaccheria ogni giorno. Adesso, indossando un elegante cappotto col collo di pelliccia, è seduta di fronte ad una slot-machine, che di questi tempi hanno trasformato molte tabaccherie in piccoli casinò. Ogni tanto scroscia una cascata sonante di monetine dalla macchinetta, circa 30 euro. Un po’ alla volta la signora rimpinza di nuovo la slot e chiacchiera con Nunzia di Lorenzo e il signore seduto alla seconda macchinetta. Così trascorre il pomeriggio, anche se in un posto alquanto stretto. Il negozio è minuscolo, forse 12 metri quadri, di cui solo la metà è spazio per i clienti.

Con tre o quattro persone il locale è già strapieno. È variopinto e affollato. A sinistra accanto all’entrata è seduto Maurizio Galassi dietro ad una vetrinetta, ed è occupato con i terminali che sono collegati con la Lottomatica oppure con le ricariche telefoniche dei loro clienti. Sua moglie è al banco davanti uno scaffale pieno di pacchetti di sigarette. Ovviamente è la merce principale del negozio. Giocattoli di plastica dai colori sgargianti: bamboline e servizi da thè di colore rosa, palline e paperelle riempiono tutte le vetrine. Da un angolo penzolano sacchetti di patatine, c’è posto anche per uno scaffale pieno di carta e scotch. Sul banco fanno bella mostra trespoli per caramelle, gomme da masticare e cioccolata, e dappertutto penzolano biglietti e schedine. Anche già compilate, che la Lottomatica emette a sorteggio. Due di questi hanno portato quei milioni benedetti.

Due ragazzi che indossano giubbotti di pelle e che hanno appena acquistato dei Gratta e vinci, dicono che questo negozio porti fortuna, e che lo pensavano già prima della spettacolare vincita. È possibile che questa fiducia abbia a che fare con Nunzia di Lorenzo. La 35enne ha qualcosa di radioso in sé e una innata cortesia, perché non dovrebbe anche portare fortuna. Della supervincita ne parla senza invidia, “sono felice che abbiamo portato fortuna ad altri” dichiara.

La personalità del gestore è chiaramente un fattore importante in ogni tabaccheria. 18 anni fa Nunzia di Lorenzo e suo marito hanno preso in gestione la rivendita, allora non erano ancora sposati. A lei il lavoro chiaramente piace, dice, le piace avere a che fare con la gente. E la gente lo apprezza. Pietro Testa, un signore attempato con giacca a vento e berretto di lana, dice che ci viene perché i gestori sono gentili. Ci viene più volte al giorno, abita poco distante da lì. “Sono in pensione, mi faccio un giretto e passo il tempo”. Qui può sempre contare su una chiacchierata, dicono scherzando, e talvolta, riferisce il signor Testa, il marito di Nunzia di Lorenzo, un tipo altrimenti piuttosto tranquillo, canta addirittura. Canzoni napoletane, è chiaro, e anche bene.

Naturalmente, Testa gioca anche al lotto ed è curioso di sapere chi sono i milionari.Non è proprio invidioso. In compenso è un po’ orgoglioso quando racconta che lo hanno intervistato alla TV, quando si è saputo del biglietto vincente. E comunque ci vede una vittoria in ogni caso: della sua bella Napoli non si parla solo a causa della crisi dei rifiuti e della camorra, ma finalmente di qualcosa di positivo. Grazie ad un meraviglioso normalissimo piccolo tabacchi.
http://italiadallestero.info/archives/10704
 

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