domenica 16 gennaio 2011

Notizie Federali del Mattino, speciale Veneto, 16 gennaio 2011

1. Del perche’ ha vinto Marchionne: I mutui in Italia sono i piu’ cari di tutta Europa.
2. Del perche’ ha vinto Marchionne: Prostitute, popolo di evasori.
3. Speciale Veneto: Venezia. Parentopoli Actv, si muove la procura.
4. Speciale Veneto: Veneto. Frode ai terremotati, indagata imprenditrice.
5. Speciale Veneto: Treviso. Ha beffato per 10 anni l'Usl 9, rubando 4,5 milioni di euro.
6. Speciale Veneto: Salvezzano, Padova. Ricostruzione a L'Aquila.
7. Speciale Veneto: Treviso. Braccio di ferro per il dipinto rubato.
8. Speciale Veneto: Venezia. All'asta l'unico Canaletto «mestrino».
9. Chi li capisce?: Vasto. La neve ha fatto strage di agrumi.
10. Chi li capisce?: Lanciano. Povertà quasi raddoppiata nel Frentano.
11. Chi li capisce?: Campobasso. Uno spazio per i graffitari.
12. Chi li capisce?: L’Eni lancia il turismo petrolifero in Val d’Agri.
13. Chi li capisce?: Basilicata coast to coast in Total.
14. Chi li capisce?: Termoli. 100mila immissioni in ruolo per la stabilizzazione.


1. Del perche’ ha vinto Marchionne: I mutui in Italia sono i piu’ cari di tutta Europa. In Italia chi vuole comprare casa, in media, paga 9mila euro di piu’ di un qualsiasi altro cittadino europeo. Roma - Secondo quanto rilevato dall'Ance, Associazione Nazionale costruttori edili, nel rapporto dal titolo "Il credito nel settore delle costruzioni in Italia", risulta chiaro come i mutui in Italia siano i piů cari  d'Europa. In sostanza, precisano dall’Ance, gli italiani alla fine si ritrovano ad aver pagato, per lo stesso mutuo, un anno in piu’ rispetto a qualunque altro cittadino europeo. Una realta’ questa che ostacola pesantemente la giŕ lenta ripresa del mercato immobiliare nel nostro Paese. La discriminante e’ il differenziale dei tassi di interesse presente in Italia rispetto al resto d’Europa: nel nostro Paese, infatti, a settembre i tassi medi relativi ai mutui si sono attestati al 4,1% contro un 3,74 % europeo. “Gli italiani inoltre - aggiunge l’Ance - sono costretti anche a “assumersi rischi che non vorrebbero, con le banche che continuano a erogare la maggior parte dei mutui a tasso variabile con aspettative sui tassi tendenti al rialzo”.

2. Del perche’ ha vinto Marchionne: Prostitute, popolo di evasori. Nel 2010 evasi 1,2 MLD di euro, +12,7%. ROMA - Prostitute, escort e hostess immagine: niente fattura in 9 casi su 10. Nel 2010 hanno evaso 1,2 MLD di euro, + 12,7% rispetto al 2009. "In Italia il 92% delle prostitute non rilascia la ricevuta fiscale nonostante la Cassazione abbia ritenuto tassabili i proventi" - denuncia Vittorio Carlomagno presidente dell' Associazione Contribuenti Italiani - "Il fenomeno è in costante crescita e né il redditometro, né lo spesometro riusciranno ad arginare questo malcostume".
La classifica vede al primo posto le prostitute di Venezia con 97%, seguita da Genova con il 96%, Milano con il 95%, Aosta con il 94%, Roma con il 93%, Verona con il 91%, Napoli con il 90%; Palermo con il 88%, Torino con il 87% e Bari con il 85%.
Complessivamente la classifica della illegalità fiscale - relativa sia a coloro che non hanno emesso fattura, si a a coloro che, emettendola, hanno maggiorato del 20% il compenso pattuito - stilata da Lo Sportello del Contribuente, vede al primo posto le prostitute, con il 92,3% degli evasori, seguite dalle escort (90,9%) e dalle hostess immagine (87,4%).
"L'evasione fiscale è diventato lo sport più praticato dagli italiani. Nelle discussioni di tutti i giorni, supera finanche il calcio - continua Carlomagno - Abbiamo sempre sostenuto che i proventi della prostituzione devono essere tassati, così come stabilito dalla Cassazione con la sentenza n. 20528/10". Secondo l'indagine effettuata da KRLS Network of Business Ethics per conto dell'Associazione Contribuenti Italiani, che sarà pubblicata sul magazine "Contribuenti.it", 9 italiani su 10 chiedono più rigore nella lotta all'evasione fiscale: l'89% del campione giudica ancora insufficiente l'impegno del Governo nella lotta all'evasione fiscale, definendolo "poco" (47%) o "per niente efficace" (43%), a fronte del 10% di opinione contrari a; un'azione inefficace è segnalata più diffusamente tra gli uomini (88% rispetto al 82% tra le donne), tra gli anziani (84%), e nel campione del Nord (91% rispetto al 78% nel Centro e al 86% nel Sud). L'Associazione Contribuenti Italiani chiede al Ministro Tremonti di istituire con urgenza "Lo Sportello del Contribuente" presso tutti gli organi diretti ed indiretti dell'amministrazione finanziaria per combattere l'evasione fiscale. Serve una riforma seria del sistema fiscale italiano, incentrata sul rispetto dei diritti del contribuente, l'introduzione di modelli di fiscalità dissociata e differenziata ed una contabilizzazione per cassa del recupero dell'evasione fiscale fatta al momento della sua effettiva riscossione e non prima.Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani. L'ufficio stampa Infopress 0642828753. Cordiali saluti. Lo staff di Contribuenti.it - staff@contribuenti.it
3. Speciale Veneto: Venezia. Parentopoli Actv, si muove la procura. Brunetta: con la mia riforma concorsi blindati. Antonini: inutile l’indagine del Comune. VENEZIA — «Con la mia riforma tutto questo non sarebbe successo, perché d’ora in poi ci saranno solo concorsi "blindati" e con standard europei. Quanto al passato, lascio alla magistratura e ai responsabili politici il compito di fare chiarezza ». Così il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta ha commentato ieri la «parentopoli» in Actv di cui si parla da giorni. E se la politica già si è mossa con le prese di posizione sia del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni che del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che hanno avviato delle indagini interne alle società partecipate e chiesto le liste di tutti gli assunti degli ultimi anni, anche la procura lagunare inizia a muoversi. Le notizie di stampa uscite in questi giorni sono infatti finite sul tavolo del procuratore aggiunto Carlo Mastelloni, che ora valuterà se aprire o meno un fascicolo sulla base dei resoconti giornalistici. Negli uffici dell’ex Manifattura Tabacchi non è infatti per ora arrivato alcun esposto formale e dettagliato, per cui il magistrato deve decidere se incaricare la polizia giudiziaria di avviare degli accertamenti a tutto campo: lo scandalo era stato sollevato dal sindacato Rdb-Cub nei giorni di Natale con un comunicato in cui, senza fare nomi, si denunciavano i numerosi «parenti di» in azienda.  Ne è seguito uno stillicidio di nomi e parenti di dirigenti o sindacalisti assunti in Actv o nelle altre aziende della mobilità, da Vela ad Asm. E il sindaco Orsoni ha chiesto a tutte le aziende partecipate da Ca’ Farsetti di consegnare le liste degli assunti negli ultimi cinque anni: proprio giovedì c’è stato il primo incontro tra i manager comunali da una parte, dall’altra il direttore generale Marco Agostini e il capo di gabinetto Romano Morra, a cui Orsoni ha delegato la questione. Questione il cui eco è arrivato anche a Roma, tanto che il ministro veneziano Brunetta nel corso di un convegno presso la sede di Confindustria al Vega l’ha citata di passaggio. «Abbiamo avviato una strategia di concorsi, selezioni, avanzamenti di carriera "blindati" - ha spiegato - Vi faccio l’esempio del concorso presso il Comune di Napoli dell’anno scorso, dove hanno partecipato oltre 110 mila candidati per 534 posti: tutto si è svolto secondo standard europei di trasparenza e correttezza ». Intanto Giampietro Antonini, segretario della Rdb-Cub di Venezia, rimette in azione la contraerea, definendo del tutto inefficace l'indagine avviata dal Comune. «Verificare le liste delle assunzioni non serve a nulla, perché lo scandalo non sono le possibili parentele all'interno dell'azienda, quanto le modalità con cui alcuni candidati vengono sempre preferiti ad altri», afferma il sindacalista, che non ritira le proprie denunce in merito alla scarsa trasparenza nelle decisioni di Actv per la gestione del personale. «Aspetto che Marco Agostini mi dia appuntamento, così potrò spiegargli - afferma Antonini - dove cercare».  Alberto Zorzi Massimo Favaro 15 gennaio 2011
4. Speciale Veneto: Veneto. Frode ai terremotati, indagata imprenditrice. Donatella Chiarotto di S.Pelajo coinvolta nell'inchiesta sugli isolatori sismici irregolari. C'è anche la padovana d'origine e tregiviana d'adozione Donatella Chiarotto, 48 anni, fra le sei persone indagate dalla Procura della repubblica dell'Aquila, per il reato di frode nelle pubbliche forniture e turbativa d'asta, nell'ambito dell'inchiesta sugli isolatori sismici adottati per le abitazioni del progetto «Case», realizzate dopo il terremoto. Donatella Chiarotto, residente a san Pelajo, è attualmente presidente della Fip di Selvazzano. Donatella Chiarotto è figlia di Romeo Chiarotto, 80 anni, industriale di lungo corso e a capo del gruppo Chiarotto nel cui portafoglio ci sono la Fip di Selvazzano e la Ing. Enzo Mantovani azienda in prima fila nel consorzio per la costruzione del «Mose». Insieme a Donatella Chiarotto, residente a Treviso in via San Pelaio 1/a, risultano indagati Mauro Dolce di Roma, responsabile del procedimento per il progetto Case al dipartimento della Protezione civile; Gian Michele Calvi, docente all'Università di Pavia nonché direttore dei lavori; Michel Bruno Dupety presidente del cda della Alga spa (una delle ditte fornitrici); Marioni Agostino, amministratore della Alga spa; Mauro Scaramuzza, residente a Venezia, amministratore delegato della Fip di Selvazzano.  Gli avvisi di garanzia sono stati notificati alle parti dopo l'accoglimento dell'incidente probatorio (pm Fabio Picuti) per chiarire alcuni aspetti relativi al funzionamento dei 4.896 isolatori sismici a pendolo.
Secondo l'accusa tali isolatori sarebbero stati, al momento della fornitura e del montaggio, privi dei certificati di omologazione e qualificazione del servizio da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici.  Per il pubblico ministero, Calvi e Dolce pur consapevoli della mancanza delle certificazioni avrebbero accettato gli isolatori e dato il via al montaggio venendo meno ai loro doveri di controllo.  La perizia servirà ad accertare l'esatta tipologia di isolatori che sono stati montati nelle 19 aree del progetto Case, il materiale utilizzato e se idonei per gli scopi per i quali sono stati sistemati.
5. Speciale Veneto: Treviso. Ha beffato per 10 anni l'Usl 9, rubando 4,5 milioni di euro. di Daniele Ferrazza   Giorgio Barbieri. Loredana Bolzan, la donna che è riuscita a soffiare in dieci anni quattro milioni di euro alle casse dell'Usl 9, ha finalmente un volto. Per due anni è riuscita a non farsi mai fotografare, proprio come la strega protagonista del cortometraggio da lei stessa sceneggiato. Dopo una lunga carriera trascorsa all'interno dell'amministrazione dell'azienda sanitaria trevigiana, Loredana Bolzan è diventata, a 53 anni, il peggior incubo dell'Usl 9, a partire dai direttori generali Quest'ultimo, in particolare, si è trovato a dover gestire uno scandalo che ha profondamente sfregiato l'immagine dell'azienda. Grazie ad un sistema tutt'altro che sofisticato, la donna è riuscita infatti a dirottare in conti correnti di parenti e amici 4 milioni di euro sotto il naso dei suoi superiori. Perfino il direttore generale Dario, durante una conferenza stampa estremamente tesa, si era lamentato del fatto che sui giornali finisse sempre la sua foto e mai quella della vera protagonista di questa incredibile vicenda.  Fino ad oggi è stato infatti impossibile intercettarla. Anche dopo essere uscita dal carcere della Giudecca nel luglio del 2009, ha tenuto un profilo bassissimo. Ben protetta dal suo avvocato, Luigi Fadalti, Loredana Bolzan ha atteso di andare incontro al suo destino: una condanna a 11 anni di carcere per peculato. Ma fino allo scoppio dello scandalo, la cinquantacinquenne era considerata un'impiegata modello, sempre disponibile con tutti, dai colleghi ai superiori. Proprio nell'ambiente dell'Usl aveva trovato conforto nei drammatici mesi che hanno seguito la tragica morte del figlio. In parallelo alla carriera all'interno dell'Usl, Loredana coltivava anche l'altra sua grande passione: l'esoterismo. Insieme all'amico Devis Granziera aveva aperto in via Tolpada la libreria «Sottomondo», specializzata in occultismo, erotismo infernale e arti alternative. Su Youtube si può scaricare il cortometraggio da lei sceneggiato: «Strega». E, proprio come se avesse i poteri della sua protagonista, la Bolzan è riuscita a sparire e a non mostrare mai la sua faccia. Fino ad oggi: «Lady 4 milioni» ha finalmente un volto.
6. Speciale Veneto: Salvezzano, Padova. Ricostruzione a L'Aquila: indagata anche la presidente della Fip di Selvazzano. Donatella Chiarotto sotto inchiesta per forniture da 4 milioni. L'ipotesi di reato è frode e turbativa d'asta. L'azienda avrebbe fornito alla Protezione civile 2.472 isolatori sismici senza avere la necessaria certificazione, arrivata solo a consegna ultimata SELVAZZANO. C'è anche la padovana Donatella Chiarotto, 48 anni, fra le sei persone indagate dalla Procura dell'Aquila per i reati di frode nelle pubbliche forniture e turbativa d'asta, nell'ambito dell'inchiesta sugli isolatori sismici adottati per le abitazioni del progetto «Case», il piano che prevede la costruzione di «Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili» nel Comune di L'Aquila. Secondo l'accusa, la Fip avrebbe fornito al Dipartimento della Protezione civile 2.472 isolatori sismici (per un importo di 4.380.996,14 euro) senza aver la necessaria certificazione, arrivata soltanto a consegna ultimata. Donatella Chiarotto, presidente della Fip di Selvazzano Dentro (azienda specializzata nello sviluppo di tecnologie di protezione e rinforzo delle opere di ingegneria in genere) è figlia di Romeo Chiarotto, 80 anni, industriale di lungo corso e a capo del gruppo Chiarotto, nel cui portafoglio ci sono proprio la Fip di Selvazzano (fondata nel 1945 dal commendatore Attilio Daciano Colbachini e venduta alla famiglia Chiarotto nel 1956) e la Ing. Enzo Mantovani, azienda acquistata nel 1987 (ora presieduta dall'ingegner Piergiorgio Baita) e in prima fila nella costruzione del «Mose» (ma non solo) a Venezia. Laureata in Ingegneria civile, Donatella Chiarotto è diventata presidente del consiglio di amministrazione Fip dopo aver maturato le sue prime esperienze proprio nell'azienda di famiglia. «Sotto la sua guida - si legge nel sito - la Fip ha aumentato la propria espansione verso i mercati esteri ed è leader indiscussa nel mercato italiano, nella realizzazione di sistemi antisismici». Nel 2008 Donatella Chiarotto è stata anche premiata come imprenditrice dell'anno «per essere riuscita - si legge nella motivazione - a progettare e realizzare prodotti e tecnologie sempre all'avanguardia nel campo dell'ingegneria civile, che hanno portato la società a ricoprire una posizione di leader in Italia e all'estero in un settore di nicchia quale la progettazione e produzione di dispositivi strutturali in particolare quelli antisismici». Insieme all'imprenditrice, che è residente a Treviso in via San Pelaio 1/a, risultano indagati Mauro Dolce, 57 anni, di Roma, responsabile unico del procedimento per il progetto «Case» al Dipartimento della Protezione civile; Gian Michele Calvi, 53 anni, docente all'Università di Pavia nonché direttore dei lavori del progetto «Case»; Michel Bruno Dupety, 54 anni, presidente del consiglio di amministrazione della Alga Spa (una delle ditte fornitrici); Marioni Agostino, amministratore della Alga Spa; Mauro Scaramuzza, 52 anni, residente a Mestre in via Terraglietto 17/b, amministratore delegato della Fip di Selvazzano. Gli avvisi di garanzia sono stati notificati alle parti venerdì pomeriggio dopo l'accoglimento, da parte del Gip, dell'incidente probatorio richiesto dal Pm titolare dell'inchiesta (il sostituto Fabio Picuti) per chiarire alcuni aspetti relativi al funzionamento dei 4.896 isolatori sismici a pendolo. Secondo l'accusa, infatti, tali isolatori sarebbero stati, al momento della fornitura e del montaggio, privi dei necessari certificati di omologazione e qualificazione del servizio da parte del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Per il pubblico ministero, Calvi e Dolce pur consapevoli della mancanza delle certificazioni avrebbero accettato gli isolatori e avrebbero dato il via al montaggio, venendo meno ai loro doveri di controllo. La perizia richiesta dal Pm Picuti servirà ad accertare l'esatta tipologia di isolatori che sono stati montati nelle 19 aree del progetto «Case», il materiale utilizzato e se idonei per gli scopi per i quali sono stati sistemati. Nell'ambito del filone d'inchiesta la Procura dell'Aquila ha individuato nella Presidenza del Consiglio dei ministri, nella Protezione civile, nella Regione Abruzzo e nel Comune dell'Aquila le parti lese. L'indagine è partita da un esposto di una ditta esclusa dalle forniture. Fino a due giorni fa il fascicolo era ancora a carico di ignoti, la svolta c'è stata nelle ultime ore, quando la Procura ha definitivamente circoscritto e individuato gli indagati.

7. Speciale Veneto: Treviso. Braccio di ferro per il dipinto rubato. Veneto Banca: «Il quadro è nostro». Manzato: «Vicenda molto strana». «Borletti, punti perfetti» recitava la pubblicità delle macchine da cucire della famiglia milanese che, nel 1986 a Venezia, subì il furto del «San Lazzaro dei Mendicanti», dipinto ad olio su tela recuperato dai carabinieri di Venezia dopo averlo sequestrato a Veneto Banca Holding, che lo ha regolarmente acquistato nel 2006 per 575 mila euro. «Una vicenda strana, molto strana» commenta Eugenio Manzato, per lunghi anni direttore dei musei civici di Treviso ed ora consulente artistico per Veneto Banca.«Non capisco davvero cosa possa essere successo - aggiunge Manzato -: quel quadro è stato acquistato regolarmente, alla luce del sole, esposto a Treviso, inserito in catalogo. Nessuno ne ha fatto mistero: se fosse stato rubato l'atteggiamento degli intermediari e del proprietario sarebbe stato evidentemente molto diverso». Il dipinto ad olio del vedutista veneziano Francesco Guardi, misure 44 per 45 centimetri, è al centro di un autentico e ingarbugliato giallo. I carabinieri del nucleo tutela artistica di Venezia ritengono che il quadro di Veneto Banca sia lo stesso rubato in una notte del 1986 dal palazzo veneziano che custodiva la collezione Borletti. Un esperto carabiniere lo avrebbe notato durante l'esposizione sul Canaletto a Casa dei Carraresi, nel 2009, e avviato una serie di indagini, coordinate dal capitano del nucleo artistico Salvatore Distefano e giunte alla clamorosa diffusione della notizia, venerdì mattina a Venezia, alla presenza del Soprintendente Vittorio Sgarbi. Secondo i carabinieri si tratta dello stesso dipinto rubato nel 1986 a Venezia nell'appartamento della famiglia dei punti perfetti. Ma nella storia del quadro c'è un buco di vent'anni. Il dipinto riaffiora a Motta di Livenza nel 2006, quando la signora Caterina Ruzzene incarica l'antiquario - conosciuto e apprezzato anche come perito del tribunale - Luciano Franchi. L'antiquario di Meduna di Livenza ne parla con Manzato, che ne suggerisce l'acquisto a Veneto Banca. E' il 18 gennaio 2006. La banca non fa mistero di aver comprato l'opera d'arte, la espone al piano nobile della sua sede principale, la presta alla mostra sul Canaletto a Treviso. Il 5 marzo 2010 la sorpresa: a Montebelluna i carabinieri del nucleo tutela patrimonio artistico procedono al sequestro del quadro eseguendo il decreto emesso dal pm vicentino Paolo Pecori. «Un sequestro a mano armata» tuona il legale della banca. Da quel momento inizia un'odissea giudiziaria, che rischia di travolgere qualcuno dei protagonisti della vicenda: il quadro viene custodito dai carabinieri, ma nell'agosto scorso un altro pm, della Procura di Padova, ne affida la custodia all'artista milanese Lucio Pozzi, che ne rivendica la proprietà originaria essendo subentrato nel patrimonio artistico della famiglia Borletti. Custodia non ancora eseguita per l'opposizione dei legali della banca, che ne pretendono la restituzione o, quantomeno, la custodia temporanea in attesa che si chiarisca la provenienza del quadro.  Venerdì, il colpo di scena: i carabinieri rivelano di aver «recuperato» il dipinto ad olio di Francesco Guardi rubato 24 anni fa e confermano di aver denunciato per ricettazione cinque persone, gli intermediari che hanno trattato il quadro ante-2006. Vittorio Sgarbi tiene bordone, gonfia il valore del dipinto addirittura a due milioni di euro. Veneto Banca e in particolare il suo amministratore delegato Vincenzo Consoli, sono furenti: «Lo abbiamo acquistato con tutte le garanzie del caso, lo abbiamo assicurato, ne pretendiamo la restituzione». Tra i protagonisti - esperti d'arte, carabinieri artistici e magistrati creativi - a qualcuno tremano le gambe: se la banca rischia di perdere il quadro, qualcun altro rischia di perdere la reputazione. (d.f.)

8. Speciale Veneto: Venezia. All'asta l'unico Canaletto «mestrino». Sgarbi: «Fondazione di Venezia lanci una sottoscrizione per acquisirlo». di Enrico Tantucci. Un Canaletto anche per Mestre - oltre che per Venezia - magari trovando posto all'interno dell'M9, il nuovo Museo del Novecento che sta nascendo, come ponte e memoria storica tra il passato della città e le sue trasformazioni. Tra pochi giorni, infatti - il 26 gennaio - da Christies a New York, andrà all'asta, all'interno di una seduta tutta dedicata a opere di grandi pittori d'epoca, una Veduta di Mestre dipinta alla metà del secolo dal grande artista del Settecento veneziano, stimata tra i 2 milioni e mezzo e i tre milioni e mezzo di dollari. Si tratta di una magnifica veduta di quella che è l'odierna Piazza Barche, con il canale Le Barche in primo piano, alcuni edifici che la fiancheggiano e una lunga prospettiva che si staglia verso la campagna e - come riferiscono anche le note di accompagnamento all'opera - si tratta dell'unica veduta su larga scala di Mestre dipinta da Canaletto, il che rende la tela importantissima dal punto di vista storico per la città. Il Comune - viste le difficili condizioni di bilancio in cui versa - ha ben altre priorità e non sarebbe certo in condizione di concorrere al suo acquisto e così la stessa Soprintendenza per il polo museale veneziano, con il sovrintendente Vittorio Sgarbi che è anche il consulente per l'acquisto di opere d'arte da parte del Ministero dei Beni Culturali. Ma proprio Sgarbi lancia la proposta rivolta alla Fondazione di Venezia e al suo presidente Giuliano Segre che stanno realizzando - assumendosene l'ingente onere economico - il nuovo Museo di Mestre. «I Beni Culturali non hanno in questo momento risorse per un acquisto di questo tipo, ma nuovo museo mestrino come l'M9 - spiega Sgarbi - dovrà avere anche un nucleo di opere permanenti e questo dipinto di Canaletto, al di là del fatto che il fulcro della nuova raccolta sarà la modernità, ha un forte valore identitario, proprio perché rimanda alla storia della città. Per questo proporrò a Giuliano Segre di acquistarlo attraverso la Fondazione di Venezia, affiancando magari al suo impegno, una sottoscrizione pubblica da lanciare tra i cittadini mestrini, come è già avvenuto in altre città per altre opere particolarmente importanti e ad esse legate, perché questo quadro unico di Canaletto che ci racconta la Mestre del Settecento appartenga definitivamente alla città». La Fondazione di Venezia, da parte sua, starebbe valutando l'interesse per il Canaletto newyorkese. La collezione artistica dell'istituzione bancaria è attualmente più orientata verso il Novecento e la fotografia, ma per un Canaletto tutto «mestrino» si potrebbe forse fare un'eccezione.
http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2011/01/16/news/all-asta-l-unico-canaletto-mestrino-3183059
9. Chi li capisce?: Vasto. La neve ha fatto strage di agrumi. VASTO «Ad una mese dalla neve si contano i danni: gli agrumeti di Vasto hanno subìto danni irreparabili con le gelate del 15 e 16 dicembre scorsi. Si stanno seccando i rami di limoni e mandarini, che sono i più sensibili al gelo; sono salve le piante di mandarancio, ma il raccolto è stato totalmente compromesso. Sono salvi gli aranci, anche se buona parte del raccolto è caduto giù dalle piante». Lo rende noto il consigliere comunale Nicola D'Adamo, autore del libro «Gli ortolani di Vasto», scritto con Nicolangelo D'Adamo, il quale precisa: «Secondo gli anziani, una gelata del genere (si parla di -10 ° C) non si vedeva da 40-50 anni. In sostanza, i rami più sensibili seccano per il freddo, mentre i frutti si congelano nei giorni di clima rigido e si scongelano nei giorni successivi, diventando prima amari e poi marci». Una situazione che certamente non aiuta in un momento già difficile per l'economia. Pa.Ce.

10. Chi li capisce?: Lanciano. Povertà quasi raddoppiata nel Frentano. Antonio Di Marino LANCIANO Aumenta quasi del doppio la povertà tra i residenti a Lanciano e dintorni. Emerge da una prima indagine ufficiosa della Caritas di Lanciano-Ortona che mette a confronto i dati del 2009 con quelli del 2010. L'andamento e' confermato anche dalle altre realtà come la Croce Rossa, l'associazione Agape e i vari banchi alimentari della zona. Se gli stranieri poveri che, rispetto al 2009, hanno chiesto aiuto alla Caritas locale si attestano intorno alle 80-100 persone, per la popolazione autoctona il trend aumenta fino a quasi raddoppiare nel 2010. «Il nostro database - spiega il direttore della Caritas diocesana di Lanciano, don Domenico Di Salvatore - a partire da maggio 2010, ha registrato interventi assistenziali per 73 famiglie italiane di Lanciano e dintorni sulle 100 totali».
11. Chi li capisce?: Campobasso. Uno spazio per i graffitari. L'idea del Comune per combattere le «bombolette selvagge». Concedere uno spazio ai «graffittari» o «writers» che dir si voglia, per evitare che la «bomboletta selvaggia» vada a imbrattare palazzi e monumenti, raggiungendo anche l'obiettivo di riqualificare e ravvivare aree della città piuttosto degradate. Questa l'idea dell'amministrazione comunale di Campobasso, che dovrebbe rientrare nel progetto lanciato dal Ministro della Gioventù Giorgia Meloni di raccordo con l'Anci, l'Associazione nazionale dei comuni italiani. Nel capoluogo regionale dovrebbero arrivare fondi per circa 40.000 euro, da utilizzare per «decorare» (ovviamente con disegni e non con scritte ingiuriose) aree della città non ancora individuate o indicate. «Davanti alla lista di ragazzi che, negli ultimi mesi, sono stati multati o addirittura processati per aver deturpato, sporcato e imbrattato monumenti, palazzi, autobus e treni - così il Ministro Meloni ha spiegato l'iniziativa - abbiamo deciso di valorizzare e non multare la loro vena artistica». Gli incentivi sono pari a un milione di euro e saranno destinati ai Comuni capoluogo e con più di 50.000 abitanti, com'è anche il caso di Campobasso, che ritaglieranno spazi urbani da far abbellire in libertà dai ragazzi-pittori della bomboletta. La linea dura, quella repressiva, prevista nella nuova legge sulla sicurezza, con multe e carcere per i vandali dello spray, presenta dunque un rovescio della medaglia. «Insieme con i giovani - ha aggiunto ancora il Ministro Meloni - vogliamo promuovere questa forma d'arte, ma soltanto a patto che sia disciplinata da regole chiare e che saranno rispettate». Dell'argomento si è già parlato nella commissione consiliare politiche giovanili, in vista della presentazione del progetto di candidatura di palazzo San Giorgio. Car.Sep.
12. Chi li capisce?: L’Eni lancia il turismo petrolifero in Val d’Agri. 13 gennaio 2011. Dopo il WWF, anche la Fondazione Mattei candida la Val d’Agri e più precisamente i pozzi petroliferi ENI-Shell, il centro olio di Viggiano, gli oleodotti ed il modello di sviluppo energetico del territorio al finanziamento “Grandi Attrattori”. Un nuovo “modello Unesco”. Così si si legge sulla stampa specializzata. Una idea per “progettare un parco diverso da quelli tradizionali”. Il progetto “enerAGRIa” (é questo il nome) costerà circa 2 milioni di euro. Una full immersion in 14 tappe nel sistema Val d’Agri. Non sappiano se agli studenti in visita presso il centro olio di Viggiano saranno fornite maschere antigas e se il tour prevede visite alle sorgenti (inquinate) nel comune di Calvello, al centro del parco nazionale Appennino Lucano. Un parco vero assediato però dalle trivelle petrolifere.
13. Chi li capisce?: Basilicata coast to coast in Total. Ovvero da Zanardelli a Papaleo. 13 gennaio 2011 “Ottocento, Novecento, Millecinquecento scatole d’argento fine settecento ti regalerò.” Il 18 settembre del 1902,  l’allora primo ministro Giuseppe Zanardelli giungeva a Moliterno (PZ) su un carro trainato da buoi. Quella moliternese fu una delle tante tappe di un viaggio che portò alla pubblicazione dell’ “Inchiesta Zanardelli sulla Basilicata” e, nel 1904, all’approvazione di una legge speciale a favore della Lucania. Il sindaco di Moliterno, prima del banchetto serale organizzato per dare il benvenuto all’illustre ospite, salutò il Primo Ministro affermando: “Caro Presidente, ti salutano qui ottomila moliternesi: tremila sono emigrati in America; gli altri cinquemila si accingono a farlo”. La legge speciale fu presentata in parlamento dal deputato lucano Torraca ed ebbe un solo voto contrario, quello di Giustino Fortunato, che successivamente definì le leggi speciali come “goffe raffazzonature, le quali hanno solo un’attenuante, che è quella di essere ineseguibili meno che nello sperpero.” Dopo cent’’anni, fortunatamente, in Basilicata non si viaggia più su carri trainati da buoi, anche se tutti gli indicatori socio-economici raccontano di una regione che è tra le più povere d’Italia. Una povertà figlia, probabilmente, anche dei tanti sperperi di pubbliche risorse che hanno continuato ad alimentare clienti e clientele. Oggi a raccontarci la Basilicata non è più l’austero Zanardelli, ma il pirotecnico Rocco Papaleo da Lauria. Il comico lucano, infatti, è stato regista e sceneggiatore di un apologetico film on the road, intitolato “Basilicata coast to Coast.” A scanso di equivoci sarà bene precisare che la Lucania non è bagnata nè dall’oceano Pacifico, né dall’Atlantico e che l’unico sogno americano è quello che per anni hanno sognato coloro che si imbarcavano per le Americhe, i più fortunati dei quali con destinazione Nuova York, altri a fare gli italiani d’Argentina o in Brasile, e qualcuno di questi lasciando anche a casa mogli divenute “vedove bianche”. Nel musicale on the road di Papaleo si parla di un’allegra comitiva di musicisti diretti al festival del teatro canzone di Scanzano Jonico. Ovviamente, nel film non si menziona Rotondella, un piccolo a pochi km da Scanzano. Peccato, perché a Rotondella, Papaleo avrebbe trovato l’Itrec con i suoi misteri e le barre del reattore di Elk River. Purtroppo, Papaleo non passa nemmeno da Corleto Perticara, dove i Carabinieri del Noe, qualche mese fa, hanno sequestrato una discarica di fanghi petroliferi, o da San Nicola di Melfi, dove è ubicato l’inceneritore Fenice di proprietà della multinazionale francese Edf, o da Ferrandina, dove avrebbe trovato l’amianto della Materit. In compenso, però, il film dell’attore lucano ha incontrato il gradimento della Total. In una bucolica pagina pubblicitaria, dove intravediamo Papaleo, Giovanna Mezzogiorno e il cast di Basilicata coast to Coast al completo in un campo di grano con sullo sfondo delle torri eoliche, la multinazionale francese scrive: “Total sovvenziona inoltre una serie di progetti destinati alla valorizzazione del patrimonio sociale, artistico e naturale locale. Il suo impegno si è concretizzato nella sponsorizzazione del film Basilicata Coast to Coast…” Ora, sia chiaro, farsi sponsorizzare dalla Total o dall’Eni non è certo un delitto, anche se leggere di progetti destinati alla valorizzazione del patrimonio naturale, considerando i danni prodotti dalle attività estrattive in Basilicata,  fa un po’ sorridere. La Basilicata è una terra bellissima e ricca d’acqua, oltre che di petrolio, e io questa terra con le sue ricchezze la amo, anche se quello che scrivo difficilmente verrà sponsorizzato da una compagnia petrolifera. Forse avevamo bisogno di un film apologetico, ma di certo abbiamo anche la necessità di un po’ di cruda e a volte amara verità. In uno straordinario album intitolato “Nuvole” troviamo una delle più belle canzoni di Fabrizio De Andrè: Ottocento. Ogni tanto, soprattutto negli ultimi giorni, mi ritrovo a canticchiarla: “Cantami di questo tempo l’astio e il malcontento di chi è sottovento, e non vuol sentir l’odore di questo motor, che ci porta avanti quasi tutti quanti maschi, femmine e cantanti su un tappeto di contanti nel cielo blu. Ottocento, Novecento, Millecinquecento scatole d’argento fine settecento ti regalerò…” E pensare, come ben sapeva Zanardelli, che nel 1860 Corleto Perticara si era ribellata ai Borboni. Oggi la Basilicata, come testimoniato dalla visita a Viggiano(Centro Oli Eni-Shell) dell’ex ambasciatore inglese Chaplin, è una colonia delle sette sorelle. Ma soprattutto, in Basilicata come in molte altre zona d’Italia si può toccare con mano quanto sia vera quella frase di Marco Pannella che recita: “La strage di legalità ha sempre per corollario, nella storia, la strage di popoli.” E’ la peste italiana, baby, e anche quella viaggia coast to coast nel Palazzo e da un capo all’altro dello stivale. [articolo di Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali lucani]
14. Chi li capisce?: Termoli. 100mila immissioni in ruolo per la stabilizzazione del personale precario (ma che lingua e’?). La Flc Cgil del Molise prosegue nelle iniziative di informazione riguardanti la "vertenza precari". Pertanto ha organizzato un’assemblea territoriale per il personale con contratto a tempo determinato (precari) il 17 gennaio 2011 a Termoli dalle ore 16,30 alle ore 18,30 nella sede della Cgil in via Asia 3/G. All’Ordine del Giorno per il personale docente, verso la riapertura delle graduatorie ad esaurimento, per il personale Ata il nuovo regolamento delle supplenze e aggiornamento delle graduatorie, le richieste della Cgil sull’operazione 100mila immissioni in ruolo, la vertenza per la stanilizzazione del personale precario, le istruzioni operative alla luce delle novità della legge 183/2010. All’assemblea sarà presente il legale dell’ufficio vertenze della Flc Cgil Molise.
 

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