lunedì 14 febbraio 2011

Federali del Mattino. San Marino, pecunia non olet, le organizzatrici se ne facciano una ragione, questa loro battaglia non monta. Non ho ricordi di una principessa manifestante. 14 febbraio 2011.

Sezione siamo soli. Luis prestaci i landesschütze, poi te li ridiamo:
1. Bozen Piacere, Innerhofer l'italiano di domani.
2. Bozen. Unità d'Italia: centinaia di messaggi al nostro sito, gli italiani fanno sentire la loro solidarietà agli altoatesini.
3. Trieste. Foibe, Vilipendio al Ricordo: e Playboy in Slovenia provoca con ”Trst je naš” (Trieste è nostra).
4. Padova. Zanonato all'attacco: "Casa Pound, rigurgito del passato".
5. Padova. Io, studente Erasmus, vi dico: Padova è una città morta.

Sezione San Marino ed attinenti:
6. Ravenna. Ravenna - Gli evasori salgono a quota più 9%.
7. San Marino. Magistrati nel mirino della finanza.
8. San Marino. San Marino - Tutti i 19 magistrati nel mirino.

Sezione siamo soli, le belle non ci filano:
9. Roma. Maroni: "L'Europa non fa nulla".
10. Roma. Poche, radical chic, in piazza per motivi politici.
11. Milano. La bellezza è un punto di forza».
12. Anche i guadagni della escort non sfuggono al redditometro.
13. Pavia. Soldi in Svizzera, indagini su 21.

Sezione acqua minerale Lete, c’e’ qualcuno?:
14. Milano. Fini a Berlusconi: «Dimettiamoci, poi il voto».
15. Perugia. Gli umbri protagonisti nella costituente di Futuro e libertà.

Sezione finalmente un conforto:
16. Noto. Rivive la cattedrale di Noto. Svelati gli affreschi della cupola.

1. Bozen Piacere, Innerhofer l'italiano di domani. È ormai chiaro che da qui al 17 marzo, giorno culmine dei festeggiamenti per i 150 dell'Unità di Italia, sarà una polemica dietro l'altra, tra precisazioni, distinguo, sottolineature. Festeggiare o non festeggiare anche in Alto Adige? Il dilemma è stato risolto per il «no» dal presidente della provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder. Continuare a finanziare la suddetta provincia autonoma? Il veracissimo Matteo Renzi, data l'ostinazione di Durnwalder, è dell'idea che non sia più il caso. L'Alto Adige sembra il parafulmine delle polemiche, perché luogo di storia divisa, e diventa metafora delle tante, invisibili barriere che percorrono le vene aperte dell'Italia, la sua storia più o meno incompiuta. Poi succede che un ragazzone dal nome austriaco e dal sorriso largo - tal Christof Innerhofer - vinca due medaglie di sci in tre giorni. E che a domanda risponda: «Ho la scritta Italia sulla tuta, è chiaro che dedico la vittoria al mio paese». E si capisce che si dovrebbe avere la sfacciataggine dei suoi 26 anni. Che questa Italia dai cognomi strani dovrebbe fare reset non della memoria - ciò sarebbe criminale -, ma dell'inguaribile vocazione a guardarsi i talloni anziché le punte. Per festeggiare, dovrebbe fare professione di futuro.
2. Bozen. Unità d'Italia: centinaia di messaggi al nostro sito, gli italiani fanno sentire la loro solidarietà agli altoatesini. Il no di Durnwalder ai festeggiamenti ha scatenato proteste e commenti da ogni parte della penisola: una manifestazione di solidarietà e affetto verso gli italiani dell'Alto Adige. BOLZANO. Abbandonati dalla Svp e dal governatore Durnwalder che non vuole festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia, gli italiani dell'Alto Adige hanno trovato la solidarietà e il sostegno di tutta la penisola, che si è manifestata con centinaia di messaggi e commenti lasciati sui forum del nostro sito, che stiamo pubblicando anche sul giornale. A scrivere sono turisti affezionati che annunciano di non voler più trascorrere le loro vacanze sulle nostre montagne, imprenditori che non vogliono più fare affari con l'Alto Adige, semplici cittadini indignati con l'atteggiamento tenuto da Durnwalder.
Una manifestazione d'affetto resa possibile anche grazie al sito dell'Alto Adige, per la quale noi per primi vogliamo ringraziare tutti gli italiani che hanno voluto far sentire meno soli gli altoatesini in una vicenda che ha visto anche l'autorevole intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Potete continuare a inviarci i vostri commenti (cliccate qui) sul forum aperto dall'Alto Adige, oppure attraverso i più comuni social network la nostra pagina su Facebook o ancora con il canale aperto dall'Alto Adige su Twitter; o ancora mandandoci una e-mail.
Forse questa dimostrazione di solidarietà, unita al danno d'immagine che certamente la vicenda ha recato all'Alto Adige, la cui economia è in gran parte basata sul turismo, porterà Durnwalder a un ravvedimento. Altrimenti sarà stato comunque utile far sentire la voce degli italiani d'Italia agli italiani d'Alto Adige.
3. Trieste. Foibe, Vilipendio al Ricordo: e Playboy in Slovenia provoca con ”Trst je naš” (Trieste è nostra). E sul Playboy sloveno in copertina una ”mula” Giulia Cobez di 26 anni fotografata senza veli con il titolo ”Trst je naš”. di Piero Rauber. TRIESTE. Di questi tempi - tempi di guerre mediatiche senza esclusione di colpi, dove anche l’atteggiamento provocante di una fanciulla ha il suo potenziale di fuoco - la Slovenia ha trovato il modo di prendersi Trieste. Come? Sbattendo una giovane triestina - di nome Giulia Cobez, 26 anni - svestita in prima pagina sull’edizione di Playboy made in Lubiana, e sfiorandone l’ombelico con una scritta bianca, in stampatello maiuscolo, che rispolvera il grido di battaglia di retaggio titino «Trst je naš!», «Trieste è nostra».
Un nudo di donna e un giornale d’altronde - è una delle teorie che ci insegna l’attualità, e mica solo italiana - fanno una miscela esplosiva. Possono rivelarsi l’evoluzione contemporanea della nitroglicerina. A Lubiana sono riusciti a recuperare entrambi gli elementi. E, la loro bomba, l’hanno buttata. Se l’abbiano buttata semplicemente in ridere, oppure nel triviale o persino nell’o ffensivo - nei confronti della memoria di chi ha sofferto a causa di quel «Trst je naš!» - è una scelta da lasciare alla libera interpretazione dei lettori. Può ad ogni modo essere utile conoscere un ulteriore dettaglio: la data di uscita del numero del Playboy sloveno di cui stiamo parlando. Che - come si può vedere facilmente consultando la relativa versione web della rivista - è quella dell’11 febbraio.
Morale: la pubblicazione delle foto senza veli di una ragazza triestina sul magazine erotico probabilmente più sfogliato nella vicina Repubblica e forse anche sul Carso italiano - pubblicazione considerata ironicamente dagli autori una conquista senza mano militare di una città intera, e che città - ha seguito di sole 24 ore le solenni celebrazioni che si sono svolte da Roma a Trieste per il Giorno del ricordo, dedicato alla memoria dell’esodo, degli esuli e degli infoibati. Una puntualità disarmante, tanto per rimanere in gergo pseudobellico.  Ma veniamo alla protagonista del caso - caso per così dire, internazionale, o per lo meno transfrontaliero - che le prime indiscrezioni fanno presumere sia caduta a sua volta dalle nuvole. Non quando ha visto, sfogliando il giornale di Lubiana, le foto che la ritraevano nudissima - quelle, infatti, erano volute, costruite, consapevoli - ma quando ha letto i testi che presentavano e accompagnavano le immagini stesse, a cominciare dal «Trst je naš!» abbinatole in copertina e ripreso nelle pagine interne. Giulia Cobez, come prima cosa, può vantare una certa somiglianza con Paris Hilton. Come si può verificare quindi nella versione web del Playboy sloveno e su un sito chiamato celebrity69 che fa rimbalzare proprio alcuni dei contenuti del Playboy sloveno - avvertenza, la visione è decisamente adatta a un pubblico adulto - è una cittadina di Trieste, è alta un metro e 73 per un peso forma di 53 chilogrammi, e infine ecco le sue misure: 93-70-91. Ah sì. È nata il 6 novembre 1984. Ciò vuol dire che quando è caduto il muro di Berlino - l’evento che avrebbe dato poi il via alla dismissione dell’intera cortina di ferro - aveva cinque anni e tre giorni.
Giulia, oggi, è diventata più famosa di là del confine che non c’è più piuttosto che a casa sua, grazie proprio a questo servizio che le ha voluto dedicare il Playboy di Lubiana. Sentite che cosa dice, a un certo punto, il testo che accompagna questo fotoservizio: «Finalmente - recita la traduzione dallo sloveno adattata all’italiano - siamo approdati al Litorale (e qui il Litorale sta per il territorio regionale di Capodistria, Isola e Pirano, ndr). All’incontro con Playboy Giulia è arrivata da Trieste. Non è rimasta ”catturata” dalla lingua slovena, ma non nasconde di avere geni di origine slovena. Infatti lo zio, che è triestino della minoranza, le sta insegnando la lingua». E qui viene l’inno alla libertà. In tutti i sensi: «Come a suo tempo i partigiani hanno liberato Trieste, così noi di Playboy l’abbiamo liberata dai suoi vestiti. Viva la libertà!». Tale testo - come si può vedere sempre su internet - fa da ”scorta”, relegato sulla destra, a una grande foto in cui la giovane triestina sta leggermente di schiena, appoggiata su una poltrona in pelle color rosso. Indossa - stando alla prospettiva da cui è stata scattata quest’istantanea - soltanto un paio di scarpe, i tacchi a spillo, un braccialetto. La matita nera le contorna gli occhi. Non c’è altro. Di fronte a lei, all’altezza dei suoi stessi occhi, inserito sempre nella foto, c’è un quadro appeso alla parete che sta dietro, appena, alla poltrona. La cornice del quadro è spessa, dorata, dà la sensazione d’essere tronfia.  All’interno si scorge nitidamente una suggestiva immagine di piazza Unità, di notte, col Municipio illuminato. Poco più in là, a destra, fuori dall’istantanea, sopra il testo in cui si inneggia alla libertà offerta alla città dai titini, e alla libertà offerta da Playboy alla ”mula”, di nuovo quella scritta. Bella grande, perché fa da titolo al tutto. È rossa. Su sfondo nero. «Trs je naš!»
4. Padova. Zanonato all'attacco: "Casa Pound, rigurgito del passato". Il sindaco perde le staffe in tv: "Il corteo di giovedì? Una recita parafascista. I no global? Violenti allo stesso modo". PADOVA. «La conosco bene, lei è di Casa Pound. Voi avete un'impostazione neofascista. Siete un rigurgito del passato, un'immondizia. Siete una cosa ignobile. Voi volete riproporre un'organizzazione parafascista. Siete la trasformazione di Forza Nuova. E così condanno pure quelli del Centro Pedro, l'altra faccia della medaglia, che giovedì volevano impedirvi di manifestare».
Flavio Zanonato ha perso la pazienza, l'altra sera, a Telenuovo, rispondendo al telespettatore Donato. «Mi sono sentito chiamato in causa - ha detto Donato, che giovedì sera ha partecipato al corteo promosso dal "Comitato 10 febbraio", in cui si ritrovano varie organizzazioni di destra - quando il sindaco ha bollato la nostra come una manifestazione di serie B, definendoci quattro trogloditi. Noi abbiamo manifestato in un clima di terrore, scortati dalla Polizia, perché c'era il timore di qualche gesto di violenza da parte del Centro Pedro». In studio, ospite del condirettore di Telenuovo Mario Zwirner, oltre al sindaco, l'assessore alle Politiche scolastiche Claudio Piron, per affrontare, in una puntata dedicata al mondo della scuola, il tema «La memoria, il ricordo e le mense». In tribuna, insieme ai professori Giovanni Scorzon e Gabriele Toso, una rappresentanza di studenti (degli istituti Valle, Belzoni, Barbarigo, Modigliani), che hanno partecipato ai 14 «viaggi della Memoria» e ai 7 «viaggi del ricordo», promossi dal Comune.
Prima dello spazio riservato alle telefonate, il sindaco si era espresso sul «centro blindato» in occasione della «Giornata del Ricordo» del 10 febbraio. «Mentre la parte più moderna della comunità, nella sua componente maggioritaria, ha ritrovato il gusto di celebrare insieme la tragedia di profughi giuliani, istriani e dalmati che hanno perso tutto, che spesso sono arrivati qua con un fagotto, ci sono - ha aggiunto Zanonato - ancora frange di trogloditi, di soggetti del passato, che ripropongono la spaccatura di 50 anni fa, con una recita, una manifestazione parafascista. E dall'altra parte ci sono i cosiddetti Disobbedienti che volevano impedirla». Quando il telespettatore interrompe («lei non è il mio sindaco»), Zanonato: replica «Dei violenti, non sono di sicuro il sindaco».
5. Padova. Io, studente Erasmus, vi dico: Padova è una città morta. La lettera aperta al sindaco di uno studente inglese a Padova per l'Erasmus: "Nelle altre città d'Europa non accade quello che accade qui". PADOVA. Anche uno studente inglese, in città per il programma Erasmus di scambio tra università d'Europa, ha scritto una lettera aperta al sindaco Zanonato sul divertimento dei giovani. Ecco le sue considerazioni:
Gent. Signor Sindaco,
mi chiamo Paul Strickland e sono un ragazzo italo-inglese della città di Leeds e sono in Erasmus qui a Padova nella sua città. Ho seguito molto la situazione di questi giorni, primo perchè rientro negli  studenti che studia tutto il giorno e al week-end partecipa alle feste (scusi, partecipava) dislocate in Via Bernina. Ma la cosa più divertente (in senso ironico) che mi sono trovato a leggere in questi giorni era il suo consiglio di visitare le altre città d'Europa per vedere come si comportano gli studenti di altre università.
Bene, io sono il testimone oculare di quello che lei consiglia di visitare e non posso che dire che quello che dovrebbe viaggiare è LEI... guardi lei come sono gestite le città dai sindaci suio colleghi, ha molto da imparare. A Leeds nella mia città non è concepibile un blocco degli orari per somministrazione alcool-non alcool e cibo per una discoteca o club studentesco... abbiamo discoteche che convivono in zone residenziali... ho usufruito di uno Stage ad Anversa (Belgio) e li per tradizione esiste la "settimana del divertimento" dove tutti gli studenti per una settimana fanno festa post-esami...ininterrottamente... questo esempio per la sua forte sensibilità alla "sballo" credo l'abbia colpita in modo rilevante. Sono inglese quindi ho maggior conoscenza e rapporti con i miei cugini americani... e loro, se non lo sa, hanno inventato ed esportato lo "spring break": altro arco di tempo dove gli studenti festeggiano la pausa dalle lezioni universitarie e sappia che tutto quello che le dico non si svolge all'interno di un teatro per concerti a pagamento (PalaGeox) o in una serie di tende unite e baretti da aperitivo (PalaGolena). Il divertimento aiuta lo studente a staccare la spina e giova alla sua produttività, lo sanno in europa, noi studenti siamo una risorsa grossissima e siamo giustamente tutelati. Attenzione dico tutelati, mi riferisco al fatto che c'è un bilanciamento di interessi con gli altri eventualmente concorrenti con i nostri sia chiaro, non prevarichiamo su nessuno, ma il dialogo è aperto con tutti per raggiungere il punto di equilibrio. Qui la cosa sembra un utopia. Ci tengo a far presente che la sensazione di una città morta riferita a Padova la percepiamo anche noi studenti Erasmus, e non siamo pochi. E l'opinione sulla città che riportiamo nelle nostre città natie dipende anche dal modo in cui ci trattate come studenti che comprende anche lo svago. Quindi le ripeto, Padova attualmente e per la mia esperienza da viaggiatore e un pessimo esempio di gestione del rapporto con giovani/studenti e dell'offerta svago serale. E spero vivamente di non ritrovarla in nessun'altra città d'Italia e d'Europa. Spero possa esserle d'aiuto questo punto di vista, Paul Strickland. 13 febbraio 2011 Studente Erasmus
6. Ravenna. Ravenna - Gli evasori salgono a quota più 9%. I dati della guardia di finanza confermano la tendenza e aggiungono i risultati del 2010: sanzioni per lavoro nero e 39 proposte di chiusura per locali che non hanno emesso scontrini. RAVENNA - Tra tasse non pagate, lavoratori assunti senza alcun contratto e scontrini mancati, si chiude il bilancio della guardia di finanza per il 2010. I dati che rivelano i risultati dell'attività dell'anno appena trascorso, sono stati rivelati questa mattina dal comandante provinciale Claudio Ramponi. E sul versante dell'evasione fiscale il dato lampante è un incremento del 9% rispetto al 2009, dato dai 63 evasori totali che nell'anno passato non hanno presentato le presritte dichiarazioni dei redditi; nei loro confronti sono stati contestati circa 46 milioni di euro di base imponibile ai fini delle imposte sui redditi (poco più di un terzo del totale, 151 milioni di euro) e oltre 5 milioni fra iva non versata, con relative sanzioni. Lo hanno attestato le 236 verifiche fiscali sulla posizione dei soggetti sottoposti a ispezione e i 610 controlli sulle singole operazioni e sulle singole gestioni. Sono stati in tutto 82 i responsabili denunciati dalle Fiamme gialle all'autorità giudiziaria per 67 violazioni, relative dichiarazioni fraudolente  o mancanti, oppure l'emissione di fature inesistenti, o ancora occultamento di documentazione contabile.
Lavoro nero. Altro versante che ha prodotto risultati, è stato quello dei controlli sulle assunzioni: 94 i lavoratori impiegati completamente in nero, mentre 120 i lavoratori assunti con irregolarità.
Scontrini mancanti. Sono uno dei tasti dolenti della città, con circa un terzo dei controlli durante i quali sono emerse anomalie. Nel dettaglio 1.339 casi di mancata emissione di scontrini, su 4.271 controlli. A carico di 39 esercizi pubblici sono state presentate altrettante proposte di chiusura all'Agenzia delle Entrate.
Il contrasto all'evasione fisale si è anche concentrata sull'erogazione di prestazioni sociali agevolate, con 110 interventi, che hanno scovato 33 soggetti responsabili di aver percepito agevolazioni pubbliche senza averne diritto; sono stati recuperati in questo frangente oltre 15mila euro.
Giro di vite anche per videogames e slotmachines. Appena quattro i controlli, ma che hanno permesso il sequestro di 4 videoiochi e 4 slotmachines, multando 5 persone. Due esercizi commerciali sono stati chiusi. Parallelamente, la tenenza di Lugo ha partecipato al maxi sequestro di circa 800 schede inserite all'interno di slot del valore complessivo di 550mila euro.
Ultimo capitolo la lotta al carovita, con 130 interventi per reprimere le violazioni alla libera concorrenza. Due soggetti sono stati segnalati poiché ritenuti responsabili  di condotte speculative e anticoncorrenziali, nonché di pratiche commerciali scorrette, ingannevoli o addirittura aggressive.
7. San Marino. Magistrati nel mirino della finanza. Indagine per verificare l'effettiva residenza dei giudici italiani. SAN MARINO - Residenze fittizie, le fiamme gialle indagano sui magistrati italiani che lavorano a San Marino. A darne notizia è il quotidiano San Marino Oggi che ha ricevuto conferma dal comandante della Guardia di finanza, Enrico Cecchi. Le indagini, iniziate da un esposto, sono seguite dal procuratore capo di Rimini Paolo Giovagnoli. E sono volte ad accertare se alcuni giudici, pur dichiarando di risiedere sul Titano, in realtà vivano di fatto in Italia, eludendo così il fisco. Le indagini potrebbero estendersi in altri comandi oltre a quello riminese, visto che alcuni magistrati provengono da altri comuni italiani. Anche a San Marino sono stati presentati due esposti. Uno è firmato Sylviane Stefanelli (cittadina sammarinese con alle spalle una storia di processi, ricorsi alla corte di Strasburgo che ancora non vedono la parola fine) ed è stato presentato all’ufficio di Stato Civile, nell’autunno scorso, ed è volto a indagare sulla reale residenza di tre magistrati. L’altro presentato alla Gendarmeria, brigata di Città, poche settimane fa è nei fatti simile all’altro.
Tornando alle vicende giudiziarie, ieri nuova udienza del processo per truffa ai danni della ex Banca del Titano. Rinviati a giudizio l’ex direttore Adriano Pace e l’imprenditore marchigiano Stefano Marangoni. Ascoltati il perito contabile e quello calligrafo che hanno confermato le due perizie. Lo stesso ha fatto Stefano Caringi, l’ex capo della vigilanza di Banca centrale, che aveva già descritto le gravi violazioni, come assegni  insoluti usati a titolo di garanzia. Mercoledì nuova udienza, saranno ascoltati i due imputati, per poi andare a sentenza, forse già nella giornata.
Sembra invece nascere da problemi di liquidità e quindi problemi al patrimonio e a irregolarità amministrative, l’amministrazione straordinaria della SMIBank, nata nel 2006 sulle ceneri della ex BdT. Con la raccolta bancaria che da agosto 2008 a novembre 2010 si è contratta da 14,8 miliardi agli attuali 8,7, è difficile non pensare che non abbia lasciato segni negli istituti bancari meno strutturati. Infine giovedì e venerdì in Tribunale si ritroveranno i clienti italiani della Smi per opporsi alla trasmissione dei documenti alla procura di Roma. In calendario c’è l’udienza d’appello, e dopo la decisione del giudice di Roma di non ammettere la rogatoria per decadenza dei termini, è ipotizzabile che l’autogol del pm sia usato in aula fino all’ultimo istante.
8. San Marino. San Marino - Tutti i 19 magistrati nel mirino. San Marino. Il dossier in Procura a Rimini per evasione fiscale dovrebbe essere smistato in altre Procure. SAN MARINO - La notizia dell’inchiesta della Finanza sui magistrati di San Marino ha scosso il Titano e allertato il Belpaese, tanto che anche il Corriere della Sera è tornato sul dossier depositato alla Prcura di Rimini e in mano al procuratore capo, Paolo Giovagnoli. Per il Corriere della Sera non si tratterebbe di alcuni giudici, ma di “tutti e 19 i magistrati”, che sono tutti italiani, seppur di diversa provenienza, “per cui le singole posizioni saranno stralciate e inviate alle Procure di competenza”.
Le indagini in atto, come già annunciato ieri, sono volte ad accertare se i magistrati, pur dichiarando di risiedere sul Titano, in realtà vivano di fatto in Italia, eludendo così il fisco. Come prevede la normativa sammarinese, infatti, questi fondamentali ruoli istituzionali devono essere ricoperti da “stranieri”, evitando così all’origine ogni potenziale incompatibilità o conflitto di interessi, ma da qualche parte le tasse bisogna pur sempre pagarle.
Per di più non è nemmeno una questione nuova, visot che già a San Marino sono stati presentati due esposti. Uno è firmato Sylviane Stefanelli ed è stato presentato all’ufficio di Stato Civile, nell’autunno scorso, ed è volto a indagare sulla reale residenza di tre magistrati. L’altro presentato alla Gendarmeria, brigata di Città, poche settimane fa è nei fatti simile al primo.
9. Roma. Maroni: "L'Europa non fa nulla". 13/02/2011. ROMA - "Siamo soli, l'Europa non sta facendo nulla": è la posizione del ministro dell'interno Roberto Maroni in merito all'emergenza migranti a Lampedusa. "L'Europa non sta facendo nulla. Sono molto preoccupato - ha precisato il ministro - ho chiesto l'intervento urgente dell'Ue perché il Maghreb sta esplodendo".
"C'è un terremoto istituzionale e politico che rischia di avere un impatto devastante su tutta l'Europa attraverso l'Italia. Noi siamo come al solito lasciati soli. Stiamo gestendo l'emergenza umanitaria con la protezione civile. E'indispensabile l'intervento dell'Europa".
"Chiederò al ministro degli esteri tunisino l'autorizzazione per i nostri contingenti ad intervenire in Tunisia per bloccare i flussi. Il sistema tunisino è al collasso". In relazione alle decisioni di alcune procure, che stanno applicando una direttiva dell'Ue che rende di fatto inefficaci i fermi dei clandestini da parte delle forze dell'ordine, Maroni ha detto: "Ne penso tutto il male possibile. Per questo sto preparando un provvedimento urgente per dare interpretazione corretta a questa direttiva che non è quella che stanno dando alcune procure".
10. Roma. Poche, radical chic, in piazza per motivi politici. Roma, 13-02-2011. Mariastella Gelmini ha criticato l'iniziativa 'Se non ora, quando?' che si sta svolgendo in tutta Italia. "Le donne che scendono oggi in piazza sono solo poche radical chic che manifestano per fini politici e per strumentalizzare le donne", ha dichiarato il ministro della Pubblica istruzione in una nota.
"Non vengano a raccontarci di voler difendere la loro dignita' quando sono le prime a bollare automaticamente come prostituta qualsiasi donna metta piede in casa del premier", ha aggiunto.
"Si tratta delle solite eroine snob della sinistra che sono uscite dai loro salotti per tentare di strumentalizzare la questione femminile e per attaccare un governo che continua ad avere la fiducia della maggioranza degli italiani", ha insistito.
"Oggi non va in scena la manifestazione 'delle donne' ma quella di militanti della sinistra contro il governo Berlusconi. Le organizzatrici se ne facciano una ragione, questa loro battaglia non monta nel Paese", ha assicurato.
"Non c'e' motivo e non c'e' speranza che le donne italiane vedano la propria dignita' minacciata da questo governo, ne' che si sentano coinvolte in una speculazione politica che non capiscono, non condividono e non appoggiano", ha concluso.
11. Milano. La bellezza è un punto di forza». Il messaggio alla vigilia della manifestazione delle donne. MILANO - «La bellezza non è una qualità minore, ma un punto di forza». Lo scrive Nicole Minetti, consigliere regionale del Pdl coinvolta nel caso Ruby, nell'ambito del quale è accusata di favoreggiamento della prostituzione e della prostituzione minorile. Lo fa alla vigilia della manifestazione in difesa della dignità delle donne «Se non ora quando?», organizzata per domenica in 230 piazze d'Italia. Lo spazio è la sua nuova rubrica «Il favoloso mondo di Nicole», inaugurata sabato sul quotidiano online Affaritaiani.it. «Il mio commento non è riservato a quante, tante, domenica si uniranno, in piazza o anche solo idealmente - precisa però subito la Minetti -. Piuttosto, il mio scritto è un messaggio a destinatario sconosciuto, donne e uomini, affezionati lettori o elettori disaffezionati».
«IRONIA» - Più in dettaglio, l'articolo della Minetti inizia nel segno di quella che lei definisce «ironia» e invita a non «giudicare superficialità». Un riferimento, cioè, al mondo delle fiabe: da Cenerentola che «litigava con le sorellastre per andare al ballo» alla Bella addormentata che «senza l’aiuto delle fatine non sarebbe mai stata baciata dal principe». Fino a Puffetta che «godeva allegramente della sua beata condizione di unica femmina del villaggio» e Biancaneve che «viveva addirittura con 7 uomini». Per concludere: «Invece, non ho ricordi di una principessa manifestante, e nemmeno di una fiaba che iniziasse con “C’era una volta in piazza...”». Dopo molte precauzioni («Una voce fuori dal coro suona sempre come una sorpresa: brutta se stonata, ma se armoniosa, può far udire il cosiddetto “canto segreto delle sirene”», «Esco quindi così, con una bandiera bianca, sventolata non senza timore, ma anche con un pizzico di provocazione»), la Minetti passa quindi a enunciare il suo pensiero su bellezza e femminilità. «Perché urlare che “le donne sono diverse” se abbiamo lottato per la parità dei sessi? - inizia il ragionamento - È visibile il fraintendimento: vogliamo affermare il potere delle donne dimenticando la nostra femminilità?». Poi ancora: «La bellezza non è una qualità minore, ma un punto di forza. Non è un dettaglio estetico, ma un potere che viene da dentro. Si dice “quello che seduce spaventa”, vero, ma non cadiamo nella trappola di chi se ne è accorto e ha cercato di annientare questa energia, facendola addirittura diventare un difetto, mortificandola. Non cediamo alla banale uniformità bella/stupida, è un risultato parziale.»
CONCLUSIONI - Il finale è un appello contro i «pacchetti preconfezionati», indulgente sulla possibilità di commettere errori: «Come la bellezza non è un valore assoluto, tantomeno può essere un metro di giudizio»; «Abbiamo una vita per fare bene, e la stessa vita per compiere errori, di calcolo o di consapevole imprudenza. Ma possiamo pur sempre cambiare. E il modo per farlo non sarà urlare tutte insieme uno slogan, ma forse, parlarci».
12. Anche i guadagni della escort non sfuggono al redditometro. Pecunia non olet, si diceva in latino. O per gli amanti del mondo e del linguaggio anglosassone: money is money. Anche il fisco sceglie questa linea nel contrasto all'evasione. Il redditometro, quindi, non fa, né può fare differenze. Le escort devono dichiarare tutto. E non sono ammesse giustificazioni «morali» o, tantomeno, che i compensi percepiti siano da considerare una forma di risarcimento per la lesione della dignità personale derivante dall'attività svolta. Attività, come precisato dalla stessa ricorrente, «assimilabile, con i dovuti distinguo del caso, all'attività di prostituta». Lo afferma chiaramente la Commissione tributaria provinciale di Novara con la sentenza 2/01/11.
La vicenda
L'Agenzia delle entrate aveva accertato con il redditometro una escort. Gli indici di capacità contributiva della donna avevano fatto emergere che poteva disporre di un reddito di quasi 130mila euro per ciascuno degli anni dal 2004 al 2006. Risultava proprietaria di immobili, intestataria di un'assicurazione e aveva sostenuto diverse spese per incrementi patrimoniali. Una volta ricevuto l'avviso di accertamento, la diretta interessata aveva presentato ricorso ai giudici tributari. Perché? Sosteneva che i soldi ricavati come escort e accompagnatrice in realtà dovessero essere interpretati come una sorta di indennizzo per l'affronto della vendita del proprio corpo. L'amministrazione finanziaria, però, ha fatto riferimento all'orientamento dei giudici comunitari. Già la sentenza della Corte di giustizia C-268/99 aveva affermato che la prostituzione è «caratterizzata dalla natura economica e da uno svolgimento in forma di lavoro autonomo, non sussistendo alcun vincolo di subordibnazione in capo a chi la esercita». In pratica, la prostituzione è un lavoro autonomo e redditi percepiti si dichiarano.
La decisione
La Commissione tributaria, investita del caso, ha ritenuto pienamente corretto l'operato dell'ufficio. Punto primo la escort non aveva negato quegli indici di capacità contributiva (gli immobili, la polizza) su cui il fisco si era basato ma aveva semplicemente affermato di possedere un reddito che «ne giustificava il mantenimento e che tale reddito non era imponibile» perché derivava dall'attività esercitata «assimilabile a quella di prostituzione». Punto secondo, la donna non ha provato quale fossero le somme effettivamente percepite e quelle spese. Punto terzo, la motivazione della presunta natura risarcitoria degli incassi non è accettabile.
L'abitualità nell'esercizio della prostituzione, secondo i giudici tributari, porta a escludere che i compensi siano stati elargiti come forma di donazione da parte dei beneficiari delle prestazioni. Piuttosto le frequentazioni erano «regolate da precisi accordi commerciali», per cui i due "contraenti" (escort-clienti) erano consapevoli di adempiere ad obblighi contrattuali. Di conseguenza, motiva la Ctp, «se un soggetto acconsente, sebbene il fatto posto in essere sia avvertito dalla generalità delle persone come violazione della morale corrente, tale comportamento certamente non può assumere giuridicamente natura di risarcimento».
Il richiamo alla Costituzione
Del resto, come aveva già osservato la Corte di giustizia Ce, la prostituzione è una prestazione di servizi retribuita e quindi rientra nella nozione di attività economica. E qui entra in gioco anche una considerazione più alta, di natura costituzionale. Già, perché come aveva sottolineato la stessa Agenzia delle entrate, alla base c'è il principio stabilito dall'articolo 53 della Costituzione: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva». Pertanto, «non si può ritenere ammissibile che determinati soggetti - conclude la sentenza della Ctp Novara - possano eludere al dovere di contribuire al sostenimento dei costi collettivi, di cui essi stessi beneficiano».
13. Pavia. Soldi in Svizzera, indagini su 21. In procura a Pavia i nominativi della lista del bancario Falciani. PAVIA. Un commercialista, un paio di medici e alcuni imprenditori. Professionisti, quindi, ma anche aziende. Sono 21, in tutto, i nomi dei pavesi con capitali in Svizzera segnalati alla Procura di Pavia. Provengono dalla lista del bancario "infedele" Hervè Falciani.
Il dipendente della divisione svizzera aveva sottratto migliaia di nominativi di presunti evasori dalla banca per cui lavorava e li aveva consegnati alle autorità francesi. La guardia di Finanza li aveva chiesti alla Francia e consegnati, inizialmente, alla sola Procura di Torino, che aveva cominciato a verificare le singole posizioni.  Via via le segnalazioni sono poi arrivate anche alle altre Procure, ognuna per i soggetti residenti nel proprio territorio di competenza. Attualmente sono circa 7mila i nominativi italiani (per diversi milioni di euro) e 151 le procure che si stanno occupando della vicenda.
Sotto la lente di ingrandimento di quella di Pavia ci sono 21 persone, che abitano in città e nei centri del Pavese. Il nomi sono top secret, ma secondo indiscrezioni nell'elenco comparirebbero un commercialista, due medici e alcuni imprenditori.  Il fascicolo si trova ora sul tavolo del magistrato Carmen Manfredda, da poco arrivata in procura dopo l'esperienza in Europa e poi alla procura generale di Milano.
Le verifiche per l'accertamento di eventuali reati, che possono riguardare anche il riciclaggio di denaro sporco oltre che l'evasione fiscale, sono appena all'inizio. Se ne occuperà la guardia di Finanza, ma anche l'Agenzia delle entrate che, a prescindere dagli aspetti giudiziari, dovrà portare avanti gli accertamenti di tipo fiscale.  I soggetti (potrebbero anche essere aziende con sede a Pavia) risultano essere dunque intestatari di conti correnti in Svizzera. Ma poiché la lista fu trafugata alla fine del 2008, nel frattempo alcuni di loro potrebbero avere sanato la loro situazione attraverso lo scudo fiscale. Il che, tuttavia, non costituirebbe una copertura nel caso in cui la magistratura dovesse accertare che sono stati commessi altri tipi di reati.
14. Milano. Fini a Berlusconi: «Dimettiamoci, poi il voto». 13 febbraio 2011. A Milano, Gianfranco Fini è stato acclamato primo presidente di Futuro e Libertà dall’assemblea costituente del nuovo partito: «Grazie per la fiducia con cui mi avete voluto onorare», ha detto il presidente della Camera dopo la standing ovation. Durante il lungo discorso di “insediamento”, concluso poco dopo le 14, Fini ha detto che «era doveroso alzare le bandiere che abbiamo alzato, perché l’ultimo Pdl non aveva un atteggiamento tollerante, liberale, garante dei diritti delle persone, delle minoranze e delle diversità e su questi temi ha troppo assecondato la Lega Nord. Il Pdl non ha senso dello Stato e delle istituzioni: la cronaca di questi giorni ci dà ragione, quando dicevamo che dentro il Pdl il concetto di identità nazionale non è solo sventolare il tricolore, ma il senso di appartenere a una comune storia». Dopo avere detto che «non ci si può considerare al di sopra della legge e sentirsi coperti da un’assoluta impunità, neppure se si è eletti con il 99,9% dei consensi» e che «non si può richiamare la sovranità popolare e l’investitura del popolo come usbergo e corazza che vada al di sopra dell’articolo 3 della Costituzione», Fini ha lanciato una sorta di «sfida politica» a Berlusconi: «Faremmo entrambi una splendida figura, se ci si dimettesse (lui e il premier, ndr) per consentire così agli italiani di esprimere con il voto la loro sovranità popolare. Facciamo le due grandi riforme e poi è ipotizzabile andare a votate nella primavera dell’anno prossimo in modo da prefigurare una via d’uscita concordata. Andiamo a votare, per consegnare agli italiani una nuova Italia».
15. Perugia. Gli umbri protagonisti nella costituente di Futuro e libertà. Pattuglia capitanata da Zaffini. Nella giornata di ieri la costituente milanese di Futuro e libertà è entrata nel pieno del suo svolgimento con i lavori della commissione programma e delle commissioni tematiche. Dall’Umbria sono molti i promotori Fli coinvolti, in primo luogo, il coordinatore regionale Franco Zaffini e la professoressa Chiara Moroni impegnati a dare il proprio contributo nella commissione “programma” da cui uscirà il documento politico che detterà la le linee guida del partito e destinato al voto dell’intera assemblea nella giornata di oggi. Sulla base delle proprie competenze, invece, si sono divisi altri promotori come l’avvocato Francesco Gagliardi del circolo di Gubbio assegnato alla commissione “legalità”, mentre un altro eugubino, Stefano Pascolini, coordinatore comunale, e Roberta Ricci, del coordinamento Perugia-lago, sono impegnati in quella “sviluppo”. Al welfare, l’Umbria schiera nuovamente un giurista, l’avvocato Francesco Bertellini, mentre all’ambiente è l’imprenditore ternano, Domenico Bellachioma, a portare la voce della regione. Il numeroso gruppo dei giovani arrivato dal cuore verde è “capitanato” dai tre responsabili del comitato nazionale, Michael Surace, Francesco Siciliano e Jessica Bruni, che si sono espressi col voto per approvare lo statuto di Generazione Futuro, il movimento giovanile di Futuro e libertà che in Umbria ha raccolto anche i primi successi con l’elezione nei consigli universitari. Grande entusiasmo è stato espresso proprio da Franco Zaffini che durante l’evento ha così commentato la nascita del partito: “Nasce per l’Italia, nasce per l’Umbria una destra moderna, nazionale ed europea, sociale e inclusiva che rappresenta il primo nucleo del nuovo centro destra, realmente alternativo alla sinistra. Un partito normale, non padronale, dove ogni fondatore esprime il suo voto al pari di Gianfranco Fini, così sarà sui territori dove nei prossimi giorni i promotori daranno vita ai circoli di Fli in tutta l’Umbria”
16. Noto. Rivive la cattedrale di Noto. Svelati gli affreschi della cupola. Alla cerimonia presenti anche il ministro dell' Ambiente Prestigiacomo e il critico Vittorio Sgarbi. 13/02/2011. NOTO (SIRACUSA) - Dopo essere stata riaperta al culto nel 2007, undici anni dopo il crollo che l'aveva devastata, la Cattedrale di Noto ha compiuto un altro passo avanti con l'inaugurazione degli affreschi della cupola, realizzati da Oleg Supereco, e delle vetrate del tamburo, di Francesco Mori. Nella chiesa simbolo del Giardino di Pietra, riconosciuto patrimonio dell'umanità dall'Unesco, il vescovo Antonino Staglianò ha anche consacrato l'altare centrale e benedetto l'ambone e la croce, realizzati dallo scultore Giuseppe Ducrot. Alla cerimonia partecipano, tra gli altri, il ministro dell' Ambiente Stefania Prestigiacomo, il capo del dipartimento della Protezione civile nazionale Franco Gabrielli, il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, e il critico d'arte e sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi. La Cattedrale, andata in gran parte distrutta il 13 marzo del 1996 e riconsegnata al culto dei fedeli nel giugno del 2007, è il monumento simbolo dell'arte barocca della città e del Val di Noto. Il crollo aveva interessato la navata centrale e quella destra, alcuni piloni e gran parte della cupola, il cui restuaro è stato adesso completato. All'interno della Cattedrale i lavori però non sono ancora del tutto conclusi. Per reintegrare l'opera nel paesaggio urbano della città sono stati necessari anni di scavi per recuperare migliaia di pietre. La complessa ricostruzione è avvenuta coniugando antiche tecniche costruttive e moderne tecnologie sviluppate nel campo dell'ingegneria antisismica.

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