mercoledì 9 febbraio 2011

Federali della Sera. Luis batte Tommasini, Sigmun se la batte, Orlando e’ invidioso: confusione a monte. 9 febbraio 2011.

Sezione Forza Luis:
1. Bozen. Durnwalder è il politico altoatesino più ricco.
2. Merano. Merano: Sigmund scomparso da dieci giorni.

Sezione pipistrelli ed annessioni:
3. Udin. Udine, il Comune arruola pipistrelli per combattere le zanzare tigre.
4. Venezia. Il ministero: «Annessione abrogata? Unità garantita dalla Costituzione».
5. Mantova. Calderoli super semplificatore e Mantova non è più italiana.

Sezione meridionale:
6. Napoli. Rifiuti, ecco il piano della Provincia
7. Sardegna. Attentati nell'Isola, arrivano gli indennizzi per gli amministratori. 
8. Palermo. La censura a Russo da parte chi ha banchettato sui guasti della sanità.


1. Bozen. Durnwalder è il politico altoatesino più ricco. La dichiarazione 2010 del presidente: 343 mila euro. Tommasini: 263 mila. BOLZANO. Il più ricco? La risposta è scontata: il presidente della giunta provinciale. Luis Durnwalder si conferma al primo posto della classifica dei 35 consiglieri provinciali, pubblicata nel bollettino ufficiale ieri, con 343.343 euro: le cifre sono lorde e si riferiscono alle dichiarazioni dei redditi 2010 (periodo d'imposta 2009). Ha guadagnato 27 mila euro lordi al mese: più del cancelliere tedesco Angela Merkel che nel 2010 non ha superato i 19.300. Alle periodiche critiche sull'indennità da record Durnwalder ha sempre risposto così: «È vero che guadagno il 90% in più di un normale consigliere provinciale ma sono tutti soldi che mi guadagno, cominciando a lavorare alle 6 di mattina». Oltre ai redditi nel bollettino ufficiale si possono vedere anche eventuali variazioni della situazione patrimoniale dei singoli consiglieri: per quanto riguarda il presidente della Provincia risulta aver acquistato un immobile a Dodiciville. In fondo alla classifica l'assessore del Pd Roberto Bizzo, di professione ingegnere, con 30.003. Il reddito modesto, in confronto ai colleghi consiglieri, si spiega con il fatto che la dichiarazione si riferisce al 2009, quando non era ancora subentrato in consiglio a Barbara Repetto, dichiarata ineleggibile. Numero due nella classifica dei Paperoni della politica: Hans Berger, vicepresidente della giunta provinciale e assessore all'agricoltura, ma prima ancora albergatore. È infatti proprietario dell'hotel Berger a Riva di Tures. Il suo reddito nel 2010: 340.923 euro.
Il più ricco dei politici del gruppo italiano è il vicepresidente della giunta Christian Tommasini (Pd): 263.350 euro. L'indennità del consigliere provinciale arriva a 13 mila euro al mese (le cifre sono sempre lorde, ndr), con riflessi a cascata per chi ricopre un'altra carica. I due vicepresidenti della giunta guadagnano 25.846 euro e gli assessori 24.410 euro a testa, rispettivamente 80 e 70% in più di un consigliere. Dieter Steger nel 2010 ha dichiarato un reddito di quasi 250 mila euro: allora era presidente del consiglio provinciale. Carica che ha dovuto abbandonare a fine gennaio in quanto risultato ineleggibile. Alle spalle di Steger gli altri assessori Svp: il più ricco, il responsabile dei lavori pubblici Florian Mussner (244.953). Tre mila euro in meno quelli dichiarati da Thomas Widmann, responsabile di trasporti, industria, commercio e artigianato, che risulta aver acquistato due terreni a San Genesio. Ha inoltre delle partecipazioni nella Società agricola Ampeleia srl e nella società agricola Cannucceto, a Roccastrada in provincia di Grosseto.
Per quanto riguarda i consiglieri italiani il reddito più alto (223.419) è quello di Maurizio Vezzali, esponente del Pdl, titolare di due studi legali a Bressanone e a Bolzano. Il vicepresidente del consiglio provinciale Mauro Minniti (Pdl) si ferma a quota 156 mila. Donato Seppi (Unitalia) ha un reddito (131.017) leggermente superiore a quello del verde Riccardo Dello Sbarba (129.484). Per quanto riguarda le donne al vertice c'è l'assessore Sabina Kasslatter-Mur con 237.476 euro che risulta aver acquisito un immobile a Chiusa; la dichiarazione più bassa quella di Julia Unterberger (89.525), avvocato, entrata in consiglio nell'estate 2010.
2. Merano. Merano: Sigmund scomparso da dieci giorni. La mamma del presidente di Jungle ha presentato denuncia alla polizia. MERANO. Scomparso nel nulla, senza lasciare alcuna traccia di sé, nessun recapito al datore di lavoro e nemmeno alla madre: Thomas Sigmund, notissimo manager meranese di 42 anni e presidente del centro giovanile Jungle e di Strymer, l'associazione che opera con gli streetworker tra i giovani, da una decina di giorni è irreperibile. Il suo cellulare è scollegato e anche sul web l'ultimo contatto sarebbe del 30 gennaio. Poi il silenzio più assoluto. Familiari, amici e colleghi di lavoro sono in seria apprensione per le sue sorti. Per alcuni la scomparsa di Sigmund potrebbe essere collegata alla difficile situazione di stress venutasi a creare negli ultimi mesi nell'associazione Strymer, con l'improvviso allontanamento di Roman Grünfelder, coordinatore del gruppo di operatori sociali messo in atto dal consiglio d'amministrazione. Gli ultimi ad averlo visto sono stati i membri del consiglio d'amministrazione proprio di Strymer nella giornata di venerdì 28 gennaio quando si è discusso degli sviluppi dell'inchiesta giudiziaria della procura. Al termine Sigmund in quella occasione pare avesse annunciato di volersi prendere un paio di giorni liberi per recarsi a Praga in vacanza; una destinazione non nuova per lui considerato che pare fosse fra le sue mete preferite nel corso degli ultimi mesi.
Lunedì 31 gennaio tuttavia nessuno lo ha visto nè al centro giovanile Jungle e neppure sul posto di lavoro, alla Lasa Marmi, dove Sigmund ricopre il ruolo di direttore marketing. Neppure mercoledì, giornata in cui doveva tenersi un incontro sindacale per cercare di risolvere la vertenza lavorativa con l'ex coordinatore di Strymer e per garantire il futuro dei quattro streetworker, Sigmund si è presentato. E così giovedì scorso la madre del presidente di Jungle, molto preoccupata per il silenzio improvviso del figlio - che solitamente non mancava mai di dare proprie notizie e di rendere noti almeno in famiglia i suoi spostamenti - ha deciso di rompere gli indugi e di presentare alla polizia denuncia di scomparsa. Delle sorti dell'uomo in questi giorni si sta interessando anche la Digos, l'ufficio politico della polizia di Stato, che già nelle scorse settimane si era mossa dopo la sospensione in tronco del coordinatore di Strymer e l'apertura di un'inchiesta giudiziaria affidata al sostituto procuratore Igor Secco. Al setaccio anche le sedici pagine di promemoria che il presidente dell'associazione aveva inviato all'autorità giudiziaria.
In queste ore in ogni caso i controlli e le indagini sono rivolte a 360 gradi e non si esclude alcuna pista, ne quella dell'allontamento volontario, ma neppure quella di problemi di salute. Qualcuno, è inutile negarlo, teme che possa essere accaduta anche una disgrazia. Tra le persone che in questi giorni sono più in ansia ci sono gli operatori dell'associazione Strymer e del centro giovanile Jungle, la struttura di via San Giuseppe che ha nel Comune di Merano il proprio principale sostenitore finanziario. Thomas Sigmund, scomparendo nel nulla, ha lasciato completamente bloccata l'attività delle due associazioni. Jungle, in particolare senza l'avallo e la firma del presidente non può prendere alcuna iniziativa e la vicepresidente pare che da un anno non venga neppure coinvolta nel sistema decisionale. Lo stesso dicasi per Strymer, dove tutti gli operatori stanno vivendo un momento di sconforto e smarrimento.
I più preoccupati sono gli operatori sociali e gli streetworker dipendenti delle due associazioni, che mancando il presidente rischiano di non percepire lo stipendio. Ma anche i vertici della ripartizione servizi sociali del Burgraviato in questi giorni non stanno passando giornate tranquille. Strymer in particolare, per la sua attività di prevenzione del disagio giovanile, da un paio di anni riceve proprio dal comprensorio il 70% del proprio budget di spesa, necessario per sostenere il lavoro di quattro operatori sociali, gli streetworker, e la loro presenza assidua sul territorio a contatto con i ragazzi più esposti verso il mondo delle devianze e degli estremismi. Dopo l'allontanamento forzato del coordinatore, l'attività degli operatori era ripresa, ma ora l'improvvisa scomparsa del presidente dell'associazione, rischia di mettere in crisi l'intero progetto di assistenza giovanile costruito con pazienza in questi anni.
3. Udin. Udine, il Comune arruola pipistrelli per combattere le zanzare tigre. Ogni animale può divorare fino a 5 mila insetti al giorno. Piano da 77 mila euro, 44 bat box saranno collocati in varie parti della città. UDINE. Pipistrelli in città per combattere la zanzara tigre. E’ la novità della campagna di disinfestazione che il comune propone per il 2011. La novità è rappresentata appunto dai bat box. Le azioni messe in campo dal Comune, in collaborazione con l’Ass 4 Medio Friuli e il dipartimento di Biologia applicata dell’università di Udine, costeranno complessivamente circa 77 mila euro.

Il piano di disinfestazione dalla zanzara tigre (circa 52 mila euro l’investimento) predisposto dal servizio Patrimonio e ambiente prevede l’esecuzione di trattamenti insetticidi su circa 18.500 pozzetti di fognature stradali. Gli interventi saranno effettuati nel periodo tra maggio e ottobre ogni tre settimane. Trattamenti disinfestanti saranno garantiti anche all’interno dei cimiteri. L’a teneo friulano e gli uffici comunali si occuperanno inoltre di monitorare la diffusione dell’infestazione con una verifica finale dell’efficacia delle azioni svolte.
«Siamo attivi da tempo nel combattere la diffusione di questo insetto – sottolinea l’assessore alla Qualità della città Lorenzo Croattini –, ma senza la collaborazione dei cittadini è difficile ottenere risultati apprezzabili. Va ricordato che è un dovere di ciascuno di noi eseguire i trattamenti necessari nelle proprie aree di proprietà».
Per la prima volta in città, inoltre, saranno posizionati 44 bat-box, delle casette per pipistrelli, utilizzate da molti comuni, sempre per contrastare il fenomeno della diffusione della zanzara. Ogni pipistrello, infatti, riesce a ingerire ogni notte tra i 500 e i 5 mila insetti, a seconda delle dimensioni di questi ultimi. E, considerata la dimensione delle zanzare, si è calcolato che ognuno di questi mammiferi notturni riesce a mangiare fino a 2 mila zanzare ogni notte. Un vero e proprio “insetticida naturale” totalmente gratuito. Per questo il Comune ha deciso di posizionare diversi bat-box in numerose aree cittadine. Otto troveranno posto al parco del Cormôr, altrettante lungo la roggia di Planis, in piazzale Cella, in viale Volontari della Libertà, al cimitero di San Vito e quattro al parco Foni. I “Nidi artificiali”, sono stati collocati vicino ad alberi ad alto fusto e corsi d’acqua (o abbondanza d’acqua). 
Invariate, poi, le attenzioni che ogni cittadino dovrebbe prestare per contrastare il fenomeno della diffusione della zanzara tigre. Per il controllo dell’infestazione, infatti, è indispensabile l’a ttiva partecipazione di tutti, con la disinfestazione dei pozzetti di raccolta delle acque meteoriche con specifici prodotti larvicidi, acquistabili presso supermercati, agrarie e farmacie. L’a zione insetticida contro l’insetto adulto, invece, è generalmente sconsigliata, sia per la tossicità dei prodotti, che contaminano l’a mbiente e gli alimenti eventualmente esposti e possono essere inalati dall’uomo e dagli animali, sia per la scarsa validità degli stessi nel controllo dell’infestazione.
Insieme con gli interventi di contrasto alla proliferazione della zanzara tigre, infine, il Comune ha confermato anche il piano di attività di derattizzazione, per il quale è prevista una spesa di 25 mila euro.
4. Venezia. Il ministero: «Annessione abrogata? Unità garantita dalla Costituzione». Il dicastero Calderoli minimizza. L’ex pg Fortuna: possibili ricorsi. Il decreto regio cancellato, il presidente emerito della Consulta: «Confusione a monte». VENEZIA - Non basta abrogare un Regio Decreto per consegnare l'indipendenza al Veneto. A parlare per conto del ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli è il suo direttore generale. «Il Regio Decreto 3300 del 4 novembre 1866 non è stato abrogato per errore - spiega - è stato abrogato perché superato dalla Costituzione che all'articolo 131 costituisce tutte le Regioni d'Italia, Veneto compreso». La risposta del ministero però non convince del tutto. «Il governo è in stato confusionale e fa cose strampalate - interviene l'ex procuratore generale di Venezia e oggi esponente dell'Udc Ennio Fortuna - ormai mi aspetto che succeda di tutto, anche che questa vicenda dell'annessione abrogata finisca in tribunale per una nuova interpretazione ». Ieri mattina il Comune di Venezia infatti ha dovuto inviare una richiesta formale al dicastero di Calderoli per ottenere una chiarificazione interpretativa dell'intero decreto «ammazzanorme» per capire se può ancora avere competenze sul Canal Grande visto che, a sentire l'assessore ed ex membro del Csm Ugo Bergamo, la risposta data dal ministero non è «per nulla soddisfacente». Sulle due questioni dunque c'è ancora molta confusione e la vicenda non è destinata a concludersi, anche perché il ministero dovrà mettere comunque al lavori i suoi tecnici per rispondere al Comune di Venezia ed evitare che lo «scippo» del Canal Grande abbia conseguenze economiche su Venezia.
«La confusione è a monte e nasce dal modo in cui è stato concepito il decreto per tagliare le leggi - spiega l'ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida - se il Regio Decreto che annetteva il Veneto al Regno d'Italia era inutile perché superato dalla Costituzione non aveva senso abrogarlo visto che non era in contrasto con nessuna norma. Con l'abrogazione invece si solleva la questione se serva o meno. Comunque non ci saranno conseguenze ». Resta il fatto che se sul piano giuridico non ci dovrebbero essere minacce per l'Unità d'Italia, è innegabile che la «svista» di Calderoli abbia alimentato le mai sopite spinte indipendentiste che da anni attraversano il Veneto. Lo stesso presidente della Regione Luca Zaia ha ammesso di temere che «episodi come questo possano alimentare certi indipendentisti». In realtà, proprio sull'abrogazione dell'annessione i venetisti si sono spaccati: mentre il consigliere regionale dell'Unione Nord Est Mariangelo Foggiato ha aperto il lavori dell'assemblea chiedendo chiarificazioni sullo status giuridico del Consiglio regionale, il presidente del «Governo del Popolo Veneto» Albert Gardin ha liquidato la vicenda come «folcloristica» e ha deciso di promulgare le elezioni del «parlamento veneto » per il 25 aprile.
«La Costituzione fissa un perimetro chiaro per il nostro paese - continua Zaia - questi vecchi decreti appartengono a un'epoca passata e i veneti devono guardare avanti e non indietro ». Così avanti che dopo che lo stesso Zaia ha chiarito che l'Unità d'Italia (anche se gli italiani «hanno di meglio da pensare») non è minacciato dai decreti del collega di partito Roberto Calderoli, l'ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha deciso che il Veneto parteciperà alla mostra «Regioni e testimonianze d'Italia» in programma a Roma nell'ambito dei festeggiamenti per l'Unità d'Italia. Dopo la bacchettata del Quirinale infatti la reazione non si è fatta attendere e già domani il presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato sarà nella capitale per ricordare i 150 anni dell'Unità. «Il Veneto - ha concluso Ruffato - non poteva mancare questo appuntamento sia per l’alto contributo reso alla nascita dell’Italia unita, sia per il ruolo che la nostra regione ha svolto da allora e continua a svolgere nell’ambito dello sviluppo del nostro paese». Alessio Antonini
5. Mantova. Calderoli super semplificatore e Mantova non è più italiana. Il ministro per la semplificazione legislativa Roberto Calderoli cancella il regio decreto con il quale l'allora sovrano Vittorio Emanuele II sancì che "le provincie della Venezia e quella di Mantova fanno parte integrante del Regno d'Italia". MANTOVA. Trionfo padano: da quasi due mesi Mantova non è più in Italia e con lei il Veneto intero. Altroché secessione a furor di popolo. Ci ha pensato la Roma della burocrazia a sancire la (platonica) liberazione dopo 144 anni e tre mesi. Effetto di un errore di qualche tecnico del ministro per la semplificazione legislativa Roberto Calderoli. Anche se, ovviamente, conseguenze concrete non ce ne saranno. Il pasticcio nasce il 16 dicembre scorso. Calderoli, impegnato nell'opera di cancellazione della pesantissima mole di più o meno inutili leggi e leggine accumulate in 150 anni di storia italiana, firma insieme al collega della giustizia Angelino Alfano un decreto di abrogazione di un plico di norme vecchie di decenni. Il problema è che per errore in quell'elenco finisce anche il Regio decreto 3300 del 4 novembre 1866. Quello con il quale l'allora sovrano Vittorio Emanuele II sancì, «per grazia di Dio e volontà della Nazione» che «le provincie (così si legge nel testo) della Venezia e quella di Mantova fanno parte integrante del Regno d'Italia».
Seguirono la legge 3841 del 18 luglio 1867 (che trasformò il decreto in provvedimento definitivo) e la 4232 del 9 febbraio 1868 che definì i confini della provincia di Mantova. E adesso? La cancellazione del Regio decreto è destinata a rimanere un episodio divertente ma senza conseguenze. L'errore non basta insomma per coronare sogni indipendentisti e impeti secessionisti, perché a garanzia dell'italianità di Mantova e del Veneto resta il principio costituzionale che vuole l'Italia «unica e indivisibile».
Anche se il ministro Calderoli ha lasciato intendere che verrà messa una pezza per rattoppare l'errore e per evitare di far perdere tempo ai tribunali con i ricorsi di qualche temerario. Per una svista simile nelle settimane scorse il Canal Grande di Venezia era passato sotto il controllo di Roma.
6. Napoli. Rifiuti, ecco il piano della Provincia sei impianti, Stir ai privati e sconto Tarsu. NAPOLI - Pronto il piano della Provincia di Napoli per la soluzione della crisi dei rifiuti. Ecco i punti chiave: sconti sulla Tarsu ai Comuni disponibili a ospitare le discariche; affidamento ai privati degli impianti di tritovagliatura; tariffe di conferimento differenziate; realizzazione di cinque siti di sversamento (più uno già a Terzigno) trasferimento dei rifiuti in altre regioni in attesa dell’apertura delle nuove «buche». «Nella nostra regione – spiega al Mattino il presidente Luigi Cesaro - si registra una grave carenza impiantistica». Si partirà dalla nomina dei commissari che dovranno provvedere alla gara per l'affidamento ai privati dei cosiddetti stir (ex Cdr) di Giugliano e Tufino ora gestiti dalla Sapna (la società provinciale) che diventerà stazione concedente. Intanto, peggiora la situazione in città: duemila tonnellate non raccolte. Il governatore Caldoro: in giro ci sono troppi sciacalli.
7. Sardegna. Attentati nell'Isola, arrivano gli indennizzi per gli amministratori. 09.02.2011. Dalla Regione arrivano gli indennizzi ai sindaci vittime di attentati o estorsioni. La decisione è stata presa dalla giunta su proposta dell'assessore degli Affari generali Mario Floris, in sintonia con il governatore Cappellacci. L'esecutivo ha approvato le modifiche alla legge 21 del 1998, con la quale si ero stabilito l'intervento della Regione a favore di vittime di atti ritorsivi o intimidatori. Una decisione che arriva a pochi giorni dall'escalation di attentati contro amministratori locali nell'Isola. La natura della legge prevede un intento «fortemente solidaristico» della Regione, attraverso appunto un sostegno risarcitorio per «attenuare le conseguenze negative dell'azione violenta subita da sindaci, assessori, consiglieri comunali, dipendenti comunali con qualifica di agente di pubblica sicurezza e dipendenti regionali del Corpo Forestale». «È un ulteriore segnale della giunta verso i nostri amministratori e tutti coloro che ricoprono incarichi pubblici», dice Cappellacci, «con questo strumento legislativo vogliamo ribadire la ferma condanna agli attacchi nei loro confronti, ma anche rispondere in misura adeguata al bisogno di legalità manifestato nel territorio».
8. Palermo. La censura a Russo da parte chi ha banchettato sui guasti della sanità. scritto da Raffaele Lombardo. Non condivido la posizione di alcuni intellettuali che stimo oltremisura a proposito che al Civico debba andare un non siciliano. Ci sono manager siciliani molto più bravi di quelli lombardi o veneti.
In questo caso è emersa una criticità che ha portato il manager ad accettare l’invito, se volete fatto con forza, da parte dell’assessore a dimettersi. Vogliamo importare manager dal resto d’Italia? E allora perché non farlo anche nei giornali, nelle imprese, nei sindacati e ci affidamo secondo una logica coloniale a commissari che vengono da altre parti d’Italia? Dobbiamo scegliere le persone giuste e se qualcuno sbaglia deve pagare. Leggo poi che Pdl, Fds e Pid farebbero la censura per queste e altre cose contro Massimo Russo. Certo, gli uomini e i partiti che hanno banchettato sullo sfascio della sanità siciliana, sulla sanità degli sprechi e delle disfunzioni, sui posti letto in più negli ospedali, ma è naturale che non perdano l’occasione di chiedere la censura o la sfiducia.
Non è vero che mi presto a tentativi dei sindacati incontrandoli per scavalcare Russo e a scanso di equivoci non farò alcun incontro e semmmai parteciperò ad incontri tra i sindacati e l’assessore se lui, per l’azione eroica e strepitosa che sta portando avanti, vorrà che io partecipi. Nessuno intende certo scavalcare uno degli assessori migliori che la Sicilia abbia avuto. Capita tutti i giorni che mentre Russo stia battagliando a Roma per il fondo sanitario al cospetto del governo oggi lo si attacchi in Sicilia.
Io ho incontrato più volte Dario Allegra. Ho trovato un uomo sereno anche se dispiaciuto per come è andata la vicenda e mi auguro che non si presti alle strumentalizzazioni tutte politiche che si stanno facendo sulla sanità siciliana attorno alle sue dimissioni che sono consequenziali ad un sistema che non andava e che si cerca di correggere con durezza e con determinazione.
Le dimissioni di Allegra denotano certamente la sensibilità di un uomo che ha inteso assumersi una responsabilità. Il punto centrale è il sistema sul quale la nostra giunta su proposta di Russo ha investito centinaia di milioni di euro perché si abbiano strutture più moderne ed adeguate.
Oggi abbiamo un sistema sanitario che da qualche parte è modernissimo da altre no e avere investito perché si abbiano nuovi ospedali o perché le eccellenze vengano potenziate è certamente un merito in modo che tutto il sistema si adegui a quei livelli e a quegli standard. E Orlando, geloso e invidioso che qualcosa si riformi in Sicilia e che vorrebbe che tutto restasse nel fango e nell’inefficienza in modo da potersi ergere a paladino del cambiamento, di un cambiamento che non deve però arrivare mai in modo da poter continuare a chiaccherare e blaterare in eterno.
Riconosca il grande impegno che stiamo mettendo, perché, e ne è certamente consapevole, si aggiunge anche lui a quella mozione di censura promossa da quanti hanno banchettato sulla Sicilia.
 

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