martedì 29 marzo 2011

Ancora giù il rating di Grecia e Portogallo

Il declassamento del debito sovrano di Lisbona legato alla crisi politica e alla prospettiva sempre più vicina di un ricorso agli aiuti europei. Il downgrade di Atene invece deriva dagli ostacoli previsti nel percorso per restituire i fondi.


ROMA - Standard & Poor's ha nuovamente tagliato i rating sovrani di Grecia e Portogallo, mantenendo l'outlook negativo e quindi la previsione di ulteriori downgrade. Il livello della Grecia, già da un anno non investment grade, è ulteriormente peggiorato da 'BB+' a 'BB-'. Taglio di un solo gradino, invece, per il Portogallo, che passa da 'BBB' a 'BBB -', il livello più basso dell'investment grade, solo un passo sopra la "spazzatura".

S&P ha mantenuto le prospettive negative sul rating del Portogallo, ma lo ha rimosso dal Creditwatch con implicazioni negative, che preludono possibili declassamenti nel breve termine. Il rating resta negativo poichè lo "scenario macroeconomico potrebbe indebolirsi oltre le attuali aspettative e l'impasse politico potrebbe danneggiare l'implementazione del programma di aggiustamento portando ad un non trascurabile scivolamento politico", spiega Standard & Poor's.

Tra l'altro, le previsioni di ripresa per Lisbona sono meno rosee del previsto anche per la Banca centrale protoghese che ha rivisto le proprie stime sulla contrazione del Pil nel 2011 dall'1,3% all'1,4%. La Banca centrale portoghese avverte che il Paese ha bisogno di nuove misure di austerità, dopo le dimissioni del premier e di riflesso al taglio delle stime sul Pil. L'istituto avverte che c'è il rischio che il paese non raggiunga gli obiettivi di abbassamento del deficit che si era prefissato e che nel 2012 si dovranno predisporre misure di austerità ancora più vaste. Per il  2012 la stima della Banca centrale è di una crescita del Pil dello 0,3%, cpmtro lo 0,4% precedente. Nel 2010 l'economia portoghese è cresciuta dell'1,4%.

Le previsioni non contengono però gli effetti, sicuramente recessivi, dei tagli alla spesa pubblica programmati per il 2011 e 2012. Più in generale ci si attende "una forte contrazione della domanda domestica e della spesa per investimenti e un forte aumento dell'export" scrive il Banco del Portogallo. L'inflazione è prevista a +3,6% nel 2011 e +2% nel 2012.

L'economia portoghese vive una fase difficile a causa della sfiducia del mercato dei capitali sulle capacità di rimborso del debito pubblico da parte di Lisbona. I tassi a cinque anni sul debito sono oltre l'8,50% e quelli a dieci anno a ridosso dell'8%. Livelli di costo del denaro proibitivi per il paese lusitano che, a metà aprile e poi a metà giugno, deve rimborsare e rinnovare complessivamente oltre 9 miliardi di debito pubblico.
Il mercato continua a scommettere che Lisbona chiederà l'intervento del fondo salva-stati dell'Eurozona. Un aiuto condizionato però all'approvazione del piano di risanamento dei conti pubblici. Un piano già bocciato dal Parlamento e che ha determinato la caduta del governo e lo sbocco verso le elezioni anticipate.

Marko Mrsnik, credit analist di S&P, spiega invece l'abbassamento del rating della Grecia con le dichiarazioni conclusive del meeting del consiglio europeo del 24-25 marzo, che "confermano che la ristrutturazione del debito sovrano è una 'conditio sine qua non' per ottenere prestiti dal meccanismo di stabilità europeo (Esm)". Inoltre, viene anche confermato "che il debito senior non garantito del governo sarà subordinato ai prestiti Esm. Entrambe le cose sono svantaggiose ai creditori commerciali" della Grecia. L'agenzia ritiene che "le condizioni dell'Esm, a fronte del pesante debito della Grecia e delle elevate necessità di finanziamento del paese", minino i piani di Atene per "ritornare a prestiti commerciali entro metà 2013" e aumentino "la probabile ristrutturazione del debito". A seguito "della scadenza del programma iniziale di sostegno ufficiale", l'agenzia ritiene anche che "la Grecia cercherà di avere finanziamenti esm".

Allo stesso tempo S&P rileva "rischi crescenti per il bilancio della Grecia, aumentati da un probabile peggioramento del bilancio 2010", mentre Atene "non riuscirà neanche a far fronte al target di un deficit 2011 pari al 7,5% del pil. Riteniamo che misure supplementari per rispettare questo target possano creare nuove pressioni sociali e politiche che, a loro volta, potrebbero danneggiare il rispetto del programma Ue/Fmi da parte del governo". L'agenzia stima quindi che al 2010 il debito della Grecia si sia collocato al 144% del Pil e che nel 2013 arriverà a oltre il 160% prima di calare.


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