mercoledì 2 marzo 2011

Federali del Mattino. Bene, quello che propongo io, da Boves, è di spedire Prodi in Libia, non di portare a casa nostra qualche milione di nuovi europei musulmani. Noi non vogliamo questa gente, se li tengano in Sicilia. Perchè la Lega non ci sta, da noi i libici non devono arrivare. Prestare particolare attenzione alla composizione della nuova bandiera, nella quale dovrebbe trovare posto la Croce di San Giorgio, in quanto la sola rosa camuna è uno stemma, un artifizio, che dunque non è sufficiente. 2 marzo 2011.

Sezione Forza Oltre padania:
Bozen. Già 100 proposte per storicizzazione Duce cavallo.
Bozen. Astat: 8,3% di alunni stranieri nelle scuole medie.
Bozen. Funerali di Berloffa, inno alla pacifica convivenza.
Valle d’Aosta. Federalismo municipale, per Nicco “il vero passaggio è l’istituzione della Camera delle Regioni.
Trieste. La Lega: campi di lavoro in Aspromonte per chi scappa dalla Libia.
 
Sezione padani, basta la parola:
Treviso. Federalismo fiscale, Confartigianato all'attacco.
Milano. Unità d'Italia, Lega: basta ostruzionismo, ma festa e bandiera per la Lombardia.
Milano. Il Trivulzio sommerso dai debiti: «tagli a personale e reparti».
Verona. Case sequestrate al sindaco di Zimella
Schio. Vicenza. Bruciano la sagoma di Garibaldi per festeggiare il Capodanno veneto.
Parma. In città alimentari e carburanti spingono l'inflazione: +2,2% a febbraio.
Bedonia. Parma. Crisi: Comune compra pagina quotidiano.
 
Sezione mortadella marrone:
Milano. Prodi: «La gente mi ferma in strada e mi dice torna»
Cuneo. Caro professor Prodi, vada in Libia, italiani ed indigeni lo apprezzeranno.
Firenze. Perchè rubo? Non voglio lavorare».
Bozen. Già 100 proposte per storicizzazione Duce cavallo. BOLZANO. Il concorso di idee lanciato dalla giunta provinciale di Bolzano sulla storicizzazione del bassorilievo con il duce a cavallo di Piazza Tribunale sta riscuotendo un notevole interesse: nelle prime tre settimane sono state inoltrate circa cento proposte da parte di storici, architetti, professionisti e cittadini. Il concorso è stato lanciato dopo l'accordo Bondi-Svp. L'opera di Piffrader potrà essere resa meno visibile e musealizzata, mantenendo da un lato la possibilità di visitarla ma evitando dall'altro le provocazioni: questi i paletti fissati dalla giunta provinciale nel lanciare il concorso di idee per la storicizzazione del bassorilievo. "Non cerchiamo progetti elaborati sino nei minimi dettagli - sottolinea l'assessore Sabina Kasslatter Mur - ma idee realizzabili, sulle quali si poàà poi continuare a lavorare". Fino al 7 marzo si potranno inviare le proposte. Tutti i progetti pervenuti verranno valutati da un commissione di esperti, che selezionerà i cinque progetti considerati migliori, ognuno dei quali riceverà un premio di 4mila euro, mentre la decisione finale spetterà alla giunta provinciale con il coinvolgimento del sindaco del Comune di Bolzano. 1 marzo 2011
Bozen. Astat: 8,3% di alunni stranieri nelle scuole medie. BOLZANO. Nell'anno scolastico 2010/11 sono 17.770 gli alunni che frequentano una delle 88 scuole medie dell'Alto Adige. Gli alunni ripetenti sono complessivamente 559. Lo Comunica l'Astat. Nell'anno scolastico in corso sono 1.471 gli alunni senza cittadinanza italiana iscritti nelle scuole medie altoatesine, vale a dire 8,3 ogni 100 iscritti. Sono 851, di cui 615 stranieri, gli alunni che non si avvalgono dell'educazione religiosa, pari a 4,8 alunni ogni 100 iscritti. 1 marzo 2011
Bozen. Funerali di Berloffa, inno alla pacifica convivenza. BOLZANO. Si sono svolti a Bolzano i funerali di Alcide Berloffa, morto nei giorni scorsi all'età di 88 anni. Ex esponente della Dc era considerato il «padre italiano» dell'autonomia altoatesina, avendo partecipato alle trattative che portarono al Pacchetto di norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione e delle Province autonome. Alle esequie erano presenti tra gli altri il governatore altoatesino Luis Durnwalder e il suo collega trentino Lorenzo Dellai. Erano presenti, ancora, il sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli, il segretario Svp Richard Theiner ed esponenti politici di tutta la regione. Il ruolo storico e politico avuto da Berloffa, negli anni difficili delle trattative per lo Statuto di autonomia, è stato ricordato in Duomo dal figlio Paolo. Poi al cimitero, prima della sepoltura, l'impegno profuso a favore dei tre gruppi è stato ricordato dal presidente della Provincia di Bolzano Durnwalder, dal presidente della Provincia di Trento Dellai, dal sindaco Spagnolli, dall'ex assessore Bolognini e dall'ambasciatore austriaco Steiner.
Tutti hanno parlato del lavoro difficile svolto dall'esponente della Democrazia cristiana. Della solitudine in cui si è trovato spesso ad operare. Ma lui, uomo tenace e determinato, aveva chiaro l'obiettivo, ovvero la costruzione di un sistema in cui italiani, tedeschi e ladini potessero vivere assieme pacificamente. 1 marzo 2011

Valle d’Aosta. Federalismo municipale, per Nicco “il vero passaggio è l’istituzione della Camera delle Regioni. Roma - Nel proprio intervento alla Camera, il parlamentare valdostano Roberto Nicco ha definito il Federalismo municipale in discussione “irrimediabilmente monco, acefalo” e ha sollecitato l’istituzione della Camera delle Regioni. Dubbi e perplessità sul Federalismo municipale in discussione alla Camera nella giornata di oggi sono stati espressi dall’On. Roberto Nicco nel corso del proprio intervento questa mattina in aula.
“Noi dubitiamo seriamente che la strada imboccata a partire dalla legge 42 sul cosiddetto federalismo fiscale, e con i decreti attuativi su demanio e fiscalità municipale, porti alla trasformazione dell’Italia in uno Stato federale – ha detto Nicco - Senza affrontare il nodo centrale, politico, della questione, ovvero l’istituzione di una Camera delle Regioni, il processo è irrimediabilmente monco, acefalo. E su questo terreno nessun passo è stato compiuto in questi ormai quasi tre anni di legislatura. Nessuno”.
 Il parlamentare valdostano ha evidenziato come proprio alla Camera delle Regioni, vero “passaggio epocale” quando sarà istituita, “spetterà in primis ridefinire le competenze tra i differenti livelli di Governo per porre fine alla assurda conflittualità attuale con reciproci ricorsi alla Corte Costituzionale e, conseguentemente, proprio sulla base delle competenze, rimettere poi mano alla parte fiscale, passando dalla finanza derivata alla finanza autonoma ed alla responsabilizzazione degli amministratori”.
 “E per noi, Regioni a Statuto Speciale e Province autonome, nello stesso tempo, l’intesa Stato-Regione per la modificazione degli Statuti – ha concluso Nicco -  Se federalismo è foedus, patto, gli Statuti devono essere modificabili solo in accordo con i Consigli, non con il semplice parere oggi previsto. Ma anche su questo, signor Ministro, nessun passo è stato compiuto in questi tre anni e le nostre iniziative legislative giacciono nei cassetti della I Commissione.  Se e quando Lei porterà in quest'aula proposte concrete su questi temi troverà certamente il nostro pieno sostegno”. di Redazione Aostasera 01/03/2011
Trieste. La Lega: campi di lavoro in Aspromonte per chi scappa dalla Libia. Le considerazioni di Narduzzi e della Seganti davanti al possibile esodo verso il Cie di Gradisca e altre sistemazioni in regione TRIESTE. «C'è difficoltà ad ospitare tutte le persone al Cie di Gradisca e si ripropone il tema di velocizzare i rimpatri». Lo ha detto oggi l'assessore alla Sicurezza del Friuli Venezia Giulia, Federica Seganti. L'esponente della Giunta regionale ha ripercorso le vicende del centro di Gradisca negli ultimi anni, ricordando i finanziamenti regionali e ministeriali tesi a migliorare la sicurezza all'interno e all'esterno della struttura. Il centro - ha spiegato Seganti - avrebbe bisogno di interventi strutturali, ma in questo momento è impossibile spostare gli ospiti per fare i lavori a causa della ripresa degli sbarchi.
«Il problema dei nuovi arrivi di immigrati - ha aggiunto Seganti - dev'essere affrontato da tutta l'Europa, gli immigrati vanno rimpatriati o trasferiti in altri Paesi, altre soluzioni non ci possono essere»
Dal canto suo il capogruppo della Lega Nord nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Danilo Narduzzi ha detto: «La Prefettura di Pordenone sta cercando spazi per ospitare immigrati libici sul territorio in strutture private; noi non vogliamo questa gente, se li tengano in Sicilia».
«Si costruiscano dei campi lavoro in Aspromonte - ha continuato il leghista, nel corso del question time nell'aula dell'assemblea regionale - facciamoli lavorare, perchè la Lega non ci sta, da noi i libici non devono arrivare».
Narduzzi ha poi ricordato le tensioni e gli scontri che si sono verificati negli ultimi giorni al Cie di Gradisca: «Chi paga questi danni? Perchè solo in Italia avvengono queste cose? L'Europa non c'è, non esiste e si vede tutta l'impotenza del Governo. Meno bunga bunga - ha concluso Narduzzi - e più leggi serie».
Treviso. Federalismo fiscale, Confartigianato all'attacco. La nuova imposta municipale unica (Imu) prevista dal federalismo fiscale peggiorerà la pressione sulle attività produttive al punto che in provincia di Treviso sarà più pesante del 21,5% rispetto alla precedente Imposta comunale sugli immobiloi (Ici). Lo sostiene il presidente di Confartigianato Treviso, Mario Pozza, sulla base di uno studio della stessa associazione artigiana nazionale.
Secondo i calcoli di Confartigianato, l'incremento medio per unita' immobiliare sarebbe pari a 87 euro, che salgono oltre la soglia dei 100 euro, però, in sette regioni, fra cui il Veneto (108 euro).
''Il passaggio dall'attuale aliquota Ici, pari in media al 6,49 per mille, alla nuova Imu con aliquota base del 7,6 per mille che, però, grazie all'autonomia concessa ai Comuni, potrebbe essere incrementata sino al 10,6 per mille - rileva Pozza - comporterebbe, in questa ultima ipotesi, un aggravio fiscale sugli immobili strumentali posseduti dalle imprese pari a circa 3 miliardi di euro''.
''Il nostro governo è debole - conclude - e debole è anche l'opposizione. Abbiamo bisogno del ricostituente delle riforme. La via del rigore ci ha messo al riparo dai guai più seri ma per far ripartire economia e occupazione c'e' bisogno di ben altre medicine''.
Milano. Unità d'Italia, Lega: basta ostruzionismo, ma festa e bandiera per la Lombardia. Galli: «Vorremmo fosse il 29 maggio, ricorrenza della battaglia di Legnano». Ma voto contrario sul 150esimo. MILANO - L'ostruzionismo della Lega Nord contro la legge per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia si è concluso in Consiglio regionale lombardo, dopo che Pdl e Carroccio hanno trovato l'accordo su un emendamento a un ordine del giorno: la Lega ha ritirato i suoi 40 odg e 200 emendamenti al progetto di legge in discussione, in cambio ha ottenuto l'impegno a istituire entro 120 giorni la festa e la bandiera della Regione Lombardia, come da Statuto. Nonostante ciò la Lega ha confermato che voterà contro la legge nel voto finale. «Probabilmente - ha spiegato il capogruppo leghista Stefano Galli - la festa sarà il 29 maggio, giorno della battaglia di Legnano, dunque la festa del Carroccio che per noi è una data importante». In quella ricorrenza, quando sarà istituita, sarà «festa regionale e dunque non si lavorerà». Il 17 marzo, invece, giorno delle celebrazioni per l’Unità di Italia «la Lega sarà nei suoi uffici in Consiglio Regionale», ha precisato Galli. Quanto alla bandiera, si profila l'introduzione della Croce di San Giogio. L'emendamento che ha bloccato l'ostruzionismo è stato presentato dal relatore Gianluca Rinaldin (Pdl) e prevede l'istituzione di un comitato apposito. «Avrà 9 membri - ha poi precisato Rinaldin - 3 di nomina della giunta, 6 del Consiglio, di cui metà della maggioranza e metà della minoranza».
LA CROCE DI SAN GIORGIO - L'esame del progetto di legge, già rallentato una settimana fa, sta andando a singhiozzo: la seduta è stata nuovamente sospesa, dopo che il Pd ha chiesto tempo per valutare la novità. Il presidente del consiglio regionale lombardo, Davide Boni (Lega Nord) ha detto che l'accordo per stabilire tempi stretti per l'adozione della bandiera e della festa della Regione Lombardia «è un buon risultato, un impegno politico del Consiglio regionale di grande significato simbolico». «Siamo la Regione più avanti nell'adempimento del dettato statutario - ha detto Boni ai giornalisti - e con questo impegno ci riappropriamo dei nostri simboli». Boni ha spiegato di prestare particolare attenzione alla composizione della nuova bandiera, nella quale dovrebbe trovare posto la Croce di San Giorgio, in quanto «la sola rosa camuna - ha concluso - è uno stemma, un artifizio, che dunque non è sufficiente».

Milano. Il Trivulzio sommerso dai debiti: «tagli a personale e reparti». Buco di 23 milioni. Il dg Nitti: chi offre salute perde, bilanci in rosso senza la vendita delle case MILANO - Case affittate/vendute a prezzi low cost: e tagli all'assistenza sanitaria per fare tornare i conti. La contraddizione del Trivulzio è tutta qui. Medici e infermieri che vanno in pensione non sostituiti; reparti chiusi; attività degli ambulatori ridotta. I bilanci del Pio Albergo Trivulzio (Pat), travolto da Affittopoli, non stanno a galla? Alla fine non resta che tagliare anche l'assistenza agli anziani. «Non c'è altra scelta - spiega il direttore generale Fabio Nitti -. Chi fornisce salute è in perdita: e, alla Baggina, né Regione né Comune ripianano i debiti».
Dagli elenchi degli inquilini del Trivulzio - diventati pubblici il 18 febbraio - emergono case di lusso affittate a prezzi low cost a onorevoli, (ex) segretari di partito, uomini legati alle istituzioni con incarichi in Comune e in Regione, parenti e amici del potente di turno. Lo stesso vale per gli immobili alienati. È un (mal)costume decennale che fa storcere ancora di più il naso dopo la lettura dei bilanci del Pat e del suo piano di rientro dai debiti.
A partire dal 2010, infatti, per evitare i conti in profondo rosso alla Baggina viene bloccato il turnover del personale: l'obiettivo - da raggiungere entro il 2012 - è di ridurre i costi per 2,5 milioni di euro (-4%). Le strategie per ripianare le perdite prevedono la chiusura del reparto Merlo per la riabilitazione neuromotoria (con lo spostamento dei letti); l'accorpamento degli ambulatori di pneumologia e quello del servizio di fisiokinesiterapia con la rieducazione funzionale; nonché la razionalizzazione della dietologia. Sul fronte della pianta organica viene programmata una riduzione degli ausiliari addetti al trasporto dei pazienti ricoverati nella Baggina; la non sostituzione di primari pensionati; contratti non rinnovati per figure con quelle dei massofisioterapisti. «Così, però, non licenziamo lavoratori - sottolinea Nitti -. Il costo del personale pesa per il 70% del bilancio (con oltre 61 milioni di stipendi da pagare, ndr).
Il buco nero nei bilanci del Trivulzio è il 2008: con una chiusura in passivo per 3 milioni e 920.375 euro. Un guaio che fa scattare contromisure come la dismissione del patrimonio immobiliare. Nel 2009 va meglio: più 33 mila euro. Ma il risultato è positivo solo grazie alle plusvalenze ottenute dalle vendite. Sono 7 milioni e rotti fondamentali per la Baggina per fare fronte agli 87 milioni di euro di spese (tra personale e altri costi) contro i soli 80 milioni di ricavi garantiti dalle rette. «Il principale cliente, ossia il Comune di Milano, le lascia invariate dal Duemila», si legge nel Piano di rientro. E c'è, poi, il debito con le banche (tecnicamente definite linee di fido con un bassissimo tasso di interesse). Pari a ben 23 milioni di euro: «L'esposizione finanziaria è uno dei motivi principali di preoccupazione sia per il management sia per il consiglio di amministrazione», scrive lo stesso Nitti, che aggiunge: «Nei prossimi anni ci attende una sfida oltremodo difficile e nello stesso tempo vitale. Ma se riusciremo a superarla, il Pat continuerà a essere sempre più quella grande ed importante realtà sanitaria e sociale, fondamentale per Milano».
Con il Consiglio di amministrazione guidato da Emilio Trabucchi spazzato via dallo scandalo di Affittopoli, la scommessa ora dovrà portarla avanti il commissario straordinario Emilio Triaca, oggi al suo primo giorno di lavoro alla Baggina. Un compito difficile. Mentre il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ieri mattina ritorna al Trivulzio - dove 19 anni fa era scoppiata Tangentopoli -, il procuratore aggiunto Alfredo Robledo e il pm Maurizio Romanelli aprono ufficialmente il fascicolo d'inchiesta per truffa aggravata e abuso d'ufficio. E, nelle indagini, rischiano di finirci anche il Policlinico, il Golgi Redaelli e l'Aler, gli altri tre enti con un vasto patrimonio immobiliare. Simona Ravizza
Verona. Case sequestrate al sindaco di Zimella . «Comprate con i soldi delle mazzette». Sigilli a due appartamenti di Cologna Veneta, «regalo» del padre reo-confesso. La leghista Alessia Segantini indagata per riciclaggio. «Io vado avanti» VERONA—L’inchiesta giudiziaria che ha fatto emergere un giro di tangenti che interessava buona parte del settore della concia di Arzignano ha toccato anche il sindaco di Zimella Alessia Segantini. Nell’ambito di un’operazione antiriciclaggio, infatti, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Vicenza, su delega di Marco Zenatelli, sostituto procuratore di Verona, hanno dato esecuzione all’ordinanza di sequestro preventivo di due appartamenti con garage di Cologna Veneta a lei intestati. L’ordinanza era stata emessa dal Gip del tribunale di Verona Paolo Scotto di Luzio. La posa dei sigilli rientra fra le operazioni attuate nell’ambito dell’inchiesta «Reset» condotta dalla procura di Vicenza. Inchiesta che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di ben 107 persone, 14 delle quali oggetto di provvedimenti di restrizione della libertà, per un giro di tangenti pari a 2.400.000 euro. I due immobili, il cui valore complessivo è di 533.000 euro, secondo gli inquirenti sono stati acquistati con denaro frutto di ben 44 episodi di natura delittuosa.
L’elemento che collega il primo cittadino di Zimella, che è a capo di un’amministrazione di marca leghista, all’inchiesta è suo padre, Filiberto, che era dipendente dell’Agenzia delle Entrate di Arzignano e che costituisce uno dei personaggi - cardine dell’inchiesta. Proprio le dichiarazioni rese da Segantini, che in passato è stato consigliere comunale di Zimella eletto sotto la bandiera di Forza Italia, hanno infatti permesso nei mesi scorsi di aprire nuovi filoni d’indagine. Secondo quanto emerge dall’inchiesta, Segantini ha richiesto a una banca compiacente, a fronte del deposito di denaro contante in banconote da 500 euro, l’emissione di alcuni titoli di credito. Titoli poi corrisposti all’impresa costruttrice dei due appartamenti finiti sotto sequestro, che ha fatto intestare alla figlia. La quale non è peraltro stata toccata solo dal sequestro. A lei infatti vengono contestati il reato di riciclaggio e quello di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, non solo per aver richiesto l’emissione di assegni circolari a fronte del deposito di denaro contante di origine illecita, ma anche per essersi intestata i due appartamenti. Uno dei quali è poi stato dato in locazione. Secondo l’accusa, un reato lo avrebbe compiuto anche la moglie di Segantini. Quello di riciclaggio, per aver richiesto l’emissione di titoli di credito a fronte del deposito di denaro contante. «Sono contenta che ci sia stato questo provvedimento perché finalmente potrò fornire nelle sedi opportune la mia versione dei fatti», è il primo commento di Alessia Segantini. «Il sequestro rientra nella vicenda riguardante mio papà, della quale io sto pagando conseguenze già dallo scorso anno senza che nessuno mi abbia chiesto sinora nulla. Adesso invece c’è un atto formale che mi riguarda e questo mi permetterà di spiegare come stanno le cose. Spero di poterlo fare il prima possibile, magari fosse già domani». Alessia Segantini, infatti, afferma di non aver mai saputo nulla in merito all’origine dei soldi con cui i due appartamenti ora sequestrati sono stati comprati. «Semplicemente mio papà mi ha detto di voler darmi l’opportunità di avere una rendita in un momento in cui ero a casa dal lavoro. Una situazione che posso dimostrare senza problemi, per questo sono serena e pronta a continuare anche nell’attività amministrativa, che peraltro è iniziata dopo che sono divenuta proprietaria degli appartamenti ». Luca Fiorin
Schio. Vicenza. Bruciano la sagoma di Garibaldi per festeggiare il Capodanno veneto. Schio, il rogo è stato organizzato dall'associazione venetista «Raixe Venete». «L'eroe dei Due mondi è negativo, la retorica risorgimentale l'ha esaltato nonostante fosse un bandito SCHIO (Vicenza) - Sul rogo per festeggiare il Capodanno veneto alla fine c’è finita la sagoma di Giuseppe Garibaldi. È accaduto qualche sera fa al termine di una festa organizzata in una discoteca a Schio dall’associazione venetista «Raixe Venete», alla quale avrebbero preso parte anche amministratori locali, quando all’esterno è stato allestito un falò con un fantoccio raffigurante l’eroe dei Due mondi. «Garibaldi - ha detto Giorgio Roncolato, consigliere comunale leghista di Arzignano, al Giornale di Vicenza - è un eroe negativo per gli indipendentisti, esaltato dalla retorica risorgimentale nonostante fosse in realtà un bandito che a noi ha recato solo danni». «Spero - ha ribattuto Pietro Da Dalt, consigliere della lista civica Unione per Schio - che il falò sia stata una goliardata». Da Dalt ha chiesto al consiglio che in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia venga esposto il tricolore nei negozi ed edifici cittadini. (Ansa)
Parma. In città alimentari e carburanti spingono l'inflazione: +2,2% a febbraio. a cura di Andrea Violi. L'inflazione si infiamma a febbraio, a livello nazionale così come a Parma. I prezzi sono aumentati del 2,2% a Parma rispetto al febbraio 2010. L'inflazione dell'Italia è ancor più elevata: +2,4% tendenziale. Andando indietro nel tempo, si arriva a novembre 2008 per trovare un tasso più alto: +2,7% a livello nazionale.
È il confronto fra un anno e l'altro quello che più colpisce. Molto meno balza all'occhio la variazione congiunturale dei prezzi (cioè da un mese all'altro). Fra gennaio e febbraio 2011 infatti l'inflazione è +0,2% a Parma, +0,3% in Italia.
Sui dati pesano gli aumenti dei beni alimentari e dei carburanti (inevitabile pensare alle ripercussioni della crisi in Nord Africa sulle quotazioni del greggio).
A Parma, gli alimentari costano 1,9% in più rispetto a febbraio 2010, mentre i trasporti sono più cari del 5% “secco”. Le spese per abitazione, acqua, energia elettrica e altri combustibili continuano a conoscere rincari: +4,3% a Parma rispetto a dodici mesi fa.
L'inflazione nazionale è calcolata dall'Istat. L'inflazione di Parma è stata resa nota dall'Osservatorio prezzi del Comune che, lo ricordiamo, opera con una metodologia fornita dall'Istat stessa. I dati di Parma si riferiscono al solo comune capoluogo.
L'inflazione congiunturale è meno forte. Le variazioni dei prezzi più forti fra gennaio e febbraio sono quelle dei trasporti: +0,9%; incide l'andamento dei prezzi di benzina e diesel. Le bollette di casa (acqua, luce, spese per abitazione) sono aumentate dello 0,6% nel giro di 30 giorni. Per il resto, gli aumenti mensili sono più contenuti. Stabili i costi di settori come «ricreazione, spettacolo e cultura», «istruzione» e «servizi ricettivi e di ristorazione».
Rispetto all'anno scorso invece pranzare fuori o fare colazione al bar costa, nel complesso, 1,4% in più. Le spese per l'istruzione sono aumentate del 2,4% rispetto all'anno scorso.
C'è qualcosa che cala? Sì, i prezzi di abbigliamento e calzature (- 0,5% tendenziale, contro +0,1% congiunturale) e comunicazioni (- 0,8% tendenziale e - 0,1% congiunturale). Nel carrello della spesa alimentare spiccano i rincari della frutta e della verdura: rispettivamente +2% e +9,5% rispetto a febbraio 2010. Pane e cereali sono aumentati di mezzo punto percentuale, mentre olio e grassi costano il 3% in meno. Piccolo calo tendenziale per latte, formaggi e uova: - 0,1%. Altre voci interessanti: zucchero +2,9%, caffè, tè e cacao - 2,1%.
Bedonia. Parma. Crisi: Comune compra pagina quotidiano. Per lanciare grido d'allarme contro morte economica di Bedonia. (ANSA) - PARMA, 1 MAR - Per lanciare un grido d'allarme occupazione e chiedere una riscossa civica per il settore ceramico della zona, l'amministrazione comunale di Bedonia, paese di 3.700 abitanti dell'Appennino parmense, ha acquistato una pagina pubblicitaria sulla Gazzetta di Parma. Chiudere le fabbriche, si spiega, 'significherebbe la morte sociale e economica della vallata'. Questo, dice il Comune, 'e' un grido d'allarme, una richiesta di riscossa civica che speriamo abbia i risultati sperati'.
Milano. Prodi: «La gente mi ferma in strada e mi dice torna» L'ex presidente del Consiglio: «Devo andare a messa la mattina presto» MILANO - «Ormai non posso nemmeno scendere in strada. La gente mi riconosce e mi chiede: Torna, torna. Lunedì mattina ero a Mantova e sono andato alla messa del mattino, per evitare di essere avvicinato. Ma in quel caso un gruppo di fedeli anziani mi ha circondato e mi ha chiesto di tornare a guidare questo Paese». È quanto racconta Romano Prodi in una intervista a Famiglia Cristiana.
PRIVATO È ANCHE PUBBLICO - Rispondendo poi alla domanda se è necessario che un politico tenga una condotta morale dignitosa, Prodi ha risposto: «L'uomo politico deve essere giudicato dai fatti. Ma tra i fatti c'è prima di tutto l'esempio. L'esempio di un politico incide sui comportamenti quotidiani di tutti. Profondamente. Ancora più oggi, anche in virtù dei mezzi di comunicazione, il comportamento personale è sempre più un comportamento pubblico». Prodi, pur senza nominarlo, ironizza con monsignor Rino Fisichella, che dopo la bestemmia da parte di Berlusconi aveva detto che andava «contestualizzata». «Fin da ragazzo, mi è stato insegnato da autorevoli uomini della Chiesa che non si può agire con la morale a seconda delle situazioni. Quando sento dire che certi atti dipendono dal contesto mi chiedo: cos'è cambiato dall'insegnamento che ho avuto a oggi? Conservo ancora gli appunti di quegli insegnamenti».
È TEMPO DI UNA DONNA A PALAZZO CHIGI - È venuto «da tempo» il momento per vedere una donna salire a Palazzo Chigi. «Anzi - ha detto l'ex presidente del Consiglio - direi che è proprio strano che questo momento non sia ancora venuto. Abbiamo una presidente di Confindustria donna, il segretario della Cgil donna, abbiamo avuto più di un presidente della Camera donna. Prima o poi arriverà. Pensi a quanto era lontana la Germania dall'avere un cancelliere donna!».
GHEDDAFI - Romano Prodi rivendica a sè il ruolo di aver «sdoganato» Gheddafi in Europa, ai tempi in cui presiedeva la Commissione Europea, ma ricorda di non aver voluto siglare da premier il Trattato di amicizia con la Libia perché troppo «oneroso» per l'Italia; e comunque non avrebbe accettato «le umiliazioni» che poi il Colonnello ci ha riservato. Prodi invita l'Italia e l'Europa a sostenere le classi democratiche che si stanno imponendo nel Nord Africa, anche per evitare il rischio di «esodi biblici»; al momento non ci sono avvisaglie, ma, esorta Prodi «è meglio prepararsi». Redazione online
Cuneo. Caro professor Prodi, vada in Libia, italiani ed indigeni lo apprezzeranno. Gentile Direttore, il quotidiano La Stampa di oggi riporta un lungo articolo del Professor Prodi:   “Ora la missione dell’Europa è di guardare verso sud”, inteso, come da titolo del giornale, che è ora di allargare l’Europa a sud. Ricordo ancora l'apertura alla Romania, da cui non ci siamo del tutto ancora ripresi. Bella missione del cavolo!   Io speravo che Prodi facesse solo più il nonno. Invece questi milionari di sinistra, devono ancora colpire il popolo, a cui io appartengo (anche se non li voto più da quando mi sono resa conto di quanto mentono).
Forse i poveri servono alla sinistra come bacino elettorale (magari nell'asse con Fini, s'intende!). Vi servono 2 o 3 milioni di africani musulmani in più in Italia per tornare ad essere maggioranza? Vi serve più disagio sociale? Gli effetti della crisi globale stanno già finendo? Mi ricordo ancora il Prodi che da primo ministro teorizzava l’Italia quale “ponte della Cina”, insieme agli "scienziati" Visco e Bersani (ma avranno mai lavorato?) e il poco compianto Padoa Schioppa. 
Il "Ponte della Cina" mentre le nostre imprese chiudevano, mentre i nostri porti già erano pieni delle porcate cinesi fuori da ogni norma. Ricordo anche i suoi "compagni": Visco inventò una serie di nuove tasse tale da far scrivere al Sole 24 Ore che nemmeno i commercialisti sarebbero riusciti ad azzeccare il modello Unico. Venne rappresentato come un vampiro con i canini aguzzi piantati nel collo degli italiani. Bersani iniziò le sue liberalizzazioni partendo dalle categorie di miliardari più note: i panificatori, i tassisti e i benzinai.  Del poco compianto Padoa Schioppa ricordo la frase sui bambascioni e quella “Le tasse sono belle”. Forse per i milionari che votano a sinistra, i quali, come noto, non le pagano o quasi non le sentono. Ma non per la gente normale, per quelle mamme come me, per cui 20 o 30 euro al mese più o in meno possono servire. Magari per dare da mangiare ai figli o per pagare l'affitto.
Nella teoria di Prodi essendo io "ricca" dovevo essere colpita: in effetti avevo un reddito di oltre 1300 euro al mese, per cui ebbi subito un aumento di IRPEF per finanziare le banche (iniziai a realizzare che il cuneo fiscale fosse un'arma contro la povera gente). Ora il grande statista incompreso Prodi propone di aprire le porte dell’Europa al Nord-Africa. Bene, quello che propongo io, da Boves (dove sappiamo cos'è l'accoglienza, ma anche quali sono le nostre radici cristiane), è di spedire Prodi in Libia, non di portare a casa nostra qualche milione di "nuovi europei" musulmani.  
Illustrissimo Professor Prodi aprire l’Europa al Nord-Africa ha conseguenze tali da distruggere, in un colpo solo, le nostre matrici culturali cattoliche. Faccia agli italiani un’ultima cortesia, vada Lei in Libia… la apprezzeranno anche loro.   Giovanna Peano
Firenze. Perchè rubo? Non voglio lavorare». «Io non voglio lavorare», ammette con candore il ragazzo che è disoccupato e ha lasciato la famiglia qualche mese fa. É abile come meccanico, ma rifiuta ogni proposta di occupazione
«Perchè rubo? Semplice, non voglio lavorare». Cristiano ha ancora nello zaino pane, piselli, prosciutto, formaggio e una lattina di birra, quando viene bloccato dai carabinieri all’ingresso della Conad di via del Pesciolino, sabato sera. Non ha difficoltà ad ammettere che quella spesa, del valore di 65 euro, non l’ha mai pagata. Così segue i militari che lo portano nel carcere di Sollicciano con l’accusa di furto aggravato.
«Avevo fame, l’altra sera e non sapevo come pagare la spesa - ripete ieri anche al giudice che deve convalidare il suo arresto - Io non voglio lavorare», ammette con candore il ragazzo che è disoccupato e ha lasciato la famiglia qualche mese fa. É abile come meccanico, ma rifiuta ogni proposta di occupazione. «É una scelta di vita», spiega ai magistrati. Il giudice ascolta e convalida l’arresto. Alla fine dell’udienza non dispone il carcere per Cristano, che è assistito dall’avvocato Giancarlo Sguerzo, ma il divieto di tornare a Firenze e l’obbligo di dimora a casa dei suoi genitori, in un paese del Mugello. Il prossimo 11 aprile si celebrerà il processo.
Non è la prima volta che Cristiano finisce nei guai. Tre mesi fa, era stato sorpreso in un supermercato fiorentino da un addetto alla sicurezza. Il ragazzo sfilava con fare circospetto tra gli espositori e raccoglieva pane, pelati, prosciutto e cioccolatini che nascondeva con mano lesta nello zaino. In quella occasione, però Cristiano fu denunciato a piede libero, perchè era ancora incensurato. Valentina Marotta

 

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