mercoledì 2 marzo 2011

Federalismo fiscale municipale, oggi la fiducia

Contraria l'opposizione, Bersani: Cambiamento in meccanismi democratici.


Roma, 2 mar (Il Velino) - A partire dalle 19, la Camera dei deputati sarà impegnata a votare la fiducia sul federalismo fiscale municipale. La decisione di procedere in questo modo è stata annunciata ieri a Montecitorio dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ma prefigurata già nella conferenza dei capigruppo, cui avevano partecipato anche il leader della Lega Umberto Bossi e il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli. “Meglio essere sicuri”, ha detto il ministro delle Riforme e leader del Carroccio commentando la decisione del governo. Nella discussione in aula l’esecutivo è stato rappresentato dal ministro Calderoli, che ha sottolineato come “Nessuna ulteriore imposizione viene introdotta per effetto del decreto: la riforma riduce le imposte”. Quanto alle polemiche che hanno accompagnato il provvedimento, il ministro per la Semplificazione ha sottolineato che si è usato un approccio con “il metodo concertativo e massima disponibilità al dialogo in Parlamento e con l’Anci”. Dei 70 commi della versione definitiva del decreto “50 sono stati scritti con il contributi di tutti: sono state percepite e proposte migliorative dell'opposizione, mentre il dialogo con gli enti locali è stato costante”.
La decisione del governo di porre la fiducia sul decreto sul federalismo fiscale municipale ha fatto insorgere l’opposizione. “Siamo al record di fiducie, in un sistema democratico essere arrivati alla soglia della quarantesima fiducia è un cambiamento di fatto dei meccanismi democratici”, ha tuonato il segretario Pd Pier Luigi Bersani. Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati Pd, ha posto l’accento sulla debolezze del centrodestra: “La Lega non si fida dei parlamentari meridionali della sua stessa maggioranza e non vuol correr rischi perché sventolare la bandiera del federalismo per Bossi è molto più importante che realizzare una vera riforma federale dello Stato”. L’Italia dei valori alza i toni denunciando che il Parlamento è “schiaffeggiato”, la Costituzione “stracciata”, il capo dello Stato “umiliato”. Concetti espressi, seppure con parole più misurate, anche da Udc e Api.
Intervenendo in sede di replica, Calderoli ha auspicato che per i prossimi decreti sul federalismo si torni "a quel clima di serenità" che ha caretterizzato l'inizio del confronto sulla legge 42 "per poter tornare a discutere del merito". Per il ministro, però, questo si potrà verificare "solo nel momento in cui la maggioranza potrà tornare ad acquisire la maggioranza nelle commissioni competenti”. “Se questo non accade - ammonisce Calderoli - continueremo ad andare avanti con le spallate, però a colpi di spallate, qualcuno poi si lussa, perché tanto il governo va avanti lo stesso”. Quanto all’iter del decreto il ministro ha detto di non avere “alcuna remora a riconoscere che il percorso da noi intrapreso, su indicazione del presidente Napolitano, sia stato quello più corretto. Ma anche prima che arrivasse il messaggio di Napolitano – ricorda Calderoli – avevo già dichiarato la mia intenzione di presentarmi alla Camera e al Senato perché di fronte alla situazione anomala che si era verificata in commissione bicamerale, dove qualcuno ha cambiato idea, ritenevo che le Camere si dovessero esprimere in modo che il federalismo non sia solo figlio del governo ma anche del Paralamento”. In proposito Calderoli ha sottolineato che l’aver messo la fiducia sulla risoluzione del governo “non è per una questione numerica ma per sottolineare il passaggio di un punto fondamentale del programma di governo che noi intendiamo portare avanti”. Calderoli ha infine voluto “uscire dal coro”, riconoscendo “la correttezza non solo del presidente della Repubblica ma anche di tutti i suoi collaboratori in cui ho sempre trovato aiuto e sostegno”.
(red) 2 mar 2011 09:45








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