venerdì 4 marzo 2011

Federali del Mattino. Un clima di rancori. La città come una corte rinascimentale: il cielo attraversato da corvi e l’aria impregnata di veleni. CharlieDelta. Una spia cacio e pepe mandata dal ministro. Molte delle persone coinvolte non sono residenti a Milano. Se capiscono che qui certi comportamenti vengono sanzionati, è più facile che scelgano altre città. Il Trentino è piccolo e mancano cervelli. 4 marzo 2011.

Sezione Forza Oltre padania:
Bozen. Bolzano, taglio dell'Irpef bocciato dal governo: "Non è vostra competenza".
Aosta. Pillole di Statuto speciale per curarsi contro l'autonomia addormentata.
Verrès. Aosta. Firmato il contratto integrativo per 63 dipendenti della Lavazza.
Trento. Il Trentino è piccolo e mancano cervelli.

Sezione padani contro:
Milano. Arrivano i vigili antidegrado: nel mirino lavavetri, mendicanti, venditori abusivi.
Veneto. Tensioni nella nottata in aula. Via libera al fondo pro turismo.
Venezia. Garibaldi senza pace «Via la statua a Verona».
Bologna. La Cancellieri e la città dei veleni. «A Bologna troppi rancori».
Roma. La sedia vuota.
Roma. Calderoli: Sì a immunità federalista, per premier e anche per sindaci.

Sezione ben tornato Toto':
Le mie prigioni: da Rebibbia una lettera di Cuffaro.

Bozen. Bolzano, taglio dell'Irpef bocciato dal governo: "Non è vostra competenza". Il consiglio dei ministri impugna la manovra finanziaria della Provincia autonoma laddove prevede esenzioni all'addizionale Irpef per le fasce di reddito più basse. Replica dell'assessore Bizzo (Pd): "La competenza è sancita dall'accordo di Milano. E poi parlano di federalismo". BOLZANO. Il governo boccia il taglio dell'addizionale Irpef deciso dalla Provincia di Bolzano nella Finanziaria 2011, sollevando un conflitto di competenze.
Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, ha infatti impugnato una serie di leggi regionali. Innanzitutto il bilancio di previsione 2011 e la legge finanziaria 2011-2013 della Provincia autonoma di Bolzano.
La parte contestata riguarda le riduzioni delle aliquote Irpef per le fasce di reddito più basse: secondo il governo si tratta di un provvedimento che eccede rispetto alle competenze della Provincia.
Immediata la replica dell'assessore al bilancio Bizzo: "Il provvedimento rientra nei termini dell'accordo di Milano siglato dalle province autonome con Tremonti. E comunque mi stupisce che un governo che parla tanto di federalismo poi ci impedisca di attuare una manovra federalista accentrando le competenze".
Aosta. Pillole di Statuto speciale per curarsi contro l'autonomia addormentata. In rete lo speciale patrocinato dalla Presidenza del Consiglio regionale in occasione del 65° anniversario dell'autonomia ed il 63° anniversario dello Statuto. 03/03/2011 AOSTA. Mentre tanto si parla dei 150 anni dell'Unità d'Italia, scarsa attenzione viene posta al nostro Statuto Speciale, che è la carta fondamentale della Regione autonoma della Valle d'Aosta e ne regola l'ordinamento generale, così come la Costituzione della Repubblica italiana è la legge fondamentale dello Stato, in quanto rappresenta la base della convivenza civile.              
Nella Costituzione vengono fissati i principi ed i fini che lo Stato si pone e vengono regolati i rapporti con e fra i cittadini. Lo Statuto speciale, che è una legge costituzionale, fissa le competenze della nostra Regione ed i rapporti con lo Stato. Per questo Aostaoggi.tv ha prodotto, con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio Valle, lo speciale "Pillole di Statuto" con l'obiettivo di diffondere tra i giovani la conoscenza della nostra Carta Costituzionale.
Si sa che le radici dello Statuto speciale della Valle d'Aosta vanno indietro nel tempo. Lo speciale parte dal dal 10 gennaio 1948 quando, dopo la promulgazione della Costituzione, la Commissione parlamentare dei 18 iniziò l'esame degli Statuti speciali regionali. Lo Statuto speciale venne promulgato con legge costituzionale n. 4 del 26 febbraio 1948; tre anni dopo la promulgazione dell'Autonomia della Valle d'Aosta. Autonomia che venne sancita da due decreti luogotenenziali: il n. 545 riguardante "l'ordinamento amministrativo della Valle d'Aosta" e il n. 546 riguardante "Agevolazioni di ordine economico e tributario a favore della Valle d'Aosta". Entrambi sono stati promulgati il 7 settembre del '45 mentre sono entrati in vigore il gennaio del 1946. In particolare il decreto luogotenenziale n. 545 ha soppresso la provincia di Aosta dando vita alla circoscrizione autonoma e indicato gli organi che l'amministravano: un Consiglio di venticinque membri, un Presidente e una giunta di cinque membri.
"Pillole di Statuto" spiega alcuni degli articoli fondamentali dello Costituzione valdostana facendo tesoro della consulenza tecnica di Fabrizio Gentile, direttore dell'Ufficio legislativo del Consiglio Valle, e Silvia Carrel, Capo Ufficio stampa dell'Assemblea regionale. Con Thierry, Simone, Federico, Carlotta ed Alice, Aostaoggi ha cercato di comprendere meglio i contenuti dello Statuto Speciale con l'aiuto del Alberto Cerise, Presidente del Consiglio Valle che è il Parlamento della Regione autonoma Valle d'Aosta e dei consiglieri regionali: Luciano Caveri, Dario Comé, Raimondo Donzel, Leonardo La Torre e Roberto Louvin.
Verrès. Aosta. Firmato il contratto integrativo per 63 dipendenti della Lavazza. Soddisfatti i sindacati. Verrès - Dopo quattro mesi di trattativa, l’azienda di Verrès e le organizzazioni dei lavoratori hanno raggiunto un accordo sul ciclo continuo e sul premio di risultato. Il Savt: “in tempo di crisi, l’integrativo Lavazza è uno dei più favorevoli”. E’ stato siglato nel mese di febbraio scorso il contratto integrativo triennale per i 63 dipendenti dello stabilimento di Verrès della Lavazza con il consenso di tutte le sigle sindacali. “In una situazione di chiaroscuri per l’economia - ha dichiarato Edy Paganin, segretario della categoria Industria del Savt - questo è uno dei migliori integrativi possibili”.
I sindacati si sono confrontati per oltre quattro mesi con la direzione aziendale incontrando anche alcune difficoltà nella contrattazione. Si è giunti, infine, ad un accordo migliorativo sul piano normativo e economico, che impegna l'azienda ed i lavoratori ad aumentare la produttività e a migliorare la produzione e la qualità del lavoro. “Siamo riusciti a trovare un accordo anche sul cosiddetto ciclo continuo, cioè sui turni distribuiti su sette giorni che l’azienda potrà eventualmente attivare - ha sottolineato Paganin -. Il personale verrà assunto appositamente o selezionato su base volontaria e sono previste maggiorazioni ad hoc per questi contratti.
L’integrativo prevede anche un premio di risultato, che in base ai parametri produttivi raggiunti, porterà all'erogazione di un importo minimo di 1865 euro con la possibilità di raggiungere i 2400 euro come importo massimo.di Domenico Albiero 03/03/2011
Trento. Il Trentino è piccolo e mancano cervelli. 03/03/2011 13:54. TRENTO - «Il Trentino visto da fuori ha un difetto: è troppo autoreferenziale. Ce la suoniamo e ce la cantiamo. A volte ci autoesaltiamo, altre ci autoflagelliamo. Ma soprattutto il grande limite, che spesso ci dimentichiamo, è che il Trentino ha solo mezzo milione di abitanti e quindi ha un grosso problema di risorse umane: mancano i cervelli». Il professore Davide Bassi, fisico e rettore dell'Università di Trento, è ligure ma si sente ormai trentino d'adozione, perché insegna qui da anni e ha imparato a conoscere ed apprezzare questa terra. Per questo è convinto che la nostra provincia se vuole continuare a crescere ed essere competitiva, riuscendo a utilizzare al meglio l'importante risorsa dell'autonomia che ha a disposizione, debba porsi soprattutto l'obiettivo di attrarre capitale umano di qualità. Eppure, sembra che non ci sia ancora piena consapevolezza di questo.
Professore Bassi, qualche trentino permaloso potrebbe sentirsi offeso a sentir dire che qui mancano i cervelli, non pensa?
Adesso, non voglio entrare nella polemica, però ho visto la lista dei candidati ai Cda delle società della Provincia che avete pubblicato: ci sono persone molto qualificate, ma anche dei nomi che mi hanno lasciato perplesso. Poi, so che la commissione e la giunta sceglieranno saggiamente ed è positivo che ci sia trasparenza, ma questa lista ci dice che non sempre, soprattutto se vogliamo alzare l'asticella rispetto agli standard internazionali, abbiamo a disposizione le risorse umane.
È un problema di numeri?
Certo. Sono i numeri è chiaro. Se gli abitanti sono solo mezzo milione non è possibile che ci siano mezzo milione di geni, non siamo geneticamente modificati rispetto al resto del Paese. Abbiamo tradizioni di serietà e solidarietà, che sono un valore in più ma, ripeto, non siamo mezzo milione di geni. Ci sono tante persone capaci ma se ci poniamo traguardi ambiziosi non bastano, perché noi non siamo la Catalonia che ha 7 milioni di abitanti.
L'autonomia insomma non basta.
Io faccio sempre l'esempio di una città del sud del Trentino che se facesse il referendum per diventare provincia autonoma lo vincerebbe con il 90% dei voti. Avrebbe 30 mila abitanti, che non basterebbero neppure per mandare avanti la macchina della Provincia autonoma. Il problema del Trentino è che con la sua autonomia ha bisogno di una macchina complessa e capitale umano qualificato, ma rischia che la macchina assorba troppa energia rispetto alla quantità di popolazione. È lo stesso motivo per cui nelle auto i motori si fanno almeno di 500 centimetri cubici.
Cosa ha fatto e cosa può fare la presenza dell'Università?
L'Università ha mosso le acque e ha valorizzato il capitale umano. Noi sappiamo che a livello europeo la prospettiva nei prossimi 10-20 anni sarà una riduzione dei giovani, per il calo demografico che nemmeno l'immigrazione potrà compensare (Rapporto 2011 sulla sostenibilità delle università europee appena pubblicato. Il rettore Bassi faceva parte del comitato direttivo dello studio, Ndr.). Il sistema universitario risulterà sovradimensionato. Molti atenei dovranno chiudere. Per questo vanno cercati modelli di enti di ricerca e università che sappiano attrarre a Trento giovani non solo da altre regioni italiane ma a livello internazionale.
La riforma Gelmini e la norma di attuazione che delega alla Provincia la competenza sull'università aiuteranno a costruire un sistema trentino di università e istituti di ricerca competitivi pur nel loro piccolo?
L'applicazione della riforma Gelmini sarà lunga e complicata ma c'è un elemento molto positivo che è l'adeguamento agli standard internazionali per quanto riguarda il superamento della separazione tutta italiana tra facoltà e dipartimenti. Oggi le facoltà reclutano i professori e si occupano dell'attività didattica, mentre i dipartimenti si occupano della ricerca. Una situazione schizofrenica visto che le persone sono le stesse.
Qual è il vantaggio del cambiamento?
Le novità sul reclutamento, anche se questa riforma sta suscitando ansia e paure nelle università italiane, come tutti i cambiamenti. Noi abbiamo la discussione in corso e ci vorranno cinque mesi. Oggi il reclutamento viene fatto dalle facoltà, che magari tengono conto più della didattica che della ricerca e si possono creare scollamenti con il dipartimento. Non sarà più così e poi ci saranno concorsi nazionali di idoneità, che speriamo consentino di superare i localismi.
La norma di attuazione prevede l'assunzione di docenti stranieri. Sarà un'altra novità?
Si prevede la doppia affiliazione di un professore a un'università straniera e alla nostra. Vedremo se sarà accolta dal ministero perché in Italia fino ad oggi è vietato per i dipendenti pubblici e noi chiediamo una deroga.
Milano. Arrivano i vigili antidegrado: nel mirino lavavetri, mendicanti, venditori abusivi. Il nuovo servizio è stato attivato 15 giorni fa: già 300 le persone allontanate e sanzionate. MILANO - Diciotto pattuglie «dedicate» per contrastare il degrado nelle strade, ovvero l’accattonaggio molesto e l’abusivismo, per esempio dei lavavetri agli incroci e dei venditori ambulanti di fiori. E’ il nuovo servizio «Contrasto Degrado» attivato 15 giorni fa dalla Polizia Locale e presentato giovedì dal sindaco di Milano Letizia Moratti insieme al vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato e al comandante dei vigili Tullio Mastrangelo. Le nuove pattuglie CD («CharlieDelta» secondo l'alfabeto fonetico), ha spiegato il sindaco, sono attive su due turni, dalle 7 alle 20, in tutte le zone della città, localizzate sulla base delle indicazioni provenienti dalla «mappa del rischio». Nelle prime due settimane di operatività del servizio sono state circa 300 le persone allontanate e sanzionate, con schedatura dei nominativi e sequestro di attrezzi e proventi, sulla base delle sanzioni previste dall’ordinanza contro l’accattonaggio molesto, che prevede 450 euro di multa, e all’articolo 80 del regolamento di Polizia Urbana, che vieta il lavaggio in strada delle auto. «Dal 14 al 28 febbraio - ha sottolineato Letizia Moratti - le pattuglie CD hanno effettuato 212 contestazioni e sono intervenute contro 51 fioristi abusivi, 190 mendicanti e 85 lavavetri».
IL RACKET - «Si tratta di un servizio contro il degrado, che va a colpire l’accattonaggio molesto e l’abusivismo, quindi chi vende abusivamente i fiori o in maniera illegale pulisce i vetri», ha spiegato il sindaco. «Sono fenomeni che abbiamo sempre contrastato, ma ora in maniera strutturale, con queste pattuglie dedicate che si occupano soltanto di questo, pensiamo di ottenere lo stesso risultato che abbiamo ottenuto nei confronti della prostituzione, con un dimezzamento del fenomeno nelle strade». «Abbiamo notato che queste persone vengono portate da furgoni che li scaricano e poi li vanno a riprendere. Si tratta di un fenomeno organizzato di vero e proprio racket», ha sottolineato De Corato. «Vere organizzazioni strutturate che schiavizzano minori, donne incinte o disabili, per ottenere illeciti guadagni». Tra le zone più esposte al fenomeno via Melchiorre Gioia, il cavalcavia Farini e la zona del Monumentale, viale Zara, viale Fulvio Testi, via Palmanova.
LE VOLANTI NEI QUARTIERI - Le pattuglie del nuovo servizio, ha ricordato Moratti, si affiancano alle 24 pattuglie Sierra, introdotte a gennaio per presidiare le zone più sensibili della città. Un pattugliamento capillare da parte di volanti che percorrono le vie della città a velocità ridotta e con i lampeggianti accesi «per presidiare al meglio il territorio ed essere immediatamente a disposizione dei cittadini». Il sindaco ha ricordato un intervento tempestivo di una di queste pattuglie che, in via Codogno, ha permesso, all’ultimo minuto, di salvare la vita un uomo che intendeva suicidarsi. L'iniziativa «Contrasto Degrado» ha anche lo scopo di funzionare da deterrente: «Molte delle persone coinvolte non sono residenti a Milano. Se capiscono che qui certi comportamenti vengono sanzionati, è più facile che scelgano altre città» conclude il sindaco.
Veneto. Tensioni nella nottata in aula. Via libera al fondo pro turismo.
LA “FINANZIARIA”. La maggioranza Lega-Pdl tiene duro per 32 ore e raggiunge il voto finale. Ok anche a un piano di vendita di palazzi. Cave: non passa la deroga. Una notte intera a discutere e votare a raffica. Con qualche momento di altissima tensione - di cui poi ieri i protagonisti si sono scusati - con esponenti della maggioranza che quasi assalgono Roberto Fasoli (Pd) colpevole di aver usato un epiteto inaccettabile, e con Lucio Tiozzo (Pd) che si avvicina minacciosamente al capogruppo Dario Bond (Pdl) lanciandogli accuse ad alta voce.
LA PROVA DI FORZA. Insomma, una lunga notte di consiglio da cui però alle luci del nuovo giorno, raccontano i presenti, la maggioranza di Pdl-Lega, coi capigruppo Bond e Federico Caner (Lega) che poi hanno festeggiato, è emersa forte di una valanga di votazioni in cui con i suoi 30-35 voti ha sempre tenuto, stupendo l'altrettanto determinata resistenza soprattutto del Pd e della Sinistra, ed è riuscita a portare al voto finale ieri mattina dopo 15 sedute la "finanziaria" della Regione. È stata una prova generale ben riuscita di quello che potrebbe essere l'ormai vicino scontro sulla modifica del regolamento del Consiglio regionale, che al momento permette - lo hanno dimostrato i fatti - a un unico consigliere di tenere in scacco l'intera aula con valanghe di sub-emendamenti e relativi interventi.
IL FONDO PER IL TURISMO E ALTRE NUOVE NORME. La nottata e la valanga di votazioni ha portato a sfornare una "finanziaria" con nuovi articoli, quelli che la maggioranza aveva lanciato nel week end raccogliendo anche proposte delle minoranze. Via libera quindi - era un "cavallo di battaglia" di Bond e Costantino Toniolo (Pdl) - all'istituzione di un fondo di rotazione di 30 milioni per l'ammodernamento e l'ampliamento delle strutture alberghiere, con la creazione anche di uno "sportello unico" che dovrà tagliare di molto i tempi per le autorizzazioni. E con una riserva speciale (l'ha proposto l'assessore Marino Finozzi riuscendo così a superare forti resistenze nella minoranza) per le strutture ricettive della montagna. Ancora: scatta l'autorizzazione per le ditte di noleggio autobus a far circolare ancora per due anni i mezzi immatricolati 15 anni fa, spingendo però per il rinnovo del parco mezzi. È passata anche la proposta del consigliere Toniolo di trasferire dal 2012 dalla Giunta al Consiglio regionale il Corecom-comitato regionale per le comunicazioni, che ha il compito di vigilare sull'emittenza locale. Via libera anche all'incarico alla Giunta di predisporre un piano di valorizzazione o vendita di palazzi e immobili: è una "carta" su cui contano gli assessori Chisso, Coletto e Sernagiotto per sperare di avere soldi in più per trasporti pubblici, sanità e servizi sociali. Votato anche l'affidamento ai presidenti di Provincia (in aggiunta ai sindaci e alla Regione) del ruolo di autorità di protezione civile, responsabili dell'organizzazione generale del soccorso a livello provinciale.
LE ALTRE NOVITÀ. Come ricorda l'ufficio stampa del Consiglio regionale che ha seguito passo passo tutte le sedute sul bilancio iniziate più di un mese fa, queste ultime norme si aggiungono a quelle già votate dal Consiglio per la "finanziaria". Come l'articolo che dà lo stop fino a fine anno per le richieste di autorizzazioni a nuovi impianti fotovoltaici su terreni agricoli con picco oltre i 200 kilowatt, e a quelli a biomassa (oltre i 500 kilowatt) o a biogas (oltre il megawatt). C'è poi il via al maxi-piano di vendita di 20-25mila alloggi delle Ater venete costruiti prima del 1991, il trasferimento ai Comuni della competenza sull'inquinamento acustico, l'incentivo da 30 mila euro allo sviluppo del distretto veneto della giostra, il fondo di rotazione da 50 milioni per la costruzione e la ristrutturazione di immobili destinati a servizi sociali o sanitari, l'aumento di capitale della finanziaria regionale "Veneto Sviluppo spa" e il futuro riordino degli enti strumentali della Regione Veneto.
STOP SULLE CAVE; ALLA FENICE SOLDI IN FUTURO. Dopo un lungo confronto il consigliere Giancarlo Conta (Pdl) ha ritirato l'emendamento che dava un via libera parziale ad ampliamento di cave (anche ferme) nel Vicentino e nel Veronese. Ritirato anche l'emendamento di Toniolo per un contributo di 2 milioni al teatro "La Fenice" di Venezia in base all'impegno del vicepresidente Marino Zorzato (contestato dal Pd: «È insufficiente») a reperire i fondi necessari quando si dovrà varare l'assestamento del bilancio 2011.P.E.
Venezia. Garibaldi senza pace «Via la statua a Verona». Dopo il «rogo» vicentino, la proposta dei comitati «antirisorgimentali»: al suo posto mettiamo Pio IX. La risposta al rigo vicentino arriva da Ravenna. Gli studenti indosseranno mille pettorine rosse. VENEZIA - Via la statua di Garibaldi a Verona e al suo posto quella di Pio IX: stavolta, dopo essere finito bruciato su un falò venetista, l’eroe dei due mondi è finito nel «mirino» dei «comitati antirisorgimentali», costituiti da meno di una settimana e che venerdì presenteranno a Verona adesioni e dirigenti. «Una delle nostre prime iniziative - dice Matteo Castagna, portavoce dei «comitati» - sarà di chiedere al comune di Verona di togliere la statua di Garibaldi e issare quella di Pio IX. Poi faremo la proposta di cambiare la toponomastica cittadina e abbiamo già pronto un elenco di eroi della pre unità, prima di quel gesto violento che non ha unito ma diviso gli italiani e che è stato portatore di guerre civili». Nel novero dell’elenco degli scontri «fratricidi», per Castagna, esponente di punta di una associazione cattolica tradizionalista locale, c’è anche quello del periodo 1943-45 tra gli aderenti alla repubblica di Salò e chi ha combattuto per la resistenza. Secondo Castagna, ai «comitati» contro il Risorgimento hanno aderito associazioni e singole persone che gravitano nell’area dei cattolici tradizionalisti, del venetismo, dei movimenti che sembrano richiamarsi al periodo del regno delle due Sicilie.
Tra le iniziative annunciate dai «comitati» anche l’invito ai cittadini il 17 marzo di non esporre il tricolore; anzi, di non mettere sui davanzali nessuna bandiera. Al massimo, se a qualcuno non sa resistere, quelle degli Stati preunitari. Tra i simboli dei «comitati» il leone di san Marco listato a lutto. «Il 17 - aggiunge - daremo vita a contromanifestazioni con banchetti autorizzati per far conoscere la verità sul Risorgimento»; e ancora, volantinaggi e presentazioni di libri. E il Garibaldi sul rogo? «un gesto simpatico - chiosa il portavoce dei "comitati" -; non è finita sul fuoco la persona, ma l’idea che rappresenta», su cui il giudizio non è dolce.
A Ravenna intanto andrà in scena la risposta al rogo di Schio. «Voi bruciate Garibaldi? Noi lo esaltiamo». Con questo slogan gli studenti universitari di rispondono al falò di Garibaldi davanti ad una discoteca del Vicentino. Mille pettorine rosse, con il volto dell’eroe, verranno indossate durante la tradizionale festa di carnevale organizzata dagli universitari al Bbk, in programma il 16 marzo. La festa avrà come tema il 150esimo anniversario dell’unità d’Italia. Gli studenti, appresa la notizia dell’episodio accaduto a Vicenza, hanno incontrato il vicesindaco Giannantonio Mingozzi per proporgli di dare vita a un’iniziativa simbolica ma significativa, in risposta a quanto accaduto. Ne è nata l’idea di realizzare mille pettorine rosse, con impresso il volto di Garibaldi, da distribuire sia in piazza del Popolo il 16 marzo in occasione della Notte del Tricolore, sia al Bbk, dove si svolgerà appunto la festa di carnevale, dedicata al Risorgimento e all’unità d’Italia. «La festa di quest’anno - ha detto Carlo Mazzini in rappresentanza degli studenti - non poteva avere altro tema dominante che quello dell’unità. A Vicenza è stato oltraggiato un simbolo e dunque abbiamo deciso di prendere spunto da questo episodio, peraltro verificatosi nei pressi di una discoteca, per connotare la festa in senso prettamente "garibaldino". Garibaldi non ha certo bisogno di noi per riprendersi la sua dignità, ma ci fa davvero molto piacere compiere questo gesto». Il vicesindaco Giannantonio Mingozzi ha molto apprezzato l’idea del gruppo, «testimonianza molto originale del fatto che i nostri giovani stanno sapendo assimilare e difendere i valori risorgimentali. Contribuiremo alla sua realizzazione mettendo un pullman a disposizione di quanti, al termine dei festeggiamenti in piazza del Popolo, vorranno raggiungere il Bbk, ovviamente indossando la pettorina "garibaldina"».(Ansa)
Bologna. La Cancellieri e la città dei veleni. «A Bologna troppi rancori». «Incredibile, c'è chi ha pensato fossi una spia di Maroni... È stato eticamente giusto dire no alla candidatura, ma credo avrei preso voti anche a sinistra». La città come una corte rinascimentale: il cielo attraversato da corvi e l’aria impregnata di veleni. L’ultima freccia l’ha scoccata Delbono. Ma è da anni che l’afflato politico non va oltre il rimestio.
Dottoressa Cancellieri, da commissario, ma anche da ex quasi candidata, che clima respira?
«Un clima di rancori. Di città ne ho viste tante, ma uno scenario così per me era inedito. E non oso immaginare che cosa potessero inventare per me se mi fossi candidata... Spesso gli attacchi sono violenti. Conditi di cattiverie gratuite. L’ho potuto sperimentare anche sulla mia persona».
A chi si riferisce?
«Ad esempio a certe asprezze nel confronto con sindacati e rdb. Con deformazioni delle realtà. Ho subito attacchi velenosi. Neanche fossi Milosevic...».
Non sono mancate bordate neppure quando sembrava potesse scendere in campo alle amministrative.
«Lì abbiamo toccato punte da melodramma. Ma bisogna distinguere».
Cioè?
«Ci sono stati i Polito e i Pasquino che giustamente, sul Corriere, hanno indicato i motivi per cui non dovevo correre alle elezioni. Con osservazioni che ho condiviso. Poi ci sono stati gli altri, che mi hanno dipinto come un personaggio di Le Carrè».
Una spia venuta dal centrodestra di Berlusconi?
«Una spia cacio e pepe mandata dal ministro Maroni per conquistare Bologna... Incredibile. E Maroni, sia detto per inciso, in un anno di commissariamento mai si è intromesso nelle questioni di Bologna».
Ora può dirlo. L’hanno chiamata Berlusconi e Letta?
«No. Il Pdl si è mosso solo a livello locale».
Sono gli attacchi da sinistra che l’hanno fermata? O la consapevolezza di non poter correre per una parte dopo essere stato il commissario di tutti?
«Il problema etico c’era. Avrei sporcato la gestione commissariale. Mi sarei sentita a disagio affrontando disarmata la campagna elettorale. Certo, se mi fossi dimessa alcuni mesi prima... Ma ormai le primarie erano fatte, la città era già spaccata».
Dica la verità: avrebbe voluto un ruolo da civil servant.
«Per assolvere a un compito del genere serviva un consenso molto vasto e una pacificazione cittadina, ma con una città così rissosa avrei finito per deludere».
Ammetterà che non si dà in natura l’ipotesi di un candidato che assorbe tutti i consensi. Comunque contro qualcuno doveva schierarsi.
«E non avrei avuto problemi a farlo. Senza provenire, però, dal ruolo di commissario. In questa veste ho lavorato bene con destra e a sinistra. Un equilibrio che è stato fortemente a rischio finché non ho chiarito che io ero fuori dalla gara. Per qualche giorno, all’improvviso, i miei collaboratori hanno avuto qualche bastone tra le ruote».
Però è stata lei a tenere aperta la finestra, seppure per un breve periodo. Un peccato di ingenuità?
«Bisognava davvero rispondere subito di no. Dopo quelle dichiarazioni al Corriere e le reazioni dei cittadini sono stata 4 giorni a Roma. Avevo perso il contatto con la città. Dovevo capire che cosa era avvenuto. Ancora adesso la gente mi ferma per strada, nei bar, a teatro per chiedermi di ripensarci. C’è anche un malloppo di lettere che attendono risposta».
L’ipotesi della sua candidatura è stata vissuta da molti in città come una ventata di freschezza. Avrebbe preso voti anche a sinistra?
«Penso di sì. Basta guardare a ciò che ha scritto Sassoli de Bianchi sul Carlino».
Ma Bologna è progressista o conservatrice?
«È superconservatrice, in modo preistorico. Negli anni sono state fatte cose bellissime. Penso a come è stata ben strutturata la periferia di Bologna. Ma il mondo cambia e bisogna prenderne atto».
Può fare un esempio?
«Su Sirio è stata sollevata una grana inutile. Siamo pieni di permessi per il centro, troppi. Il Comune con i suoi impianti è tra i principali colpevoli dell’inquinamento, l’autostrada grava sulla città... E invece no: si fa di Sirio un totem. Quello che è più difficile scrostare qui è l’ideologia. Che si parli di scuola o di welfare».
Così per gioco: se fosse stata eletta da sindaco, da dove sarebbe partita?
«Dall’università e dai giovani. Avrei gettato le basi per una città moderna. La banda larga, nuovi impianti di illuminazione, i parcheggi».
Progetti costosi.
«Per progetti di quel genere i soldi si sarebbero trovati».
Cosa spera di lasciare?
«Un centro storico più vivibile. Più curato. Più pedonalizzato».
Marco Ascione
Roma. La sedia vuota. Roma, 03-03-2011. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ai funerali del capitano Massimo Ranzani, non era seduto a fianco delle più alte cariche dello Stato, come vorrebbe il protocollo. Berlusconi è arrivato in ritardo e ha lasciato la sedia vuota a fianco al presidente della Camera, Gianfranco Fini. Si è seduto qualche fila più indietro vicono al ministro Giorgia Meloni.
Roma. Calderoli: Sì a immunità federalista, per premier e anche per sindaci. Roma, 3 mar (Il Velino) - "L’introduzione della vecchia immunità parlamentare non ci convince: certamente il presidente del Consiglio deve godere di una speciale protezione, ma, insieme a lui, i governatori, i sindaci, e le persone che svolgono ruoli pubblici tendenzialmente sempre più rivestiti di responsabilità. Insomma, siamo disponibili a operare per questo nuovo tipo di immunità". Così il ministro per la Semplificazione, il leghista Roberto Calderoli, in un’intervista al settimanale "Panorama" in edicola da domani. Con "Panorama", Calderoli parla anche della nomina di Renzo Bossi a responsabile dei media leghisti: "È stata decisa da Roberto Maroni, Giancarlo Giorgetti, Rosi Mauro, i capigruppo di Camera e Senato e da me. Più Umberto Bossi. Ci voleva uno giovane e conosciuto, Renzo Bossi era l’uno e l’altro". E con il sindaco di Verona, Flavio Tosi, come va? "Me lo ricordo con la camicia più verde di tutti. Ultimamente deve essere diventato italiano". Quanto al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, "siamo diventati pappa e ciccia - spiega Calderoli -. Con Maroni ho avuto, chiamiamolo un conflitto, nel 1994-1995. È finito su internet, naturalmente è rimasto lì e ogni volta, per voi giornalisti scrupolosi, è l’occasione buona per tirarlo fuori: quel suo conflitto con Maroni... Che è sepolto da tre lustri, per la verità. Ma che ci posso fare?". (com/riv) 3 mar 2011 16:42

Le mie prigioni: da Rebibbia una lettera di Cuffaro. di BlogSicilia 3 marzo 2011 - L’ex presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, ha scritto una lettera – pubblicata sul settimanale Tempi – per raccontare come, “dopo i primi giorni di angoscia e di disperazione”, oggi, stia “riorganizzando le speranze”.
Cuffaro, condannato con sentenza definitiva a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato alla mafia, detenuto nel carcere di Rebibbia a Roma, spiega come intenda “affrontare in carcere questi anni difficili. Voglio utilizzarli per riappropriarmi del mio tempo, quello che ho sempre con gioia e convinzione donato agli altri. Lo voglio ridare alla mia coscienza, alle mie riflessioni, senza l’affanno della corsa, senza fretta, senza adempimenti, per consentire alla mia anima di raggiungermi”.
Nella missiva, l’ex governatore afferma di essere certo che “questa dura esperienza servira’ per rafforzare il mio rispetto verso tutte le istituzioni e fortificare la fede che e’ stata per me di grande sostegno. La fede mi sta realmente dando tanta forza, Dio non mi abbandonera’”. Scrive ancora Cuffaro: “Cerchero’ anche qui dentro il carcere di essere utile per quelli che hanno piu’ bisogno, io daro’ loro tutta quella che posso, per farli sentire uomini”.
Riguardo alla sua condizione e al suo stato d’animo attuale: “Ho imparato che per il servizio della verita’ bisogna essere pronti ad affrontare e sopportare le avversita’, e nel silenzio della mia cella mi sforzero’ di trovare un po’ di serenita’. Continuero’ a essere quello che sono sempre stato; qui dentro la prigione ho capito che ho ancora la liberta’ piu’ preziosa, quella di scegliere che uomo voglio essere. Ho lavorato e mi sono sacrificato tanto per la mia Sicilia, terra difficile e martoriata, ma proprio per questo meritevole e piu’ bisognosa di essere amata e servita. La Madonna a cui ho affidato da Presidente della Regione la Sicilia mi proteggera’ e mi aiutera’”.

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