venerdì 4 marzo 2011

Mezzogiorno del Mattino, politica economica e finanza pubblica. 4 marzo 2011

Molise. DIBATTITO SUL FEDERALISMO. INVITATO ANCHE MINISTRO CALDEROLI.

Avviato in Val d'Agri. Osservatorio ambientale.

«Nei campi è stato di calamità. Danni per 100 mln».

Maltempo, Coldiretti: "Situazione disastrosa in Basilicata"

Palermo. Il Villaggio turistico ristruttura, 130 lavoratori a spasso

Federalismo municipale, Cgil Sicilia: “Gravi ricadute in Sicilia”

I prezzi alimentari di nuovo in aumento: mercati cerealicoli tesi

Non è un Paese per onesti. L’odissea di Pino Masciari

Molise. STATUTO, AL VIA LA PETIZIONE. INTANTO IORIO PROPONE MODIFICHE

Sicilia. AGRICOLTURA: PUBBLICATO DECRETO SU MUTUI PASSIVITA' ONEROSE

AUTOSTRADE DEL MARE: OPPORTUNITA' DI RILANCIO PER I PORTI DEL SUD

Il federalismo tra i banchi del liceo

Immigrati, sindaco di Sassuolo scrive al collega di Lampedusa: «Tieni duro»

Federalismo, grido della Confartigianato: "La province sarde tra le più colpite"

Iervolino: Io arricchita? Cinque anni che mi sono costati tantissimo

Iervolino e le dimissioni dei 31 consiglieri: «Adesso ci metta il naso la magistratura»
Russo Iervolino non farà «la suocera del prossimo sindaco»

Bari. Impugnata la legge regionale sui contratti.

Napoli. Morcone, candidato del Pd, è indagato.

Caserta. La Reggia? Se fosse a Torino sarebbe tutta un’altra storia

Comunali, Cosentino da Berlusconi.

La Consulta boccia l'eolico lucano

Fitto: la perequazione infrastrutturale ci sarà (forse)

Napoli, procuratore Lepore: valuteremo dichiarazioni Iervolino

Napoli. Benincasa: Iervolino nominò mia sorella,via da Pd per motivi politici.
Molise. DIBATTITO SUL FEDERALISMO. INVITATO ANCHE MINISTRO CALDEROLI. Il federalismo è una opportunità oppure un rischio per il Molise? Per il senatore Giuseppe Astore (partecipazione Democratica) è il nodo fondamentale da sciogliere in rapporto alla riforma federalista che il Parlamento sta progressivamente realizzando. «Il problema riguarda in primo luogo le Regioni italiane demograficamente ed economicamente piů deboli, tra le quali si colloca sicuramente il Molise». Al tema è dedicata la Tavola rotonda che si terrà a Campobasso il 5 marzo alle ore 17,00 presso l’Hotel Centrum Palace. L’incontro, moderato dal Presidente di Assostampa Molise Giuseppe Di Pietro, vedrà la partecipazione di importanti esponenti politici, tra cui, oltre al Senatore Astore, promotore dell’iniziativa, il Senatore della Lega Nord Massimo Garavaglia, Vicepresidente della Commissione bilancio del Senato, il Senatore del Partito Democratico Marco Stradiotto, componente della Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, ed il Presidente della Regione Molise Michele Iorio. A concludere il dibattito è stato invitato colui che può considerarsi uno dei principali artefici della riforma, cioè il Ministro Roberto Calderoli. «Sarà un’occasione importante – dichiara il Parlamentare molisano – per tentare di fornire una prima risposta, quantunque parziale e provvisoria, alle molteplici incognite che accompagnano lo storico processo di attuazione del federalismo fiscale».
Avviato in Val d'Agri. Osservatorio ambientale. POTENZA – L'Osservatorio ambientale Val d’Agri – previsto nell’ambito dell’intesa fra Regione Basilicata ed Eni, firmata il 18 novembre 1998 – è stato inaugurato stamani a Marsiconuovo (Potenza) con l’obiettivo di svolgere “azioni strategiche” che consistono nel “raccogliere, analizzare aggiornare, diffondere, proporre e promuovere” dati e iniziativa “per garantire un’efficace azione di monitoraggio, tutela e valorizzazione delle risorse naturali presenti nell’area”.

Lo ha annunciato l’ufficio stampa della giunta regionale della Basilicata (alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato il presidente, Vito De Filippo, e l’assessore all’ambiente, Agatino Mancusi). L’osservatorio, gestito da un comitato di rappresentanza territoriale e da un comitato tecnico-scientifico (il primo fornirà “gli indirizzi di carattere generale”, il secondo avrà “funzioni di consulenza e di ricerca”) sarà un “vero e proprio polo informativo ambientale che partirà dai dati rilevati dalle reti di monitoraggio già operative per integrarli in un archivio in cui confluiranno anche studi epidemiologici, sulla sismicità locale, sulle strutture sismogenetiche e sulle agro-biodiversità della Val d’Agri. Estrema importanza verrà data alla diffusione delle informazioni elaborate che verranno divulgate in campagne informative realizzate attraverso la distribuzione di opuscoli informativi, la predisposizione di un sito ad hoc e di materiale multimediale, l’organizzazione di meeting e convegni”.
“L'Osservatorio ambientale – ha detto De Filippo - rappresenta in un certo senso il punto di partenza di tutti i nostri ragionamenti sul petrolio. Perchè nel dibattito sulla necessità di contribuire alle necessità energetiche del Paese, una cosa abbiamo sempre messo ben in chiaro: che tutte le scelte, tutte le misure, tutte le compensazioni per il ruolo di servizio che la Basilicata svolge nei confronti del Paese non possono voler dire che la Basilicata vende il suo territorio e si disinteressa della salute dei suoi cittadini. Per questo – ha concluso il presidente della giunta – i dati e le azioni che arriveranno dall’Osservatorio saranno alla base di ogni nostra riflessione e decisione”.
L'osservatorio ambientale Val d’Agri di Marsiconuovo ha “una sede di 150 metri quadrati” in cui lavoreranno nove persone, in “quattro aree operative: ricerca e sostenibilità, comunicazione e informazione, gestione dati e amministrazione”: lo ha spiegato l’ufficio stampa della giunta regionale lucana. “L'area di gestione dei dati – è scritto in una nota – si preoccuperà dei dati legislativi, ma soprattutto dell’individuazione di quelli ambientali disponibili e suddivisi per settori tematici (monitoraggio di aree e processi industriali, di emissioni da impianti petroliferi, di aree urbane e naturali, della qualità dell’aria, delle acque e dei suoli).
Per creare una rete efficiente, saranno stipulati protocolli di intesa e accordi ufficiali con i fornitori di dati affinchè si ottenga una fornitura regolare delle informazioni ambientali e secondo i parametri standard individuati nella costruzione del sistema informativo. All’analisi si aggiungerà la realizzazione di un geodatabase ambientale che prevede: la creazione di un Sistema Geografico Informatizzato che possa contenere i dati storici relativi agli indicatori ambientali selezionati e gestire quelli futuri; l’implementazione del Sistema Informativo territoriale per la gestione delle informazioni ambientali dell’area; e l’elaborazione di cartografie utili per report e studi scientifici. L'area ricerca e sostenibilità sarà finalizzata, oltre che alla promozione di percorsi formativi finalizzati all’educazione ambientale, a studi e verifiche di attività già in essere con riferimento ai principi della conservazione della biodiversità mediante la scelta di opportuni indicatori ambientali. Si avvieranno programmi di monitoraggio, studi e collaborazioni scientifiche sulle criticità individuate al fine della risoluzione delle stesse. I risultati delle attività saranno adeguatamente resi noti dall’area comunicazione e informazione, in continuo contatto con le strutture presenti sul territorio”.
«Nei campi è stato di calamità. Danni per 100 mln». E' quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti che segnala anche frane e smottamenti nei campi e sulle strade. Fonte: © COLDIRETTI.it - Pubblicata il 03/03/2011. ROMA - E' necessario avviare subito le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità nelle campagne dove decine di migliaia di ettari di terreno agricolo sono finiti sott’acqua insieme a case rurali e stalle per effetto dell’ondata straordinaria di maltempo che ha provocato perdite di ortaggi, verdure, vivai, serre mentre si temono danni alle piante da frutto come gli agrumeti e ci sono preoccupazioni per le semine primaverili. E' quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti che segnala anche frane e smottamenti nei campi e sulle strade che potrebbero far salire il conto dei danni nelle campagne a cento milioni di euro.

Rischio isolamento per le aziende agricole con possibili difficoltà nelle stalle per l’alimentazione degli animali negli allevamenti in Emilia Romagna dove è caduta copiosamente la neve, ma la situazione è grave nelle Marche dove - sottolinea la Coldiretti - in provincia di Ancona si registrano gravi danni nell’Osimano con aziende finite sott’acqua e campi di verdure devastati, mentre lungo la Vallesina la pioggia ha spazzato via le semine appena effettuate di barbabietola da zucchero. Campagne allagate anche nel Senigalliese, mentre in provincia di Macerata si segnalano gravissimi danni alle colture lungo la vallata del Chienti. Particolarmente pesante secondo l’analisi della Coldiretti la situazione nelle province di Ascoli Piceno e Fermo.

Un vero bollettino di guerra la situazione in Puglia dove la Coldiretti ha chiesto la declaratoria di stato di calamità naturale. Colpite tutte le province pugliesi, anche se i danni più consistenti si registrano a Taranto e Foggia. In particolare a Taranto, in contrada Marinella, Pantano e Tufarella, tra Ginosa e Bernalda (Matera), molti ettari di ortaggi e vigneti da tavola sono stati completamente distrutti ed alcuni fabbricati, sia capannoni che abitazioni, danneggiati. Anche a Castellaneta, contrada Gaudella e Palagianello nella cosidetta «Lama», centinaia di ettari sono stati allagati con distruzione di tutti i seminativi. Ortaggi e vigneti allagati anche nelle restanti aree della provincia. Tra Ginosa, Laterza, Castellaneta e Palagianello gli imprenditori agricoli denunciano strade dissestate o addirittura chiuse, canali di scolo della bonifica in crisi di deflusso ed i terreni circostanti allagati con conseguente rischio di fenomeni di marciume radicale. Infine, l’abitato di Marina di Ginosa è completamente invaso dalle acque. Campi allagati e collegamenti impraticabili anche in provincia di Brindisi.

In Calabria la situazione è critica per gli ortaggi e per gli agrumeti, ma sono stati provocati danni anche a colture pregiate come ad esempio la cipolla Rossa di Tropea ad Indicazione Geografica Protetta (IGP). Disastrosa - continua la Coldiretti - la situazione della Basilicata nel Metapontino dopo l’esondazione dei fiumi Agri, Sinni, Basento e Bradano. Migliaia di colture di ortive, fragole, agrumeti e frutteti sommersi dall’acqua. Serre e fabbricati danneggiati, case rurali evacuate, aziende zootecniche semidistrutte e bestiame annegato. Difficile quantificare gli enormi danni. L’accesso ai terreni è reso difficoltoso dalle frane e dagli smottamenti, conseguenza delle inondazioni che hanno fatto scomparire anche molte strade rurali. I dirigenti Coldiretti della zona stanno facendo i sopralluoghi nelle aziende colpite. L’intero territorio agricolo di Pisticci è stato danneggiato dall’esondazione del Basento. Campi di fragole e ortive, frutteti e agrumeti inondati. Oltre 70 famiglie fatte evacuare dalle case rurali. Serre, fabbricati, strade e ponti distrutti. Gravissima anche la situazione nei territori di Bernalda e Montescaglioso. Drammatica la situazione nei comuni di Bernalda e Montescaglioso, con campi di cereali, fragole, ortive, agrumeti e frutteti ancora sommersi dall’acqua e forti criticità negli allevamenti. Stalle interamente allagate, come quelle dell’azienda Esposito, che ha perso oltre 350 capi in seguito all’esondazione. L’Agri oltre a migliaia di ettari di fragole, ortive, frutteti e agrumeti nei comuni di Policoro, Nova Siri e Rotondella, ha inondato molte case rurali.

In Abruzzo nella provincia di Teramo dove sono andati sott’acqua centinaia di ettari di terreno per effetto delle piogge incessanti che hanno anche reso inaccessibili molte strade poderali e, oltre ai danni diretti alle coltivazioni, hanno determinato smottamenti che hanno stravolto la conformazione dei terreni agricoli. In Italia - precisa la Coldiretti - ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamità. All'elevato rischio idrogeologico non è certamente estraneo il fatto che un territorio grande come due volte la regione Lombardia, per un totale di cinque milioni di ettari equivalenti, è stato sottratto all'agricoltura che - afferma la Coldiretti - interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di ettari con una riduzione di quasi il 27 per cento negli ultimi 40 anni. Il progressivo abbandono del territorio e il rapido processo di urbanizzazione spesso incontrollata non è stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque ed è necessario intervenire per invertire una tendenza che - sottolinea la Coldiretti - mette a rischio la sicurezza idrogeologica del Paese. Una situazione aggravata dai cambiamenti climatici in atto che - conclude la Coldiretti - si manifestano con una maggiore frequenza con cui si verificano eventi estremi, sfasamenti stagionali, maggior numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, aumento delle temperature estive e una modificazione della distribuzione delle piogge.
Maltempo, Coldiretti: "Situazione disastrosa in Basilicata"
Drammatica la situazione nei comuni di Bernalda e Montescaglioso, con campi ancora sommersi dall’acqua e forti criticità negli allevamenti
03/03/2011 E' necessario avviare subito le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità nelle campagne dove decine di migliaia di ettari di terreno agricolo sono finiti sott'acqua assieme a case rurali e stalle per effetto dell’ondata straordinaria di maltempo che ha provocato perdite di ortaggi, verdure, vivai, serre mentre si temono danni alle piante da frutto come gli agrumeti e ci sono preoccupazioni per le semine primaverili. È quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti che segnala anche frane e smottamenti nei campi e sulle strade che potrebbero far salire il conto dei danni nelle campagne a cento milioni di euro.
Disastrosa – continua la Coldiretti - la situazione della Basilicata nel Metapontino dopo l'esondazione dei fiumi Agri, Sinni, Basento e Bradano. Migliaia di colture di ortive, fragole, agrumeti e frutteti sommersi dall’acqua. Serre e fabbricati danneggiati, case rurali evacuate, aziende zootecniche semidistrutte e bestiame annegato. L’accesso ai terreni è reso difficoltoso dalle frane e dagli smottamenti, conseguenza delle inondazioni che hanno fatto scomparire anche molte strade rurali. L’intero territorio agricolo di Pisticci è stato danneggiato dall’esondazione del Basento. Campi di fragole e ortive, frutteti e agrumeti inondati. Oltre 70 famiglie fatte evacuare dalle case rurali. Drammatica la situazione nei comuni di Bernalda e Montescaglioso, con campi di cereali, fragole, ortive, agrumeti e frutteti ancora sommersi dall’acqua e forti criticità negli allevamenti. L’Agri oltre a migliaia di ettari di fragole, ortive, frutteti e agrumeti nei comuni di Policoro, Nova Siri e Rotondella, ha inondato molte case rurali.
Palermo. Il Villaggio turistico ristruttura, 130 lavoratori a spasso
di BlogSicilia 3 marzo 2011 - Il villaggio turistico Valtur di Finale di Pollina, nel Palermitano, chiude per ristrutturazione. La prossima stagione, circa 130 lavoratori rimarranno senza lavoro. Per questo la Uiltucs Sicilia ha chiesto l’apertura di un tavolo istituzionale per garantire non solo il futuro dei dipendenti dell’azienda, ma anche di tutto l’indotto. “I lavoratori della Valtur – spiega il sindacato – fanno collocare il Comune ai primi posti, nella provincia di Palermo, della graduatoria della produzione del reddito. Bisogna garantire i livelli occupazionali di questa realtà in un periodo in cui l’economia siciliana è ben lontana dal superamento della crisi”.
Da due giorni sono in corso assemblee nella cittadina del Palermitano alle quali hanno preso parte il segretario regionale della Uiltucs, Pietro La Torre e il responsabile di zona, Giuseppe Sarrica. La Uiltucs chiede innanzitutto, all’azienda, che ai lavoratori stagionali sia data precedenza nella riassunzione oltre i limiti indicati dalla legge, ovvero fino alla riapertura del villaggio dopo la ristrutturazione. “Inoltre – spiega La Torre – non esistono oggi ammortizzatori sociali applicabili ai lavoratori della Valtur. Per questo chiederemo che il tavolo attivato all’assessorato regionale al Lavoro per l’accordo quadro sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga, preveda l’estensione ai lavoratori stagionali del turismo dei benefici della Cassa integrazione guadagni speciale e quelli della mobilità in deroga”. La Uiltucs ricorda infatti che “nel 2010 sono stati impegnati 110 milioni di ero per questi ammortizzatori sociali straordinari, ma nella verifica di fine anno è risultato che ne sono stati impengati solo il 40%. Dunque la restante parte è rimasta bloccata e centinaia di pratiche sono rimaste inevase”. Il sindacato annuncia che si terranno nuovi incontri presso il Comune e con le altre sigle sindacali e delle associazioni di categorie. Non ultimo, sarà organizzato un sit in di protesta presso la sede del governo regionale per sensibilizzare le istituzioni su un problema che riguarda decine e decine di famiglie.
Federalismo municipale, Cgil Sicilia: “Gravi ricadute in Sicilia”
di BlogSicilia 3 marzo 2011 -
“Il via libera al federalismo municipale rischia di avere ricadute molto pesanti in Sicilia. Un primo prevedibile effetto sarà l’aumento delle imposte comunali”: lo dice Mariella Maggio, segretaria generale della Cgil Sicilia.
Per la Maggio si tratta dunque di un provvedimento “iniquo e pericoloso che rischia di aggravare la spaccatura che già c’è nel paese”. “A questo punto- sottolinea l’esponente sindacale- il governo regionale deve chiedere subito la convocazione della commissione paritetica Stato- Regione, se vuole provare a tamponare i contraccolpi negativi in una regione fragile come la nostra e a Statuto speciale”.
Per la segretaria della Cgil ” la questione dell’Iva conferma l’allarme che lanciamo. La quota di Iva su cui i comuni potranno contare in virtù del meccanismo di compartecipazione (circa il 2,5%)- spiega- avrà un peso molto diverso nelle aree più ricche e in quelle più povere. La
Lombardia, ad esempio,- dice la segretaria della Cgil – ha un gettito annuo di 35 miliardi, contro quello della Sicilia che è pari a 2,4 miliardi. Peraltro – aggiunge – la mancanza di
informazioni certe sulla base imponibile avrà come prima conseguenza il fatto che i comuni avranno difficoltà a stendere i bilanci preventivi per il 2011″.
La Cgil rileva che “si aggiunge la beffa legata al fatto che oggi la Regione riscuote il 100% del gettito Iva, si vedrà dunque costretta a versare la quota di compartecipazione ai comuni, con una pesante ricaduta sul già dissestato bilancio”.
La Cgil considera iniqua anche la cedolare secca sugli affitti che “favorirà le rendite di posizione in quanto i proprietari di immobili non saranno più tassati sulla base della loro
aliquota marginale ma nella misura fissa del 21%o del 19% in caso di canone concordato”.
Tra le cose, secondo il sindacato, negative anche lo sblocco delle addizionali Irpef “da cui
deriverà con certezza l’aumento della pressione fiscale, in quanto i sindaci – osserva Maggio – per compensare i tagli del governo nazionale avranno a disposizione subito questa leva. Sarà una mannaia – sottolinea la segretaria della Cgil – soprattutto nei piccoli e medi centri”.
La Sicilia infine, rileva ancora, “sarà penalizzata anche dalla tassa di soggiorno, che avrà ricadute negative sullo sviluppo turistico”.
“Se è questa la politica del governo nazionale per lo sviluppo del Mezzogiorno – conclude – c’è veramente poco da stare tranquilli”.
I prezzi alimentari di nuovo in aumento: mercati cerealicoli tesi
03.03.11
Lo annuncia l’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura che, per il 2010-11, prevede un irrigidimento dell'equilibrio di domanda e offerta cerealicole globali. A fronte di un'accresciuta domanda e di un calo della produzione cerealicola mondiale nel 2010, quest'anno si prevede che le scorte cerealicole globali diminuiranno bruscamente a causa del calo delle giacenze di grano e di cereali secondari. I prezzi internazionali dei cereali sono aumentati bruscamente con i prezzi all'esportazione dei cereali principale saliti di almeno un 70 % rispetto al febbraio dello scorso anno
I prezzi alimentari mondiali sono ancora saliti in febbraio, per l'ottavo mese consecutivo, con quelli di tutte le derrate monitorate - tranne lo zucchero - ancora in rialzo, ha reso noto oggi l’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura , Fao.
La Fao per il 2010-11 prevede un irrigidimento dell'equilibrio di domanda e offerta cerealicole globali. A fronte di un'accresciuta domanda e di un calo della produzione cerealicola mondiale nel 2010, quest'anno si prevede che le scorte cerealicole globali diminuiranno bruscamente a causa del calo delle giacenze di grano e di cereali secondari. I prezzi internazionali dei cereali sono aumentati bruscamente con i prezzi all'esportazione dei cereali principale saliti di almeno un 70 % rispetto al febbraio dello scorso anno.
"L'improvviso picco del prezzo del petrolio potrebbe esacerbare ulteriormente la situazione già molto precaria dei mercati alimentari", dice David Hallam, direttore della Divisione Fao commercio e mercati. "Questo aggiunge ulteriore incertezza all'andamento dei prezzi, proprio quando sta per avere inizio la semina in alcune delle principali regioni produttrici".
L'Indice dei prezzi alimentari della Fao a febbraio ha rilevato una media di 236 punti, un incremento del 2,2 % dallo scorso gennaio, ed il punto più alto registrato, sia in termini reali che nominali, da quando la Fao ha iniziato a monitorare i prezzi nel 1990.
L'Indice Fao dei prezzi cerealicoli, che comprende i prezzi delle principali colture di base come grano, riso e mais, è aumentato del 3,7 % in febbraio (254 punti), il livello più alto dal luglio 2008.
L'Indice Fao dei prezzi latteo-caseari ha registrato a febbraio 230 punti, un incremento del 4 % da gennaio, ma ben al di sotto del picco raggiunto nel novembre 2007.
L'Indice Fao dei prezzi di grassi ed oli a febbraio è salito di misura a 279 punti, un livello appena al di sotto del picco registrato nel giugno 2008.
L'Indice Fao dei prezzi della carne ha registrato in febbraio una media di 169 punti, un aumento del 2 % dal gennaio scorso. Al contrario l'Indice Fao dei prezzi dello zucchero ha registrato nello stesso periodo una media di 418 punti, appena al di sotto del mese precedente ma tuttavia un 16 % più alto del febbraio 2010.
La Fao prevede che i raccolti invernali nell'emisfero settentrionale saranno generalmente favorevoli, con una produzione globale di grano nel 2011 in aumento di circa il 3 %. Questo presuppone una ripresa della produzione di grano nei principali paesi produttori della Comunità di stati indipendenti (Csi). Sinora le condizioni dei raccolti invernali in questi paesi sono generalmente favorevoli.
Secondo le ultime stime la produzione cerealicola mondiale del 2010 si attesterebbe a 8 milioni di tonnellate, un aumento rispetto a quanto anticipato a dicembre ma tuttavia leggermente meno della produzione del 2009. L'aggiustamento verso l'alto riflette principalmente le stime aumentate per la produzione in Argentina, in Cina ed in Etiopia.
Le previsioni per l'utilizzo mondiale di cereali per il 2010/11 è stato rivisto al rialzo dal dicembre scorso e si attesta a 18 milioni di tonnellate, riflettendo per lo più aggiustamenti dell'utilizzo a fini industriali o come cibo animale dei cereali secondari. Il maggiore impiego di mais per la produzione di etanolo negli Stati Uniti e gli aggiustamenti statistici in Cina (sin dal 2006/07) dell'equilibrio storico dell'offerta e della domanda in Cina di mais sono i motivi principali dietro questa revisione.
Non è un Paese per onesti. L’odissea di Pino Masciari
Aosta - L’associazione Libera della Valle d’Aosta ha invitato il testimone di giustizia ad Aosta. L’imprenditore calabrese simbolo della lotta alle mafie ha incontrato molti studenti e ha presentato al pubblico il proprio libro “Organizzare il coraggio“. “Perché devo parlare sempre della mia storia? Perché l’Italia non è un Paese normale, io sono la normalità del Paese”.  Pino Masciari gira l’Italia per raccontare la sua odissea di testimone, dal ’97 inserito in un programma di protezione speciale per non avere voluto sottostare al ricatto della ‘ndrangheta. Ha rifiutato più volte la proposta di diventare parlamentare, italiano ed europeo, non ha voluto neppure una poltrona in qualche consiglio regionale. Basterebbe già questo a qualificarlo come differente. Ieri Pino Masciari, su invito di Libera Valle d’Aosta, ha incontrato i ragazzi delle classi delle scuole medie del Villair di Quart e di alcune classi delle Magistrali di Aosta, e in serata ha presentato alla popolazione il libro scritto con la moglie “Organizzare il coraggio”, alla libreria Aubert. Qui, con gli occhi lucidi, ha accettato di ripercorrere ancora una volta la cronologia degli avvenimenti che lo hanno trasformato da imprenditore di successo del settore edilizio, proprietario di una fiorente azienda, a uomo in esilio, costretto a cambiare città continuamente, e in perenne lotta contro le contraddizioni dello Stato parzialmente colluso, e, infine, il simbolo della lotta alle mafie ed eroe riconosciuto della società civile.

Dodici anni in fuga
“Li ho fatti condannare tutti, tranne quelli che si sono ammazzati tra loro. Ho fatto nomi e cognomi importanti, in Calabria, i boss della fascia ionica, del reggino, della locride” ha sottolineato. “Sono fiero di ciò che ho fatto, lo rifarei, ma ho sofferto moltissimo, e anche la mia famiglia ha pagato un prezzo molto alto. Inoltre ho chiuso l’azienda e licenziato 200 persone”. Forse non è un Paese per onesti. Pino Masciari ha semplicemente deciso di non pagare il pizzo e di fare i nomi di chi lo ha minacciato. Come testimone di giustizia aveva diritto a un programma di protezione, perché la sua vita, e quella dei suoi parenti, era in grave pericolo. Da un giorno all’altro, nel ’97, Pino Masciari, sua moglie e i loro due bambini piccoli sono spariti, senza dare neppure una spiegazione ai parenti. In seguito hanno girato sotto falso nome il nord Italia, cambiando città ogni 4-5 mesi, per dodici anni. “I miei figli sono cresciuti in casa, senza correre, andare in bicicletta, ricevere amici, scrivere lettere. Nel 2007, dopo dieci anni di esilio, sono riuscito a passare due giorni con mia madre e i miei fratelli. Ho dovuto penare moltissimo per riuscire ad andare al funerale di mia mamma, me lo volevano impedire”. Difficile commentare adeguatamente alcuni passaggi del suo racconto, che ha dell’incredibile. Senza documenti, senza protezione, Pino e sua moglie si sono trovati in grande difficoltà. Andare a scuola, lavorare, fare delle visite mediche, perfino andare al catechismo è stato molto problematico. Il sistema di protezione era gravemente carente. I figli talvolta sono stati iscritti a scuola con i loro veri nomi, così come nome e cognome di Pino Masciari sono stati utilizzati per prenotare delle stanze d’albergo. Eppure l’imprenditore calabrese non ha perso una seduta, neppure quando gli è stata sospesa la protezione con una revoca, poi ritirata su ricorso, o quando è stato accompagnato con veicoli non blindati e con la targa della località protetta.

Vittima delle collusioni tra mafia e politica.
“La ‘ndrangheta non esisteva ancora quando tutto è cominciato, è nata dopo i fatti di Duisburg e l’omicidio di Fortugno, che hanno richiamato l’attenzione sulla Calabria” ha concluso. “A rovinarmi la vita è stato un sistema politico e istituzionale che fa affari con la mafia, un meccanismo infernale e omicida. Hanno punito me per educare altri duecentomila imprenditori, e insegnare loro a chinare la testa. Da un lato c’erano i delinquenti che venivano in cantiere a chiedere il pizzo del 3 per cento, che mi sabotavano gli automezzi e mi piazzavano bombe in macchina, dall’altro c’era il magistrato che mi chiedeva il 6%, oppure il dipendente che mi strappava i documenti in faccia, con disprezzo. Quando sono andato per la prima volta dai Carabinieri a dire che il racket mi aveva preso di mira mi hanno risposto: “Eh beh? Paghi, come tutti gli altri, se non vuole rischiare la vita”. Ho trovato anche molte persone oneste, che si sono interessate al caso e mi hanno aiutato molto. Ma mi sono sentito abbandonato dallo Stato”. Quando la sua storia è stata resa nota, la società civile si è indignata, sono sorti gruppi di sostegno in molte località. Nel 2010 Pino Masciari ha concordato con il Ministero dell’interno la conclusione del programma speciale di protezione, e oggi vive finalmente alla luce del sole, rimanendo comunque sotto scorta. di Elena Tartaglione 03/03/2011
Molise. STATUTO, AL VIA LA PETIZIONE. INTANTO IORIO PROPONE MODIFICHE
E’ ufficialmente partita la campagna referendaria per chiedere l’abolizione del nuovo statuto regionale che fra le altre cose allarga a 32 il numero dei consiglieri a palazzo Moffa. Il consigliere regionale Massimo Romano ha fatto sapere di aver acquisito i moduli per la raccolta delle firme.
«O si procede ad election day (ossia all’accorpamento delle date delle votazioni per abbattere i relativi costi) oppure si pagheranno con analoga riduzione dei costi per il funzionamento della macchina regionale, a partire dalle somme stanziate per le indennità dei consiglieri regionali» ha commentato Romano.
Contrario allo strumento proposto dal centrosinistra il presidente regionale Michele Iorio che propone invece delle modifiche allo statuto. «Da queste opposizioni non ci si poteva attendere nulla di buono. Se in sostanza i personaggi che hanno aderito alla proposta referendaria, confermeranno e concretizzeranno la loro richiesta di abrogazione del nuovo Statuto regionale, di fatto verrà meno quello spirito “costituente” che era stato posto alla base della rinuncia, da parte dell’Esecutivo e di ciascun Consigliere, a perseguire le proprie convinzioni per favorire una larga adesione al varo di un testo condiviso. Un deciso “no”, quindi, al referendum abrogativo proposto da questi ambigui personaggi del centrosinistra. Un “si”, invece, convinto - previa sospensione delle procedure dello stesso referendum - a cambiare immediatamente lo Statuto o, come mi sembra piů opportuno, rinviare ogni modifica alla prossima Legislatura. In questo caso non rinunceremo a presentare in sostituzione una nostra precisa proposta. Proposta che con ogni probabilità vorremo portare alla verifica e alla condivisione degli elettori molisani».
Sicilia. AGRICOLTURA: PUBBLICATO DECRETO SU MUTUI PASSIVITA' ONEROSE
L'assessorato regionale delle Risorse agricole e alimentari ha approvato il decreto che consente, fino al 31 marzo prossimo, alle imprese attive nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli, di presentare istanza per accedere ai benefici di cui alla Legge regionale 6 del 2009. Si tratta dei cosiddetti "Mutui di consolidamento delle passivita' onerose".
Il contributo in conto interessi su tali mutui e' concesso nel rispetto del massimale di 15.000 euro e alle condizioni previste dall'art.3 del D.P.C.M. del 23 dicembre 2010 sugli aiuti compatibili di importo limitato.
Le disposizioni applicative alla concessione del concorso nel pagamento degli interessi sugli altri interventi di credito agrario, previsti dalla stessa legge regionale 6 del 2009 e per l'anno 2011, saranno emanate non appena l'assessorato regionale all'Economia provvedera' alla riproduzione delle economie disponibili.
Il decreto e' pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana e sul sito internet dell'assessorato regionale delle Risorse agricole e alimentari, all'indirizzo
AUTOSTRADE DEL MARE: OPPORTUNITA' DI RILANCIO PER I PORTI DEL SUD
Il grande piano europeo per la realizzazione delle "autostrade del mare" offre nuove, consistenti, opportunita' di rilancio al sistema portuale del Mezzogiorno. E' quanto e' emerso dalla prima conferenza regionale del Cluster mediterraneo che si e' svolta a Genova.
Il coordinatore europeo del progetto, Luis Valente de Oliveira, ha voluto che si incontrassero in questa occasione tutti i soggetti - istituzionali e privati - interessati alla razionalizzazione del traffico marittimo. A Genova sono state poste le basi per i partenariati che dovranno garantire il funzionamento del sistema portuale in tutta l'area mediterranea.
In aprile si svolgera' ad Aarhus, in Danimarca, la seconda conferenza regionale, per fare il punto sui progetti che riguardano il Baltico e il Mare del Nord.
A Genova, per due giorni, sono stati analizzati i primi otto progetti gia' finanziati nel 2010 nel quadro della Rete transeuropea di trasporto (RTE-T), con un investimento di 85 milioni di euro. Si tratta solo del primo step del progetto: "Il budget totale destinato alla realizzazione delle reti fino al 2013 - ha detto De Oliveira - ammonta infatti a 7 miliardi di euro, di cui 350 milioni sono destinati proprio alle autostrade del mare."
Dei primi otto progetti finanziati, quattro sono localizzati nel mediterraneo: tre in Italia - due a Genova e uno a Venezia - e uno in Spagna, a Valencia. Quattro invece riguardano il nord Europa. I progetti "mediterranei" riguardano la realizzazione di un centro di promozione della co-modalita'(promosso dall'autorita' portuale di Genova); del progetto MIELE (coordinato dal ministero dei Trasporti e dal Rina); dell' Adriatic multiport gateway (presentato dall'autorita' portuale di Venezia); del monitoraggio e servizi operativi per le autostrade del mare (coordinato dall'autorita' portuale di Valencia).
I responsabili di questi primi progetti hanno adesso il compito di "agganciarsi" alla rete dei porti commerciali dei paesi MEDA, stringendo accordi di cooperazione e costruendo "reti" di servizi condivisi. Nei prossimi due anni, i porti dell'area meridionale del mediterraneo avranno l'opportunita' di presentare i loro progetti, nell'ambito della ulteriore dotazione del programma, che ammonta ad oltre 265 milioni di euro.
Il programma di infrastrutturazione MEDA - che si e' completato nel 2007- ha identificato la rete dei 58 maggiori porti commerciali del Mediterraneo: 17 sono in Turchia - paese che assorbe un terzo dei traffici marittimi del mediterraneo - 8 sono in Algeria, 8 in Marocco, uno in Libano e uno in Giordania. I tre maggiori porti per tonnellaggio rimangono Bethioua (Algeria), Izmir (Turchia) e Alessandria (Egitto).
Per rimanere nella "rete" e rimanere competitivi, gli obiettivi da raggiungere sono chiari ed essenziali: eliminare i colli di bottiglia che ostacolano il passaggio delle merci dal trasporto marittimo a quello terrestre; incrementare le strutture fisiche e informatiche dei porti; snellire i vincoli burocratici legati al movimento delle navi e delle merci.
I porti siciliani, in particolare, hanno l'opportunita' di consolidare il loro gia' alto potenziale: secondo gli ultimi dati diffusi dall'Istat, infatti, il porto di Augusta (con 30.979 migliaia di tonnellate) assorbe il 6% del traffico totale e fa piazzare la citta' tra le prime cinque d'Italia per traffico merci. Tra i primi quindici in Italia, troviamo anche i porti di Milazzo (18.054 migliaia di tonnellate e 3,5% del totale) e di Santa Panagia (15.938 migliaia di tonnellate e 3,1%).
I porti siciliani non figurano invece ai primi posti della graduatoria dei porti per trasporto merci in container, graduatoria dominata da Gioia Tauro in Calabria.
Sul fronte del trasporto passeggeri, Messina - invece - resta leader assoluta: il porto della citta' sullo stretto assorbe ogni anno 10.834 migliaia di unita' pari al 12,6 del totale nazionale e conferma la sua strategicita' all'interno del Mediterraneo superando importati realta' come Napoli, Reggio Calabria e La Maddalena.
Il federalismo tra i banchi del liceo
di BlogSicilia
3 marzo 2011 -
Il tema è attuale: il federalismo municipale. Si tratta del provvedimento approvato ieri sera dal Parlamento nazionale. Un argomento del quale si è trattato stamattina, a Palermo, presso i locali del Liceo Classico ‘Umberto’. Un incontro organizzato dal mensile ‘Il Sud’ in collaborazione con il preside dello stesso Liceo, Antonio Raffaele.
L’occasione per coinvolgere gli studenti su una questione che oggi è al centro el dibatitto politico e culturale del nostro Paese e per presentare, contestualmente il terzo numero del mensile, in edicola da domani, dove si possono leggere due interviste proprio sul federalsmo municipale: la prima a Enrico La Loggia, presidente della commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo; la seconda, a Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e presiente nazionale dell’Anci (Associzione nazionale comuni italiani).
Dopo l’ntroduzione del preside del Liceo, Raffaele, è toccato a Salvatore Carrubba, direttore editoriale de ‘Il Sud’, illustrare, per grandi linee, la riforma federalista che si sta cercando di introdurre nel nostro Paese. Carrubba ha ricordato, in primo luogo, che, insieme al federalismo, è necessario che l’Italia affronti anche un altro grande tema sociale, economico e culturale: la questione meridionale.
“La rinascita del Sud – ha detto Carrubba – non è necessaria solo al Mezzogiorno, ma a tutto il Paese. Perché un Meridione che cresce economicamente ofre opportunità a tutta l’Italia”. Carrubba si è soffermato sul federalismo in America. Dove tanti stati si sono messi d’accordo per conferire alcuni poteri al centro. “In Italia – ha spiegato – sta avvenendo l’esatto contrario: si parte dal centro per arrivare alle Regioni e ai Comuni”.
E se Carrubba ha invitato ad evitare giudizi affrettati sugli effetti che il federalismo potrebbe sortire in Italia e, in particolare, nel Sud, Piero David, docente di Economia all’Università di Messina e capo della segretaria tecnica dell’assessore alla Pubblica Istruzione e Formazione professionale, Mario Centorino, ha detto a chiare lettere che, così com’è congegnata, la riforma favorirà il Nord del Paese a scapito del Sud.
Pietranlego Grimaudo, docente di Diritto pubblico presso l’Università di Messina, ha affrontato il tema da un’angolazione più ampia: ovvero le radici culturali del federalismo e, in generale, dei poteri locali.
Dopo una digressione sui grandi studiosi del diritto – a cominciare dal palermitano Santi Romano, Grimaudo ha posto l’accento su un tema che nei prossimi mesi, quando si comincerà ad affrontare la questione del federalismo nelle Regioni, potrà dventare un argomento centrale per la Sicilia: e cioè l’attuazione degli articoli dello Statuto autonomista della Regione siciliana non ancora applicati. “A cominciare – ha detto Grimaudo – dall’articolo 37″.
Si tratta dell’articolo dello Statuto siciliano che se applicato, potrebbe portare un congruo gettito fiscale nelle ‘casse’ della Regione. Il tema è quello delle imprese – grandi gruppi economici nazionali pubblici e privati, banche comprese, che oggi anno stabilimenti o sede in Sicilia, ma sede legale altrove (cioè nelle altre regioni del Paese, per lo più del Nord). Oggi queste imprese, pur operando in Sicilia, pagano i tributi nelle regioni dove hanno sede legame.
Mentre una volta attuato l’articolo 37 dello Statuto queste imposte resteranno in Sicilia. Al dibattito hanno preso parte gli studenti con domande pertinenti. La dimostrazione che i giovani seguono il dibattito politico in corso nel nostro Paese e, forse, dovrebbero essere stimolati di più e meglio sui temi di grande valenza culturale.
Il dibattito, è stato ribadito nel corso dell’incontro, prosegue sul sito www.blogsicilia.it
Immigrati, sindaco di Sassuolo scrive al collega di Lampedusa: «Tieni duro» Nella lettera riferimenti all'inchiesta che vede indagato De Rubeis per «istigazione all'odio razziale»
PALERMO - La solidarietà per il sindaco di Lampedusa, impegnato a gestire la delicata fase dei continui sbarchi di immigrati nordafricani, corre lungo lo stivale e da Sassuolo arriva sulle isole delle Pelagie. Il sindaco del comune modenese Luca Caselli, alla guida di una giunta di centrodestra, ha inviato una lettera al collega di Lampedusa Bernardino De Rubeis, «come sostegno a proseguire nell’attività intrapresa a tutela dei propri concittadini nonostante l’indagine della Procura a suo carico», che lo vede sotto inchiesta per un'ordinanza contro l'accattonaggio, e invitandolo a «tenere duro».

IN «PRIMA LINEA» - «Apprezzo il tuo genuino e generoso impegno per difendere la Comunità di Lampedusa e con sconcerto ho appreso», si legge nella lettera, «dell’indagine aperta dalla Procura di Agrigento nei tuoi confronti per una ordinanza, quella contro i bivacchi e l’accattonaggio, che nel nostro Comune è in vigore già da alcuni anni e conseguentemente regolarmente applicata e, in questo momento è in fase di revisione e aggiornamento. Non posso che esprimerti la mia solidarietà per quanto sta avvenendo. Anche noi, qui a Sassuolo, siamo in prima linea per cercare di arginare l’immigrazione incontrollata e lo facciamo quotidianamente, con i mezzi che il Comune ha a disposizione, sempre e soltanto nell’interesse della Comunità».

LAMPEDUSA «LASCIATA SOLA» - Secondo il primo cittadino di Sassuolo, Lampedusa sarebbe stata lasciata «sola dall’Europa stessa a lottare contro questa imponente ondata migratoria». «Posso soltanto immaginare», dice al collega siciliano, «il tuo quotidiano impegno per preservare la tranquillità di un’isola stupenda che vive soprattutto di turismo. Vietare i bivacchi e l’accattonaggio per arginare il degrado non soltanto non è un reato, ma, a mio parere, è anche un dovere che ogni sindaco dovrebbe assumersi; forse questo non è chiaro a chi non è eletto dai cittadini e, ciò nonostante, esercita importanti funzioni in nome del Popolo Italiano».

DE RUBEIS: «SBARCATI 720 TUNISINI IN POCHE ORE» - Dal canto suo, De Rubeis, stamane, ospite a «La telefonata» di Maurizio Belpietro a «Mattino cinque», ha ribadito di non sentirsi razzista e di essersi limitato «a emettere un'ordinanza antibivacco e antiaccattonaggio come ce ne sono decine in tutta Italia». Il primo cittadino ha fatto poi osservare che è bastata una giornata di bel tempo perché riprendessero gli sbarchi sull'Isola: «Ieri (mercoledì, ndr) in sole 24 ore si sono registrati 11 sbarchi per un totale di 720 giovani tunisini». «Sono in contatto diretto», ha poi aggiunto, «con il ministro Maroni che capisce quella che è l'emergenza ed è consapevole che Lampedusa è la porta d'Europa. Stiamo affrontando questo esodo di immigrati. Nessuno oggi parla di respingimenti». Il primo cittadino di Lampedusa si e' detto "convinto" che l'allestimento di tendopoli in nord Africa servirà a rallentare gli sbarchi. «Abbiamo dimostrato», ha tenuto a precisare, «di essere una popolazione accogliente nella consapevolezza che non si può accogliere tutti, ma in presenza di una guerra e una tirannia l'Italia è sempre pronta fare sua parte. Ci stiamo comportando come in caso di un'emergenza umanitaria».
Redazione online
Federalismo, grido della Confartigianato: "La province sarde tra le più colpite"
Il passaggio dall'Imposta comunale sugli immobili (Ici) alla nuova Imposta municipale unica (Imu), non farà bene alle aziende sarde. Con il federalismo municipale nell'isola la tassazione sui fabbricati crescerà del 29% e le province sarde saranno le più colpite.
Lo ha sostenuto il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu, che ha denunciato l'aggravio impositivo per le imprese per il passaggio dall'Ici (6,49 per mille) alla Imu (7,6 per mille). "Siamo molto preoccupati anche perché - ha sottolineato Murgianu - grazie all'autonomia che verrà concessa ai Comuni, la nuova aliquota base verrebbe incrementata fino al 10,6 per mille, il che innalzerebbe la tassazione a livelli non più tollerabili. Le perplessità sull'Imposta si uniscono a quelle sulla Tassa di Soggiorno ed agli altri tributi che, in Sardegna, dovrebbero passare attraverso una incerta trattazione legata allo Statuto". Secondo una analisi compiuta dall'Ufficio Studi di Confartigianato, in Sardegna l'impatto dell'Imu sugli immobili delle imprese (laboratori per arti e mestieri, botteghe, uffici, negozi, magazzini, opifici, alberghi e pensioni, teatri, fabbricati, industriali e commerciali) sarebbe di 141 euro in più per unità immobiliare. Gli Enti Locali dell'isola, per questo, introiterebbero 29 milioni di euro in più, rispetto agli attuali 100 milioni (+29%). In Sardegna forti sarebbero gli aumenti nella provincia di Nuoro (+36,9%), Oristano (+36,6%), Cagliari (+28%) e Sassari (26,2%). Le quattro vecchie province entrerebbero nella poco esaltante classifica delle prime 10 nazionali dove l'Imu avrebbe un impatto maggiore.
Iervolino: Io arricchita? Cinque anni che mi sono costati tantissimo
Napoli, 3 mar (Il Velino/Il Velino Campania) - In particolare “questi ultimi cinque anni mi sono costati tantissimo. Non mi sono arricchita. Mi sono mangiata i risparmi del Parlamento. La politica fatta a 'imbroglietielli' non vale la pena ma la politica è la cosa più soddisfacente che possa esserci nella vita”. Rosa Russo Iervolino risponde così a “chi si è permesso di darci degli 'arricchiti'”. Rispetto al rapporto con il Pd e alla possibilità che il suo tracollo fosse frutto anche degli effetti delle primarie e della gestione del partito, il sindaco di Napoli risponde: “Il partito ha fatto quello che ha potuto ed è intervenuto comunque con grande incisività” fermo restando che “con le primarie non abbiamo dato un bello spettacolo ma non ritengo siano da mettere in relazione con quanto accaduto”. Piuttosto Iervolino sottolinea che “guarda caso è successo quello che è successo mentre si stava mettendo in campo la candidatura di una persona autorevole”. Di qui ribadisce: “Io non avrei mai mandato in ginocchio la terza città d'Italia per uno scansafatiche in più o in meno”.
(bm) 3 mar 2011 15:14
Iervolino e le dimissioni dei 31 consiglieri: «Adesso ci metta il naso la magistratura»
Avanzati sospetti di compravendita:«Non vorrei che fosse accaduto ma non ho le prove per dimostrarlo»
NAPOLI - Rosa Russo Iervolino all’attacco: davanti a decine di giornalisti, politici e dipendenti comunali, per prima cosa lancia un messaggio chiaro e delicato: «Non ho elementi certi – dice riferendosi a quanto accaduto ieri, con le dimissioni di 31 consiglieri e lo scioglimento dell’ amministrazione - altrimenti li avrei già denunciati. Chiedo però alla magistratura di metterci il naso».
Sospetti di «compravendita»? La Iervolino è sibillina. «Non conosco i motivi della scelta di dimettersi ma non vorrei - aggiunge - far riferimento ad una vignetta apparsa qualche giorno fa su un quotidiano nella quale ci si chiedeva a quanto è arrivato il prezzo di un deputato. Non vorrei che fosse accaduto lo stesso per i consiglieri comunali di Napoli, ma non ho le prove per dimostrarlo. Se le avessi avute – precisa la Iervolino - sarei andata dai magistrati già ieri. È strano, però, l'atteggiamento di chi la mattina fa l’elogio del sindaco e il pomeriggio vota per le sue dimissioni. Se ho le prove o se in futuro le avrò andrò di corsa dai magistrati. Se non ci sarà nulla, ne sarò felice. Se ci sarà qualcosa dirò loro di vederci chiaro».
Sul piano politico la Iervolino, che si definisce «serena», attacca i «voltagabbana, un termine che non avrei voluto usare. Oggi sono perdente, mandata a casa, ma serena e libera e forte fino in fondo. Ho sempre considerato il rispetto delle leggi come una scelta di vita. La procedura è questa, è regolare e io la rispetto serenamente». «Ieri abbiano assistito in consiglio comunale ad una scena un pochino comica - ha aggiunto il sindaco riferendosi alle convulse ore della raccolta delle firme - con il gruppo del PdL che era eterocomandato da un grande capo, che ha seguito tutta la seduta. Una scena alla quale ho assistito con tristezza più che con rabbia, perchè ho pensato che in quel momento i consiglieri comunali di Napoli hanno dimenticato di aver ruolo altissimo, una dignità altissima perché rappresentanti della sovranità popolare e che si sono ridotti a ruoli di portaordini». Ma non è tutto: «Cercherò, andando via – aggiunge – di dimenticare i vermiciattoli che ho conosciuto da queste parti, e ricorderò invece le persone perbene, tante, che hanno fatto le nozze con i fichi secchi, realizzato cose con scarse risorse, e rivolgo il mio ultimo pensiero a quanti mi hanno voluto bene: disprezzo per chi va disprezzato e affetto per chi lo merito».
Carlo Tarallo
Russo Iervolino non farà «la suocera del prossimo sindaco» - E invita i pm a dare un occhio in consiglio di Celestina Dominelli
Ha provato fino alla fine a resistere. Anche quando ieri mattina si è materializzata sul suo tavolo la mozione di sfiducia presentata dal centro-destra. «Non mi dimetto, non sono una vigliacca. Mi sarebbe comodo andar via anche perché sono stufa di uno stile che non onora la città». Ma dalle 20.09 di ieri sera l'amore lungo e tormentato tra Rosa Russo Iervolino e la sua Napoli è giunto definitivamente al capolinea. Come sancisce quello striscione beffardo («abbiamo liberato Napoli») srotolato ieri sera dal Pdl nel cortile di palazzo San Giacomo, un attimo dopo aver depositato le dimissioni di 31 consiglieri comunali che hanno così terremotato la giunta di Rosetta e sulle quali il sindaco ha chiesto alla magistratura «di metterci il naso». «A questa città ho dato tutto. E sono anche un po' stanca».
L'ultima stoccata di Iervolino nel giorno dell'addio: la magistratura dia un occhio alla caduta del consiglio (di Celestina Dominelli)
Una lunghissima carriera alle spalle
Nove anni e nove mesi per un'avventura politica e umana che finisce nel peggiore dei modi. Con nove cambi di casacca solo negli ultimi 365 giorni, forse i più difficili per l'ex senatrice Dc, classe 1936, figlia di un ministro de gasperiano e di una parlamentare dal cognome nordico, De Unterrichter. Madre e nonna premurosa di tre figli e cinque nipoti, che la costringono a fare la «pendolare» tra Roma e Bruxelles, e vedova di un professore universitario «bello come Tyrone Power», confessò lei stessa a Lucia Annunziata che la intervistò per la Stampa nel 2006, nel giorno del suo compleanno. «Ho quasi settant'anni - disse allora - sono nata il 17 settembre e il 17 settembre ho perso il mio amato marito». Il primo grande dolore che avrebbe segnato la sua esistenza durante la quale è stata, tra l'altro, ex presidente della Dc, ex ministro dell'Istruzione e dell'Interno, la prima donna in Italia e in Europa a occupare quella poltrona così scomoda. Piglio deciso e battagliero e una indubbia esperienza parlamentare e politica che le guadagnò nel 1999 la candidatura alla presidenza della Repubblica. E la battuta immancabile di Silvio Berlusconi. «Non l'abbiamo votata perché anche l'orecchio vuole la sua parte».
Passata indenne attraverso inchieste e defezioni
Ma tant'è, perché Rosetta non si è mai fatta scalfire dagli attacchi, lei che all'università aveva studiato la parità per le donne, ma in Parlamento come nella sua giunta ha sempre tirato fuori la resistenza e la tempra di un navigato generale. Che ora sta combattendo la sua ultima battaglia dopo essere passata indenne attraverso le grane giudiziarie che hanno investito i suoi assessori (l'inchiesta Global Service), i sospetti, le defezioni continue nella sua maggioranza e perfino una morte tragica: il suicidio dell'ex assessore Giorgio Nugnes. Che la colpì profondamente. «Il suicidio di Giorgio lo leggo come un sussulto di dignità che probabilmente sarebbe mancato ad altri», disse nel pieno del terremoto che sconquassò Palazzo San Giacomo. Ma che non ha abbattuto lei.
L'emergenza rifiuti e l'assenza del Pd
«Io non c'entro», ha continuato a ripetere. Anche quando i rifiuti sommersero la città e sul suo tavolo giunse addirittura una nota dell'ambasciata americana che suggeriva ai cittadini Usa di tenersi lontani dal capoluogo campano. Anche allora il sindaco non si fece intimidire e vergò di suo pugno una replica puntuta. «L'allarme è inopportuno e intempestivo. La città è pulita e i cumuli di rifiuti non ci sono più». I cumuli, per la verità, sarebbero tornati di lì a poco ma Rosa, che ha la «testa dura» (come si definì lei stessa), non ha mollato nonostante la disapprovazione di molti e l'assenza del suo partito, il Pd. Che è rimasto impigliato nella rete delle primarie celebrate nel capoluogo campano e indebolite da sospetti di brogli e ricorsi. E non si è accorto nel frattempo che, attorno al sindaco più longevo all'ombra del Vesuvio, il terreno (politico) andava via via franando con esponenti di spicco del Pd napoletano (come Carmine Simeone e Fabio Benincasa) smarcatisi dal partito e dal primo cittadino.
La battuta: non farò la suocera del prossimo sindaco
«Non farò la suocera del prossimo sindaco», aveva detto solo qualche giorno fa la Iervolino, parlando del suo possibile successore. «È sempre una cosa antipatica dire: "Io avrei fatto così o in quest'altro modo". La prima volta che sono stata nominata ministro - raccontava ai cronisti - papà mi disse. "Auguri perché ti hanno nominata, quando ti cacceranno levati dalla testa di fare la suocera del prossimo ministro". Andata via dalla pubblica amministrazione non mi sono più occupata di scuola, andata via dal lavoro non mi sono più occupata di quello. Sono sempre andata in commissioni diverse». Difficile credere, però, che Rosetta si levi proprio ora dalla testa la sua Napoli.
3 marzo 2011
Bari. Impugnata la legge regionale sui contratti. Il governo nuovamente contro la Regione
«Censurabile il limite del 20% della spesa per incarichi di studio e consulenza». La proposta arriva da Fitto
La legge regionale sui costi degli apparati amministrativi, non va bene così com’è. Lo ha deciso il consiglio dei ministri, su proposta di Raffaele Fitto, ministro per i rapporti con le Regioni e per la Coesione territoriale, in concerto con il ministero dell’Economia e Finanze e del Dipartimento per la Funzione Pubblica,che ha impugnato la legge della Regione Puglia inerente alle «Norme in materia di ottimizzazione e valutazione della produttività del lavoro pubblico e di contenimento dei costi degli apparati amministrativi nella Regione Puglia». Secondo il Cdm, la disposizione contenuta in uno degli articoli della legge è censurabile perché stabilisce che il limite del 20% della spesa sostenuta dalla Regione per incarichi di studio e consulenza non trova applicazione per gli incarichi che gravano su risorse del bilancio vincolato.
Ovvero per gli incarichi istituzionali di consigliere del Presidente della Regione. Oltretutto, il Cdm ha fatto sapere che alcune parti della legge entrano in collisione con uno dei decreti varati dal governo Berlusconi contenente norme per la stabilizzazione finanziaria e la competitività economica. «La norma - si legge nella nota del ministero - contrasta l’articolo del decreto legge n.78/2010, nel quale sono stabilite le esclusioni dall’applicazione della normativa interessata».
Sottolineando poi che «il generico richiamo al bilancio vincolato non consente di comprendere l’entità e la portata dell’intervento riduttivo. Pertanto la norma in esame - si legge - si oppone alla vigente normativa in materia di contenimento della spesa delle pubbliche amministrazioni. E oltretutto è lesiva dei principi stabiliti dall’articolo 117 della Costituzione, che inquadra la materia del coordinamento della finanza pubblica fra quelle di legislazione concorrente». Per gli stessi motivi sono censurabili le disposizioni che stabiliscono che tali disposizioni non si applicano alle spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanze.
Teresa Serripierro
Napoli. Morcone, candidato del Pd, è indagato. Il Fatto quotidiano: «L'uomo su cui puntano a Napoli è inquisito con Gianni Letta per abuso d'ufficio»
NAPOLI - A poche ore dal tavolo del centrosinistra di Napoli, quello dal quale dovrebbe finalmente uscire il nome del candidato a sindaco proposto dal Pd, esplode una polemica destinata a rendere infuocati questi ultimi giorni di ricerca di un nome che unisca la coalizione. Proprio mentre il segretario nazionale del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, in una conferenza stampa alla Camera si dice «convinto che il centrosinistra è in condizione di allestire una proposta vincente per Napoli», dicendo «no agli strappi» e invitando tutti, Idv compresa, a «cercare la soluzione nel contesto unitario del centrosinistra, a mettersi al servizio di una soluzione che non consegni Napoli alla destra di Cosentino», il “Fatto quotidiano” apre un fronte di polemica molto aspra nei confronti di Mario Morcone, il nome che sarebbe in pole position per la leadership del centrosinistra, ad esclusione di Luigi De magistris già in campo con una serie di civiche.
«Dopo mesi di gestazione – attacca Marco Lillo sul quotidiano diretto da Padellaro - un tentativo fallito di elezioni primarie, un corteggiamento respinto dal magistrato Raffaele Cantone, alla fine il Partito Democratico ha partorito il suo candidato a sindaco di Napoli: il prefetto Mario Morcone, attuale direttore dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati alla mafia. Morcone è un nome che i lettori del Fatto Quotidiano conoscono bene perché è il principale indagato - insieme al sottosegretario Gianni Letta - nell'inchiesta del pm Henry John Woodcock sull’assegnazione degli appalti per l'assistenza ai rifugiati. Il possibile candidato del centrosinistra – aggiunge Lillo - è tuttora indagato con il numero due del governo di centrodestra in quell’inchiesta (ora trasferita a Lagonegro, in provincia di Matera) per abuso d’ufficio, turbativa d’asta e truffa. Per sostenere il prefetto il Partito Democratico è disposto a ingaggiare una lotta fratricida con l'Italia dei Valori che invece ha messo in campo la figura di Luigi De Magistris».
Un affondo dietro il quale il Pd intravede un argomento polemico che potrebbe rendere davvero incandescente la campagna elettorale al primo turno, con un duello all’ultimo voto tra De Magistris e lo stesso Morcone. Ecco perché arriva dal responsabile nazionale sicurezza del Partito Democratico, Emanuele Fiano, una dura replica al “Fatto quotidiano”: «La polemica aperta quest’oggi da Il Fatto e da esponenti dell’Idv sulla candidatura del prefetto Morcone a sindaco di Napoli avanzata dal Pd è deleteria perchè tende a spaccare un fronte politico altrimenti unitario e infondata perchè attacca una figura mai sottoposta a nessun giudizio dalla magistratura e unanimemente considerato autorevole e affidabile. La polemica su chi tra i possibili candidati sia oggi nella posizione di indagato oppure chi sia nella condizione di rinvio a giudizio – aggiunge Fiano riferendosi a un procedimento aperto a carico di De Magistris - non ci interessa. Ci interessa, invece, costruire il fronte più largo possibile per affrontare la difficile sfida di Napoli».
Carlo Tarallo
Caserta. La Reggia? Se fosse a Torino sarebbe tutta un’altra storia
Paragone con Venaria, a cominciare dal web: sul portale torinese è possibile programmare visite su misura
CASERTA - In verità, sulla storia della Reggia di Caserta dovremmo tutti porci questa semplice domanda: se la Reggia vanvitelliana si trovasse in un’altra regione d’Italia quale sarebbe il suo destino? Per essere ancora più chiari: quale ne sarebbe l’utilizzo se la Reggia si trovasse in una regione del Nord? Domande che stuzzicano, ma che sono destinate a rimanere senza risposta. A meno che non facciamo un rapido confronto con la Venaria Reale di Torino. La Venaria di Torino, nota anche come la Reggia d’Italia, non è al centro della città, ma a dieci chilometri da Torino: tuttavia, il suo «stato di salute» non è neanche paragonabile con quello della Reggia dei Borbone. Tanto per gradire: la Venaria vuol dire 950.000 metri quadri di superficie, 5000 metri quadri di affreschi e decori, 80 ettari di Giardini con oltre 40.000 nuove piantumazioni e opera d’arte contemporanea, 3000 ettari di Parco circondati da 35 chilometri di mura di cinta, 8000 mq dedicati ai laboratori, ricerca e formazione universitaria.
Si tratta solo di alcuni «numeri» di quello che è stato il più importante e rilevante programma di restauro e valorizzazione non in Italia, ma in Europa. Ma se ne volete sapere di più dovete fare una semplicissima cosa: visitare il sito web della Venaria che vi permette di poter programmare per filo e per segno la vostra visita personale alla Venaria che è pensata come la «porta di accesso» del circuito delle Residenze Reali del Piemonte.
Sì, perché la Reggia della Venaria ha un suo splendido sito su Internet - lavenaria.it - che ne illustra la storia, il luogo e tutte le potenzialità ossia tutte le cose che, oltre la classica visita, si possono fare legittimamente e con profitto alla Venaria. Alla base della Venaria c’è un progetto culturale ed imprenditoriale che non solo ne mette in mostra la bellezza architettonica, ma mette in forma anche le molte possibilità di vivere il luogo e lavorarci: la Venaria è gestita da un consorzio che dà al reale sito una sua autonomia. Insomma, tutta un’altra storia. E Caserta? E’ ancora ferma alla richiesta di fondi, finanziamenti, soldi mentre nella Reggia si parcheggiano ancora le automobili.
Giancristiano Desiderio
Comunali, Cosentino da Berlusconi. Si punta su Gianni Lettieri candidato. Il coordinatore Pdl a palazzo Grazioli: al centro
del colloquio l'imprenditore napoletano. NAPOLI - Anche per il centrodestra è tempo di rush finale per la candidatura a sindaco di Napoli. Molti rumors convergono sul nome di Gianni Lettieri, ex presidente dell'Unione industriali napoletana. A tal proposito Nicola Cosentino, coordinatore campano del Pdl, è stato ricevuto oggi a palazzo Grazioli dal leader del partito Silvio Berlusconi. Al centro del colloquio, secondo quanto riferito da ambienti parlamentari di maggioranza, le elezioni amministrative ed in particolare la scelta del candidato a sindaco di Napoli. In pole position per la corsa, secondo le stesse fonti, resta l’imprenditore Lettieri.
La Consulta boccia l'eolico lucano
La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità diparte del Piear e della moratoria
03/03/2011 LA Corte Costituzionale, in un’unica sentenza con cui i giudici hanno riunito diversi ricorsi, ha dichiarato l’illegittimità di alcune leggi regionali con cui la Basilicata ha disposto la stabilizzazione di ex Lsu e Asu (lavoratori impegnati in attività socialmente utili), e una serie di norme per le valutazioni di impatto ambientale e per le moratorie alla realizzazione di impianti per la produzione di energia alternativa.
La Consulta, sulla base dei ricorsi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha stabilito l’illegittimità costituzionale di alcuni articoli della legge regionale numero 42 del 2009 con cui la Basilicata ha deciso la stabilizzazione degli Asu con contratto almeno triennale e degli ex Lsu con contratti di almeno 60 mesi, stipulati tra il 2001 e il 2008. Il rilievo riguarda i limiti normativi posti alle amministrazioni pubbliche per le assunzioni e la disparità di trattamento rispetto ad altre categorie di lavoratori.
Sempre in relazione alla stessa legge, ma in riferimento a norme in materia di energia, ha dichiarato l’illegittimità degli articoli in cui la Basilicata ha deciso, «eccezionalmente», la realizzazione di impianti per la produzione di energia alternativa, «purchè con competenza inferiore a determinate soglie» e in zone agricole.
Riguardano i vincoli sull'impiantistica anche le dichiarazioni di illegittimità della Consulta su alcune parti dell’appendice A del Piear (Piano di indirizzo energetico) che si riferiscono alle aree «Natura 2000» e ai siti di interesse comunitario.
Per la Consulta, infine, è anche illegittima la disposizione regionale (numero uno del 2010) con cui la Basilicata consente la realizzazione di impianti fotovoltaici anche in mancanza di valutazione di impatto ambientale (Via) purchè al di sotto di soglie stabilite per la produzione di energia. In questo caso, sinteticamente, i rilievi della Corte fanno riferimento alla competenza statale e comunitaria per quanto riguarda i vincoli, e la libertà di iniziativa economica sancita dalla Costituzione per la realizzazione degli impianti.
Fitto: la perequazione infrastrutturale ci sarà (forse)
di Antonella Sferrazza 3 marzo 2011 -
”La perequazione infrastrutturale costituisce un elemento centrale nell’attuazione del federalismo fiscale e attende ormai da decenni di essere realizzata”. Lo afferma una nota dell’ufficio stampa del ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione territoriale, Raffaele Fitto in risposta all’assessore all’Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao che più volte ha sollecitato l’adeguamento del livello di infrastrutture tra Nord e Sud del Paese.
Un principio contenuto nella legge delega 42 (che ha introdotto la riforma federalista) ma che finora è rimasto pura teoria. ”Senza una perequazione infrastrutturale, il federalismo non si puo’ fare altrimenti non e’ ne’ equo ne’ solidale” ha ripetuto oggi l’assessore all’Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao, al termine della Conferenza delle Region. ”E’ paradossale -ha affermato- che il decreto sulla perequazione infrastrutturale, che prevedeva 90 giorni di tempo per fare una ricognizione della situazione, ancora non e’ stato pubblicato. Il decreto e’ stato presentato il 26 novembre -ha ribadito- ma ancora non e’ avvenuta la pubblicazione”
”Questo governo che ha sempre avuto chiara l’importanza di questo tema” ha ribattuto Fitto ”ha emanato il decreto previsto dalla riforma e attende adesso il completamento del suo iter con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Da quella data” sottolinea Fitto ”e solo da quella data, scattano i 90 giorni per la ricognizione prevista da decreto. Dunque, e’ comprensibile la fretta dall’assessore Armao, che dovra’ però avere la pazienza di aspettare che la procedura segua e completi il suo corso”.
Sarà vero? Certo è che non è la prima volta che il governo Berlusconi annuncia provvedimenti per rilanciare il Mezzogiorno. Ma finora sono state chiacchiere.
Napoli, procuratore Lepore: valuteremo dichiarazioni Iervolino
Napoli, 3 mar (Il Velino/Il Velino Campania) - “Valuteremo le dichiarazioni del sindaco Iervolino e se verranno fuori ipotesi di reato faremo gli accertamenti opportuni come del resto abbiamo sempre fatto”. Lo dice il procuratore della Repubblica di Napoli, Giandomenico Lepore, interpellato sull'invito pubblico fatto da Rosa Russo Iervolino. Il primo cittadino nella conferenza di saluto alla città circa le dimissioni dei 31 consiglieri, molti ex appartenenti al centrosinistra, ha detto: “Se fossi magistrato quanto accaduto m'incuriosirebbe: non ho prove né elementi certi, ma chiedo alla magistratura di metterci un occhio”.
(bm) 3 mar 2011 20:25
Napoli. Benincasa: Iervolino nominò mia sorella,via da Pd per motivi politici. La rivelazione del consigliere messo sott'accusa dal sindaco ormai caduto
Napoli, 3 mar (Il Velino/Velino Campania) - “Ho ricoperto l'incarico di revisore dell'associazione Teatro stabile Mercadante, su nomina regionale, sin dalla costituzione, avvenuta nel 2002, con atto per notar Santangelo; negli ultimi mesi del 2009, approssimandosi la scadenza dell'organo di revisione ed essendo nel frattempo divenuto oltre che consigliere comunale anche capogruppo del Pd, ritenni inopportuno richiedere una mia conferma e scrissi al sindaco Iervolino se ritenesse possibile e non sconveniente attivarsi per chiedere al socio Regione di sostituirmi indicando mia sorella Caterina, commercialista con esperienza, autrice di pubblicazioni scientifiche e dottore di ricerca all'Università”. Questa la rivelazione del consigliere comunale Udc Fabio Benincasa al VELINO in risposta al riferimento del sindaco “ad un consigliere che mi chiese di nominare la sorella”.
“Il sindaco fu, come sempre, molto cortese ed intervenne presso la Regione e non mancò di complimentarsi per la ricchezza del curriculum che le avevo sottoposto quando la ringraziai per l'opportunità data a mia sorella, mai prima di allora destinataria di incarichi pubblici – spiega uscendo allo scoperto -. Dispiace, quindi, che di tanto in tanto venga agitato dal sindaco lo spauracchio di una lettera (l'unica) che le scrissi nell'occasione per spiegarle la questione, e che non avrei alcuna difficoltà a vedere pubblicata nel suo integrale contenuto, dal momento che viene custodita con tanta cura”. Poi la spiegazione delle dimissioni: “La motivazione del mio abbandono del Pd e della maggioranza è una questione meramente politica, meditata, discussa anche con il sindaco con la quale non ho mai negato un rapporto di affetto e di stima profondo – ha aggiunto Benincasa -. Sarei stato, altrimenti, davvero sprovveduto a lasciare la maggioranza poche settimane prima che si procedesse alla distribuzione degli incarichi nei cda e nei collegi sindacali delle società partecipate, avvenuta nella primavera del 2010. Spero, in prosieguo, di poter continuare a parlare – ha concluso - di politica e non di pettegolezzi, argomento sul quale, peraltro, non ho molto da nascondere”. (cp) 3 mar 2011 19:55

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