giovedì 17 marzo 2011

Federali-Mattino londinese. 17 marzo 2011. Con on Plebiscito trufa el Veneto el xe stà ocupà ilegalmente da l'Italia, ocupai ma mai vinti. Quando ascolto l'inno di Mameli provo fastidio, perché mi sento un po' oppresso da chi mi ha conquistato. Per semplificare diciamo che sono sulla stessa linea di Durnwalder, il leader del Sud Tirolo. Il Cavaliere si difende. 33 sono troppe anche per un trentenne. Il Tribunale del Lavoro di Brescia ha ritenuto avvenuta la rimozione dei "Soli delle Alpi" dal Polo scolastico di Adro. L’azione legale era stata promossa dalla Cgil.

Oltrepadani:
Londra. Quante? E quante volte? Berlusconi non è instancabile ma a Londra gli dedicano un piatto di spaghetti.
Bozen. Italia 150: fronti contrapposti per le celebrazioni a Bolzano.
Aosta. L'Unità d'Italia non è antiautonomia

Padani ponentini:
Milano. La Russa contro il Carroccio: cresca e lasci minoranze estremiste. Oggi nuovo forfait dei leghisti durante l'inno.
Bologna. Verso il voto, La Russa: "Berselli ottimo candidato, non c'è leghista vincente".
Adro: rimossi dalla scuola i "Soli delle Alpi"

Padani levantini:
Venezia. «L'Italia occupò il Veneto illegalmente».
Vicenza. Sanità, ai privati solo il 5% in più. In cassa 35 milioni
Vicenza. Un governo metropolitano del Veneto può attuare un "federalismo reale"

Inflazione fanfare e corone:
Roma. La Lega diserta ancora l'Inno di Mameli.
Roma. Unità d'Italia, Rizzi (LN): Non vogliamo crescere? Siamo sopra il 10%.
Roma. Berlusconi: Unità d'Italia storia millenaria frutto di diversità
Roma. 150° anniversario Unità d'Italia. 17 marzo 2001.
Roma. Eurozona: a febbraio inflazione sale al 2,4%, in Italia al 2,1%

Lectio magistris del Sen. Maurizio Gasparri:
Ascoli Piceno. "Non è vero che Ascoli, a Roma non conta niente"
Catania. La mappa della pedofilia in Italia e Europa.


Londra. Quante? E quante volte? Berlusconi non è instancabile ma a Londra gli dedicano un piatto di spaghetti. di Elysa Fazzino. Per difendersi dalle accuse della Procura di Milano, Silvio Berlusconi dice che 33 ragazze in due mesi sono troppe anche per un trentenne. Se crolla così il mito di un Berlusconi instancabile, la stampa estera resiste alla stanchezza e continua a mettere in copertina, almeno sui siti internet, le ultime peripezie imputate al premier italiano.
Il britannico Telegraph pubblica sulla homepage una foto di Karima El Mahroug, Ruby Rubacuori, scattata al ballo dell'Opera di Vienna, con il titolo: "Gli atti sessuali di Silvio con Ruby": Berlusconi è accusato di avere avuto 13 atti sessuali con la prostituta quando era ancora minorenne, alla sua villa di Arcore l'anno scorso.
«Le feste di Berlusconi cominciavano con una cena e finivano con la scelta da parte del primo ministro italiano di una o più partner sessuali», racconta il quotidiano riferendo le accuse dei pm. Secondo la Procura di Milano, Ruby ha cominciato a partecipare alle serate quando aveva ancora 16 anni, nel settembre 2009, mentre gli atti sessuali con Berlusconi sono stati commessi tra il 14 febbraio e il 2 maggio 2010.
Vere o false che siano, tali prodezze hanno cambiato la percezione dell'italianità all'estero. Un blog sul Telegraph fa sapere che in un negozio di specialità gastronomiche italiane a Londra hanno ribattezzato gli "spaghetti alla puttanesca" come "spaghetti Berlusconi". Il neologismo appare ai profani come un insulto a Berlusconi, un'allusione alle sue feste bunga bunga piene di ragazze. «Ma il modo in cui dicono ‘spaghetti Berlusconi' - con una risatina indulgente, senza un'ombra di disapprovazione – finisce per essere una sorta di velato complimento», osserva il cronista. Già, perché l'implicazioni sottintesa tradisce ammirazione: «Che canaglia», «Tanto di cappello, alla sua età». Il Daily Mail mette in evidenza l'ancor più giovane età di Ruby rilevata dalla magistratura: «Danzatrice del ventre marocchina al centro dell'indagine per sesso di Berlusconi aveva SEDICI anni, dicono i pm». La nota di conclusione delle indagini per induzione alla prostituzione a carico di Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora, afferma che le feste si svolgevano in tre fasi. Il Daily Mail non sorvola sui particolari, anzi ci sguazza. La prima fase era la cena. La seconda fase era il bunga bunga che si svolgeva nel seminterrato e implicava «spogliarelli e danze erotiche, in cui le donne toccavano le proprie parti intime e le parti intime di Berlusconi. La terza fase comportava la selezione da parte di Berlusconi di una o più donne con cui avrebbe passato la notte in modo intimo e cui venivano corrisposte somme di denaro maggiori di quelle date alle altre partecipanti».
La stampa spagnola punta sulla risposta di Berlusconi, che si difende in un'intervista a La Repubblica. El Economista mette in evidenza sulla homepage del suo sito: «33 ragazze? Troppe». Berlusconi nega che 33 ragazze, tra cui la minorenne Ruby, fossero oggetto di prostituzione anche perché, «tra le altre cose, gli sembrano troppe», riferisce El Economista. Il resoconto del quotidiano spagnolo fa riferimento anche alla "fidanzatina" che il premier dice di essere «riuscito "per fortuna» a tenere «fuori da questo fango».
El Mundo non si perde una battuta. «Altri problemi per il Cavaliere. Ruby aveva 16 anni quando cominciò ad assistere ai bunga bunga di Berlusconi». Il dato «aggrava la posizione del primo ministro italiano», che il 6 aprile affronta il processo sul caso Ruby. «Il Cavaliere si difende. Berlusconi: 33 sono troppe anche per un trentenne».
Le notizie sugli ultimi sviluppi del caso hanno eco anche in Francia, per lo più con lanci d'agenzia. Le Figaro: «Berlusconi avrebbe pagato 13 volte Ruby» (Ap). Les Echos, Nouvel Observateur: «Rubygate: 33 partecipanti alle serate bunga bunga di Berlusconi»(Afp).
E se ne parla pure negli Stati Uniti. New York Times: «Si allarga il caso di sesso di Berlusconi» (Ap). Washington Post: «Pm: Berlusconi ha pagato per fare sesso con danzatrice minorenne marocchina 13 volte» (Ap).
16 marzo 2011

Bozen. Italia 150: fronti contrapposti per le celebrazioni a Bolzano. BOLZANO. Fronti contrapposti a Bolzano per la festa dell'unità d'Italia con il governatore Svp Luis Durnwalder che non festeggia e con i partiti che celebreranno ognuno a modo suo. Dopo le polemiche innescate dal nein di Durnwalder ai festeggiamenti, sarà invece a Roma il vicepresidente Pd della Provincia Christian Tommasini. Il sindaco Pd di Bolzano Luigi Spagnolli (che guida una giunta centrosinistra-Svp) prenderà parte ad un alzabandiera a Bolzano per poi partire anche lui alla volta della capitale. A Bolzano è atteso invece l'arrivo dello stato maggiore quasi al completo di Fli, con Italo Bocchino, Menia e Granata che scenderanno in piazza davanti al palazzo della giunta provinciale. C'è poi la deputata del Pdl Michela Biancofiore, fiera sostenitrice dell'italianità altoatesina, che ha annunciato una performance (probabilmente con il tricolore) davanti al Duce a cavallo che sorge davanti a Palazzo di giustizia. Il Pd festeggia a parte, coniugando i 150 anni del Paese al 40º dell'autonomia. Niente festa, infine, per il partito della separatista Eva Klotz, che ha diffuso un polemico invito ai sudtirolesi: "Dato che è festa, andate a fare shopping in Austria".

Aosta. L'Unità d'Italia non è antiautonomia
Renè Tonelli: "essere autonomi non è alternativo al considerarsi italiani"
16/03/2011 AOSTA. "Preservare l'autonomia e la specialità delle Regioni a Statuto Speciale non contraddice il senso ed il valore di un'identità che il 17 marzo si vuole celebrare con i 150 anni dell'Unità d'Italia." Così il Foyer Valdôtain, movimento giovanile del partito autonomista e regionalista della Valle d'Aosta Fédération Autonomiste, commenta la presa di posizione di alcuni movimenti giovanili autonomisti.
"Tutelare la specificità e l'importanza di una cultura valdostana è compito essenziale ed imprescindibile dei movimenti autonomisti e regionalisti chiamati a governare la Valle d'Aosta e di tutti coloro che difendono e condividono i valori che ne derivano" prosegue il presidente Tonelli René, "ma il concetto di autonomia non può e non deve essere una condizione che implica come conseguenza il rischio di un'implosione della cultura, di una chiusura e di un isolamento verso l'esterno".
Per Tonelli "esseri autonomi non è alternativo al considerarsi italiani. Anzi, a maggior ragione, l'Autonomia Speciale deve rappresentare un valore aggiunto rispetto ad un'identità italiana, deve essere il motore e l'occasione per una diffusione della propria etnia, delle proprie tradizioni e della propria lingua. L'autonomia deve essere riletta e reinterpretata, in tutti i suoi aspetti, in chiave moderna, anche alla luce dei profondi cambiamenti culturali e storici avvenuti negli anni: non deve essere un limite, bensì deve continuare a rappresentare un punto di forza per la Valle d'Aosta".
Foyer valdotaine sottolinea che "in questo contesto, essere valdostani vuol dire anche essere italiani. E l'Italia come paese, contrariamente alla percezione di molti cittadini, è vista con ammirazione dal resto del mondo e rappresenta la culla della cultura, dell'architettura, delle arti, della lingua latina pura". "Riteniamo giusto e doveroso, come valdostani e come italiani – conclude Tonelli - esserne fieri e riconoscere in questo giorno di festa l'occasione per valorizzare il sentimento di unità nazionale e di identità, che ci contraddistingue". redazione - p.m.

Milano. La Russa contro il Carroccio: cresca e lasci minoranze estremiste. Oggi nuovo forfait dei leghisti durante l'inno. Non bastava il forfait di ieri durante l'esecuzione dell'inno di Mameli per i 150 anni dell'Unità d'Italia nella sala del consiglio regionale della Lombardia, con gli esponenti del Carroccio (a eccezione di Davide Boni) usciti dall'aula per recarsi alla buvette del Pirellone per un caffè. Perché anche oggi i leghisti hanno ripetuto il gesto al parlamentino di viale Aldo Moro, a Bologna, sede dell'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna. L'immancabile fazzoletto verde nel taschino della giacca e niente coccarda tricolore sul petto, i quattro eletti della Lega sono entrati dopo l'inno quando in aula aveva appena preso la parola il presidente del consiglio, Matteo Richetti.
La Russa infuriato: il Carroccio cresca e lasci minoranze estremiste
Insomma, continua la sfida del Carroccio alle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia e, malgrado il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, assicuri che domani alla Camera il Carroccio sarà «certamente» in aula per la cerimonia, la tensione è alle stelle. E dentro la maggioranza, soprattutto tra gli ex An che si sono battuti a difesa della festa, cresce l'insofferenza verso l'atteggiamento della Lega. Così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sbotta apprendendo della scelta leghista di lasciare ai propri parlamentari libertà di coscienza sul partecipare o meno ai festeggiamenti. «La Lega cresca - avverte il ministro - e impari che i paesi più federalisti del mondo sono quelli più affezionati all'identità nazionale. La Lega cresca, ripeto, e smetta di seguire le minoranze estremistiche che ci sono dentro al Carroccio, e che si attardano sul secessionismo che Bossi per primo ha abbadonato».
Reguzzoni e Bricolo: non parteciperemo alla cerimonia della Camera
Toni duri e polemici, quindi. E certo a rasserenare il clima non contribuiscono le defezioni annunciate dai vertici del Carroccio. Come quella del capogruppo della Lega a Montecitorio, Marco Reguzzoni (anche il suo collega del Senato, Federico Bricolo, ha fatto sapere che non sarà alla Camera domani). «Non ci sarò - dice - Hanno deciso di chiudere gli asili, perciò io sarò con i miei figli. Gli altri? Non lo so, ognuno agirà secondo coscienza, evitiamo polemiche inutili». Ma la polemica è già scoppiata anche se non mancano i distinguo. È il caso, per esempio, dei consiglieri del Piemonte che, stamane, sono rimasti in aula, tutti in piedi, mentre risuonavano le note dell'inno di Mameli.«Abbiamo aderito all'iniziativa - ha spiegato il capogruppo del Carroccio, Mario Carossa - accettando il parere del resto della maggioranza, anche se rivendico il diritto di restare un po' tiepido rispetto a qualunque modo di festeggiare».
Critica l'opposizione. Famiglia Cristiana: Lega non canta l'inno, ma occupa poltrone
Sulla Lega piovono comunque anche le critiche dell'opposizione. «Se domani un partito della sua maggioranza non viene in Parlamento - attacca il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, rivolgendosi a Silvio Berlusconi -, lui deve dire che la sua maggioranza non c'è più. Berlusconi ha giurato sulla Costituzione e sulla bandiera e su questo non si può scherzare». «È semplicemente vergognoso», taglia corto il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa. Mentre il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro parla «di un'offesa alla storia, alla dignità e al sacrificio dei nostri padri». E anche Famiglia Cristiana non risparmia un attacco al Carroccio. «I leghisti - scrive il settimanale dei paolini - non cantano l'inno nazionale e nemmeno vogliono ascoltarlo: ma se vengono in ballo presidenze di banche e direzioni di enti, anch'essi nazionali come Mameli; se oltre alle manovre romane c'è da occupare poltrone regionali, provinciali, comunali e rionali; se insomma si tratta di distribuire posti e prebende a ogni livello, la Lega è già piazzata in prima linea».
La protesta di Cialente: domani non andrò ai festeggiamenti
Clima incandescente quindi. E ad agitare le acque ci ha pensato anche il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente. Che domani non sarà a Montecitorio per i festeggiamenti alla presenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. «La decisione è stata assunta per protesta perché - scrive il primo cittadino in una lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato - c'è un pezzo del paese ormai completamente abbandonato a se stesso e senza prospettive». Un no, aggiunge Cialente, «in quanto sindaco di una città distrutta dal terremoto, commissariata con totale mortificazione dell'autonomia comunale, priva di bilancio di previsione e bloccata completamente rispetto all'avvio della ricostruzione pesante, peraltro fortemente contrastata, per l'intera giornata occuperò infatti simbolicamente il devastato palazzo Margherita, nel centro storico della città, sede del Comune dell'Aquila fino alla data del sisma, rientrando così, dopo mesi, in quelle stanze, con la morte nel cuore, tra la selva dei puntellamenti, per tentare di ricordare all'Italia intera e alle istituzioni, in una giornata così importante, che c'è un pezzo del Paese ormai completamente abbandonato a se stesso e senza prospettive». (Ce. Do.)
16 marzo 2011

Bologna. Verso il voto, La Russa: "Berselli ottimo candidato, non c'è leghista vincente". Ignazio La Russa non crede che il Pdl e la Lega andranno con due diversi candidati a sindaco di Bologna e confida che possano convergere su un unico nome. Bologna, 16 marzo 2011 - «Credo che Berselli sia un ottimo candidato. Noi andiamo sul miglior candidato. Se ci fosse uno della Lega vincente lo avremmo preso in considerazione, ma non ci risulta».
Ignazio La Russa non crede che il Pdl e la Lega andranno con due diversi candidati a sindaco di Bologna.
La Russa, conversando con i giornalisti a Montecitorio, sostiene che la candidatura di Filippo Berselli è «ottima» e confida ancora nel fatto che Pdl e Carroccio possano convergere su un unico nome.

Adro: rimossi dalla scuola i "Soli delle Alpi" Ore: 14:19. mercoledì, 16 marzo 2011. Il Tribunale del Lavoro di Brescia ha ritenuto avvenuta la rimozione dei "Soli delle Alpi" dal Polo scolastico di Adro. Stamani, nel corso dell’udienza, è stata presentata la relazione del dirigente scolastico Gianluigi Cadei che attesta l’avvenuta rimozione. L’azione legale era stata promossa dalla Cgil.

Venezia. «L'Italia occupò il Veneto illegalmente». E Del Zotto mostra l'adesivo anti-unità. L'assessore al bilancio della Lega: «La festa è un rigurgito di neomonarchismo: è come scambiare l'onomastico per il compleanno». VENEZIA - «Con on Plebiscito trufa el Veneto el xe stà ocupà ilegalmente da l'Italia, ocupai ma mai vinti» («Con un plebiscito truffa il Veneto è stato occupato illegalmente dall’Italia, occupati ma mai vinti»). Con questa frase scritta in dialetto veneto su un adesivo attaccato alla giacca, mercoledì, giorno del consiglio provinciale a Venezia sull’Unità d’Italia, l’assessore al Bilancio della Lega Nord, Pierangelo Del Zotto, si è presentato a Ca’ Corner. Alle 10 c’era la seduta di giunta e Del Zotto, che nel pomeriggio è andato a lavorare disertando come d’altronde tutti i leghisti della Provincia presidente esclusa, ha voluto mostrare il proprio disappunto per una festa «tecnicamente sbagliata - spiega -. E’ come se festeggiassi l’onomastico scambiandolo per il mio compleanno». Per Del Zotto, l’Italia è nata con gli accordi di Trieste e il 17 altro non è che «un rigurgito di neomonarchismo». Sull’onda dell’entusiasmo dunque si sarebbe commesso un errore nello stabilire i 150 anni di Unità quest’anno. «Al massimo - concede l’assessore del Carroccio - si possono celebrare i 145 anni di Unità». Oltre a Del Zotto, giovedì non erano in Provincia i nove consiglieri e altri tre assessori leghisti Giorgia Andreuzza (Turismo), Massimiliano Malaspina (Attività produttive) e Emanuele Prataviera (Viabilità). Un’assenza quella dei componenti di giunta che ha fatto gridale allo scandalo l’opposizione.
G.B.

Vicenza. Sanità, ai privati solo il 5% in più. In cassa 35 milioni
Piero Erlen. VENEZIA Come era emerso tra le righe a fine febbraio, la Regione piazza il suo primo maxi-risparmio sulla sanità dagli accordi con i gestori delle strutture private. Ieri dopo una lunghissima trattativa durata un paio di mesi la Giunta Zaia ha dato il via libera a due delibere che definiscono l'accordo con i privati per il 2011. E mentre a inizio anno si parlava di un aumento del 17% del budget riservato alle strutture della sanità privata per quest'anno, le forbici di Zaia hanno portato l'aumento al 5%. «Con un risparmio di 35 milioni di euro rispetto al possibile esborso», ha spiegato ai giornalisti l'assessore alla sanità Luca Coletto con un'illustrazione che si è chiusa con un "bravo!" assegnatogli dallo stesso Zaia.
Come ha spiegato Coletto, l'aumento di cifra per la sanità privata è stato fissato al 3,8%, rispetto al fatturato 2010, per una semplice valutazione di inflazione programmata (era dal 2009 che non c'era stato un calcolo di adeguamento fissato in delibera). A questo però la Giunta Regionale ha deciso di aggiungere un 1,2% di aumento che è probabilmente il risultato della lunga trattativa che c'è stata: la Regione infatti lo motiva con il fatto che sta comunque rivedendo «l'intero sistema di finanziamento», e in attesa di questo dà questa concessione «per garantire continuità di offerta nell'erogazione delle prestazioni sanitarie anche in questa fase di transizione per sostenere questa componente (i privati) del sistema sanitario regionale».
In linea generale, come ha spiegato l'assessore, la Regione ha comunque chiesto ai privati di adeguarsi agli stessi obiettivi di razionalizzazione della spesa - senza tagliare la qualità dell'assistenza - già chiesti alle Ulss. Per questo ad esempio viene previsto che la case di cura private entro il 2011 attuino una riduzione del numero di ricoveri che le faccia giungere almeno all'obiettivo intermedio di un tasso di ospedalizzazione del 150 per mille. L'obiettivo già raggiunto in media dalle Ulss in realtà è un tasso del 140 per mille, ma per il privato la Regione si propone di raggiungerlo entro l'anno prossimo.
Altra indicazione generale, come spiegato dallo stesso Coletto, è quella di riuscire a diminuire il numero di ricoveri per garantire la stessa qualità di assistenza sanitaria ai veneti tramite un potenziamento delle attività di ambulatorio. Anche su questo versante però la logica che ha mosso la Giunta Zaia e il segretario generale Domenico Mantoan è quella del contenimento della spesa, tanto che l'eventuale "dirottamento" di soldi destinati ai ricoveri verso l'attività di ambulatorio «dovrà preventivamente essere concesso dalla segretaria regionale». In effetti anche per le attività ambulatoriali del privato la Regione scrive chiaramente che «la garanzia dei livelli essenziali di assistenza agli assistiti veneti non comporta la necessità di una maggiore offerta di prestazioni».
Ancora, la delibera prevede che anche per le attività di ambulatorio, visto che tra l'altro le strutture delle Ulss pubbliche sono migliorate, la prospettiva è di «un ridotto fabbisogno». E in più viene ribadito che anche per le visite nelle strutture private la gestione delle prenotazioni dovrà avvenire «al 100 per cento» attraverso il Centro unico di prenotazione (Cup) delle Ulss. Infine la Regione spende una parola a parte per le Ulss di Venezia, Rovigo, Adria e Bussolengo (Vr) indicando che sono territori con offerta sanitaria «disallineata con i parametri del Nuovo patto per la salute degli anni 2010-12»: servirà una «ridefinizione delle schede di dotazione ospedaliera degli erogatori pubblici e privati».

Vicenza. Un governo metropolitano del Veneto può attuare un "federalismo reale"
Non si tratta di provocazioni, ma di temi su cui si misurano davvero le capacità di una svolta nella gestione territoriale. Sui principi del federalismo siamo oramai tutti d'accordo. Il problema è passare dalle parole ai fatti, favorendo davvero una allocazione più efficiente, giusta e responsabile dei poteri pubblici e del prelievo fiscale.
Non bisogna tuttavia sottovalutare i pericoli che una malintesa idea di federalismo può portare. Fra questi, quello di caricarlo di eccessive aspettative, come se bastasse ridistribuire sul territorio una quota delle imposte per rendere più efficiente la pubblica amministrazione. In realtà, già oggi il 55% della spesa locale è finanziata da tributi propri, contro il 15% dei primi anni '90. Bisogna dunque evitare che l'aumento di autonomia fiscale porti una maggiore pressione tributaria, come in realtà è finora avvenuto. C'è anche il rischio concreto di un'ulteriore esasperazione del localismo municipale nel momento in cui gran parte dei processi economici e sociali tende ad esprimersi a livelli più ampi. In questo senso, il pericolo è che il federalismo venga impiegato come un semplice meccanismo per suddividere risorse pubbliche invece che come una leva per produrre servizi e infrastrutture di qualità, contribuendo così a rilanciare lo sviluppo.
In attesa che si completi il complesso quadro della riforma avviato in questi anni, bisognerebbe allora provare ad utilizzare subito gli spazi di iniziativa oggi disponibili, mettendo alla prova chi davvero crede in un federalismo pragmatico e utile, rispetto a chi ne fa solo una bandiera ideologica. A ben vedere, il dibattito sullo sviluppo della metropoli veneta, avviato su questo giornale da Paolo Gurisatti, fornisce diversi spunti per azioni coraggiose di "federalismo reale". L'esistenza di un sistema di relazioni metropolitane è un fatto difficilmente contestabile. Sia una ricerca dell'Ires (discussa sul Giornale di Vicenza in un'intervista di Francesco Jori a Roberto Grandinetti), sia un recente rapporto dell'Ocse (presentato la scorsa settimana a Venezia) hanno mostrato come nel Veneto centrale si sia formata un'area integrata di oltre 2,5 milioni di abitanti che assume caratteri molto simili a quelli di città come San Diego, Sidney e Stoccolma. Il governo di questa realtà deve oggi fare un salto di qualità per dare risposte alle trasformazioni che stanno segnando il sistema industriale del Nord Est. Per favorire un governo metropolitano non serve, tuttavia, aggiungere un ulteriore livello amministrativo. Bisognerebbe semmai toglierne uno: le province. Non è solo questione di costi. Le risorse pubbliche che le sette province venete gestiscono (si tratta comunque di circa un miliardo di euro!) potrebbero essere riallocate in modo più efficiente, portando servizi e funzioni di programmazione ad un livello territoriale che meglio corrisponde alle esigenze concrete di cittadini e imprese. L'esempio più evidente è quello dei trasporti. Ma vale anche per altri servizi essenziali, come l'istruzione, l'acqua, i rifiuti. Questo dovrebbe portare ad una seconda azione di federalismo reale: la costruzione di aziende di servizi pubblici di scala metropolitana. In altre regioni del Nord, come Lombardia ed Emilia Romana, le vecchie municipalizzate sono state trasformate in grandi imprese industriali quotate in borsa, con capacità tecnologiche, impiantistiche e finanziarie che non hanno paragoni in Veneto. Cosa ostacola questo percorso anche nella nostra regione? Perché a Vicenza, tanto per fare un esempio, invece che attardarsi sulla fusione dei servizi trasporti di Aim e Ftv, non si lavora con Padova, Venezia e Treviso ad un patto federativo per lo sviluppo di un sistema moderno di mobilità metropolitana? Un importante contributo per realizzare una rete di trasporti metropolitani può inoltre venire dalle concessionarie autostradali, le quali andrebbero spinte a rivedere l'attuale sistema di esazione per andare - come altre città europee - verso una tariffazione del traffico urbano. Tale sistema avrebbe il pregio di incentivare un uso più razionale dell'automobile e aiuterebbe a creare risorse da investire in una mobilità più efficiente e sostenibile. Non si tratta di provocazioni. Ma di temi su cui misurare la capacità di un nuovo e più adeguato governo locale. A cos'altro dovrebbe servire il federalismo?
Giancarlo Corò

Roma. La Lega diserta ancora l'Inno di Mameli. Roma, 16-03-2011. Polemiche dopo l'abbandono, ieri, dell'aula da parte dei consiglieri regionali lombardi della Lega Nord, quando è stato intonato l'Inno di Mameli. Oggi il leghista Brigandì ha lasciato l'aula del Csm quando si è iniziato a parlare dell'anniversario dell'Unità d'Italia.
E oggi - quando la seduta solenne dell'Assemblea legislativa dell'Emilia Romagna dedicata ai 150 anni dell'unità d'Italia si è aperta con l'esecuzione dell'Inno di Mameli - rappresentanti della Lega Nord sono entrati in Aula dopo l'esecuzione dell'Inno.
"L'unità d'Italia non è un evento da festeggiare" Anzi, "sarebbe stato meglio se non ci fosse stata perché così la Padania sarebbe più ricca". E ancora: "Quando ascolto l'inno di Mameli provo fastidio, perché mi sento un po' oppresso da chi mi ha conquistato".
Infine: "Non esporrei mai dal balcone di casa mia il Tricolore". Sono le affermazioni del capodelegazione della Lega Nord all'EuroParlamento, Francesco Speroni, intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it alla vigilia della festa del 17 marzo. 17 marzo, come festeggia l'unità d'Italia? "Sono a Bruxelles a lavorare al Parlamento europeo".
E se fosse in Italia? "Non festeggerei perché per me non è un evento da festeggiare". Che cos'è allora? "E' un evento storico come la battaglia di Canne o tanti altri". Quindi non c'è nulla celebrare... "No. Per me no. Poi ovviamente se uno vuole festeggiare... festeggi". Ma dal Pdl vi hanno accusato di non voler festeggiare il 17 marzo... "Non vedo perché debba essere obbligato a festeggiare qualcosa. C'e' anche chi non festeggia il Natale o la Befana".
Dal suo punto di vista, che cosa rappresenta l'unità d'Italia? "E' un fatto storico. Ne prendiamo atto e rispettiamo quello che è successo. Non contesto le istituzioni ma per me sarebbe stato meglio se non ci fosse stata l'unità d'Italia... però è andata cosi'". In che senso? "Il Nord sarebbe più ricco". La Padania... "Giusto, la Padania sarebbe più ricca". Ci sarà il 200esimo dell'unità d'Italia? "Quello che succederà dopo la mia morte mi interessa ben poco".
Che cosa si auspica per i suoi figli e nipoti? "Saranno loro a farsi gli auspici. Non decido per gli altri". Che cosa rappresenta secondo lei l'inno di Mameli? "E' l'inno nazionale di uno Stato. Punto e basta". Che cosa prova quando lo ascolta? "Fastidio". Perché? "Perché mi sento un po' oppresso da chi mi ha conquistato".
Quindi il Nord è stato conquistato? "Scusi, non son venuti i piemontesi e i francesi a conquistare la Lombardia?". Schiavi di Roma? "A parte che è la vittoria che è schiava di Roma. Però...". La Padania è schiava di Roma o no? "E' soggetta alle leggi che vengono fatte a Roma anche con il contributo dei padani. Siamo uno stato democratico".
E il Tricolore? Le piace? "Lo rispetto, ma non posso dire che mi piace". Lo esporebbe fuori dal balcone di casa sua come ha chiesto di fare il ministro La Russa? "Direi proprio di no". La bandiera della Padania esporrebbe? "Quella sì. Certamente. Per semplificare diciamo che sono sulla stessa linea di Durnwalder, il leader del Sud Tirolo".

Roma. Unità d'Italia, Rizzi (LN): Non vogliamo crescere? Siamo sopra il 10%. Roma, 16 mar (Il Velino) - "Noi non vogliamo crescere? Siamo gia' dati in crescita, ben sopra il 10 %". Con queste parole il senatore della Lega Nord, Fabio Rizzi replica al vicepresidente vicario del Pdl, Massimo Corsaro che ha criticato il Carroccio per la non presenza dei consiglieri leghisti lombardi all' inno in Regione Lombardia. ''Noi - e' la risposta di Rizzi a Corsaro - il consenso non lo misuriamo con le ricorrenze ma facendo le riforme, in primis il federalismo fiscale che e' il vero collante per l'unita' di un paese. Dunque siamo ben determinati verso questa direzione senza tentennamenti, ne' tantomeno rifugiandoci nella storia che, seppur importante per un Paese, non risolve certamente i problemi dei cittadini''. Nella Carta Costituzionale, ricorda infine il senatore del Carroccio ''il popolo ha punti fermi come lo sviluppo sociale ed economico cui la Lega intende andare avanti''.
(com/chi) 16 mar 2011 11:18

Roma. Berlusconi: Unità d'Italia storia millenaria frutto di diversità
 Roma, 16 mar (Il Velino) - "Senza la memoria del nostro passato, della nostra storia, della nostra cultura, senza la memoria delle vicende storiche che hanno portato all'unità d'Italia, saremmo tutti più deboli, poveri e soli di fronte al futuro”. Così inizia il messaggio del premier Silvio Berlsconi, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che verrà festeggiato domani. “Quest'anno celebriamo i 150 anni della conquista dell'unità nazionale. Ma l'unità d'Italia non ha 150 anni, è una storia millenaria, frutto di una civiltà e di una tradizione senza paragoni, che in gran parte affonda le proprie radici nella storia della civiltà cristiana. Siamo nazione, popolo, comunità culturale e spirituale italiana prima ancora della conquista dell'unità dello Stato italiano. La nostra storia è unica perché da un lato, dall'antica Roma, dal cristianesimo, fino al Rinascimento e all'umanesimo, la nostra storia è una storia dai significati e dagli influssi universali, e dall'altro lato, la caratteristica del nostro Paese è di avere storie diverse, tradizioni diversificate e multiformi. Sono appunto queste storie diverse, questa pluralità e questa ricchezza incredibile di storie, che hanno prodotto il patrimonio culturale e artistico per cui siamo ammirati nel mondo, e che hanno reso grande l'Italia".
"Perciò nel programma delle celebrazioni abbiamo previsto delle iniziative che consentiranno di dare valore anche alle differenze e far sì che ogni frammento dell'universo italiano trovi il modo di valorizzare se stesso. Tutto questo però – prosegue Berlusconi - nel più rigoroso rispetto dell'unità dello Stato nazionale, nella consapevolezza che questa unità è il frutto più alto di queste diversità. Il valore della memoria con la celebrazione del 150° anniversario della nostra unità nazionale è oggi una condizione essenziale per consolidare la nostra democrazia, per rafforzare la coesione nazionale e per affrontare le sfide che riguardano il nostro domani. Abbiamo le qualità e le risorse che ci fanno guardare con fiducia al futuro. Siamo legati da indissolubili vincoli di storia, di tradizioni e di lingua. Siamo accomunati dai valori della democrazia e della libertà. Siamo fieri di essere stati la culla della civiltà occidentale e della sua cultura. Per tutto questo – conclude il premier - siamo orgogliosi di essere italiani ed abbiamo deciso di proclamare Festa nazionale il 17 marzo del 2011, in concomitanza con il 150° anniversario dell'unità d'Italia".
(com/baz) 16 mar 2011 16:46

Roma. 150° anniversario Unità d'Italia. 17 marzo 2001. 15 Marzo 2011. In occasione delle cerimonie per la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, partecipa a Roma, giovedì 17 marzo, in mattinata, alle manifestazioni presso l'Altare della Patria, il Pantheon, il Gianicolo (Muro del Belvedere, Villa Lante, il Monumento a Giuseppe Garibaldi) e il Nuovo Museo della Repubblica Romana (Porta San Pancrazio).
Nel pomeriggio il Presidente Berlusconi partecipa, a Palazzo Montecitorio, alla riunione del Parlamento in seduta comune, e, in serata, assiste alla rappresentazione del “Nabucco” di Giuseppe Verdi diretta dal maestro Riccardo Muti.
Programma del Presidente Altare della Patria
Ore 8.50   
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, On.le Silvio Berlusconi, giunge all’Altare della Patria, ove è accolto dal Segretario Generale della Presidenza del Consiglio, dal Capo del Dipartimento del Cerimoniale e dal proprio Consigliere Militare ed accompagnato ai piedi della Scalea ove convergono i Presidenti degli Organi Costituzionali
Ore 9.00   
Arrivo del Capo dello Stato
Inno nazionale
Onori e Rassegna
Alzabandiera
Il Presidente del Consiglio, unitamente al Presidente della Repubblica e ai rappresentanti degli altri Organi Costituzionali, ascende la Scalea
Il Capo dello Stato depone una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto
Esecuzione del Silenzio
Sorvolo delle Frecce Tricolori
Saluto alle Autorità schierate sul lato destro e successivamente alle Rappresentanze militari schierate sul lato sinistro
Discesa della Scalea
Onori militari finali
Ore 9.20   
Al termine, il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Presidenti degli altri Organi
costituzionali lasciano il Vittoriano, seguiti dai rispettivi Segretari Generali, e si
recano al Pantheon, ove sono accolti dal Presidente della Regione Lazio, dal
Sindaco di Roma e dal Presidente della Provincia.
Pantheon
Ore 9.30   
Arrivo del Capo dello Stato in Piazza del Pantheon, accolto dai Presidenti degli Organi Costituzionali
Il Presidente del Consiglio, unitamente al Presidente della Repubblica, ai rappresentanti degli altri Organi Costituzionali e ai rispettivi Segretari Generali, fa ingresso nel Pantheon
Il Presidente della Repubblica depone una corona d’alloro sulla Tomba di Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia
Esecuzione del Silenzio
Ore 9.35   
Al termine della cerimonia, dopo il congedo del Capo dello Stato, il Presidente del Consiglio e le altre Autorità lasciano il Pantheon per recarsi al Gianicolo
Gianicolo
Ore 9.35   
Il Presidente del Consiglio giunge al Gianicolo, all’altezza della statua equestre di Anita Garibaldi, ove, insieme ai rappresentanti degli altri Organi Costituzionali e ai rispettivi Segretari Generali, attende l’arrivo del Capo dello Stato
Arrivo del Presidente della Repubblica
Scoprimento del muro con il testo della Costituzione della Repubblica Romana (Muro del Belvedere, Villa Lante)
Contemporaneamente 160 ragazzi delle scuole del quartiere scoprono le 83 erme restaurate raffiguranti i garibaldini
Salve di 21 colpi di cannone
Durante l’esecuzione dei colpi di cannone, il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, i Presidenti degli altri Organi costituzionali e i rispettivi Segretari Generali raggiungono a piedi il monumento equestre di Giuseppe Garibaldi
Il Presidente della Repubblica depone una corona d’alloro ai piedi del monumento di Garibaldi Dopo l’omaggio all’Eroe dei due Mondi, le Autorità raggiungono in auto Porta San Pancrazio
Porta San Pancrazio
Ore 10.15 
Visita al nuovo Museo della Repubblica Romana
Ore 10.45 
Al termine, dopo il congedo del Capo dello Stato, il Presidente del Consiglio e le altre Autorità rientrano nelle rispettive residenze
Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri
Ore 11.50 
Il Presidente del Consiglio giunge alla Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri (Piazza della Repubblica)
Ore 11.55 Arrivo del Presidente della Repubblica
Ore 12.00 
Concelebrazione Eucaristica presieduta da Sua Eminenza Rev.ma il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Omelia Te Deum
Ore 13.00 
Al termine della Santa Messa, dopo il congedo del Capo dello Stato, il Presidente del Consiglio e le altre Autorità lasciano la Basilica
Palazzo di Montecitorio - Camera dei Deputati
Ore 16.,00
Il Presidente del Consiglio, unitamente al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, giunge all’ingresso principale della Camera dei Deputati, ove, dopo l’accoglienza, viene accompagnato nella Sala dei Ministri
Ore 16.05 
Arrivo del Capo dello Stato Onori militari
Il Presidente del Senato della Repubblica ed il Presidente della Camera dei Deputati accolgono il Capo dello Stato ed insieme raggiungono la Sala dei Ministri
Ore 16.15
Visita della Mostra di documenti storici relativi al 1861 e al 1948 allestita nel Transatlantico
Ore 16.30
Il Presidente del Consiglio raggiunge l’Aula, ove prende posto al Banco del Governo
Ingresso del Presidente della Repubblica accompagnato dai Presidenti del Senato e della Camera
Inizio della Cerimonia
Esecuzione dell’Inno Nazionale
Intervento del Presidente della Camera
Intervento del Presidente del Senato
Discorso del Presidente della Repubblica a Camere riunite
Ore 17.20 
Al termine del Discorso, dopo il congedo del Capo dello Stato, il Presidente del Consiglio lascia il Palazzo di Montecitorio
Teatro dell'Opera
Ore 20.10 
Il Presidente del Consiglio giunge al Teatro dell’Opera, ove è atteso dal Sindaco di Roma Gianni Alemanno e dal Sovrintendente del Teatro dell’Opera Catello De Martino
Ore 20.20
Arrivo del Presidente della Repubblica
Il Presidente del Consiglio accoglie il Presidente della Repubblica ed insieme raggiungono il Palco Presidenziale ove sono in attesa i Presidenti del Senato, della Camera dei Deputati e della Corte Costituzionale
Ore 20.30
Inno Nazionale
Inizio dell’opera “Nabucco” di Giuseppe Verdi, diretta dal Maestro Riccardo Muti (durante il primo intervallo incontro con il Maestro Muti)
Ore 23,30 
Al termine del concerto, dopo il congedo del Capo dello Stato, il Presidente del Consiglio lascia il Teatro dell’Opera

Roma. Eurozona: a febbraio inflazione sale al 2,4%, in Italia al 2,1%
Roma, 16 mar (Il Velino) - L’inflazione annua nell’eurozona è salita al 2,4 per cento nel mese di febbraio, dal 2,3 per cento di gennaio. Su mese i prezzi al consumo sono saliti dello 0,4 per cento. Nell’Ue a 27 l’inflazione è rimasta stabile al 2,8 per cento su base annua ed è cresciuta dello 0,4 per cento rispetto al mese precedente. Lo ha reso noto l’Eurostat, l’ufficio di statistica europeo, aggiungendo che dodici mesi prima l’inflazione si era attestata rispettivamente allo 0,8 e all’1,5 per cento. I tassi più bassi sono stati osservati in Irlanda (0,9 per cento), Svezia (1,2) e Francia (1,8 per cento); i più alti in Romania (7,6 per cento), Estonia (5,5) e Bulgaria (4,6 per cento). Le medie più basse negli ultimi dodici mesi sono state registrate in Irlanda (-1,1 per cento), Lettonia (0) e Paesi Bassi (1,2 per cento); le più alte in Romania (6,5 per cento), Grecia (5) e Ungheria (4,4 per cento). In Italia l’inflazione è salita al 2,1 per cento annuo (dall'1,9 per cento di gennaio), mentre su mese l'incremento è dello 0,2 per cento. I principali componenti che hanno registrato un incremento dell’inflazione sono stati i trasporti (5,7 per cento), abitazione (4,9 per cento) e alcool e tabacco (3,5 per cento), mentre i tassi annui più bassi sono stati osservati per l'abbigliamento (-2,6 per cento), comunicazioni (-0,4 per cento) e ricreazione e cultura (0 per cento). Per quanto riguarda i sottoindici, gli aumenti più consistenti hanno riguardato i carburanti per i trasporti (+0,62 per cento), i combustibili liquidi (+0,23), l'elettricita' (+0,11) e il gas (+0,10 per cento). I cali più decisi invece sono quelli relativi ai vestiti (-0,25) e alle telecomunicazioni (-0,09 per cento).
(cos) 16 mar 2011 13:29

Ascoli Piceno. "Non è vero che Ascoli, a Roma non conta niente"
Ascoli Piceno | Per il Pdl la visita del Senatore Gasparri in città è un forte segnale di attenzione da parte del Governo
di Anna Laura Biagini. Si svolgerà venerdì 18 marzo alle ore 18, presso il Centro Congressi della Camera di Commercio di Ascoli Piceno, la lectio magistris del Sen. Maurizio Gasparri che con la sua presenza inaugurerà ufficialmente il secondo Corso di Formazione Politica "150 anni: oltre 150 motivi per fermarsi a riflettere", evento organizzato dal Club della Libertà di Ascoli, guidato dalla dott.ssa Alessia Serrao, a cui va anche il merito per la direzione del corso, che per sua ammissione "sarà un'occasione per i cittadini per formarsi un giudizio critico e soprattutto per i giovani, che hanno bisongo di partecipare ai fatti che ci riguardano direttamente. L'intervento di Gasparri", spiega la Serrao, "sarà incentrato sui risultati ottenuti fino ad ora dal Governo. Il Senatore ci fornirà dei dati di partenza su cui lavorare per costruire qualcosa di valido". Qualcosa di importante date le settanta iscrizioni già raggiunte dal corso.
Anche per il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, la vicinanza di Gasparri al territorio è uno spunto di riflessione sul fatto che il Governo ha fatto molto per la città. "Quasi cinque milioni di euro in finanziamenti pubblici sono stati elargiti in un anno e mezzo", la testimonianza secondo il sindaco, che l'interesse di Gasparriper il Piceno , come quello di Alemanno due mesi fa, sia reale e costante. Castelli auspica che l'incontro con il Senatore sia anche un ulteriore occasione per riprendere il discorso del pedaggio sull'Ascoli Mare, provvedimento difficilmente annullabile, ma per cui si auspica la sospensione, viste le calamità naturali che hanno colpito il territorio recentemente.
Concordi con Castelli anche il Capogruppo del PdL al Comune Emidio Tostiguerra e l'Assessore per la Gioventù e lo Sport Massimiliano Brugni, che a conferma della centralità di Ascoli a Roma, annuncia anche l'imminente visita in città del Ministro Giorgia Meloni, che il 29 aprile interverrà commentando le attività giovanili del territorio. "Intendiamo far partecipi i cittadini alle decisioni politiche della città" specifica riguardo l'iniziativa formativa Cappelli , Consigliere Comunale PdL, "il partito ricostituito serve proprio a questo" e rilancia, dando appuntamento sui prossimi dibattiti incentrati sul Piano Casa e sul Bilancio.
16/03/2011

Catania. La mappa della pedofilia in Italia e Europa. Catania - Centosettantatre minorenni vittime di abusi identificati, 459 indagati e 71 persone arrestate. È il bilancio provvisorio dell’operazione `Rescue´, coordinata da Europol, contro quella che la polizia postale di Catania ritiene la maggiore grande rete internazionale di pedofili con collegamenti in varie parti del mondo.
Sono 18 gli italiani coinvolti, uno di loro, un calabrese di 24 anni, è stato arrestato per produzione di materiale pedo-pornografico. L’analisi del materiale informatico dell’arrestato ha consentito di individuare un bambino italiano, di 8 anni, residente in Sicilia, vittime di abusi che sono stati ripresi e registrati in un video.
I Paesi europei coinvolti nell’inchiesta sono Australia, Belgio, Canada, Grecia, Islanda, Italia, Olanda, Nuova Zelanda, Polonia, Romania, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Le indagini della polizia postale sono state coordinata dal procuratore aggiunto di Catania, Marisca Scavo, che ha disposto numerose perquisizioni per 18 italiani indagati per divulgazione di materiale pedo-pornografico e per apologia di delitto.
Sono state eseguite in quattordici città: Bari, Bergamo, Como, Cuneo, L’Aquila, Milano, Monza, Napoli, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Torino, Varese, Venezia e Udine. Molti indagati hanno confermato di essere utenti iscritti al sito pedofilo. Sono impiegati, professionisti, studenti, un pensionato, un seminarista, un allenatore di basket per bambini, e hanno un’età media di 30 anni.

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