giovedì 3 marzo 2011

Mezzogiorno del Mattino, politica economica e finanza pubblica. 3 marzo 2011

Napoli, presentata mozione di sfiducia. Iervolino: ma non mi dimetto

Cosenza, Protezione Civile al lavoro per danni maltempo

La «Napoli sacra» nelle mani dei privati

Evasione, il Fisco recupera 9 miliardi

E' tregua dopo la pioggia: gravi danni in Basilicata «Serve l'esercito».

Maltempo, Zaia a De Filippo: "Veneti pronti ad aiutare".

Mineo: 10 favorevoli e 5 contrari.

Cdp: approvato Piano industriale, stanziati oltre 40 mld di risorse

Caserta. Tagli da Stato e Regione: Reggia a secco

Noi Sud: «Via il decreto sulle rinnovabili o non diamo la fiducia al federalismo»

Tagli a fondi nazionali, Petraroia: "che fine farà il Molise?"

Napoli. Comune Napoli, 31 dimissioni dal notaio: scioglimento vicino

Sindaco chiede stato di calamità

Mazzoni (Pdl) lancia «Meridioni e Paralleli»: «Un'associazione dal basso»

Napoli. E i militari campani si fanno buttafuori grazie al corso organizzato dalla Regione

«Effetto Gelmini»: l'ateneo di Palermo perde il 5 per cento delle risorse premiali. Perde fondi anche Messina.

La crisi frena le cantine del Sud.

Napoli, Camera commercio vara campagna promozionale all'estero.

31 consiglieri si dimettono, sciolto il Comune di Napoli.




Napoli, presentata mozione di sfiducia. Iervolino: ma non mi dimetto
Napoli, 2 mar (Il Velino/Il Velino Campania) - Comune di Napoli, i 31 consiglieri d'opposizione hanno presentato la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Rosa Russo Iervolino. “Quest'atto è motivato dall'esperienza fallimentare di questa Amministrazione – ha spiegato il capogruppo Pdl Carlo Lamura -, il distacco dalla città è aumentato sempre di più in questi mesi: ci aspettiamo da lei - ha aggiunto rivolgendosi al sindaco - un gesto di responsabilità immediato e quindi le dimissioni per non avere sorprese sul bilancio nella nuova consiliatura”. Ma Iervolino ha replicato con toni tranquilli ma decisi, resistendo all'atto dal chiaro significato politico dell'aula in cui non ha più la maggioranza: “Sono pronta ad accettare il responso della mozione di sfiducia, ma non ho alcuna intenzione di dimettermi perché sono una persona onesta e lasciare, scappare, sarebbe un gesto vigliacco. Ed io - ha aggiunto - ho giurato sulla Costituzione. Quanto al bilancio - ha precisato con forza - posso assicurare che è chiaro e pulito, non ci sono buchi nè sotterfugi: la verità è che dobbiamo fare i conti con i tagli del Governo nazionale”. Infine uno sfogo. “Sarebbe comodo andarmene - ha concluso - per non dare ragione allo pseudonorevole Laboccetta che ha detto che sono attaccato alla poltrona come Gheddafi: ora è meglio che maggioranza e opposizione lavorino insieme in questi ultimi mesi di lavoro”.
(cp) 2 mar 2011 12:19
Cosenza, Protezione Civile al lavoro per danni maltempo
Cosenza, 2 mar (Il Velino) - La pioggia intensa e incessante che sta colpendo il capoluogo bruzio ha già causato diversi problemi, tanto da aver già richiesto più di un intervento da parte della squadra di protezione civile del Comune di Cosenza. Lo comunica l’assessore alla protezione civile Damiano Covelli che, coadiuvato dal dirigente di settore Rino Bartucci e dal responsabile del servizio geometra Leonetti, sta monitorando la situazione. “Le zone più colpite dagli smottamenti sono sempre quelle a sud della città: Donnici, Albicello, c/da Badessa – riferisce Covelli. La squadra è operativa ed ha già provveduto a rimuovere uno smottamento di una certa entità nei pressi della chiesa di S. Maria a Donnici. Tutto il territorio – conclude Covelli – è attentamente monitorato, così come i fiumi per i quali viene segnalato il rischio esondazione”. Le previsioni meteo parlano di pioggia anche per l’intera giornata di domani.
(red/cal) 2 mar 2011 10:05
La «Napoli sacra» nelle mani dei privati
Bisognerà evitare che il «modello Donnaregina»: chiesa ridotta a museo a-noleggio-per-eventi, diventi la norma
di TOMASO MONTANARI
Il cardinale Crescenzio Sepe ha annunciato che è disposto a offrire in comodato gratuito oltre cento chiese storiche del centro di Napoli — attualmente chiuse e spesso cadenti, o spogliate dai furti — a quanti fossero disposti a restaurarle e aprirle al pubblico. Fino a oggi il dinamico prelato era apparso più interessato a organizzare ostensioni evento di cosiddetti Michelangeli o a sbarbare veri Caravaggio dai loro altari romani: e questo cambio di rotta, dal glamour di discutibili eventi verso la cura della devastatissima «Napoli sacra» , non può che far piacere.
RESTAURI PROMOSSI DAI PRIVATI - Certo, triste che luoghi sacri amatissimi per secoli siano destinati a diventare sedi di attività socio-culturali o addirittura artigianali: ma è evidente che la Chiesa di oggi non può sostenere il peso di un’edilizia sacra fiorita in una società radicalmente diversa. I rischi di questa operazione sono, tuttavia, almeno tre. Nell’immediato la Soprintendenza per i Beni architettonici e la Soprintendenza per il Patrimonio artistico dovranno vegliare con particolare attenzione perché i restauri promossi dai privati non diventino disinvolte ristrutturazioni, non siano fatti «in economia» o addirittura appaltati non a professionisti del restauro, ma a generiche imprese edili. Proprio le chiese devastate dalle inconsulte iniezioni di cemento somministrate dopo il terremoto del 1980 ci ricordano che una cura inadeguata può essere peggiore del male.
I RISCHI - Nei prossimi mesi e anni sarà dunque necessario ricordare che non abbiamo bisogno di una specie di traumatico e affrettato Risanamento della Napoli Sacra, ma di una seria campagna di restauri scientifici. Sul medio periodo il problema sarà invece quello di assicurare la dignità, la congruità e il carattere no-profit delle attività che si svolgeranno in queste chiese. Se vogliamo evitare alla radice manomissioni, tramezzature, svuotamenti o indebite superfetazioni architettoniche, appare necessario esplicitare fin da subito i limiti e i paletti delle future destinazioni: anche perché esse dovranno continuare a ospitare le opere d’arte mobili che ancora vi si trovano (dalle pale d’altare, alle sculture, alle decorazioni architettoniche). In altre parole, se le chiese di Napoli potranno diventare aule universitarie o scolastiche, sale da concerto o da congressi, e insomma luoghi pubblici ad alta valenza sociale o culturale, bisognerà invece accuratamente evitare che si privatizzino o si trasformino in negozi, alberghi o ristoranti. Sul lungo periodo (e cioè dopo la scadenza dei comodati) c’è il rischio che la Curia di Napoli si trasformi in un’agenzia di gestione patrimoniale, e che modello della chiesa di Donnaregina, ridotta a museo a-noleggio-per-eventi, diventi la norma. Il precedente romano di Propaganda Fide non è incoraggiante, e Giulio Andreotti (grande conoscitore di curie e prelati) diceva che a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca. Sia come sia, la situazione delle chiese napoletane talmente grave che la proposta di Sepe non può che esser vista positivamente. Avanti, dunque, ma con cautela.
Evasione, il Fisco recupera 9 miliardi
Il 20% del totale arriva dai «grandi debitori». Da Lombardia, Lazio e Campania i maggiori incassi
MILANO - Nel 2010 la riscossione dei tributi è salita a 8,9 miliardi (+15%) e il 20% è stato recuperato dai grandi debitori. Da Lombardia, Lazio e Campania i maggiori incassi. Lo comunica Equitalia. «Si conferma anche nel 2010 l'importante contributo del Gruppo Equitalia al recupero dell'evasione. I dati sulla riscossione indicano un incremento complessivo del 15% rispetto al 2009 (+27% sul 2008) per un valore che, al 31 dicembre 2010, si attesta a 8,9 miliardi tra imposte, tasse e contributi, non pagati dai contribuenti, ma dovuti ai vari enti creditori».
PER AREA GEOGRAFICA - Tra le regioni, i maggiori importi riscossi arrivano dalla Lombardia, con quasi 1,9 miliardi di euro. A seguire il Lazio, dove il recupero delle somme ammonta a oltre 1,2 miliardi, la Campania (869 milioni) e la Toscana (722 milioni). Tra le città, a Milano sono stati recuperati circa 1,1 miliardi di euro, a Roma quasi un miliardo. Seguono Napoli con 473 milioni e Torino con 389.
EQUITALIA - «L'affinamento delle attività di riscossione, grazie anche alle sinergie messe in atto con Agenzia delle Entrate, Inps e Guardia di Finanza, - si spiega - ha consentito di ottenere un significativo incremento delle somme recuperate dalle morosità rilevanti. Rispetto al 2009, infatti, sono aumentati del 17% gli incassi da chi ha debiti oltre i 500 mila euro, per un importo complessivo che ha rappresentato il 20% del totale riscosso. Grande importanza ha rivestito lo strumento delle rateazioni delle cartelle che ha consentito ai contribuenti in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco, migliorando la collaborazione con i cittadini e riducendo il contenzioso. In totale, al 31 dicembre 2010, le rateazioni concesse hanno raggiunto quota un milione per un importo che supera i 14 miliardi di euro. Nell'ottica del miglioramento dei rapporti con i contribuenti, nel 2010 è stata emanata la cosiddetta direttiva anti-burocrazia, grazie alla quale i cittadini destinatari di una cartella che ritengono non dovuta possono interrompere le procedure di riscossione presentando, direttamente a Equitalia, una semplice autodichiarazione supportata dalla documentazione giustificativa. In tal modo è l'agente della riscossione a farsi carico della verifica con l'ente creditore e si evita ai cittadini di fare la spola tra gli uffici pubblici. È stata ampliata la rete degli sportelli sul territorio, con aperture pomeridiane degli uffici, e allo stesso tempo sono stati attivati canali alternativi per ridurre le attese e velocizzare le procedure. È il caso dell'estratto conto online, che consente di avere un check up fiscale dal proprio pc, ma anche dei pagamenti sul web, dell'assistenza diretta e virtuale attraverso sportelli dedicati». (fonte: Ansa)
E' tregua dopo la pioggia: gravi danni in Basilicata «Serve l'esercito». POTENZA – Forti disagi alla circolazione automobilistica e grossi danni alle colture, in particolare nel Metapontino, dove i terreni sono allagati, sono le conseguenze della forte pioggia – che oggi non cade più e ha lasciato il posto al sole – che ha investito la Basilicata. Alle interruzioni al traffico automobilistico sulla statale Basentana e sulla Jonica, che provocano ritardi e disagi per i pendolari e per le attività economiche, si sono aggiunte anche “sospensioni” sulla circolazione dei treni, fra Ferrandina e Salandra (Matera), fra Ginosa (Taranto) e Metaponto (Matera), per l’allagamento della sede ferroviaria dopo lo straripamento del Bradano e del Basento.
Trenitalia ha reso noto di aver attivato un servizio sostitutivo con autocorriere sulla linea Potenza-Metaponto-Taranto: gli autobus effettueranno “una deviazione via Laterza-Matera, con un allungamento dei tempi di viaggio di circa un’ora”. Da ieri pomeriggio è “interrotta anche la linea Rocchetta-Gioia del Colle, tra Spinazzola e Gravina, in Puglia” e anche in tal caso sono stati istituiti servizi sostitutivi”. Stamani, Vigili del fuoco e protezione civile stanno operando in particolare nelle campagne del Metapontino, quasi del tutto allagate: nei pressi di Bernalda (Matera) si sta organizzando un intervento per salvare alcune centinaia di animali che si trovano in un’azienda agricola.
ORE 10:04 - TAVOLO TECNICO PER FARE IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Per affrontare le molte problematicità che si sono verificate in territorio lucano a causa del maltempo, alle 11 si riunirà presso il Dipartimento Infrastrutture, in Corso Garibaldi a Potenza, il Tavolo interdipartimentale a cui prenderanno parte assessori e tecnici dei vari dipartimenti interessati.

ORE 10:18 - NEL POTENTINO CHIUSA LA STATALE 92
A causa di una frana, è stata chiusa al traffico la statale 92 “dell’Appennino meridionale” nel comune di Laurenzana (Potenza) al km 33,600. Lo ha annunciato l’Anas precisando che “il fenomeno franoso si era già verificato a gennaio scorso ed era stato istituito un senso unico alternato, ma nelle ultime ore si è riattivato a seguito delle avverse condizioni meteorologiche che hanno colpito la regione Basilicata”.
“Il personale Anas – è scritto nella nota – presidia la zona per le indicazioni dei percorsi alternativi. Il traffico viene deviato in direzione Corleto fino all’innesto con la statale 598 Fondovalle d’Agri e successivamente sulla variante della ss 95 e sul raccordo autostradale Sicignano-Potenza”. 

ORE 11:23 - I PRIMI SOPRALLUOGHI
Il Dipartimento alle Infrastrutture della Regione Basilicata ha avviato dei sopralluoghi in tutto il territorio per valutare i danni ingenti provocati dalle abbondanti piogge. Quattro fiumi hanno esondato, allagando le campagne e comportando la chiusura di strade provinciali soprattutto nel Materano mentre nel Potentino preoccupano le frane. La strada statale Basentana 407, importante arteria di collegamento tra Metaponto (Matera) e Potenza, è tagliata in due per il cedimento di un pilone del viadotto di Calciano 2 al chilometro 37. “Si è intervenuti tempestivamente con l’Anas, i vigili del fuoco, i volontari della Protezione civile e gli stessi rappresentanti del Dipartimento per fare il punto della situazione”, afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture, Rosa Gentile. I sopralluoghi in corso servono “per verificare l’entità del danno, per richiedere la Calamità al Governo e l’emergenza al Dipartimento di Protezione civile nazionale”.

ORE 11:26 - IL PREFETTO DI MATERA: SERVE L'ESERCITO
Per far fronte alle numerose situazioni di emergenza che la forte pioggia ha provocato in provincia di Matera – dove 50 chilometri quadrati di territorio, soprattutto nel Metapontino, sono allagati – il prefetto, Francesco Monteleone, ha deciso di chiedere al Ministero dell’ Interno e al Dipartimento della protezione civile l’intervento dell’Esercito. L'indicazione è emersa stamani, a Matera, durante una riunione del Centro coordinamento soccorsi, istituito ieri sera in prefettura. La vasta area di territorio allagata comprende sia colture e aziende agricole sia strade, di grande collegamento, come la Jonica e la Basentana, e secondarie. A Ferrandina (Matera) è stata sgomberata per motivi precauzionali una palazzina in cui vivevano sei famiglie.

ORE 12:31 - DE FILIPPO: CONFIDIAMO NELLA PRESENZA DELLO STATO
«In momenti come questo si misura la presenza dello Stato sul territorio. La Basilicata ha bisogno urgente di soccorso, la Regione sta facendo tutto quello che può, ma c'è bisogno di uno sforzo extra e aspettiamo altri aiuti». È il commento del Presidente della Regione, Vito De Filippo (Pd), a margine di un incontro sull'emergenza determinata dal maltempo. «Bene ha fatto il prefetto di Matera, Francesco Monteleone, - ha detto il governatore lucano – a chiedere l’intervento dell’esercito, ma chiediamo anche attenzione alla fase che seguirà quella dell’emergenza. Siamo convinti che uno dei doveri dello Stato, sia federale o meno, sia quello della solidarietà tra i territori, come è stato per il Veneto, ed è quello che ci aspettiamo anche per la Basilicata. Anche perchè - ha concluso De Filippo – la debolezza infrastrutturale della nostra regione, a differenza di altre realtà in momenti come questi finisce con rendere ancor più pesante le ricadute di una situazione indubbiamente grave».
Maltempo, Zaia a De Filippo: "Veneti pronti ad aiutare". Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ha espresso al governatore lucano, De Filippo, la sua vicinanza per l'emergenza maltempo
02/03/2011 Il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha ricevuto in mattinata una telefonata dal collega presidente della Regione Veneto, Luca Zaia che – secondo quanto riferito dall’ufficio stampa della giunta lucana – ha espresso «al governatore lucano e a tutta la popolazione della Basilicata la propria vicinanza per l'emergenza determinata in regione dal maltempo». Nella nota è spiegato che «il presidente Zaia ha anche rassicurato il collega De Filippo sul fatto che per tutte le necessità che la Basilicata dovesse avere i veneti ci sono e sono pronti». De Filippo ha «ringraziato il collega veneto dicendosi certo che altrettanta vicinanza sarà manifestata dallo Stato».
Mineo: 10 favorevoli e 5 contrari. I sindaci del Calatino divisi sul Villaggio della solidarietà per ospitare gli immigrati. Il no alla proposta Maroni: "Non corrisponde all'idea dell'accoglienza maturata nelle nostre comunità"
CATANIA - Sì di 10 sindaci su 15 della provincia di Catania, del territorio Calatino, alla proposta, illustrata due giorni fa a Catania dal ministro dell'Interno Roberto Maroni, di creare nel 'Residence degli arancì di Mineo un "Villaggio della solidarietà" per accogliere i rifugiati richiedenti asilo. Contrari al piano, invece, i sindaci di Caltagirone (Francesco Pignataro), Mineo (Giuseppe Castania), Grammichele (Giuseppe Compagnone), Ramacca (Gianniantonio Malgioglio) e Castel di Iudica (Nicola Pirotti). Questo l'esito di una lunga riunione tra i quindici primi cittadini della zona, svoltasi la notte scorsa a Catania, presieduta dal presidente della Provincia regionale Giuseppe Castiglione.
I cinque sindaci che hanno detto no alla proposta stamane hanno inviato una lettera al ministro dell'Interno Roberto Maroni in cui affermano che "il modello Mineo, così come prospettatoci dal ministro Maroni, non risponde all'idea che abbiamo consapevolmente maturato, sulla scorta dell'esperienza di effettiva integrazione da noi portata avanti nelle nostre comunità".
"Non ci piace l'idea - scrivono ancora - che almeno duemila persone vengano deportate in un luogo senza i necessari presidi e senza vere opportunità di inclusione, in una condizione di segregazione che potrebbe preludere da un lato a rivolte sociali, dall'altro indurre alcuni di loro, a fronte di una stragrande maggioranza pacifica e ispirata alle migliori intenzioni, a mettere a dura prova le condizioni di sicurezza del territorio".
I cinque sindaci nella lettera al ministro Maroni scrivono anche di aver "apprezzato il tentativo del presidente della Provincia di trovare una sintesi fra le diverse posizioni" e di dare atto al presidente della Regione di "avere contribuito a tenere alta l'attenzione del governo nazionale sulla necessità che sia il Paese intero, e non la sola Sicilia, a farsi carico dell'eventuale emergenza sbarchi".
"Le chiare prese di posizione delle organizzazioni di volontari che ogni giorno si impegnano su questo versante - continua la lettera - dovrebbero indurre lo stesso governo a riflettere su questa impostazione, a rendersi conto che, al di là delle buone intenzioni, al 'Residence degli Arancì si rischia di innescare una bomba sociale dalle enormi proporzioni, a scapito dei rifugiati stessi, delle nostre popolazioni e di quanto esse hanno sin qui realizzato per un'accoglienza sostenibile ed efficace".
"A Maroni - proseguono - abbiamo fatto una proposta concreta, dichiarandoci pronti ad accogliere 400 immigrati nei salotti buoni delle nostre città, secondo una logica di inclusione vera. Ma all'integrazione concreta il ministro preferisce altre soluzioni sperimentali".
"Il nostro concetto di accoglienza, sperimentato con risultati positivi, come attestato dagli apprezzamenti dei più autorevoli organismi - concludono - è un altro. La vera accoglienza si costruisce solo dentro un tessuto di relazioni e una rete diffusa di servizi che aiuti gli immigrati a inserirsi, per piccoli gruppi, nelle comunità e rappresenti per loro e per le professionalità che si trovano numerose e qualificate nel nostro territorio, un'effettiva opportunità". 02/03/2011
Cdp: approvato Piano industriale, stanziati oltre 40 mld di risorse
Roma, 2 mar (Il Velino) - Il Cda di Cassa depositi e prestiti (Cdp) ha analizzato e approvato il Piano industriale 2011-2013. “Esso – spiega una nota - punta ad un consolidamento del ruolo di Cdp quale operatore di riferimento nella finanza a lungo termine”. Un obiettivo per raggiungere il quale la Cassa depositi e prestiti dovrà rispondere alle sfide poste dall’evoluzione del mercato nel prossimo triennio, in particolare quelle relative alla riduzione a livello globale della disponibilità di risorse rispetto al crescente fabbisogno di investimenti e ad un possibile aumento del costo del capitale. I risultati economico-finanziari attesi con la realizzazione del Piano 2011-2013 saranno caratterizzati da una crescita degli impieghi e della raccolta postale, dal mantenimento di livelli elevati di efficienza operativa e da un significativo incremento del patrimonio disponibile. La Cassa – elenca quindi la nota - intende perseguire questi obiettivi: continuare a fornire un contributo determinante al finanziamento degli investimenti degli Enti territoriali, confermando la propria leadership in questo settore; assumere il ruolo di catalizzatore dello sviluppo delle infrastrutture del Paese, realizzate in project financing e in PPP; svolgere un ruolo centrale nella attività di sostegno delle imprese; garantire la stabilità della raccolta postale e consolidare la raccolta di mercato.
Nel prossimo triennio Cdp immetterà nel sistema nuove risorse per oltre 40 miliardi di euro, rispetto ai 33 miliardi del triennio precedente (+29%). Obiettivo prioritario del Piano – spiega ancora la nota Cdp - è garantire la stabilità della raccolta postale e consolidare l’attività di funding sul mercato. La raccolta netta postale per Cdp sarà pari a circa 36 miliardi. Verranno introdotti nuovi prodotti che incentiveranno l’accumulazione del risparmio con un orizzonte temporale di lungo periodo. Il triennio 2011-2013 si chiuderà con risultati in crescita. Lo stock di impieghi a clientela aumenterà a 108 miliardi di euro, rispetto ai 92 miliardi stimati a fine 2010. La raccolta postale si attesterà a 256 miliardi di euro, dai 207 miliardi stimati a fine 2010; anche la raccolta di mercato sarà consolidata, raggiungendo la soglia di 12 miliardi. Grazie alla messa in opera del Piano, l’utile netto aumenterà a circa 2 miliardi annui a fine periodo e si rafforzerà la patrimonializzazione di Cdp: il patrimonio netto si attesterà a 18 miliardi, con un ritorno sul capitale disponibile attorno al 10%, in linea con i valori attuali.
(red/glv) 2 mar 2011 13:53
Caserta. Tagli da Stato e Regione: Reggia a secco
La soprintendente David invita i privati: «Si facciano avanti, i finanziamenti scemano di anno in anno»
CASERTA — Una città (e una provincia) d’arte e di cultura dove non si investe sull’una né sull’altra. Così Caserta continua a rimanere al palo dello sviluppo e della crescita mentre potrebbe trovare proprio nel comparto turistico culturale la sua massima opportunità. Una paralisi rivelata (come già evidenziato sulle pagine del ) dal Rapporto 2011 dell’Associazione città d’arte con Mecenate 90, ma i cui effetti erano sono sotto gli occhi di tutti. A partire dal suo massimo monumento, la Reggia casertana, croce, per i problemi che pone e le opportunità che manca, e delizia, per l’immagine e ruolo di attrattore che dovrebbe svolgere. «È una storia che si ripete ciclicamente ed anzi si complica. Perché i finanziamenti scemano di anno in anno e le necessità aumentano», dice la Soprintendente ai Beni artistici di Caserta, Paola Raffaella David.
Architetto, i fondi diminuiscono in quale misura?
«Ai tagli ai fondi statali imposti dalla Finanziaria, necessari ma metodologicamente discutibili— non dovrebbero essere lineari e indiscriminati, ma selettivi, e non penalizzare strutture che attraggono visitatori — si sono aggiunti quelli regionali. Dopo i finanziamenti del Por, che fra il 2000 e il 2006 hanno portato a Palazzo Reale quasi 22 milioni di euro, Caserta non è arrivato più nulla».
E come avete reagito?
«Abbiamo presentato, attraverso la nostra direzione regionale, molte richieste con proposte e progetti, ma nessuna di queste è stata finanziata. Una scelta incomprensibile. Anche perché Palazzo Reale è un monumento che ha registrato un andamento dell’afflusso turistico in controtendenza rispetto a quello dell’intera regione. Mentre gli altri perdono visitatori, la Reggia ne guadagna: nell’ultimo anno trend in positivo è stato del 10 per cento. Inoltre, con i fondi arrivati dall’Europa per il tramite della Regione, si è riusciti a realizzare importanti interventi. Fra gli altri, la ristrutturazione delle cavallerizze ai margini del parco reale, parte dei giardini, alcune facciate e i locali di accoglienza ripensati come nuovi spazi museali, che verranno inaugurati entro questo mese».
Eppure ce ne sarebbero ancora di cose da fare a Caserta e provincia. Prima di tutto alla Reggia.
«Avremmo bisogno di fondi per completare le coperture dell’edificio, per adeguare gli impianti, per intervenire su alcune delle facciate mai ritoccate, per restaurare il Bosco vecchio e, in prospettiva, per restaurare gli spazi che l’Aeronautica militare dovrebbe cedere alla Soprintendenza, e, ancora l’Acquedotto carolino, parte integrante del progetto vanvitelliano. A corto di finanziamenti pubblici, la soluzione potrebbe essere quella di ricorrere ai privati. Siamo apertissimi alla collaborazione. Ben vengano quegli imprenditori illuminati che vogliono dare una mano al patrimonio pubblico. Mecenati senza, però, la pretesa di gestire i monumenti, una competenza, questa, che dovrà rimanere nelle mani dello Stato». Lidia Luberto
Noi Sud: «Via il decreto sulle rinnovabili o non diamo la fiducia al federalismo» I deputati che fanno capo al sottosegretario Micciché puntano i piedi e sfidano il ministro Paolo Romani
ROMA - I deputati di Forza del Sud, la formazione politica che fa capo a Gianfranco Miccichè, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Cipe, potrebbe non votare stasera la fiducia sul Federalismo municipale se il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani non ritirerà il ddl sulle energie rinnovabili che dovrebbe essere presentato al prossimo consiglio dei ministri. È quanto si apprende in ambienti di Forza del Sud di Montecitorio. Al centro della polemica, come ha spiegato l'on Marco Pugliese, il tetto massimo di 8.000 MW per gli incentivi al fotovoltaico. Superata tale soglia, quindi, nessun altro nuovo impianto godrebbe delle agevolazioni statali. Questo rappresenta il de profundis per l'intero settore del fotovoltaico in Italia». Infatti secondo i dati del Gestore dei Servizi Energetici (Gse), gli impianti già installati in Italia hanno raggiunto i 7000 MW, vuol dire che verosimilmente il prossimo giugno, termine entro il quale verranno installati impianti per la produzione di 1000 MW, il comparto del fotovoltaico in Italia dovrà chiudere i battenti. «Definire allucinante una cosa del genere - ha aggiunto Pugliese - non è una forzatura, nè un eufemismo, siamo di fronte ad un'assurdità legislativa, anche perchè se l'intero settore dovesse fermarsi questo comporterà non solo la morte di molte aziende, ma un ricorso massiccio alla cassa integrazione, con notevole aggravio dei costi sostenuti dallo Stato».

«SI RISPETTI IL PARLAMENTO» - Anche Antonio D'Alì, senatore del Pdl, presidente della commissione Ambiente di Palazzo Madama, aveva preso posizione sulla questione auspicando che vi sia «il rispetto delle prescrizioni dettate dalle commissioni» perché «sono state inserite importanti condizioni e ci aspettiamo che vengano recepite nella struttura del decreto. Tra queste, ad esempio, quelle sui combustibili biologici e sugli incentivi al fotovoltaico. Sono previsioni per far raggiungere alle rinnovabili la quota del 25 per cento prevista dalla legge sull'energia. Diversamente non sarebbe raggiungibile».

POSIZIONI DIVERGENTI - Il provvedimento, la cui scadenza è fissata al 5 marzo, ha suscitato diverse polemiche tra le associazioni di settore e quelle ambientaliste, in particolare proprio per il tetto al fotovoltaico fissato, secondo le bozze, a quota 8.000 MW. Tetto che, a quanto dichiarato dal ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo è destinato a scomparire nella versione definitiva del provvedimento.
Redazione Online
Tagli a fondi nazionali, Petraroia: "che fine farà il Molise?"
«Che fine farà il Molise?». Se lo chiede in una nota molto critica verso il governo regionale il consigliere del Pd Michele Petraroia. «Il Molise avrà la forza di conservare la propria Autonomia Regionale ? I suoi 136 comuni avranno i fondi per continuare a vivere? I cittadini potranno accedere ai diritti primari, quali scuola, sanità, trasporti e assistenza sociale, senza ulteriori penalizzazioni? La classe dirigente del Molise ammazza la verità ogni qualvolta nega che i tagli ai trasferimenti nazionali stanno mettendo in ginocchio un territorio che non è in grado con risorse proprie di sopravvivere.
In Molise la sanità è fallita, le scuole chiudono, si cancellano le corse degli Autobus e si riduce l’assistenza sociale alle fasce piů deboli della popolazione. Il Governo blocca i Fondi FAS da anni, eroga col contagocce i fondi ordinari, non assicura i co-finanziamenti nazionali necessari per sbloccare i fondi europei, non interviene per il terremoto, per la grandinata, per le aziende in crisi e stoppa le risorse per strade, ferrovie, interporto e opere pubbliche. E questa è la verità che tutti conoscono e che nessuno vuole vedere perché è meglio vivere nel gioco delle ombre.
E’ venuto il Ministro Fitto, il Consiglio Regionale e alcuni Assessori non sono stati nemmeno invitati, si è girato uno Spot elettorale e tutti vissero felici e contenti».
Napoli. Comune Napoli, 31 dimissioni dal notaio: scioglimento vicino
Napoli, 2 mar (Il Velino/Velino Campania) - Comune di Napoli prossimo allo scioglimento anticipato. Sono state depositate, secondo indiscrezioni raccolte dal VELINO, pochi minuti fa le dimissioni dei 31 consiglieri di opposizione nelle mani del notaio Elio Bellecca. La svolta si è avuta dopo la riunione tra il coordinatore cittadino Pdl Marcello Taglialatela e il consigliere del Pid Carmine Simeone che ha dato la sua disponibilità alle dimissioni. Da qui la raccolta delle 31 firme tra gli esponenti dei partiti del vasto campo dell'opposizione, compresi quindi Udc e Fli. Il notaio dovrà depositare le 31 dimissioni nelle mani del segretario generale del Comune che, a sua volta, sarà tenuto a informare il prefetto Andrea De Martino. Da qui partirà, a stretto giro, dopo aver segnalato al ministero dell'Interno, l'iter per il commissariamento dell'Amministrazione motivata dalle dimissioni ultra dimidium (oltre metà dei componenti dell'Assemblea).
(cp) 2 mar 2011 17:27
Sindaco chiede stato di calamità
MESSINA - Dopo il nubifragio che ieri ha colpito il territorio, il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, chiede lo stato di calamità, come aveva annunciato. Le forti piogge hanno interessato i litorali nord e sud e le colline della città e il sindaco ha definito la richiesta che trasmetterà alla presidenza del Consiglio dei ministri e alla presidenza della Regione, per l'attivazione delle procedure per dichiarare lo stato di calamità e di emergenza della città. La Giunta municipale ha ratificato la delibera.
I dissesti idrogeologici e i movimenti franosi che le condizioni atmosferiche hanno creato hanno causato infatti, secondo quanto evidenzia l'amministrazione comunale, "rilevanti danni alle infrastrutture stradali e ferroviarie oltre che ad abitazioni private ed esercizi commerciali". Sono in corso intanto interventi di volontari e squadre della Protezione civile comunale per superare l'emergenza. Vengono effettuati in particolare nella zona sud, nelle aree di Castanea, nei villaggi collinari e sul litorale nord. Tra i problemi maggiori c'è l'esondazione di alcuni torrenti.
02/03/2011
Mazzoni (Pdl) lancia «Meridioni e Paralleli»: «Un'associazione dal basso»
L'europarlamentare sannita presenterà giovedì l'iniziativa con Quagliariello al «Vesuvio» di Napoli
NAPOLI - Giovedì, all' Hotel Vesuvio di Napoli, ci sarà la presentazione della nuova associazione «Meridioni e Paralleli». «Nell’epoca dei movimenti, che frammentano e confondono, non c’è bisogno di nuove sovrastrutture, ma di stimoli dal basso, di meccanismi più partecipati, del coinvolgimento di quanti vivono il partito e non solo di quelli che lo rappresentano». Così Erminia Mazzoni, europarlamentare Ppe-Pdl, commenta il «battesimo» della nuova iniziativa.
L’associazione «Meridioni e Paralleli», spiega Mazzoni, «vuole tracciare un reticolo di relazioni, di idee e di energie per realizzare una mappa di percorsi verso il Sud sulla carta geografica del governo». «A meno di tre mesi dal voto il Pdl è ancora senza candidati - aggiunge - la Mazzoni. Il Pdl c’è e deve conservare la sua pluralità. Ma ai cittadini non basta».
All'iniziativa interverranno il senatore Gaetano Quagliariello, presidente onorario dell’associazione. Saranno presenti anche i parlamentari Guido Milanese, Maurizio Iapicca, Cosimo Izzo, Luigi Compagna, Raffaele Calabrò e Nicola Formichella.
Redazione online
Napoli. E i militari campani si fanno buttafuori grazie al corso organizzato dalla Regione
Ormai prossimi al congedo hanno sostenuto l'esame in 19
L’attestato dato alla presenza del generale Landriani
NAPOLI - Da militari a buttafuori a quanto pare il passo è breve. Diciannove volontari dell’esercito italiano prossimi al congedo hanno infatti sostenuto l’esame finale, dinanzi alla commissione nominata dalla Regione Campania, per «Addetto ai servizi di controllo di attività d’intrattenimento e di spettacolo», ovvero «Buttafuori». Il corso di bodyguard si è svolto presso la scuola di formazione professionale Aciief e rientra nell’attività di sostegno alla ricollocazione professionale dei volontari dell’esercito prossimi al congedo. I militari dopo aver sostenuto l’esame finale hanno ricevuto l’attestato alla presenza del generale di Brigata Guido Landriani comandante del comando militare esercito «Campania» e della Doleres Cuomo, direttrice della scuola.
I corsi su delega del ministero della Difesa sono stati coordinati dall’ufficio Reclutamento e Comunicazione del comando militare esercito «Campania», diretto dal colonnello Giuseppe De Simone. L’impegno del Ministero della Difesa per agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro dei militari congedati si concretizza nel progetto nato con l’intento di realizzare «misure d’intervento sui singoli soggetti, quali l’orientamento professionale, il counseling, il bilancio delle competenze e la formazione professionale; servizi alle imprese, mettendo loro a disposizione i curricula professionali dei militari volontari in cerca di occupazione; incontro domanda-offerta di lavoro (Matching) anche nell’ambito della Borsa continua nazionale del lavoro e, in sede locale, attraverso la collaborazione con i centri pubblici per l’impiego provinciali».
«Effetto Gelmini»: l'ateneo di Palermo perde il 5 per cento delle risorse premiali. Perde fondi anche Messina. Per il rettore Lagalla «è una situazione difficile che investe le università meridionali»
PALERMO - I primi effetti della riforma Gelmini non tardano a farsi sentire sugli Atenei siciliani. Tra i più colpiti c'è quello di Palermo che del fondo premiale messo a disposizione dal ministero dell'Istruzione riesce ad aggiudicarsi nel 2010 il 2,79 per cento con un taglio rispetto al 2009 del 5,2 per cento. Tagli anche sull'Università di Messina che si aggiudica soltanto l'1,47 per cento delle risorse premiali.
Una sorte che comunque riguarda tutti i 17 atenei del Mezzogiorno che complessivamente, nel 2010, si sono visti decurtare un quarto di queste risorse che ammontavano a 720 milioni di euro. Di questi la fetta ricevuta dalle università del Sud si è attestata al 23,6 per cento. A denunciarlo è uno studio realizzato dagli economisti Daniele Checchi e Matteo Furri per «Lavoce.info». Parlano di scure sui già magri bilanci molti rettori secondo cui «il problema è che i parametri di merito favoriscono le Università tecniche e di piccole dimensioni». Nella ripartizione dei fondi a godere del maggior importo è stata La Sapienza di Roma che ha ricevuto il 7,35 per cento del fondo seguita dall'Università Federico II di Napoli con il 4,91. E ci guadagna l'Università di Foggia che ottiene un incremento del premio del +50,1 per cento.
Per il rettore dell'Università degli Studi di Palermo, Roberto Lagalla: «Questa è una situazione difficile», dice, «che purtroppo oltre agli Atenei siciliani sta investendo tutte le università meridionali. Naturalmente non possiamo stare a guardare, ci muoveremo insieme agli altri rettori per chiedere che vengano introdotti maggiori indicatori di contesto all'interno dei parametri che fanno scattare l'assegnazione delle risorse e non ultimo, delle politiche più chiare di sviluppo per gli atenei del meridione».
Fonte Italpress
La crisi frena le cantine del Sud. di Antonio Schembri  2 marzo 2011 -
Novanta giorni, almeno. E’ il tempo medio che il 55% delle aziende vitivinicole del Mezzogiorno attende prima di ricevere i pagamenti sulle partite di vino vendute. Un dato che stride con quello degli affari conclusi nel mercato estero, dove il 38% delle cantine del Sud viene pagata il giorno stesso dell’emissione della fattura.
Dati indicativi dello scenario di crisi nel quale tutti i settori dell’agricoltura sono attualmente costretti a muoversi a causa della crisi globale e che, nel comparto enologico, si stanno traducendo negli ultimi anni nella compressione degli investimenti per fronteggiare i minori introiti.  Sono infatti oltre il 40% le aziende che hanno deciso di ridurre il
numero di beni capitali e risorse da utilizzare nel processo produttivo.
Sono alcuni dei rilievi emersi da una ricerca compiuta dal settimanale Cronachedigusto.it, in collaborazione con l’Istituto regionale della Vite e del Vino, presentata oggi nel corso del forum “Aspettando Verona: come sta il vino del Sud Italia?, svoltosi a Palermo al Castello Utveggio (sede del Cerisdi).
Secondo lo studio elaborato sulla base di un articolato questionario sottoposto alle cantine meridionali (l’87% delle quali sono siciliane), il 77% delle stesse ha investito non più del 25% del fatturato. In ribasso soprattutto gli investimenti in comunicazione e marketing, sui quali la metà delle aziende ha puntato tra l’1 e il 5% delle propri ricavi. Per il 43% degli intervistati, inoltre, gli investimenti in tecnologie e innovazione non superano il 5% del totale degli investimenti.
Tra i riverberi più evidenti della crisi, quelli sull’occupazione. Dal Forum di Cronachedigusto, è emerso infatti che il 15% delle cantine intervistate sono state costrette a ridurre il personale: una scelta che ha riguardato il doppio delle aziende rispetto al 2009. Inoltre, il 14% ha ridotto la produzione di bottiglie e l’11% ha abbassato i prezzi.
Questi dati, inoltre, si incrociano con quelli, al ribasso, del consumo di vino nei ristoranti del Meridione, il 60% dei quali offre ampie scelte ai propri clienti con oltre 200 vini nella propria carta, la metà dei quali sono espressione del proprio territorio, spesso con tanto di marchio Doc. Secondo la ricerca il 48% dei ristoratori meridionali intervistati lamenta in particolare una diminuzione delle vendite in relazione alle attuali normative sui controlli del tasso alcoolico degli automobilisti.
Il Forum di oggi è stato caratterizzato anche al dibattito suscitato dalla recente immissione nel mercato di vino siciliano in alcuni supermercati del Nord al prezzo di 50 centesimi alla bottiglia. Un prezzo squalificante per l’immagine della produzione enologica dell’Isola che, secondo Piero Buffa, responsabile marketing della Castellucci e Miano, cantina con sede a Valledolmo nelle Madonie, deriva “dall’incapacità del sistema vitivinicolo siciliano di creare valore aggiunto alla propria produzione”. Una conseguenza del fatto che nella Sicilia del vino, aggiunge Buffa,“non si è ancora affermata una classe imprenditoriale preparata”.
Tra le cantine dell’isola, “manca una vera progettualità e si procede invece con l’improvvisazione. Nelle bottiglie vendute a 50 centesimi il vino, di pessima qualità, si mescola a lacrime di coccodrillo”.
Napoli, Camera commercio vara campagna promozionale all'estero. Maddaloni incontra delegazione di giornalisti tedeschi e austriaci. Napoli, 2 mar (Il Velino/Velino Campania) - “Puntiamo a rafforzare la promozione e gli arrivi per la prossima stagione turistica, attraverso iniziative dirette a far conoscere tutte le potenzialità delle nostre terre”. È quanto ha affermato il presidente della Camera di commercio di Napoli, Maurizio Maddaloni, all’incontro con le delegazioni di giornalisti tedeschi e austriaci all’hotel Santa Lucia per l’avvio della campagna promozionale sui mercati europei. All'incontro hanno preso parte anche il presidente di Confcommercio Pietro Russo, e il vicepresidente della Federalberghi Campania e componente di giunta dell’ente camerale, Pasquale Gentile. Maddaloni ha sottolineato che “la crisi per il Maghreb può essere un’occasione per intercettare una fetta importante dei traffici turistici verso la nostra regione, in particolare verso Napoli e la sua provincia”. In queste dichiarazioni c’è la sintesi di un progetto promosso e finanziato dalla Camera di commercio partenopea, che vuole avviare un programma di promozione turistica per la città di Napoli sui mercati europei invitando i giornalisti di altre nazioni in un’escursione turistica, accompagnati da tour operator locali, alla riscoperta della provincia campana, della sua storia e dei suoi territori col fine di farne conoscere e apprezzare la bellezza in tutto il mondo. Il tour prevede varie tappe: le prime delegazioni ospitate questa settimana fino a domenica, saranno quelle tedesche e austriache che inizieranno un itinerario al centri storico di Napoli per poi visitare luoghi suggestivi dei campi flegrei; poi sarà la volta mercoledì prossimo dei giornalisti inglesi accompagnati dai reporter della Bbc, che visiteranno la costiera sorrentina. Russo, in accordo con Maddaloni riferendosi sia alla crisi in mediooriente che alla crisi turistica dei territori napoletani, ha evidenziato che “queste iniziative sono importanti per promuovere il turismo, soprattutto in una fase come quella attuale, con la crisi nel Maghreb, si può rilanciare il nostro turismo dirottando chi viaggia verso di noi e poi è giusto che i giornalisti parlino delle cose belle che ci sono nella nostra regione, quali le bellezze naturali e la gastronomia”. Infine ai giornalisti esteri verrà donato come omaggio dall’ente camerale campano, il monaciello realizzato nel borgo orefici, filiera dell’artigianato locale. (Maria Pedata) 2 mar 2011 18:08
31 consiglieri si dimettono, sciolto il Comune di Napoli. Roma, 02-03-2011 Sono state depositate nella segreteria generale del Comune di Napoli le firme dei 31 consiglieri dimissionari, maggioranza dei 61 (60, piu' il sindaco) che compongono l'assemblea municipale. Le firme sono state validate dal notaio Elio Bellecca. Decisive le adesioni all'iniziativa del centrodestra di De Masi (Fli) e dell'ex Pd Simeone.
L'atto avvia la procedura per lo scioglimento anticipato del Consiglio (che era comunque in scadenza e sarebbe stato rinnovato nella tornata amministrativa di primavera) e la nomina di un commissario prefettizio.
Una delegazione dei consiglieri dimissionari si sta recando dal prefetto di Napoli, Andrea De Martino, per informarlo ufficialmente del deposito delle firme.
Per il segretario regionale della Campagnia del Pd, Enzo Amendola, "la banda di Nicola Cosentino all'attacco del Comune di Napoli con l'aiuto dei voltagabbana della politica. Quello che sta succedendo in queste ore e' scandaloso".
"Il trasformismo e la compravendita di personale politico e' la caratteristica distintiva del centrodestra".

Nessun commento: