sabato 23 aprile 2011

Federali-Mattino. 24 aprile 2011. Pasqua italiana. Palermo - Senza lavoro da troppo tempo: 40enne si suicida lanciandosi dal cavalcavia. Istat - Aumentano gli acquisti dei prodotti farmaceutici, che segnano l'aumento annuo più sostenuto (+1,4%).---Palermo - Magazzini Iacp trasformati in alloggi.---Vicenza - Il federalismo fiscale del "paroni a casa nostra", quello che dovrebbe far risparmiare il cittadino contro l'avidità dello Stato centralista, non ama gli automobilisti.---Gorizia, Immigrazione - Rispediti in Egitto i clandestini di Grado: Erano stanchi e chiaramente disorientati, ha osservato il coordinatore monfalconese, Alessandro Ustulin. Non sono persone trasandate, tutt'altro. Ci hanno ringraziato per l'accoglienza ricevuta.

Ma quale Pasqua:
Palermo. Senza lavoro da troppo tempo: 40enne si suicida lanciandosi dal cavalcavia
Palermo. Magazzini Iacp trasformati in alloggi
Gorizia. Immigrazione, rispediti in Egitto i clandestini di Grado
Genova, protesta davanti al consolato della Tunisia
Genova. Migranti: 40 ospitati in porto, 33 in arrivo
Genova. La cittadella dei migranti
Genova. Tunisia, riapre il consolato dopo le ultime proteste
Lecce. Tensione a Manduria, incendiate 3 tende
Napoli. Centro di espulsione, gli immigrati interrompono lo sciopero della fame

Uovo di Pasqua, con sorpresa:
Bozen. Alpenverein: il dossier dei carabinieri
Vicenza. Botta federalista «Costerà di più comprare l'auto»
Brescia. Fermi i consumi delle famiglie Vanno bene solo i discount


Palermo. Senza lavoro da troppo tempo: 40enne si suicida lanciandosi dal cavalcavia
Un volo tragico da 50 metri d'altezza dal viadotto  che collega Agrigento con Porto Empedocle
PALERMO - Da troppo tempo era senza un lavoro. L'affannosa ricerca di un «posto» si è tramutata in dramma quotidiano e poi in tragedia per un 40enne, residente a Castronovo di Sicilia, che ha deciso di togliersi la vita perchè da tempo non riusciva a trovare un impiego. Sarebbe questa la motivazione del suicidio. L’uomo, questa mattina, si è lanciato dal punto più alto, circa 50 metri di altezza, del viadotto Morandi, il cavalcavia che collega Agrigento con Porto Empedocle. Sono intervenuti i carabinieri e il medico legale nominato dal sostituto procuratore di turno Santo Fornasier. L’uomo era sposato e padre di due figli

Palermo. Magazzini Iacp trasformati in alloggi
È l'assalto dei senzatetto «creativi». Tante famiglie bisognose hanno occupato gli spazi nella zona della Kalsa e di piazza XIII Vittime
PALERMO - La fame di case, la mancanza di un tetto sono un problema che non trova risposta da parte delle istituzioni a Palermo. E così adesso anche i magazzini vengono presi d'assalto dai senzatetto, che trovano altre soluzioni al loro disagio. Infatti, trenta magazzini di proprietà dell'Istituto Autonomo Case Popolari sono stati occupati in questi ultimi due mesi da famiglie indigenti e sono stati trasformati nelle proprie abitazioni. Alcuni di questi, nella zona della Kalsa e di piazza XIII Vittime, erano stati appena ristrutturati per essere assegnati e diventare caffetterie o consultori. «Su circa 880 magazzini in nostro possesso - racconta Marcello Gualdani all'Italpress - il nostro censimento e controllo ha riguardato 700 locali, di questi 60 sono occupati abusivamente e 30 trasformati arbitrariamente in alloggi». Rimangono fuori ancora dal monitoraggio circa 150 strutture che si trovano tutte tra lo Zen 1 e lo Zen 2. È stata addirittura costituita una task force che eseguirà appositi controlli subito dopo Pasqua.

TASK FORCE - «Queste verifiche fanno parte di una battaglia per la legalità che mi sono intestato dal mio insediamento - sottolinea Gualdani -, sono moltissimi gli sfratti eseguiti in questi mesi nei confronti di esercizi commerciali insediatisi senza alcuna autorizzazione. Nel caso dei magazzini occupati abusivamente dai senzatetto ancora non so come ci muoveremo, in considerazione del fatto che si tratta di famiglie. Inoltre - aggiunge - stiamo informatizzando il sistema e mettendo ordine nella documentazione, un'operazione che ci consentirà di controllare al meglio le occupazioni abusive». Rimane senza soluzione il problema dell'emergenza casa in città a cui si deve dare una risposta: «Occorre utilizzare al meglio gli immobili confiscati alla mafia - conclude Gualdani - e procedere con nuovi bandi per alloggi popolari. Il problema casa non è più rimandabile». (fonte Italpress).

Gorizia. Immigrazione, rispediti in Egitto i clandestini di Grado
 È un mercantile battente bandiera panamense il cargo che ha trasportato i 35 clandestini nordafricani, la maggior parte egiziani, ma anche libici e palestinesi, lungo il "viaggio della speranza" a Grado. Il suo comandante di nazionalità siriana è stato arrestato
GRADO È un mercantile battente bandiera panamense, "Fedel Moon", partito dal porto egiziano di Damietta attraccato a Porto Nogaro, il cargo che ha trasportato i 35 clandestini nordafricani, la maggior parte egiziani, ma anche libici e palestinesi, lungo il "viaggio della speranza" a Grado. Il suo comandante di nazionalità siriana è stato arrestato. Il mercantile è stato posto sotto sequestro. E' questo l'esito di un'intesa giornata di verifiche da parte degli inquirenti. La Procura di Gorizia ha infatti aperto un fascicolo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina aggravato. Il titolare dell'inchiesta, il pm Luigi Leghissa, ha ascoltato le testimonianze dell'equipaggio, 12 membri, tra cui 8 siriani e 4 egiziani. Le indagini condotte dai carabinieri, dunque, hanno appurato che il mercantile giunto in rada l'altro ieri a Porto Nogaro e bloccato in banchina anche per inosservanza delle normative di sicurezza, ha garantito il tragitto fino alle acque del nostro Golfo. Il punto ora è chiarire come i clandestini abbiano raggiunto il litorale di Grado, una volta scaricati dal mercantile. Ieri sera un contingente di 20 extracomunitari è stato imbarcato su un Airbus 320, proveniente dall'Egitto per il rimpatrio, atterraggio al Cairo.
 I minori, invece, sono ospitati in un centro specializzato a Cividale. Il contingente è approdato l'altra mattina alle prime luci dell'alba alle dighette della spiaggia in gestione alla Git, all'altezza dei pennelli dove vengono sparati i fuochi d'artificio. Tutti di giovane età, tra cui anche 9 minori, a partire dai 16 anni, e di sesso maschile, in buono stato di salute. Addosso jeans e giubbotti, giacca e camicia. Insomma, ha spiegato il coordinatore della Protezione civile di Grado, Alessandro Felluga, nulla a che vedere con le torme di disperati scaricati dalle carrette del mare. A Grado hanno tentato di salire sui mezzi pubblici, nell'area della stazione delle corriere. Ma alla vista dei carabinieri già alla loro ricerca, è stato il fuggi-fuggi generale, verso il centro e la Schiusa. Alla fine, tutti in caserma. Il gruppo di adulti è stato trasferito al comando della Compagnia di Monfalcone. A bordo di due pullman della Polizia, nel cortile retrostante la caserma, gli extracomunitari hanno trascorso la notte.

 A ciascuno due sedili a disposizione per tentare di dormire qualche ora. I volontari della Protezione civile di Monfalcone hanno fornito la cena consegnando loro delle coperte. Ieri hanno offerto anche il pranzo. Kebab. «Erano stanchi e chiaramente disorientati - ha osservato il coordinatore monfalconese, Alessandro Ustulin -. Non sono persone trasandate, tutt'altro. Ci hanno ringraziato per l'accoglienza ricevuta».

Genova, protesta davanti al consolato della Tunisia
 23 aprile 2011. Genova - Una ventina di cittadina magrebini, arrivati da Monza e da Modena, hanno protestato questa mattina sotto al consolato della Tunisia nel centro di Genova, in via Venti Settembre, chiuso dopo l’occupazione di due giorni fa e per tutto il periodo festivo.
Secondo quanto riferito dai carabinieri, i nordafricani si sono assiepati sul marciapiede davanti al palazzo, gridando alcuni slogan e chiedendo l’apertura degli uffici: sul posto sono intervenuti i militari, che li hanno identificati.

Dopo l’arrivo dei carabinieri, alcuni dei manifestanti si sono allontanati, mentre pochi altri hanno proseguito nella protesta.
Intanto, gli stessi militari hanno spiegato che nelle prossime ore sarà inviata in Procura una «corposa relazione» sull’occupazione avvenuta giovedì sera negli uffici del consolato: le forze dell’ordine hanno identificato tutti e venti i manifestanti che chiedevano le dimissioni del console, Slaheddine Ben Abid, accusato di essere troppo vicino al regime dell’ex dittatore, Ben Alì, e di non avere rinnovato il contratto a una dipendente della struttura. Comunque sia, non si è proceduto con denunce o segnalazioni, dal momento che lo stesso rappresentante diplomatico ha spiegato di «non essere mai stato minacciato o sequestrato dai manifestanti» e ha evidenziato che si è trattato di una «protesta per ragioni interne» e di avere chiamato i carabinieri solo perchè «gli occupanti non volevano lasciare la sede del consolare».

Genova. Migranti: 40 ospitati in porto, 33 in arrivo
 23 aprile 2011
Genova - Sono una quarantina in tutto, i primi migranti ospitati dai portuali della Compagnia Unica del capoluogo ligure.

La loro notte è trascorsa senza particolari problemi, e molti oggi decideranno le loro prossime mosse: il 22enne Marwen, per esempio, è arrivato a Lampedusa un mese fa, dopo due giorni in mare, e adesso vuole tornare in Sicilia raggiungere i suoi amici a Palermo: «In questo momento vorrei solo i soldi per comprare un biglietto». Anche Gergis (20 anni) è arrivato un mese fa a Lampedusa, ora vuole andare in Francia in cerca di occupazione «perché in Tunisia lavoravo per un giorno e poi per un mese stavo a casa guadagnando in tutto dieci dinari, che equivalgono a cinque euro».

Al momento, nel centro ci sono dieci volontari della Protezione Civile e 25 della Croce Rossa, che hanno distribuito caffè, latte e colomba pasquale per la colazione del mattino. Due tunisini sono stati ricoverati a seguito di un’infiammazione originata da ascessi dentali. Nel centro sono state sistemate 47 brande e all’esterno sono stati portati una decina di bagni chimici. È stato anche allestito un camper della Cri con otto docce e due lavandini per permettere ai migranti di lavarsi.

Ieri sera, i migranti si erano visti offrire un pasto a base di pasta, insalata di ceci, legumi e tonno: «Abbiamo fatto la spesa anche in base alle esigenze alimentari degli ospiti - ha detto Guido Santini, responsabile del corpo militare della Croce Rossa - Adesso stiamo comprando anche gli asciugamani e le saponette per permettere agli immigrati di usare le docce e abbiamo allestito anche la cucina da campo e un ambulatorio».

I nordafricani ospitati sono arrivati spontaneamente: alcuni sono in attesa di ricevere il permesso di soggiorno temporaneo, altri, secondo voci non confermate, sarebbero stati respinti alla frontiera con la Francia. «Dopo le festività, con l’apertura dell’ufficio Stranieri della questura, prevediamo che le presenze diminuiscano», ha spiegato Massimo Nisi, responsabile per la Liguria della Cri. «Qui è tutto sotto controllo, abbiamo allertato il sistema e l’organizzazione sta funzionando. Questi ragazzi hanno un viso sorridente nonostante tutto quello che hanno passato», ha raccontato Maria Luisa Gallinotti, dirigente della Protezione Civile della Regione Liguria.

In giornata, intanto, è atteso l’arrivo di altri 33 immigrati, che rientrano nel programma degli arrivi all’interno del piano di accoglienza ligure: provenienti da Catania, saranno ospitati all’Auxilium di San Teodoro, all’Arci in Valbisagno e al Don Orione dei Camaldoli.

Genova. La cittadella dei migranti
A Pasqua ne arrivano altri 110
 23 aprile 2011
Genova - E’ un po’ come il principio dei vasi comunicanti. Della disperazione. Continua a svuotarsi il centro di accoglienza per i migranti tunisini allestito a Cagliari in una struttura dell’Aeronautica militare in viale Elmas. Altri 110 profughi nordafricani hanno lasciato il centro e sono diretti in pullman a Porto Torres. Qui si imbarcheranno su un traghetto. destinazione Genova. Molti proseguiranno verso la Francia, altri rimarranno in città in attesa di scegliere la loro destinazione oppure perché hanno scelto l’Italia o di raggiungere la Germania o la Svizzera. Nella struttura alla periferia di Cagliari - spiega la la Questura isolana- restano ancora in attesa di ricevere il permesso di soggiorno elettronico 26 tunisini, mentre altri 12 connazionali, muniti di permesso e che hanno richiesto assistenza, sono ancora in attesa di essere collocati dalla Protezione civile regionale.

La cittadella della solidarietà in porto. Sono arrivati a Genova i 41 migranti provenienti dal centro di accoglienza di Catania. Tra loro ci sono anche tre donne di cui una in gravidanza. Le tre donne sono state accolte da un piccolo centro di solidarietà mentre altri 27 sono stati ricoverati in tre strutture sociali approntate dalla Regione. Dieci migranti sono stati accolti in un centro allestito a Santo Stefano Magra (La Spezia). Intanto è salito a 58 il numero dei migranti non ricompresi nel cosiddetto `piano di accoglienza´, che hanno trovato ospitalità nella sala chiamata della Compagnia unica dei portuali di Genova, gestita dalla Protezione civile e dalla Croce Rossa italiana.

Qui la loro notte è trascorsa senza particolari problemi, e molti oggi decideranno le loro prossime mosse: il 22enne Marwen, per esempio, è arrivato a Lampedusa un mese fa, dopo due giorni in mare, e adesso vuole tornare in Sicilia raggiungere i suoi amici a Palermo: «In questo momento vorrei solo i soldi per comprare un biglietto». Anche Gergis (20 anni) è arrivato un mese fa a Lampedusa, ora vuole andare in Francia in cerca di occupazione «perché in Tunisia lavoravo per un giorno e poi per un mese stavo a casa guadagnando in tutto dieci dinari, che equivalgono a cinque euro».  Al momento, nel centro ci sono dieci volontari della Protezione Civile e 25 della Croce Rossa, che hanno distribuito caffè, latte e colomba pasquale per la colazione del mattino. Nel centro sono state sistemate 50 brande e all’esterno sono stati sistemati dieci bagni chimici. È stato anche allestito un camper della Cri con otto docce e due lavandini per permettere ai migranti di lavarsi. Approntata e funzionante anche la cucina con l’ambulatorio mobile con un medico. Allestito anche il deposito idrico con lo “scarrabile” dei vigili del fuoco di Genova. Insomma una piccola cittadella della solidarietà allestita in poche ore «con il materiale della nostra colonna mobile, che stiamo peraltro potenziando al di là di questa emergenza, che ha sede alla caserma Gavoglio» spiega Guido Santini, responsabile ligure e del centro alla Sala San Giorgio, della Crim, il corpo militare della Croce Rossa.
Il pasto di oggi è stato a base di pasta, insalata di ceci, legumi e tonno: «Abbiamo fatto la spesa anche in base alle esigenze alimentari degli ospiti - ha detto Guido Santini, responsabile del corpo militare della Croce Rossa - Adesso stiamo comprando anche gli asciugamani e le saponette per permettere agli immigrati di usare le docce e abbiamo allestito anche la cucina da campo e un ambulatorio». Ieri sera Auxilium e Sant’Egidio avevano recuperato panini e altro per la cena vista l’emergenza della sistemazione.
Stamane oltre al volontariato i portuali hanno portato dolci e altro per la colazione in un clima di solidarietà non “pelosa”, ma concreta.
Il fronte sanitario è rassicurante, due profughi sono stati curati per degli ascessi ai denti e uno per una dermatite atopica, non quindi dovuta a problemi di scabbia. Del resto, nel loro disagio e nella loro particolare situazione di indigenza, gli immigrati difendono la loro dignità anche nelle piccole cose.
Oggi è stato fatto anche un piccolo censimento per gli abbigliamenti, tutti gli avvisi sono in arabo e in serata saranno distribuiti dei cambi di biancheria, soprattutto intima in base alle esigenze.

I nordafricani ospitati sono arrivati spontaneamente: alcuni sono in attesa di ricevere il permesso di soggiorno temporaneo, altri, secondo voci non confermate, sarebbero stati respinti alla frontiera con la Francia. «Dopo le festività, con l’apertura dell’ufficio Stranieri della questura, prevediamo che le presenze diminuiscano», ha spiegato Massimo Nisi, responsabile per la Liguria della Cri. «Qui è tutto sotto controllo, abbiamo allertato il sistema e l’organizzazione sta funzionando. Questi ragazzi hanno un viso sorridente nonostante tutto quello che hanno passato», ha raccontato Maria Luisa Gallinotti, dirigente della Protezione Civile della Regione Liguria.

In giornata, intanto, è atteso l’arrivo di altri 33 immigrati, che rientrano nel programma degli arrivi all’interno del piano di accoglienza ligure: provenienti da Catania, saranno ospitati all’Auxilium di San Teodoro, all’Arci in Valbisagno e al Don Orione dei Camaldoli.

Genova. Tunisia, riapre il consolato dopo le ultime proteste
 23 aprile 2011
Genova - Sono stati riaperti in via eccezionale questo pomeriggio gli uffici del consolato della Tunisia dopo la nuova protesta della mattinata di una ventina di stranieri, arrivati da Modena per il rinnovo del permesso di soggiorno, contro la chiusura stabilità per le festività, ma anche dopo la vivace contestazione di givoedì scorso con l’occupazione degli uffici di giovedì e la richiesta di dimissioni del console. Ad aprire gli uffici è stato lo stesso console Slaheddine Ben Abid con alcuni collaboratori.
La nuova protesta. Una ventina di cittadina magrebini, arrivati da Monza e da Modena, hanno protestato questa mattina sotto al consolato della Tunisia nel centro di Genova, in via Venti Settembre, chiuso dopo l’occupazione di due giorni fa e per tutto il periodo festivo.
Secondo quanto riferito dai carabinieri, i nordafricani si sono assiepati sul marciapiede davanti al palazzo, gridando alcuni slogan e chiedendo l’apertura degli uffici: sul posto sono intervenuti i militari, che li hanno identificati.
Dopo l’arrivo dei carabinieri, alcuni dei manifestanti si sono allontanati, mentre pochi altri hanno proseguito nella protesta.
Intanto, gli stessi militari hanno spiegato che nelle prossime ore sarà inviata in Procura una «corposa relazione» sull’occupazione avvenuta giovedì sera negli uffici del consolato: le forze dell’ordine hanno identificato tutti e venti i manifestanti che chiedevano le dimissioni del console, Slaheddine Ben Abid, accusato di essere troppo vicino al regime dell’ex dittatore, Ben Alì, e di non avere rinnovato il contratto a una dipendente della struttura. Comunque sia, non si è proceduto con denunce o segnalazioni, dal momento che lo stesso rappresentante diplomatico ha spiegato di «non essere mai stato minacciato o sequestrato dai manifestanti» e ha evidenziato che si è trattato di una «protesta per ragioni interne» e di avere chiamato i carabinieri solo perchè «gli occupanti non volevano lasciare la sede del consolare».

Lecce. Tensione a Manduria, incendiate 3 tende
Forse un gesto per ottenere il permesso
Ci sarebbero migranti non si curi di ottenere il via libera
La verifica dei vigili del fuoco: è un chiaro atto doloso
MANDURIA - Tre tende del centro d'accoglienza di Manduria sono state incendiate questa mattina. A quanto pare, i vigili del fuoco, che sono intervenuti per spegnere il rogo, hanno dichiarato che si tratta di un atto doloso. Si ignorano le ragioni del gesto dal momento che i trasferimenti degli immigrati alla stazione di Taranto stanno proseguendo con regolarità. Anche oggi numerosi migranti hanno potuto raggiungere lo snodo ferroviario jonico.

LE MOTIVAZIONI - Non è escluso che ad appiccare la fiamme alle tende (che al momento non erano occupate da persone, ma comunque erano dotate di letti, materassi e altri arredi) siano stati gruppi di tunisini ai quali non viene data la garanzia del permesso di soggiorno. La notizia è mantenuta con lo stretto riserbo da parte delle autorità presenti nel campo di Manduria. Secondo le fonti ufficiali, gli ospiti presenti sono 450 che dovrebbero essere trasferiti entro lunedì sempre nella stazione di Taranto affinché possano raggiungere la meta desiderata.
Nazareno Dinoi

Napoli. Centro di espulsione, gli immigrati interrompono lo sciopero della fame
A placare le proteste la possibilità di richiedere asilo politico e permessi di soggiorno per motivi umanitari
NAPOLI - Nell’ex caserma «Andolfato» di Santa Maria Capua Vetere da ieri Centro di identificazione ed espulsione la protesta degli immigrati si placa.
Secondo quanto conferma Paolo Monorchio, coordinatore regionale della Croce Rossa Italiana per l’emergenza profughi in Campania, i circa 200 tunisini ospiti «non hanno protestato, non hanno in queste ultime ore tentato la fuga e hanno anche interrotto lo sciopero della fame».

RICHIESTE DI ASILO POLITICO - Negli ultimi giorni, al centro di Santa Maria Capua Vetere, si erano registrate tensioni e forti proteste con lanci di sassi contro la polizia e diversi tentativi di fuga. A calmare gli animi, spiega anche la Caritas, la presentazione delle richieste di asilo politico e del permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari: una procedura che potrebbe riservare qualche chance agli immigrati di non essere espulsi. Intanto, quindici immigrati sono stati trasferiti ai Cie di Bologna, Modena e Bari.

Bozen. Alpenverein: il dossier dei carabinieri
Sul sito dei sentieri 1.054 nomi solo in tedesco, Vetta d'Italia in Austria per evitare l'italiano
di Susanna Petrone
BOLZANO. Cartelli monolingui: presto il perito Roberto Pallaver consegnerà in Procura i risultati delle sue valutazioni, sulla base di una dettagliata relazione consegnata dai carabinieri. I documenti in mano al perito confermano nero su bianco quanto anticipato nei mesi scorsi dell'Alto Adige in merito ai contribuiti dati dalla Provincia all'Alpenverein per la digitalizzazione dei sentieri: 3 milioni 844.660 per la realizzazione del sito web. Digitalizzazione che però - stando alla relazione dei carabinieri - non è stata fatta senza rispettare il bilinguismo. Il perito dovrà inoltre stabilire se parte di questi fondi sono stati utilizzati per la sistemazione dei cartelli monolingui sui sentieri (cosa sempre negata dai vertici dell'Avs).

 Nella loro relazione, i carabinieri sottolineano che anche sul sito (www.trekking.suedtirol.info) - per il quale sarebbero stati spesi i soldi ricevuti nell'ambito del programma «Obiettivo 2» dell'Unione europea e della Convenzione stipulata con la stessa Provincia di Bolzano che prevedeva il rispetto del bilinguismo-, diversi nomi non sono stati tradotti in italiano. Complessivamente i carabinieri, coordinati dal colonnello Andrea Rispoli, hanno individuato 1.054 toponimi che non sono stati tradotti o solo in maniera incompleta, riportando il nome della «malga» o della località sempre e solo in tedesco, anche se sulle cartine ufficiali è presente una versione italiana.

 L'intera documentazione, trasmessa in Procura nei mesi scorsi, viene ora verificata dal dottor Pallaver che presto consegnerà al procuratore capo Guido Rispoli la propria perizia. Gli esperti dell'Arma hanno inoltre individuato sul sito internet alcuni punti geografici - passi o vette - che stranamente sono finiti «ausserhalb Südtirol» (fuori dall'Alto Adige) e quindi in Austria, anche se ufficialmente fanno parte dell'Italia. Si tratta di 43 toponimi che non sono stati tradotti in italiano, e di altri 4 che secondo l'istituto geografico militare di Firenze non hanno un corrispettivo italiano, ma ugualmente fanno parte dell'Italia. In parole povere: dal sito creato dall'Avs sono 47 - tra vette e passi - le località italiane diventate «austriache». Prima fra tutte la Vetta d'Italia. Un escamotage per evitare l'obbligo di bilinguismo previsto dalla convenzione con l'Unione europea, e non
incorrere nella sospensione dei fondi pubblici.
 I carabinieri sottolineano che la digitalizzazione sul web è stata finanziata all'80 per cento con fondi pubblici (50% comunitari, 35% statali e 15% provinciali), mentre le associazioni che si sono occupate della manutenzione dei sentieri avrebbero contribuito al restante 20 per cento. Proseguono dunque le indagini sugli oltre 3,8 milioni di euro dell'Avs ricevuti dalla Provincia. L'inchiesta sui cartelli monolingui era scoppiata due anni fa a seguito di esposti e segnalazioni arrivati in Procura. Anche se alla fine dovesse risultare che i soldi sono stati effettivamente usati solo per la digitalizzazione (e non anche per la segnaletica), i guai potrebbero comunque non finire per l'Alpenverein. La Provincia, infatti, potrebbe dovere chiarire davanti ai giudici della Corte dei conti come mai sia stato assegnato così tanto denaro e se l'operazione era veramente necessaria visti i costi elevati. Come detto, risulta anche che sul sito internet 1.054 toponimi sono riportati - sulla pagina italiana - solo ed esclusivamente in tedesco.

 L'Alpenverein, in qualità di incaricato di un pubblico servizio, rischia sanzioni pesanti secondo l'articolo 328 del codice penale: «Il pubblico ufficiale, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che deve essere compiuto, è punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni».

Vicenza. Botta federalista «Costerà di più comprare l'auto»
 SORPRESA. Il decreto fiscale del governo prevede forti rincari dell'Ipt
 La scoperta del consigliere provinciale Pd Quero «Sui passaggi di proprietà aumenti fino al 600% È una batosta anche per le aziende di trasporto» MATTEO QUERO
Alessandro Mognon
VICENZA
Il federalismo fiscale del "paroni a casa nostra", quello che dovrebbe far risparmiare il cittadino contro l'avidità dello Stato centralista, non ama gli automobilisti.
Un'amara scoperta nascosta tra le righe del decreto legislativo che fa lievitare la vecchia Ipt, l'Imposta provinciale di trascrizione, a seconda della potenza della macchina. E così chi entro fine maggio comprerà una normalissima Punto 1.3 multijet dovrà sborsare oltre cento euro in più rispetto ad oggi.
Tutti soldi destinati alle casse delle Province.
«Il federalismo fiscale aumenterà le tasse per i cittadini? Più che un'ipotesi è una certezza».
La domanda retorica se la fa Matteo Quero, consigliere provinciale vicentino del Pd che ha scoperto la stangata spulciando fra le righe del decreto legislativo, grazie anche al suo lavoro nelle pratiche auto: «Il comma 5 bis del decreto cambia radicalmente le regole relative all'Imposta provinciale di trascrizione (Ipt) - spiega -. Se fino ad oggi chi immatricolava un auto o un mezzo di trasporto per uso personale o lavorativo era tenuto a pagare l'imposta in misura minima fissa, con le nuove norme l'importo varierà in misura proporzionale alla potenza, per le autovetture, e alla portata, per i mezzi di trasporto».
Le nuove norme riguardano i mezzi con una potenza superiore ai 53 kw: «Già chi ha una potenza di 54 kw pagherà di colpo, rispetto all'imposta attuale, un 26% in più: 47 euro per i residenti nella provincia di Vicenza. Ad ogni kw di potenza, l'imposta salirà di 5 euro: 72 euro quindi di spesa in più per chi ha un'auto con 60 kw di potenza, 114 euro per i 70 kw, 156 euro per gli 80 kw, e via crescendo».
«Si tratta di un colpo secco che colpisce le tasche di tutti i cittadini - continua Quero - e di chi lavora sui mezzi di trasporto. E una scelta che non aiuta chi, produttori o concessionari, opera nel settore. Questa norma è sicuramente una manna per le Province, che incassano il tributo, ma è una stangata fiscale per i cittadini e le aziende, per giunta nascosta tra le righe delle norme sul federalismo fiscale. Non solo Lega e Pdl mettono le mani nelle tasche degli italiani, ma lo fanno anche nel modo più odioso: di nascosto e toccando uno dei beni più diffusi».
Insomma se fino ad oggi si pagava tutti la stessa cifra per l'Ipt (con qualche differenza a seconda delle province), adesso occhio ai kilowatt.
Anche perché se è vero che a pagare fino al 600% in più saranno Ferrari e mega Suv con poco dolore per i proprietari, il nuovo tributo colpisce soprattutto le cilindrate medie.
E chi voleva un'Alfa 147 ora pagherà 351 euro invece dei vecchi 196. Ma anche una Fiat Croma può diventare un salasso con oltre 250 euro in più rispetto a prima.
E non saranno contente neanche le piccole imprese di trasporto che per autocarri e furgoni pagheranno il 300% in più. In fondo per capire l'atmosfera basta leggere cosa ne pensano i lettori sul sito di Quattroruote, con centinaia di commenti che vanno da "basta!" a "politici ladroni", "vergogna" "bisogna cacciarli" e l'ironico "volevate il federalismo?".
Cosa significa in soldoni l'aumento dell'Ipt, ad esempio per la Provincia di Vicenza? «Significa 2-3 milioni in più l'anno rispetto ai 15 che incassa oggi dalle tasse auto - dice Quero -. Certo mi chiedo cosa succederà quando qualcuno andrà a pagare la macchina nuova e si vedrà chiedere 2-300 euro in più.
La gente va informata. Come le aziende: un camion che fa 400-450 kw pagherà anche 1000 euro. E se questo è il federalismo fiscale, cosa succederà con quello municipale?».

Brescia. Fermi i consumi delle famiglie Vanno bene solo i discount
 COMMERCIO. L'Istat: vendite al dettaglio a febbraio invariate rispetto a un anno prima. Solo un +0,1% su gennaio
 Male gli ipermercati che tra gli esercizi segnano il calo più marcato: -2,2% annuo. Preoccupate la Confcommercio e le associazioni dei consumatori
23/04/2011
ROMA
Consumi ancora al palo. Le vendite al dettaglio non ripartono e a febbraio risultano invariate rispetto a un anno prima. Un timido segnale arriva dal confronto mensile, che indica un +0,1% rispetto a gennaio. E mentre i prodotti non alimentari arrancano, gli alimentari provano a tenere: ma a fare bene sono solo i discount, gli unici che segnano vendite in rialzo (+1,5% annuo). Male gli ipermercati che, tra gli esercizi, contano il calo più marcato (-2,2% annuo). A dirlo è l'ultima rilevazione dell'Istat.
A febbraio le vendite di prodotti alimentari sono aumentate dello 0,3% in termini tendenziali e dello 0,2% in termini congiunturali. Si rinuncia al superfluo. Così, se nel complesso per i no-food esse sono diminuite dello 0,1% su base annua e sono rimaste invariate su base mensile, sono soprattutto i prodotti meno essenziali a farne le spese. Non sembra un caso che la contrazione più ampia si evidenzi per le vendite dei supporti magnetici - dai cd ai dvd - e strumenti musicali, con un -7% rispetto a un anno prima. A seguirli gli elettrodomestici, radio, tv e registratori (-1,9%), e i giochi insieme alle attrezzature per sport e campeggio (-1,5%).
PIÙ MEDICINE. Al contrario, aumentano gli acquisti dei prodotti farmaceutici, che segnano l'aumento annuo più sostenuto (+1,4%). Tra le performance positive, anche le vendite di utensileria per la casa (+0,7%) e le calzature (+0,6%).
Tornando a guardare le diverse tipologie di esercizi, in generale, le vendite nella grande distribuzione registrano una diminuzione dello 0,3% annuo, mentre aumentano dello 0,1% annuo nei piccoli negozi.
Va bene solo il discount, commenta la Cia, la Confederazione italiana agricoltori, perché le famiglie continuano a tirare la cinghia e cercano le promozioni e i prezzi più bassi.
Dopo l'inizio d'anno negativo, con gennaio contrassegnato da tutti meno, manca comunque uno scatto in avanti. Tanto che Confcommercio parla di un quadro generale che «continua ad essere caratterizzato da accentuata debolezza dei consumi; dato che si riflette sull'intero sistema economico determinando tassi di sviluppo contenuti, e conferma il permanere di una ripresa a due velocità per le imprese che operano sul mercato estero, in ripresa, e quelle che vivono prevalentemente di domanda interna, in sofferenza».
SOS DEI CONSUMATORI. I segnali di «ristagno» sono ancora «estremamente preoccupanti» per l'economia del Paese, commentano Adusbef e Federconsumatori, che ribadiscono la necessità di «rilanciare la domanda di mercato» per «una vera ripresa».
L'andamento dei consumi nella prima parte di quest'anno conferma, quindi, l'analisi di Bankitalia che nel recente bollettino statistico aveva sottolineato che «le famiglie italiane restano prudenti, e in un contesto caratterizzato da un mercato del lavoro ancora stagnante e da pressioni al rialzo sui prezzi, la dinamica dei consumi non può migliorare all'inizio di quest'anno».
Gli esperti dell'istituto di via Nazionale avevano anche sottolineano che «il clima di fiducia, in progressivo miglioramento nella seconda metà del 2010, ha segnato un'inversione di tendenza all'inizio di quest'anno».

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