domenica 13 novembre 2011

L’Italia cerca letto libero in ospedale

di Daan Ballegeer – 6 novembre 2011
Pubblicato in: Belgio
[Articolo originale "Italië in het hospitaal op zoek naar een vrij bed" di Daan Ballegeer]
Traduzione di ItaliaDallEstero.info


Non sparate sul pianista.

Il collega Ben Serrure ha lanciato molto bene questo schietto messaggio in un bell’editoriale su Bear&Bull. Il titolo è molto appropriato: ‘L’avvocato del diavolo’ (Ben è, tra le altre cose, un giurista). Ne scelgo un breve frammento:
I mercati finanziari sono un ottimo barometro per giudicare la gravità della situazione. Se il tasso d’interesse italiano sale, non è perché una banda di vampiri ha sentito odore di sangue e vuole assolutamente distruggere Roma. No, il motivo è che l’Italia è mal messa economicamente, ha troppi debiti e un governo che, come nel proverbio, non è in grado di fare un buco nemmeno in un panetto di burro.
In effetti è comprensibile che l’Italia si ritrovi sotto il fuoco incrociato dei mercati. Dall’introduzione dell’eurozona nel 1999 il Paese ha avuto un (reale) tasso di crescita rachitico dello 0,6 per cento all’anno in media. Questo tasso di crescita dovrebbe però essere almeno due volte maggiore per poter ridurre il debito pubblico del 120 per cento del PIL, cosa che non sarà in ogni caso possibile l’anno prossimo. Al contrario, secondo le stime il PIL diminuirà dell’1,5 per cento nel 2012.
È quindi semplicemente logico che gli investitori abbiano seri dubbi sulla gestione economica nello Stivale.
“Sono necessarie riforme strutturali, proprio come in Grecia, ma queste riforme possono causare massicci scioperi, che a loro volta contrasterebbero la crescita”, spiega Bruce Kasman, economista della grande banca americana JPMorgan. “L’Italia avrà sempre più problemi a far affluire capitale, ma sarà difficile riuscire a trovare un letto libero nell’ospedale della liquidità europea. Gli italiani non se l’aspettavano. Inoltre il fondo d’emergenza allargato EFSF è fragile, visto che le opzioni per aumentare le sue risorse con una specie di leva fiscale non sembrano poi tanto credibili.”

Una cosa vergognosa
L’Italia però gira già per i corridoi dell’ospedale della liquidità, e c’è quindi bisogno di donatori. “Le economie emergenti non hanno nessuna voglia di pompare soldi in una costruzione fuori bilancio per aiutare gli europei, ma sembra che siano disposti a mettere a disposizione dei soldi attraverso i canali del Fondo Monetario Internazionale (IMF)”, spiega Kasman.
Personalmente continuo a trovare assolutamente vergognosa l’idea di un’operazione estera di salvataggio dell’eurozona. Non significa che non abbiamo i soldi per farlo noi stessi, è che semplicemente non vogliamo metterli a disposizione. Preferiamo così andare a chiederli a Paesi dove sarebbe meglio utilizzarli per implementare sistemi di previdenza sociale e per combattere la povertà.
Tipico di questa mentalità egocentrica è questo articolo del Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), nota bene un quotidiano tedesco di qualità: ‘Ora cercano persino di rubarci il nostro oro’ è il tono dell’articolo.
Cosa sta succedendo esattamente? Ebbene, i politici tedeschi sono molto preoccupati dal fatto che le loro riserve auree vengano utilizzate per finanziare l’EFSG. La cancelliera Angela Merkel ha già fatto capire che ciò è fuori questione. Il motivo è facilmente riassumibile con il testo che accompagna la foto sul sito web del FAZ: ‘Die Goldreserven der Bundesbank sind Eigentum der deutschen Bürger; sie werden von der Bank nur verwaltet’(Il cittadino è proprietario delle riserve auree. La Banca Centrale Tedesca ne è solamente il custode). Ed il cittadino tedesco è arcistufo di spedire i soldi del proprio paese all’Europa.

Le riserve valutarie
Secondo varie fonti, durante il summit del G20 a Cannes alcuni partecipanti dalla parlantina facile hanno lanciato la proposta di usare le riserve auree per rimpinguare l’EFSF. Si tratterebbe dei presidenti francese e americano, Nicolas Sarkozy e Barack Obama, oltre che del premier inglese David Cameron.
“Alcuni partecipanti hanno posto la domanda se non sia il caso di usare gli speciali diritti di emissione (STR, una specie di valuta quasi reale emessa dal FMI, N.d.R.) per aumentare l’efficacia dell’EFSF’, ha ammesso il portavoce del governo tedesco, Stefan Seibert. “Ma la proposta è stata bocciata dalla Germania.” A prima vista la cosa sembra strana. La Germania preferisce proprio farsi prestare denaro dal FMI per finanziare l’EFSF, piuttosto che usare i propri fondi nell’IFM per togliere i Paesi dell’eurozona dai guai?
Il collega Kurt Vasteeland viene in soccorso. “Ho un sospetto. La Merkel, la scorsa settimana nel Bundestag, ha sottolineato ancora una volta che gli attuali 211 miliardi di euro che la Germania ha dato come contributo al fondo di emergenza, a titolo di ‘proprio capitale’, sono il limite massimo. Tale parola data è stata cruciale per far sì che il parlamento accettasse i giochi di prestigio per il fondo di emergenza. E limite massimo significa proprio limite massimo. Non ci sarà nessun ulteriore contributo tedesco al fondo di emergenza, sia che il contributo sia in euro, sia che sia in STR o in lingotti d’oro”.
A quanto pare nell’ospedale europeo le operazioni sono soprattutto di facciata. Anche se forse, data la situazione attuale, sarebbe più appropriato chiamarlo ‘ospedale psichiatrico’.




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