sabato 23 aprile 2011

Federali-Sera. 23 aprile 2011. Caserta - Il centro, allestito nella caserma in questa settimana santa, si è improvvisamente trasformato in un centro di identificazione ed espulsione. Una vergogna e un dramma. Quel luogo, a causa di scelte scellerate e disumane, sta diventando il nuovo Golgota. Noi vogliamo esserci per dire che: non c’è differenza tra il Cristo crocifisso e "questi" nostri fratelli crocifissi.

Campagna elettorale, inserti pubblicitari:
No ai migranti. La Francia vuole sospendere il trattato di Schengen
Immigrati: Francia ad Ue, nessuna sospensione Schengen
Brescia. Stranieri in classe, sono il 16%, sempre più spesso al liceo
Genova. I portuali ospitano i migranti tunisini
Genova. “San Giorgio” apre le porte del porto ai profughi
Capua Vetere: «La tendopoli è diventata Centro di identificazione ed espulsione»
Napoli, Morcone: rifiuti sono emergenza elettorale. Iervolino denunci
Modena. Maxi evasione fiscale a Carpi
Treviso. Raddoppia la tassa provinciale sulla compravendita di auto
Vicenza. “Faccetta nera” insegnata agli studenti delle medie: è polemica


No ai migranti. La Francia vuole sospendere il trattato di Schengen
A causa dei flussi straordinari dalla Tunisia e dalla Libia
MILANO - La Francia sta prendendo in considerazione l'ipotesi di sospendere il trattato di Schengen, che autorizza la libera circolazione all'interno dei Paesi Ue aderenti, a causa del flusso straordinario di migranti dalla Tunisia e dalla Libia. «Ci sembra che abbiamo bisogno di mettere a punto su un meccanismo che ci consentirebbe, nel caso di sistematiche difficoltà ad una delle frontiere esterni dell'Ue (l'Italia), di intervenire con una sospensione temporanea fino a quando dureranno i problemi», ha spiegato la fonte dell'Eliseo.

Immigrati: Francia ad Ue, nessuna sospensione Schengen
Roma, 22 apr (Il Velino) - La Francia ha fatto sapere all'Unione europea di non avere intenzione “di sospendere il trattato di Schengen” e ha escluso la possibilità che vengano introdotti “controlli alle frontiere interne”. Lo ha precisato Michele Cercone, portavoce della Commissaria europea per gli affari interni Cecilia Malmstrom. L’argomento sarà comunque discusso martedì 26 aprile a Roma durante l’incontro tra le autorità francesi e quelle italiane.
(red/glv) 22 apr 2011 21:57

Brescia. Stranieri in classe, sono il 16%, sempre più spesso al liceo
 Ore: 09:00. sabato, 23 aprile 2011. Sono il 16% del totale, se si considerano tutte le scuole di ogni ordine e grado. Scendono – ma di poco – al 12,7% se si parla solo di superiori (6.871 ragazzi su una popolazione scolastica di 47.081 unità). Qui, tra l’altro, frequentano sempre più spesso i licei (12,37%), la formazione  tradizionalmente più orientata ad un prosieguo degli studi.

 Questa la fotografia degli alunni stranieri nel Bresciano. Dati che pongono la nostra provincia al secondo posto solo rispetto a Milano. E che a fronte di una forte variabilità - tra gennaio ed agosto 2010 gli arrivi ad anno già avviato nelle scuole dell’obbligo sono stati pari a 900 unità, da 56 nazionalità differenti – raccontano di un quadro decisamente più articolato e poliedrico di quello che talvolta emerge da singole clamorose vicende di cronaca.

E di fronte al quale, come spiega Maria Rosa Raimondi, dal 2009 dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, la scuola bresciana da anni è attiva “in una normalità del quotidiano che è fatta di incontri, di confronti, di impegno”.

Genova. I portuali ospitano i migranti tunisini
 22 aprile 2011 Marcello Zinola-Isabella Villa. Genova - Sono arrivati una manciata di minuti prima delle 21 alla Sala San Giorgio, una delle sale della compagnia unica dei portuali dove è stato allestito, con la Protezione Civile e la Croce Rossa, un dormitorio che, per ora, ospita 40 profughi tunisini, ma l’allerta è per un centinaio considerando che su Genova potrebbero “rimbalzare” anche migranti respinti dalla Francia dove, come noto, le autorità non si accontentano dei permessi rilasciati in Italia, ma chiedono 32 € come disponibilità economica per raggiungere eventuali parenti o 62 se il migrante è solo.
La Compagnia portuale ha deciso in poco tempo e all’unanimità del suo consiglio, di dare la disponibilità, rinviando o annullando un paio di iniziative di intrattenimento che erano previste per la serata di sabato: «è la nostra storia di solidarietà» ha detto il console Antonio Benvenuti «Paride Batini avrebbe fatto lo stesso» rispondendo all’appello del presidente della regione, Claudio Burlando e della protezione civile . Per ora si tratta di una disponibilità di tre giorni, il tempo stimato per il rilascio dei permessi, ma l’emergenza potrebbe allargarsi proprio per i respingimenti che la Francia sta operando al confine di Ventimiglia.

Alla Sala San Giorgio potrebbero anche arrivare una parte dei migranti attesi per sabato. «Non ci sono stati problemi, eravamo tutti d’accordo» ha aggiunto il console Benvenuti. Rinviata la settimanale festa da ballo del Circolo Luigi Rum dove erano previste 500 persone: «sarà per un’altra volta» ha detto il console.

Sul posto operano i volontari del soccorso e le infermiere volontarie, le “crocerossine” della Croce Rossa di Genova. Mobilitati i volontari dell’Arci, dell’associazione il Cesto, mentre Sant’Egidio è stata allertata per procurare dei panini per la cena. «Vediamo l’evoluzione delle esigenze, ma siamo in grado di gestire, se serve anche una cucina oltre a garantire i servizi igienici e le docce» ha spiegato Francesca Ministeri che coordina l’intervento delle infermiere volontarie della Cri di Genova.
Il console Antonio Benvenuti ha confermato «che la scelta è stata unanime e condivisa, ci sarà qualcuno che magari mugugnerà, ma abbiamo glielo spiegheremo, abbiamo dato una risposta solidale, senza tentennamenti e nella nostra storia»

I migranti arrivati nella serata di venerdì erano da alcuni giorni a Genova, erano fuggiti dalla Tunisia e una volta in Italia, dai centri di accoglienza e non sapevano della decisione dei permessi rilasciati per l’espatrio.

Genova. “San Giorgio” apre le porte del porto ai profughi
 23 aprile 2011 Genova - «Questa è la nostra storia di solidarietà». Antonio Benvenuti, console della Compagnia Portuale, ha risposto così nel pomeriggio, quando il presidente della Regione Claudio Burlando, e la protezione civile, gli hanno chiesto la disponibilità di una sala della “compagnia” per ospitare i profughi. «Paride (Batini) avrebbe fatto lo stesso». I profughi arrivano alle 20.58, accompagnati da Alessandra Ballerini, avvocato e Marco Montoli dell’Associazione Il Cesto. Arrivano mentre la Croce Rossa genovese sta allestendo il dormitorio nella sala San Giorgio, dedicata ai caduti del lavoro.

I primi sono 35, alle 23 saranno, 40, una processione sotto la prima pioggia della serata, nella penombra, un po’ surreale. Quasi l’altra faccia dolente della processione del Venerdì Santo che si dipanava in centro. Sono poco più di trenta: «Quelli che in questi giorni si sono arrangiati come potevano che hanno chiesto aiuto al Cesto, all’Arci, alla Caritas e che stavano nel centro storico» spiegano Alessandra Ballerini e Stefano Kovac. Ore 20.58, appunto. I profughi arrivano. L’allerta era scattato poco dopo le 17, alle 19 era stata mobilitata la Croce Rossa. I primi entrano e chiedono dell’acqua, altri delle sigarette che arrivano da alcuni portuali e dai fotografi. Raccontano storie di una fuga «quando in Tunisia è scoppiato il casino». Uno, avrà non più di 20-25 anni, alza i jeans e mostra una medicazione: «Sono stato ferito dalla polizia negli incidenti». Loro sono arrivati quasi tutti con i vari barconi e poi sono scappati. «France, Allemagne» dice uno a specificare di volere andare da dei parenti in Francia e Germania. Quando sono scappati dopo l’arrivo in Italia e il transito in un Cie, non sapevano dei permessi temporanei. Si radunano per un primo censimento con Francesca Ministeri, infermiera volontaria della Croce Rossa e Federica Bonelli, responsabile del Volontari del Soccorso della Cri, che fanno uno screening sanitario di massima. Un ragazzone alto due metri ha una guancia gonfia in modo impressionante. E subito quelli della Cri provvedono a organizzare una visita e una terapia.

La previsione della permanenza è di tre giorni «ma - spiega Alessandra Ballerini - ci stiamo preparando al peggio nel senso che potrebbero essere “rimbalzati” qui molti dei respinti dai francesi perché non hanno i 62 euro in tasca, richiesti per potere permanere oltralpe». Tre giorni, il tempo utile per chiedere e ottenere i permessi, ma solo ieri la Questura ha ricevuto cento domande. Il console Benvenuti precisa: «Non ci sono stati problemi in consiglio, tutti d’accordo. È la nostra storia di solidarietà. ci hanno detto che stasera erano una trentina, ma si parla di un centinaio». Tre giorni che potrebbero non bastare: «Adesso vediamo, lo spiegheremo ai soci, ai lavoratori. Siamo lo specchio della società, ci sarà chi mugugna perché ha già vissuto una esperienza simile nel suo quartiere, ma bisogna avere il coraggio di fare delle scelte». Lì, una volta al mese, nella sala chiamata più grande si radunano da anni i musulmani per la loro preghiera «senza problemi». La scelta della Compagnia «è stata eccezionale- spiega Marco Montoli del Cesto - perché alleggerisce la pressione sui cittadini, spiega che si può fare accoglienza in modo mirato e razionale».

La Comunità di Sant’Egidio è stata allertata per avere dei panini per la cena, da domani (oggi per chi legge), «e se sarà necessario siamo in grado di gestire anche un servizio di cucina» aggiunge sorella Ministeri, della Cri.

Capua Vetere: «La tendopoli è diventata Centro di identificazione ed espulsione»
Sciopero della fame e tentativi di fuga, cambia lo status da Centro accoglienza a Cie. La Caritas: manca dignità
CASERTA - Da Centro di accoglienza, a Centro di identificazione ed espulsione, cambia lo status giuridico del campo profughi allestito nell'ex caserma Andolfato a Santa Maria Capua Vetere. A darne notizia è la Caritas di Caserta. Dalla mattinata di oggi l’ingresso «è di nuovo proibito perché la natura giuridica del campo è cambiata» annuncia l'opera di carità cattolica. Il direttore della Caritas, don Antonello Giannotti, che era stato fatto eccezionalmente entrare questa mattina «è stato invitato a uscire, mentre si impediva l’accesso agli avvocati che potevano offrire assistenza agli immigrati».

Tensioni e disordini, con lancio di sassi contro la polizia, si erano verificati nella notte all'interno della tendopoli che accoglie i profughi provenienti da Lampedusa. «I fatti testimoniano una gestione confusa, discutibile e non pienamente rispettosa della dignità delle persone coinvolte» secondo la Caritas.

Si sono registrati tentativi di fuga anche oggi dall’ex caserma Andolfato. All'interno sono ospitati poco più di 210 immigrati e due giovani, dopo essere caduti dal muro di cinta alto oltre cinque metri sono stati ricoverati in ospedale. Da lì, un immigrato, nonostante la diagnosi di «coma leggero», è riuscito comunque a fuggire e a far perdere le proprie tracce. L’altro immigrato è stato riportato nell’ex caserma. Al momento, secondo quanto si è appreso, sono tre i tunisini che sono riusciti a fuggire.

Questa sera alle ore 21 e 30 una via crucis si svolgerà lungo «le mura-recinto della caserma Andolfato dove si trovano rinchiusi circa 210 tunisini in attesa di rimpatrio forzato». È quanto sottolineano i promotori dell’iniziativa, la comunità Rut delle suore orsoline. «Il centro, allestito nella caserma in questa settimana santa, si è improvvisamente trasformato in un Cie (centro di identificazione ed espulsione). Una vergogna e un dramma. Quel luogo, a causa di scelte scellerate e disumane, sta diventando il nuovo Golgota. Noi vogliamo esserci per dire che: non c’è differenza tra il Cristo crocifisso e "questi" nostri fratelli crocifissi», conclude la nota.

Napoli, Morcone: rifiuti sono emergenza elettorale. Iervolino denunci
La replica del primo cittadino: già fatto
Napoli, 22 apr (Il Velino/Il Velino Campania) - “L'emergenza rifiuti è un'emergenza elettorale. La vergogna che vediamo in città in questi giorni ha precise della Regione e soprattutto dell'assessore Paolo Romano. Mi aspetto che il Sindaco Iervolino lo denunci pubblicamente”. Lo ha dichiara Mario Morcone, candidato del centrosinistra a sindaco di Napoli durante la conferenza stampa indetta dopo una giornata dedicata alla drammatica situazione dei rifiuti in città. A stretto giro è arrivata la replica piccata del primo cittadino in carica con una nota stampa. “Mi dispiace che il prefetto Morcone sia appena arrivato a Napoli, non conosca le situazioni e non legga le agenzie. Sono mesi che denuncio con forza e precisione la responsabilità del competente Assessore regionale”. Mario Morcone in mattinata, dopo un sopralluogo nei quartieri, ha chiesto di incontrare l'assessore comunale Paolo Giacomelli, il presidente dell'Asia Claudio Cicatiello con i quali si è recato presso il deposito mezzi Asia di via Volpicella, visionato le documentazioni ed ha poi indetto una conferenza stampa per commentare i dati in suo possesso.

 “Gli spazi per scaricare i rifiuti ci sono. E invece i camion vengono bloccati per ore intere, per tutta la notte, senza poter scaricare. I numeri parlano chiaro: avremmo dovuto scaricare 1350 tonnellate e ne abbiamo scaricate 900. Nulla oggi a Santa Maria, solo 250 tonnellate a Giugliano sulle 900 autorizzate, 180 a Caivano su 300..e così dappertutto – racconta Morcone che è in contatto con il Prefetto De Martino - la verità è che c'è un problema di trasparenza sulla gestione dei flussi, finché c'era il generale Morelli (che è stato responsabile del Commissariato emergenza rifiuti, ndr) questo non accadeva, sapevamo quando, quanto si scaricava e dove”. “Con l'assessore Romano da un anno a questa parte non sappiamo più nulla, neppure cosa accade al termovalorizzatore di Acerra che lavora a scartamento ridotto. Sicuramente però quando verrà Berlusconi a chiudere la campagna elettorale sarà tutto pulito”.

 Mario Morcone affonda ancora contro la Regione amministrata dal centrodestra: “Romano dovrebbe fare un passo indietro, l'impressione è che ci sia una faziosità nei confronti di Napoli. Non voglio fare il leghista del sud, ma questo è nei fatti. Sicuramente se ci fosse stato Morelli questi problemi a Pasqua non li avremo avuti. Non certo perché io sia favorevole al commissariamento , ma sicuramente sono per un ritorno all'assoluta trasparenza nella gestione dei flussi. Mi dispiace, e lo dico con rispetto, che il sindaco Iervolino non denunci con forza questa situazione”. In generale sulla questione rifiuti Morcone riconosce che il Comune “ha certamente le sue colpe, soprattutto perché non è riuscita a fare la differenziata. Occorrono impianti di compostaggio. L'importante sarà cominciare subito, anche con una macro differenziata, il porta a porta sarà il passo successivo. Intanto cominciamo tutti far rispettare le ordinanze comunali su cartoni e imballaggi”.
(rep/com) 22 apr 2011 18:42

Modena. Maxi evasione fiscale a Carpi
 La Finanza scopre 30 milioni
Un'indagine delle Fiamme Gialle ha scoperto 30 milioni di euro mai dichiarati per le tasse. i responsabili avevano anche distrutto i libri contabili
CARPI. Un'evasione fiscale per oltre trenta milioni è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Carpi (Modena). Otto persone sono state denunciate per occultamento e distruzione delle scritture contabili, oltre che per omessa e infedele dichiarazione. Le Fiamme Gialle sono riuscite a ricostruire l'attività illecita di un'organizzazione che, a partire da due società del settore trasporti e facchinaggio, costituiva e gestiva cooperative e consorzi poi portate volutamente al fallimento. Mantenendo posizioni di bassa responsabilità all'interno delle nuove società create, chi aveva architettato l'evasione riusciva a distruggere le scritture contabili e poi distraeva dal patrimonio societario il denaro che sarebbe stato dovuto al fisco, così come quello per i contributi previdenziali e assistenziali. Il sistema smantellato dalla Finanza ha visto poi l'impiego di prestanome che dietro compensi irrisori sottoscrivevano documenti sociali e amministrativi. Queste figure erano reclutate tra persone in difficoltà economica e senza particolari qualifiche professionali, per convincerli più agevolmente a prestarsi a questo compito. 22 aprile 2011

Treviso. Raddoppia la tassa provinciale sulla compravendita di auto
Nuovo salasso in arrivo per gli automobilisti, trevigiani e non solo. Secondo quanto previsto nel decreto legge approvato il 31 marzo scorso dal governo Berlusconi ci saranno rincari di oltre il 100 per cento sulle tasse legate alle compravendite degli autoveicoli, a causa degli aumenti dell'Ipt, l'imposta per la trascrizione delle vetture nuove. Ben 80.370 le operazioni di questo genere effettuate ogni anno in provincia di Treviso, corrispondenti a oltre 17 milioni di euro versati alla Provincia.
La nuova stangata ha il sapore della beffa secondo gli esperti del mercato automobilistico e le associazioni dei consumatori.
 Alla luce di quanto descritto nel decreto legge sul federalismo regionale, l'Ipt - una delle tasse più avversate degli ultimi anni - non solo non sparirà come chiesto più volte, ma in molti casi raddoppierà la cifra richiesta ogni qual volta si comprerà una macchina nuova.
 Gli esempi fioccano nel sito della rivista di automobilismo Quattroruote, decisa a portare avanti una campagna contro i nuovi aumenti.
Secondo gli importi attuali un automobilista che acquisterà una Volkswagen Golf 1.6 Tdi dal prezzo di listino di 22.850 euro pagherà di Ipt 352 euro invece dei 196 che pagava prima, il 79,6% in più.
 Un altro che ad esempio acquisterà un'Alfa Romeo 159 2.0 Jtdm, vettura che costa 29.900 euro, pagherà di Ipt 571 euro invece dei 196 che paga oggi, il 191,3% in più.
 Una tegola che cade improvvisa anche sulla testa degli automobilisti trevigiani, grandi acquirenti di auto con oltre 80 mila trascrizioni all'anno, che valgono un tesoretto pagato alla Provincia, che potrà sfregarsi le mani una volta entrato in vigore il nuovo balzello, che elimina l'importo fisso dell'Ipt compreso tra 151 e 196 euro scegliendo un sistema a doppio binario.
 Da una parte ci sono le auto fino a 53 chilowatt di potenza per le quali rimarrà l'imposta fissa. Dall'altra ci saranno invece quelle con potenze superiori a 54 chilowatt, per le quali verrà introdotto un sistema di imposizione proporzionale alla potenza: da 3,5 a 4,5 euro per ogni chilowatt, forbice entro la quale potranno scegliere le amministrazioni provinciali.
 Il decreto azzera il vantaggio fiscale che era riservato a chi acquistava un'auto nuova rispetto a quella usata, salvo essere eventualmente modificato nei successivi passaggi che lo porteranno dall'essere una bozza a diventare legge.
 «Aumentare così l'Ipt è una follia che farà imbestialire tutto il settore - commenta Alessandro Alexandre, titolare della Sotreva e presidente dell'associazione che raccoglie le concessionarie Lancia per l'Italia -. Se lo fanno è perché le Province hanno perso i diritti sulle demolizioni pubbliche, che potrebbero recuperare in parte con questi rincari. Fatti due conti si capisce chiaramente come il provvedimento vada ben oltre il consentito. Noi concessionari siamo arrivati a raschiare il barile per quanto riguarda promozioni e sconti, non possiamo sobbarcarci il raddoppio della tassa, destinata ad essere coperta interamente dai compratori».
 L'incidenza maggiore, secondo le stime, si avrà sulle macchine usate, che a parità di potenza vengono cedute ad un prezzo inferiore rispetto al nuovo, con maggiore peso quindi dei rincari proposti dal governo, deciso ad intervenire nuovamente con mano pesante sul mondo dell'auto.
«C'è troppa fame di denaro da parte dell'amministrazione pubblica - conclude Alexandre - speriamo che il futuro presidente della provincia di Treviso si metta una mano sulla coscienza e trovi il modo di calmierare l'ennesima, ingiusta tassa». 23 aprile 2011

Vicenza. “Faccetta nera” insegnata agli studenti delle medie: è polemica
Proteste dei genitori, il prof di musica si difende: «Rientra
 in un ciclo di lezioni che contestualizzano i periodi storici»
VICENZA - Nel mezzo delle polemiche sulla scuola che "indottrina" i ragazzi, un nuovo caso aggiunge benzina sul fuoco: "Faccetta Nera", una delle canzoni simbolo del periodo fascista, suonata a scuola, in una media del Vicentino, per iniziativa del professore di musica. La canzone che evoca la presenza "civilizzatrice" italiana in Abissinia, è stata proposta agli alunni della media di Pove del Grappa (Vicenza) nel corso di un programma multidisciplinare che prevede lo studio sul fascismo e la musica del Ventennio. Solo che quando alcuni genitori hanno sentito i figli provare a casa sullo spartito "Faccetta Nera", ma anche "Giovinezza", sono rimasti di stucco. Ora sono intenzionati a chiedere spiegazioni alla scuola, perché loro - spiegano - delle canzoncine del ventennio fascista nel programma non sapevano nulla.

 «Mio figlio suona uno strumento - racconta uno dei genitori - e un giorno ho sentito che chiuso nella sua stanza stava provando e riprovando il ritornello di Faccetta nera. Non sono per le censure, ma quella canzone mi è sembrata una forzatura su un ragazzino di 13 anni, visto che con la musica leggeva il testo. Parole che non si associano solo ad un momento storico, ma individuano valori politici ed etici ben precisi che non sono quelli che vogliamo insegnare ai nostri figli. Forse, prima di dare il testo e lo spartito ai ragazzini, il professore avrebbe dovuto parlarne con noi».

 Il prof di musica, Nicola Meneghini, si difende: quelle canzoni, come anche "Va Pensiero" e la "Leggenda del Piave", studiate per il periodo della prima Guerra Mondiale, rientrano «in un ciclo di lezioni che hanno cercato di contestualizzare i periodi storici anche con la musica». «Conoscere non significa né abbracciare né sposare una causa - chiarisce la preside della scuola, Luisa Caterina Chenet - La cosa è stata contestualizzata. Non c'è alcun indottrinamento. La nostra è una scuola seria. Forse è stata una scelta culturale un po' ingenua, ma l'insegnante non voleva certo sostenere alcuna posizione politica».

 Il docente di musica, però, già rilancia: per lo studio della seconda Guerra Mondiale i ragazzini troveranno sui banchi anche lo spartito di "Lili Marleen".

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