lunedì 25 aprile 2011

Federali-Sera. 25 aprile 2011. Paura. Venezia - E’ iniziato l’assalto del sud Italia alle spiagge del Veneto.---- La Francia: Schengen, non va sospeso ma sono da rivedere alcune clausole. Foggia - Un’amicizia affettuosa tra un iracheno ed una tunisina, entrambi ospiti del centro d’accoglienza di borgo Mezzanone e non gradita da alcuni esponenti delle due etnie, ha scatenato una maxi-rissa nella struttura nella giornata di Pasqua.----Bozen - Negli ultimi giorni Durnwalder ha passato il suo tempo a farsi dare ragione.

Senilita' razziale:
La Francia: «Schengen, non va sospeso ma sono da rivedere alcune clausole»
Spiagge venete all’asta. Le vuole il Sud
Maxi-rissa al cara: coinvolti 150. E' grave un tunisino
Bozen. Durnwalder e il progetto fantasma
Bolzano: anche gli Schützen festeggiano il 25 aprile




La Francia: «Schengen, non va sospeso ma sono da rivedere alcune clausole»
Il consigliere speciale del presidente Sarkozy:
«Ragionare sulla tutela in situazioni particolari»
MILANO- La Francia «non vuole sospendere Schengen», l'accordo di libera circolazione delle persone in Europa, ma «rivedere le clausole di tutela in situazioni particolari». Lo ha detto Henri Guaino, consigliere speciale del presidente francese Nicolas Sarkozy a due giorni dal vertice italo-francese che si svolgerà martedì a Roma. «È una questione di buon senso. Non si può ospitare tutto il mondo», ha detto Guaino durante il programma politico Dimanche soir politique. Facendo riferimento a Paesi come la Tunisia, dove hanno avuto luogo proteste contro il regime, il consigliere ha detto: «La sfida è di aiutarli sul cammino della democrazia», un riferimento ai 20 mila tunisini sbarcati illegalmente sulle coste italiane dal gennaio scorso. «Il risultato di tutto questo non può essere l'immigrazione di massa dal Sud al Nord», ha sottolineato. «La Francia non vuole sospendere Schengen», ha ribadito, aggiungendo che Parigi vuole «rivedere le clausole di tutela in modo che, in situazioni particolari, ci siano controlli alle frontiere nazionali». Per Guaino, questa soluzione è «ragionevole. Ma per attuare questa revisione c'è bisogno di un accordo europeo». (Fonte: Ansa)

Spiagge venete all’asta. Le vuole il Sud
Dalla Sicilia già presentate offerte per una ventina di concessioni sulla costa a Caorle e Jesolo Confesercenti: «Migliaia di imprese a rischio». Il sindacato balneari: «Pericolo infiltrazioni»
VENEZIA — E’ iniziato l’assalto del sud Italia alle spiagge del Veneto. Nel 2015 entrerà in vigore la direttiva europea «Bolkestein », che prevede l’assegnazione delle concessioni demaniali attraverso bandi di evidenza pubblica. Ciò significa che qualsiasi società italiana o estera potrà gestire tratti di arenile e chioschi su aree demaniali. Il tutto con proprio personale, probabilmente in sostituzione dell’attuale. In Veneto è allarme rosso per istituzioni e associazioni di categoria. «Migliaia di imprese e di addetti a rischio», tuona Confesercenti, mentre il Sindacato italiano balneari (Sib) guarda al governo e lancia un monito: «C’è il pericolo di infiltrazioni malavitose con questo metodo di assegnazione delle concessioni». Il primo caso tangibile dello scenario che si prospetterà nel 2015 si registra già ora a Caorle, dove il Comune ha bandito l’assegnazione di sei nuove concessioni sull’arenile: quattro nella zona di Falconera e due sulla spiaggia di Levante.

Alla gara pubblica, al rialzo ma con l’assegnazione previo punteggio stabilito da un regolamento comunale, ha partecipato una società di San Benedetto del Tronto la cui proprietà, secondo indiscrezioni, sarebbe siciliana. Quanto basta per scatenare una sollevazione popolare, perché qui quasi tutto il litorale è gestito dal «Consorzio Arenili», società costituita da albergatori, Comune, commercianti, insomma dalla stessa città, che rischia di perdere un pezzo della propria spiaggia. «Considerato che qui ci lavora la comunità di Caorle, che in sei anni abbiamo investito 4 milioni di euro e che stiamo sostituendo le passerelle sull’arenile, benchè compito del Comune, questa società andrebbe tutelata in tutti i modi», dice Giampiero Berardo, presidente del Consorzio Arenili. Forse non è un caso che da vari giorni una commissione comunale stia lavorando per assegnare i nuovi tratti di arenile senza arrivare ad una conclusione concreta. Anche perché, qualora l’assegnazione andasse alla società di San Benedetto, il Consorzio Arenili farebbe ricorso. Un paradosso: significherebbe per il Comune (proprietario al 10%) fare ricorso contro se stesso. A Jesolo intanto la «Brothers srl» di Taranto ha presentato 15 domande di partecipazione per la gestione di 3 consorzi arenili e 12 chioschi (tra cui il noto «Terrazza mare»). In questo caso, trattandosi di rinnovo e non di nuove concessioni, il Comune sulla base della proroga dei bandi al 2015 concessa da Stato e Regione, ha potuto archiviare le domande. La società di Taranto ha richiesto una sospensiva al Tar, che l’ha respinta: tutto è rinviato al 2015.

Che fare nel frattempo? Il segretario generale del Sib, Pietro Gentili, qualche giorno fa ha allertato gli associati veneti con un’e-mail: «La commissione d’inchiesta anticamorra per la Campania sottolinea il pericolo delle procedure di evidenza pubblica per le imprese balneari, che potrebbero rivelarsi obiettivo primario per il riciclaggio di denaro sporco da parte dellamalavita organizzata». Il 13 aprile Pdl, Pd, Udc e Idv hanno presentato in Senato quattro mozioni volte ad avviare una deroga alla direttiva «Bolkestein»: un modo per cercare di difendere gli attuali gestori di concessione. A livello locale ognuno cerca di difendersi come può. A Jesolo vari consorzi arenile potrebbero unirsi a breve, perché in un’eventuale gara la gestione di vaste aree di arenile limiterebbe la concorrenza. Non a caso il rinnovo della concessione per la Bibione spiaggia (gestisce tre quarti dell’omonimo arenile) non ha avuto concorrenti. «Mi auguro che sia gente del posto a gestire le nuove concessioni e quindi il Consorzio Arenili, è ovvio che però dobbiamo rispettare la legge, quindi la regolare assegnazione mediante bando— commenta il sindaco di Caorle, Marco Sarto —. Potremmo agire sul regolamento della gestione per garantire la qualità del servizio». «Vanno tutelate le persone che finora hanno investito milioni di euro sulle spiagge e dato lavoro ai locali—chiosa il sindaco di Jesolo, Francesco Calzavara —. Stiamo cercando di predisporre un regolamento ad hoc». «Perdere il consorzio significa perdere anni di investimenti e di fatiche, dagli ombrelloni ai giochi per bambini—osserva il presidente mandamentale di Confcommercio, Angelo Faloppa—. I nostri non sono stabilimenti finalizzati al profitto come quelli di Rimini, sono concessioni funzionali in gran parte alle camere d’albergo. Non c’è speculazione, non è giusto cancellare in un colpo solo gestori che lavorano da anni con competenza e professionalità».
Mauro Zanutto

Maxi-rissa al cara: coinvolti 150. E' grave un tunisino
FOGGIA - Un’amicizia affettuosa tra un iracheno ed una tunisina, entrambi ospiti del centro d’accoglienza di borgo Mezzanone e non gradita da alcuni esponenti delle due etnie, ha scatenato una maxi-rissa nella struttura nella giornata di Pasqua, che ha visto coinvolti circa 150 degli attuali 600 ospiti del «cara»; e che ha rischiato di finire in tragedia perchè un tunisino di 21 anni - Sallemi Lassoued - è ricoverato in prognosi riservata presso gli ospedali riuniti per una coltellata alla schiena che ha leso un polmone.
Denunciato aggressore. In seguito alla maxi-zuffa avvenuta in due fasi e durata oltre 90 minuti - prima l’accoltellamento del tunisino, poi i connazionali che si sono organizzati ed hanno «assaltato» gli iracheni di etnia curda con una sassaiola - nel centro d’accoglienza sono arrivati trenta tra carabinieri e poliziotti da Foggia e dalle caserme e dai commissariati più vicini per aiutare i 15 membri del presidio (13 soldati e due carabinieri) presenti al momento della rissa. Ci sono volute ore per riportare alla calma la situazione.

Il bilancio finale parla di due persone ricoverate in ospedale - il tunisino accoltellato e l’iracheno A.J di 24 anni, colpito alla testa da una pietra e giudicato guaribile in 10 giorni - e di altri cinque stranieri contusi, medicati presso l’infermeria del centro di Mezzanone. Gli agenti delle squadra mobile, i colleghi delle «volanti» e i carabinieri della compagnia di Foggia hanno identificato il presunto accoltellatore, un iracheno denunciato a piede libero per lesioni aggravate. La sua posizione è al vaglio della Procura di Foggia; il coltello non è stato ritrovato.

Sono state ore di paura - dalle 13.30 sino alle 15 - per gli ospiti del «cara» (centro accoglienza richiedenti asilo) situato a Mezzanone, la borgata che ricade nell’agro di Manfredonia e che dista 12 chilometri da Foggia. Dal febbraio scorso la struttura - che ospitava «soltanto» 285 stranieri tra iracheni, afghani e pakistani - è tornata a riempirsi in seguito agli sbarchi all’isola di Lampedusa di migliaia di tunisini. Ai primi di marzo il «cara» aveva raggiunto il pienone con 586 posti. La sicurezza nel centro, gestito dalla Croce rossa, è assicurata per ogni turno da 13 soldati che si occupano della vigilanza esterna e da 2 carabinieri, poliziotti o finanzieri che sono all’interno. Nella giornata di Pasqua erano in servizio due militari dell’Arma.
Rissa durante il pranzo. La rissa è cominciata poco dopo le 13 mentre gli stranieri erano in fila per il pranzo.
25 Aprile 2011

Bozen. Durnwalder e il progetto fantasma
di Sergio Baraldi
 Negli ultimi giorni Durnwalder ha passato il suo tempo a farsi dare ragione. Si è fatto dare ragione dal suo partito. Ha chiesto di farsi dare ragione dalla sua giunta. Vorrebbe farsi dare ragione anche da noi dell’Alto Adige. Come mai l’uomo che ha maggior potere sul territorio si lamenta e vuole sentirsi dire che ha ragione lui? Forse perché teme di non averla? Forse perché avverte che anche la solidarietà del suo partito potrebbe essere obbligata più dalla disciplina che dalla convinzione? Forse perché cominciano a levarsi voci che lo criticano dal mondo tedesco? E’ probabile che questo simpatico settantenne di Falzes senta di non aver più il monopolio nell’indicazione dei valori collettivi, che il circuito della approvazione-disapprovazione sia sfuggito alla sua “autorità”. Forse per questo si lamenta e chiede di essere rassicurato: subisce una concorrenza crescente nello stabilire cosa è vero e utile. E che dire della Svp, che invece di affrontare i nodi strutturali di fronte ai quali si trova la società altoatesina, ha il tempo per disegnare cospirazioni, per criticare suoi esponenti di primo piano, e strologa sul perché il nostro giornale critichi il potere. Il potere, si sa, non ama essere criticato. E quello sudtirolese non fa certo eccezione. Durnwalder sa che il nostro giudizio è libero: valutiamo sulla base dei fatti, delle scelte compiute, dello stile di governo adottato.

 E ancora, della cultura politica che ne emerge, e per questo è diventato il giudizio che conta. Non è in questione il passato, che lascia una discreta eredità alla quale guardare con misurata soddisfazione. Non c’è una contestazione sul bilancio di Durnwalder, anche se, a mio avviso, non mancano certo i punti deboli. Il tema oggi è un altro, ed è la capacità della società e della politica di guardare avanti. Durnwalder, la Svp, la politica italiana, le nostre istituzioni si stanno muovendo nella direzione giusta per metterci nelle condizioni di affrontare un’Europa e un mondo che cambiano? In sintesi: Durnwalder sa progettare il futuro?

 I dubbi sorgono diffusi, il nostro giornale li ritiene fondati. Sta alla politica decidere come reagire. Può muoversi sulla scena del teatrino della politica secondo la logica degli schieramenti amico-nemico, oppure affrontare un confronto serio sulla strategia per il futuro. Il nostro giornale si tiene ben lontano dal retrobottega della politica politicante, ma pone, da mesi, la questione del progetto per l’Alto Adige. Anzi, abbiamo messo noi al centro della discussione pubblica il tema di come il territorio debba adattarsi alle sfide della globalizzazione, dell’Europa, e ai cambiamenti che comportano. Poi c’è un mutamento che spinge dal basso: quello che riguarda la collettività, che sembra meno ingessata del passato, più frammentata e plurale, portatrice di nuovi bisogni e nuove domande.

 Nello stesso tempo, ho l’impressione che anche qui si stia facendo sentire un individualismo più consapevole: le persone devono assumersi maggiori rischi rispetto al passato e avanzano un’istanza di maggiore autonomia e responsabilità. Più lentamente che altrove, persino la nostra società si trasforma. I diversi cambiamenti hanno investito la rappresentanza politica, che segna il vero punto di crisi del sistema locale. E hanno reso più evidenti una serie di “ impossibilità” che toccano la delega, il governo territoriale e la sua legittimazione.

 La fatica di governare di Durnwalder nasce dal fatto che appare sempre più chiaro che queste “impossibilità” non trovano una rappresentanza adeguata e uno sbocco di governo. L’economia è alle prese con il complesso problema di riconvertirsi in un’economia orientata all’innovazione e all’export, cioè in un’economia a maggiore intensità di capitale (finanziario, umano, sociale) e, quindi, di investire in qualità. Le istituzioni economiche hanno elaborato un progetto ricco d’indicazioni interessanti. La politica ascolta o pensa ai complotti? La scuola è percorsa da fermenti che fanno del bilinguismo il fuoco del movimento e che prefigura il volto della società bilingue del domani? La politica italiana è attenta, ha raccolto la sfida, si muove, ma quella tedesca è lenta, contraddittoria, incerta. Anche qui chi governa ascolta o pensa ai complotti? 25 aprile 2011

Bolzano: anche gli Schützen festeggiano il 25 aprile
Soddisfatto il sindaco Spagnolli: «Oggi abbiamo fatto un passo avanti verso la convivenza e la condivisione di una storia comune»
BOLZANO. Una festa della Liberazione con una forta impronta interetnica a Bolzano. I due cortei del Comune sono partiti dalla piazzetta intitolata oggi al maestro Franz Innerhofer, ucciso dai fascisti a Bolzano negli anni Venti.
Per la prima volta, accanto al sindaco, una delegazione degli Schützen. «Li ho invitati io - ha spiegato il vicesindaco Klaus Ladinser -: Innerhofer è una vittima del fascismo in cui tutti, italiani e tedeschi, ci possiamo riconoscere».
Uno spirito che - più tardi - si è ritrovato nella "italiana" piazza Matteotti, dove gli esponenti della Svp Ladinser e Pichler Rolle hanno partecipato all'inaugurazione del «Festival delle Resistenze».
Soddisfatto Spagnolli: «Oggi abbiamo fatto un passo avanti verso la convivenza e la condivisione di una storia comune».
Pochi anni fa l'allora vicesindaco Svp Oswald Ellecosta aveva dichiarato che la "vera" data della liberazione dei sudtirolesi era l'8 settembre 1943, con l'arrivo in Alto Adige dell'esercito tedesco. 25 aprile 2011

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