venerdì 15 aprile 2011

Mezzogiorno-Mattino. 16 aprile 2011.

Lombardo: «Non intendo vivacchiare»

Bari. Emiliano: «Basta un nome dignitoso contro il Silvio Berlusconi giullare»

Caserta. I primi 300 profughi lasciano la tendopoli

Napoli. Caro pane, anzi carissimo: da lunedì rincari fino a trenta centesimi al chilo


Lombardo: «Non intendo vivacchiare»
E guarda al Terzo Polo per ricandidarsi
Veltroni chiede un referendum pd per riconsiderare l'alleanza con il governatore. Marino: «Si dimetta»
PALERMO - Annuncia che non intende «stare a vivacchiare, se non ci sono le condizioni per governare». Poi esclude «un cambio di maggioranza» e precisa: «Non mi dimetto, ma non mi sento abbarbicato o appiccicato alla poltrona. Se non ci sono le condizioni si tornerà a verificare come stanno le cose con il corpo elettorale». Non si tira indietro il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. E rivendica i meriti del suo governo nell’azione riformatrice e contro la illegalità in una conferenza stampa convocata all’indomani delle dichiarazioni di Pier Luigi Bersani aveva annunciato di volere «riconsiderare» la situazione politica nel governo della Regione e il sostegno del Pd. Una stoccata arrivata dopo che la Procura di Catania aveva nei giorni scorsi notificato al governatore l’avviso di chiusura indagini su un’inchiesta in cui Lombardo è coinvolto con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. A questo si è aggiunta la bordata di Walter Veltroni: «In Sicilia occorre svolgere un referendum nel Pd per decidere sul sostegno alla giunta Lombardo - dice l’ex segretario dei democratici - La mia opinione è che non si debba più sostenere l’esecutivo».

Ultimatum che fa sorridere a denti stretti il governatore, in camicia e cravatta, nella sala degli specchi di Palazzo d’Orleans, circondato dai giornalisti. Alza gli occhi al cielo e poi sussurra: «Veltroni è nostalgico dello zero a 61. Ha fatto la sua proposta, rispettabile anche questa, ma gli dico che non ci sarà bisogno di referendum». Il governatore si riferisce a quando nel 2001 l’allora Casa della libertà conquistò alle consultazioni politiche tutti i 61 collegi uninominali in Sicilia. Con Veltroni si schiera invece il senatore del Pd Ignazio Marino che chiede «le dimissioni di Lombardo e il ritiro dell’appoggio al suo governo tecnico». Posizioni non condivise dal capogruppo del Pd all’Ars Antonello Cracolici, uno dei sostenitori dell’appoggio alla giunta regionale: «Questo clima da "caccia alle streghe" che qualcuno all’interno del centrosinistra vuole istaurare, è insopportabile», afferma. Ed è proprio Lombardo a citare le mosse in nome della legalità messe in campo dal suo governo e cita lo stop ai termovalorizzatori e il risanamento della Sanità. Azioni che gli vengono riconosciute anche dal senatore del Pd, Beppe Lumia che sostiene: «Chi all’interno del Pd nel passato ha causato danni incalcolabili non può tornare ad alzare la voce e impedire che la sfida delle innovazioni proceda».

In ogni caso Lombardo non intende accusare i pm che lo hanno indagato: «Questo governo con le sue riforme ha messo in atto un contrasto alla mafia senza eguali. - dice - Ma mi accorgo che c’è una presunzione di colpevolezza nei miei confronti. Di certo rispetto la magistratura, l’ho sempre rispettata, continuerò su questa strada e non farò come il Cavaliere, perchè non sono garantista». E entrando nel merito dell’inchiesta della procura di Catania afferma: «Leggerò gli atti e li leggeremo tutti. Io a questa gente non ho dato nè passaggi in macchina, ne assunzioni, nè incarichi, nè appalti e nè favori. Io...». Il banco di prova della maggioranza sarà il voto delle prossime settimane sul bilancio. Se si dovesse arrivare ad elezioni anticipate il governatore afferma di guardare «con interesse al Terzo polo, un riferimento importante e un ancoraggio serio». E lascia intendere che non esclude una sua ricandidatura. Poi per stemperare le polemiche con il sottosegretario Gianfranco Miccichè, Lombardo chiede» scusa a chi ho offeso in questi giorni». (fonte Ansa)

Bari. Emiliano: «Basta un nome dignitoso contro il Silvio Berlusconi giullare»
Il sindaco di Bari: «Nel Pd la classe dirigente del Pci
Vendola? Un grande politico, ma non sa governare»
BARI - «Se uno perde tre o quattro partite di seguito, a un certo punto dovrebbe decidere di fermarsi. La classe dirigente del partito, che è la stessa del Pci, è stata sovraesposta e ha perso tutte le elezioni con Berlusconi. E per sconfiggere uno che si mette i tacchi, che ha i capelli finti e abitudini personali così discutibili basterebbe trovare un candidato dignitoso». Lo afferma il sindaco di Bari, Michele Emiliano (Pd), in un’intervista pubblicata dal quotidiano «Terra» (che ne dà notizia). «Ma noi eravamo peggio di lui e meno credibili. La storia da giullare di Berlusconi - aggiunge - è molto più divertente della grigia storia di un dirigente medio del Partito democratico».

CONTRO NICHI - Emiliano ne ha anche per il governatore pugliese: «Vendola ha una grande intelligenza politica, ma non è un grande uomo di governo. Non perché non ne abbia le capacità per poterlo fare, il problema è che non ha mai avuto una formazione da amministratore: non sa fare il presidente di Regione, come io all’inizio non sapevo fare il sindaco. Al Sud serve una nuova classe dirigente che va formata».

Caserta. I primi 300 profughi lasciano la tendopoli
Cinquanta saranno accolti a Sicignano
La questura ha dato i permessi di soggiorno temporanei
Il sindaco Amato: «Li accoglieremo da fratelli e sorelle»
CASERTA - Sono circa trecento i profughi che, da stamani, hanno lasciato la tendopoli dell’ex caserma «Andolfato» di Santa Maria Capua Vetere. Dopo avere ricevuto i permessi temporanei dagli uomini della Questura, hanno ritirato lo zaino della Croce Rossa Italiana e, a bordo dei bus, sono partiti per raggiungere le destinazioni finali. «Sono previsti arrivi in quasi tutte le regioni italiane, - dice all’Ansa Paolo Monorchio, coordinatore regionale della Croce Rossa Italiana per l’emergenza profughi in Campania - fatta eccezione, ovviamente, dell’Abruzzo. Speriamo di portare a termine il lavoro in serata ha poi aggiunto Monorchio che ha conluso - Per chi è in attesa del permesso è stato allestito il servizio di refezione». Fino a ieri, la tendopoli del Casertano ha ospitato circa un migliaio di immigrati nord africani, giunti in Campania da Lampedusa a bordo delle navi San Marco ed Excelsior. Una cinquantina di loro sono attesi a Sicignano degli Alburni dove alloggeranno nell’ex struttura dell’Anas. Ad accoglierli, il sindaco del comune salernitano Alfonso Amato, il direttore della Caritas Diocesana di Salerno e alcuni amministratori locali. Sul posto anche i carabinieri della stazione di Sicignano e la polizia locale. «Li accoglieremo da fratelli e sorelle - ha detto il primo cittadino di Sicignano - è gente che viene da situazioni di guerra, di disperazione e faremo tutto il possibile per garantirgli un soggiorno tranquillo e sereno nel nostro comune».

Altri 92 migranti arriveranno invece domani a Bologna. La comunicazione del Dipartimento nazionale della protezione civile è arrivata oggi all’Agenzia regionale di protezione civile. I migranti saranno ripartiti in tutte le province sulla base del piano regionale di assegnazione concordato dalla cabina di regia regionale, in raccordo con le Prefetture, la Caritas e le diocesi emiliano-romagnole. «Vogliamo gestire un evento eccezionale con umanità, con lo spirito di accoglienza che ci contraddistingue e in una situazione il più possibile vicina alla normalità», ha commentato l’assessore regionale alla protezione civile Paola Gazzolo. Questo primo arrivo sarà seguito nei prossimi giorni da una seconda assegnazione di 92 persone, in base a quanto previsto dal piano nazionale di accoglienza. La cabina di regia regionale, che opera in piena sintonia con le Prefetture e riunisce i rappresentanti delle Province e dei Comuni con più di 50.000 abitanti, si riconvocherà giovedì prossimo per consentire di seguire l’evolversi della situazione in Libia e di raccordarsi con il Governo nazionale.

Napoli. Caro pane, anzi carissimo: da lunedì rincari fino a trenta centesimi al chilo
La decisione dell'associazione libera panificatori napoletani, dopo l'aumento di farine ed energie
NAPOLI - Caro pane... anzi pane caro. Non è l'incipit di una lettera ma quello che succederà da lunedì a Napoli. Il prezzo di una pagnotta da un chilo passerà da due euro a un massimo di due euro e trenta centesimi.
Perché? «Aumentano a dismisura i costi delle materie prime, a cominciare da quelli dell’energia e delle farine che in un anno sono rincarate del 70%» fanno sapere i panificatori dell’Associazione libera panificatori napoletani che hanno deliberato il rincaro nel capoluogo campano da lunedì prossimo. La decisione è una conseguenza del fatto che l'aumento è già scattato in alcune zone della provincia.

I PANIFICATORI: LA FARINA DA 27 A 47 EURO - L’associazione chiarisce anche che, essendo il mercato libero, non ci sarà alcun prezzo imposto. In alcune zone della provincia di Napoli il prezzo è cresciuto di 30 centesimi al chilo ma in alcune aree del Salernitano si sarebbero verificati rincari ancora più elevati. Per i responsabili dell’associazione non c’erano alternative: «È ben noto - sottolineano - l’aumento del costo delle energie. E per quanto riguarda le farine un quintale costava 27 euro nel 2010 e oggi invece lo paghiamo 47 euro».

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