venerdì 15 aprile 2011

Mezzogiorno-Sera. 15 aprile 2011.

Il Canale di Sicilia, una tomba per i migranti. Finora 800 morti

Viggiano. Idrogeno solforato killer

Calabria. Allarme della Uil: i politici calabresi i più pagati d’Italia

Calabria. Banche: 19 miliardi i fondi per l’economia regionale

Rifiuti, Napoli: arrestate 4 persone tra cui consigliere provinciale

Rifiuti Pescara, chiesto rinvio a giudizio per due senatori e consigliere Pdl

Sicilia. Lombardo: tutti a casa

A Reggio voto non libero e la Napoli non si candida

Catanzaro. Lavoro, la Regione investe 500 mila euro in formazione

Catanzaro. Infiltrazioni della ’ndrangheta in appalti del Comune, 17 indagati

Manduria. Niente permessi. Tensioni nel campo

Oria, avvisi in lingua araba per i profughi


Il Canale di Sicilia, una tomba per i migranti. Finora 800 morti
Una cifra non ufficiale, ma che potrebbe essere errata solo per difetto. Arrivati in 3 mesi 28 mila magrebini
PALERMO - Oltre 28mila migranti sono arrivati in Italia in poco più di tre mesi, ma in tantissimi - circa 800, ma non ci sono cifre ufficiali, che potrebbero anche essere più alte - sono stati ingoiati dal Canale di Sicilia. Centinaia di barconi sono partiti soprattutto dalla Tunisia, ma anche dalla Libia e alcuni sono affondati con il loro carico umano. Oggi l’ultimo episodio: due donne annegate a Pantelleria durante uno sbarco. Dal 1988, secondo i dati raccolti da ’Fortress Europè, sono quasi 16mila gli uomini, le donne e i bambini morti tentando di raggiungere l’Europa con i barconi. Per oltre quattromila di questi (4.249) il Canale di Sicilia è diventato la loro tomba, mentre altre 186 persone sono morte navigando dall’Algeria verso la Sardegna. Più della metà di questi morti non sono mai stati recuperati: le statistiche ufficiali parlano infatti di 3.110 dispersi. Ecco l’elenco di naufragi, vittime e dispersi segnalati nei primi tre mesi del 2011.

11 FEBBRAIO - Nella notte naufraga un vecchio motopesca partito dal porto di Zarzis, in Tunisia: circa 40 gli immigrati dispersi, quasi tutti presumibilmente morti.

14 FEBBRAIO - Sempre di notte, cinque persone morte ed altre 17 disperse, dopo un naufragio avvenuto ancora al largo di Zarzis.

4 MARZO - Due dispersi nella carretta rimasta per quattro giorni in balia del mare in tempesta dopo essere partita dal porto di Biserta, nell’estremo nord della Tunisia. La barca è stata soccorsa da un motopesca di Mazara del Vallo al largo delle coste trapanesi.

14 MARZO - Almeno 60 i ’fantasmì che erano a bordo di un barcone naufragato non lontano dalle coste della Tunisia dopo essere partito da Zarzis. Il fatto è stato raccontato dai superstiti che sono riusciti a mettersi in salvo raccolti da altri barconi.

19 MAR - Tre persone sono risultate disperse dopo il naufragio di un’imbarcazione partita da Zarzis.

28 MARZO - Dodici migranti che, a bordo di un barcone, stavano tentando di entrare in Tunisia, sono annegati nel naufragio del natante, a largo delle coste di Kerkennah.

30 MARZO - Altro naufragio nel Canale di Sicilia e sette persone morte, tra le quali una donna incinta e un bambino, figlio della migrante.

22 MARZO - Un barcone con 335 somali ed eritrei è partito dalla Libia, ma nessuno dei passeggeri si è da allora fatto vivo.

25 MARZO - Nessuna notizia anche di un barcone salpato sempre dalle coste libiche con 68 persone a bordo.

1 APRILE - I cadaveri di 27 tunisini, di età compresa tra i 19 e i 23 anni, morti in due naufragi di barche dirette in Italia, sono stati scoperti sulle coste dell’isola di Kerkennah.

3 APRILE - Settanta corpi sono stati recuperati dopo un naufragio davanti alle coste di Tripoli.

6 APRILE - Un barcone si rovescia nella notte in acque maltesi. Salvati in 51, ma a bordo erano circa 300 secondo alcune testimonianze. Decine di cadaveri sono stati avvistati da un elicottero della Guardia di finanza.

13 APRILE - Due donne sono morte durante lo sbarco di migranti avvenuto a Pantelleria. Erano a bordo di un barcone con circa 250 persone.

Viggiano. Idrogeno solforato killer
Il gas che ha ucciso l’operaio della Salas è lo stesso che ha provocato il malore dei 22 della Elbe Sud. L’Arpab si dota di una centralina ad hoc.
14/04/2011  VIGGIANO - E’ idrogeno solforato il gas che due giorni fa ha ucciso il giovane operaio della raffineria Salas di Sarroch, in Sardegna, dove in precedenza, per lo stesso motivo, avevano perso la vita altre tre persone . La stessa sostanza che qualche giorno fa ha provocato l’intossicazione di 22 operai della Elbe Sud di Viaggiano per le emissioni del Centro Oli. Un gas, derivante dalla lavorazione del petrolio, estremamente tossico e nocivo, tanto da poter provocare il decesso. Eppure, nonostante la pericolosità di tale sostanza, fino a questo momento il controllo delle emissioni in atmosfera in Val d’Agri è stato affidato esclusivamente alle centraline dell’Eni. Come dire: il controllore che controlla il controllato. Il controllo da parte dell’agenzia regionale per l’Ambiente, invece, è stato limitato a una decina di campionatori passivi che però non garantiscono una verifica continua ma solo periodica (ogni dodici giorni). Va detto che è stato proprio tramite i rilevamenti di queste ultime attrezzature che è stato possibile misurare sensibili variazioni dei valori di idrogeno solforato la sera in cui gli operai delle Elbe sono finiti al Pronto soccorso dell’ospedale di Villa d’Agri. Ma questo è stato possibile solo perché il giorno della misurazione è coinciso quello dell’incidente. E siccome la popolazione che vive vicini al Centro Oli da anni denuncia quella puzza di uova marce che è tipica dell’idrogeno solforato sarebbe quantomeno auspicabile un sistema di monitoraggio terzo e indipendente continuo e non periodico. La buona notizia è arrivata dall’Arpab: da ieri è in funzione la prima centralina che consentirà una valutazione costante dei livelli di idrogeno solforato. Al momento, però, la misurazione è solo parziale. Presto - come annunciato dalla stessa agenzia regionale - arriveranno anche altre apparecchiature di questo tipo. Mentre vanno avanti i lavori della commissione d’inchiesta regionale che indaga sulle cause dell’intossicazione dei 22 operai di Viggiano. A giorni l’Arpab renderà noti i risultati della comparazione dei diversi livelli del gas sprigionato dal Centro Oli per comprendere se l’aumento dei valori registrati la prima sera è stato confermato anche nei giorni successivi. E soprattutto per cercare di comprendere le cause che hanno determinato un incremento dell’idrogeno solforato liberato nell’aria, subito smentito da Eni ma che nei fatti ha trovato la conferma nelle misurazioni dell’Arpab. Dimostrando così che i malori lamentati dai 22 operai della Elbe - refertati dai medici del Pronto soccorso dell’ospedale di Villa d’Agri - erano perfettamente compatibili con i disturbi che quei valori di idrogeno solforato arrecano all’uomo. La commissione d’inchiesta dovrà innanzitutto chiarire quale tipo di malfunzionamento dell’impianto dell’Eni ha potuto provocato emissioni superiori alle media.
Mariateresa Labanca

Calabria. Allarme della Uil: i politici calabresi i più pagati d’Italia
 Giovedì 14 Aprile 2011 06:49  Redazione desk
CATANZARO – I consiglieri regionali della Calabria sono i meglio pagati d’Europa e i primi in assoluto in Italia. Lo ha divulgato il segretario generale della Uil calabrese Roberto Castagna, citando uno studio della Uil nazionale, nel corso di un confronto del sindacato al quale ha partecipato la segretaria confederale nazionale Anna Rea incentrato sulla riduzione dei costi della politica, anche a livello nazionale e sulle proposte per l’impiego delle risorse recuperate. Ebbene, i costi del funzionamento della Giunta e del Consiglio, prendendo a riferimento i dati del 2010 sono 84.570.000 euro, più del doppio della Puglia (40.930.000), due volte e mezzo l’Emilia Romagna (37.884.000), più della stessa Lombardia (73.825.740). A questo si aggiungono i costi degli 8.059 incarichi nella pubblica amministrazione per 50.920.626 euro, quelli relativi alle Provincie (28.317.127)e quelli riferiti ai Comuni (71.974.385), per un costocomplessivo di 235.782.138. Per Castagna, il costo eccessivo della politica in Calabria richiederebbe un taglio di almeno il 30%, pari a oltre 70 milioni e, conseguentemente, il risparmio potrebbe consentire acirca 12.000 giovani, all’anno, di percepire un reddito asostegno dello studio o alla ricerca del primo lavoro di 500 euro mensili. «Questo - ha aggiunto - non solo sarebbe un bel segnale della politica verso i giovani ma aiuterebbe a rompere quella cultura dei privilegi e della clientela molto fiorente in una realtà debole come quella calabrese».   Secondo lo studio della Uil nazionale, in Italia oltre 1,3 milioni di persone vivono direttamente o indirettamente di politica. «Ogni anno - è scritto nella nota - i costi della politica ammontano a circa 18,3 miliardi di euro, a cui si aggiungono i costi derivanti da un sovrabbondante sistema istituzionale quantificabile in circa 6,4 miliardi arrivando alla cifra di 24,7 miliardi di euro». Relativamente a questi ultimi, secondo il rapporto della Uil, si possono ottenere risparmi per 6,4 miliardi con una riforma per ammodernare e rendere efficiente il sistema istituzionale. «Crediamo - ha concluso il segretario calabrese della Uil - si possa determinare una riduzione del 20% dei costi diretti e indiretti della politica ottenendo 3,7 miliardi di euro ai quali aggiungere i risparmi per l’efficientamento delle istituzioni pubbliche (6,4 miliardi) e disporre complessivamente di 10,1 miliardi l’anno a disposizione per politiche fiscali e/o sociali a vantaggio di tutti i cittadini».

Calabria. Banche: 19 miliardi i fondi per l’economia regionale
Giovedì 14 Aprile 2011 06:33  Redazione desk
REGGIO CALABRIA - Ammontano a 18.9 miliardi di euro, a gennaio 2011, i finanziamenti bancari destinati all’economia calabrese, con un incremento del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2010. In particolare, i prestiti complessivi al sistema delle imprese hanno raggiunto i 9.4 miliardi di euro e un aumento sul 2010 del 7,7%. I dati - è scritto in una nota dell’associazione bancaria - sono stati presentati ieri a Reggio, nel corso del convegno “Il credito al Sud verso la Banca del Mezzogiorno”, dal presidente di Abi Calabria, Giuseppe Lombardi che intravede «lievi segnali di miglioramento sul fronte dell’economia reale proprio dalla dinamica sostenuta dei finanziamenti ai settori produttivi in Calabria e nel Mezzogiorno». «Nella nostra regione - ha sottolineato Lombardi durante il convegno - non c’é una ’questione credito’, ma la necessità di conciliare con equilibrio ’buon credito’ e un comparto industriale in movimento che, tuttavia, ha bisogno di rafforzare la sua dimensione e guardare con più forza ai mercati». Nel corso dell’incontro sono emersi altri elementi utili a fotografare il contesto regionale. La struttura del sistema bancario calabrese vede attive sul territorio, alla fine di settembre 2010, circa 40 banche per un totale di 519 sportelli che servono 184 comuni. In particolare, gli Atm, ovvero i cosidetti sportelli bancomat, sparsi sul territorio regionale sono 788 unità; mentre i Pos (apparecchiature necessarie per pagare con il Bancomat direttamente nei negozi) 27.628. Inoltre è stato evidenziato che nella regione i lavoratori impiegati nel settore bancario sono il 1,2% del totale nazionale che ha toccato le 343mila unità. I finanziamenti delle banche alle imprese locali (comprese le famiglie produttrici) hanno raggiunto i 9.4 miliardi di euro a gennaio 2011, con un aumento del 7,7% rispetto al 2010; una crescita ben oltre la media del totale prestiti ai settori produttivi del Mezzogiorno (+5,6%). Alle famiglie consumatrici sono andati circa 8.5 miliardi con una crescita annuale del 6,8%. A fronte dell’ampio sostegno a famiglie e imprese, il settore bancario sconta ancora la difficile congiuntura economica sul territorio con il risultato che le sofferenze sono cresciute del 39% a 1,7 miliardi di euro.

Rifiuti, Napoli: arrestate 4 persone tra cui consigliere provinciale
Napoli, 14 apr (Il Velino/Il Velino Campania) - Questa mattina su disposiozne dell Procura della Repubblica di Napoli e nell'ambito dell'inchiesta relativa al danneggiamento degli automezzi di Enerambiente Spa, società a cui era delegata la racoclta dei rifiuti solidi urbani nel capoluogo campano, sono state arrestate quattro persone tra le quali il consigliere provinciale Dario Cigliano, Antonio Cigliano (di 79 anni), Corrado Cigliano (di 46 anni) e Gaetano Cipriano (di 44 anni). Lo informa una nota della Procura di Napoli.
(rep/red) 14 apr 2011 12:22

Rifiuti Pescara, chiesto rinvio a giudizio per due senatori e consigliere Pdl
ROMA - La Procura di Pescara ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del capogruppo regionale del Pdl, Lanfranco Venturoni, dei senatori del Pdl Fabrizio Di Stefano e Paolo Tancredi, dell'imprenditore Rodolfo Valentino Di Zio, e di altre otto persone imputate nell'inchiesta sulla realizzazione a Teramo di un impianto di bioessiccazione dei rifiuti, che il 22 settembre ha fatto finire ai domiciliari sia Di Zio che Venturoni. La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal procuratore capo, Nicola Trifuoggi, e dai sostituti Annarita Mantini e Gennaro Varone.
Fra gli altri imputati figurano Ferdinando Ettore Di Zio, Vittorio Cardarella, Giovanni Faggiano, Sergio Saccomandi, Ottavio Panzone, Paolo Bellamio. Già stralciate, per essere archiviate, le posizioni dell'ex assessore regionale all'Ambiente, Daniela Stati, e del sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi. Ora spetta al gup fissare la data per l'udienza preliminare. La Procura ha chiesto al gup di poter utilizzare le telefonate intercettate ad altri soggetti che parlavano con i senatori Di Stefano e Tancredi.
Giovedì 14 Aprile 2011 - 12:46    Ultimo aggiornamento: 12:54

Sicilia. Lombardo: tutti a casa
 di Redazione 14 aprile 2011 -
Non ha nessuna intenzione di farsi mettere sulla graticola il Presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo né dal Pd , che minaccia di ritirare l’appoggio al governo siciliano, nè tantomeno da tutte quelle ‘anime pie’ assurte al ruolo di giudici dell’Inquisizione che già lo hanno condannato.

“Mi accorgo in queste ore che si va facendo strada un singolare principio di presunzione di colpevolezza” dice il governatore “faccio presente che sebbene investito dal popolo siciliano di un servizio certo non comodo nè agevole privilegerò comunque la mia credibilità e la mia onorabilità. Quando mi acccorgerò, anche ieri, che il processo intrapreso per riformare la Sicilia non potrà andare avanti sarà l’organismo dirigente della mia coscienza ad affidare agli elettori il giudizio sull’onestà e la correttezza dei miei comportamenti”.  Insomma siamo alla resa dei conti da cui nessuno è escluso.  Le dimissioni di Lombardo porterebbero, infatti, allo scioglimento dell’Ars. Della serie: se proprio deve cadere Sansone, cadrà con tutti i filistei.

A Reggio voto non libero e la Napoli non si candida
 Venerdì 15 Aprile 2011 06:40  Redazione desk
REGGIO CALABRIA - La deputata di Futuro e libertà Angela Napoli non è intenzionata ad accogliere l’invito rivoltole dalla presidenza nazionale del partito di candidarsi a sindaco di Reggio Calabria. «A Reggio - ha detto all’Ansa la deputata - c’è una presenza inquinante della ’ndrangheta che sicuramente non rende libero il consenso popolare». «Non ho ancora sciolto la riserva - ha detto ancora Angela Napoli - ma è molto difficile che accetti, pur ringraziando
 il partito per l’invito che mi è stato rivolto». «A Reggio Calabria, come d’altra parte avevo evidenziato nell’Ufficio di presidenza della Commissione antimafia - ha aggiunto la deputata di Fli - non si respira un’agibilità democratica perché è una città dove, come è emerso dalle numerose inchieste che sono state portate avanti dalla magistratura, c’è una situazione politica inquinata». «Recepisco, comunque - ha concluso Napoli - che la proposta fattami dal partito era intesa proprio simbolicamente a tentare di smussare questa situazione insieme a quella parte della società civile reggina che con difficoltà sta cercando di reagire». La Presidenza di Futuro e Libertà, in un comunicato diffuso mercoledì, aveva invitato Angela Napoli, «alla luce delle sue battaglie sulla legalità e del costante impegno nel contrasto alle mafie, ad accettare la candidatura a sindaco del comune di Reggio Calabria, sicuri che possa rappresentare quel vento di cambiamento in una terra difficile». Da oggi e fino alle ore 12 di sabato sarà possibile presentare candidature e liste per le elezioni amministrative del 15 e 16 maggio. Per le elezioni comunali le candidature andranno presentate presso le segreterie comunali, per le elezioni provinciali presso il tribunale del capoluogo di provincia. Le province interessate sono: Vercelli, Mantova, Pavia, Treviso, Ravenna, Lucca, Macerata, Campobasso, Reggio Calabria, Gorizia e Trieste. I comuni capoluogo interessati sono: Torino, Milano, Bologna, Napoli, Reggio Calabria, Cagliari, Trieste, Novara, Varese, Rovigo, Savona, Ravenna, Rimini, Arezzo, Grosseto, Siena, Fermo, Latina, Benevento, Caserta, Salerno, Barletta, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Pordenone, Carbonia, Iglesias, Olbia, Ragusa.

Catanzaro. Lavoro, la Regione investe 500 mila euro in formazione
 Venerdì 15 Aprile 2011 06:36  Redazione desk
CATANZARO - Un piano di investimenti mirati al lavoro da parte della giunta regionale calabrese. Soprattutto diretti a sostenere le professionalità a rischio estinzione. La parola d’ordine è formazione. A tal proposito l’assessore regionale al Lavoro Francescantonio Stillitani ha presieduto ieri un incontro con il presidente e il direttore della Confapi Mario Petramare e Domenico Tolve, e con il direttore della Banca Popolare del Mezzogiorno di Catanzaro, Vito Versato per discutere sull’utilizzo delle risorse per l’attivazione di corsi di formazione professionale continua nelle aziende calabresi. Era presente anche la dirigente regionale  di settore Concetta Di Gesu. L’assessore Stillitani ha espresso la sua disponibilità all’intervento economico regionale per l’attivazione dei corsi. Il progetto prevede l’utilizzo di un milione di euro, di cui 500 mila impegnati dalla regione Calabria, che dovranno servire per organizzare corsi di formazione professionale, rivolti principalmente al recupero dei vecchi mestieri. «Siamo disposti – ha affermato l’assessore Stillitani – a cofinanziare i corsi di formazione del Confapi e riteniamo addirittura utile coinvolgere nel campo della formazione tutti gli altri fondi regionali». In Calabria, secondo una mappatura effettuata recentemente dal ministero del Lavoro, i fondi per la formazione professionale all’interno delle aziende vengono richiesti e spesi in maniera molto ridotta. Il fondo formazione per le piccole e medie imprese risulta essere la confederazione maggiormente rappresenta nella regione con le sue oltre 1500 aziende aderenti. Il Fapi è un’associazione costituita da Confapi, Cgil, Cisl, e Uil per promuovere le attività di formazione continua dei dipendenti delle pmi. Al fondo afferiscono le risorse derivanti dal gettito del contributo dello 0,30 % sul salario dei lavoratori che le imprese versano all’Inps. Tale fondo è basato su un modello organizzativo decentrato a livello regionale che facilita la definizione della politica e degli interventi di formazione continua in un rapporto più stretto con le imprese e, quindi, più rispondente ai bisogni specifici delle realtà lavorative, aziendali e produttive. «La formazione professionale continua – ha aggiunto Stillitani – riveste un’importanza strategica nell’attività dell’assessorato, che in questo settore sta già provvedendo ad elargire risorse importanti per aiutare le aziende calabresi ad investire sulle risorse umane. Il recupero delle professionalità in settori ormai scomparsi come i vecchi mestieri – ha sottolineato infine l’assessore Stillitani - contribuirà certamente ad una crescita, ad una valorizzazione e ad una migliore commercializzazione dei prodotti calabresi in Italia e nel mondo».

Catanzaro. Infiltrazioni della ’ndrangheta in appalti del Comune, 17 indagati
 Venerdì 15 Aprile 2011 06:46  Redazione desk
CATANZARO - La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro ha avviato un’inchiesta su presunte infiltrazioni della ’ndrangheta in alcuni appalti del Comune. I lavori oggetto dell’inchiesta riguardano il centro storico di Catanzaro. Nell’indagine risulterebbero coinvolte, a vario titolo, 17 persone, fra cui imprenditori, funzionari comunali, tecnici ed esponenti di clan del crotonese nonchè un funzionario della prefettura del capoluogo. Il procuratore capo Vincenzo Lombardo, contattatto dall’Agi, non ha inteso rilasciare dichiarazioni. Titolare delle indagini è il sostituto procuratore Gerardo Dominijianni.

Manduria. Niente permessi. Tensioni nel campo
 Giovedì 14 Aprile 2011 16:23
MANDURIA - Ancora nulla. Le ultime indicazioni di oggi dicono forse lunedì prossimo. Per i permessi di soggiorno temporanei i profughi della tendopoli manduriana dovranno attende ancora. I primi 130 dovevano arrivare già ieri, ma l’appuntamento con la libertà era stato rinviato ad oggi. Stamattina c’è stato un nuovo slittamento che comincia ad alimentare le tensioni. Dei mille profughi ospiti nel centro di accoglienza allestito sulla via per Oria molti hanno fretta di andarsene perché vogliono riabbracciare parenti ed amici oppure hanno già un lavoro.

Ma lo stop apposto dall’Europa al rilascio dei permessi non consentirà loro, dovesse il Governo Italiano concederli ugualmente, di oltrepassare il confine. Ecco che dunque nasce il sospetto: si sta prendendo tempo? Si cerca la verità sotto le tende e tra i profughi c’è già chi concede l’ultimatum: “aspetteremo fino a lunedì - dice un gruppo sparuto - ma già domenica cominceremo lo sciopero della fame”. E non si esclude che le fughe possano ricominciare dal momento che molti di loro sono rientrati proprio nella speranza di acquisire i permessi per non essere considerati clandestini. Intanto si cominciano a smantellare le tende e dall’ufficio del sottosegretario all’Interno, on. Mantovano fanno sapere che già dalle prossime ore la capienza massima effettiva sarà portata a 1.500 posti per gli immigrati e 500 per le forze di polizia. Intanto ieri i parlamentari pugliesi del Pdl, Luigi Vitali e Pietro Franzoso hanno incontrato il ministro Maroni per discutere della questione sicurezza nel campo immigrati. Il ministro ha assicurato che sarà lui personalmente a firmare il patto con i comuni di Oria e Francavilla Fontana per la provincia di Brindisi e quelli di Manduria, Maruggio, Sava, Avetrana e Torricella per il tarantino. Nei prossimi giorni, dunque, sarà a Manduria dove incontrerà tutti i parlamentari pugliesi e le autorità locali. Il progetto prevede l’installazione di sistemi per la videosorveglianza e un aumento della presenza delle forze dell’ordine nei comuni interessati dall’emergenza immigrati dove l’allarme non è ancora cessato. A tal proposito Vitali e Franzoso hanno ribadito anche che sono allo studio con il ministro Fitto ipotesi di forme compensative dedicate alla comunità locale per gli eventuali danni subiti dall’economia.

Oria, avvisi in lingua araba per i profughi
Vietato sostare nei bar per più di 15 minuti
Caffè nei bicchieri di plastica, i negozi chiudono prima
Pesante il clima di intolleranza che si respira nel paese
TARANTO - Cartelli scritti in arabo che vietano la permanenza ai tavolini dei bar per più di 15 minuti, caffè serviti nei bicchieri di plastica, negozi che chiudono prima e tanta diffidenza. Un pesante clima di intolleranza misto a paura si respira a Oria, alle prese con un’improvvisa e invadente presenza di migranti, ospiti del Centro di accoglienza di Manduria, non sempre rispettosi delle regole. «Prima o poi ci scapperà la disgrazia» ipotizza Luca, un ex istruttore alpino che racconta le intemperanze tunisine. «Hanno insidiato una tredicenne, aggredito un’altra ragazza, derubato decine di persone, se continuano così qualcuno di loro si farà male».

Sono storie di questo tipo (alcune vere altre rimbalzate dai passaparola), ad ingigantire il disagio lamentato dai titolari dei locali commerciali diventati di esclusiva fruizione degli immigrati. L’altro ieri una cinquantina di esercenti si sono riuniti nella sede di Confartigianato per esprimere disagi e paure. L’assemblea per ora ha deciso di scrivere una lettera al prefetto di Brindisi e al commissario che amministra il comune prossimo alle elezioni. Se non ci saranno risposte, avverte la categoria, «sceglieremo forme di protesta più eclatanti». «Atti di inciviltà, molestie, violenza verbale e fisica — ha dichiarato in quell’occasione Alfonso Panzetta, direttore della locale Confartigianato — sono all’ordine del giorno. Gli esercenti — ha poi aggiunto — convivono con un problema più grande di loro e non possono da soli sovraccaricarsi dell’ordine e della sicurezza all’interno dei loro esercizi ed all’esterno nelle vie cittadine, perché nonostante l’aumento delle forze dell’ordine, il paese rimane totalmente insicuro». Il malessere di Angela e Antonella, le due donne che gestiscono il bar Nadim nella centralissima piazza di Oria, è lo specchio della ribellione. «Non vogliamo sembrare razziste perché non lo siamo — dicono — ma quando si passa il limite è bene che qualcuno tiri il freno». Le due imprenditrici raccontano gli ultimi episodi di cui sono state testimoni dirette. «I primi giorni erano più gestibili, ma adesso molti di loro stanno esagerando con l’alcol e la maleducazione.

Ieri uno di loro si è spogliato nudo in piazza, altri urinano in pubblico senza rispetto di donne e ragazze. Ovviamente non tutti sono così — aggiungono — ma il numero cresce ogni giorno di più». L’altro ieri sera si è temuto il peggio: una rissa tra tunisini ubriachi terminata con il ferimento di due poliziotti e l’arresto del più violento, Rezgui Bechir, di 32 anni, rinchiuso nel carcere di Taranto. Dieci giorni di prognosi, invece, per i due agenti del commissariato di polizia di Manduria. In effetti basta girarsi intorno per notare l’invasione tunisina davanti ai locali pubblici e nelle piazze. La loro presenza è evidente. Occupano sedie e tavolini esposti all’esterno dei locali pubblici, i gradini delle chiese e i marciapiedi. Una presenza ingombrante (1.400 ospiti in una cittadina di 15.000 abitanti sono impossibili da ignorare), favorita dai bus navetta messi a disposizione della Provincia di Brindisi che convoglia solo su Oria il popolo della tendopoli allestita in territorio del comune di Manduria.
Nazareno Dinoi

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