lunedì 11 aprile 2011

Precari, un esercito di quasi 4 milioni di persone

Gli under 34 percepiscono una retribuzione media mensile di 1.000 €. Questo importo è inferiore del 25,3% rispetto a quanto percepisce un lavoratore che svolge le stesse mansioni assunto, però, con un contratto a tempo indeterminato

Sono quasi 4 milioni (precisamente 3.941.400), il 56% circa è occupato nelle Regioni del Centro Sud e tra il 2008 (inizio della crisi economica) ed il 2010 sono aumentati del 4%. Questi lavoratori sono concentrati soprattutto nel settore della ristorazione, degli alberghi e nei servizi pubblici e sociali. Oltre il 38% ha solo la licenza media e tra gli under 35 il livello retributivo mensile netto è di 1.068 euro. Questo importo è inferiore del 25,3% rispetto a quanto percepisce un lavoratore che svolge le stesse mansioni assunto, però, con un contratto a tempo indeterminato.

Sono queste le principali caratteristiche dei lavoratori atipici italiani secondo un’analisi che è stata condotta dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre.
A livello territoriale, come si diceva più sopra, è il Centro Sud la macro area che presenta la concentrazione più elevata (56%). Il Mezzogiorno, tra le quattro ripartizioni geografiche, è l’area che, in termini assoluti, ne presenta di più (1.336.329).  Rispetto ad una media nazionale del 17,2%, nel Mezzogiorno l’incidenza dei precari sul totale degli occupati è pari al 21,6%. Tra il 2008 (inizio della crisi economica) ed il 2010 gli atipici sono aumentati del 4%. Nel Nordest l’incremento è stato del +8,3%, nel Nordovest addirittura del +8,9%. A liovello regionale la crisi economica ha fatto esplodere la loro presenza in particolar modo in Trentino A.A. (+20,7%) ed in Emilia Romagna  (+20,3%). Forte il calo registrato in tutte le Regioni del Sud ed in Veneto (-4,6%).
La cosa sicuramente più sorprendente è il livello di istruzione di questi lavoratori. Oltre il 38% dei precari italiani ha solo la licenza di scuola media inferiore. Un dato che preoccupa molto gli artigiani mestrini.

“Questi precari con basso titolo di studio – afferma il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – sono coloro che rischiano più degli altri di essere espulsi dal mercato del lavoro. Nella stragrande maggioranza dei casi svolgono mansioni molto pesanti da un punto di vista fisico e sono presenti soprattutto nel settore della cura alla persona, in quello alberghiero, in quello della ristorazione e nell’agricoltura. Per questo ritengo che la formazione deve essere posta al centro di qualsiasi attività che abbia come obbiettivo la professionalizzazione di questi lavoratori”.       

Il settore economico che presenta il tasso più elevato di precarietà è quello degli alberghi e dei ristoranti. L’incidenza percentuale dei precari sul totale degli occupati di questo settore si attesta al 35,5%. Seguono i servizi pubblici, sociali e alle persone (33,4%), e l’agricoltura (28,4%).
In termini economici, i precari con una età compresa tra i 15 e i 34 anni, percepiscono una retribuzione mensile netta di 1.068 euro.  Rispetto ad un lavoratore che svolge le stesse mansioni assunto, però, con un contratto a tempo indeterminato, i giovani atipici prendono 282 euro in meno al mese (-25,3%). Tra gli over 35, invece, la retribuzione mensile media è pari a 1.325 €, con un differenziale, rispetto a quanto prende un lavoratore dello stesso settore con il posto fisso, di -518 € al mese (-38%).
Nota: per precari si intendono i lavoratori dipendenti a tempo determinato involontari, i lavoratori part-time involontari, i collaboratori e le partite Iva con tre vincoli (mono committenza, rispetto di orari di lavoro prefissati, ’effettuazione delle prestazioni lavorative prevalentemente o esclusivamente nel sito del committente)

IL PRECARIATO IN ITALIA
Lavoratori precari* in Italia nel 2010** e confronto col 2008**

Valore assoluto precari 2010
Incidenza precari su occupati 2010
Incidenza precari su occupati 2008
Variazione % precari 2010 / 2008
Piemonte e Valle d'Aosta
300.574
15,9%
13,8%
12,6%
Lombardia
598.621
14,0%
12,9%
7,0%
Trentino alto Adige
69.752
14,9%
12,5%
20,7%
Veneto
276.123
13,1%
13,4%
-4,6%
Friuli Venezia Giulia
78.122
15,3%
13,9%
7,9%
Liguria
111.852
17,5%
15,6%
9,5%
Emilia Romagna
304.642
15,7%
12,8%
20,3%
Toscana
275.326
17,8%
15,6%
11,5%
Umbria
70.714
19,4%
17,2%
9,9%
Marche
100.241
15,3%
14,7%
4,2%
Lazio
419.125
18,5%
18,9%
-1,5%
Abruzzo
84.952
17,4%
16,7%
-2,1%
Molise
18.685
17,2%
18,5%
-11,7%
Campania
273.292
17,2%
17,6%
-8,1%
Puglia
280.076
23,0%
20,6%
5,2%
Basilicata
34.753
18,8%
19,0%
-6,7%
Calabria
137.975
24,2%
24,6%
-5,1%
Sicilia
350.312
24,4%
24,0%
-1,3%
Sardegna
156.283
26,2%
23,5%
7,4%
NordOvest
1.011.048
14,9%
13,4%
8,9%
NordEst
728.639
14,5%
13,1%
8,3%
Centro
865.405
17,9%
17,2%
3,9%
Sud e Isole
1.336.329
21,6%
20,8%
-1,4%
Italia
3.941.420
17,2%
16,2%
4,0%
* Si intendono i lavoratori dipendenti a tempo determinato involontari, i lavoratori part-time involontari, i collaboratori e le partite Iva con tre vincoli (monocommittenza, rispetto di orari di lavoro prefissati, ’effettuazione delle prestazioni lavorative prevalentemente o esclusivamente nel sito del committente)
** Media dei primi tre trimestri dell’anno
Elaborazioni  Ufficio studi CGIA su dati Istat (RCFL)

Lavoratori precari in Italia nel 2010* per tipologia e genere

Maschi
Femmine
Totale
Inc. % femmine sul totale
Dipendenti a termine involontari
1.006.677
1.005.998
2.012.676
50,0%
Lavoratori part-time involontari
435.991
1.224.089
1.660.081
73,7%
Collaboratori con 3 vincoli
67.622
110.131
177.753
62,0%
Partite iva con 3 vincoli
51.497
39.413
90.910
43,4%
Totale precari
1.561.788
2.379.632
3.941.420
60,4%
Incidenza % precari su occupati
11,4%
25,8%
17,2%

* Media dei primi tre trimestri dell’anno
Elaborazioni  Ufficio studi CGIA su dati Istat (RCFL)

Lavoratori precari* in Italia nel 2010** per classe d’età, settore e titolo di studio

Valore assoluto
Incidenza % precari su occupati
Inc. % su totale precari
CLASSE D'ETÀ



15-24
694.401
55,6%
17,6%
25-34
1.193.721
23,8%
30,3%
35-44
1.070.334
14,7%
27,2%
44 e oltre
982.965
10,6%
24,9%
SETTORE



Agricoltura, caccia e pesca
248.915
28,4%
6,3%
Industria dell’energia, estrazione materiali energetici
13.135
7,1%
0,3%
Industria della trasformazione
402.134
9,2%
10,2%
Industria delle costruzioni
217.028
11,2%
5,5%
Commercio
523.533
15,5%
13,3%
Alberghi e ristoranti
426.584
35,5%
10,8%
Trasporti e comunicazioni
159.677
12,8%
4,1%
Intermediazione monetaria e finanziaria, attività immobiliari
76.360
9,2%
1,9%
Servizi alle imprese e altre attività professionali e imprenditoriali
508.805
20,6%
12,9%
Pubblica amministrazione, difesa, assicurazioni sociali obbligatorie
149.620
10,7%
3,8%
Istruzione, sanità ed altri servizi sociali
628.381
19,7%
15,9%
Altri servizi pubblici, sociali e alle persone
587.452
33,4%
14,9%
TITOLO DI STUDIO



Nessuno
48.757
24,8%
1,2%
Scuola dell'obbligo
1.461.575
18,0%
37,1%
Diploma superiore
1.817.990
17,1%
46,1%
Laurea / post laurea
613.098
15,7%
15,6%
* Si intendono i lavoratori dipendenti a tempo determinato involontari, i lavoratori part-time involontari, i collaboratori e le partite Iva con tre vincoli (monocommittenza, rispetto di orari di lavoro prefissati, ’effettuazione delle prestazioni lavorative prevalentemente o esclusivamente nel sito del committente)
** Media dei primi tre trimestri dell’anno
Elaborazioni  Ufficio studi CGIA su dati Istat (RCFL)



Retribuzioni medie (in euro) percepite dai lavoratori dipendenti precari* e non in Italia nel terzo trimestre 2010 per gruppo anagrafico

Giovani (15 – 34 anni)
Adulti (35 anni ed oltre)

Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
Precari
925
756
833
1.006
754
845
Non precari
1.185
1.015
1.115
1.475
1.210
1.362
Totale
1.150
960
1.068
1.453
1.162
1.325
Differenziale in euro precari / non precari
-260
-259
-282
-468
-456
-518
Differenziale in % precari / non precari
-21,9%
-25,6%
-25,3%
-31,7%
-37,7%
-38,0%
* Dati disponibili per i soli lavoratori dipendenti a tempo determinato involontari ed i lavoratori dipendenti part-time involontari. La retribuzione mensile media netta percepita esclude altre mensilità (tredicesima, quattordicesima, ecc.) e voci accessorie non percepite regolarmente tutti i mesi (premi di produttività annuali, arretrati, indennità per missioni, straordinari non abituali, ecc.)
Elaborazioni  Ufficio studi CGIA su dati Istat (RCFL)

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