lunedì 30 maggio 2011

Federali Mattino-31 maggio 2011. Život i spasibo tovarish Mladic. Beograd. Io ho conosciuto Ratko Mladic. Sono stato io a baciargli la mano e non gli ho permesso che fosse lui a baciare la mia - ha detto all’agenzia di stampa Ansa un certo Ilarion Djurica, prete ortodosso, parroco di una chiesa a Banovo Bredo, un quartiere residenziale di Belgrado - Ciò per la grande stima di un uomo che ha solo fatto del bene a noi serbi.----Москва́: nel giro di un solo mese, a maggio, nella capitale russa tre alti funzionari della Banca centrale sono stati uccisi in circostanze assai misteriose.

Spasibo Mladic=grazie Mladic:
Mosca. In Russia uccisi tre funzionari della Banca centrale. Mistero sul movente
Belgrado, scontri per Mladic

Creten=Maroni e’ cretino:
Immigrati, scontro Italia-Malta. La Valletta: Noi coordinato soccorsi


Mosca. In Russia uccisi tre funzionari della Banca centrale. Mistero sul movente
di Vladimir Sapozhnikov
MOSCA - Questa volta la polizia di Mosca non ha potuto più tacere: nel giro di un solo mese, a maggio, nella capitale russa tre alti funzionari della Banca centrale sono stati uccisi in circostanze assai misteriose. L'ultimo, il 58enne analista capo del Dipartimento creditizio, è stato trovato morto domenica mattina in un parcheggio, accanto alla sua auto, con una ferita alla testa. «Non si può dire ancora che fosse stata la ferita a causare la morte», ha dichiarato a titolo dell'anonimato un rappresentante della polizia criminale all'agenzia stampa Interfax.

I due casi precedenti risalgono al 10 e al 14 di maggio i giorni in cui a Mosca erano stati trovati i corpi senza vita di un capo di un Dipartimento dell'Istituto centrale della Russia e di una donna di 33 anni che ricopriva la carica di economista sempre alla Banca centrale. La polizia non ha voluto rivelare i nomi delle tre vittime, riconoscendo però il fatto secondo cui in nessuno dei casi gli assassini si sarebbero impossessati di denaro, di gioielli né di altri oggetti preziosi (telefoni cellulari, notebook) delle persone uccise. «Abbiamo ritrovato il corpo dell'economista della Banca centrale non lontano della casa sua. Stava tornando a casa dal lavoro. Prima di morire è stata brutalmente picchiata. L'attaccante non ha preso niente: gioielli di oro e di diamanti, denaro, carte di credito, tutto è rimato sul posto del delitto», ha raccontato la fonte dell'Interfax.

Per il momento la polizia non si sbilancia e dichiara di non avere elementi validi per collegare tra di loro questi tre assassini. Altrimenti si potrebbe parlare di una caccia vera e propria ad alti funzionari della Banca della Russia.

Il caso più clamoroso di assassinio di un dirigente dell'Istituto centrale russo risale al 13 settembre del 2006, quando due killer uccisero a colpi di kalashnikov il vice Governatore della Banca centrale, Andrej Kozlov, e il suo autista. La giustizia russa ha riconosciuto come mandante del delitto, il banchiere, Aleksej Frenkel, la cui banca, in seguito a una denuncia di Kozlov, perse la licenza operativa. Secondo i risultati dell'indagine Frenkel, accusato da Kozlov di riciclaggio di denaro sporco, pagò a un rappresentante degli ambienti criminali russi per l'organizzazione dell'uccisione di Kozlov 300.000 dollari, mentre i due killer ricevettero per il loro lavoro cruente 8.500 dollari ciascuno.
 30 maggio 2011

Belgrado, scontri per Mladic
 30 maggio 2011
Belgrado - Violenti scontri fra polizia e ultranazionalisti serbi hanno turbato ieri notte a Belgrado una manifestazione nella quale oltre 10.000 persone hanno inneggiato a Ratko Mladic, l’ex generale serbo-bosniaco catturato giovedì scorso dopo 16 anni di latitanza, che è in attesa di essere estradato al Tribunale penale dell’Aja (Tpi) con l’accusa di genocidio e crimini contro l’umanità.

Controllati a vista da massicci cordoni di agenti antisommossa, i dimostranti - tra musiche patriottiche e bandiere nazionaliste con l’effigie del loro “comandante” - hanno scandito a lungo slogan in onore di Mladic e contro il presidente, Boris Tadic, definito uno «sporco traditore degli interessi della Serbia», avendo avallato la cattura di questo «eroe» e la sua consegna al Tribunale dell’Aja.

Al termine del raduno, scontri fra alcune centinaia di estremisti violenti e forze di polizia sono scoppiati non lontano dal luogo della manifestazione, con i teppisti che hanno bersagliato gli agenti con sassi, bottiglie e altri oggetti. È intervenuta anche la polizia a cavallo. In nottata, il ministro dell’Interno, Ivica Dacic, ha parlato di un bilancio di 111 arresti e di una trentina di feriti, 21 dei quali poliziotti. La situazione è successivamente tornata alla calma e sotto il controllo delle forze dell’ordine.

«La Serbia ha dignità e onore, e noi siamo venuti qui per lavare la vergogna che ci ha versato addosso Boris Tadic», ha detto ai dimostranti Dragan Todorovic, vicepresidente del Partito Radicale Serbo (Srs, ultranazionalista), organizzatore del raduno. Leader del partito è Vojislav Seselj, attualmente sotto processo al Tpi dell’Aja con l’accusa di crimini di guerra. “Tadic non è la Serbia”, si leggeva su un grande striscione sistemato intorno al palco allestito sulla spianata antistante il Parlamento nel centro di Belgrado. In tanti indossavano magliette con l’effigie di Mladic e lo slogan “È forse un crimine difendere la Serbia?”. Numerosi gli striscioni e i cartelli con il ritratto dell’ex generale e slogan patriottici e nazionalistici.

«La nostra legge vieta l’estradizione in un altro paese di persone non in grado di affrontare un processo», ha detto dal palco il figlio di Ratko Mladic, Darko, che era affiancato dalla madre, Bosiljka, e dai familiari di Seselj: «Mio padre non è un criminale, lui ha solo difeso il popolo serbo e ha evitato un nuovo massacro di serbi come quello avvenuto a Jasenovac (nella Seconda Guerra Mondiale, campo di concentramento in Croazia dove morirono decine di migliaia di cittadini serbi, ndr)», ha aggiunto Darko Mladic, che ha poi invitato «tutti gli onesti generali russi, americani, canadesi e di altri paesi che furono in contatto con Mladic a dire la verità su di lui».

In un’atmosfera di forti sentimenti antioccidentali - con urla e fischi contro gli Usa e la Nato - gli oratori hanno esaltato l’operato di Mladic, un «autentico eroe serbo», che ha solo operato per il bene del sui popolo: «Io ho conosciuto Ratko Mladic. Sono stato io a baciargli la mano e non gli ho permesso che fosse lui a baciare la mia - ha detto all’agenzia di stampa Ansa un certo Ilarion Djurica, prete ortodosso, parroco di una chiesa a Banovo Bredo, un quartiere residenziale di Belgrado - Ciò per la grande stima di un uomo che ha solo fatto del bene a noi serbi».

«Il generale Mladic è il nostro orgoglio. Se non ci fossero state persone come lui tutti i serbi sarebbero stati uccisi», ha affermato da parte sua Dragan Banovcanin, un manifestante venuto apposta da Srenska Mitrovica, città a ovest di Belgrado.

Tutti gli oratori alternatisi sul palco hanno chiesto le dimissioni del governo, accusato di essere sottomesso ai voleri di Washington e di Bruxelles. La manifestazione si è svolta nella calma, pur se in un’atmosfera di forte tensione politica per l’astio mostrato contro la dirigenza di Belgrado. Al termine del raduno, di fronte al Parlamento, frange di teppisti violenti sono entrati in azione contro le forze di polizia, nonostante che lo stesso Ratko Mladic avesse lanciato un appello alla calma e a evitare scontri di piazza.

Immigrati, scontro Italia-Malta. La Valletta: Noi coordinato soccorsi
Maroni accusa Malta di "mancato soccorso " e informa il commissario Ue Malstrom. Nota del Viminale: Italia ha evitato tragedia
Roma, 30 mag (Il Velino) - Nuova polemica tra Italia e Malta sugli immigrati, in merito al soccorso di un barcone alla deriva nel Canale di Sicilia, a 50 miglia a sud-ovest di Lampedusa, in acque maltesi, nella notte tra sabato e domenica. Roma punta il dito contro il “mancato soccorso” maltese, ma La Valletta respinge le accuse: il salvataggio è stato “coordinato dalle Forze armate di Malta con le autorità italiane e tunisine”. “L’Italia, ancora una volta, a fronte del mancato intervento da parte di Malta, nel primario interesse della salvaguardia della vita umana in mare, ha evitato una nuova possibile tragedia” è la dura nota del Viminale, emessa ieri. Due motovedette della Guardia Costiera e un pattugliatore della Guardia di Finanza hanno raggiunto e tratto in salvo 209 migranti provenienti dal Nord Africa, tra cui 16 donne e nove bambini, dopo che il governo maltese ha girato al nostro Paese l'allarme. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha accusato espressamente il governo maltese di mancato soccorso e ha segnalato il caso al commissario europea Cecilia Malmstrom, chiedendo di “far rispettare la competenza e il dovere di intervento nelle rispettive zone Sar (Search and rescue, ndr) da parte di tutti i Paesi membri, assicurando il corretto svolgimento delle operazioni di ricerca e salvataggio in mare”. Sempre ieri la risposta del minisetro degli Affari interni di La Valletta che – come riporta il quotidiano Times of Malta – ha respinto le accuse, affermando che il salvataggio è stato “coordinato dalle Forze armate di Malta con le autorità italiane e tunisine”. Semmai, “sono state le autorità italiane, in questo caso, a chiedere se se fosse necessaria la loro assistenza”. Inoltre, nonostante l’imbarcazione fosse in acque maltesi è stata soccorsa dalle unità italiane di Lampedusa più vicine (51 miglia contro le 126 di Malta) alla zona dove si è verificata l'avaria.
(ban) 30 mag 2011 09:43

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