giovedì 26 maggio 2011

L'UNIONE SARDA - Economia: «Latte da pagare 1,11 euro a litro»


26.05.2011
Le aziende sarde rischiano il collasso a causa del prezzo troppo basso del latte ovino. Coldiretti lancia l’allarme e per dimostrare la gravità del problema ha avviato un monitoraggio su dieci aziende in tutta l’Isola.

NUMERI. I risultati sulle prime tre imprese messe sotto osservazione non sono confortanti. Nel Meilogu, dove l’impresa analizzata ha le dimensioni giuste per reggersi sul mercato (ovvero oltre 300 capi ovini), nel 2011 ha registrato spese per 141.524 euro contro i 102.800 di entrate, con un saldo negativo di 38.724 euro. Questo perché i 77 mila litri di latte sono stati pagati a 0,60 centesimi. Per mandare la società in attivo (di appena 545 euro) il latte dovrebbe invece essere pagato a 1,11 euro al litro. Stesso discorso per l’azienda del Marghine in perdita di 33.594 euro. Mentre per mandare in attivo l’azienda della Baronia che produce 35 mila litri di latte, il prezzo dovrebbe arrivare a 1,19 euro (al momento ha visto una perdita di oltre 20 mila euro). «Chi è più piccolo ha troppi costi e in proporzione perde di più», ha spiegato il direttore dell’associazione, Luca Saba. Ad aggravare i problemi, ci sono anche i costi dei mangimi. In particolare il mais, passato dai 16 euro al quintale del 2008 ai 30 di quest’anno.

RICHIESTE. «Il nostro settore sta morendo », ha detto il presidente Marco Scalas. «I costi sono troppi rispetto ai ricavi. Di questo accusiamo la legge regionale 15, di cui trova applicazione un articolo e mezzo su oltre 20, per cui serve una commissione di verifica». L’associazione chiede trasparenza sulle quantità di latte prodotte e sulle reali esigenze del mercato. «Il presidente Cappellacci deve farsi carico della situazione. Non vogliamo essere polemici ma occorre davvero intervenire», ha concluso Scalas. Per questo Coldiretti Sardegna ha messo nero su bianco una serie di richieste alla Giunta. Prima di tutto di destinare 40 milioni di euro al comparto per sostenere la qualità del latte e incrementare il “Premio qualità carni” per le produzioni certificate e l’attivazione “immediata” della misura del Benessere animale. Indispensabile, poi, l’istituzione di una cabina di regia per il prezzo del latte con la Regione come garante. Per il comparto ovino «rilanciamo la richiesta di una strategia per arrivare a un unico soggetto commerciale, un consorzio di secondo livello», ha aggiunto Saba, «costituito dalla Sfirs e dalle cooperative con l’obiettivo di individuare sbocchi di mercato per il Pecorino romano ». (an. ber.)

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