venerdì 10 giugno 2011

Federali.Sera_10.6.11. San Marino. Secondo Valentini, negli ultimi 2 anni la raccolta bancaria è crollata sulla Rupe a 8,5 miliardi di euro, gli attivi delle finanziarie sono passati da 1.334 milioni a 1.160 e le masse amministrate dalle fiduciarie da 3,3 a 1,1 miliardi di euro. Occorre prevedere incentivi per le aggregazioni e affrontare il problema del consolidamento del sistema, ha proseguito il segretario di Stato, in modo che il Titano attragga non per il segreto bancario, ma grazie a un’adeguata fiscalità che renda possibile la collocazione internazionale di prodotti finanziari ad alto valore aggiunto.----Svizzera. Borghezio è convinto che l'accaduto smascheri la reale natura di questa consorteria: il club di Bildelber è una società segreta e non un gruppo di persone che si riuniscono in modo riservato. Chiediamo che chi decide sui destini del mondo lo faccia in modo trasparente.----Brambilla: Ho visto sui media gli spot della Calabria con i bronzi di Riace: diciamo che sono un po’ diversi da quelli che faccio io, ma devo ammettere che lo spot è riuscito a far parlare, e molto, della Calabria.

Bufale:
Un impegno preciso del governo di San Marino…
Borghezio: «Io malmenato a St. Moritz»
Pdl, Miccichè dice addio a Berlusconi: «Presto un grande partito meridionale»
La Brambilla promuove lo spot promozionale sulla Calabria

Profondo rosso:
«Napoli spa», il dossier che scotta sulla scrivania di Luigi de Magistris
Pompei, la cura del Mibac costa 105 mln e s’ispira al “modello Roma”
Sardegna. Turismo boom fino al 2009 poi il crollo: il ministero prevede per il 2011 -2,5%


Un impegno preciso del governo di San Marino…
10/06/11 09:19
Pasquale Valentini
 [ItaliaOggi] Un impegno preciso del governo di San Marino per adattare il sistema bancario alle nuove mutate condizioni. È il messaggio contenuto nell’ordine del giorno votato ieri dal Consiglio grande e generale che ha proposto 5 nuove forme di intervento per lasciare alle spalle i tempi difficili del post scudo fiscale. Il documento adottato stabilisce che il sistema finanziario prosegua lungo il processo di allineamento internazionale, rafforzi relazioni bilaterali e crei le condizioni per una maggiore integrazione con i sistemi italiano ed europeo. Oltre a questo serviranno politiche fiscali concorrenziali, innalzamento delle professionalità del settore e promozione del progetto di riposizionamento del sistema finanziario. Il giorno prima, il segretario alle finanze della Rupe, Pasquale Valentini, aveva svelato lo stato di salute del sistema finanziario della rupe in una relazione al Consiglio grande e generale. «Il settore ha tenuto alla tempesta perfetta», sottolineato il ministro. «Adesso è necessario affrontare il futuro con una logica di sistema rinunciando a una concorrenza a volte ingiustificata». Secondo Valentini, negli ultimi 2 anni la raccolta bancaria è crollata sulla Rupe a 8,5 miliardi di euro, gli attivi delle finanziarie sono passati da 1.334 milioni a 1.160 e le masse amministrate dalle fiduciarie da 3,3 a 1,1 miliardi di euro. «Occorre prevedere incentivi per le aggregazioni e affrontare il problema del consolidamento del sistema», ha proseguito il segretario di Stato, «in modo che il Titano attragga non per il segreto bancario, ma grazie a un’adeguata fiscalità che renda possibile la collocazione internazionale di prodotti finanziari ad alto valore aggiunto». Per questo sono necessari nuovi accordi con le autorità di vigilanza estere, formazione e incentivi anche a professionalità estere, in modo da creare un «brand sammarinese e una filiera di servizi ad alto livello.
Gabriele Frontoni
 Italia Oggi di venerdì 10 giugno 2011, pagina 21
 Digitalizzazione: Ministero Economia e Finanze

Borghezio: «Io malmenato a St. Moritz»
Il leghista voleva partecipare al summit del Club Bildelberg. «Sangue dal naso»
MILANO - Ha cercato di assistere ai lavori del Gruppo Bildelberg, un incontro annuale per inviti e non ufficiale, ma è stato bloccato e «malmenato». Protagonista della brutta avventura l'europarlamentare della Lega Mario Borghezio. Il politico piemontese avrebbe voluto assistere ai lavori del club esclusivo e invece al bureau d'ingresso dell'Hotel Suretta di St. Moritz, nonostante si fosse presentato e avesse mostrato il tesserino dell'Europarlamento è stato fermato dagli uomini del servizio di sicurezza dell'organismo. «Ci hanno letteralmente presi a spintoni», racconta Borghezio che era accompagnato dal suo assistente parlamentare. «Mi hanno dato anche un colpo sul naso che ora è sanguinante: è stata un'aggressione violentissima, mi hanno portato fuori di peso e per un miracolo non sono caduto».

FERMATO - Dopo l'incidente, il parlamentare è stato fermato dalla polizia svizzera. «Nulla da eccepire sul loro comportamento, sono stati gentilissimi, ma non riesco a capire perché se la siano presa con noi: ci hanno portato via come malviventi, perquisendo anche la nostra macchina, dove ovviamente no è stato trovato nulla». Borghezio è convinto che l'accaduto smascheri «la reale natura di questa consorteria: il club di Bildelber è una società segreta e non un gruppo di persone che si riuniscono in modo riservato. Chiediamo che chi decide sui destini del mondo lo faccia in modo trasparente», attacca l'europarlamentare, dicendosi pronto a presentare denuncia. «E voglio aggiungere che non mi sarebbe dispiaciuto che, in una tale situazione, avessi ricevuto una telefonata delle autorità italiane».

IL CLUB - Il Club Bilderberg, detto anche Conferenza Bilderberg o Gruppo Bilderberg, è un incontro annuale per inviti, non ufficiale, di circa 130 partecipanti, la maggior parte dei quali sono personalità influenti in campo economico, politico e bancario. I partecipanti trattano una grande varietà di temi globali, economici, militari e politici.

Pdl, Miccichè dice addio a Berlusconi: «Presto un grande partito meridionale»
Il leader di Fds: «Insieme a Iannaccone e Poli Bortone, creeremo un grande e radicato movimento del Sud»
PALERMO - «Ho informato il presidente Berlusconi della decisione presa dalla Direzione nazionale di Forza del Sud di fare uscire la nostra delegazione parlamentare dai gruppi del Pdl di Camera e Senato. Per ora confluiremo nel gruppo misto, presto nasceranno anche i gruppi autonomi. La scelta è consequenziale rispetto alla volontà di creare, insieme ad Arturo Iannaccone e Adriana Poli Bortone, un grande e radicato movimento del Sud: rimanere in un partito e crearne un altro è impossibile». Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e leader di Forza del Sud Gianfranco Miccichè, commenta l’incontro con il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli.

Al vertice erano anche presenti il neo segretario politico del Popolo della Libertà Angelino Alfano e il parlamentare di Noi Sud Arturo Iannaccone. «Abbiamo presentato a Berlusconi», spiega Miccichè, «il nostro progetto di Partito del Sud, che è stato condiviso. Tuttavia, pur abbandonando il Pdl, non abbiamo nessuna intenzione di uscire dalla maggioranza, ma pretendiamo», ha sottolineato, «di partecipare attivamente a tutte quelle scelte che riguarderanno il Meridione. A partire dal Piano per il Sud: così com’è non lo consideriamo affatto sufficiente. Più che delle promesse per il futuro, i nostri territori hanno bisogno di fatti immediati. Ad esempio la scellerata decisione europea, senza che il nostro Paese abbia battuto ciglio, sulle quote tonno, un provvedimento che ha distrutto le marinerie calabre e siciliane: bisogna intervenire con forza in Europa per salvaguardare un importante comparto economico del Sud».

La Brambilla promuove lo spot promozionale sulla Calabria
 Venerdì 10 Giugno 2011 06:24  Redazione desk
ROMA - Il ministro del Turismo promuove i tanto discussi spot sulla regione Calabria. Quelli che hanno come protagonisti i bronzi di Riace in versione amici con lo zaino in spalla che programmano le propre vacanze. Ho visto sui media gli spot della Calabria con i bronzi di Riace: diciamo che sono un po’ diversi da quelli che faccio io, ma devo ammettere che lo spot è riuscito a far parlare, e molto, della Calabria». D’accordo con lei anche Francesco Montera, direttore generale di Promuovitalia, l’agenzia tecnica che si occupa, alle dipendenze dell’amministrazione centrale, dei programmi per lo sviluppo e l’occupazione nel turismo: «Accattivante, moderno, straordinariamente efficace e persino provocatorio», così ha definito lo spot della Regione. Il ministro ha parlato della Calabria ieri a palazzo Chigi, dove si trovava per  presentare lo spot promozionale per il Mezzogiorno d’Italia. Lo spot, presentato insieme a Paolo Bonaiuti, avrà una durata di circa 30 secondi e sarà trasmesso da tutte le reti Rai, compresa Rai International, ma anche via web, sul portale Italia.it e nei social network. Nello spot sono presentate le immagini di 13 località del Mezzogiorno: il sito archeologico di Selinunte (Trapani, Sicilia); Lampedusa (Agrigento, Sicilia), Tropea (Vibo Valentia, Calabria); Ischia (Napoli, Campania); Ostuni (Brindisi, Puglia) Agnone (Isernia, Molise); Matera (Basilicata); Manduria  (Taranto, Puglia); Siracusa (Sicilia); Lecce (Puglia); Budelli e La Maddalena (Olbia e Tempio, Sardegna); Capri (Napoli, Campania); Pantelleria (Trapani, Sicilia). «Si tratta di meravigliose immagini del nostro Sud, che sintetizzano, per quanto è possibile fare in poche decine di secondi, un’offerta turistica davvero unica al mondo per ricchezza e varietà - ha spiegato il ministro Brambilla -. Inoltre lo spot sarà trasmesso apartire dal 15 giugno, per diverse settimane». Tra le ragioni che hanno portato il governo a realizzare lo spot per la promozione del Mezzogiorno, ha spiegato la Brambilla, c’è la convinzione che il turismo rappresenti per il Sud una risorsa straordinaria, ancora in buona parte inespressa. «In generale siamo di fronte ad un giacimento dibellezze naturali, artistiche e storiche - ha proseguito - ancora non abbastanza sfruttato, che senza dubbio è in grado di attirare un numero molto maggiore di turisti, nazionali e internazionali, e di competere più efficacemente con altre destinazioni mediterranee». Nonostante ciò, però, il ministro ha rilevato che l’anticipo di estate è positivo per il turismo italiano, anche per il Mezzogiorno: a giugno le mete del Sud e delle Isole hanno archiviato un aumento del 3,3% delle prenotazioni rispetto allo stesso periodo del 2010. A livello territoriale, ha spiegato il ministro, la Basilicata evidenzia la migliore performance su base annua (+25,5%), seguita dal Molise (18,4%) e Calabria (+17,4%), che superano la media di occupazione camere dell’area "Sud e Isole". In leggero calo le prenotazioni in Sicilia (-2,2%) e Sardegna (-2,5%). Tuttavia, ha ricordato Brambilla, in termini di occupazione camere le isole maggiori restano ben al di sopra della media nazionale (rispettivamente 34,9 e 33,7%, contro la media Italia del 28,8%).

«Napoli spa», il dossier che scotta sulla scrivania di Luigi de Magistris
Le partecipate del Comune non producono ricavi, invece in altre città soccorrono anche al bilancio
NAPOLI - Napoli spa è il dossier più scottante in bella vista sulla scrivania di Luigi de Magistris. Municipalizzate, società partecipate, piccole Iri, i nomi si sprecano: da tempo sono nel mirino di quanti, in prima fila gli industriali privati, sognano una cura Marchionne e accusano di concorrenza sleale le società pubbliche controllate dagli enti locali, sostenendo che sono gestite con criteri più di gestione del consenso politico che non di ottimizzazione delle risorse aziendali. Vero, falso? Come sempre tra il nero e il bianco c’è una vasta area intermedia di grigio nella quale, anche se non è facile, bisogna riuscire a distinguere le diverse realtà, guardandole dall’interno. Napoli ha una caratteristica, diciamolo subito negativa, che la contraddistingue rispetto alle altre grandi città italiane, del centro e del nord: qui le società partecipate dal Comune capaci di stare con le proprie gambe sul mercato, di generare reddito e, quindi, distribuire dividendi che il sindaco e l’assessore al Bilancio possano poi destinare a finalità di sviluppo e a progetti di investimento, sono una rarissima eccezione. E non per una tara genetica o chissà per quale maledizione divina, ma perché finora nessuna di queste società è stata gestita con criteri privatistici, né tantomeno aveva la forza finanziaria per andare a chiedere soldi ai risparmiatori in Borsa.

NELLE ALTRE CITTA' - Quel che, invece, avviene regolarmente a Milano con A2A, a Bologna con Hera, a Roma con Acea. Vere e proprie galline dalle uova d'oro, come dimostrano poche cifre significative. La lombarda A2A, tra le maggiori local utilities europee, che eroga gas luce e acqua, dai conti a fine marzo presenta ricavi in crescita del 5%rispetto al primo trimestre 2010, un utile netto di 85 milioni in aumento del 20%rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una netta riduzione dell’indebitamento finanziario di ulteriori 151 milioni: ciò la rende molto appetibile, e non a caso vanta una capitalizzazione di Borsa pari a circa 3,8 miliardi. La bolognese Hera opera anch’essa nei servizi idrici, del gas, dell’ambiente e dell’energia, generando ricavi per oltre 3 miliardi e mezzo, un utile netto di 117 milioni e offrendo agli azionisti una remunerazione per azione in crescita del 12,5%. Infine la romana Acea: ha chiuso i conti 2010 con un risultato netto superiore a 136 milioni, distribuendo un dividendo di 0,45 euro e, ciononostante, sviluppando investimenti per 473 milioni nell’interno anno. Numeri da record.

LE SOCIETA' PARTECIPATE DEL COMUNE DI NAPOLI - Intendiamoci, il Comune di Napoli non controlla alcuna impresa erogatrice di questi servizi, se si eccettua l’Arin, ma si tratta soltanto di una ben magra consolazione. Soprattutto se si confrontano questi dati con quelli delle società partecipate controllate dal Comune di Napoli che avrebbero accumulato un buco di bilancio pari a un miliardo e 320 milioni. Su questo punto, però, è doveroso chiarire alcuni aspetti. Primo, non c’è ancora un bilancio consolidato di tutte queste società. Secondo, l’assessore al Bilancio uscente Michele Saggese, ha reso noto che solo alcune società del Comune hanno chiuso il bilancio 2010 in passivo: l’Anm, le Terme di Agnano, la Mostra d’Oltremare, Elpis e Caan. Altre, come Arin, hanno chiuso il 2009, ultimo bilancio pubblicato, con un utile netto di oltre 2 milioni e 600mila euro, dopo aver effettuato vari accantonamenti. Terzo aspetto, l’analisi riguarda esclusivamente le società controllate dal Comune che ricorrono all’ente locale per ripianare annualmente i propri debiti di bilancio e non quelle che possono essere considerate partecipazioni strategiche in aziende le cui passività non incidono sui conti pubblici perché vengono coperte con i ricavi della stessa società.

LA POSSIBILE SOLUZIONE - Una strada per risanare i bilanci delle partecipate in perdita può essere quella di allineare le tariffe dei servizi ai prezzi di mercato, come hanno fatto le Ferrovie quando da ente pubblico economico si sono trasformate in azienda. Lo potrebbe, per esempio, fare l’Anm, certo mantenendo comunque fasce di salvaguardia sociale per i soggetti più deboli. Questa scelta, insieme con quella del taglio degli sprechi, che si annidano un po’ dovunque nelle aziende controllate dalla mano pubblica, potrebbe rivelarsi come l’uovo di Colombo per mettere a posto i conti. A pagare, però, sarebbero gli utenti, i cittadini. Un po’ come è avvenuto per le tariffe della Tarsu, cresciute in città mentre i cumuli di immondizia inondavano le strade.
Emanuele Imperiali

Pompei, la cura del Mibac costa 105 mln e s’ispira al “modello Roma”
Roma, 10 giu (Il Velino) - Pompei come l’area archeologica di Roma: un grande piano di manutenzione programmata, costante e sotto traccia, senza interventi-spot né proclami altisonanti. È la “cura” suggerita dal dossier elaborato dal Mibac e che ieri ha avuto il via libera del Consiglio superiore dei Beni culturali. La terapia prevede un monitoraggio costante e tridimensionale per combattere i mali che affliggono il sito archeologico flegreo, che due anni di commissariamento straordinario non sembrano aver alleviato. Punto di riferimento sarà la ricetta messa in atto nella Capitale dal commissario straordinario Roberto Cecchi, con controlli continuativi e interventi costanti per evitare di dover rincorrere l’emergenza. Costo dell’operazione: 105 milioni, spalmati su quattro anni e mezzo di interventi e suddivisi in cinque fasi che in alcuni casi potranno procedere contemporaneamente. Denaro che il Collegio romano conta di rastrellare ricorrendo a fondi Ue. Senza escludere la possibilità dell’aiuto dei privati, con cui ci sarebbero già contatti. Oltre alla cordata di industriali “napoletana”, infatti, nei giorni scorsi ci sono stati anche incontri con una grande realtà francese, una fondazione di livello europeo sulla quale il riserbo è massimo.

 Quanto al programma di manutenzione, il prospetto prevede l’impiego di otto milioni iniziali per una ricognizione delle domus Denominato “Piano della conoscenza” e finalizzato a stabilire le priorità d’intervento. A seguire, i lavori di ristrutturazione vera e propria, che impegnerà 85 milioni (“Piano delle opere”). Sarà poi la volta del “Piano della fruizione e della comunicazione” per migliorare i servizi aggiuntivi e incrementare le presenze (sette milioni), il “Piano della sicurezza” per evitare atti di vandalismo (due milioni) e il “Piano di capacity building” (2,8 milioni), destinato al rafforzamento dei sistemi di gestione e di intervento. Per realizzare il dossier, avviato subito dopo il crollo della Schola armatorum, il Politecnico e l’ateneo genovese hanno preso in esame cinque domus: due in via dell’Abbondanza - zona ritenuta particolarmente critica dal punto di vista statico - poco distante da quella collassata, una in un settore meno a rischio e due edifici in un’area “intermedia”. Un screening completo, quello effettuato sui moduli abitativi, con un’indagine autoptica di tutte le strutture, l’elaborazione digitale in 3D degli elevati mediante laser a scansione, l’individuazione di eventuali problemi strutturali e lo studio del livello di rischio. I risultati sono stati poi proiettati sulle varie domus del sito archeologico, fino a giungere alla stima di 85 milioni per gli interventi veri e propri.

 “Ormai è chiaro a tutti che il metodo di manutenzione deve essere standard e che non si può perennemente intervenire sull’emergenza - afferma Malnati al VELINO -. È vero che a Pompei si è scavato troppo e che è molto impegnativo prendersi cura di un’area scavata grande 45 ettari. Ma non bisogna dimenticare che le continue modifiche di status amministrativo, fra separazioni, riconoscimenti di autonomia e riaccorpamenti con la Soprintendenza di Napoli non hanno consentito una continuità di lavoro serena”. "La decisione del Consiglio Superiore - ha dichiarato il ministro per i Beni culturali, Giancarlo Galan - permette di intraprendere il cammino annunciato durante la mia visita agli scavi lo scorso aprile. Desidero rinnovare il mio ringraziamento al ministro per i rapporti con le Regioni e la coesione territoriale, Raffaele Fitto, per la sensibilità dimostrata nei confronti delle necessità di Pompei nel contesto del più ampio Piano per il Sud. Ringrazio inoltre i tecnici e gli archeologi della Soprintendenza e del ministero per aver realizzato in questo breve lasso di tempo un valido cronoprogramma che consentirà in un quadriennio di investire con efficacia e trasparenza le risorse disponibili”.
(fan) 10 giu 2011 12:38

Sardegna. Turismo boom fino al 2009 poi il crollo: il ministero prevede per il 2011 -2,5%
10.06.2011
 VERSO LA CRISI
È il calo più forte tra le regioni italiane quasi tutte in crescita CAGLIARI. Luci e ombre per il turismo sardo. Positivi i dati forniti da una ricerca di Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Srm): la Sardegna con 2,4 milioni di arrivi turistici (il 14,1% del Mezzogiorno e il 2,6% dell’Italia) è la prima regione per crescita annua nel periodo 2006-2009, con un +6,6%. E’ inoltre la seconda regione per peso di arrivi stranieri (36,1%, dopo la Sicilia con 37,5%). Questi alcuni dati contenuti nel «Rapporto sul settore turistico della Sardegna» di Srm, presentato ieri a Cagliari dal direttore generale Massimo Deandreis, durante un convegno organizzato dalla Banca di Credito Sardo. Ma i dati relativi a 2010 e 2011 sono diversi. Soprattutto quest’anno l’aumento delle tariffe dei traghetti ha provocato un calo che, secondo i dati del ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, è del 2,5%, il più forte tra le regioni italiane, con il resto del Sud, Sicilia a parte, che ha invece un segno più. Indirettamente negativo, infine, anche il sondaggio presentato dall’Osservatorio Europcar: se infatti la Sardegna resta la meta più ambita dagli italiani per la vacanza (13%), la realizzazione concreta di questo desiderio va a sbattere contro la crescente tendenza degli italiani a raggiungere in auto (70%, in aumento) il luogo scelto per le vacanze. E la Sardegna, si sa, con l’aumento del prezzo dei traghetti è sempre più lontana per chi viaggia su quattro ruote.

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