giovedì 14 luglio 2011

Federali.Sera_14.7.11. I padani son fortissimi. Hanno visto il film Zelig, di Woody Allen. E che si sono inventati? Un'altra botta di trasformismo politico: un fronte del Nord non leghista. Mitico, stupefacente, ma che vuole sto’ fronte? Rivedere il patto di stabilità. Una richiesta in perfetta linea con i nemici storici del Mezzogiorno. In altre parole: le sigle movimentiste padane cambiano con una frequenza notevole, la sostanza – di politica economica – rimane sempre la stessa: rubare risorse al Sud. Per sopravvivere. Bisogna capirli, non hanno speranza, si estingueranno. Speriamo presto, anche grazie ai negri slavi e musulmani.

Basilicata. Ecco come muore un capoluogo. L'agonia (voluta) di Potenza
Enna riconquista l'arte, dopo cinque anni riapre l'archeologico Varisano
Padania. «Veneto pronto per l'autonomia» Ma è tutto rinviato
Un fronte del Nord non leghista «Rivedere il patto di stabilità»


Basilicata. Ecco come muore un capoluogo. L'agonia (voluta) di Potenza
La scarsa attenzione della Regione e le contese su Pisus, trasporti e royalties
14/07/2011  «VA bene, ma le piccole cose?», quelle che fanno qualità della vita? La gente, a Potenza, lo ripete da tempo. Perché vanno bene i progetti, le grandi opere, ma è sul quotidiano che Potenza, città stretta tra debiti e tagli, è in sofferenza. E quando la vita di tutti i giorni fa i conti con servizi al minimo o, peggio, a rischio (come la manutenzione delle strade e le mense scolastiche), è difficile pensare che ci si possa anche occupare degli altri. Potenza vive il suo paradosso: capoluogo che fa fatica a pensare a se stesso, ma che non può (né deve) rinunciare a pensare anche al resto del territorio. E’ proprio il ruolo di capoluogo che appare sempre più spento.
 La mancata citazione della città sul numero speciale del bimestrale turistico Qui touring, dedicato alla Basilicata, ha aperto un importante dibattito su quanta attenzione riservi la Regione alla sua città più grande. Poca, almeno a dare retta a una percezione piuttosto diffusa. Il “fattaccio” (come ironicamente citano a viale Verrastro) è stato, in realtà, un fatto simbolico. Potenza non può avere la pretesa di essere città turistica tout court. Le quattro M, (Matera, Maratea, Melfi e Metaponto), le aree su cui le politiche di sviluppo turistico regionale puntano, hanno vocazioni adatte a incanalare flussi di visitatori. Non c’è contrapposizione, e bene hanno fatto Comune e Provincia di Potenza ad aderire al comitato promotore di Matera città cultura 2019.
 Il turismo di Potenza, come aveva fatto notare tempo fa lo stesso direttore dell'Apt Giampiero Perri, è di tipo diverso: un turismo di affari e di passaggio, su cui pure bisogna ragionare, pensando a flessibilità del settore commerciale, infrastrutture, decoro. Ecco perché nasce il “caso” della mancata citazione di Potenza nel bimestrale: è nella sua accezione di capoluogo che Potenza manca, a dispetto della sua storia, delle sue attrazioni (ce ne sono anche qui), a dispetto di un luogo che va scoperto (fosse pure in una toccata e fuga) e, ancora, nonostante l’investimento in inserzioni pubblicitarie di viale Verrastro. Ed è da qui che si ripropone il dibattito sulla città poco amata dalla Regione e dal suo presidente Vito De Filippo. In rete e via comunicati, si va avanti da qualche giorno. Accuse e smentite. «Polemica strumentale».
 Che tra il governatore lucano e il sindaco della città, Vito Santarsiero, non corra buon sangue è cosa risaputa. In politica, dicono, non c'è nulla di personale. Fatto sta che i tira e molla su finanziamenti, atti, procedure tra i due livelli diventano spesso rimpalli sui ritardi. Da qualche tempo, vista la nota carenza delle casse comunali, diversi amministratori della città hanno proposto di destinare parte delle royalties al capoluogo. I servizi di Potenza - è questo il messaggio - sono destinati a una popolazione più ampia di quella residenziale, compresi i cittadini delle zone di estrazione.
 Il nodo della questione è tutto dentro i numeri con cui Potenza deve fare i conti. Lo ripete spesso, Santarsiero, e gli fa eco anche l’opposizione. Ai 70 mila abitanti, se ne aggiungono quotidianamente altri 40, pendolari della scuola, del lavoro e dello svago. «Una città nella città» che consuma strade, ha bisogno di trasporti, produce rifiuti. Eppure il Potentino è ancora senza una discarica e dell’ampliamento della vasca di Pallareta si è ancora in attesa. E le scale mobili? Il contributo regionale che permette di tenere aperti questi costosi impianti è destinato anche ai “forestieri”. Più volte, in questi giorni, da viale Verrastro e dintorni è stato fatto notare che, però, Potenza ha ricevuto i Pisus. Quaranta milioni di fondi europei che la Regione ha vincolato sulla città, concedendone altri 20 a Matera. Un regalo? Sono fondi comunitari destinati alle aree urbane: solo Potenza e Matera possono, al momento, considerarsi tali. E poi c’è Palazzo di città, chiamato a offrire uffici più efficienti, meno sprechi, gestione più trasparente di servizi importanti come quello del trasporto pubblico. In fondo, la città, prima che il capoluogo, si misura da qui.
Sara Lorusso

Enna riconquista l'arte, dopo cinque anni riapre l'archeologico Varisano
È la prima volta che un protocollo tra le istituzioni e un privato porta alla restituzione di un bene alla comunità

ENNA - A cinque anni dalla chiusura, riapre il museo archeologico regionale Varisano di Enna. La riapertura grazie ad un protocollo tra la Prefettura, la regione Sicilia e un partner privato, il Sicilia Fashion Village che ha finanziato l'adeguamento dello stabile per oltre 120 mila euro. L'inaugurazione è prevista per oggi, alle ore 18, alla presenza dell'assessore regionale ai Beni Culturali e Identità Siciliana, Sebastiano Messineo. Sarà aperta anche una mostra di cimeli del periodo Risorgimentale organizzata dall'Arma dei Carabinieri. È la prima volta che un protocollo tra le istituzioni e un privato porta alla restituzione di un bene alla comunità.

PALAZZO VARISANO - «Il protocollo d'intesa che ha portato alla riapertura del Museo, grazie ai lavori realizzati per pura liberalità dal Gruppo Percassi di Bergamo non a caso si chiama "150 anni e ancora insieme"»- dice il prefetto di Enna, Giuliana Perrotta - «è grazie al senso di appartenenza ad un unico grande paese che Stato, Regione ed impresa, nord e sud insieme, hanno collaborato per raggiungere questo obiettivo». Il palazzo Varisano, è uno stabile del XVII secolo costruito su un impianto del '500; è anche sede della Soprintendenza. Il museo regionale è, invece, nato negli anni '80 per esporre i reperti archeologici provenienti dagli scavi dell'ennese. All'interno reperti di età preistorica, classica e medievale anche se il museo evolve verso la interdisciplinarietà.

Padania. «Veneto pronto per l'autonomia» Ma è tutto rinviato
VENEZIA. La rivista "Il Diritto della Regione" rilancia un tema centrale
Piero Erle VENEZIA
La Regione Veneto ha pronto il suo progetto di "autonomia speciale" da chiedere allo Stato, quel "federalismo a geometria variabile" che attuerebbe finalmente quanto già stabilito dalla Costituzione. Ma per ora non se ne parla: c'è da affrontare la nuova mannaia che sta per calare anche sulla Regione con la nuova manovra salva-conti del Governo. È questo il messaggio del governatore Luca Zaia e del prof. Luca Antonini alla presentazione ufficiale della nuova versione on-line della rivista "Il Diritto della Regione" (4700 contatti in un solo giorno), di cui è direttore scientifico Antonini che però è anche presidente del gruppo tecnico per il federalismo a geometria variabile voluta da Zaia.
Il federalismo fiscale a livello nazionale è in dirittura d'arrivo e dovrà essere seguito passo passo nella sua attuazione, ma c'è un altro federalismo previsto dalla Costituzione che va attuato e per cui il Veneto potrebbe essere il caso-pilota perché ha indici di virtuosità che la rendono un caso nazionale. Come scrive Antonini stesso nella rivista, il Veneto ha una situazione tale di contributo al reddito nazionale, contenimento dell'evasione fiscale, controllo della spesa pubblica (ha un numero ridotto di dipendenti pubblici rispetto alla media nazionale) e altri indicatori che gli permette di proporsi come Regione-pilota nell'ottenere dallo Stato autonomia di gestione di settori, di semplificazione burocratica e di gestione "in casa" di risorse pubbliche.
E su questi temi la commissione tecnica del Veneto, spiega Antonini rispondendo ai giornalisti, ha pronto il suo lavoro per una "piattaforma" di provvedimenti da proporre a Roma: «C'è una elaborazione avanzata, però ora ci sono da valutare con il presidente Zaia i tempi politici dell'iniziativa. Il progetto Veneto è la prospettiva più decisiva per lo sviluppo del federalismo italiano perché è evidente che in questo Paese non siamo tutti uguali: ci sono amministrazioni più virtuose e altre meno. È una necessità attuare un federalismo che possa partire da chi è più avanti, anche per far fronte a situazioni come quella attuale in cui il sistema pubblico è sotto attacco per cui devi strutturare riforme che attuino davvero un'efficientazione del sistema».
«Il lavoro è pressoché concluso - conferma Zaia - ci sono aspetti da approfondire che non sono però enormi. È verosimile che finita questa fase di difficoltà che si è creata con la manovra del Governo e con tutto quello che è connesso si inizi a parlare di questo progetto che punta a recepire la norma nazionale per riprendere tutto quello che si può fare a livello locale». Ma, appunto, prima c'è da fare i conti col bilancio attuale.

Un fronte del Nord non leghista «Rivedere il patto di stabilità»
I sindaci di Milano e Torino: «Dai 7 capoluoghi del centrosinistra un aiuto per la rinascita del Paese»
MILANO - Piero Fassino e Giuliano Pisapia gettano le basi per un «fronte del Nord» non leghista. A partire dalla consapevolezza che «7 capoluoghi su 7 del Nord hanno la stessa maggioranza» e dunque «il 65% dei cittadini del Nord sono governati da amministrazioni di centrosinistra», i due sindaci hanno detto di sentire la «responsabilità di rilanciare la questione settentrionale» partendo dalla concezione dell'area come «non secessionista, non separata, non chiuso dentro se stessa ed egoista» ma che, «con la sua forza risolve bene i propri problemi e aiuta l'Italia a uscire dalla condizione di crisi che sta conoscendo». I due primi cittadini si sono incontrati giovedì mattina a Milano, accompagnati dai rispettivi assessori alla Cultura, al Bilancio, ai Trasporti e alle Partecipate. «Presenteremo una proposta di revisione del patto di stabilità interno - ha spiegato Fassino - cioè di quelle politiche che regolano la finanza pubblica, i nostri bilanci, il rapporto fra il debito pubblico dello Stato e il contributo che i Comuni sono chiamati a dare per il risanamento del Paese. Tanto più dopo la manovra finanziaria di questi giorni, e dopo anni di politiche che hanno gravato sulle spalle degli enti locali».

L'intenzione è quella di rendere periodico il dialogo tra i capoluoghi lombardo e piemontese su aree di lavoro specifiche, e quindi attraverso l'incontro degli assessori che specificamente se ne occupano, ma anche di estendere gradualmente la collaborazione ad altre aree: dapprima una del Nord Ovest, con l'inclusione di Genova; dall'altro un più generale Nord che si estenda ad est fino a Trieste e a Sud fino a Bologna. Da un punto di vista di tempi, per settembre è stato programmato un incontro con tutte le città del Settentrione governate dal centrosinistra.

«La situazione è cambiata - ha spiegato Pisapia - non ci sarà più contrapposizione ma collaborazione». Nello specifico, l'esempio della liason tra Torino e Milano dovrà farsi pioniere di un modo di operare. Tre i campi di confronto individuati. In primo luogo il bilancio, e qui l'intenzione è quella di sviluppare strategie da attuare in vista di una manovra finanziaria «che grava così pesantemente sul bilancio delle città». In questo frangente, i due sindaci immaginano di poter lavorare ad una comune proposta di revisione del patto di stabilità interno. Milano e Torino proseguiranno poi l'esperienza della collaborazione culturale: l'esempio a cui attingere è ovviamente Mi-To, il Festival musicale che ogni settembre spartisce i propri eventi tra le due città, e che dovrebbe trovare nuove declinazioni, per esempio nei campi della letteratura e del sistema museale (ipotizzata anche una formula di biglietti che cumulino ingressi nelle sedi espositive di Milano e Torino).

EXPO: PASSO INDISPENSABILE- Da un punto di vista più strettamente definito, invece, la collaborazione culturale guarda con interesse ad Expo, evento anche geograficamente a metà strada tra Milano e Torino visto che la stazione di Pero disterà soltanto 38 minuti dal capoluogo piemontese. Pisapia è tornato sulla recente approvazione dell’accordo di programma sulle aree Expo: «La delibera di ieri è stata la premessa necessaria perché si iniziasse a lavorare positivamente per il successo di Expo 2015. Negli anni passati ci sono stati all’interno del centrodestra solo litigi, doppi stipendi, divisioni. Da ieri si è partiti per far sì che Expo 2015 diventi veramente quel volano di sviluppo sociale, economico e culturale che tutti vogliamo. Era un punto di partenza indispensabile, adesso - ha proseguito Pisapia - bisogna lavorare per comunicare bene e per fare capire che il successo di Expo 2015 non sarà solo il successo di Milano e dell’area metropolitana ma dell’intera Lombardia e dell’intero Paese».

BOERI: DEVO GIOCARE NEL MIO RUOLO - All'incontro ha partecipato anche l'assessore con delega all'Expo Stefano Boeri, che pare aver superato il momento delle critiche, esternate anche su Facebook: «Credo che abbiamo la possibilità di pensare a una grande coerenza tra il progetto Expo e il futuro e conto sulla possibilità di lavorare in modo assiduo e intenso nei prossimi giorni su questa possibilità». «Ieri abbiamo fatto un passo avanti - ha detto Boeri - e abbiamo deciso di investire energie intellettuali della giunta e del consiglio sul progetto di Expo e sullo scenario migliore per il dopo Expo. In questo momento tutto il mio sforzo è in quella direzione». Boeri, nella notte, aveva deciso di tornare sull’argomento anche con un nuovo post sulla sua pagina di Facebook: «Oggi - ha scritto Boeri in un messaggio pubblicato attorno alla mezzanotte - mi è successo di rallentare su una posizione di principio, giusta e legittima, per non mettere in difficoltà una squadra in cui credo e per la quale abbiamo dato tutti l’anima. La partita su Expo è ancora lunga e bisogna recuperare un autogol. Ma per farcela devo avere la posizione giusta in campo, giocare nel mio ruolo. E’ quello che fino ad oggi non ho avuto e che oggi ho chiesto. Con il vostro aiuto».

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