giovedì 14 luglio 2011

Caro Niki, visto che sei cosi’ immaginifico, perche’ non fai tutte ste’ belle cose in Puglia, e poi nel Mezzogiorno? Cos’e’, ti manca il budget? O vuoi andare a vivere a Roma?

Vendola sul Guardian: economia d'austerità, dogma sbagliato per l'Italia
di Elysa Fazzino


Economia d'austerità? E' "completamente sbagliata" per l'Italia. In un articolo sul britannico Guardian, Nichi Vendola si oppone al piano di tagli del Governo Berlusconi e propone di ribaltare la politica economica italiana: quello di cui l'Italia ha bisogno è crescita, investimenti pubblici e lavoro, non i tagli proposti da un Governo guidato dal dogma. "Questo tipo di austerità non è una soluzione". Se approvato e applicato, il pacchetto di Tremonti sarà una "catastrofe sociale", avverte Vendola.

Per affrontare la crisi, "l'Italia ha bisogno di elezioni" e di una classe di Governo "completamente nuova". E deve rinegoziare il patto europeo di stabilità. Criticando i politici che ascoltano gli economisti "ossessionati dall'austerità" semplicemente perché sono "Persone Molto Serie", il leader di Sinistra Ecologia Libertà sostiene che queste persone stanno costringendo l'Italia a "buttarsi dallo stesso precipizio" di Grecia, Irlanda e Portogallo. E dicono: "Approvate il pacchetto d'austerità proposto dal premier Silvio Berlusconi e dal ministro delle Finanze Giulio Tremonti o l'Italia è condannata".

Quest'idea presenta due problemi, obietta il governatore della Puglia. Il primo è italiano: "Le soluzioni del nostro Governo mancano di immaginazione e credibilità", afferma. "L'Italia non sopravviverà alla crisi ascoltando le stesse persone che ce l'hanno trascinata, specialmente quando chiedono alla classe media e ai poveri di pagare per i lori fallimenti". Il secondo problema è europeo: invece di creare soluzioni adattate a ciascuna economia, i Governi – scrive Vendola - hanno una "fissazione ossessiva" per un controllo più stretto dei deficit di bilancio che soddisfi il patto di stabilità europeo. La politica economica, prosegue, "è diventata un esercizio di puro dogma", priva di ogni dibattito su come far funzionare l'euro e promuovere una crescita sostenibile. "È molto serio e completamente sbagliato", denuncia Vendola. Questo dogma nel 2011 "dice all'Italia di tagliare gli investimenti in energia rinnovabile e di ridurre drasticamente la spesa sociale, imponendo una camicia di forza sulle amministrazioni locali già a corto di liquidi".

"Quello che dobbiamo fare è capovolgere questa politica", dice Vendola. E' vero che l'Italia ha un alto rapporto debito-Pil, ma "il nostro Paese si deve concentrare sul lato Pil di quel numero. Il problema dell'Italia riguarda la crescita quanto il debito". Vendola sottolinea che occorre sostituire le spese inefficienti con investimenti pubblici "intelligenti". Invece di buttare miliardi di euro in progetti "inutili" come il ponte sullo Stretto – afferma - "dobbiamo investire in infrastrutture che aumentino la produttività. Dobbiamo espandere, non tagliare gli investimenti in energie rinnovabili, istruzione, ricerca e sviluppo". Per prendere queste misure, "ci vuole un nuovo governo", ribadisce Vendola. "L'Italia ha bisogno di elezioni perché solo una classe di governo completamente nuova può ottenere il consenso politico per progettare e applicare un piano per affrontare la crisi". Gli investitori in bond italiani "capiranno che in un Paese dove l'evasione fiscale guida il deficit, non possono aspettarsi che i cittadini più ricchi schiocchino la frusta della disciplina fiscale". E – continua - come ha dimostrato il "goffo" tentativo di inserire nel bilancio una clausola per evitare a Berlusconi di pagare 560 milioni di risarcimento per un caso di corruzione, "questo Governo è molto più interessato a fare avanzare le priorità del primo ministro e dei suoi facoltosi amici che quelle degli italiani comuni".

Vendola precisa che opponendosi al piano di Berlusconi e Tremonti non intende respingere l'unità europea. "Ma respingo il modo di ragionare unico per tutti che ha causato tanti problemi. Non possiamo immaginare che un'unica soluzione europea vada altrettanto bene per le isole dell'Egeo e nella contea Cork". "Il patto di stabilità non è l'11.mo comandamento", afferma Vendola. "Possiamo e dobbiamo rinegoziare il suo impianto per avere standard più flessibili e dare la priorità a quello che conta di più per tutti gli europei: il lavoro". E conclude che è di poco giovamento compiacere le élites dei capitali, mentre "la gente deve stringere la cinghia e i giovani sono scippati de loro futuro".
 14 luglio 2011
 

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