venerdì 26 agosto 2011

Federali.Mattino_26.8.11. Sardegna. Giuseppe Pulina: I dati sono pubblici e questi indici facilmente calcolabili, ma la Giunta Cappellacci, nelle nomine degli enti di ricerca, ha attribuito finora ad eccellenza il significato di titolo spagnolesco e non di qualità e competenza.----Floris definisce questi enti come mangiatori di risorse pubbliche. Carrozzoni con centianaia di migliaia di dipendenti regionali che sarebbero dovuti essere al servizio del lavoro del pastore per assisterlo. Ma purtroppo questi enti non rispondono ai compiti per cui sono stati istituiti.----Ciò che incentiva maggiormente l'evasione fiscale, che nel 2011 è cresciuta del 13,1% raggiungendo - considerando anche l'evasione derivante dall'economia criminale - la cifra astronomica di 180,3 miliardi di euro all'anno, è l'inefficienza della pubblica amministrazione, con la scarsa qualità dei servizi offerti, le numerose violazioni allo statuto dei diritti del contribuente, i mancati rimborsi fiscali, il fisco lunare e l'inefficacia delle esattorie che rendono superfluo la gran parte del lavoro fatto nella lotta all'evasione fiscale.


SARDEGNA 24 - Politica: DEMERITOCRAZIA AL POTERE
SARDEGNA 24 - Economia: Gli enti agricoli? «Carrozzoni inutili»
L'UNIONE SARDA - Economia: La corsa delle attività straniere
Fisco/contribuenti.it: e' iva l'imposta piu odiata dagli italiani
La risposta di Fitto al direttore del Manifesto


SARDEGNA 24 - Politica: DEMERITOCRAZIA AL POTERE
25.08.2011
Giovanni Soriano, in un recente scritto (Finchè c'è vita non c'è speranza ) afferma che la meritocrazia è il sistema sociale in cui la distribuzione di riconoscimenti e compensi è commisurata al valore della raccomandazione di ognuno. di GIUSEPPE PULINA L’EDITORIALE/2 Sembra scritto per apposta per la situazione delle nomine negli enti della Regione Sardegna. Se la democrazia, com’è noto, è il governo del popolo, mentre la meritocrazia dovrebbe esserlo dei meritevoli, com’è possibile coniugare le due forme di regime? Per fugare ogni ambiguità, più che di meritocrazia dovremmo parlare di competenzocrazia, ovvero del governo dei competenti, stando attenti al fatto che per candidarsi a rappresentante del popolo in una qualsiasi assemblea elettiva è sufficiente possedere la cittadinanza ed esercitarla in modo probo, ma per ricoprire un pubblico ufficio occorre la competenza specifica richiesta dall’incarico. È questo il motivo per cui la nostra Costituzione richiede un concorso per accedere a qualsiasi posto nella pubblica amministrazione. I nostri politici, eletti in regime demicratico (la piena democrazia la avremo quando saranno i cittadini a decidere sugli eletti e non le segreterie dei partiti o i loro capi) applicano in maniera casalinga lo spoil system, ovvero la spartizione delle spoglie del nemico battuto alle elezioni cara alla democrazia Usa, ai cui governanti, però, non verrebbe mai in mente di transigere al principio di competenza tanto caro ai discendenti dei padri pellegrini. In Francia, invece, la pagliacciata in salsa italiana dello spoil system semplicemente non esiste in quanto la politica e la gestione della cosa pubblica sono rigidamente separate dall’epoca napoleonica. Altrove è più o meno la stessa cosa: nessun politico si sognerebbe di proporre un incompetente al governo di un’istituzione statale o di un’agenzia per non vedersi rovinata la reputazione dai disastri che costui immancabilmente sarà portato a compiere a causa dell’incapacità. Da noi, invece, vale il criterio «nomino chi mi pare, tanto pagano i cittadini». In definitiva, le nomine in Sardegna sembrano dettate da una curiosa sincrasi fra democrazia e meritocrazia: la demeritocrazia campo sul mondo della ricerca, in cui la meritocrazia dovrebbe essere la norma, il lessico politico del governo regionale è invece ricco di poli e di eccellenze, ma vuoto di valutazioni di merito. Ne vediamo le conseguenze nella nomina a capo di enti di ricerca di personalità totalmente prive di competenza scientifica. Tralasciando per ora i poli, veniamo all’eccellenza, derivante dal vocabolo eccellere (dal latino excèllere, superare tutti gli altri per grandi doti), termine anche impiegato, con vago sapore spagnolesco, come titolo per Vescovi, Grand Comìs di Stato, alte cariche dell'Esercito e della Magistratura. Nella quotidianità impieghiamo l'aggettivo eccellente al posto di buono e di ottimo (vino eccellente, eccellente ospitalità, ecc..) tanto da averne usurato il significato. Dunque, l'eccellenza è qualità di qualche cosa che è di gran lunga superiore alla norma, che è più unica che rara e che pertanto deve essere individuata sulla base di misure oggettive. Nel misurare tutto la Scienza ha finito per misurare anche se stessa attraverso un'area di ricerca sperimentale che è denominata scientometria. Questa misura l'impatto del lavoro di uno scienziato sul progresso della conoscenza con l'impiego di diversi indicatori, il più noto dei quali è l’Impact Factor (IF) che misura le citazioni che un lavoro (articolo, libro, ecc..) ha ricevuto. Gli indicatori scientometrici presentano una loro distribuzione di frequenza di cui possono essere calcolati alcuni parametri di riferimento (la media, la mediana, i quartili ecc..). Se si volesse attribuire a degli scienziati la qualifica di eccellenti per l'indicatore IF, occorrerebbe inizialmente studiare la popolazione di riferimento e quindi fissare un valore soglia lontano dalla media che comprenda solo una parte limitata della popolazione: la migliore. I dati sono pubblici e questi indici facilmente calcolabili, ma la Giunta Cappellacci, nelle nomine degli enti di ricerca, ha attribuito finora ad eccellenza il significato di titolo spagnolesco e non di qualità e competenza. Giuseppe Pulina

SARDEGNA 24 - Economia: Gli enti agricoli? «Carrozzoni inutili»
25.08.2011
A circa un mese dalla manifestazione in Consiglio regionale finita nello scontro, ritorna la protesta dei pastori. Saranno in mille domani mattina nel sit in in via Caprera, di fronte alla sede dell' ex Ersat, attualmente sede amministrativa di Argea e Laore. Due degli enti che il Movimento dei pastori sardi - promotore dell’inizativa - vuole colpire (insieme ad Agris) per l’inefficenza con cui vengono gestiti i servizi di assistenza alla categoria. L’Mps denuncia il ritardo nei pagamenti che continuano a strozzare sempre più il comparto. E ora alla vigilia della ripresa della stagione della mungitura si lavorerà per conoscere fin da subito quale sarà per la prossima annata il prezzo del latte. Per il momento la protesta riparte daglienti. Spiega il leader del Movimento Felice Floris. «Il mondo della campagne si è stancato, ora bisogna agire. La pazienza è davvero finita. Chiederemo una riforma radicale dove non si vedranno più tecnici qualificati chiusi nei loro uffici ma uomini pieni di dignità e umiltà al servizio di pastorizia e agricoltura». Floris definisce questi enti come «mangiatori di risorse pubbliche. Carrozzoni con centianaia di migliaia di dipendenti regionali che sarebbero dovuti essere al servizio del lavoro del pastore per assiterlo. Ma purtroppo questi enti non rispondono ai compiti per cui sono stati istituiti». Sul piatto della contrattazione con la Regione ritornano alcuni temi fondamentali, senza i quali è difficile sbloccare la vertenza: una parte dei fondi del Psp (programma di sviluppo rurale 2007-2013) se non spesi entro dicembre 2011 verranno persi.C’ è poi la legge regionale 15 dell’ottobre scorso, con la quale il presidente della giunta Regionale avrebbe dovuto stanziare 150 milioni di euro, tutt’ora al palo: «Bisogna studiare il modo per rendere operativa quella legge con la quale il presidente Cappellacci ha cercato di tapparci la bocca - continua Floris - dimenticandosi di definire le linee guida per la spendita dei 150 milioni. Di questi finanziamenti è stato speso poco più del 10% con i de minimis, una miseria rispetto alla richiesta disperata di aiuto da parte della categoria: sono state evase 5 mila domande, contro le 20 mila presentate». Ma ora, prima del grande passo che sarà la protesta a Bruxelles nella sede del Parlamento europeo, il bersaglio sono gli enti-carrozzoni: «Negli uffici non rispondono a nessuno - aggiunge il leader dell’Mps -. Abbiamo accumulatoaccumulato anni di ritardi nei pagamenti perchè non riescono a smaltire le pratiche. E pensare che nel nord Italia stanno anticipando agli allevatori i pagamenti del 2012». Ora la protesta chiede la testa di chi gestisce gli enti agricoli e la riorganizzazione di migliaia di lavoratori: «È ora di cambiare- dice Flors- . I bei tempi sono finiti per tutti: i tecnici che stanno dietro una scrivania vengano nelle campagne e lavorino fianco a fianco agli allevatori e agricoltori. Forse vedendo da vicino e toccando con mano i problemi della categoria potranno sviluppare le competenze che ora non hanno». Infine Floris conclude: «La manifestazione di domani vuole essere un segnale per segnalare un problema grande come una casa. Se quelle risorse venissero gestite, sopratutto in un periodo di crisi come questo, ci sarebbero più opportunità per tutti».

L'UNIONE SARDA - Economia: La corsa delle attività straniere
25.08.2011
La metà delle famiglie sarde frequenta negozi non italiani. Ristoranti e bar i preferiti. Trend in aumento del 4% nella sola provincia di Cagliari. Le imprese straniere crescono senza sosta. E i sardi dimostrano di apprezzare, visto che più della metà delle famiglie frequenta regolarmente gli esercizi commerciali gestiti da imprenditori non italiani. Nella sola provincia di Cagliari, fra il 2010 e il 2011, i titolari di negozi con passaporto estero sono aumentati del 4%, raggiungendo quota 2.936. Come spiega un'indagine della Fondazione Leone Moressa, la vendita di vestiti/bigiotteria, i ristoranti e i bar sono le attività più frequentate, anche se il comparto più apprezzato resta quello gastronomico.
IL CREDITO «Il fenomeno sta assumendo dimensioni che meritano sicuramente attenzione», commenta Giuseppe Scura, direttore della Confcommercio di Cagliari. «La crescita di imprese straniere potrebbe essere legata a una maggiore facilità di accesso al credito nei Paesi d'origine, che consente agli imprenditori di disporre di capitali da investire altrove e, quindi, anche in Sardegna».
L'INTEGRAZIONE Ma la tendenza è prima di tutto nazionale. «La sempre maggiore presenza di attività commerciali gestite da stranieri», affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa, «ha iniziato a far parte integrante dell'intero tessuto economico e sociale dell'Italia. Nonostante queste attività rappresentino per gli italiani ancora uno svantaggio, la loro frequentazione sarà in continuo aumento. Ma perché la concorrenza tra esercizi gestiti da italiani e stranieri sia realmente leale», aggiungono i ricercatori, «servono controlli seri che garantiscano il corretto perseguimento delle regole del mercato del lavoro e della qualità dei prodotti e dei servizi offerti. La connessione tra le diverse realtà e la curiosità verso nuove culture», sottolineano i ricercatori, «saranno come tasselli in grado di concorrere a un'integrazione che passa anche attraverso le attività commerciali gestite da stranieri e presenti nelle nostre città».
GLI STRANIERI Leggendo gli ultimi dati di Infocamere, elaborati dall'Istituto Tagliacarne, sulla presenza straniera all'interno dell'imprenditoria della provincia cagliaritana secondo la nazionalità di provenienza, prevale nel complesso la presenza dei lavoratori africani con il 41,3%, seguiti da quelli appartenenti all'Unione europea con il 25,7% e alle nazionalità asiatiche con il 20,6%. I lavoratori stranieri si concentrano principalmente nelle attività commerciali, con il 59% rispetto al totale, e nei servizi, con il 24%. «La presenza straniera nel tessuto socio-imprenditoriale locale è molto importante», evidenzia l'indagine curata da Alessandro Rinaldi. «Questa, infatti, grazie ad una maggiore dinamicità, è in grado di sostenere la crescita della popolazione e, allo stesso tempo, di produrre un aumento del tasso di occupazione».

Fisco/contribuenti.it: e' iva l'imposta piu odiata dagli italiani
La top 10 delle imposte più odiate dagli italiani nel 2011
1. IVA
2. Aggi esattoriali
3. Canone Rai
4. Bollo auto
5. Accise su benzina, energia elettrica e metano
6. Ticket sanitari
7. TARSU/TIA
8. Contributi consorzi di bonifica
9. ICI
10. Imposte sui redditi/Irap
ROMA - Questa è nuova la top ten delle imposte più odiate dagli Italiani. Lo studio, effettuato da Krls Network of Business Ethics per conto dell'Associazione Contribuenti Italiani è stato condotto attraverso Lo Sportello del Contribuente, su un campione casuale di cittadini maggiorenni residenti in Italia, intervistati telefonicamente nella prima settimana di agosto e sarà pubblicato nel prossimo numero di "Contribuenti.it Magazine".
Come si evidenzia nella classifica, la tassa più invisa agli Italiani è l'IVA, seguita a stretto giro dagli Aggi esattoriali che unitamente agli interessi della riscossione incidono sensibilmente nel bilancio familiare.
Al terzo posto si colloca il canone rai, che è risultato anche l'imposta più evasa dagli italiani. Dal sondaggio è emerso che due cittadini su tre pensano che il Canone Rai sia un "abbonamento annuale" e non una tassa e che la pubblicità è ingannevole.
Al quarto posto si classifica il sempre verde "bollo auto". Molti cittadini pensano che sia un'imposta desueta al pari del canone rai.
In generale le imposte più odiate sono quelle sono indirette, che si pagano senza tener conto del reddito pro capite.
Se, infatti, sembra logico da parte del cittadino partecipare al prelievo fiscale collettivo in maniera progressiva rispetto al reddito percepito durante l'anno, non sembra altrettanto accettabile vedersi tassare ripetutamente in base ai consumi. Tale imposizione colpisce il cittadino senza tener contro della propria capacità contributiva in dispregio al dettato costituzionale.
Infatti, paradossalmente, le imposte indirette incidono maggiormente sulle famiglie più povere anziché su quelle più benestanti.
In alcuni casi, poi, addirittura si assiste ad una doppia imposizione indiretta come nel caso dell'applicazione dell'IVA sulle accise presente sull'acquisto di carburante o nel consumo di energia elettrica.
Solo 1 cittadino su 5 capisce perché paga le tasse. 4 su 5 si considerano sudditi di una amministrazione finanziaria troppo burocratizzata che molto spesso viola i diritti dei contribuenti.
Ciò che incentiva maggiormente l'evasione fiscale, che nel 2011 è cresciuta del 13,1% raggiungendo - considerando anche l'evasione derivante dall'economia criminale - la cifra astronomica di 180,3 miliardi di euro all'anno, è l'inefficienza della pubblica amministrazione, con la scarsa qualità dei servizi offerti, le numerose violazioni allo statuto dei diritti del contribuente, i mancati rimborsi fiscali, il fisco lunare e l'inefficacia delle esattorie che rendono superfluo la gran parte del lavoro fatto nella lotta all'evasione fiscale. Ogni anno gli enti impositori riscuotono, tramite le esattorie, meno del 9% di quanto accertato.
Dallo studio emerge anche l'Italia ha il tasso di evasione più alto in Europa: su 100 euro di reddito dichiarato sfuggono al fisco ben 51,1 euro.
Nella speciale classifica degli evasori, l'Italia è al primo posto (51,1% del reddito non dichiarato), seguita dalla Grecia (50,6%), Romania (42,7%), da Bulgaria (39,3%), Estonia (36,9%), Slovacchia (35,7%).
In Italia i principali evasori sono le industrie (33,2%) seguiti da banche e assicurazioni (30,7%), commercianti (11,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori dipendenti (7,4%).
A livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (31,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (27,1%). dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).
Perché si evade? Dall'indagine condotta per il m! agazine "Contribuenti.it" è emerso che il 42% dei contribuenti evade per l'insoddisfazione verso i servizi pubblici erogati dallo stato a fronte dell'alto prelievo fiscale, per il 39% per la complessità delle norme (fisco lunare) ed il mancato rispetto dei diritti dei contribuenti e solo il 19% per la scarsità dei controlli o per mancanza della cultura della legalità.
Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani
L'ufficio stampa Infopress 3314630647

La risposta di Fitto al direttore del Manifesto
25/08/2011  Egregio Direttore,
ho letto il resoconto che il suo giornale ha inteso effettuare sulla vacanza della mia famiglia a Bolzano per precisarLe quanto segue. Premetto che la ricostruzione che le offrirò deluderà le Sue aspettative, dal momento che non ho mai inteso utilizzare la mia carica istituzionale per ricevere attenzioni particolari, né ho mai fatto ricorso a peculiari ragioni di sicurezza, dal momento che preferirei sottrarmi a misure che a tal fine altri predispongono e che - Le assicuro - a volte mettono a dura prova la serenità mia e la riservatezza della mia famiglia. Ciò premesso, ho prenotato, a mie spese, quattro posti letto per la tratta ferroviaria Lecce-Bolzano del 2 agosto 2011. L'agenzia viaggi “Croce Del Sud Viaggi” di Maglie, presso la quale da anni mi servo, mi ha segnalato la impossibilità di conoscere anticipatamente la distribuzione dei quattro posti letto anche se, alla luce della loro esperienza professionale, appariva quasi scontato che un medesimo gruppo familiare sarebbe stato collocato in cabine comunicanti,o quantomeno adiacenti. La mia segreteria particolare ha solo inviato a Trenitalia una e-mail, stranamente non in Suo possesso, ma che comunque allego, contenente una garbata richiesta tesa ad ottenere una cabina unica, o due cabine comunicanti in ragione dell'età dei miei piccoli; nella stessa e-mail, si è avuta l'accortezza di precisare che la soluzione desiderata non avrebbe dovuto in nessun modo creare disagio agli altri passeggeri. Ovviamente scopro solo adesso le iniziative che successivamente Trenitalia ha assunto e le e-mail riservate che gli uffici hanno diramato a loro interno.
 So però per certo che quando sono salito sul treno ho scoperto che mi erano state assegnate due cabine, tra l'altro non comunicanti.
 Io e mia moglie abbiamo quindi deciso di utilizzare una sola cabina dove abbiamo viaggiato (dire dormire sarebbe un eufemismo) tutti e quattro.
 Per quanto poi riguarda il ritorno, avendo deciso di anticipare di un giorno la nostra partenza da Bolzano, per sopravvenuti impegni di famiglia, la stessa agenzia viaggi Croce del Sud ha provveduto alla emissione di quattro biglietti aerei per la tratta Venezia-Brindisi presso la compagnia Ryanair (il tutto, desidero stupirLa un'altra volta, a mie spese personali).
 Questa è la verità, comprovata dai giustificativi di spesa che l' Agenzia di Viaggi Croce del Sud di Maglie potrà mettere a Sua disposizione.
Raffaele Fitto

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