martedì 30 agosto 2011

Federali.Mattino_30.8.11. Manovra-bis. Le pensioni concesse sotto i 50 anni sono concentrate in padania. E sono salve. Il contributo di solidarietà sui redditi elevati rimarrà in vigore soltanto per i parlamentari e sarà cancellato dalla manovra. Sulle pensioni ci saranno interventi molto articolati e sull’Iva nessuno metterà mani.----Padova, padania: i commercianti padovani dell'Ascom dimostrano di prendere sul serio il decentramento dei ministeri creato dalla Lega Nord con l'apertura a Monza delle sedi di rappresentanza di Tesoro, Semplificazione, Turismo e Riforme, e giovedì - il primo settembre - andranno in pullman alla Villa Reale per protestare e cercare di far valere le loro richieste. In ballo c'è la manovra economica e finanziaria del governo per anticipare il pareggio di bilancio al 2013.


Manovra-bis, l'Ascom di Padova va in pullman ai ministeri a Monza
Manovra: pensioni sì, Iva no. Sparisce anche il superprelievo
Merkel: niente aiuto a chi non riduce il debito
Svizzera. Rubik, una proposta fiscale che non piace a Parigi.
L'Eni firma accordo con governo libico provvisorio


Manovra-bis, l'Ascom di Padova va in pullman ai ministeri a Monza
I commercianti, preoccupati per le scelte del governo per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, decidono di andare a fare sentire le loro ragioni nelle sedi di rappresentanza a Villa Reale volute dalla Lega Nord.
PADOVA. I commercianti padovani dell'Ascom dimostrano di prendere sul serio il decentramento dei ministeri creato dalla Lega Nord con l'apertura a Monza delle sedi di rappresentanza di Tesoro, Semplificazione, Turismo e Riforme, e giovedì - il primo settembre - andranno in pullman alla Villa Reale per protestare e  cercare di far valere le loro richieste. In ballo c'è la manovra economica e finanziaria del governo per anticipare il pareggio di bilancio al 2013.
Sarà una gita a Monza per visitare con una nutrita schiera di associati le sedi ministeriali, ma soprattutto - spiegano anella sede dell'associazione guidata da Fernando Zilio - "per evidenziare il forte disagio di fronte alle proposte che stanno emergendo con la recente manovra finanziaria del governo''. Dato che gli stessi ministri della Lega - ricorda l'Ascom di Padova - all'atto del taglio del nastro avevano sottolineato che tutte le associazioni che volevano portare un'idea al governo potevano rivolgersi negli uffici lombardi - "senza inutili viaggi della speranza con spreco di denaro" - ecco l'idea di presentarsi subito il primo giorno di apertura dei ministeri decentrati.
A chi li riceverà, i commercianti padovani esporranno il loro "disappunto e la preoccupazione delle aziende per le recenti misure in corso di adozione che penalizzano irrimediabilmente le piccole e medie imprese del terziario".29 agosto 2011

Manovra: pensioni sì, Iva no. Sparisce anche il superprelievo
Il contributo di solidarietà sui redditi elevati rimarrà in vigore soltanto per i parlamentari e sarà cancellato dalla manovra. Sulle pensioni ci saranno interventi molto articolati e sull’Iva nessuno metterà mani.
 Sono solo tre delle principali linee su cui si è convenuti oggi ad Arcore, nella dimora del premier Silvio Berlusconi, dove si è svolto il delicato summit sulla manovra per placare le discordie che questa ha alimentato in seno alla maggioranza nelle ultime settimane e passare al tanto agognato riordino dei conti pubblici.
 Soddisfatto il ministro delle Finanze Giulio Tremonti, per il quale la manovra va “molto bene”, poiché essa, assicurano fonti vicine alla maggioranza, non rimodella, nella sostanza, i saldi del precedente testo.
 Per l'abbattimento dei costi della politica la maggioranza ha raggiunto un accordo per cancellare tutte le Province, ma l'abolizione potrà farsi solo per via costituzionale. Stesso discorso per la riduzione del numero dei parlamentari. Salvi i piccoli comuni, i quali, però, dovranno accorpare i servizi.
Iva e superprelievo addio. L’Iva non sarà, invece, toccata, mentre resta la Robin Tax e sarà intrapresa “una stretta sulle società di comodo”.
 Il contributo di solidarietà, oggetto di infinite controversie, sarà sostituito da “nuove misure fiscali finalizzate a eliminare l'abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive” e dalla “riduzione delle misure di vantaggio fiscale alle società cooperative”.
Le pensioni. Il calcolo per la maturazione del diritto alla pensione terrà conto degli “effettivi anni di lavoro”. Il computo degli anni di anzianità, quasi sicuramente, non terrà conto degli anni di servizio militare prestato e degli anni di Università, che saranno “scorporati” senza mutare l’attuale regime previdenziale e computati, però, per il calcolo della pensione.
Maggioranza più solida. Per Guido Crosetto, deputato Pdl, i ‘frondisti’ “sembra che abbiano ottenuto qualcosa”. “Le notizie uscite dal vertice sembrano positive. È stato utile aprire un dialogo, anche duro, all'interno della maggioranza e del governo. Forse non è tutto ciò che tutti noi avremmo voluto, ma è altrettanto importante mantenere solida la maggioranza”.
M.N.

Merkel: niente aiuto a chi non riduce il debito
I Paesi che «non faranno il loro dovere», riducendo il debito pubblico, «non potranno contare sull'aiuto» dell'Unione europea. Lo ha dichiarato la cancelliera tedesca Angela Merkel a Schwerin, in occasione di una manifestazione politica per la campagna elettorale in Meclemburgo-Pomerania Occidentale, dove si voterà domenica.
Al contrario, gli Stati che inizieranno un percorso «credibile e duraturo» di abbandono delle politiche di indebitamento potranno fare affidamento sulla solidarietà dell'eurozona, ha aggiunto.
 29 agosto 2011

Svizzera. Rubik, una proposta fiscale che non piace a Parigi.
Di Mathieu van Berchem, swissinfo.ch
Rubik, il modello svizzero di convenzione fiscale che ha convinto Germania e Gran Bretagna, lascia indifferente la Francia: questione di principio, ma anche elettorale.
Un rompicapo. Come conciliare il segreto bancario svizzero e la lotta all'evasione fiscale? Per la Germania e la Gran Bretagna, la risposta si chiama Rubik (sì, come il famoso cubo) ed ha la forma dell'accordo che hanno siglato con la Svizzera. Rubik permetterà a Berlino e Londra di incassare miliardi, ma non di ottenere il nome dei loro cittadini con conti in Svizzera.
Austria e Grecia hanno già manifestato interesse nei confronti di un accordo simile. L'Italia è divisa tra chi sta con il ministro del tesoro Tremonti – contrario a trattative – e chi invece è tentato dai 9 miliardi di euro che, secondo le stime del quotidiano economico Il Sole 24 Ore, arriverebbero nelle casse dello stato con un accordo.
E la Francia? Non intende assolutamente rivedere i suoi principi in materia di lotta all'evasione fiscale. Almeno per ora. Eppure la proposta elvetica è allettante. Diversi miliardi di euro serviti su un piatto d'argento, al più tardi dal 2013. Una manna in questi tempi di crisi e indebitamento pubblico. Basti ricordare che il 24 agosto il governo francese ha annunciato tutta una serie di misure che peseranno sulle imprese, le classi medie e – accessoriamente – su chi ha redditi molto alti.

Semplice e molto sofisticata
 L'idea che sta alla base di Rubik è contemporaneamente semplice e molto sofisticata. In poche parole, la Svizzera si occupa di tutto: riscuote un'imposta liberatoria alla fonte – ovvero sui conti dei contribuenti stranieri – e la versa agli altri paesi, senza divulgare nomi, numeri di conto o IBAN. Anonimità invece di trasparenza totale e scambio d'informazioni come vorrebbe l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).
Il 24 agosto, la Gran Bretagna ha firmato un accordo fiscale ispirato a Rubik. I contribuenti britannici con conti in Svizzera dovranno dichiarare i loro averi al fisco inglese o accettare un'imposta sui redditi e utili da capitali che oscillerà tra il 27% e il 48%. I proventi saranno versati alle autorità britanniche.
Con la Germania, l'accordo è stato concluso il 10 agosto. L'imposta sugli utili sarà del 26,375%, praticamente identica a quella prevista per gli averi depositati nello stato tedesco. Come contropartita, le banche svizzere non dovranno rivelare l'identità dei loro clienti. Grazie all'imposta liberatoria, la Germania dovrebbe incassare un miliardo di euro l'anno. In più, riceverà una decina di miliardi a titolo di «risarcimento» per i casi di evasione fiscale del passato.

Per la Francia, peggio di un'amnistia
 Parigi, per il momento, non vuole entrare in materia. L'avvocato fiscalista svizzero Philippe Kenel spiega così questa reticenza: «In sostanza Rubik consiste in un assegno volto a saldare i debiti del passato e poi, ogni anno, i proventi di un'imposta liberatoria che regola il presente. In altre parole è una forma di amnistia. E la Francia si è sempre opposta alle amnistie in materia fiscale».
Secondo Kenel, Rubik sarebbe visto addirittura peggio di un'amnistia. «Un'amnistia fiscale classica favorisce il rientro in patria dei capitali nascosti al fisco. Con Rubik, invece, i soldi restano all'estero».

Parigi, però, non ha chiuso completamente la porta. Secondo Mario Tour, portavoce della Segreteria di stato per le questioni finanziarie internazionali, «le autorità francesi sono interessate, ma piuttosto scettiche. Se dovessero constatare che il sistema funziona, potrebbero cambiare d'avviso».
Nelle speranze della Svizzera c'è dunque un effetto valanga. L'avvocato Kenel ricorda che «Berna ha cercato di convincere l'Unione europea che Rubik aveva lo stesso valore dello scambio automatico d'informazioni in materia fiscale. Invano. Allora la Svizzera si è concentrata sui singoli paesi, sperando che la salsa legasse poco a poco».
La freddezza di Parigi è una questione di «coerenza» e di «principio». Nicolas Zambelli, avvocato fiscalista a Ginevra e specialista di questioni franco-svizzere aggiunge: «E di timing».

Sulla lista grigia dell'Ocse
 «Additata da tutti nel 2009, inserita addirittura nella lista grigia dell'Ocse, dove è rimasta per qualche mese, per trarsi d'impaccio la Svizzera ha dovuto negoziare rapidamente dodici accordi di cooperazione fiscale», ricorda Zambelli. La Francia faceva parte del gruppo. Il nuovo accordo è entrato in vigore il 1. gennaio 2010.
Nel frattempo, «Parigi ha attuato una vera e propria politica di lotta all'evasione fiscale sul suo territorio», aggiunge Zambelli. «Le sanzioni per i colpevoli sono state inasprite e contemporaneamente sono stati prolungati i termini di prescrizione in materia fiscale».
Una marcia indietro è molto improbabile. «Soprattutto in periodo elettorale», spiega il fiscalista ginevrino. In questi tempi di crisi e indebitamento pubblico, Nicolas Sarkozy difficilmente potrà permettersi di fare il benché minimo regalo ai ricchi contribuenti. Nel 2012, però, le cose potrebbero cambiare.
Mathieu van Berchem, swissinfo.ch
Parigi
(Traduzione, Doris Lucini)

L'Eni firma accordo con governo libico provvisorio
Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni, ha incontrato stamattina in Libia alcuni membri del Consiglio nazionale di transizione. Si tratta del primo manager del settore energetico di un Paese occidentale a visitare il paese con le più grandi riserve di petrolio dell'Africa dopo la presa di Tripoli, scrive Reuters.
Eni e il Consiglio Nazionale Transitorio libico (CNT) hanno firmato un memorandum che rafforza la cooperazione nel Paese, ha spiegato una nota la società a fine mattinata. Con i memorandum «Eni e il Cnt si impegnano a ricreare le condizioni per una celere e completa ripresa delle attività di Eni nel Paese e a porre in essere quanto necessario per il riavvio del gasdotto Greenstream, che trasporta gas dalla costa libica a quella italiana.
Inoltre, con riferimento anche a quanto stabilito dalla dichiarazione congiunta firmata il 31 maggio del 2011 dal Governo italiano e dal CNT, Eni si impegna a eseguire una prima fornitura di prodotti petroliferi raffinati in favore del CNT, per contribuire ai bisogni essenziali e più urgenti della popolazione libica. Eni assicurerà inoltre l'assistenza tecnica necessaria per valutare lo stato di impianti e infrastrutture energetiche presenti nel Paese e per definire il tipo e l'entità delle operazioni necessarie al riavvio in sicurezza delle attività. Eni, conclude la nota, è presente in Libia dal 1959 ed è la prima compagnia internazionale in termine di produzione di idrocarburi.
Il memorandum firmato oggi «rappresenta la conferma della solidità delle relazioni tra Eni e il CNT, che stanno valutando diverse possibili forme di collaborazione al fine di assicurare una tempestiva ripresa delle operazioni nel settore petrolifero e del gas e di valorizzare le risorse naturali del Paese a vantaggio del popolo libico e nel rispetto dei contratti vigenti. Eni, inoltre, fornisce al CNT aiuti umanitari in termini di materiale medico».
 29 agosto 2011

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