mercoledì 28 settembre 2011

Federali.mattino_28.9.11. Samantha Dell’Edera: A contribuire al funzionamento delle scuole pugliesi ci sono le famiglie. Da Foggia al Salento: le richieste sono le più varie, e se nella maggior parte dei casi vengono viste come «azioni di volontariato», non mancano esempi di presidi che pretendono per le elementari e le medie il contributo di iscrizione, rilasciando la ricevuta ai bimbi.----Il primo pulmann di 'investitori' è partito in questi giorni da Mira per una "gita fiscale", supportati e 'pubblicizzati' da Veneto Stato. La trasferta a Capodistria, in Slovenia, ha un unico obiettio: mettere i risparmi al sicuro in un paese che vive i propri anni Sessanta. Una decina di veneti hanno già hanno aperto conti correnti in Istria.----Puglia. Trasporto ferroviario, iniziano i tagli. «Ora meno treni, colpa del governo».----Taranto. Rifiuti da Napoli, stop della Regione.----Crisi, Merkel: è un problema del debito, non dell’euro

Puglia. Scuole in funzione grazie alle collette
Puglia. Trasporto ferroviario, iniziano i tagli. «Ora meno treni, colpa del governo»
Taranto. Rifiuti da Napoli, stop della Regione
I veneti portano i risparmi in Slovenia
Crisi, Merkel: è un problema del debito, non dell’euro


Puglia. Scuole in funzione grazie alle collette
Manca tutto: sapone, carta igienica, penne, seggioloni
E i presidi chiedono il «contributo» alle famiglie
BARI - Carta igienica, sapone, pennarelli, giocattoli e persino i seggioloni per i più piccoli. A contribuire al funzionamento delle scuole pugliesi ci sono le famiglie. Da Foggia al Salento: le richieste sono le più varie, e se nella maggior parte dei casi vengono viste come «azioni di volontariato», non mancano esempi di presidi che pretendono per le elementari e le medie il contributo di iscrizione, rilasciando la ricevuta ai bimbi.
BARI E BAT - A insospettire di più i genitori non sono tanto i pacchi di carta igienica o di sapone che ogni anno devono portare in classe, quanto il cosiddetto contributo volontario, già conosciuto per le superiori. Si tratta di una piccola tassa che raggiunge anche i 30 euro e che ormai si sta diffondendo negli istituti elementari e nelle medie. In quanto scuole dell’obbligo, questo tipo di «contributo» non dovrebbe essere richiesto alle famiglie, ed è vietato dal ministero. Ed invece ci sono scuole in cui non solo viene richiesto al momento delle iscrizione, ma viene imposto anche a chi non se lo può permettere. Con professori che invitano i bimbi a reclamare i soldi a casa, altrimenti «non riceveranno la ricevuta» come tutti gli altri. Storie di quotidianità in una scuola barese sul lastrico, per la mancanza di soldi. Ci sono famiglie che ad esempio hanno portato ai presidi seggioloni per i più piccoli, pacchi di carta igienica, giocattoli e scatole di sapone. «Non abbiamo altra scelta - raccontano alcuni genitori - e onestamente, nel momento in cui non viene visto come obbligo, lo facciamo senza problemi perché capiamo anche le difficoltà delle scuole. Ma non tutti possono permettersi questi aiuti». L’assessore comunale alla Pubblica istruzione Fabio Losito ha avviato anche un monitoraggio interno per verificare il rispetto delle norme. «Ci sono situazioni al limite - commenta Losito - con scuole che senza quei contributi davvero non potrebbero aprire. Fino ad ora abbiamo verificato che questi aiuti vengano forniti volontariamente e senza alcuna costrizione. Saremmo i primi a denunciarli in caso contrario».
FOGGIA - Situazione analoga per le scuole di Foggia e provincia. Dove sin dalle materne vengono chiesti aiuti ai genitori: carta igienica, carta per le fotocopie, pennarelli. Mancano i soldi per tutto ed è diventata una prassi per le famiglie accompagnare il primo giorno di scuola il proprio figlio, trasportando pacchi di merce varia. Se un tempo infatti le scuole fornivano di liquidità per pagare anche un rotolo di carta igienica, adesso si trovano con le casse vuote.
LECCE - «Sei bottiglie di acqua, tarallini, biscotti e materiale didattico». È la lista della spesa di una famiglia leccese per una scuola materna. Anche nel Salento le attività di volontariato da parte dei genitori sono all’ordine del giorno. «Noi per legge non possiamo chiedere soldi - racconta Mino Rollo, dirigente di un istituto di Squinzano - e in un primo momento le spese per la carta igienica o il sapone le coprivamo noi. Adesso non abbiamo liquidità in cassa e volontariamente qualche genitore ci aiuta». La situazione è uguale a Lecce così come nella provincia. All’appello non mancano solo la carta igienica o i detergenti, ma persino i registri scolastici.
TARANTO - Nessuna notizia ufficiale e conferma pubblica, ma le scuole dell’obbligo si fanno aiutare dalle famiglie soprattutto per il materiale igienico-sanitario. Basta parlare con i genitori in attesa dei figli fuori dagli istituti scolastici per farsi un quadro della situazione. I trasferimenti dello Stato diminuiscono anno dopo anno, i fondi regionali servono a finanziare eventuali progetti e i servizi essenziali come mense, buoni libro e trasporti, per il resto bisogna arrangiarsi. <WC>È<WC1> la gestione ordinaria della scuola la più colpita dai tagli governativi ed è qui che l’istituzione scolastica si rivolge all’istituto della famiglia. I fondi destinati all’autonomia riescono a coprire il minimo indispensabile e non sono sufficienti da anni alle reali esigenze quotidiane delle scuole primarie e dell’obbligo, ma neanche nei licei. I primi ad intervenire sono, spesso, proprio maestri e docenti che acquistano la prima quota di materiale. In seguito non possono sopportare da soli il carico di carta igienica, fazzoletti di carta, saponi, detergenti e, talvolta, anche del materiale didattico. Rivolgersi ai genitori è la carta utilizzata per superare il problema e garantire condizioni di lavoro e attività didattiche compatibili con l’istruzione.
Samantha Dell’Edera

Puglia. Trasporto ferroviario, iniziano i tagli. «Ora meno treni, colpa del governo»
L'assessore Minervini: lo Stato ci deve 45 milioni
Dal 1° ottobre si punterà sul trasporto con i pullman
BARI - «Alla Puglia mancano 45 milioni del trasporto pubblico regionale stanziati dallo Stato ma non ancora trasferiti. È in gioco la credibilità istituzionale dell’esecutivo e il servizio messo a disposizione dei passeggeri. Inoltre il prossimo anno, se il taglio del 75% dovesse essere confermato, si arriverà al collasso del sistema di trasporto pubblico». L’allarme è di Guglielmo Minervini, assessore regionale alla mobilità, che espone le difficoltà del comparto. «Il taglio della manovra economica del luglio scorso - ha spiegato l’assessore - sembrava essere stato risarcito, ma nel corso della commissione tecnica della Conferenza Stato-Regioni il ministero delle Finanze ha chiesto tempo per verificare la congruità delle risorse. La nostra apertura di credito si è consumata, non ci bastano più le rassicurazioni».
LA SITUAZIONE - «Abbiamo potuto erogare a Trenitalia - prosegue Minervini - meno di 12 milioni, neanche tutta la prima trimestralità. Trenitalia ci ha già chiesto gli interessi sui mancati introiti e questa incertezza sta producendo già inevitabili ricadute negative per i pendolari».
I NUMERI - Ogni anno vengono movimentati 300 treni al giorno (sulle linee Bari-Barletta-Foggia; Bari-Brindisi-Lecce; Bari-Gioia Del Colle-Taranto) con circa 13,8 milioni di passeggeri per un costo di 90 milioni. Solo un terzo è coperto dal ricavo della vendita dei biglietti, gli altri 60 milioni arrivano il larga parte dai trasferimenti statali e 3,5 milioni dal bilancio autonomo regionale. A fronte di questo bisogno la quota assegnata alla Puglia per il 2012 è solo di circa 15 milioni, esattamente il 75% in meno di quanto è necessario per mantenere gli attuali livelli di servizio.
LA SOLUZIONE - «Ci stiamo preparando al peggio - ammette l’assessore - ci prepariamo alla fase in cui dovremo gestire il servizio con meno risorse. Con Trenitalia stiamo provando a razionalizzare, allentando il servizio dove è minore la domanda e potenziandolo sulle direttrici con maggiore affluenza di pendolari. Partirà in questo senso già dal 1° ottobre una sperimentazione sulla Gioia-Rocchetta e sulla Canosa-Spinazzola di riduzione delle corse e conversione con servizi su gomma che assicurano il servizio, ma costano tre volte di meno. Stiamo elaborando un nuovo modello di organizzazione del servizio che individui stazioni hub dove far confluire i servizi su gomma per poi potenziare i collegamenti su ferro con maggiori partenze. Ma tutto questo rischia di non essere sufficiente. Se non abbiamo risposte dal governo dovremo muoverci verso la prospettiva di elevare il costo dei biglietti, gli investimenti sul rinnovo dei treni e stiamo valutando, come altre regioni, un possibile ritocco all’accisa sui carburanti. Dobbiamo aprire una discussione pubblica sugli scenari possibili. Comincerò in settimana con la cabina di regia nella quale siedono le organizzazioni sindacali».

Taranto. Rifiuti da Napoli, stop della Regione
Nicastro ferma l'attività di Italcave
I controlli avevano riscontrato irregolarità nel carico
L'ultimatum alle discariche non è stato osservato
TARANTO - Stop alla discarica Italcave di Statte (taranto). Attività sospesa per ordine dell’assessore regionale all’ambiente Lorenzo Nicastro. La decisione avviene in seguito alla diffida del 23 settembre che vietava lo sversamento di rifiuti solidi urbani provenienti dalla Campania che i gestori di Italcave hanno disatteso.
I CONTROLLI - Le relazioni sulle analisi condotte a campione nelle settimane scorse del Noe, Nucleo operativo ecologico dei carabinieri e dell’Arpa, l’agenzia regionale di protezione ambientale, avevano rivelato la presenza di rifiuti giunti con i tir dalle province campane, non trattati e perciò non conformi agli accordi intercorsi tra la Regione Puglia e la Regione Campania del dicembre scorso per far fronte all’emergenza rifiuti per le strade di Napoli. Quarantacinquemila tonnellate da scaricare nelle tre discariche per rifiuti speciali del tarantino: Vergine di Fragagnano, Ecolevante di Grottaglie e Italcave. Tra i carichi arrivati a Statte, in provincia di Taranto, i tecnici hanno trovato componenti di auto e altro materiale tal quale.
IL PERICOLO - Per Nicastro, non possono escludersi rischi per la salute pubblica e per l’ambiente legati alla presenza di diossine, furani, inquinanti organici persistenti e pcb, nell’attuale gestione dei rifiuti provenienti dalla Campania con il codice Cer 19.12.12 nella quale i controlli dei parametri espressamente previsti dalla normativa sono omessi sia nella caratterizzazione di base sia nella verifica di conformità.

I veneti portano i risparmi in Slovenia
Martedì, 27 settembre 2011 - 09:43:50
 Con la crisi che morde, i mercati che tremano e il futuro che è sempre più incerto, i cittadini italiani si attrezzano per tutelare i loro risparmi. E la novità viene dal Veneto, che ormai ha scelto come nuova Lugano (ma non si tratta di evasione, in questo caso) la Slovenia.
Il primo pulmann di 'investitori' è partito in questi giorni da Mira per una "gita fiscale", supportati e 'pubblicizzati' da Veneto Stato. La trasferta a Capodistria, in Slovenia, ha un unico obiettio: mettere i risparmi al sicuro in un paese che vive i propri anni Sessanta. Una decina di veneti hanno già hanno aperto conti correnti in Istria.

Crisi, Merkel: è un problema del debito, non dell’euro
La crisi che sta attraversando l’Ue è "una crisi del debito, non dell'euro". Taglia corto sulla crisi la cancelliera Angela Merkel, secondo la quale l'unico modo per combatterla è affrontare il problema "alla radice", rimettendo in ordine le finanze pubbliche e le economie dei Paesi coinvolti. La Merkel ha anche detto di "sperare che gli Usa, e non solo l'Europa, mettano in pratica le regole di Basilea III", mentre ha definito "inevitabili" delle modifiche al Trattato europeo in futuro.
No a nuovi piani di rilancio dell'economia. Angela Merkel ha anche ribadito la sua opposizione a nuovi piani di rilancio per contrastare il rallentamento dell'economia mondiale perché  "è una cattiva idea combattere i debiti con nuovi debiti". Nel suo intervento alla Giornata della Confindustria tedesca Bdi, la cancelliera ha anche rilevato l'importanza dell'approvazione dell'ampliamento del fondo Efsf, sul quale il Bundestag dovrà esprimersi giovedì 29 settembre. "L'approvazione del fondo Efsf è di stragrande importanza", ha dichiarato la Merkel, respingendo però l'idea di mettere in comune i debiti dell’eruozona perché il risultato potrebbe forse essere una maggiore solidarietà ma anche "che si inizi con una tripla A e si vada a finire con una tripla C". La Merkel, ancora, si è detta contraria anche ad un piano che preveda aiuti finanziari in Germania. "Non siamo disponibili a nuovi programmi a sostegno della congiuntura", ha detto, spiegando che una crescita generata da debiti è la strada  peggiore.
M.N.

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