martedì 18 ottobre 2011

Federali.mattino_18.10.11. Grazie al governo padano.----L'elenco delle opere italiane inserite nella lista delle priorita' Ue si apre con quelle facenti parte del corridoio Baltico-Adriatico. Udine, Trieste, Venezia e Ravenna potranno beneficiare degli aiuti europei per finanziare parte dei lavori necessari per la loro interconnesione e lo sviluppo di scali merci multimodali. Tra le priorita' del cosiddetto corridoio Mediterraneo figurano invece la Torino-Lione e il potenziamento dei collegamenti ferroviari Milano-Brescia, Brescia-Venezia- Trieste e Trieste-Divaca.

“Foggia, brutta da non credere”. Le associazioni chiedono a Mongelli di cambiar passo
In Lombardia un pool di 60 manager per gestire le aziende confiscate alle cosche
Soppressione delle province, approvato il disegno di legge costituzionale
Pareggio di bilancio in Costituzione: approvato il disegno di legge costituzionale
Trasporti: Ue; Napoli-Palermo priorita', ma senza ponte


“Foggia, brutta da non credere”. Le associazioni chiedono a Mongelli di cambiar passo
Foggia – NON vanno troppo per il sottile, le 13 associazioni che, questa mattina, hanno indetto una conferenza stampa per dire la propria sulla questione-Foggia (Agedo, Aics, Arci, Capitanata Futura, Centro Studi Naturalistici, Cerchio di Gesso, Cicloamici, Donne in rete, Forum Beni Comuni, Gaas, L’Aquilone, Legambiente Circolo Gaia, Musica è, Teatro dei Limoni, Wwf). Ovvero su degrado, disagio, verde, Tarsu, scioperi. E, soprattutto, sulle spine Giunta, rimpasto, competenze. Non vanno troppo per il sottile bocciando, nei fatti e nelle parole, i primi due anni e spicci dell’amministrazione a guida Gianni Mongelli. Anche se nessuno, tranne Rita Saraò (Donne in rete) ha l’ardire di dirlo esplicitamente: “Non possiamo essere soddisfatti di come sono andati questi anni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Abbiamo creduto nel primo cittadino e l’abbiamo sostenuto. Ma…”. Ma il tempo della propaganda è finito, le urne sono chiuse da un pezzo e, tirando le somme, c’è poco o nulla di cui essere felici e soddisfatti. L’entusiasmo della campagna elettorale s’è tramutato in depressione andante anche fra coloro i quali, espressioni del mondo associazionistico, fanno capo a singoli o partiti che sostengono senza mezzi termini la Giunta.

CHIARASTELLA FATIGATO: “VIA AL PUG” - E allora “bisogna ripartire, passando dalla fase dell’emergenza a quella della gestione del territorio” è la sentenza di Chiarastella Fatigato (Capitanata Futura, punto di riferimento: Peppino D’Urso). Da dove si riparte? “Dal Piano Urbanistico Generale, dai laboratori per il Pug”. Ovvero, da una progettazione strategica che va in controtendenza rispetto al ricatto delle varianti. “Ormai quel che è fatto è fatto”, ragiona Nino Abbate, “guardiamo avanti”. Arrendevolezza? Tutt’altro. Lo stesso Abbate promette battaglia senza resa: “Abbiamo già messo al corrente il sindaco delle nostre intenzioni battagliere”, dice sventolando due fogli A4 scritti fitti fitti in cui le tredici associazioni enumerano le mete possibili sottoposte al sindaco in un incontro svoltosi in comune lo scorso 11 ottobre. “Incalziamo, monitoriamo controlliamo”.

“UNA CITTA’ COSI’ BRUTTA DA NON SEMBRARE VERA” - Cosa? Innanzitutto, che ci sia una discontinuità rispetto alla gestione trascorsa. Fattuale, ma anche a livello umano. “Vogliamo competenze in giunta per ogni settore”, è la richiesta lanciata da un agguerrito Vincenzo Rizzi (Centro Studi Naturalistici Onlus). Promessa che, ci assicura qualcuno in privato, Mongelli non si è sentito di prendere. D’altronde, le voci corrono forte e vanno in direzione ostinata e contraria di questa precisa richiesta. Con tutta probabilità, infatti, oltre la metà degli assessori rimarranno in seno al Governo della città. “Una città così brutta da non sembrare vera”, calca la mano Rizzi. A mortificarla, ragiona la Saraò, “è stata la politica” che, chiosa Abbate in una sorta di discorso a tre voci, “non ha capito che oggi occorre uscire dalle stanze dei partiti per prendere le decisioni”.

TRASPARENZA - Ed ecco il primo vero obiettivo condiviso, la partecipazione. Nel documento è addirittura posta prima in premessa: “per una migliore qualità della politica indissolubilmente legata alla migliore partecipazione reclamata con forza dai cittadini”. E, poi, richiamata in tre capitoletti: “Legalità e trasparenza”, “Comunicazione efficace e rapporto diretto con i cittadini” e “Democrazia partecipata”. I portavoce delle associazioni, insomma, assediano Mongelli dal punto di vista della verità, sottolineando come, per quello che chiamano “cambio di passo” (e questo è politichese spinto), necessiti una “comunicazione più efficace fra ente e cittadini”. Che, ad esempio, passa per la creazione di un Laboratorio per la comunicazione, che soppianti il monopolio dello staff comunale ed introietti la società in una nuova stagione partecipativa. Anche per evitare le incomprensioni giunte sulla questione parcheggi. Accusa Pino Maccione (Legambiente circolo Gaia): “Sospeso il giudizio nel merito, critichiamo il metodo scelto dall’amministrazione, che ha imposto un sistema organizzativo calato dall’alto e non concertato con chi, direttamente, ne avrò quotidiano rapporto: i cittadini”.

PUG - Il secondo, come ampiamente detto, è l’applicazione del Pug. Nell’incontro di martedì – e nel documento presentato ai taccuini – le associazioni hanno “dato al sindaco sei mesi”. Prima di convenire che “un anno è un limite più che accettabile”. Basta, dunque, con varianti ed housing sociale. Si, piuttosto, a una “redifinizione funzionale e morfologica della città esistente, così che da pratiche episodiche, legate alla richiesta di fondi regionali e europei, esse divengano prassi costante della città, che cresce su se stessa”. O, per sintetizzarla con la Fatigato: “Buone prassi”. Quelle che, a quanto dicono, oggi mancano.

In Lombardia un pool di 60 manager per gestire le aziende confiscate alle cosche
La decisione di Assolombarda. Il ministro dell'Interno annuncia le «white list» delle imprese pulite
MILANO - Un pool di 60 manager lavorerà a fianco dell'Agenzia che si occupa dei beni confiscati alla mafia. Lo ha deciso Assolombarda insieme all' Associazione lombarda dei dirigenti industriali e a Fondirigenti. Il progetto vuole valorizzare le competenze dei dirigenti nella gestione delle imprese sequestrate alla criminalitá. L'iniziativa, che avrà il supporto scientifico di Sda Bocconi, Fondazione Istud e Luiss, è stata presentata dalla giunta di Assolombarda al ministro dell'Interno Maroni e al prefetto Caruso, direttore dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati alle cosche. Delle oltre 1400 imprese che sono state confiscate finora alla criminalità organizzata (di cui 199 nella sola Lombardia) «pochissime sono state riavviate al mercato». «Spesso - sostiene Assolombarda - queste imprese rischiano di fallire, causando perdita di manodopera, tensioni sociali e in ultima analisi un clima non idoneo al contrasto socio-economico della criminalità organizzata». Da qui la risposta di Assolombarda alla richiesta del ministero dell'Interno di sostenere la continuità industriale ed economica delle aziende sequestrate alle cosche.

WHITE LIST - Nella stessa riunione il ministro dell'Interno ha annunciato che Silvio Berlusconi ha firmato il decreto che istituirà le liste delle imprese che non hanno infiltrazioni mafiose. Il provvedimento istituisce le cosiddette «white list», una misura attesa contenuta nel codice antimafia. Maroni ha ammesso che «c'è voluto un pò di tempo» ma che si tratta di una novità assoluta nel quadro legislativo europeo in tema di contrasto alla mafia.

EXPO Il ministro dell'Interno ha comunicato che Milano avrà le sue liste di imprese certificate antimafia in particolare in alcuni settori come il movimento terra e i noli a caldo. Un'iniziativa che, ha sottolineato, «sarà molto utile soprattutto per garantire che gli appalti di Expo siano puliti e che non finiscano nelle mani di aziende mafiose».

Soppressione delle province, approvato il disegno di legge costituzionale
Presentazione
Il Consiglio dei ministri, nella riunione dell’8 settembre 2011, ha approvato un disegno di legge costituzionale che disciplina il procedimento di soppressione della provincia quale ente locale statale.
Il provvedimento, proposto dal Presidente del Consiglio e dai Ministri per le riforme per il federalismo e per la semplificazione normativa, inizia ora il complesso iter necessario per apportare modifiche alla Costituzione. 
Il disegno di legge modifica gli articoli 114,117,118, 119, 120, 132, 133 della Costituzione, con l’obiettivo di ottenere, in ogni Regione, una riduzione dei costi complessivi degli organi politici e amministrativi, oltre che una semplificazione dell’organizzazione. La parole “province” , nella rubrica del Titolo V della Costituzione, sarà sostituita da "Città metropolitane".
Le disposizioni della legge costituzionale si applicano anche alle Province delle Regioni a statuto speciale, fatta eccezione però per quelle autonome di Trento e Bolzano.
Riguardo alla competenza legislativa regionale, il provvedimento stabilisce che spetterà alla legge regionale, adottata previa intesa con il Consiglio delle autonomie locali, istituire sull’intero territorio regionale forme associative fra i Comuni per l’esercizio delle funzioni di governo di area vasta,  nonché definirne gli organi, le funzioni e la legislazione elettorale. 
In sede di prima applicazione, entro un anno dall'entrata in vigore della legge costituzionale, le Regioni istituiranno le forme associative previste dalla nuova normativa;  alla cessazione del mandato amministrativo le Province saranno soppresse e contestualmente saranno istituite le forme associative previste dalle rispettive leggi regionali.
Contestualmente alla soppressione, i Comuni ricadenti nel territorio delle province soppresse saranno costituiti in Unione di comuni, per lo svolgimento delle funzioni di governo di area vasta già esercitate dalle province. L’unione di comuni succederà alla provincia in ogni rapporto giuridico, anche di lavoro, esistente alla data di soppressione.
 Le Regioni dovranno anche sopprimere enti, agenzie, organismi che svolgono funzioni di governo di vasta area alla data di entrata in vigore della legge costituzionale, e non potranno istituirne altre.
Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge costituzionale, con legge dello Stato, sarà adeguata alla nuova normativa la disciplina concernente l’autonomia tributaria e finanziaria di Regioni e Comuni. 

Pareggio di bilancio in Costituzione: approvato il disegno di legge costituzionale
Con un disegno di legge costituzionale, approvato nella riunione del Consiglio dei Ministri dell’8 settembre 2011, il governo dà il via all’iter necessario per introdurre nella Costituzione della Repubblica italiana il principio del pareggio di bilancio.
Il disegno di legge, proposto dal Presidente del Consiglio e del Ministro dell’economia, apporta, secondo il ministro Tremonti, non solo un criterio contabile ma “un principio ad altissima intensità politica e civile”, andando a modificare la Parte Prima della Costituzione su Diritti e Doveri dei cittadini.
Infatti, viene introdotto all’art.53 della Costituzione il seguente comma:
“ la Repubblica, in conformità ai vincoli economici e finanziari che derivano dall’appartenenza all’Unione europea, persegue l'equilibrio dei bilanci e il contenimento del debito delle pubbliche amministrazioni, anche assicurando le verifiche a consuntivo e le eventuali misure di correzione, in base ai principi e ai criteri stabiliti con legge, approvata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna delle Camere”.
L’attaule art. 81 viene del tutto sostituito dalla nuova previsione, secondo cui il bilancio dello Stato deve rispettare l’equilibrio delle entrate e delle spese.
Non sarà consentito ricorrere all'indebitamento, se non nelle fasi avverse del ciclo economico nei limiti degli effetti da esso determinati, o per uno stato di necessità che non potrà essere sostenuto con le ordinarie decisioni di bilancio.
 Il disegno di legge prosegue stabilendo che lo stato di necessità sarà dichiarato dalle Camere in ragione di eventi eccezionali, con voto espresso a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti.
 Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri finanziari dovrà provvedere ai mezzi per farvi fronte.
 Le Camere ogni anno devono approvare con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo. Il contenuto proprio della legge di approvazione del bilancio sarà stabilito con la legge prevista dal nuovo terzo comma dell’art.53.
 L'esercizio provvisorio del bilancio non potrà essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.
 Modificato anche l’art.119: Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni continueranno ad avere autonomia finanziaria di entrata e di spesa, ma "nel rispetto dell'equilibrio dei bilanci".
 Le nuove disposizioni entreranno in vigore a decorrere dall’esercizio finanziario 2014.

Trasporti: Ue; Napoli-Palermo priorita', ma senza ponte
50 miliardi e project bond per grandi reti in 2014-2020
17 ottobre, 17:12
BRUXELLES - L'Ue conferma il suo sostegno al potenziamento dei collegamenti ferroviari tra Napoli e la Sicilia, aggiunge alle priorita' la linea Napoli-Bari, ma non inserisce nella sua lista, almeno per ora, il ponte sullo Stretto. Queste le principali indicazioni riguardanti l'Italia contenute nelle linee guida e nel progetto di regolamento per le realizzazione delle grandi reti infrastrutturali europee nel campo dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni che la Commissione europea varera' mercoledi' prossimo.
Un pacchetto assai corposo che, nel complesso, prevede la mobilitazione di finanziamenti Ue per un totale di 50 miliardi di euro tra il 2014 e il 2020 al fine di tappare i buchi ed eliminare i colli di bottiglia delle grandi reti. A questi fondi Bruxelles intende affiancare strumenti finanziari innovativi, come i project bond, per stimolare la realizzazione dei necessari investimenti. Solo per il completamento delle grandi infrastrutture transeuropee la Commissione ha infatti stimato che saranno necessari investimenti per oltre 1.000 miliardi di euro nei prossimi 10-15 anni.
Dei 50 miliardi Ue, la maggior parte (31,7 miliardi) e' destinata a finanziarie i progetti prioritari individuati nel campo dei trasporti. Alle tlc, e soprattutto allo sviluppo della banda larga, andranno 9,2 miliardi, mentre la realizzazione delle interconnessioni delle grandi reti di trasporto dell' energia elettrica e del gas potranno contare su 9,1 miliardi di euro. La crisi, si legge nel documento predisposto dalla Commissione, ha dimostrato ancora una volta che le infrastrutture sono di ''cruciale importanza per il futuro dell'economia Europa'' e rappresentano una ''parte importante'' dei piani di stimolo della ripresa.
 L'elenco delle opere italiane inserite nella lista delle priorita' Ue si apre con quelle facenti parte del corridoio Baltico-Adriatico. Udine, Trieste, Venezia e Ravenna potranno beneficiare degli aiuti europei per finanziare parte dei lavori necessari per la loro interconnesione e lo sviluppo di scali merci multimodali. Tra le priorita' del cosiddetto corridoio Mediterraneo figurano invece la Torino-Lione e il potenziamento dei collegamenti ferroviari Milano-Brescia, Brescia-Venezia- Trieste e Trieste-Divaca.
Il sistema dei trasporti italiani e' poi particolarmente interessato e coinvolto nella realizzazione dell'ex corridoio uno Berlino-Palermo, ora ribattezzato Helsinki-Valletta. In questo contesto l'Ue, per valicare le Alpi, e' pronta a contribuire alla realizzazione del nuovo tunnel di base del Brennero e agli studi e ai lavori per potenziare la linea ferroviaria Fortezza-Verona. Il sostegno europeo andra' anche allo sviluppo dei collegamenti su rotaia tra Napoli e Bari e tra Napoli e Reggio Calabria. In Sicilia sara' finanziata la linea Messina-Palermo. Confermata poi nei piani di Bruxelles la priorita' assegnata al corridoio Genova-Rotterdam. In questo contesto l'Ue e' disponibile a contribuire agli studi relativi alla linea ferroviaria tra il capoluogo ligure, Milano/Novara e il confine con la Svizzera.

 Il regolamento che la Commissione si appresta a varare, e che dovra' passare comunque al vaglio di Parlamento e Consiglio, fissa i paletti per procedere alla ripartizione dei fondi e prevede comunque la possibilita' che l'elenco delle opere da finanziare possa essere modificato ''per tenere conto di possibili cambiamenti delle priorita' politiche, del manifestarsi di nuovi fattori tecnici e anche di variazioni nei flussi dei traffici''. Ma in ogni caso i fondi assegnati saranno persi se i lavori non cominceranno entro un anno dalla data indicata negli accordi alla base della concessione del finanziamento.

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