venerdì 27 luglio 2012

(1) XXVII.VII.MMXII/ L'agenzia Moody's ha declassato di piu' gradi il rating creditizio delle tre maggiori banche slovene, spiegando che gli istituti finanziari sloveni sono i peggio capitalizzati in tutta l'Europa centrale e orientale. Lo riferiscono i media di Lubiana citando un comunicato di Moody's diffuso nella tarda serata di ieri.---Secondo gli ultimi dati statistici sui punti italiani di progettazione (IDE) in Slovenia, pubblicati nel mese di giugno dalla Banca di Slovenia per l’anno 2011, gli IDE hanno aumentato il giro d’affari rispetto al 2010 di circa 850 milioni di euro, passando da 10,83 a 11,68 miliardi di euro (+7,8%).---Secondo il professor Ferdinand Dudenhoeffer del Center for Automotive Research dell'Università di Duisburg-Essen – uno dei maggiori esperti del mercato tedesco – in Germania è proprio Fiat, insieme a Opel, a praticare gli sconti più elevati. I ribassi sulla Punto possono arrivare al 31%; Opel offre fino al 31% sulla Corsa e il 35% su un modello relativamente nuovo come l'Astra. Volkswagen è diventata molto più aggressiva di recente, ma è una reazione alla politica dei concorrenti.

Egitto, cinque pescherecci italiani sequestrati, "marinai stanno bene"
Marchionne accusa Volkswagen
Spagna:crack Bankia, Rato si autoassolve e accusa governatore
Crisi: Slovenia, Moody's declassa tre maggiori banche
Slovenia, aumenta la presenza italiana

Egitto, cinque pescherecci italiani sequestrati, "marinai stanno bene"
Palermo, 26 lug. - (Adnkronos) - Sono cinque i pescherecci del compartimento marittimo di Mazara del Vallo (Trapani), che nel pomeriggio sono stati sequestrati a circa 22 miglia dalle coste egiziane a nord di Alessandria d'Egitto, da una motovedetta della marina militare egiziana. Si tratta del Flori, dell'Atlantide, dell'Eros, 'Ghibli I e del Luna Rossa, questi ultimi due già in passato sono stati coinvolti in simili episodi. A bordo di sarebbero una trentina di marittimi.
Sulla vicenda la Farnesina rende noto che il ministro degli Esteri Giulio Terzi, "ha appreso della vicenda mentre si stava imbarcando per fare rientro in Italia dal Cairo, ha dato istruzioni all'ambasciatore in Egitto Claudio Pacifico di attivarsi immediatamente, e di prendere diretto contatto con il ministro degli Esteri egiziano Kemal Amr", che il titolare della Farnesina aveva incontrato nel pomeriggio, e con il quale lo stesso Terzi "si ripromette di parlare nelle prossime ore".
"Ho sentitno i capitani delle imbarcazione e mi hanno riferito di stare tutti bene - dice intanto all'Adnkronos il presidente del Distretto Pesca Cosvap, Giovanni Tumbiolo -. Non c'è stata alcuna aggressione, sono stati avvicinati dalla motovedetta che ha sequestrato i documenti di bordo. Ho già contattato il nostro ambasciatore Claudio Pacifico, che era insieme al ministro degli Esteri Giulio Terzi. E' stata immediatamente attivata la rete diplomatica per fornire assistenza ai nostri pescatori". Le imbarcazioni sono dirette ad Alessandria, dove, ha assicurato Tumbiolo, "il console Mario Vinci li riceverà"

Marchionne accusa Volkswagen
Andrea Malan
 L'auto europea si conferma un business a due velocità, con i tedeschi a macinare utili (tranne Opel) e gli altri a contare le perdite; dopo il rosso di Peugeot e i profitti – sia pure in calo – di Mercedes, lo conferma l'aumento di fatturato e redditività annunciato da Volkswagen. Proprio il colosso tedesco è finito ieri nel mirino di Sergio Marchionne, numero uno di Fiat e Chrysler: parlando all'«International Herald Tribune» l'ha accusata di condurre una guerra commerciale che provoca «un bagno di sangue sui prezzi e sui margini».
 Che fra Marchionne e Volkswagen non corra buon sangue è noto, almeno fin dai tempi in cui i tedeschi ironizzavano sulla capacità di Fiat di gestire il marchio Alfa Romeo. Ma il discorso del manager italo-canadese è più ampio: «L'industria automobilistica europea è in una crisi che non ha precedenti» ha detto, rilanciando l'appello alla Commissione europea che «dovrebbe coordinare una razionalizzazione del settore». Già in passato Marchionne aveva chiesto una sorta di riduzione concordata della capacità, e ora sostiene che «quelli che davvero non si sono mossi in questo senso sono i francesi e i tedeschi, che non hanno ridotto minimamente la capacità».
 Per Fiat intanto si complicherebbe – secondo la stampa locale – lo sbarco in Russia, dove è prevista l'apertura di uno stabilimento a San Pietroburgo: Sberbank nicchierebbe di fronte alla richiesta di finanziare l'intero progetto in cambio di know how, e il Lingotto non avrebbe ancora presentato il business plan al ministero del Commercio.
 Ieri Volkswagen ha annunciato un aumento di vendite e utili nel primo semestre 2012: il semestre a fine giugno ha visto una crescita del 22% delle vendite a 95,4 miliardi (dai 77,8 dello stesso periodo 2011); l'utile operativo di gruppo è salito del 6,7% a 6,5 miliardi (con un margine calato al 6,8% dal 7,8% del 2011). Il risultato netto raggiunge gli 8,8 miliardi (+36%). Le vendite sono aumentate del 10,3% a 4,6 milioni di unità. Il risultato netto comprende 1,8 miliardi di utili dalle joint venture cinesi (1,2 nel 2011). La crescita è però rallentata nel secondo trimestre: +3,4% per gli utili (+10% nei primi tre mesi), +19% per i ricavi rispetto a +26%. Wolfsburg conferma le previsioni per il 2012: aumento dei ricavi e utile operativo stabile rispetto agli 11,3 miliardi del 2011.
 Con una liquidità netta dell'auto a quasi 15 miliardi (sia pure in calo da dicembre), Volkswagen ha deciso di sferrare un attacco ai concorrenti? Secondo il professor Ferdinand Dudenhoeffer del Center for Automotive Research dell'Università di Duisburg-Essen – uno dei maggiori esperti del mercato tedesco – «in Germania è proprio Fiat, insieme a Opel, a praticare gli sconti più elevati. I ribassi sulla Punto possono arrivare al 31%; Opel offre fino al 31% sulla Corsa e il 35% su un modello relativamente nuovo come l'Astra. Volkswagen è diventata molto più aggressiva di recente, ma è una reazione alla politica dei concorrenti».
 Gli sconti medi hanno raggiunto negli ultimi mesi in Germania livelli record, e anche le vetture "a chilometri zero" sono cresciute fino a sfiorare il 30% delle immatricolazioni. La diagnosi di Dudenhoeffer è preoccupante: dopo un primo semestre al livello del 2011, «anche il mercato tedesco sta per entrare in recessione». Brutta notizia per Vw e soci ma anche per le rivali straniere. Non va dimenticata la pressione coreana, cresciuta con l'accordo di libero scambio firmato nel 2011; il gruppo Hyundai/Kia ha aumentato le vendite in Europa anche nel primo semestre e proprio ieri Hyundai ha annunciato un utile trimestrale in forte crescita.
 La situazione potrà migliorare solo con la ripresa delle economie europee, che nessuno per ora si azzarda a prevedere. Se non arrivasse in tempi brevi, saranno inevitabili tagli alla capacità produttiva: Peugeot ha annunciato la chiusura della fabbrica di Aulnay, Opel ha rinviato quella di Bochum al 2016, Marchionne ha evocato misure simili in Italia. Difficilmente la soluzione arriverà dalla politica: a differenza del 2009, quando i Governi europei introdussero incentivi per sostenere il mercato, ora le casse sono vuote. Lo dimostra il piano tutto sommato di basso profilo presentato nei giorni scorsi da Parigi per sostenere Peugeot e Renault.

Spagna:crack Bankia, Rato si autoassolve e accusa governatore
A commissione Congresso, "fu ex Banca centrale a volere fusione"
26 luglio, 14:47
(ANSAmed) - MADRID, 26 LUG - "Abbiamo agito correttamente, in maniera conforme alla legge e senza alcun costo per il contribuente". E' la difesa fatta oggi dall'ex presidente di Bankia ed ex direttore generale del Fmi, Rodrigo Rato, della sua gestione alla guida del gruppo finanziario nazionalizzato, nell'audizione in Commissione economia al Congresso.
 Dopo aver ricordato di comparire in Commissione "su richiesta propria", Rato ha assicurato che era stata la Banca di Spagna a promuovere la fusione di Caja Madrid e Bancaja, assieme ad altre cinque casse di deposito minori - Caja de Canarias, Caixa Laitana e le Casse di Avila, Segovia e Rioja - nonostante la gran parte degli esperti ritenesse erronea la fusione, che accumulava un eccessivo portafoglio di crediti a rischio nel settore immobiliare. L'ex governatore della Banca centrale Fernandez Ordoñez aveva negato la circostanza nella sua audizione al Congresso martedì scorso.
 Rato ha assicurato che, il 2 giugno 2010, l'allora governatore, "che conosceva nel dettaglio la situazione delle Casse", lo convocò nel suo ufficio, dove c'era il presidente di Bancaja, e lo tranquillizzò sulla situazione dell'ente finanziario valenciano. Secondo l'ex presidente di Bankia, il regolatore esortò Bancaja ad unirsi alla fusione guidata da Caja Madrid. E, a dire di Rato, fu sempre Fernandez Ordonez ad esortarlo "ad essere più ambizioso con l'esordio in Borsa", per tentare di captare fino a 4 miliardi di euro in azioni, rispetto ai 2 miliardi inizialmente previsti. Quanto alla bancarotta e alla richiesta di 24 miliardi di aiuti per il risanamento del gruppo, Rato ha sostenuto di aver presentato al ministero dell'Economia, lo scorso 4 maggio, un piano di ristrutturazione che avrebbe comportato alla fine del 2012 "prestiti in danaro pubblico per 6 miliardi", la quarta parte di quanto poi richiesto dal suo successore alla presidenza di Bankia, José Ignacio Goirigolzarri.
 Il suo piano, ha sottolineato Rato, "non fu mai approvato", motivo per il quale l'esponente del PP decise di rassegnare le dimissioni dalla presidenza di Bankia e rinunciare all'indennità e agli incarichi nei vari consigli di amministrazione, dopo aver constatato che "le autorità corrispondenti", ovvero i ministeri dell'Economia e delle Finanze, non condividevano il suo criterio e non c'era dialogo, nelle difficili circostanze in cui questo "era fondamentale". (ANSAmed).

Crisi: Slovenia, Moody's declassa tre maggiori banche
Taglio rating di 3-4 punti, "peggior capitalizzazione dell'area"
26 luglio, 18:23
(ANSAmed) - LUBIANA, 26 LUG - L'agenzia Moody's ha declassato di piu' gradi il rating creditizio delle tre maggiori banche slovene, spiegando che gli istituti finanziari sloveni sono i peggio capitalizzati in tutta l'Europa centrale e orientale. Lo riferiscono i media di Lubiana citando un comunicato di Moody's diffuso nella tarda serata di ieri. Il rating della Nova ljubljanska banka (Nlb) e' sceso di tre punti, da Ba2 a B2, quello della Nova kreditna banka Maribor (Nkbm) di quattro, da Ba2 a B3, come pure della Abanka Vipa, sceso da Ba3 a Caa1, con una outlook negativo per tutte e tre.
L'agenzia aveva gia' declassato le tre banche agli inizi di aprile. I primi due istituti sono in maggioranza di proprieta' dello Stato sloveno, mentre nella Abanka la Slovenia possiede una quota rilevante delle azioni. Secondo Moody's il declassamento e' legato al peggioramento dei fondamentali delle tre banche, incluso ''un duraturo e consistente peggioramento della qualita' delle loro proprieta''' e una ''crescita rapida'' del volume di prestiti che non potranno essere restituiti. (ANSAmed).

Slovenia, aumenta la presenza italiana
Secondo gli ultimi dati statistici sui punti italiani di progettazione (IDE) in Slovenia, pubblicati nel mese di giugno dalla Banca di Slovenia per l’anno 2011, gli IDE hanno aumentato il giro d’affari rispetto al 2010 di circa 850 milioni di euro, passando da 10,83 a 11,68 miliardi di euro (+7,8%).
 Si riconfermano i posizionamenti dei primi tre paesi investitori: l’Austria, al primo posto con 5,7 miliardi di euro (+10,2%), seguita dalla Svizzera (925 milioni, aumento del 12,8%). L’Italia riconferma la terza posizione nella classifica generale (e la seconda posizione nella classifica degli investitori provenienti dall’U.E.) con un aumento degli IDE di 45 milioni di euro (+6,4%), passando da 709 a 754 milioni di euro (ICE).

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