giovedì 12 luglio 2012

(4)_XII.VII.MMXII/ Il portaborse sabaudo rettifica quanto detto dal suo capo padano. In sostanza: non puoi governare un sistema complesso senza l’appoggio dei capi padani dei subsistemi che lo compongono. Lo dice a chiare lettere la Costituzione padana, bellezza. Rileggila, vedrai che non ci vuole poi molto per capire il sottofondo.

L'UNIONE SARDA - Economia: Pagamenti, l'Isola maglia nera
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Crolla il mercato immobiliare: resistono solo le case vacanza
Napoli non è una «scarrafonera»
Concertazione: Rivolta (Confcommercio), parti sociali garantiscono coesione
Crisi: Passera, uso distorto concertazione ha creato problemi

L'UNIONE SARDA - Economia: Pagamenti, l'Isola maglia nera
12.07.2012
Sardegna maglia nera nei pagamenti delle aziende: dal 2008 a oggi la puntualità è infatti peggiorata del 2%. A certificarlo è stata un'indagine condotta nei primi sei mesi del 2012 da Cribis D&b, società del gruppo Crif.
IL DATO Secondo lo studio, sono puntuali nei pagamenti appena il 34,4% delle imprese isolane contro una media italiana del 46,8%, che però è in costante crescita. Nel 2008 il dato regionale era invece pari al 36,6%. Le aziende sarde, insomma, faticano a onorare gli impegni con i fornitori e nel primo semestre del 2012 si sono posizionate all'ultimo posto della classifica nazionale.
TERRITORIO Guardando le province, la peggiore è quella di Carbonia-Iglesias dove appena il 30,9% delle imprese è riuscita a saldare le fatture alla scadenza. Segue Cagliari, con il 32,4%. Entrando nel dettaglio, il 54,9% delle imprese del Cagliaritano ha pagato entro un mese oltre i termini pattuiti, il 6,2% tra i 30 e i 60 giorni di ritardo. Il 3,6% delle aziende ha invece saldato i propri debiti tra i 60 e i 90 giorni, il 2,1% tra i 90 e i 120 giorni, e, infine, lo 0,9% oltre il limite dei 120 giorni. A conquistare il primo della classifica regionale è la provincia del Medio Campidano (38,8%), seguita dall'Ogliastra (37,9%), da Nuoro (36,6%) e Oristano (36,4%). Sassari e Olbia-Tempio, invece, si fermano rispettivamente al 34,5% e al 33,6%.
DIMENSIONE Lo studio ha analizzato anche le abitudini di pagamento e ha evidenziato come siano le aziende di dimensione più piccola a rispettare maggiormente le scadenze di pagamento. Il 35,8% delle micro aziende riesce infatti a a saldare entro i termini pattuiti, contro il 15,5% delle grandi imprese e il 3,8% di quelle di media dimensione.
COMPARTI «A livello settoriale, su tutto il territorio nazionale», spiega anche l'amministratore delegato di Cribis D&b, Marco Preti, «troviamo comparti merceologici come l'agricoltura o i servizi finanziari con pagamenti nei termini in oltre il 52,5% dei casi». A livello regionale, invece, il comparto che mostra la migliore performance è quello dei servizi finanziari (51,2%) mentre l'edilizia (23,4%) e l'industria (25,7%) hanno la situazione più critica.
REAZIONI Ai dati replica l'Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari che sottolinea «di aver pagato le fatture sino al 31 dicembre 2011 mentre sono stati avviati i pagamenti di gennaio e febbraio 2012», scrive in una nota il direttore amministrativo, Piero Tamponi. «Grazie a una reimpostazione dei criteri di pagamento e a uno sforzo collaborativo dei vari servizi si è raggiunto l'obiettivo di riallineare i pagamento secondo criteri di maggiore certezza».

LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Crolla il mercato immobiliare: resistono solo le case vacanza
12.07.2012
OLBIA Immobile come il mercato degli immobili. Il mattone si sgonfia in città, si sbriciola in un mercato sempre più dominato dalla grande depressione. I risparmiatori cercano rifugio dal bene rifugio e per chi le case le deve vendere diventa sempre più una missione impossibile. Il mercato è in stallo da qualche anno e i prezzi degli immobili sono in caduta libera. Ma non tutti soffrono. I ricchi non piangono e il settore lusso, ma anche quello medio alto, non conoscono crisi. Le case di pregio mantengono intatto il loro valore. A vivere una profonda crisi è il mercato dei bilocali e dei trilocali. Le case che costano da 120 a 150mila euro, destinate alla classe media. Impossibile per loro acquistare un immobile. Le banche non concedono più prestiti, i risparmi sono stati divorati dalle manovre feroci del governo, e il potere di acquisto è evaporato sotto il peso di decreti carichi di tasse. L’offerta si è moltiplicata, la domanda è scomparsa. Secondo molti in città ci sono più di 3mila appartamenti invenduti. E mentre le gru continuano a punteggiare lo skyline di Olbia i palazzi uno dopo l’altro vengono completati, ma restano edifici fantasma. Senza vita. «In questo momento c'è una situazione cristallizzata – spiega Paolo Costi della Coldwell banker immobiliare –. Non c’è liquidità per comprare. La maggior parte della popolazione ha meno di 40 anni, molti non hanno un lavoro stabile, e tanti sono in cassa integrazione. Impossibile per loro ottenere un mutuo dalle banche o rivolgersi a genitori già spogliati dalla crisi. E in città il grosso del mercato è rivolto proprio a questo tipo di cliente che spende tra i 130 e i 150 mila euro. Il paradosso è che gli immobili di pregio non vivono la crisi, mantengono la valutazione e hanno ancora mercato. Anche se gli stranieri iniziano a guardare con interesse altri mercati. La Coldwell è una multinazionale con filiali in 50 paesi. Questo dà a noi la possibilità di avere un respiro internazionale. Ma le leggi italiane e l’incertezza economica spingono spesso gli stranieri verso altre mete». La quotazione del mattone in città è in picchiata anche in zone di pregio. «A Pittulongu da 4mila euro al metro quadro siamo scesi a 2800 – continua Costi –. Anche Porto Rotondo è in calo. In generale il crollo di tutto il mercato in città è del 20 per cento. Portiamo avanti anche formule innovative come il rent to buy. Si dà un anticipo, si paga un canone per tre anni e una parte viene utilizzata per scalare il debito residuo. Alla fine si può scegliere se acquistare o andare via. Un’opzione che consente al costruttore di mettere a reddito l’immobile e all’inquilino di abbassare il prezzo di acquisto della sua casa». A soffrire non è solo il mercato della prima casa. «L’unico mercato che cresce sono gli affitti – spiegano dall’agenzia della Gabetti –. Impossibile per molti acquistare una casa per questo crescono le locazioni. Ora è difficile trovare un bilocale in affitto, ma ci sono centinaia di bilocali in vendita. Con i prezzi in caduta libera. Per paradosso gli attici dai 300 mila euro in su o gli immobili di pregio vengono venduti con maggiore semplicità. Anche località di pregio come Porto Rotondo conoscono un periodo di crisi, un appartamento che fino a un anno fa si piazzava a 235mila euro oggi lo si vende al massimo a 180mila. E nessuno con questo clima ha più il coraggio di investire per creare nuovi immobili». Ma ci sono anche segnali positivi se si guarda al mercato turistico. «In città è un disastro, sulle case vacanza si muove qualcosa – spiega Lucia Degortes, dell’Ìmmobiliare Commerciale –. Più si sale di livello più la situazione migliora. A Porto Cervo e Porto Rotondo il mercato tiene, in particolare per gli immobili oltre i 400mila euro. Ma il calo si percepisce sulla fascia media. Non è semplice ora trovare clienti disposti a mettere in gioco i propri capitali. Per i clienti con immobili tra i 200 e i 400 mila la situazione diventa più complicata. Ma non dobbiamo essere troppo pessimisti, sono convinta che ci siano segnali di ripresa».

Napoli non è una «scarrafonera»
De Magistris: «Non c'è emergenza blatte»
Il sindaco: «Il problema si sta ingigantendo ad arte
Azioni civili nei confronti di chi sta danneggiando l'immagine della città. C'è una regia politica»
NAPOLI - La Napoli di de Magistris non è quella di Di Giacomo. I quartieri non sono più quelli del «funnaco verde», la città non è «na scarrafonera». Con la crisi, un altro danno d'immagine dopo i rifiuti è frutto di puro autolesionismo. Il problema c'è? Certo, come ogni estate. Ma parlare di emergenza non si può.
Il sindaco l'ha detto chiaro e tondo a margine della firma del protocollo sul turismo con il presidente della Camera di Commercio, Maurizio Maddaloni: «Non c'è alcuna emergenza blatte, il problema si sta ingigantendo ad arte». E ha aggiunto: «C'è una regia politica, è evidente che il riscatto di Napoli dà fastidio a qualcuno. Al Nord non è vista di buon occhio la crescita nel Mezzogiorno di una classe dirigente pulita».
L'ATTACCO ALLA STAMPA FRANCESE - «Sono indignato per quanto si legge anche in queste ore s» ha detto e ha anche riferito, di aver dato mandato ai legali dell'amministrazione di «iniziare azioni civili nei confronti di tutti coloro che - ha spiegato - stanno danneggiando l'immagine della nostra città. A cominciare da alcuni articoli apparsi sulla stampa francese».
IN ALTRE CITTA' I NEGOZI CHIUDONO PER BLATTE - «Ho girato il mondo, l'Europa e l'Italia - ha detto il sindaco - e ho visto di tutto, topi, blatte, scarafaggi e so che in alcune città importanti del nostro Paese alcuni negozi stanno chiudendo per le blatte, mentre a Napoli la situazione igienico-sanitaria è completamente sotto controllo». E ha concluso: «Il Comune ha fatto interventi importanti, tenuto conto anche dei tagli alle Asl effettuati dalla Regione».
Nat. Fe.

Concertazione: Rivolta (Confcommercio), parti sociali garantiscono coesione
12 Luglio 2012 - 15:15
(ASCA) - Roma, 12 lug - ''Monti ha esagerato''. Questo il giudizio del direttore generale di Confcommercio, Francesco Rivolta, interpellato sulle dichiarazioni del presidente del Consiglio secondo cui la concertazione e' causa dei nostri mali. Rivolta ha infatti spiegato che ''le parti sociali hanno garantito la coesione sociale indispensabile per affrontare questo momento di crisi. Senza le parti sociali - ha avvertito il d.g. - Monti potrebbe trovare difficolta' nel suo percorso''. Alla domanda su che voto darebbe all'attuale governo, Rivolta ha risposto: ''Non diamo voti a nessuno, verificheremo gli effetti della terapia Monti. Per ora registriamo un aumento di tasse senza un radicale taglio della spesa pubblica. I consumi sono in calo, la domanda e' ferma, per il momento aumentano solo tasse e disoccupazione'', ha concluso. fch/sam/rl

Crisi: Passera, uso distorto concertazione ha creato problemi
ultimo aggiornamento: 12 luglio, ore 14:11
Roma, 12 lug. (Adnkronos) - "Siamo tutti d'accordo che un uso distorto della concertazione, in passato, ha portato a decisioni molto negative per il nostro Paese". Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, a margine del Forum del Comitato Leonardo. "Questo non vuol dire - ha continuato - che un dialogo tra parti responsabili dove poi alla fine c'e' chi ha la responsabilita' di decidere, di portare avanti le cose, non sia un metodo giusto. Il tema e' l'uso distorto della concertazione che ha creato problemi".


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