martedì 16 novembre 2010

S'aggarva l'emergenza - Iervolino e Caldoro, lite tra i rifiuti


La sindaca: «Che aspetta, un’epidemia?»
Il governatore: «Se c’è rischio interverrò»
di Angelo Agrippa - 16 novembre 2010
NAPOLI — Una situazione «esplosiva» l’ha definita l'assessore di Napoli all’igiene urbana, Paolo Giacomelli. E non solo sotto il profilo della intollerabile montagna di rifiuti che sommerge la città. Persino l’interlocuzione istituzionale rischia il definitivo corto circuito, benché sia l’ora dei tavoli di confronto che non riescono ad andare oltre la richiesta di deroga al patto di stabilità, e l’attesa del decreto sui rifiuti che il governo dovrà varare oggi.

Il presidente della Provincia di centrodestra di Napoli, Luigi Cesaro, ha annunciato un ricorso al Tar contro l’ordinanza varata dal sindaco di Terzigno, Domenico Auricchio, anche lui del Pdl, con la quale è stata decretata la chiusura della discarica di cava Sari, dopo il risultato delle analisi sulla falda acquifera del sito vesuviano. Un provvedimento che sia Cesaro che il governatore campano, Stefano Caldoro, non hanno esitato a definire inopportuno e immotivato. Mentre la sindaca di Napoli, Rosa Russo Iervolino, è tornata a scuotere il presidente della Regione invitandolo a emanare un nuovo provvedimento di deroga alla legge per concedere alla città di Napoli di poter sversare nelle discariche delle altre province campane. «Non capisco perché il presidente Caldoro non sia ancora ricorso ai suoi poteri per consentire lo smaltimento dei rifiuti in altre province.

Purtroppo si parla solo di Napoli, ma l’emergenza più grave - ha sottolineato la sindaca — è proprio nei comuni della provincia e non capisco cosa aspetti Caldoro ad utilizzare i suoi poteri: non vorrei — ha poi proseguito, facendo riferimento all'inchiesta sull'emergenza rifiuti del 2008 che la vede coinvolta assieme all'ex governatore Antonio Bassolino con l'accusa di epidemia colposa — che qualche magistrato possa pensare di accusarlo proprio di non aver assunto tale provvedimento». Caldoro ha risposto a distanza: «La legge— ha spiegato— prevede che si possa intervenire soltanto in presenza di alcune condizioni particolari di reale rischio accertato: sia sul versante dell’ordine pubblico, sia in ordine ai problemi sanitari. Quindi, se si affacceranno queste condizioni di particolare rischio non esiterò un minuto di più per intervenire». La Iervolino ha controreplicato a muso duro: «Quali sono - si è chiesta -le autorità competenti che devono verificare lo stato delle cose? Se per caso tra queste c’è il sindaco eletto dai cittadini il presidente sappia che per esso le condizioni per un intervento diretto della Regione ci sono non da oggi ma da alcuni giorni. Non è mia abitudine polemizzare con le istituzioni. Ciò premesso non posso non dire che la dichiarazione del presidente Caldoro mi sembra inverosimile e mi stupisce profondamente.

Cosa vogliamo aspettare di più? Certamente non vi sono ancora state rivolte popolari o morti per epidemia - ha dichiarato - anche se oggi via Marina e nei giorni scorsi via Mezzocannone e via Porta di Massa in segno di protesta sono state invase da tonnellate di rifiuti. La situazione della città è gravissima e l'emergenza sanitaria credo debba essere prevenuta e non attesa». L’assessore all’igiene Giacomelli è ancora più disperato: «Dal vertice dello scorso venerdì in prefettura - ha affermato - sono trascorse 72 ore, ma non è stato ancora trovato un rimedio. Ogni ora ci sono 50 tonnellate di rifiuti in più per strada e la situazione si è molto aggravata. In ventiquattro ore passeremo da 2200 a circa 3.000 tonnellate di spazzatura nelle strade di Napoli».

L'assessore ha ribadito che, al momento, l'unico sito dove poter depositare la spazzatura resta Chiaiano: «Giugliano ha chiuso e a Caivano la città di Napoli non può conferire. Siamo riusciti a svuotare soltanto quattro camion nel sito di Tufino per un totale di 60 tonnellate, le quali sommate alle 600 di Chiaiano non arrivano a 700 tonnellate quotidiane. Sulle strade della provincia di Napoli ci sono altre 400 tonnellate di spazzatura. Abbiamo115 mezzi per la raccolta già sovraccarichi di 1400 tonnellate di rifiuti non conferite. In più con il decreto legge che andrà in Consiglio dei ministri verranno cancellate tre discariche». Anche l’ipotesi di invio spazzatura all’estero appare difficile. Ieri si parlava della Spagna ma occorrono autorizzazioni che porterebbero via un mese intero. Fino a marzo prossimo invece partiranno per l’Emilia Romagna circa 400 tonnellate di rifiuti al giorno. Una goccia nel mare.
Fonte:
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2010/16-novembre-2010/iervolino-caldoro-lite-rifiuti--1804179151125.shtml


Napoli, il Comune acquista piazza Garibaldi
di Luigi Roano
NAPOLI (16 novembre) - Il Comune acquista piazza Garibaldi per 6,6 milioni di euro. Lo annunciano il sindaco Rosa Russo Iervolino e il suo vice Tino Santangelo. Palazzo San Giacomo ha atteso 80 anni per riprendersi un pezzo della città «che è uno dei cuori di Napoli» sottolinea la Iervolino. Il passaggio di consegne dalle Fs è avvenuto ieri con tanto di firma in sala giunta.
L’acquisto è stato possibile con fondi Cipe, già nel bilancio del Comune e previsti nel progetto di riqualificazione della piazza in seguito alla realizzazione della nuova metropolitana. Piazza Garibaldi è uno dei siti più grandi del Paese, 50mila metri quadrati, di cui 35mila da riempire di funzioni. Come prevede il progetto di Dominique Perrault ormai vecchio di un lustro e che doveva essere cosa concreta nel 2008.
«L’acquisto della piazza è un dovere dell’amministrazione - spiega il sindaco - ci consentirà di creare un consorzio con la Metropolitana, le Fs e i commercianti, per la manutenzione e sicurezza della piazza stessa». Insomma saranno i napoletani, la società civile, i commercianti con l’ausilio delle forze dell’ordine a governare e custodire un sito da sempre sinonimo di caos. «L’obiettivo - spiega Santangelo - è di riqualificare l’area attraverso la valorizzazione di un nevralgico nodo d’interscambio che costituisce anche una delle porte principali della città». Il progetto di riammodernamento e riqualificazione affidato all’architetto francese parte dalla statua di Garibaldi e divide la piazza in due grandi aree: nella prima si trova uno spazio aperto destinato a giardini, la piazza della Stazione Centrale, gli accessi al parcheggio Fs e alle linee metropolitane 1 e 2; il secondo spazio coperto, consente il traffico pedonale degli utenti provenienti o diretti alle diverse destinazioni servite dalle Ferrovie dello Stato, dalla Metropolitana e dalla Circumvesuviana. Il tutto dovrebbe terminare nel 2012.
Il condizionale è d’obbligo. Perché se la novità è l’acquisto della piazza e la volontà di costituire un consorzio di persone di buona volontà per tutelare il sito, è anche vero che la piazza al momento è un cantiere aperto che viaggia con 4 anni di ritardo. Siamo ad aprile del 2004, Perrault è in sala giunta al suo fianco ci sono la Iervolino e l’allora vicesindaco Rocco Papa. Il famoso e bravo architetto francese dalla sua matita tira fuori la trasformazione di uno spazio informe in appunto due piazze. Spesa prevista 42 milioni di euro, consegna della piazza anno 2008.
Un progetto bellissimo che se mai verrà concretizzato darà di Napoli, ai viaggiatori che sbarcheranno via treno - se ne prevedono 500mila al giorno - una immagine di città finalmente europea. Il progetto prevede un tunnel sotterraneo con il quale linea 1 e stazione centrale si collegheranno, sulla stregua di quanto Alvaro Siza sta progettando per la stazione del metrò di piazza Municipio che sarà collegata alla stazione marittima pronta anch’essa entro due anni. Galleria pedonale sotterranea che come quella di Siza prevede aperture sul lato superiore perché vi entri la luce del sole. Tunnel dentro il quale troveranno posto soprattutto le attività commerciali. «Bisogna organizzare quello che adesso è caos, mettere in connessione questo enorme spazio con il tessuto vivo di Napoli» le parole dell’architetto sei anni fa.
Trasformare lo spazio informe in più agorà presuppone un vero e proprio fronte, cioè installare al centro della piazza almeno due edifici a mo’ di delimitazione del territorio. Edifici da destinare a usi pubblici, ma anche privati, potrebbero essere uffici, alberghi o case oltre che gallerie commerciali. Una frontiera che segna lo spazio per almeno due piazze. Quella che alla stazione centrale va verso appunti gli edifici. E quella che dagli edifici va oltre la statua di Garibaldi.
Fonte:
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=126917&sez=NAPOLI
 

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