domenica 14 novembre 2010

Salvare Pompei? Missione impossibile


L'opinione del Telegraph
Londra, 14-11-2010
L'Italia non ce la farà mai, perché l'impresa è impossibile per qualunque Stato. Conservare Pompei costa troppo, l'unica soluzione è una gestione internazionale.
Il Daily Telegraph, in un editoriale firmato da Mary Beard sul disastro del crollo della Domus dei gladiatori, una settimnan fa, arriva ad una conlcusione sorprendente: "Perché è crollata la Domus? - scrive il giornale - E' troppo facile accusare la negligenza delle autorità italiane". Certo, spiega Beard, ""soldi e organizzazione sono un fattore. Le rovine sono sempre disastrosamente costose. Abbandonate a se stesse, crolleranno sempre inevitabilmente. Costa enormi quantità di danere semplicemente tenere questa città, con le sue case vecchie di 2.000 anni, libere da erbacce pronte a prendere il sopravvento. Per non parlare di quel che costa proteggere queste strutture contro il sole e le tempeste, le pressioni dell'acqua e i tremori della terra, o fornire strutture scientifiche per aiutare i ricercatori a comprendere i resti ritrovati, o, ancora, allestire servizi di base per i turisti".
Ebbene, concede la commentatrice, "chiunque abbia fatto lavoro archeologico a Pompei, confermerà quanto siano d'aiuto le autorita' italiane sul posto, e quanto vadano oltre i propri doveri, sia pure nel modo tipico del Sud Italia, per fornire le strutture di cui c'è bisogno. Il loro problema sono i soldi, e un'adeguata cura di Pompei è semplicemente al di la' di quanto la maggior parte dei paesi possa permettersi, recessione o non recessione".
E i privati? Dimenticateveli, scrive ancora il Telegraph: "Se la preservazione di Pompei è troppo per una nazione - commenta - è certamente troppo per una singola impresa privata". Dunque, conclude Mary Beard, "l'unica possibile sopluzione a lungo termine per i piu' importanti siti patrimonio dell'umanita' come questo, come Stonehenge, o Machu Picchu, dev'essere una sorta di amministrazione internazionale. Se il mondo vuole che Pompei sopravvive nel prossimo secolo, allora il mondo deve pagare, piuttosto che lasciare tutto al paese moderno in cui si ritrova oggi".

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