mercoledì 8 dicembre 2010

Banca d'Italia: la padania e' al 50% pignorabile.

8 dicembre 2010
La Repubblica:
Mutui, l'allarme di Bankitalia. "Il 5% non riesce a pagare"
Secondo lo studio uno studio di via Nazionale, il 13,1% delle famiglie decide di indebitarsi con le banche ma molti non riescono a rimborsare le quote secondo la scadenza: è "il valore più alto insieme alla Spagna tra i 7 Paesi analizzati in Europa"
ROMA - Le famiglie italiane sono tradizionalmente "formiche" e spaventate dal debito, tuttavia quelle che decidono di fare un mutuo (il 13,1% sul totale) circa una volta su venti non lo rimborsano secondo la scadenza. Quasi il 5% delle famiglie sottoscrittrici di un mutuo, infatti, si sono rilevate insolventi. E' questo "il valore più alto, insieme a quello della Spagna, tra i sette Paesi europei analizzati" (tra cui Gran Bretagna, Francia, Finlandia, Olanda e Irlanda). Il tasso degli 'insolventi' rispetto al totale della popolazione (0,6%) è invece sostanzialmente in linea con quello degli altri Paesi.
E' quanto emerge da uno studio su "L'incremento dell'uso di politiche di prezzo basate sul rischio per i mutui in Italia" condotto da Silvia Magri e Raffaella Pico della Banca d'Italia, utilizzando i dati dell'indagine Eu-Silc (Community Statistics on Income and Living Conditions) raccolti da Eurostat nel 2007, l'anno di avvio della crisi finanziaria che non è ancora terminata.
La percentuale dei proprietari di casa insolventi diminuisce tra quelli ad alto reddito, mentre aumenta tra i più poveri e, in Irlanda, Italia e Spagna, sale in questo caso al 10%. Le insolvenze sono inoltre più frequenti tra i disoccupati, tra i single e gli impiegati con contratto a termine.
"I risultati mettono in luce che in Italia - si legge nella ricerca - vi è un legame tra il tasso di interesse sul 
mutuo e lo specifico rischio di credito del cliente. Per i mutui concessi  dal 2000 al 2007, il differenziale di tasso di interesse fra le classi di famiglie più e meno rischiose è pari a 43 punti base. Inoltre, il ricorso a strategie di prezzo basate sul rischio specifico del debitore sembra essere cresciuto nel tempo".
Insomma, le banche si sono fatte più prudenti, proteggendosi dal  rischio insolvenza, non solo selezionando le domande, ma anche attraverso rincari. Il lavoro quantifica anche il premio per il rischio richiesto dalle aziende di credito nel concedere mutui. "Per quelli concessi dal 2000 al 2007 a un incremento della probabilità di insolvenza del mutuatario pari a 1 punto percentuale è associato un aumento del tasso di interesse di 21 punti base", si spiega.

ITALPRESS: CRISI: BANKITALIA, QUASI 5% FAMIGLIE ITALIANE NON ARRIVA A PAGARE MUTUO
PALERMO (ITALPRESS) – Quasi il 5% delle famiglie italiane sottoscrittrici di un mutuo e’ insolvente. E’ quanto emerge da “L’incremento dell’uso di politiche di prezzo basate sul rischio per i mutui in Italia”, uno studio di Silvia Magri e Raffaella Pico, della Banca d’Italia. Il valore italiano e’ “il piu’ alto, insieme a quello della Spagna, tra i sette Paesi europei analizzati” (Gran Bretagna, Francia, Finlandia, Olanda e Irlanda). Dallo studio si evince inoltre che le famiglie italiane sono poco propense a indebitarsi (il 13,1% ha un mutuo) e che nel nostro Paese “vi e’ un legame tra il tasso di interesse sul mutuo e lo specifico rischio di credito del cliente”. In particolare, “per i mutui concessi dal 2000 al 2007, il differenziale del tasso di interesse fra le classi di famiglie piu’ e meno rischiose e’ pari a 43 punti base”.
Secondo la ricerca, inoltre, nel tempo le banche hanno aumentato il costo del finanziamento per le famiglie a piu’ alto rischio di insolvenza: “il ricorso a strategie di prezzo basate sul rischio specifico del debitore sembra essere cresciuto nel tempo”. La ricerca di Bankitalia si basa su dati dell’indagine Eu-Silc (Community Statistics on Income and Living Conditions) raccolti da Eurostat nel 2007.
(ITALPRESS).

Televideo: Bankitalia:,5% famiglie non paga mutui
08/12/2010 13:49
13.49 A causa della crisi una famiglia su 20 non riesce a pagare il mutuo. Lo rileva uno studio della Banca d'Italia che ha utilizzato i dati dell'indagine Eu-Silc (Community statistic on income and living conditions), raccolti da Eurostat 2007. Il 5% delle famiglie sottoscrittrici di un mutuo, infatti, si sono rilevate insolventi. Questo "è il valore più alto, insieme a quello della Spagna, tra i sette Paesi europei analizzati (Olanda. Francia, Gb, Finlandia e Irlanda).

ANSA: Mutuo, è ancora incubo il 5% non riesce a pagarlo
Italia e Spagna con dato più alto tra 7 paesi Ue
Le famiglie italiane sono tradizionalmente "formiche" e spaventate dal debito, tuttavia quelle che decidono di fare un mutuo (il 13,1% sul totale) circa una volta su venti non lo rimborsano secondo la scadenza. Quasi il 5% delle famiglie sottoscrittrici di un mutuo, infatti, si sono rilevate insolventi. E' questo "il valore più alto, insieme a quello della Spagna, tra i sette Paesi europei analizzati" (tra cui Gran Bretagna, Francia, Finlandia, Olanda e Irlanda).
E' quanto emerge da uno studio su "L'incremento dell'uso di politiche di prezzo basate sul rischio per i mutui in Italia" condotto da Silvia Magri e Raffaella Pico della Banca d'Italia, utilizzando i dati dell'indagine Eu-Silc (Community Statistics on Income and Living Conditions) raccolti da Eurostat nel 2007, l'anno di avvio della crisi finanziaria che non è ancora terminata.
"I risultati mettono in luce che in Italia - si legge nella ricerca - vi è un legame tra il tasso di interesse sul mutuo e lo specifico rischio di credito del cliente. Per i mutui concessi dal 2000 al 2007, il differenziale di tasso di interesse fra le classi di famiglie più e meno rischiose è pari a 43 punti base. Inoltre, il ricorso a strategie di prezzo basate sul rischio specifico del debitore sembra essere cresciuto nel tempo". Insomma, le banche si sono fatte più prudenti, proteggendosi dal rischio insolvenza, non solo selezionando le domande, ma anche attraverso rincari. Il lavoro quantifica anche il premio per il rischio richiesto dalle aziende di credito nel concedere mutui. "Per quelli concessi dal 2000 al 2007 a un incremento della probabilità di insolvenza del mutuatario pari a 1 punto percentuale è associato un aumento del tasso di interesse di 21 punti base", si spiega.
asterisco.
Bene, l'elenco dei dispacci allarmati ed allarmistici potrebbe continuare, coinvolgendo le testate di una marea di babbei scrivacchiotti.
Lo studio n. 778 - L’incremento dell’uso di politiche di prezzo basate sul rischio per i mutui in Italia (The rise of risk-based pricing of mortgage interest rate in Italy) di Silvia Magri e Raffaella Pico, e' stato completato in ottobre 2010, per Banca d'Italia.
E' in inglese, con una presentazione in italiano.
La detta presentazione conclude cosi':
I risultati mettono in luce che in Italia vi
è un legame tra il tasso di interesse sul mutuo e
lo specifico rischio di credito del cliente. Per i
mutui concessi dal 2000 al 2007, il differenziale
di tasso di interesse fra le classi di famiglie
più e meno rischiose è pari a 43 punti base. Inoltre,
il ricorso a strategie di prezzo basate sul
rischio specifico del debitore sembra essere
cresciuto nel tempo, coerentemente con la
maggiore diffusione e precisione delle metodologie
di credit scoring e analogamente a
quanto accaduto negli Stati Uniti.
Il lavoro, infine, quantifica il premio per
il rischio richiesto dalle aziende di credito nel
concedere mutui. Per quelli concessi dal 2000
al 2007 a un incremento della probabilità di insolvenza
del mutuatario pari a 1 punto percentuale
è associato un aumento del tasso di interesse
di 21 punti base. L’ordine di grandezza
di questo premio al rischio è inferiore a quello
stimato da Edelberg (2006) negli Stati Uniti
per mutui concessi alla fine degli anni ’90, pari
a circa 38 punti base.
E fin qui cosa c'e' da sbraitare tanto? Lo si sapeva che i crediti bancari per mutui – prima o poi – sarebbero arrivati al collo di bottiglia. Il processo di ristrutturazione del sistema italiano prevede l'espulsione dai quadri impiegatizi di un esercito di stipendiati a favore delle politiche di outsorcing. Politica che innesca una serie di fallimenti anche tra le piccole imprese commerciali ed artigiane. Se le banche hanno troppe sofferenze vuol dire che non hanno capito una mazza, come quelle irlandesi.
Il discorso serio, invece, e' quello di andare a vedere queste sofferenze, anche per curiosita', chi e' veramente in braghe di tela?
Vediamo l'ammontare delle sofferenze del sistema bancario italiano per tipologia di clientela ed area geografica.

Statistiche creditizie provinciali - aggiornamento a settembre 2010

totale clientela                             %
ITALIA € 72.906.051.356             100,0
nord € 37.483.976.459                51,4
centro € 17.320.140.746             23,8
mezzogiorno € 18.101.934.151   24,8

di cui famiglie                                 %
ITALIA € 16.765.545.820             100,0
nord € 8.302.226.886                    49,5
centro € 3.614.113.158                21,6
mezzogiorno € 4.849.205.776     28,9

di cui imprese                                 %
ITALIA € 55.409.274.710             100,0
nord € 28.938.336.945                52,2
centro € 13.505.112.149             24,4
mezzogiorno € 12.965.825.616   23,4

Adesso si, adesso dovrebbero tutti sbraitare allarmati gli scribacchiotti. E' lampante il dato. La padania e' al 50% pignorabile!

fonti:


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