mercoledì 8 dicembre 2010

L’emergenza di Napoli si trasferisce nei conti


8 dicembre 2010 - (di Vera Viola da il Sole24Ore)
Ammontano a 260 milioni i crediti accumulati dalle strutture commissariali e del sottosegretario Bertolaso che hanno gestito lo smaltimento dei rifiuti in Campania nel lungo quindicennio dell’emergenza che si è protratto da febbraio ’94 a dicembre 2009. Per quanto riguarda i debiti – finora valutati in 2 miliardi comprendendo anche il contenzioso – si è resa necessaria un’indagine aggiuntiva: a questo scopo è stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale un bando con il quale si invitano coloro che vantano crediti, maturati nel corso dell’emergenza rifiuti, a farsi avanti entro sessanta giorni dalla pubblicazione producendo anche la documentazione necessaria.
Entra nel vivo, quindi, l’attività che svolge a Napoli l’Unità stralcio della Protezione civile. La struttura, guidata da Luciano Cannerozzi de Grazia, ex dirigente della Presidenza del consiglio e giurista, è nata il primo gennaio 2010 permettere ordine nei conti dell’emergenza facendo confluire in un’unica contabilità i maestosi e numerosi archivi di ciascun commissario. Una gran mole di carte che – dicono i tecnici dell’unità di via Medina – messe in fila formerebbe un sentiero lungo circa un chilometro. Testimonianza della storia finanziaria di un disastro che perdura in questi giorni: sebbene sulla carta sia ormai da quasi un anno avviata la gestione ordinaria infatti, di realmente ordinario, a Napoli e provincia non c’è quasi niente. Intanto, quelle relative al quindicennio ’94-2009 si sono rivelate indagini niente affatto semplici, nonostante il decreto 195 del 30 dicembre 2009 avesse cristallizzato la situazione finanziaria al primo gennaio 2010 e fino al 31 gennaio 2011 (norma scomparsa nella legge di conversione ma di fatto applicata) bloccando azioni giudiziarie ed arbitrali nei confronti dell’Unità stralcio e sospendendo quelle pendenti. Ieri è arrivato il bando il cui testo, visto, rivisto e limato era atteso da tempo. Con esso – secondo una procedura simile in parte a quella adottata per i fallimenti – si invitano i creditori a farsi avanti. Si presume che ve ne siano molti senza dubbio ci sono i consorzi di raccolta di rifiuti, le società che gestiscono gli impianti, numerose pmi locali, le Ferrovie (con circa 60 milioni di crediti) per il trasporto dei rifiuti anche fuori dalla regione e dall’Italia. Le domande saranno esaminate da una commissione tecnica ad hoc (costituita da consulenti, precisa Cannerozzi) che esaminerà la regolarità delle richieste e stilerà una graduatoria. «Abbiamo già pagato una parte del debito per far fronte all’emergenza che continua. A ricognizione ultimata saranno pagati dapprima i creditori privilegiati – spiega il capo dell’unità -. Tutte le posizioni certificate saranno onorate mano a mano che saranno disponibili i fondi». E qui viene il nodo. Nelle casse dell’unità stralcio «rimangono pochi milioni – ammette Cannerozzi – ma stiamo lavorando per liberare liquidità». I crediti (26o milioni) sono per la quasi totalità maturati nei confronti dei comuni. Questi, durante la lunga emergenza avrebbero dovuto devolvere ai commissariati il gettito della tarsu ma non lo hanno fatto. Il Ministero dell’Interno nel 2008 ha avviato il recupero forzoso di 199 milioni circa riducendo i trasferimenti ai comuni morosi di 100 milioni e lasciandone da incassare in dieci anni altri 99. Ma tra il 2008 e il 2009 la massa dei crediti della Unità stralcio è risalita a quota 260. L’unità partenopea ha riavviato un’opera di recupero incassando 20 milioni e chiudendo accordi di dilazionamento con 182 comuni su 551. «Intanto – spiega il direttore Cannerozzi – abbiamo chiesto al governo, per essere in grado di onorare i nostri debiti, di anticipare i 260 milioni che dovremmo incassare dagli enti locali e rivalersi su questi. Finora questa manovra è stata impedita dai vincoli imposti dal patto di stabilità. Speriamo nel prossimo anno». Ma, per completare l’opera l’unità ha ancora due mesi: allo scadere del 31 gennaio 2011 dovrà lasciare Napoli. A meno di una proroga di sei mesi che sembra ormai certa. Necessaria, in verità, ma che conferma che l’emergenza è davvero infinita.
Fonte:
http://www.napolionline.org/new/lemergenza-di-napoli-si-trasferisce-nei-conti


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