martedì 14 dicembre 2010

L'economia italiana verso una ricaduta

L’Ocse: Paesi avanzati in ripresa moderata, ma l’Ue a due velocita’ STEFANO LEPRI - ROMA 
All'Italia predice ora un downtum, ossia una ricaduta, l'indice anticipatore mensile con cui l'Ocse cerca di capire l'andamento futuro dell'economia; mentre per l'insieme dell'area euro, come per Francia e Germania, vede «uno stabile passo di espansione».


Quando al contrario nei numeri di quell'indice l'Italia sembrava riprendersi dalla crisi meglio degli altri, le fonti governative erano leste a sottolinearlo; ma si tratta di un calcolo assai aleatorio, cosicché potrebbe sbagliare ora come prima. Piu’ sicuro e’ che l'Europa continuera’ a muoversi per un certo tempo a due velocita’, piu’ rapidi nella ripresa i Paesi forti attorno alla Germania, piu’ lenti quelli deboli, come la stessa Ocse afferma nel piu’ meditato rapporto sull'area euro, pure pubblicato ieri. In vista del vertice di questa settimana tra i Capi di Stato e di governo dell'Europa, l'Ocse organizzazione dei Paesi industriali avanzati, ora giunta a 34 membri - si schiera a fianco della Banca centrale europea nel chiedere una riforma severa del Patto di stabilita’. Le sanzioni verso i Paesi dell'euro che violano le regole dovrebbero essere «quasi automatiche» ed essere applicate gia’ all'inizio si legge nel documento. Inoltre occorrerebbe una «adeguata definizione operativa per le riduzioni del debito pubblico che saranno richieste»: ossia proprio la clausola che il governo italiano si battera’ per attenuare al massimo. Piercarlo Padoan, l'italiano che dell'Ocse e’ sia vice-segretario generale sia capo-economista, apprezza come «una buona idea» quella di emettere titoli pubblici comuni dell'area euro, lanciata da Giulio Tremonti e dal presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker, respinta da Germania e Francia; ma il testo da lui presentato ieri non ne fa menzione. Piuttosto, l'Ocse invita a una forte responsabilizzazione delle politiche di bilancio nazionali, tale da rendere piu’ difficili le trasgressioni. Ogni Paese dell'euro dovrebbe dotarsi di una autorita’ indipendente dai governi che controlli i bilanci pubblici, sconsiglia se necessario certe misure troppo costose, segnali per tempo gli andamenti non conformi ai programmi concordati. L'Olanda e il Belgio sembrano i Paesi che piu’ hanno sperimentato organismi di questo genere, mentre l'Italia ha sciolto l'Isae, l'istituto pubblico di ricerca che almeno faceva previsioni sui conti pubblici indipendentemente dal Tesoro. L'urgenza e’ ovviamente maggiore nei Paesi con conti pubblici a rischio, in particolare in Grecia dove i dati ufficiali erano stati falsificati. Il primo compito sarebbe quello di «eliminare le forzature politiche dalle previsioni economiche» in modo anche da armonizzarle tra i diversi Paesi dell’area. Un suggeriment malizioso e’ quello di far calcolare a questi organi indipendenti anche il costo vero delle promesse elettorali dei partiti. Un altro consiglio e’ di stabilire con leggi «regole a medio termine» per contenere la dinamica delle spese, con tetti (come ha gia’ fatto la Germania) o scadenzari. Risanare i bilanci pubblici e’ per l'Ocse una assoluta urgenza nell'area euro, pur se rallentera’ la ripresa. Non devono farlo solo i paesi deboli, allo scopo di frenare il rialzo dei tassi di interesse che i mercati chiedono per finanziarli; tutti nell'area devono impegnarsi, per due buoni motivi, ovvero ricostituire margini di manovra per fare fronte a future crisi, e prepararsi ai costi dell'invecchiamento della popolazione. Nell'insieme dell'area euro «una modesta ripresa economica prosegue, pur con qualche rischio»; ma i Paesi, deboli vanno incontro a «un difficile e prolungato processo di aggiustamento».
Fonte: http://tweb.interno.it/twebmi/index2.php


Nessun commento: