martedì 7 dicembre 2010

L'UNIONE SARDA - Trasporti e infrastrutture: Fondi Fs, ripartire dai traghetti


L'Isola non rientra fra le reti interregionali: da qui, secondo la Regione, l'esclusione dai fondi Fs. «Riaprire il traghettamento marittimo con la penisola».


È questa l'unica soluzione che farebbe rientrare la Sardegna, secondo l'assessore regionale ai Trasporti Angelo Carta, tra i beneficiari dei fondi ministeriali dedicati alle reti ferroviarie, la cui esclusione aveva scatenato nei giorni scorsi roventi polemiche, culminate poi con interrogazioni nelle aule di Camera e Senato promosse da tutti i parlamentari sardi.
LA REGIONE «Il ministero non ha alcuna colpa», spiega Carta, «le nostre ferrovie hanno un carattere esclusivamente regionale e, di conseguenza, non possiamo accedere a quei finanziamenti». È dal 2000, infatti, che tutte le competenze in materia di trasporto pubblico locale sono passate dallo Stato alle Regioni, e sono queste che si devono fare carico di eventuali migliorie o manutenzioni riguardanti la propria rete ferroviaria: «Lo Stato continua a occuparsi delle reti interregionali e internazionali, e la Sardegna, non rientrando in queste categorie, deve pensare da sola alle proprie ferrovie», continua Carta. Questo perché dal dicembre 2008 Ferrovie dello Stato ha interrotto il collegamento marittimo tra Golfo Aranci e Civitavecchia, che «oltre a garantire ai nostri treni di raggiungere il Lazio e viceversa, garantiva l'interregionalità della nostra rete e la possibilità di stare nei piani ministeriali», prosegue Carta.
IL RIPRISTINO La tratta era stata cancellata perché costantemente in perdita, fatto che scatenò non poche reazioni da parte delle aziende sarde che, però, non portarono ad alcun risultato vista l'impassibilità dell'amministratore delegato di Fs Mauro Moretti. L'assessore Carta pensa che riaprire un collegamento con la penisola resti, comunque, un obiettivo imprescindibile se si vuole tornare ad accedere ai fondi statali: «Sono già iniziati i lavori per dotare di binari lo scalo marittimo di Porto Torres», spiega, «proveremo a puntare su quella zona, sicuramente più interessante di Golfo Aranci perché al centro di diverse rotte commerciali del Mediterraneo, sperando che Fs decida di riammettere la nostra Isola nei loro progetti». Nulla è comunque certo e i tre milioni appaltati per quei binari potrebbero risultare soldi buttati: «Noi non possiamo obbligare una società a fare ciò che non è nel loro programma», chiarisce Carta, «possiamo solamente creare le condizioni perché questo possa avvenire».
RITARDI. La battaglia, secondo la Regione, andava fatta nel 2008, quando la tratta Golfo Aranci-Civitavecchia è stata chiusa: «Dov'erano quelli che ora si indignano? Come mai si sono svegliati ora quando c'è poco da fare?», dice Carta rivolgendosi ai parlamentari sardi che chiedono chiarimenti sulla questione. «Io mi sorprendo», incalza, «che qualcuno si sorprenda per il fatto che non arrivino i finanziamenti dal ministero: non posso fare altro che pensare al fatto che i nostri deputati e senatori non siano a conoscenza dei rapporti che ci sono tra Regioni e Stato in materia di trasporti ferroviari, e la cosa mi pare piuttosto grave». Altro punto di scontro i fondi Cipe stanziati per la Sardegna con la delibera numero 91 del 20 dicembre del 2004: oltre seicento milioni di euro che la Regione, sempre secondo Carta, non ha mai richiesto. «Con quei soldi», fa presente l'assessore, «avremmo risolto parecchi problemi, potenziando la rete Cagliari-Oristano-Nuoro-Sassari e rendendo più sicuri i nostri binari che, come correttamente è stato riportato dalla stampa, effettivamente fanno acqua da tutte le parti e presentano purtroppo rischi in tema di sicurezza». Anche qui il riferimento ai colleghi parlamentari non manca: «Negli ultimi anni la nostra pattuglia romana è sempre stata numerosa ma, anche in questo caso, evidentemente era impegnata in altre questioni».
LO SCONTRO. Le polemiche, dunque, sono tutt'altro che destinate a chiudersi e i toni sembra proprio che resteranno caldi per parecchio tempo. Lo scontro è in atto e il pericolo è che non ci si concentri a fondo sul problema. Non resta altro che aspettare che vengano ultimati i lavori di Porto Torres, anche se difficilmente la liberalizzazione del mercato ferroviario italiano, con l'entrata di numerosi concorrenti e il conseguente ridimensionamento delle entrate di Fs, convincerà quest'ultima a tornare sui suoi passi riaprendo il traghettamento dei treni tra la Sardegna e il resto d'Italia che, giusto 24 mesi fa, era stato dichiarato «economicamente non valido». PD Aspetta una risposta all'interpellanza Pd il consigliere regionale Giuseppe Cuccu: «Lo abbiamo detto ieri e oggi lo ribadiamo che Trenitalia con decisione unilaterale ha soppresso un'infrastruttura vitale per la Sardegna, tant'è che lo scorso governo di centrosinistra nel 2008 ha finanziato il trasferimento su Porto Torres dell'hub delle merci ferroviarie. La discussione della nostra interpellanza sarà un utile viatico per cercare di trovare l'indispensabile unità per portare avanti una battaglia che dovrà evitare che in Sardegna venga cancellato l'intero servizio ferroviario». DANIELE GAMBERINI
Fonte: http://www.regione.sardegna.it/


Nessun commento: