venerdì 11 febbraio 2011

Federali del Mattino. Rifiuti taroccati: combattiamo il berlusconismo che è in noi, ci fa odiare Johann Wolfgang Goethe, mirante moscerini. 11 febbraio 2011.

Sezione Forza Luis, che Eva ti guarda:
1. Bozen. Roma boccia l'Euregio: non è prevista dalla Costituzione.

Sezione che nel Lombardo-Veneto si chiama redistribuzione del reddito:
2. Bressanone: il geologo Marini patteggia 14 mesi.
3. Aosta. Evasione, oltre 18 milioni di euro recuperati nel 2010 in Valle d'Aosta.
4. Treviso. E' iscritto a Unindustria l'evasore dei record.
5. Treviso. Hanno evaso venticinque milioni di euro in quattro anni.
6. Mogliano Veneto. Risparmi spariti, arrestato promoter di Mogliano.
7. Reggio Emilia. Blitz della Finanza, scoperta evasione da 29 milioni.
8. Ferrara. La Guardia di Finanza scopre 75 evasori totali.
9. Bologna. Truffa 400mila euro all'Ausl.
10. Potenza. Truffe alle finanziarie, otto arresti.

Sezione anche noi anche noi: anche noi siamo uguali:
11. Venezia. Unità, Zaia assente a Roma. «Ci fa odiare dal resto d’Italia».
12. Basilicata. Combattiamo il berlusconismo che è in noi.
13. Firenze. Il pentito Romeo: "Politica dietro stragi del '93".
14. Potenza. Un lucano a Sanremo.
15. Ragusa. Pomodori di Pachino, la Provincia chiederà alla rai 20 milioni di euro.

Sezione esclusiva del novello Goethe:
16. Milano. Al Sud più veloci i moscerini dei treni».
17. Tremonti: al sud sono più veloci i moscerini dei treni. Sulla Salerno-Reggio cantieri vuoti.

Sezione into paradiso:
18. Napoli. Napoli affoga nei rifiuti. E nessuno interviene.
19. Taranto. Rifiuti taroccati da Napoli, ora è rivolta.
20. Palermo. 'L'ospedale dei Bambini? Meglio nel Sahara'.
1. Bozen. Roma boccia l'Euregio: non è prevista dalla Costituzione. BOLZANO. Battuta d'arresto per la nascita a livello istituzionale dell'Euregio Tirolo (Austria), Alto Adige, Trentino, attraverso la costituzione del Gruppo europeo di cooperazione territoriale (Gect). Roma ha rigettato in parte la richiesta, presentata lo scorso ottobre dai governatori Luis Durnwalder, Lorenzo Dellai e Guenther Platter.
''Non c'è nulla di definitivo, tutto può essere ancora risolto con delle trattative'', afferma il governatore altoatesino. Sono stati rigettati - spiega - ''il nome Euregio e alcuni punti di minore importanza''.
Il Gect è un organismo previsto dal regolamento Ue del 2006, dotato di personalita' giuridica pubblica, costituito per facilitare e promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale tra i suoi membri.
''Roma fa presente che l'Euregio non è prevista dalla costituzione italiana, ma la prevede l'Unione europea'', risponde Durnwalder che intendere sciogliere il nodo con delle trattative.
''L'Italia si è tolta la maschera e mostra il suo vero volto'', polemizza la Suedtiroler Freiheit, il partito della pasionaria Eva Klotz, che ribadisce la richiesta di autodeterminazione per l'Alto Adige.
2. Bressanone: il geologo Marini patteggia 14 mesi. Ex candidato dei Verdi per la Provincia, venne arrestato per abuso d'ufficio e millantato credito. BOLZANO. Carlo Marini, il geologo di Bressanone arrestato nel 2008 con le accuse di abuso d'ufficio e millantato credito, ha patteggiato la pena di un anno e due mesi davanti al tribunale di Bolzano. Marini è stato assolto dall'accusa di abuso di ufficio. La vicenda fece scalpore perché al momento dell'arresto Marini era candidato alla carica di consigliere provinciale nella lista Verdi-liste civiche per le elezioni dell'autunno 2008 e per questo episodio ritirò la propria candidatura.
3. Aosta. Evasione, oltre 18 milioni di euro recuperati nel 2010 in Valle d'Aosta. Oltre 450 controlli effettuati dalla Guardia di Finanza, scoperti 23 evasori totali e sequestrati 19 chili di stupefacenti. 10/02/2011. AOSTA. Ventitré evasori totali scoperti e oltre 18 i milioni di euro recuperati grazie a 175 verifiche fiscali e 277 controlli: sono alcuni dei risultati più significativi che la Guardia di finanza della Valle d'Aosta ha ottenuto durante il 2010. Il comandante regionale Angelo Massa ha presentato oggi il resoconto delle operazioni del 2010 messe in atto dai reparti valdostani delle Fiamme Gialle. Oltre 19 i chili di sostanze stupefacenti sequestrate e quattro le persone arrestate nell'ambito della lotta al traffico e allo spaccio.
Riguardo alle verifiche fiscali, nel campo delle imposte dirette il recupero della tassazione del reddito è di 13 milioni di euro, quello degli elementi negativi di reddito non deducibili di 1,7 milioni di euro mentre ammontano a circa 1 milione i ricavi non inseriti in contabilità e le ritenute fiscali non versate. Considerando invece le imposte indirette, il recupero dell'Iva ha fruttato oltre 2,5 milioni di euro.
Notevole il contributo dato alla sicurezza in montagna: insieme al soccorso alpino valdostano, gli uomini del Soccorso alpino della Guardia di Finanza di Entrèves e Cervinia sono intervenuti 58 volte a favore di 99 persone, di cui 56 recuperate incolumi, 29 ferite e 14 senza vita.
Nel contrasto al sommerso da lavoro sono 34 i "lavoratori completamente in nero" scoperti, 39 i "lavoratori irregolari" e 18 quello "non risultanti dalle scritture". 2mila e 500 sono stati i controlli nell'ambito degli scontrini fiscali e 250 per le ricevute fiscali: i rilievi sono risultati, rispettivamente, 81 e 14. 131 inoltre gli interventi di controllo dei prezzi.
In materia di contraffazione dei marchi sono stati sequestrati 37 capi d'abbigliamento, 64 borse e diversi accessori mentre la lotta alla pirateria informatica e audiovisiva ha portato alla confisca di 74 Dvd e 179 Cd-rom, con la denuncia a piede libero di 6 persona e l'arresto di una.
«Le linee operative che ci guideranno durante questo 2011 - ha spiegato il comandante Massa - saranno la prevenzione della criminalità economica e finanziaria, il contrasto all'evasione fiscale e alle truffe nei finanziamenti pubblici. Inoltre punteremo molto sul perfezionamento delle capacità professionali dei singoli ufficiali».
4. Treviso. E' iscritto a Unindustria l'evasore dei record. Sono state «prescritte» le mancate dichiarazioni tra il '98 e il 2002. Risulta iscritto ad Unindustria l'evasore trevigiano dei record. Dopo la sentenza emessa dalla commissione tributaria provinciale, che l'ha condannato a pagare quasi 16 milioni, anche la Procura di Treviso ha iscritto nel registro degli indagati l'imprenditore cinquantenne, attivo soprattutto nel ramo della farmaceutica. L'uomo, attraverso il suo pool di legali, ha di fatto già annunciato di voler ricorrere contro la sentenza di primo grado. L'Agenzia delle Entrate gli ha di fatto contestato la mancata dichiarazione dei redditi negli anni dal 2003 al 2007. Mentre ha accertato che era dal 1998 che l'uomo non pagava le tasse. Impossibile andare più indietro nel tempo, anche se c'è il forte sospetto che l'uomo non abbia mai presentato una dichiarazione dei redditi in vita sua. E' comunque «prescritto» il periodo compreso tra il '98 e il 2002, cosa che ha permesso all'imprenditore di farla franca per una cifra che si avvicina molto a quella per cui è stato condannato.  Ma anche la Procura di Treviso, a cui è arrivata la segnalazione da parte dell'Agenzia delle Entrate, sta indagando sul cinquantenne trevigiano. Al momento il suo nome è stato iscritto nel registro degli indagati perché accusato di evasione fiscale. I magistrati trevigiani vogliono infatti fare chiarezza su diversi elementi emersi nella vicenda. In particolar modo la compravendita della villa palladiana: decisamente troppo pochi i 350.000 euro dichiarati nella compravendita di fronte al notaio. L'Agenzia delle Entrate ha infatti accertato che il valore dell'immobile è superiore perfino ai quattro milioni di euro. Il sospetto è quindi che buona parte della transazione economica sia stata quindi effettuata in nero.  Ma la magistratura potrebbe anche approfondire il ruolo svolto dagli istituti di credito. Stupisce infatti che le banche abbiano concesso mutui, del valore tra i 500.000 euro e i due milioni di euro, a una persona che per oltre un decennio non ha presentato la dichiarazione dei redditi.
5. Treviso. Hanno evaso venticinque milioni di euro in quattro anni. Nel 2007, anno in cui la società si è sciolta, hanno dichiarato zero euro. Secondo la guardia di finanza, invece, ne hanno fatturati undici milioni. Nel mirino delle fiamme gialle è finita una società di sponsorizzazioni.  La sede dell'azienda è in provincia, destra Piave. I nomi non sono ancora stati resi noti, ma i dettagli numerici dell'operazione sì: sui conti correnti della società e dei soci giravano decine di milioni di euro, ma l'azienda ufficialmente fatturava importi minimi o addirittura non presentava dichiarazioni. La guardia di finanza di Treviso ha scoperto un'impresa della provincia di Treviso, specializzata nella procura di sponsorizzazioni per eventi sportivi, che avrebbe nascosto al fisco ricavi per venticinque milioni di euro in quattro anni, oltre a cinque milioni di Iva dovuta. A insospettire gli uomini del colonnello Claudio Pascucci sono stati proprio i movimenti bancari: nel 2007, anno di fine attività, la società non ha presentato alcuna dichiarazione fiscale, senza dunque - ovviamente - versare le imposte dovute, ma sui conti corrente di riferimento si sono registrate entrate e uscite per undici milioni di euro. Entrate e uscite, come spiega il capitano Massimiliano di Battista, perché in questo caso finiscono sotto la lente tutti i movimenti "in nero". Negli anni precedenti sono stati denunciati alcuni redditi, solo parzialmente, ma sempre con una notevole differenza rispetto all'ammontare delle transazioni.  Un sistema che però ha attirato l'attenzione della guardia di finanza: un conto è evadere sempre e sperare di farla franca, un altro è andare in "discesa" in questo modo, abbattendo progressivamente gli importi dichiarati. Qualcosa puzzava di bruciato, e da lì è partita l'indagine. I finanzieri hanno dovuto svolgere una vera e propria opera di intelligence: a complicare le indagini, infatti, è intervenuta la totale mancanza della contabilità. Il rappresentante legale della società è stato denunciato per occultamento della contabilità, omessa presentazione della dichiarazione e per dichiarazioni infedeli: oltre all'aspetto tributario, poiché l'evasione supera la soglia di 75 mila euro l'anno, si apre anche procedimento penale. «Comportamenti del genere - dice la finanza - non solo sottraggono materia imponibile all'erario, ma sfaldano il tessuto economico concretizzando vere e proprie ipotesi di illecita concorrenza». Dal punto di vista economico, invece, ora si potrebbe aprire una fase di transizione. Un po' come successe per Valentino Rossi: il pilota aveva "patteggiato" con il fisco dopo che gli fu contestato il domicilio fiscale a Londra.
6. Mogliano Veneto. Risparmi spariti, arrestato promoter di Mogliano. Arrestato a Lugano un promotore finanziario di Mogliano, Vitaliano Busso, accusato di aver fatto sparite 2,5 milioni di risparmi che quattro famiglie trevigiane gli avevano affidato tra il 2000 e il 2009. Operazione dei vigili urbani di Treviso: incastrato un promotore finanziario di Mogliano, Vitaliano Busso, che dal 2000 al 2009 avrebbe fatto sparire importanti somme di denaro affidategli da risparmiatori trevigiani. Per ora si parla di un buco accertato di 2,5 milioni di euro, ovvero gli investimenti di quattro famiglie trevigiane che hanno già presentato denuncia. Vitaliano Busso è stato arrestato alla fine dell'anno a Lugano. I vigili urbani (nella foto la comandante Federica Franzoso) hanno però voluto rendere nota la vicenda, con una conferenza stampa, per invitare che avessa evuto rapporto d'affari con il promotore a farsi avanti. La cifra dei soldi spariti, secondo gli investigatori, potrebbe infatti essere molto superiore. Perchè Busso operava non solo nel Trevigiano ma anche nel Veneziano e Pordernonese e potrebbe aver truffato centinai di risparmiatori. Buso prometteva ai risparmiatori rendimenti molto alti, dal 10 al 15 per cento sugli investimenti, e operava da libero professionista appoggiandosi a diverse banche, ignare del suo modus operandi, e investendo in azione e titoli, anche in Sviezera. Tanto che è stata proprio una banca del Vittoriese a presentare una prima denuncia, avendo notato irregolarità negli investimenti.
7. Reggio Emilia. Blitz della Finanza, scoperta evasione da 29 milioni. Le fiamme gialle reggiane dopo due anni di indagine incastrano due imprenditori che emettevano fatture false. Nei guai un 37enne e un 38enne, entrambi denunciati per evasione fiscale ed emissioni di fatture false. REGGIO. Grazie all'emissione di fatture false, negli ultimi tre anni erano riusciti a incassare 30 milioni di euro. Ma due imprenditori reggiani _ entrambi specializzati nel settore della commercializzazione di prodotti informatici _ sono stati incastrati dalla Finanza che gli ha denunciati per evasione fiscale ed emissione di fatture false.
8. Ferrara. La Guardia di Finanza scopre 75 evasori totali. Recuperati redditi non dichiarati per 140 milioni di euro e 60 di Iva non versata. Le omesse dichiarazioni cresciute del 330%. Antiriciclaggio: bloccate operazioni per quattro milioni e mezzo. FERRARA. Il 2010 e' stato per la Guardia di Finanza di Ferrara un anno particolarmente impegnativo su tutti i fronti istituzionali: dalla lotta all'evasione fiscale, alla tutela della spesa pubblica, al contrasto della contraffazione e dell'abusivismo commerciale, della criminalità economica e, non per ultimo, al traffico ed allo spaccio delle sostanze stupefacenti. Per quanto riguarda il fenomeno dell'evasione fiscale, sono state eseguite circa 700 verifiche e controlli, con l'individuazione di 75 evasori totali e recuperando redditi non dichiarati per circa 140 milioni di euro, oltre a 60 milioni di euro di IVA dovuta.   In tale contesto particolarmente premiante è stata l'attività di indagine sui grandi fenomeni evasivi che ha portato alla scoperta di vere e proprie organizzazioni a delinquere,  costituite a Ferrara e ramificate sull'intero territorio nazionale,  finalizzate alla frode fiscale attraverso l'emissione e l'utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.
Notevole anche l'impegno profuso nel contrasto del fenomeno illecito del ''sommerso da lavoro'' che ha consentito di individuare 73 posizioni lavorative irregolari, quasi tutte relative a casi di lavoro nero.  Risultati significativi sono stati ottenuti nella costante ed impegnativa lotta allo al traffico ed allo spaccio delle sostanze stupefacenti: ben 43 sono state le persone arrestate, di cui 23 in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare, con il sequestro di oltre 2,5 kg di sostanze stupefacenti di vario tipo.  Nel settore del mercato dei capitali sono state effettuate 3 ispezioni antiriciclaggio nei confronti dei cc.dd. ''Money Transfert'' per la prevenzione del finanziamento al terrorismo internazionale, nonch‚ sviluppate 42 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette. In quest'ultimo settore operativo sono state contestate violazioni per trasferimenti irregolari di denaro per oltre 4.500.000 euro.    Sul fronte della difesa del consumatore sono stati eseguiti centinaia di controlli dei prezzi allo scopo di verificare eventuali speculazioni,sequestrati oltre 755.000 artifici pirotecnici privi dei requisiti di sicurezza.
9. Bologna. Truffa 400mila euro all'Ausl. Alla dipendente 'infedele' sequestrati i beni. Alla donna, indagata, messi i sigilli all'appartamento, a contanti e titoli. La misura cautelare decisa per tutelare l'ente in modo da pareggiare l'ammanco. OLOGNA, 10 FEBBRAIO 2011 - Aveva truffato all'Ausl circa 400mila euro attivando domande false per contributi a disabili. Ora, il Gip Letizio Magliaro ha convalidato la richiesta di sequestro preventivo per un valore equivalente, decisa dal Pm Di Giorgio, nei confronti della dipendente dell'Ausl indagata  per truffa aggravata ai danni dell'ente pubblico e falso. Con questa misura cautelare in pratica i beni vengono messi al riparo da possibile cessioni nel caso poi l’indagata sia ritenuta responsabile. In questo modo si cerca di pareggiare l’ammanco. Il sequestro ha riguardato un appartamento della zona Fiera, la quota di un settimo di un altro appartamento a Monzuno, 60.000 euro in titoli, altri 15.000 sul conto corrente. Le indagini, attivate da un esposto dell’Ausl, proseguono per capire se ci sono altre responsabilita’.
L’impiegata una paio di settimane fa si era fatta interrogare dal Pm: ‘’Non ho tolto una lira a nessuno - aveva detto al magistrato - non ho incassato una lira’’.
‘’I disabili assistiti dal servizio non sono stati frodati di un euro - aveva spiegato il difensore, avv.Alessandro Lerro - Nessuno degli assistiti si e’ visto sottratto fraudolentemente o indebitamente un euro dagli assegni o dai contributi di assistenza a cui aveva diritto. La signora non ha tenuto per se’ e per suo interesse neanche un euro. Tutti i soldi confluiti in un fondo, che definiamo per le urgenze e le emergenze, sono stati utilizzati per le urgenze e le emergenze’’.
10. Potenza. Truffe alle finanziarie, otto arresti. Estorsioni, truffe, usura, detenzione di armi e altri reati contro il patrimonio e la pubblica amministrazione. Queste le accuse nei confronti di otto persone arrestate dai Carabinieri del Ros. 10/02/2011 Con le accuse, diverse da indagato a indagato, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, truffe, usura, detenzione di armi e altri reati contro il patrimonio e la pubblica amministrazione, i Carabinieri del Ros hanno arrestato a Potenza otto uomini (due in carcere e gli altri sei ai domiciliari) che - secondo gli inquirenti - facevano parte di un'organizzazione che «garantiva supporto» al clan mafioso capeggiato da Renato Martorano. Ai due uomini che si trovano in carcere è stata contestata anche l'aggravante mafiosa: uno di questi è un commercialista che preparava truffe alle finanziarie anche producendo falsi documenti contabili e di reddito. Tra le persone ai domiciliari, vi è anche un dipendente della Camera di commercio di Potenza, che, forniva all'organizzazione documenti sull'affidabilità delle persone che presentavano richieste di finanziamento, i cui proventi «venivano totalmente o in parte, riscossi con la forza dall'organizzazione criminosa». Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip di Potenza, Luigi Spina, su richiesta del pm della Direzione distrettuale antimafia, Francesco Basentini. I particolari dell'operazione, denominata «Nibbio 3», sono stati forniti stamani, a Potenza, dal comandante provinciale di Potenza dei Carabinieri, colonnello Domenico Pagano, dal comandante del reparto operativo, capitano Antonio Milano, e dal comandante della sezione anti-crimine del Ros, luogotenente Michele Ciriello. Le persone arrestate sono Domenico Capoluongo, di 39 anni, Dorino Rocco Stefanutti (52) - questi ultimi due sono detenuti in carcere - Sergio Mauro (41), Giuseppe Pietro Miraglia (41), Ignazio Piro (57), Michele Molinari (48), Mario Montefusco (29) e Giuseppe Amedeo Robilotta (55), ai domiciliari. L'indagine - è stato spiegato durante la conferenza stampa - nel maggio 2008, aveva portato all'arresto del capo clan, Renato Martorano (attualmente detenuto in carcere), accusato di usura ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
11. Venezia. Unità, Zaia assente a Roma. «Ci fa odiare dal resto d’Italia». Il governatore sostituito da Ruffato, alta tensione in Consiglio. Il presidente dell’assemblea convoca i capigruppo, Pd e Idv: «Lettera formale di richiamo al leghista» VENEZIA — Poche cose sembrano dividere la politica veneta come l’Unità. In consiglio regionale, si è propagato l’ennesimo focolaio polemico, appiccato dal governatore Luca Zaia che se da un lato non perde occasione per lamentarsi di come oramai «si parli soltanto di questo, mentre il Paese è in crisi», dall’altro continua però a dare spunti appetitosi per la discussione infinita. Così è successo anche nel caso dell’adesione al Comitato nazionale per le celebrazioni, di cui avrebbe dovuto occuparsi Zaia, per l’appunto, sostituito all’ultimo minuto utile, causa inerzia prolungata, dal presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato. Che ieri ha riunito i capigruppo, dando il la all’ennesima baruffa. Due i punti al centro del contendere: il primo è di forma, e riguarda l’anomalia tutta veneta che vedrà a Roma, in rappresentanza del Veneto, non il governatore, come invece accadrà per le altre Regioni, ma il presidente del consiglio; la seconda, invece, è di sostanza e riguarda i 200 mila euro che l’assemblea dovrà andare a pescare dal suo bilancio per poter aderire, non solo in spirito, al Comitato presieduto da Giuliano Amato. Dopo aver già sborsato, è bene ricordarlo, 150 mila euro per allestire il Comitato regionale per le celebrazioni, perché la giunta presieduta da Zaia non intende tirar fuori un euro di tasca sua per brindare all’Unità.
Di qui la fibrillazione dei capigruppo, che si sono dati il turno per infilare il governatore nel mirino e dare fuoco alle polveri (si vocifera con un Federico Caner, leader dei leghisti a palazzo Ferro Fini, particolarmente distaccato, «in atteggiamento inglese »). «Bene ha fatto Ruffato a sostituirsi a Zaia - commenta Piergiorgio Cortelazzo, vice capogruppo del Pdl - perché certo essere l’unica Regione d’Italia, con la Provincia autonoma di Bolzano, a non aderire al Comitato sarebbe stata una magra figura, disdicevole e mortificante. Quanto ai fondi, la festa dell’Unità non può e non deve essere ridotta ad una questione di soldi». Pretende invece un richiamo ufficiale Laura Puppato del Pd: «Il caso della Regione priva di rappresentanza ufficiale in occasione delle celebrazioni è un’anomalia nazionale che va contro lo statuto del Veneto e che costringe ora il consiglio a richiamare il presidente Zaia ai suoi doveri istituzionali. Per questo la conferenza dei capigruppo ha condiviso l’intenzione di inviare a Zaia una lettera (circostanza smentita da Cortelazzo ma confermata dall’Idv, ndr.) con la quale ci si appella all’articolo 30 dello statuto dove si dice espressamente che il presidente della Giunta è il rappresentante del Veneto. Siamo ridotti veramente male se si è costretti ad invitare la massima figura istituzionale veneta a svolgere i compiti che gli sono stati assegnati».
Rincara Diego Bottacin di Verso Nord: «Un caso imbarazzante di un presidente della Regione che fa più il capopartito che il presidente dei veneti. Così come è imbarazzante la decisione dell’ufficio di presidenza, costretto a metterci una pezza. Ma nessuna pezza può coprire l’evidente imbarazzo di una comunità regionale che sarà l’unica a non essere rappresentata dal suo rappresentante legale». Chiude Antonino Pipitone dell’Italia dei Valori: «Zaia ci fa odiare dal resto dell’Italia, con questo comportamento, arreca senza dubbio un danno all’immagine del Veneto, che si trasforma anche in un danno economico per la nostra economia, basta pensare all’industria del turismo. Quanto alla faccenda dei soldi, a cui si sono attaccati i leghisti, è nulla in confronto ai soldi gettati al vento per l’ennesimo consulente esterno ingaggiato dalla giunta nel calderone sanità». Intanto il presidente di Confindustria, Andrea Tomat, torna sulla questione «17 marzo», giorno lavorativo votato alla festa per decreto: «Ho un approccio ragionevole a questa vicenda - spiega - nessun diktat alle aziende, ciascuno sarà libero di chiudere un giorno soltanto, nelle modalità che ritiene più opportune, oppure per più giorni. Il nostro obiettivo era soltanto quello di attirare l’attenzione su un problema che riteniamo essenziale per la nostra competitività: in Italia si lavora troppo poco». Marco Bonet
12. Basilicata. Combattiamo il berlusconismo che è in noi. 10/02/2011. di ANTONIO GRAZIA ROMANO. DA MOLTI anni i valori e le istituzioni, sono stati messi da parte: la base della vita di un popolo e di un Paese sono le istituzioni, i valori attengono ai singoli. La classe dirigente italiana ha perso questi riferimenti: il risultato è che è venuto a mancare l'esempio, ci sono persone nei posti di responsabilità, che non si rendono conto di quanto male facciano con i loro comportamenti. L'altro aspetto è l'assuefazione a tutto questo del popolo italiano: la stessa simpatia con la quale certi comportamenti della classe politica vengono accolti rappresenta purtroppo il più preoccupante segno di degrado. Colpa anche della tv, paghiamo la diseducazione della comunicazione: valletti e fanciulle volteggianti sono diventati, per intere generazioni di giovani, i soli punti di riferimento. Nessuno è più in grado di trasferire con esempi concreti i valori dello studio, del lavoro, della famiglia, delle istituzioni. Necessita un riscatto per il Paese attraverso la capacità di guardare dentro noi stessi, attraverso il coraggio di riconoscere le pecche che attualmente abbiamo e trovare la forza di uscire dalla deriva in cui siamo caduti. La stagione berlusconiana non è ancora al tramonto: non è finita perchè ha preso prevalenza su quel riferimento foNdamentale che sono i valori e le istituzioni. Riflettiamo su questo.
13. Firenze. Il pentito Romeo: "Politica dietro stragi del '93". Il teste a Firenze: "Spatuzza parlò di Berlusconi, gli attentati dovevano servire per alleggerire il 41bis". Poi accusa Graviano e Tagliavia: "Si mangiavano tutti i proventi delle rapine". 10/02/2011. FIRENZE - Il pentito Pietro Romeo stamani a Firenze ha deposto come teste al processo contro il boss Francesco Tagliavia per le stragi del '93.
"Io prima avevo sempre saputo da Francesco Giuliano di un politico, ma non sapevo chi era. Poi un giorno eravamo io, Francesco Giuliano e Gaspare Spatuzza. Giuliano commentava gli attentati e chiese a Spatuzza "Perchè li abbiamo fatti, per chi, per Andreotti o Berlusconi?" e Spatuzza rispose: "Per Berlusconi".
"Giuliano da tempo mi diceva che c'era un politico" e che le stragi erano fatte "per far alleggerire il carcere duro, il 41 bis". Spatuzza ha anche osservato che "Spatuzza era vicino ai Graviano, erano come fratelli".
"Giuseppe Graviano voleva dare 10 milioni (di lire, ndr) a testa, Francesco Tagliavia 5 a testa. Ma Graviano dicono che dette 10 milioni. C'era un fondo cassa comune" tra le famiglie. Nella sua deposizione davanti alle parti Romeo si è anche lamentato del fatto che "di tutte le rapine che abbiamo fatto, i soldi se li metteva in tasca Francesco Tagliavia, ci dava una miseria. Facevamo rapine ai Tir, ma i proventi se li mangiavano loro".
"Non potevamo fare le rapine senza autorizzazione di Tagliavia - ha detto - e siccome i soldi li prendevano Tagliavia, Salvatore Giuliano, Damiano Rizzuto, che io ho anche ucciso perchè lui voleva uccidermi, dovevamo rapinare continuamente. Dovevamo fare rapine senza armi e usando le macchine nostre".
"Giuseppe Graviano - ha aggiunto Romeo evidenziando una diversità di vedute tra i boss del mandamento - non doveva sapere niente perchè per lui le rapine erano delle minchiate".
All'avvocato di Tagliavia, Luca Cianferoni, che ha chiesto a Romeo se "c'è rancore", il pentito ha detto: "Ora no, non ho più risentimenti verso Tagliavia, da giovane sì". "Dovevamo fare rapine senza armi e usando le macchine nostre".
14. Potenza. Un lucano a Sanremo. Il giornalista e regista Giuseppe di Tommaso, vincitore del premio "La Torre d'oro", è inviato per Raiuno. 10/02/2011 E’ IL lucano Giuseppe Di Tommaso il vincitore del Premio internazionale “La Torre d'Oro”. Un nome che, forse, dice poco al grande pubblico ma che vanta un curriculum di tutto rispetto. Giuseppe Di Tommaso, nato 32 anni a Tursi, è regista e giornalista di Rai uno. La sua carriera ha inizio nel 2001 a Rai International come inviato nelle comunità italiane nel mondo. Nel 2007 l’approdo a Rai uno, dove subito cura la regia di ''Miss Italia'' con Mike Buongiorno. Per tre anni è stato inviato del programma ''Sabato e domenica'' e il direttore di rete, Fabrizio Del Noce, gli affida la realizzazione di filmati nelle zone a rischio del mondo per i quali, nel 2008, viene candidato al Premio giornalistico Marco Lucchetta. Inviato e regista per ''Il fatto del giorno'' su Raidue in cui si occupa di politica, entra a far parte della squadra di ''Vita in diretta'' e ''Amiche del sabato''. Nell'estate del 2011 è tra i registi di "Lineablu" e da sei anni tra gli inviati al Festival della Canzone Italiana di Sanremo. «Mi occupo in televisione di tematiche giovanili - racconta al Quotidiano della Basilicata Di Tommaso- sono ospite di numerosi incontri ed eventi con ragazzi in tutta Italia. Collaboro con la Mostra Internazionale del cinema di Venezia ed il Vittorio Veneto Film Festival».
Il Premio internazionale “La Torre d'Oro” di Salerno. Quando l'ha ricevuto cosa ha provato? «Come ogni premio o riconoscimento che si riceve ho provato un piacere enorme. Soprattutto perchè mi è stato assegnato per aver realizzato inchieste con tematiche sociali alle quali tengo moltissimo, come il ''bullismo'' e ''l'obesità''. E poi per la motivazione: quella di ''non strumentalizzare le vittime delle storie che racconto''».
A chi dedica e perché questo premio?
«A quelle persone che mi hanno cresciuto ed insegnato ad emozionarmi per le cose belle che mi regala la vita. Io sono figlio di gente umile che con il sudore della propria fronte e tanti sacrifici è andata avanti nella vita nonostante le difficoltà e gli eventi spiacevoli che Dio ha deciso di far accadere. Devo dire grazie a loro».
Quando è emigrato? Come mai la scelta di fare il giornalista fuori la sua terra natia, Policoro?
«Sono andato via dal mio paese nel 1998 perchè quello che sognavo non potevo realizzarlo in quell'ambiente. Il giornalismo non è arrivato subito; prima ho lavorato a teatro e nel cinema come attore e nel 2000 ho scoperto il mio grande amore: l'informazione televisiva. Ho voluto sfidare il destino cercando di esprimermi non in un contesto locale ma nazionale. Non è stato facile; sono stato fortunato perchè mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto ma ho anche lottato tantissimo, studiato e continuo a farlo. Una cosa posso affermare con certezza, di essere soddisfatto di come è andata fino a questo momento».
In tre aggettivi come descrive la professione del giornalista nell'epoca di Facebook? Altri tre per le doti fondamentali di un freelance.
«Difficile, invasivo, curioso. Per le doti che deve avere un freelance direi: determinato, informato, combattivo».
Progetti futuri? Pensa di rintronare in Lucania?
«Da martedì 15 febbraio sarò a Sanremo per il Festival della Canzone italiana come inviato per ''Le amiche del sabato',' programma in onda ogni sabato pomeriggio su Raiuno, e la prima settimana di marzo andrò a Vittorio Veneto ospite del Festival Internazionale di Cinema per ragazzi dove realizzerò alcuni incontri sul ''giornalismo d'inchiesta'' con i ragazzi delle scuole provenienti da diversi paesi europei e sarà proiettato un mio lavoro girato in Libano sulle ''vittime della guerra''. Per ora non credo di ritornare in Lucania, perchè come succede spesso il forestiero viaggia sempre sul carro più bello mentre il paesano deve accontentarsi di quello più umile, anche se non nego di amare follemente il mio paese, la mia terra, i profumi, le voci e quei sapori che ho provato per 18 anni e che mi hanno insegnato la semplicità e la genuinità di godersi al massimo tutto quello che mi offre la vita». Maria Anna Flumero
15. Ragusa. Pomodori di Pachino, la Provincia chiederà alla rai 20 milioni di euro. di Stefania Zaccaria. 10 febbraio 2011 - Venti milioni di euro. É questo il risarcimento che la quinta commissione consiliare della Provincia di Ragusa vorrebbe chiedere alla Rai per la campagna di boicottaggio del pomodorino Pachino. Secondo la quinta commissione, che oggi ha analizzato la questione, la Provincia dovrebbe dare mandato ai suoi legali di intraprendere ”un’azione di risarcimento danni di venti milioni di euro nei confronti della Rai come forma di difesa a fronte di una condotta tanto ingiustificata quanto lesiva della verità. Risarcimento che se dovuto dovrà essere utilizzato come Fondo di Garanzia per le imprese agricole iblee in difficoltà economica”.
16. Milano. Al Sud più veloci i moscerini dei treni». Tremonti ironizza dopo essere appena tornato da un viaggio in treno da Reggio Calabria fino a Roma. Tremonti in treno (Ansa). MILANO - «I treni che vengono dal Nord hanno i moscerini spiaccicati sui finestrini. Quelli che vengono dal sud no. Al sud sono più veloci i moscerini dei treni». Con una battuta il ministro dell'Economia Giulio Tremonti sintetizza la sua esperienza di viaggio nel Mezzogiorno, dopo essere arrivato a Roma con il treno.
IL VIAGGIO - Sulle lentezza dei treni, il ministro aggiunge: «Il viaggio da Milano a Roma si fa in tre ore, invece da Roma a Reggio Calabria siamo partiti ieri alle 12.00 e siamo arrivati alle 19.00». Al cronista che gli chiede se occorreva un viaggio per rendersi conto di questa situazione, Tremonti risponde: «Sì». Redazione online. 10 febbraio 2011.
17. Tremonti: al sud sono più veloci i moscerini dei treni. Sulla Salerno-Reggio cantieri vuoti. di Nicoletta Cottone. Per il Sud servono autostrade e treni più veloci. Parola del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Gli assi da sviluppare sono «l'autostrada, che ha adesso 40 cantieri, e poi l'alta capacità Napoli-Bari seguendo un percorso già disegnato prima dell'Unità d'Italia. È un modo per celebrare i 150 anni anche questo». Tremonti ha tracciato un primo bilancio sui mali infrastrutturali del Mezzogiorno sul treno che da Napoli lo ha riportato al Roma al termine di un viaggio verso il Sud, intrapreso con i leader di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Tragitto della due giorni: Roma a Reggio Calabria e ritorno. Ieri il viaggio in treno, utilizzando un Frecciarossa, un regionale e un intercity, subito dopo il consiglio dei ministri che ha vararo il piano per la crescita. questa mattina il viaggio in pulminosulla A3, da Reggio Calabria a Salerno per verificare lo stato dei cantieri. Tremonti è poi ripartito in treno da Napoli con Angeletti, mentre Bonanni è tornato in auto nella Capitale in auto.
Cantieri vuoti sulla Salerno-Reggio Calabria
Sulla Salerno-Reggio Calabria, soprattutto nel tratto calabro. tanti cantieri aperti, ma senza uomini al lavoro. «È la prova che non è un problema di soldi - ha commentato il ministro - ma di macchina, di sistema. Quello che è vero è che ci sono 40 cantieri: vuol dire che hai 40 appalti ed enne subappalti. Il meccanismo è troppo complicato». Secondo Tremonti «non è solo quindi una questione economica, ma anche giuridica, legale e paralegale». E i problemi di infiltrazione mafiosa? «Ora c'è l'esercito e le forze dell'ordine. È il segno che ci vuole lo Stato, è quello che finora è mancato». E se sulla A3 «ci sono molti cantieri, vuol dire che qualcosa è in atto però serve l'autostrada». Bisogna finire questi cantieri? «Infatti. Prima è meglio è», ha risposto Tremonti. Entro il 2013? «Vediamo, vediamo».
I moscerini sono più veloci dei treni del Sud
Con una battuta, poi, il ministro dell'Economia ha evidenziato le difficoltà delle Ferrovie nel trasporto al Sud: «i treni che vengono dal nord hanno i moscerini spiaccicati sul vetro davanti. Quelli del Sud no. Sono più veloci i moscerini dei treni». Il ministro ha puntato l'obiettivo sul fatto che con l'alta velocità «da Milano a Roma il treno la fa in 3 ore», mentre «da Roma a Reggio Calabria siamo partiti alle 12 e arrivati alle 19». Sette ore di viaggio all'andata, in seconda classe, trovando bagni senza acqua, ma arrivando a destinazione con soli due minuti di ritardo rispetto alla tabella di marcia.
Troppe opere pubbliche interminabili
Le opere pubbliche interminabili sono il grande tema al centro del viaggio al Sud del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che ha annunciato di voler ripescare dal decreto rimasto al palo che accompagnava la legge di stabilità due norme che renderebbero le procedure d'appalto più snelle (riserve d'appalto e opere compensative). «In entrambi i casi si tratta di stabilire dei tetti. Con le riserve d'appalto i tempi e i costi finiscono col raddoppiarsi per una serie di fattori imprevedibili che si possono giustificare solo in casi eccezionali. Le riserve bloccano tutto in Italia. Ecco perchè sarebbe opportuno un limite che, dico tanto per dire, potrebbe essere del 30 per cento. Ma trovo folle che non ci siano limiti». Analogo discorso vale per le opere compensative: «Sulle grandi opere - spiega - tutti gli enti chiedono un compenso, che sia la palestra o la piscina, comportando una serie di limitazioni. Anche qui penso a un tetto, che può essere del 10 o del 20 per cento». Ma le novità potrebbero estendersi anche al codice Urbani: «Non si può dare la tutela del vincolo architettonico agli edifici con più di 50 anni comprendendo anche l'edilizia del Dopoguerra. Penso che una modifica sia opportuna anche in questo senso». Al più presto.
18. Napoli. Napoli affoga nei rifiuti. E nessuno interviene. Da redazione. Creata il 10/02/2011 - 15:30. Alessandro De Pascale. CAMPANIA. In 24 ore raccolte solo 100 tonnellate di arretrato, oltre 1.900 ancora in strada. Nella notte tornano i roghi. Borrelli, Verdi: «Il governatore Caldoro revochi i poteri alle Province». In una Napoli assediata dai cumuli di rifiuti, tornano i roghi notturni. Cassonetti in fiamme anche nelle centralissime via Foria, Corso Umberto, Riviera di Chiaia e piazza Sannazaro. Del resto nelle ultime 24 ore sono state rimosse solo 100 tonnellate di arretrato. Martedì in giro per la città si contavano 2.000 tonnellate di spazzatura non raccolta, ieri poco più di 1.900. «L’area orientale, il quartiere di Chiaia e Soccavo sono travolte dall’immondizia, mentre a via Tasso dove non c’è raccolta da 11 giorni i rifiuti hanno invaso le carreggiate bloccando le macchine - denuncia il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli - e solo grazie ad alcuni cittadini che hanno spazzato a terra raggruppando il pattume in alcune zone si è evitato il blocco totale della circolazione».
La situazione resta critica anche in provincia con oltre 8mila tonnellate di immondizia non raccolta, mille in meno rispetto al giorno prima. «Comuni come Pozzuoli, Melito, Quarto e Giugliano sono oramai travolti dalla spazzatura da giorni», continua Borrelli. Il prolungamento degli orari di apertura degli impianti non ha quindi dato i risultati sperati dalla Provincia di Napoli che ha disposto lavori urgenti alla discarica di Chiaiano, l’unica della città, che dovrebbero allungarne vita e capacità. Anche se di poco. Al termine degli interventi, l’invaso potrebbe infatti seppellire 40mila tonnellate di immondizia in più e calcolando una media di 400 tonnellate al giorno potrebbe rimanere attivo fino ad aprile. Periodo nel quale sarà forse approvato anche il nuovo Piano rifiuti della Campania. Il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro (Pdl), sembra ormai impotente di fronte all’ennesimo disastro.
«Chiediamo al governatore della Campania, Stefano Caldoro, di prevedere l’immediata revoca della legge sulla provincializzazione dei rifiuti», attaccano i Verdi. Per cercare di placare le polemiche, Cesaro ha rivelato i punti chiave del piano che sta mettendo a punto la Provincia. Prevede sei siti per la raccolta dei rifiuti (compreso quello già attivo a Terzigno), sconti per i Comuni che ospiteranno le discariche alla Tassa sui rifiuti (aumentata del 10 per cento) e soprattutto il ritorno dei privati nella gestione dei tritovagliatori (Stir). «Peccato - denuncia Tommaso Sodano, consigliere provinciale della Federazione della sinistra - che questo piano non l’ha mai visto nessuno». Tra i punti più discussi, c’è proprio il ritorno dei privati negli Stir.
«Questi impianti - continua Sodano, ex presidente della Commissione Ambiente del Senato - erano stati costruiti e gestiti dai privati di Impregilo, tra i responsabili del disastro. Erano poi passati al Commissariato e infine alle Province, come deciso dal governo. Ora si vuole tornare al punto di partenza. Una follia perché affidarsi al pubblico serve a garantire i controlli ed evitare infiltrazioni camorristiche». C’è poi l’annunciata nomina di un commissario straordinario per ogni nuovo impianto da realizzare: due termovalorizzatori e cinque di compostaggio. «Oltre un milione di euro, speso soltanto per far nascere la società provinciale Sapna che si occupa del ciclo dei rifiuti soltanto dal 2011 (come denunciato ieri da Terra, ndr), per poi nominare sette nuovi commissari».
Per Sodano c’è qualcosa che non torna. «Per tutto il 2011 - spiega - i Comuni continueranno ad occuparsi della raccolta del pattume mentre la Provincia si dovrà dedicare solo ai nuovi impianti. Ma se per realizzarli si affida ai commissari e per gestirli ai privati - si chiede - che senso ha mantenere una società ridondante e così onerosa per la collettività? A questo punto la Sapna andrebbe davvero azzerata».
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19. Taranto. Rifiuti taroccati da Napoli, ora è rivolta. Sul caso interviene il governatore Vendola. Stasera assemblea pubblica. Conte:« I controlli non sono sembrati ferrei, quei rifiuti non ci hanno mai convinto». TARANTO - Sul caso è intervenuto anche il governatore Nichi Vendola: «E’ bene che si vigili sui conferimenti». «Ma noi avevamo lanciato l’allarme già tempo fa. Non ci hanno mai convinto quei rifiuti in arrivo dalla Campania alla discarica Italcave e i controlli non sono sembrati sempre ferrei. Ora apprendiamo che si aprirà forse un’inchiesta. Meglio tardi che mai». E’ la reazione di Vincenzo Conte, attivo animatore del comitato di Statte contro i rifiuti, alla notizia che spazzatura con codici Cer non corrispondenti alla tipologia di immondizia concordata tra Puglia e Campania sia stata scaricata nell’impianto tarantino. Italcave è una delle tre discariche di cui il consorzio Cite, vincitore dell’appalto bandito dalla Regione Campania, si serve per stoccare 45mila tonnellate di rifiuti da togliere agli esausti impianti del napoletano.
L’accordo è stato sospeso a causa delle proteste degli ambientalisti e dei cittadini e dopo il rinvio al mittente di alcuni carichi che destavano sospetti. Ora si scopre che, forse, sono stati applicati codici Cer fittizi pur di scaricare a Taranto tipologie di rifiuti diverse da quelle previste dal protocollo d’intesa tra le due Regioni. «Domani sera (oggi, ndc) abbiamo un’assemblea - continua Conte - per discutere di questo fatto nuovo, della necessità di riaprire le pratiche delle autorizzazioni ambientali concesse alle discariche e della così detta localizzazione, cioè del permesso dato a Italcave nel 1997 di poter impiantare proprio lì, alle porte di Taranto e a 890 metri dalla case di Statte una discarica. Poi, venerdì, faremo una conferenza stampa. Il problema dei rifiuti è molto importante e lotteremo sino a quando sarà necessario insieme con i cittadini, i comitati e gli ambientalisti. La nostra vigilanza non si fermerà».
Statte, insieme con Lizzano, è l’epicentro della protesta. I convogli da Napoli si sono fermati in attesa di una revisione dell’intesa che, sin dal primo momento, ha vissuto momenti difficili. Il periodo di tre mesi stabilito per alleggerire di 45 mila tonnellate gli impianti Stir della Campania sembra superato dagli eventi. Fino a oggi solo poco più di mille tonnellate sono state trasferite da Napoli a Taranto. E, Malgrado tutti i controlli, sembra che rifiuti che non dovevano arrivare nella discarica tarantina siano arrivati comunque.
20. Palermo. 'L'ospedale dei Bambini? Meglio nel Sahara'. 10/02/2011. PALERMO - "I bambini ricoverati negli accampamenti medici nel deserto del Sahara ricevono migliore assistenza sanitaria perchè hanno spazi più ampi e medici che si dedicano con più serenità a loro" ha detto Giuseppe Iacono, primario di Gastroenterologia dell'ospedale dei bambini Di Cristina di Palermo intervenendo all'incontro con i sindacati della Cisl e della Uil che si è svolto nell'aula multimediale dell'ospedale Civico di Palermo.
"Lavoro all'ospedale dei Bambini da circa 40 anni - ha aggiunto - e non c'è mai stato un solo anno in cui il pronto soccorso non sia stato preso d'assalto e sul punto del collasso con decine di bambini ricoverati nei corridoi".
"La nostra è l'unica pediatria con l'unità di rianimazione della Sicilia occidentale - ha aggiunto - con un bacino di utenza di circa 3 milioni di persone e ogni anno nei periodi di pandemie influenzali ci troviamo a fare fronte a vere e proprie emergenze".
"Al contrario di quello che accade da noi - ha aggiunto -: costretti a correre facendo slalom tra le barelle nei corridoi con il rischio di tirarci dietro inavvertitamente flebo, mascherine per l'ossigeno e lettini".
"Non si può lavorare così - ha precisato Giovanni Farro, medico del pronto soccorso del Civico  - Quando ci diamo il cambio con i colleghi a fine turno, ci vergogniamo per i pazienti e per l'impossibilità a dare il massimo".
Per Farro "è mortificante quando vediamo che un paziente con una frattura, magari ad una gamba, debba spostarsi da solo da un reparto all'altro per fare le lastre. O quando con un pizzico di speranza annunciamo al fortunato di turno che forse avrà una barella".
 

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